Bern, Burgerbibliothek
La Biblioteca della Borghesia di Berna è un istituto culturale del patriziato di Berna. E’ nata nel 1951, quando la sezione dei manoscritti dell'allora Biblioteca civica e degli Studi superiori divenne autonoma. Oggi la Biblioteca della Borghesia di Berna è un archivio scientifico pubblico. Essa raccoglie e conserva collezioni di manoscritti, documenti d'archivio e documenti visivi di rilevanza internazionale. Tra le collezioni più note si possono annoverare i codici medievali della collezione Bongarsiana e vari documenti d'archivio relativi alla storia della Svizzera e di Berna, che includono i lasciti di personalità di spicco. La Biblioteca della Borghesia è anche l'archivio comunale del patriziato di Berna, delle associazioni e delle corporazioni cittadine. In quanto istituzione scientifica, essa è al servizio della ricerca e del pubblico degli interessati. Essa mette a disposizione i propri fondi in una sala lettura e le mostra nel contesto di pubblicazioni, visite guidate ed esposizioni.
Evangeliario da Fleury contenente testi dei quattro Vangeli preceduti ciascuno da due elenchi di capitoli. All'inizio è rilegato un quaternione con lettere di Gerolamo a papa Damaso e di Eusebio a Cipriano. La decorazione è costituita da 15 tavole dei canoni e dalla raffigurazione della mano di Dio con i simboli degli evangelisti.
Online dal: 23.09.2014
Il manoscritto è in primo luogo famoso per il suo ricco contenuto di fabliaux in lingua francese antica, dei quali un numero considerevole è tramandato in questo unico codice; anche nel caso del frammento dei Sept sages de Rome e del Perceval si tratta di importanti testimoni del testo. A causa del suo grande valore per la poesia francese fu inviato in prestito a Parigi già all'inizio del XIX secolo, qui andò temporaneamente perso e dovette essere riacquistato nel 1836 dalla biblioteca cittadina di Berna per un alto prezzo.
Online dal: 08.10.2015
Il codice è parte di un voluminoso manoscritto composito di epoca carolingia le cui parti superstiti si trovano oggi nella Burgerbibliothek di Berna (Cod. 330, 347, 357), nella Bibliothèque Nationale di Parigi (Ms. Lat. 7665) e nella biblioteca universitaria di Leida (Voss. Lat. Q 30). Il Cod. 357 contiene alle cc. 1–32 la penultima parte del volume con vari glossari ed estratti da Sallustio; le cc. 33–41 (la continuazione del Cod. 347) contengono la rimanente parte di Nonio Marcello, il più antico testimone rimasto del Satyricon di Petronio, così come un frammento di una poesia sulle quantità ed i pesi.
Online dal: 25.06.2015
Il Sefer ha-Yashar è uno dei due commenti biblici del grande R. Abraham Ibn Ezra (1089/92-1164/67). Scritta a Lucca (Italia), verso il 1142-45 ca., quest'opera ha ottenuto grande riconoscimento e popolarità durante il Medioevo ed è stata conservata in numerosi manoscritti e libri a stampa. Questa copia italiana del XV secolo è di particolare interesse poiché appartenne, ad un certo punto del XVI secolo, a Theodore de Bèze (1519-1605), il famoso teologo calvinista ginevrino e professore, che poi la donò ad uno dei suoi discepoli e colleghi, Antoine Chevalier (1507-1572), primo professore di lingua ebraica all'Académie de Genève.
Online dal: 13.06.2019
Catalogo della biblioteca dei manoscritti greci di Jean Hurault de Boistaillé (†1572), assemblata tra il 1561 e il 1564 durante il suo soggiorno a Venezia in qualità di ambasciatore del re di Francia. Per la costituzione di questa collezione e per la redazione del catalogo, Jean Hurault si è valso delle competenze di Zacaria Scordylios (seconda metà del sec. XVI), teologo, prete, stampatore ed editore greco installatosi a Venezia. Nonostante questo catalogo sia stato già pubblicato parecchie volte, in certi casi il ricorso all’originale si rivela talvolta ancora necessario.
