Quarto tomo di una bibbia latina composta in origine di quattro volumi, confezionata negli anni 1435-1445 a Basilea. Illustrata da un artista anonimo, fu trascritta da Heinrich von Vullenhoe, uno dei più importanti calligrafi della certosa di Basilea. L'ordine dei libri liturgici segue le prescrizioni della liturgia. Al gruppo appartengono anche i codici B I 1 e B I 3.
Online dal: 20.12.2016
Messale per la diocesi di Basilea, realizzato intorno al 1460. Il volume, riccamente illustrato, era parte di una donazione della vedova Margaretha Brand († 1474) alla certosa di Basilea. Fu utilizzato presso l'altare della santa Vergine nel piccolo chiostro della certosa. Dal punto di vista storico artistico il manoscritto può essere attribuito al cosiddetto «Vullenhoe-Gruppe».
Online dal: 26.09.2017
Secondo di una edizione in due volumi dei Moralia in Iob di Gregorio. Il volume della fine del XII secolo, decorato con ricche iniziali, fu acquisito durante il concilio di Basilea e completato dal copista Heinriche von Vullenhoe nella certosa. L'origine del volume non è chiara. Una nota di possesso erasa di un monastero di S. Maria in Insula potrebbe indicare il monastero premonstratense di Marienwerd in Goldern o il monastero cistercense Notre Dame de l'Ile-de-Ré presso La Rochelle. Il primo volume (B I 12) ha probabilmente la stessa origine.
Online dal: 26.09.2017
La vecchia etichetta con la segnatura in rosso, e le tracce della presenza di una catena mostrano che il volume si trovava forse insieme ai manoscritti del capitolo cattedrale di Basilea. Anche la trascrizione della seconda parte datata rientra nel mandato del vescovo bibliofilo Johannes von Venningen (anni 1458-1478). Il volume contiene le sentenze di Taio (morto 682) e le prediche sui vangeli di Gregorio Magno ed è decorato con piccole figure grottesche, manine e lettere con aste allungate.
Online dal: 14.06.2018
Il vescovo Paolo di Burgos, convertitosi al cattolicesimo dall'ebraismo alla fine del XIV secolo, compilò le Additiones alla Postilla di Nicolaus di Lyra e lo Scrutinium scripturarum quale conferma che il Credo a Cristo corrisponde ad una comprensione letterale del Vecchio Testamento. Il manoscritto fu realizzato nel 1436/37 e proviene dal convento domenicano di Basilea.
Online dal: 20.12.2016
Il manoscritto, terminato nel 1479 da Johannes Gipsmüller, contiene le Consuetudines Ordinis Cartusiensis raccolte ed approvate da papa Innocenzo, gli «usi» dei monaci certosini, così come le decisione e le prescrizioni degli Statuta antiqua e degli Statuta nova approvate in seguito dal capitolo generale. All'inizio del volume è rilegata una raffigurazione del martirio di s. Barbara.
Online dal: 26.09.2017
Il volume in pergamena della certosa di Basilea, di piccolo formato, è composto da tre fascicoli originariamente separati. Il primo è decorato da tre iniziali (1r, 53r, 58r) e contiene lo Stimulus dilectionis di Eckbert di Schönau, preghiere, i salmi penitenziali e una litania di santi. Segue il frammento di un libro di preghiere del quale mancano sia l'inizio che la fine. La terza parte contiene una compilazione dal Soliloquium di Bonaventura e il De vanitate mundi di Ugo di S. Vittore. Salta agli occhi il grande insudiciamento delle cc. 24-53 (Agenda defunctorum e salmi penitenziali), ciò che fa pensare ad un intenso uso di questa parte del codice.
Online dal: 04.10.2018
Il manoscritto composito proviene dalla biblioteca della certosa di Basilea e contiene nella prima parte le Orationes et meditationes de vita Christi del mistico Tommaso da Kempis (1379-1471), un importante rappresentante della Devotio moderna. Sia la scrittura che la decorazione del fascicolo rimandano alla scuola neerlandese. A una parte centrale stampata fa seguito una raccolta di suppliche e preghiere in latino.
