Il manoscritto chiamato «Evangelia ad Missas» contiene le letture del Vangelo della Messa lungo tutto l'anno secondo la liturgia cistercense. Fu scritto nella seconda metà del XII secolo ed è quindi più antico del monastero cistercense di Wettingen, fondato nel 1227. Non si sa in quale monastero sia stato scritto, e decorato con iniziali con tralci di vari colori.
Online dal: 10.12.2020
Il collettario cistercense risale al terzo quarto del XIII secolo. Contiene preghiere liturgiche per tutto l'anno. Il luogo di origine del manoscritto è sconosciuto; diverse note storiche indicano che è stato usato molto presto a Wettingen. Il calendario contiene le giornate commemorative per i fondatori del monastero, e le brevi Notae dedicationum Wettingenses riferiscono della fondazione e dell'arredamento del monastero.
Online dal: 10.12.2020
Il manoscritto cartaceo, trasferito dalla certosa di Basilea alla Biblioteca Universitaria nel 1590, contiene (a partire da c. 15r) un ciclo annuale completo di sermoni, ognuno dei quali offre dapprima un'interpretazione dettagliata e quasi letterale del passo biblico in questione (la pericope), seguita da una seconda parte ‘spirituale' con una lettura mistica contemplativa, spiccatamente neoplatonica. Il testo latino, più adatto ad un autoapprendimento di livello avanzato, contiene anche occasionali inserzioni in tedesco, come le traduzioni di alcuni termini, probabilmente per un ulteriore utilizzo nella predicazione al popolo.
Online dal: 26.09.2024
Questo imponente volume, scritto a due mani, è composto da diversi testi con una medesima, anche se non del tutto uniforme, impostazione, con iniziali filigranate nel cosiddetto stile dell'Alto Reno, simile ai due volumi di Niccolò di Lira B IV 3 e B V 5, anch'essi provenienti dal convento dei domenicani di Basilea, ma non dalla stessa bottega. Il primo proprietario fu probabilmente Johannes von Effringen, priore del convento nel 1347. Il primo dei due copisti, Gerhardus, ha trascritto diverse opere del padre della Chiesa Agostino: il commento sui salmi, le Confessioni in 13 libri, ma anche altri scritti minori, alcuni dei quali non possono più essergli attribuiti con certezza. Questi testi furono rivisti da un correttore che ha annotato in una corsiva di modulo minore nel margine i miglioramenti, in modo che in un ulteriore passaggio il copista li mettesse in bella copia e in seguito li cancellasse, cosa che non avvenne dovunque. Il testo trascritto dal secondo scriba anonimo è quasi privo di errori e vergato in forme più belle. Si tratta del commento a Geremia di Gerolamo, il santo traduttore della Bibbia.
Online dal: 26.09.2024
Poco si sa di Albino di Chiaravalle, detto anche Albuinus de Gorze o Albuinus Eremita, se non che intorno all'anno 1000 redasse una raccolta di scritti a carattere morale-teologico dedicati a un canonico parigino di nome Arnoldus e all'arcivescovo Eriberto di Colonia (999-1021). Questa copia risale all'XI o XII secolo ed è rilegata in morbida pelle, che in origine era probabilmente abbastanza lunga da coprire completamente il libro, ma così stretta che il blocco del libro sporge sopra e sotto. Nel XV sec. appartenne alla certosa di Magonza, ed è giunto alla biblioteca universitaria con la collezione Remigius Faesch.
Online dal: 18.06.2020
Il manoscritto raccoglie circa 700 documenti relativi all'amministrazione del Capitolo e della chiesa cattedrale di Losanna, emessi tra l'814 e il 1242. La compilazione del Cartulario si protrae per circa quarant'anni, dal 1202 al 1242; dopo questa data, altri cinque atti datati dal 1250 al 1294 sono stati aggiunti alla raccolta. La struttura materiale del manoscritto è molto complessa a causa delle numerose aggiunte al nucleo originario che corrisponde al Livre censier du Chapitre cathédral de Lausanne, la cui composizione risale al 1202 circa. Il manoscritto contiene testi di varia natura: un registro di beni del Capitolo, un cartulario topografico, un registro cronologico, due cronache, un registro delle chiese della diocesi, la cronaca dei vescovi di Losanna, il necrologio della cattedrale. L'autore di questa preziosa raccolta è Conon d'Estavayer (ante 1200-1243/1244), divenuto decano del Capitolo cattedrale nel 1202, che dal 1216 al 1242 sovrintende direttamente la redazione del manoscritto e l'ordinamento dei documenti.
