Orselina, Convento della Madonna del Sasso, Codice III
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Descrizione di Marina Bernasconi Reusser, 2011.

Titolo del codice: Antiphonarium de tempore (II)
Luogo di origine: Italia settentrionale
Datazione: XIV sec. (primi decenni)
Supporto materiale: Pergamena
Dimensioni: I + 207 + II (carte di guardia moderne, applicate durante l’ultimo restauro)
Formato: 547 x 377 (c. 16)
Numerazione delle pagine:
  • Cartulazione moderna a matita nell’angolo superiore destro sul recto dei fogli e al centro del margine esterno, sul verso dei fogli che tiene conto della c. 132 tagliata.
  • La segnatura dei fascicoli si trova al centro del margine inferiore del recto del primo foglio, a inchiostro rosso: sui fasc. 1-15 (1-108) è stata parzialmente erasa, riprende sul fasc. 20 (125-131) con la lettera c tra due puntini e prosegue fino al fasc. 30 (205-208) con la lettera o.
  • Tracce della numerazione a registro sul fascicolo 20 (125-131) e 23 (148-155) con lettere a inchiostro rosso nel margine inferiore interno a/a, b/b, c/c ecc.
Composizione dei fascicoli: 3 IV 24 + I 26 + 2 IV 42 + (II + 2 II) 54 + 4 IV 86 + 2 III 98 + IV 106 + 2 I 110 + II 114 + I 116 + IV 124 + (IV-1) 131 + 9 IV 204 + II 207 .
I fascicoli iniziano col lato carne, la regola di Gregory (alternanza tra lato pelo e lato carne della pergamena) è rispettata tranne tra 48 /49 e 52 /53 dove è stato inserito il bifoglio 49-52, e tra 108 /109, 110 /111, 114 /115 e 116 /117 dove sono stati inseriti dei fogli.
Condizione:
  • Alcune carte, o parti di esse, sono state da tempo ritagliate ed asportate: c. 6 (margine inferiore), c. 60 (margine inferiore), c. 132 (tagliata una carta, con conseguente perdita di testo: una parte dell'ufficio della Dominica secunda post Pasca), c. 191 (parte del margine superiore esterno).
  • Forse in occasione di un restauro della legatura o di una nuova cucitura, la successione dei bifogli è stata manomessa, sulla base del testo la giusta successione è la seguente: 1r-25v; 49r-50v; 115r-116v; 51r-52v; 26r e v; 107r e v; 109r e v; 111r-114v; 110r e v; 108r e v; 27r-48v; 53r-106v; 117r-120v; 121r e-v; 121ar-121av; 123r-164v; 165r-208v.
  • 164v si interrompe nel mezzo di "Si peccaverit oraverit in loco" della prima domenica dopo la pentecoste. A c. 165r riprende nel mezzo della Domenica IX dopo la Pentecoste "Dit (sic) dominus villico ."
  • Il codice è stato restaurato nel 1997-9 nel laboratorio di restauro di Andrea Giovannini a Lumino (v. Rapporto di restauro).
Disposizione della pagina: a piena pagina, 8 linee di testo e 8 tetragrammi.
Nel margine superiore e inferiore visibili i fori per le linee verticali, nel margine esterno quelli per la rigatura; non ci sono i fori per i righi della notazione musicale (per la tecnica di esecuzione della foratura v. Giovannini, Rapporto di restauro, p. 5-6).
Rigatura per il testo eseguita con mina di piombo, quella per la musica ad inchiostro rosso; specchio di scrittura 362 x 260 (c. 16)
Le righe verticali sono doppie, così come quelle che definiscono lo spazio che deve contenere la scrittura.
Tipo di scrittura e mani: scrittura gotica corale
Notazione musicale: Notazione musicale quadrata a inchiostro nero su tetragramma a inchiostro rosso.
Decorazione:
  • iniziali ritoccate in giallo
  • rubriche ed indicazioni liturgiche in rosso
  • iniziali filigranate:
    • piccole alternate rosse e blu all’inizio dei versetti, a c. 25r nel margine inferiore disegno di una civetta con testa umana (?), a c. 99r con profilo umano, non completata la filigrana da c. 99v a c. 106v e da c. 117r alla fine (tranne c. 143r e una a c. 190r)
    • piccole rubricate e filigranate a colori alternati nelle parole che costituiscono l’inizio del testo delle feste maggiori (per es. c. 9v, 25v, 92v ecc.)
    • medie: c. 16v, c. 173r, c. 185v, c. 193r
    • grandi: c. 179v, c. 190r, c. 195r, c. 203r
    Queste iniziali filigranate grandi sarebbero opera di un "Miniatore calligrafo" attivo anche nel codice I e IV (v. Hudig-Frey 1971, p. 313, 318; Gilardoni 1972, p. 228 "calligrafo delle filigrane").