Online dal: 14.12.2017
Il volumetto in pergamena contiene i sette salmi penitenziali e altri tre salmi in ebraico. Di proprietà della famiglia Amerbach, potrebbe essere passato in seguito nelle mani di Johann Buxtorf (il Vecchio?). Il manoscritto è modesto e contiene iniziali decorative e disegni a penna negli spazi appositi, il testo è vocalizzato.
Online dal: 12.12.2019
Il manoscritto di piccolo formato, in latino, proveniente dalla certosa di Basilea, si concentra sulla Passione di Cristo. L'immagine devozionale all'interno della coperta anteriore riprende questo tema, così come i testi, che sono opera per esempio di Ludolf von Sachsen, Bonaventura e Eckbert von Schönau. Il primo testo contenuto nel manoscritto, un lungo testo devozionale De vita et passione Iesu Christi, è stato probabilmente scritto da Heinrich Arnoldi, certosino di Basilea.
Online dal: 14.12.2017
Questo manoscritto in pergamena di piccolo formato proviene dalla certosa di Basilea, dove fu completato dal copista Johannes Gipsmüller nel 1478. I numerosi testi devozionali dedicati a varie sante sono tramandati in gran parte in forma anonima, e alcuni – come quelli su Margareta, la patrona della certosa di Basilea – possono essere probabilmente attribuiti a Heinrich Arnoldi. Il codice è decorato con illustrazioni a piena pagina dei santi trattati nel testo, oltre a numerose iniziali, queste ultime in stili molto diversi.
Online dal: 10.12.2020
Il manoscritto, di piccolo formato e modestamente decorato, proviene dalla certosa di Basilea, probabilmente dalla biblioteca dei conversi. È stato scritto da varie mani del XV sec. secolo e contiene i salmi penitenziali, meditazioni, testi liturgici, un trattato spirituale, preghiere e poesie mariane; dalle tracce d'uso che presenta sembra essere stato utilizzato intensamente.
Online dal: 14.06.2018
Il volume miscellaneo, originariamente composto da dieci fascicoli, è stato scritto almeno in parte nella certosa di Basilea. Uno dei copisti è frate Hans Lesser di San Gallo. Il manoscritto, di formato ridotto, faceva parte della biblioteca dei fratelli conversi della certosa di Basilea e tramanda diverse preghiere e testi devozionali in lingua tedesca, alcuni dei quali si riferiscono esplicitamente ai fratelli conversi della certosa.
Online dal: 12.12.2019
Il manoscritto della certosa di Basilea, di formato minore, contiene preghiere ai e sui santi e martiri Margherita d'Antiochia, Barbara di Nicomedia e Caterina d'Alessandria. Le Meditationes sono state redatte dal certosino Henricus Arnoldi di Basilea; il manoscritto in piccolo formato è stato vergato dal confratello Johannes Gipsmüller.
Online dal: 14.06.2018
Questo manoscritto, proveniente dalla certosa di Basilea, contiene nella prima parte lo scritto aristotelico De anima nella traduzione di Guglielmo di Moerbeke, copiato dall'erudito Johannes Heynlin nel 1459 a Parigi. Il testo principale, decorato da artistiche iniziali dorate con filigrana, è contornato da fitte glosse di commento marginali e interlineari, scritte in una semigotica serrata. La atipica mancanza di decorazione nell'opera De animalibus di Aristotele, stampata a Venezia nel 1476 e che pure appartenne alla biblioteca di Heynlin, non permette di chiarire se questo manoscritto vi fosse rilegato a costituirne la seconda parte.
Online dal: 25.06.2015
Manoscritto canonistico contenente la Lectura super librum sextum Decretalium di Domenico da S. Geminiano. Il volume fu vergato nel 1439 da Johannes Berwenstein per Peter Zum Luft, docente presso l'Università del concilio, che più tardi legò la sua vasta raccolta libraria al nipote Arnold Zum Luft.
Online dal: 26.09.2017
Questo manoscritto del secondo quarto del XV secolo contiene la Lectura super Clementinas di Giovanni da Imola e proviene dalla vasta biblioteca del giurista di Basilea Arnold Zum Luft (1453-1517). Il volume, in origine catenatus, contiene delle iniziali della stessa mano che operò anche nel manoscritto C I 21.