Online dal: 13.12.2013
Il CB 59 riunisce con una rilegatura contemporanea tre manoscritti copiati indipendentemente. Caratterizzati tutti e tre dall'uso del dialetto alemannico, e realizzati alla fine del sec. XV, offorno una scelta di sermoni scritti da Maestro Eckhart o nell'ambiente del maestro di mistica renano. La prima parte potrebbe essere stata realizzata in un atelier di Costanza o di Ravensburg ed è appartenuta alla certosa di Buxheim. Si fanno notare i fili cuciti nei fogli di carta che fungono da segnalibro.
Online dal: 21.12.2009
Questa raccolta di testi agiografici è stata copiata da varie mani nel secondo terzo del XIII secolo, probabilmente a Hauterive. La presenza di alcuni testi fa pensare in effetti ad un'origine cistercense (Vie di S. Roberto di Molesme, l'autore Geoffroy de Hautecombe) e regionale conforme a quanto si conosce di Hauterive in epoca medievale (Vita di S. Teodoro vescovo di Sion, Vita e Miracula di S. Nicolao di Mira, Vita di S. Elisabetta di Turingia, Passio di S. Maurizio e dei suoi compagni, di Eucherio di Lione. Alla fine del libro si trova un insieme di testi che si riferiscono alla confessione. L'ultimo di questi ci fornisce una testimonianza su di un'attività dei monaci ancora poco conosciuta: l'inquadramento pastorale delle monache cistercensi. Il manoscritto presenta tuttora la sua rilegatura originale, in parte mutilata, ma ancora perfettamente riconoscibile: una legatura con dei larghi risvolti che ricoprono i tagli del libro.
Online dal: 09.04.2014
Questo manoscritto presenta per la maggior parte dei testi agiografici ed è stato copiato da varie mani all'inizio del sec. XIII. Si può ragionevolmente proporre una sua origine ad Hauterive. E' soprattutto il testo all'inizio della raccolta che rivestiva una grande importanza agli occhi dei monaci, una Vita di S. Bernardo di Chiaravalle (la Vita prima), che occupa più della metà del manoscritto. Occorre inoltre segnalare la presenza di un testo alquanto sorprendente nel contesto monastico: il Liber locorum sanctorum terrae Jerusalem all'epoca del regno latino di Gerusalemme di Fretellus di Nazareth († dopo il 1154). Un'altra particolarità del manoscritto è la sua legatura, con dei risvolti, sulla quale si distinguono le tracce di borchie a forma di stella.
Online dal: 09.04.2014
Il colophon collocato alla fine stabilisce in maniera certa che questo manoscritto è stato copiato presso l'abbazia cistercense di Hauterive nel corso del sec. XIII. Il suo autore, o committente, ha senza dubbio voluto « raccogliere le opere di due autori cistercensi che hanno esercitato delle funzioni importanti nella regione: Enrico, abate del vicino monastero di Hautcrêt, e Amedeo, vescovo della diocesi di Losanna » (da Ciardo). Pentaconthamonadius, il titolo erudito scelto da Enrico, la cui biografia rimane ancora discussa, designa qui una raccolta di sermoni composta da 17 gruppi di tre sermoni, destinati alla liturgia dei monaci bianchi. Amedeo di Clermont, monaco cistercense divenuto vescovo di Losanna (1145-1159), è l'autore di otto omelie dedicate alla gloria della Madre di Dio, che hanno conosciuto un successo duraturo essendo state utilizzate come testi liturgici nel breviario della diocesi di Losanna.
Online dal: 31.03.2011
Questo manoscritto composito in dodici parti, realizzato tra la fine del XIII secolo e l'inizio del XV secolo, era di proprietà di Jean Joly (guardiano del convento francescano di Friburgo negli anni 1467-1469, 1472-1478, 1481-1510). La prima parte del manoscritto, una bolla di papa Benedetto XII, è datata 20 giugno 1337. Il volume contiene essenzialmente bolle e costituzioni papali, nonché statuti dell'Ordine francescano e regolamenti delle singole province dell'Ordine. Copertina in legno ricoperta di pelle marrone scuro, in origine catenato.