  • Iniziali miniate, opera di due miniatori diversi:
    • 1. fitomorfe e fitozoomorfe, opera del cosiddetto "Miniatore dei racemi con draghi e mostri" (v. Hudig-Frey 1971, p. 313-314, 318; Gilardoni 1972, p. 228, 230 "miniatore delle iniziali a finto sbalzo o dei draghi"; Speroni 2000, 44; Speroni 2000/3, p. 19), attivo anche nel codice II ed in una iniziale del IV (158v) che esegue le iniziali miniate:
      • piccole: c. 29v, c. 40v, c. 87v
      • medie: c. 1v (Salvatore col globo ed inferiormente Cristo orante o S. Francesco?), c. 9v, c. 25r, c. 55r, c. 66r, c. 80r, c. 92v, c. 111r.
    • 2. fitomorfe, opera del cosiddetto "Miniatore dei trafori metallici" attivo anche nel codice IV che esegue le iniziali miniate (v. Hudig-Frey 1971, p. 313, 314, 318; Gilardoni 1972, p. 228, 230 "miniatore degli smalti"; Speroni 2000, p. 46; Speroni 2000/3, p. 19)
Aggiunte: Aggiunte posteriori:
  • cc. 98r l. 5- 98v inserto nella metà inferiore della pagina, lasciata parzialmente in bianco, alla fine dell’ufficio per il Sabato santo: In Festo Sanctissime Trininitatis [sic] in primis Vesperis ad magnificat. antiphona. Gratias tibi Deus Gloria tibi Trinitas Maria Magdalena antiphona. Te Deum Patrem ingenium benedicimus tibi gloria in secula. Cant. Magnificat. con aggiunta di una iniziale decorata di colore blu
  • c. 159v margine esterno: Vespera SS. Trinitatis sunt in hoc libro ante Pascha.
  • c. 160v-161r nel margine inferiore tracciate linee musicali in rosso poi non utilizzate
  • c. 161v-164v margine inferiore: aggiunte delle antifone per le domeniche dopo la Pentecoste:
    • Nolite iudicare Exi cito in plateas et vicos
    • Dominica .3. ad Magnificat. Antiphona. Que mulier habens dracmas
    • Dominica .4. ad Magnificat. Antiphona. Preceptor pro [sic] totam noctem
    • Dominica .5. ad Magnificat. Antiphona. Si offers munus
    • Dominica .6. ad Magnificat. Antiphona. Misereor super turbam
    • Dominica .7. ad Magnificat. Antiphona. Non potest arbor bona
Legatura: 575 x 390 x 90.
La legatura è simile a quella del Graduale: in piena pelle marrone su piatti di legno con recupero della pelle originale, recante una decorazione a secco costituita da filetti che suddividono lo spazio entro il quale è impresso lo stesso ferro (trigramma di Cristo) ripetuto fino a disegnare una croce che si sviluppa dalla borchia centrale. La pelle del dorso è stata rinnovata. La coperta è rinforzata sui quattro lati da lamine di ottone ritagliate e decorate con punzoni (Trigramma di Cristo, rosette a sei petali, fiori, Agnus Dei in due formati, Madonna col Bambino in trono). Sugli angoli vi sono dei cantonali fissati con borchie di ottone, e una piastra centrale fissata al centro (rifatta quella nell’angolo sinistro della coperta anteriore). Lungo i labbri di ciascun piatto sono applicati dei chiodi.
Sul piatto posteriore è applicata un’etichetta antica cartacea con il titolo in inchiostro nero Ant(iphonarium) in dominicis diebus.
Questa tipologia di legatura si inserisce in un gruppo di altre legature simili per decoro e composizione prodotte in Lombardia - per es. a Cremona, Busseto, Lodi e Parma - nell'ultimo ventennio del sec. XV-inizio XVI sec. Ricorrente è l'uso dei punzoni di rinforzo per i bordi, della stessa tipologia di borchie e cantonali e soprattutto del tipo di punzone usato per decorare le lamine metalliche (si veda per es. G. Zanichelli, Luminatum et ligatum fuit de manu mea. Codici miniati padani: scriptoria e committenza. Catalogo della mostra, Parma 1994, 54-45 con bibl. prec., V. Orlandi Balzari, I Libri corali di S. Maria degli Angeli a Lugano, in "Archivio Storico Ticinese" 37 (2005), 33-40, oppure G. Adler, Handbuch. Buchverschluss und Buchbeschlag, Wiesbaden 2010, p. 123, figg. 6-18.
La legatura attuale è frutto dell’ultimo restauro; per una ricostruzione della situazione precedente e delle manomissioni subite nel corso dei secoli v. Giovannini Rapporto di restauro, pp. 7-12.