Online dal: 26.09.2017
Durante gli anni dal 1470 al 1475 Jakob Lauber, più tardi a capo della certosa di Basilea e della sua ricca biblioteca, seguì le lezioni del famoso specialista di decretali Peter Andlau presso l'Università di Basilea da poco fondata, come testimoniano gli appunti risalenti agli anni 1471 alle Conclusiones Clementinarum e al Liber sextus di Bonifacio VIII.
Online dal: 19.03.2015
Non senza per questo entrare in concorrenza con l'autorità giudiziaria curiale, il concilio di Basilea (1431-1449) rivendicò una competenza giudiziaria conciliare sul modello del Tribunale della Rota romana. I processi di negoziazione vennero protocollati da notai del Tribunale della Rota, così come in questo manoscritto, redatto da Johannes Wydenroyd nel periodo dal 15 marzo 1435 al 13 giugno 1439. Si tratta del secondo di tre volumi ancora rimasti di manuali della Rota del concilio di Basilea.
Online dal: 25.06.2015
Questo elegante libro d'ore in formato tascabile fu miniato a Tours intorno al 1480 dal Maître des camaïeux d'or Le Bigot, attivo nell'entourage del pittore Jean Bourdichon. Alle sedici minuscole iniziali istoriate in camaieu d'oro che contiene con il ciclo usuale, ne fa seguito uno originale dedicato ai sette giorni della Creazione. L'artista dimostra un'eccezionale padronanza tecnica conferendo al corpo delle iniziali un carattere evanescente e particolarmente attraente. La raffinata disposizione delle lettere che le circondano ha quale fine di invitare il suo committente anonimo ad apprezzare nel dettaglio la meticolosa combinazione di oro e colori.
Online dal: 14.12.2018
Questo prezioso libro d'ore fu prodotto a Firenze nell'ottavo decennio del XV secolo; la ricca ed elegante decorazione miniata si deve alla bottega di uno dei più famosi artisti fiorentini dell'epoca, Francesco d'Antonio del Chierico, che eseguì sia le pagine incipit dei diversi Uffici sia le iniziali miniate all'interno del testo. Di grande eleganza anche la sua decorazione filigranata. Uno stemma, purtoppo in parte abraso, ci informa che il manoscritto fu eseguito per il matrimonio di un membro della nota famiglia Serristori. Nel 1970 il manoscritto fu acquistato da un collezionista privato che lo depositò alla Bibliothèque de Genève nel suo fondo di Comites Latentes.
Online dal: 23.06.2014
Questo libro d'ore riccamente illustrato fu miniato a Tours intorno al 1500, per un committente di origine tolosana. La città di Tours e la Valle della Loira erano diventate nel sec. XV il luogo di residenza della corte dei re di Francia, e questo manoscritto è legato a questo passato di grande prestigio. In effetti due delle miniature di questo libro d'ore sono associate al nome di Jean Bourdichon (intorno al 1457-1521), pittore di corte. Le altre 35 miniature si devono alla mano di tre miniaturisti dell'atelier di Jean Poyer († prima del 1504), anch'esso con sede a Tours.
Online dal: 04.07.2012
La maggior parte del manoscritto (pp. 21-598) è costituita da un compendio di Joseph b. Elijah Tirshom dal titolo Sefer Shoshan Yesod Olam, che include 2174 paragrafi numerati e contiene, tra gli altri, un libro di magia chiamato Harba de-Moshe (La spada di Mosé), e altri testi. È stato copiato nell'impero ottomano nel sec. XV in una scrittura bizantina, con aggiunte di altre mani più tarde.
Online dal: 09.06.2011
Scritto a Napoli nel 1467 e 1468 per Roberto da Sanseverino, principe di Salerno, questa raccolta epistolare raccoglie delle lettere di Diogene il Cinico, di Bruto e di Ippocrate, considerati nel medioevo i veri autori delle lettere. Furono tradotte in latino da Francesco Griffolini Aretino e da Ranuccio d'Arezzo. Messo in vendita a più riprese nel corso del sec. XX, questo manoscritto fu acquistato da prestigiosi collezionisti.