Online dal: 20.12.2023
Questo manoscritto è stato depositato alla Biblioteca di Ginevra nel 2007 dai padri della Congregazione di San Francesco di Sales (Ginevra, Institut Florimont). Si tratta di un manoscritto composito che riunisce due testi un tempo separati: le Institutiones Grammaticae di Prisciano, trascritte in Italia nell'XI o XII secolo, e il Commento all'Apocalisse di Beato di Liébana. Quest'ultimo, illustrato da 65 miniature, fu trascritto nel XI secolo, verosimilmente nel sud Italia, a giudicare dalla scrittura beneventana e dalla minuscola carolina utilizzate dagli scribi. Sconosciuto agli specialisti, questo Beato scoperto a Ginevra si aggiunge ai 26 esemplari illuminati già recensiti.
Online dal: 03.11.2009
Il manoscritto è un cartulario redatto in favore del priorato cluniacense di Romainmôtier (canton Vaud) e probabilmente copiato nel monastero. Si compone di due parti distinte cronologicamente e riunite ad una data sconosciuta. La prima parte risale al XII sec. e si compone di 77 documenti, preceduti da una prefazione che narra i principali avvenimenti della storia antica dell'istituzione. La seconda parte è stata copiata alla fine del XIII sec. e contiene 80 documenti, la maggior parte dei quali risalgono agli anni 1270-1286.
Online dal: 29.03.2019
Offerto alla biblioteca dell'Académie di Losanna nel 1779, questo libro d'ore è un rappresentante tipico di queste opere di devozione della fine del medioevo. Il calendario è all'uso di Parigi: un santo per ogni giorno, senza che nessuno di essi sia messo in evidenza. La versione al maschile dell'Obsecro te può sia essere il segno di un libro d'ore prodotto per il mercato librario sia designare il destinatario effettivo del manoscritto. Concludono l'opera alcune preghiere in francese come le XV joies de Notre Dame, Les sept requêtes à Notre Seigneur e una preghiera alla Santa Croce. Tutte le miniature, probabilmente a piena pagina, che segnavano l'inizio dei rispettivi uffici sono scomparse. Le uniche tracce di decorazione dipinta sono costituite dai margini e dalle iniziali ornate che si trovano nelle suddivisioni secondarie di questi stessi uffici.
Online dal: 08.10.2020
In accordo con la liturgia e la presenza di un ufficio dedicato al santo, il breviario proviene dalla chiesa collegiata di S. Lebuino a Deventer (Paesi Bassi). Ha appartenuto a Swibert de Keyserswerth (morto dopo il 1551), nonno paterno dell'organista e compositore olandese Jan Pieterszoon Sweelinck (1562-1621).
Online dal: 09.04.2014
Graduale annotato della metà del XII secolo, in uso presso l'abbazia dei canonici regolari dell'Ordine Premonstratense di Bellelay.
Online dal: 26.04.2007
Jean Germain Fidèle Bajol è l'autore e il copista di questa storia dei vescovi di Basilea in latino. Ha dedicato il suo testo al vescovo François Xavier de Neveu (pp. 7-11), il cui stemma è riprodotto appena prima della dedica (p. 6). Il testo contiene otto biografie successive: Jean Conrad de Roggenbach (pp. 13-14); Guillaume Rinck de Baldenstein (pp. 15-16); Jean Conrad de Reinach-Hirtzbach (pp. 17-23); Jacques Sigismond de Reinach-Steinbrunn (pp. 24-27); Joseph Guillaume Rinck de Baldenstein (pp. 28-33); Simon Nicolas de Montjoye d'Hirsingue (pp. 34-39); Frédéric Louis François de Wangen-Geroldseck (pp. 40-45); François Joseph Sigismond de Roggenbach (pp. 46-55); François Xavier de Neveu (pp. 56-61). L'accurata copia è strutturata in modo chiaro: un'intestazione riporta il nome del vescovo, in seguito il testo si sviluppa a piena pagina all'interno di una cornice disegnata a matita, con indicazioni di date a margine. L'ultima data è il 1803 (p. 60), che fornisce un terminus post quem per il completamento di questo volume.