Contenuto:
Antiphonarium de tempore (II). Contiene la seconda parte dell'Antifonario (dalla vigilia della domenica in Septuagesima fino alla Dominica prima in kalendis novembris).

  • 1r-208v Antifonario de tempore
    >Sabbato in septuagesima ad vesperas. Capitulum.< Nescitis quod. Antiphona. Dixit dominus ad Adam
    • (203r) [Dominica prima in kalendis novembris] Vidi dominum sedentem …–… Antiphona. Super muros tuos nomen domum. Evovae.

    Cf. S. P. J. Van Dijk, Sources of the modern liturgy, The Ordinals by Haymo of Faversham and Related Documents (1243-1307), Leiden, vol. II (1963), 62-114.
Origine del manoscritto: Il codice costituisce la continuazione dell'antifonario de tempore (I) ed è quindi stato anch'esso prodotto per un convento di francescani.
Lo stile delle iniziali miniate, soprattutto quello del "Miniatore dei trafori metallici" ed il suo particolare uso del colore nero, trova analogie nella miniatura padovana della fine del sec. XIII o degli inizi del sec. XIV quali ad es. i Mss. 113 e 250 e della Biblioteca Antoniana di Padova (v. G. Abate - G. Luisetto, Codici e manoscritti della Biblioteca Antoniana, Vicenza 1975, vol. 2, 724 fig. 21 e 725, fig. 33). Le caratteristiche caratteristiche paleografiche, codicologiche e stilistiche, del tutto simili a quelle del graduale e degli altri antifonari II e IV, confermano anche per questo manoscritto una datazione ai primi decenni del sec. XIV.
Per quanto riguarda la presunta esecuzione del manoscritto in un ipotetico scriptorium del convento di S. Francesco di Locarno, sostenuta dagli studiosi che si sono occupati precedentemente del codice, si veda quanto detto a proposito della provenienza del graduale.
Provenienza del manoscritto: Unitamente al graduale ed agli antifonari II e IV il codice fu in uso al convento di S. Francesco di Locarno fino alla soppressione dello stesso avvenuta nel 1848.
Acquisizione del manoscritto: A seguito della soppressione del convento di S. Francesco di Locarno, avvenuta nel 1848, l'antifonario, unitamente al graduale ed agli antifonari II e IV fu probabilmente trasportato presso il convento della Madonna del Sasso di Orselina - affidato ai cappuccini - dove ricevette la segnatura "25-235 III" (etichetta cartacea moderna originariamente applicata sul dorso, dopo il restauro conservata separatamente).
Attualmente appartiene allo Stato del Canton Ticino e si trovano in deposito presso il convento dei cappuccini della Madonna del Sasso di Orselina.
Bibliografia:
  • Monti S., L’esposizione di arte sacra in Bellinzona (settembre, 1903), in „Bollettino Storico della Svizzera italiana“ 26 (1904), 17-18;
  • [Respini G.], Il Ticino liberale-conservatore giudicato dalle sue opere, in „Bollettino Storico della Svizzera italiana“, 11 (1936), 87;
  • Simona L., L’Arte della miniatura nel Ticino, in „Rivista Storica Ticinese“ 6 (1943), 841-845;
  • Hudig-Frey M., I codici corali trecenteschi dell’antica chiesa di S. Francesco dei Conventuali di Locarno, in „Archivio Storico Ticinese“ 12 (1971), 297-318;
  • Ticinensia, Fonti per la storia dei monumenti di Locarno, Muralto, Orselina e Solduno, Serie IV. Supplemento dell’ „Archivio Storico Ticinese“, XLI-LII (1972), 306-308;
  • Gilardoni V., I monumenti d’arte e di storia del Canton Ticino. Vol. I, Locarno e il suo circolo (Locarno, Solduno, Muralto e Orselina), Basilea 1972 (I monumenti d’arte e di storia della Svizzera, 60), 226-230;
  • Huber R., Emilio Motta. Storico, archivista, biografo, Locarno 1992, 144
  • AAVV, I libri corali trecenteschi di Locarno. Guida pratica alla loro lettura nel contesto storico, liturgico e musicale, Lugano 1999;
  • Speroni L., I codici miniati della chiesa di S. Francesco a Locarno, in Pittura medievale e rinascimentale nella Svizzera italiana, Atti del Convegno, Lugano 28 marzo 1998, a cura di E. Agustoni, R. Cardani Vergani, E. Rüsch, Lugano 2000, 41-48;
  • Speroni L., Le fasi di produzione dei codici miniati di S. Francesco a Locarno, in „Arte+Architettura“ 51 (2000/3), 14-20;
  • Giovannini A., Rapporto di Restauro.