Online dal: 15.04.2010
Il manoscritto contiene il Floretum medicinae, un'opera costituita da estratti di medicina suddivisa in 25 libri. Origine e autore dell'opera sono sconosciuti. Il manoscritto si trovava nella biblioteca della certosa di Basilea nell'ambito delle segnature A della Bibliotheca antiqua. La sezione con queste segnature comprendeva, oltre alle Artes liberales, anche la filosofia e la medicina.
Online dal: 04.10.2018
Il manoscritto D III 34 è costituito di due parti: la prima (f. 1-29) contiene la scienza medica dei cavalli di Giordano Ruffo; la seconda (f. 30-255) la Mulomedicina Chironis e un trattato incompleto di un Oliverius, mastro di stalla alla corte di Ferdinando I di Napoli. Insieme al Cod. Monacensis latinus 243, si tratta dell'unico manoscritto contenente la Mulomedicina Chironis; il trattato di Oliverius è probabilmente inedito.
Online dal: 31.03.2011
Il nucleo principale del manoscritto della certosa di Basilea è costituito da una copia del Flores temporum, una cronaca del mondo latina del XIII secolo ampiamente diffusa nella regione alemannica. Il copista Nicolaus Gerung de Blauenstein ha integrato questa cronaca con un'appendice da lui redatta, in parte in tedesco, riguardante gli eventi nella regione di Basilea, così come una cronaca dei vescovi basileesi. Completano la collezione testi più brevi, quali trattati sui concili o sugli ordini certosini, elenchi di imperatori, cattedrali, regni e lingue di varie parti del mondo.
Online dal: 12.12.2019
Il manoscritto della prima metà del XV secolo contiene la cronaca tedesca di Jakob Twinger di Königshofen (cap. 6, 1-5), la Rötteler Chronik (Cronaca di Rötteln) e il Libellus de magnificentia ducis Burgundia in Treveris visa conscriptus (ted.). È servito come modello per il manoscritto E I 1h della Biblioteca universitaria di Basilea. In seguito fu di proprietà della famiglia Amerbach.
Online dal: 13.06.2019
Il codice, che si compone di varie parti, contiene principalmente decreti, bolle, lettere e risoluzioni relative al concilio di Basilea (1431-1448), di vari copisti in latino e tedesco. Mani più tarde hanno occasionalmente aggiunto annotazioni, correzioni e aggiunte. Informazioni storiografiche sono contenute nei cosiddetti «Grössere Basler Annalen», in estratti latinizzati dalla Cronaca di Rötteln e nella cronaca tedesca di Jakob Twinger von Königshofen. Il manoscritto apparteneva alla certosa di Basilea e giunse poi nella biblioteca universitaria.
Online dal: 10.10.2019
Dieci fogli con illustrazioni contenenti la seconda parte delle profezie dei papi Bonifacio IX fino a Eugenio IV prima attribuito a Gioacchino da Fiore. Furono confezionati all'epoca del concilio di Basilea e in origine fecero parte di un volume composito della certosa contenente gli atti del concilio. I disegni a penna fortemente espressivi permettono di riconoscere l'influsso dell'atelier basileese di Konrad Witz, uno dei più importanti rappresentanti della pittura dell'Oberrhein di epoca tardogotica.
Online dal: 14.12.2017
Il manoscritto, in possesso della certosa di Basilea, trasmette in traduzione tedesca la legenda dei Tre Magi di Giovanni di Hildesheim, le legende dei Padri eremiti conosciute come «Vitaspatrum» e il simbolo atanasiano.
Online dal: 14.12.2017
Il manoscritto, di proprietà di Johannes Heynlin de Lapide, che lo ha donato alla certosa di Basilea, combina discorsi e lettere di illustri umanisti come Poggio Bracciolini e Enea Silvio Piccolomini - tra cui una lettera originale di Johannes Reuchlin a Jakob Louber - con testi di autori greci e orientali in traduzione latina. Parti del manoscritto sono vergati dagli stessi Heylin e Reuchlin.