Online dal: 31.05.2024
Sebbene sul frontespizio di questo manoscritto cartaceo si legga «Éphémérides de la ville de Porrentruy, commencées en janvier 1855, Vautrey prêtre» (p. V3), questo titolo si riferisce solo alle prime otto pagine di questo corposo volume (pp. 1-8). La parte più consistente contiene le « Notes sur l'ancien Évêché de Bâle » (pp. 9-473), seguite da estratti degli «Annales du monastère d'Augiae divitis» (Reichenau) riprese da un manoscritto in latino appartenente ai benedettini di Delle (pp. 476-502). L'autore di questo volume, Louis Vautrey (1829 Porrentruy - 1886 Delémont), oltre alle sue varie funzioni ecclesiastiche, svolse un importante lavoro di storico, come testimonia, ad esempio, la pubblicazione della Histoire des évêques de Bâle in due volumi (1884-1886), che si basa, almeno in parte, su questo manoscritto.
Online dal: 14.12.2022
Il codice contiene il vangelo di Luca con la Glossa ordinaria. Il manoscritto, che presenta una legatura romanica, fu probabilmente scritto verso la fine del XII secolo, forse anche all'inizio del XIII secolo. Non è chiaro se sia stato prodotto a S. Gallo. La decorazione consiste in due iniziali a strisce divise: a p. 1 una Q tracciata con inchiostro rosso, con fondo verde e blu, la cui coda è costituita da un drago, a p. 2 una F il cui corpo a inchiostro rosso è riempito con oro, con tralci verdi su fondo blu.
Online dal: 10.12.2020
Manoscritto biblico risalente agli anni in cui Hartmut era vice-abate (ca. 850-872) e abate (872-883). Contiene trascrizioni di libri del Vecchio Testamento (Proverbi, Ecclesiaste, Cantico dei cantici, Sapienza, Siracide, Giobbe, Tobia). Volume della cosiddetta "Grosse Hartmut-Bibel" (La grande Bibbia di Hartmut).
Online dal: 12.06.2006
Manoscritto composito costituito da due parti distinte: 1) copia eseguita a S. Gallo nel sec. IX del commento di Gerolamo ai libri veterotestamentari Kohelet e del commento del vescovo Giusto da Seu de Urgel (Urgelitanus) al Cantico dei Cantici, 2) manoscritto composito di contenuto prevalentemente patristico, con compendi dalle opere di Gerolamo, Benedetto, Eucherio e Agostino. Il manoscritto, che conserva ancora la legatura originale carolingia, viene chiamato anche Codice di Egino e dovrebbe essere stato realizzato da un gruppo di copisti veronesi intorno all'800 nel monastero della Reichenau, dove si erano ritirati con Egino loro vescovo (796-799) dopo che questi aveva rinunciato alla sua carica.
Online dal: 21.12.2009
Copia delle esegesi del Padre della Chiesa Gerolamo († 420) dei libri veterotestamentari dei profeti Gioele e Michea. Il codice venne copiato nel sec. IX nel monastero di S. Gallo e si presenta ancora nella originale rilegatura di epoca carolingia.
Online dal: 04.10.2011
Trascrizione della lettera di Gerolamo a Ctesifonte (Lettera 133) e del Dialogus adversus Pelagianos dello stesso autore, del De vita christiana attribuita a Pelagio, così come dell'opera erroneamente ascritta ad Agostino Altercatio Ecclesiae et Synagogae; copiata nel monastero di S. Gallo nella seconda metà del sec. IX probabilmente sotto l'abbaziato di Grimaldo (841-872). Si conserva nella legatura originale di epoca carolingia; contiene correzioni della mano del monaco di S. Gallo Notkero Balbulo († 912).
Online dal: 04.11.2010
Interpretazione del Padre della Chiesa Agostino della lettera di Giovanni. Questa copia venne scritta a S. Gallo all'incirca nel primo terzo del sec. IX e conserva ancora la legatura originale. Contiene inoltre alle pp. 1-4 e 239-241 delle letture per la liturgia.
Online dal: 20.12.2012
Commento di Ruperto di Deutz (Rupertus Tuitiensis, intorno al 1070-1129) alla liturgia della messa e dell'anno liturgico. Copia scritta da un solo copista in una scrittura curata del XII secolo; la legatura risale al sec. XV e presenta un segnalibro di corda attaccato al capitello superiore. A p. 226 e nella copertina il testo viene falsamente attribuito a Beda il Venerabile.