Online dal: 12.08.2010
Uno dei più antichi e famosi manoscritti contenente il testo tramandatoci di Valerio Massimo, la cui importanza risiede nella rielaborazione autentica di Lupo di Ferrières. Lupo ha scritto di proprio pugno sia gli Exempla che le annotazioni presenti nelle antiche 'carte di guardia' (f. II-III), più volte collazionato il testo principale e aggiunto elementi dalla tradizione parallela di Giulio Paride (adbreviator di Valerio Massimo) e anche il suo testo di accompagnamento (Gaius Titius Probus: De praenominibus; f. 158va-159r). Nel corso della descrizione del codice è stato scoperto sull'ultima carta un testo di tipo epistolare o documentario finora non conosciuto (f. 159v).
Online dal: 23.06.2016
Questo manoscritto, presumibilmente prodotto a Reims, è composto di due parti che contengono unicamente gli scoli a Lucano ma non il testo vero e proprio. La prima parte (fino a 125v) contiene gli scoli, conservati unicamente in questo codice, noti come Commenta Bernensia. Il testo è intervallato da 21 semplici schemi colorati, rappresentazioni geografiche e piani di città e battaglie. Nella seconda parte, purtroppo incompleta, vi è una collezione di glosse non illustrata (Adnotationes) ai libri da 1 a 4, 9 e 10 (inizio). Come si può dedurre dal contenuto, il progetto originale di fondere Commenta e Adnotationes in un unico testo è stato apparentemente abbandonato a metà del primo libro dei Commenta e le Adnotationes sono state copiate separatamente nell'ultimo terzo del manoscritto (a partire da 125v).
Online dal: 29.03.2019
Volume miscellaneo composto di tre parti, forse scritto in Piccardia. Il manoscritto contiene una rara leggenda di s. Giovanni, le profezie di Merlino e il racconto dei sette saggi di Roma, e si suppone sia stato redatto per un uso privato. Appartenne un tempo, come si può dedurre dalle note di possesso, ad Isabel d’Esch, membro di una delle famiglie più importanti di Metz. Il volume giunse nel 1632 a Berna da Jacques Bongars.
Online dal: 08.10.2020
Canzoniere lotaringio (Metz?) del tardo XIII secolo; corredato in maniera continua di righi per la musica lasciati vuoti. Contiene 524 canti di trovieri sia anonimi che attribuiti ad autori. Comprende vari generi, tra questi anche testi religiosi e numerosi altri che costituiscono un unicum.
Online dal: 14.12.2017
Manoscritto copiato probabilmente da Niccolò Leonico Tomeo (1456-1531) – ed in seguito anche da lui stesso annotato - umanista e celebre professore di filosofia aristotelica a Padova, negli ultimi venti anni del sec. XV (da non confondere col suo contemporaneo Niccolò da Lonigo [1428-1524], medico, filosofo e professore a Ferrara). Questo manoscritto ha giocato un ruolo nella storia della cultura in quanto fu il testimone di base dell’edizione aldina del 1497 per i testi di Teofraste e per la maggior parte dei testi di Aristotele che contiene. Inoltre è servito alla traduzione dei Mechanica di Aristotele, pubblicati dal suo proprietario a Venezia nel 1525; nei margini del manoscritto si riconoscono i saggi di Niccolò Tomeo per la preparazione delle figure che illustrano la traduzione.
Online dal: 12.08.2010
Testimonianza testuale della Rhetorica ad Herennium, erroneamente attribuita a Cicerone, scritta nella regione della Loira. Il manoscritto godette di una grande attenzione già nel XIX secolo grazie al fatto di contenere un breve catalogo di una biblioteca dell'XI-XII secolo, che probabilmente si riferisce ai libri dell'abbazia di Saint-Mesmin de Micy. La supposta origine del manoscritto da Fleury, avanzata da molti autori precedenti, è incerta ed è stata più volte respinta in tempi recenti. Il volume è arrivato a Berna nel 1632 dal lascito di Jacques Bongars.
Online dal: 08.10.2020
Uno dei più antichi e importanti manoscritti della storia di Alessandro di Curzio Rufo, probabilmente copiato su iniziativa di Lupo di Ferrières in quell’abbazia. Il fascicolo rilegato all’inizio contiene una raccolta di estratti delle lettere papali pseudoisidoriane (= False decretali), che solo qui è stata tramandata, di maggior ampiezza rispetto alla sotto-collezione correlata dell'Hinkmar di Laon, e che molto probabilmente ha origine dalla comune «invenzione legale» che si pensava fosse andata perduta. Gli ultimi fogli del manoscritto contengono un indice geografico dell'amministrazione tardo romana e annotazioni sulla città di Roma. Il volume entrò in possesso di Pierre Daniel, che lo annotò estesamente; nel 1632 il manoscritto è arrivato a Berna con la collezione di Jacques Bongars.