Online dal: 04.10.2018
Il volume miscellaneo dalla certosa di Basilea, scritto da varie mani, contiene principalmente scritti astrologici, tra cui testi di Abraham ibn ‘Esra, Al-Zarqali e Ermete Trismegisto tradotti dall'arabo, dall'ebraico e dal greco. Nel margine di c. 120r si legge una benedizione contro i vermi, a c. 145v dei consigli medici in un misto di tedesco e latino. Oltre a quelle manoscritte, il volume contiene anche tre parti a stampa. Uno dei due ganci di chiusura in cuoio originali è ancora intatto.
Online dal: 29.03.2019
Il manoscritto composito a contenuto astronomico, rilegato in pelle di pecora rosso cremisi, apparteneva al medico della città di Basilea Heinrich Amici († 1451), che lo lasciò in eredità al monastero certosino della città. Oltre ai calcoli delle congiunzioni e delle eclissi planetarie, il volume contiene i trattati astronomici di Pierre d'Ailly o Petrus de Alliaco (intorno al 1350-1420). Pierre d'Ailly era un erudito e attore della politica ecclesiastica, e pervase le sue opere teologiche con giustificazioni astrologiche.
Online dal: 14.12.2017
Il manoscritto composito F II 29 è costituito di sette parti: le parti I-III (f. 2-99), IV (f. 100-121) e V-VII (f. 181-237) contengono i commenti di Tommaso d'Aquino ad Aristotele: Super libros Physicorum; Super libros Posteriorum Analyticorum; Super libros De Anima; la parte V (f. 122-180) contiene il commento di Adamus Bucfeldus alla Metaphysica Nova di Aristotele. Il manoscritto proviene dal convento domenicano di Basilea (nota sul f. 179vb).
Online dal: 22.03.2012
Il manoscritto miscellaneo proviene dalla biblioteca della certosa di Basilea e contiene testi scolastici sull'antico scrittore di commedie Publio Terenzio Afro (ca. 195 - ca. 159 a.C.), quali le Comoediae cum didascaliis, oltre a varie Rhetoricae, o sull'insegnamento dell'arte dei discorsi e dello scrivere lettere. La prima parte del manoscritto è stata scritta nel 1471 e nel 1472 da Jacob Lauber – poi diventato priore – quando era ancora studente.
Online dal: 18.06.2020
Il codice, scritto da Johannes Heynlin durante il suo soggiorno parigino tra il 1469 e il 1471, contiene tre ‘classici dell'educazione': le Bucoliche (con commenti), le Georgiche e l'Eneide di Virgilio, così come tutta una serie di opere pseudo virgiliane. Il volume è finemente decorato con iniziali figurate con scene tratte dalle opere di Virgilio, opera di un atelier parigino. Il manoscritto è stato probabilmente rilegato a Basilea, forse su incarico della certosa, che ne venne in possesso quando Heynlin entrò nel monastero.
Online dal: 18.06.2020
Il manoscritto composito a carattere prevalentemente astronomico-astrologico, contiene un diario con osservazioni relative al tempo, tenuto per sette anni, il cosiddetto Basler Wettermanuskript. Vi sono raccolte le osservazioni quotidiane, senza lacune, raccolte dal 1.9.1399 al 31.3.1406. Verso la fine del diario le annotazioni divengono schematiche fino a diventare da ultimo delle tabelle con le posizioni dei pianeti, con solo rare notizie sul tempo. Il volume proviene dal convento basilese dei predicatori.
Online dal: 25.06.2015
Le sezioni di questo volume della biblioteca dei francescani di Basilea, un tempo rilegate separatamente, contengono diverse opere di Cicerone e la Poetria novella dell'inglese Geoffroy de Vinsauf, e sono sicuramente di origine italiana. Ci sono diversi riferimenti a proprietari precedenti, ma nessuno è stato ancora identificato con certezza: una delle parti apparteneva a Niccolò dei Salimbeni, non certo il giovane ricco dell'Inferno di Dante, ma forse uno dei suoi discendenti a Siena. Un'altra parte era costata al padre di un certo Nicolaus de Monleone 5 ducati e 30 scellini. Il valore dell'intero volume fu infine stimato dagli esperti zurighesi incaricati di preparare una divisione dei beni dopo la separazione dei cantoni di Basilea nel 1833, in 320 franchi svizzeri.