Online dal: 23.06.2014
Il manoscritto è costituito da due codici rilegati assieme (prima parte: pp. 1-198; seconda parte: pp. 199-210), scritti da varie mani. Almeno la prima parte, più antica, è probabilmente stata scritta a S. Gallo. Vi sono contenuti diversi glossari (sia latino-latino che latino-alto tedesco antico) della Bibbia, dei testi agiografici (Abdias, Historica Apostolica; Sulpicio Severo, Vita S. Martini), opere grammaticali (Prisciano, Institutio de arte grammatica; Donato, Ars grammatica) ed opere di autori cristiani (Prudenzio, Sedulio, Sedulio Scoto De greca), e inoltre glossari di piante medicinali, uno scritto di medicina ed un trattato astronomico incompleto.
Online dal: 20.12.2012
Contiene una versione dell'Ambrosiastro (commento dello pseudo-Ambrogio alle Lettere dell'apostolo Paolo) scritta nella seconda metà del sec. IX nell'abbazia di S. Gallo.
Online dal: 21.12.2009
Il Martirologio di Rabano Mauro, verosimilmente scritto a Magonza o a Fulda poco dopo l'anno 843. Con ogni probabilità tale codice è l'esemplare che Rabano presentò all'abate di San Gallo Grimaldo (841-872). Manca tuttavia, in apertura, il nome del dedicatario.
Online dal: 09.12.2008
Manoscritto realizzato nel monastero di San Gallo tra la fine del IX secolo e gli inizi del X. Contiene una collezione computistico-scientifica corredata di numerose tavole, schemi e testi sulla misurazione del tempo. Il volume include anche un calendario sangallese e gli Annales Sangallenses brevissimi (una breve storia di San Gallo). Contiene anche due mappae mundi alto-medievali (terrae orbis o mappamondi ‘T-O'), che precedono il De temporum ratione di Beda il Venerabile.
Online dal: 09.12.2008
Il breviario è stato scritto in bastarda da una sola mano, probabilmente da un conventuale del monastero di S. Gallo. Oltre alle parti consuete di un breviario completo (calendario, Psalterium feriatum, Proprium de tempore [incompleto], Proprium de sanctis e Commune sanctorum), contiene anche preghiere per Maria, la liturgia per compieta e la veglia per i defunti, un cursus B. M. V., suffragi e altre preghiere.
Online dal: 25.04.2023
Prima parte dell'opera Sermoni e testimonianze dei padri (Collationes patrum I-X), di Giovanni Cassiano († c. 435). Copia realizzata a San Gallo nella prima metà del IX secolo.
Online dal: 09.12.2008
Il manoscritto in lingua tedesca riunisce una serie di racconti e preghiere fortemente improntate al misticismo. I primi due terzi (pp. 1-259) sono costituiti da tre traduzioni di testi di Elisabeth von Schönau, tutti riguardanti la leggenda di sant'Orsola e delle undicimila vergini. Segue la leggenda di s. Cordula (pp. 260-264). I rimanenti testi, ad eccezione di un estratto da Mechthild von Hackeborn (pp. 295-302), sono preghiere, per lo più rivolte a Maria e spesso accompagnate da ampie istruzioni. Il volume è interamente rubricato e presenta due iniziali con semplici filigrane (p. 1, 162); la rubrica di p. 1 è inoltre vergata in scrittura distintiva. All'interno del libro si trova un segnalibro formato da quattro cordoncini sottili annodati in alto. La legatura risale ancora al XV secolo ed è decorata con filetti e ferri. Il manoscritto fu acquistato nel 1794 da Ildefons von Arx dal fondo del secolarizzato monastero delle clarisse di s. Dorotea a Friburgo i. Br. (note di possesso p. 1 e p. 320; nota di acquisto p. 1).
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto pergamenaceo contiene alle pp. 3-87 la Poetria nova di Galfredus de Vino Salvo. Si tratta di una guida in oltre 2.000 esametri per la redazione di poesie. Gli esametri appaiono in 25 righe di versi al centro della pagina e sono accompagnati da commenti e glosse contemporanei. La scrittura, una textualis semplificata, rimanda alla seconda metà del XIII secolo o alla prima metà del XIV secolo (contrariamente a Scherrer). Sulle pp. 9 e 88 figura il timbro dell'abate Diethelm Blarer del 1553-1564, a p. 1 l'antica segnatura S. n. 312 con una nota sul contenuto di Pius Kolb e a p. 2 una annotazione di Franz Josef Mone del 1819. La rilegatura in mezza pelle lascia visibile la legatura romanica.