Online dal: 08.10.2020
Manoscritto costituito da tre unità di produzione. La prima, risalente al secondo terzo del XVI sec., si deve a Giacomo Diassôrinos (†1563), un copista greco di Rodi, allora impiegato alla biblioteca di Fontainebleau. La seconda è stata copiata, probabilmente nel 1552 a Padova, da Enrico Estienne (ca. 1531-1598) allora giovane umanista parigino, di cui si vede la firma, in greco, nella parte inferiore del f. 47r. La terza mantiene ancora il segreto sulle circostanze della sua produzione.
Online dal: 12.08.2010
Manoscritto contenente la cronaca bizantina scritta in neogreco conosciuta sotto il nome di Anonymum Byzantinum chronicon, ancora inedita. Alla fine del XIX sec. Karl Praechter (1858-1933), insegnante ed in seguito professore all’Università di Berna dal 1889 al 1907, utilizzò questo codice per far uscire dall’ombra questa cronaca.
Online dal: 12.08.2010
Il manoscritto composito di origine merovingica, realizzato a Bourges, è composto da sei parti in origine indipendenti, vergate da varie mani, sovente poco esperte, in varie tappe. La maggior parte degli scarsi trenta pezzi contiene scritti a carattere grammaticale, patristico, computistico e medico. Le parti più lunghe sono interrotte da numerosi altri excerpta, che in parte sono redatti anche con note tironiane. Della terza parte, conservatasi solo parzialmente, un quaternione si trova oggi a Parigi (BN lat. 10756). Una particolarità è costituita dal palinsesto nella quinta parte, i cui testi inferiori sono probabilmente stati realizzati in Italia nel VII, rispettivamente nella seconda metà del V secolo.
Online dal: 17.03.2016
Manoscritto costituito da tre unità di produzione. Le prime due sono state copiate a Parigi, probabilmente alla fine del XV sec., dal celebre professore di greco Georges Hermonyme di Sparta (†1511-1516). Contengono delle preghiere e dei pezzi liturgici, segnatamente dell’abbazia di Saint-Denis in Francia, tra le quali una traduzione in greco, apparentemente inedita, del formulario della messa dei santi Dionigi, Rustico ed Eleuterio. L’ultima unità, avventizia, è opera di una mano vicina a quella di Hermonyme, forse di un allievo.
Online dal: 04.11.2010
L’opera, un «piccolo libro di medicina per i poveri» in caratteri arabi ed ebraici, è stato probabilmente scritto nella regione di Venezia/Mar Adriatico settentrionale; è stato completato il 19 maggio 1413, come da relativa annotazione. Il manoscritto faceva probabilmente parte di una biblioteca ebraica che non può più essere localizzata, e fu trasferito presso la biblioteca di Berna alla fine del XVIII/inizio del XIX secolo, dove è stato analizzato dal professore di teologia bernese Gottlieb Studer (1801-1889).
Online dal: 18.06.2020
Frammento del sec. X/XI di origine sconosciuta, contenente parti della continuazione di Mainz (fino all'anno 887) dei cosiddetti Annales Fuldenses con registrazioni riguardanti gli anni 871, 872 e 876. Sulla base della lezione del testo, il pezzo appartiene ad un gruppo di manoscritti che contengono anche la cosiddetta continuazione bavarese degli Annali per gli anni dall'882 al 901.
Online dal: 23.09.2014
Resti di un manoscritto del Summarium Heinrici e di un annesso glossario di piante con glosse interlineari in tedesco. Staccato prima del 1875 da Hermann Hagen da tre rilegature della Stadtbibliothek di Berna. Altre parti si trovano nella Zentralbibliothek di Zurigo e nella Universitäts- und Landesbibliothek di Bonn.
Online dal: 14.06.2018
Foglio proveniente da un manoscritto della Collectanea rerum memorabilium di Gaio Giulio Solino che contiene la parte contenente la Descriptio Indiae. Staccato prima del 1875 da Hermann Hagen da un volume della Stadbibliothek di Berna.
Online dal: 14.06.2018