Online dal: 26.09.2024
Il volume contiene il cosiddetto Wörterbuch des alten Schulmeisters. Si tratta di un adattamento indipendente del più diffuso Vocabularius ex quo. In contrasto con questa più antica versione, nell'edizione dell'Alter Schulmeister le spiegazioni in tedesco passano in secondo piano a favore di quelle puramente latine. Le controguardie originali, che sono state separate dal piatto in occasione di un restauro nel 1974, contengono estratti di una traduzione latina del De anima di Aristotele e altri contenuti correlati. Il fatto che il testo del foglio di guardia posteriore sia la continuazione diretta di quello del foglio di guardia anteriore, dimostra che nel loro contesto originale i due costituivano due pagine consecutive di un manoscritto.
Online dal: 18.06.2020
Probabilmente scritto a Schongau e successivamente acquisito dalla certosa di Basilea, questo volume fa parte dell'ampia tradizione manoscritta e stampata del cosiddetto Vocabularius Ex quo. Il dizionario in ordine alfabetico era inteso come uno strumento per gli utilizzatori con scarsa conoscenza del latino e godette di enorme popolarità nei paesi di lingua tedesca fino alla fine del XVI secolo.
Online dal: 14.06.2018
Il manoscritto trasmette diversi vocabolari latino-tedesco, tra questi il Mammotrectus del francescano italiano Giovanni Marchesini, redatto intorno al 1300. Il codice è stato vergato intorno al 1400 da un certo Ulrich Wachter e fu acquistato nel 1430 per la certosa di Basilea.
Online dal: 22.03.2018
Il manoscritto del terzo quarto del XV secolo, di origine francese, contiene due opere di autori antichi. Nonio Marcello (IV-V secolo) offre delle spiegazioni a carattere linguistico e contenutistico sugli autori latini per la maggior parte dell'epoca della Repubblica, suddivisi in parte in lemmi in ordine alfabetico; M. Terenzio Varrone († 27 a. C.) si occupa di questioni linguistiche della lingua latina.
Online dal: 25.06.2015
Pierre d'Ailly (lat. Petrus de Alliaco) era un erudito, politico ecclesiastico ed un prolifico scrittore. Famosa la sua opera a carattere geografico Imago mundi, utilizzata da Cristoforo Colombo nella pianificazione dei suoi viaggi di esplorazione. L'esemplare di Basilea appartenne al medico cittadino di Basilea Heinrich Amici († 1451), che lo lasciò in eredità alla certosa della sua città.
Online dal: 19.03.2015
Questo manoscritto composito, proveniente dal convento dei domenicani di Basilea e uno dei tanti della collezione di Johannes Tagstern, ha ricevuto una nuova rilegatura nel 1952 e contiene testi di ottica e geometria, come l'opera di Dietrich von Freiberg sull'arcobaleno, con molti diagrammi illustrativi realizzati con compasso e righello. Questa prima parte è stata scritta su pergamena nel XIV secolo, mentre le altre parti più recenti possono essere datate con maggior precisione intorno alla fine di questo o all'inizio del secolo successivo, grazie alle filigrane della carta utilizzata, in un momento in cui il precedente proprietario, menzionato sull'ultima pagina (c. 157v), è documentato come membro del convento.
Online dal: 26.09.2024
Il volume contiene testi che si riferiscono alla pratica scolastica tardomedievale e del primo umanesimo; da un lato cioè opere destinate alla prassi scolastica (grammatiche, elenchi di parole) e, dall'altro, trattati teorici di contenuto didattico-pedagogico. Le diverse parti originariamente indipendenti sono state rilegate insieme nella certosa di Basilea. La prima parte, la versione in prosa della grammatica in versi di Alessandro di Villedieu, proviene dalla certosa di Magonza ed è stata donata a quella di Basilea. L'ultima parte, la grammatica di Giovanni Sulpizio, qui in una stampa di Johannes Amerbach, è stata donata alla biblioteca del monastero dallo stampatore.