Online dal: 20.12.2023
Il volume contiene quale unico testo un'interpretazione del Cantico dei cantici in tedesco, di cui si conoscono ad oggi 25 manoscritti. La struttura dell'ampio testo, che probabilmente non ha un modello latino, è via via meno sistematica. Pur basandosi su passi del Cantico dei cantici, non offre un vero e proprio commento ma è diviso in tre libri: una dottrina della fede (Libro 1, pp. 8-241), una dottrina monastica sulla virtù (Libro 2, pp. 241-431) e riflessioni sui peccati, sul pentimento, ecc. (Libro 3, pp. 443-512). Il testo è preceduto da un dettagliato indice (pp. 5-7). Un colophon alla fine del secondo libro (p. 431) menziona l'anno 1497 come data di completamento di questa parte. L'intero manoscritto è scritto e rubricato da una sola mano. Secondo una annotazione a p. 1, proviene da un convento di Friburgo (Liber S. Galli Emptus 1699 Friburgi), Scarpatetti ipotizza Adelhausen (domenicane). Su un foglietto inserito figura una annotazione sulla professione di fede delle suore Margret Boshartin, Kattrin Ferberin e Anna Branwartin di Costanza nel 1511 e 1514; sul verso un frammento di lettera (?). La legatura in mezza pelle, con decorazioni a filetti, ferri e fermagli, è contemporanea. Un segnalibro intrecciato e bicolore è attaccato al capitello.
Online dal: 22.09.2022
Questo manoscritto del 1467, che appartenne al monastero delle clarisse di Freiburg in Brisgovia prima di venire acquisito dal monastero di S. Gallo nel 1699, contiene oltre a pochi testi in latino, numerosi trattati spirituali edificanti in traduzione tedesca, tra i quali una Ars moriendi, il Cordiale de quattuor novissimis di Gerard van Vliederhoven, le cosiddette Lettere di Gerolamo tradotte da Giovanni di Neumarkt (ca. 1315-1356), lo „Spiegelbuch“ – un testo in forma di dialogo in rima sulla corretta condotta di vita, tentativi di vita secolare e di punizioni dell'aldilà con venti disegni a penna colorati – e Le gesta dei tre beatissimi re nella versione di Giovanni di Hildesheim (1310/1320-1375). Nel manoscritto si trovano alcuni altri disegni a penna: un unicorno (p. 87), due figuri di apostoli (p. 107; Paolo e Giovanni?), un uomo ed una donna in vestiti secolari, un cervo ed un cinghiale (p. 513). Nelle carte di guardia anteriori e posteriori si riconoscono tracce di minuscola carolingia (carta posteriore: Rabano Mauro, De computo).
Online dal: 04.10.2011
Il manoscritto in-folio contiene come unico testo la Gemahelschaft Christi mit der gläubigen Seele (versione Es spricht ain haidischer maister es sy besser und nützer), un voluminoso e inedito libro di edificazione per monaci. L'autore anonimo potrebbe essere un eremita agostiniano e l'opera fu letta soprattutto nelle comunità spirituali femminili. Anche il presente manoscritto proviene da una comunità di questo tipo; dal confronto della scrittura risulta essere stato scritto e datato da Angela Varnbühler, cronista e per molti anni priora del convento di S. Caterina a San Gallo (colophon a pp. 842/843). Nell'imminenza della Riforma, la bibliotecaria Regula Keller inviò il manoscritto, insieme a un altro ora perduto, alla casa delle suore di Appenzello, come riportato nella lettera che ne accompagna la spedizione incollata a p. 2. Da lì il codice passò al convento di Wonnenstein e nel 1782 alla biblioteca dell'abbazia (nota di possesso di P. Pius Kolb a p. 4). Due annotazioni del 1584 ricordano che un certo Hans Bart ha das Buoch gelernet (p. 1 e p. 845). Il manoscritto è scritto su due colonne ed è interamente rubricato. Vi si trovano inseriti un segnalibro e un foglio singolo dalla cinquecentina di un breviario stampato da Erhard Ratdolt di Augusta. Tra p. 839 e p. 840 sono state rimosse alcune pagine (con perdita di testo). La legatura, in pelle senza decorazione con due fermagli (uno perduto) è coeva. Sulle assi in legno sono visibili le impronte di due atti in lingua tedesca.
Online dal: 22.09.2022