Online dal: 18.06.2020
Nel suo voluminoso Tractatus de moribus et disciplina humanae conversationis, la più antica descrizione conosciuta in Europa del gioco delle carte, Johannes von Rheinfelden spiega non solo le regole del gioco ma sottolinea anche il carattere delle varie figure così come, sulla base dei rapporti reciproci delle carte, l'intera organizzazione della società. Konrad Schlatter, dal 1428 confessore, più tardi priore delle domenicane di S. Maria Maddalena „in den Steinen“, lasciò loro il trattato per la loro edificazione morale.
Online dal: 25.06.2015
Questo manoscritto contiene il testo francese della canzone di gesta Ami et Amile. L'epoca di copia dell'opera (dal 16 maggio al 23 giugno 1425) ci è comunicato dal colophon lasciato dal copista. Il testo scritto in gotica corsiva, è punteggiato da numerose iniziali rubricate che segnano l'inizio di ogni strofa. La moderna rilegatura in cartone (XIX secolo) è ricoperta da un frammento di pergamena proveniente da un messale del XV secolo. Un'iscrizione su un foglio di guardia indica che il volume è stato dato in dono alla scrittrice Anne de Graville (1490-1540). Più tardi fece parte della collezione del genero di quest'ultima, il bibliofilo Claude d'Urfé (1501-1558). Nel XIX secolo l'opera era in possesso del filologo Wilhelm Wackernagel (1806-1869), che nel 1843 la donò alla biblioteca dell'Università di Basilea.
Online dal: 04.10.2018
Questo manoscritto composito, realizzato in Italia nel XV secolo, contiene dei poemi occasionali umanistici e dei brevi trattati. Le diverse parti, vergate in minuscola umanistica e in corsiva umanistica, sono state scritte da diversi copisti. Il volume appartenne all'editore basileese Giovanni Oporino († 1568) e alla sua morte rimase in possesso di vari eruditi basilesi, finchè nel XVII/XVIII secolo venne in possesso della biblioteca.
Online dal: 19.03.2015
Le parti conservate della storia universale di Diodoro Siculo vennero tradotte nel XV secolo dal greco al latino. Questo manoscritto, copiato intorno al 1453 e che contiene i libri 11 fino a 13, è probabilmente l'autografo del traduttore Iacobus de Sancto Cassiano Cremonensis, e cioè una trascrizione in bella copia rilavorata che poi verso la fine assume i caratteri di un manoscritto di lavoro.
Online dal: 25.06.2015
Il volume contiene due commentari ai Libri physicorum di Aristotele i cui autori sono Friedrich von Nürnberg e Johannes Buridanus. Albrecht Löffler di Rheinfelden li copiò nel 1439, in occasione del suo soggiorno di studio presso l'università di Heidelberg. Più tardi entrò nell'ordine dei domenicani e lasciò il manoscritto al convento domenicano di Basilea, dove venne collocato nella biblioteca "incatenata“.
Online dal: 26.09.2017
Il manoscritto contiene esercizi e Quaestiones sulle opere di Aristotele De anima e De physica, del teologo riformatore Johann von Wesel (1425-1481). Il volume proviene dalla certosa di Basilea; in base a dei confronti della scrittura si suppone che il copista della prima parte sia Jakob Louber. Le numerose annotazioni sui margini e su dei biglietti rivelano un intenso uso del manoscritto.
Online dal: 22.03.2018
Albertus Löffler fu uno dei copisti più produttivi del convento dei domenicani di Basilea. L'unico manoscritto a contenuto retorico di sua mano contiene la cosiddetta Summa Iovis ed opere di Nicolao di Dybin. Egli le copiò all'epoca dei suoi studi ad Heidelberg negli anni 1438 e 1439. Il manoscritto composito pervenne alla biblioteca „incatenata“ del convento dei domenicani di Basilea.
Online dal: 19.03.2015
Il manoscritto, terminato nel 1474 da Heinricus de Bacharach, contiene principalmente una copia del Vocabularius Ex quo latino-tedesco, un'opera molto diffusa e amata fino alla fine del XVI secolo. Vi figura inoltre un calendario, una tavola astrologica ed alcuni brevi testi di altre mani. Il testo principale è stato decorato dallo stesso scrittore con iniziali e disegni inesperti, ma a volte estremamente fantasiosi. Il codice cartaceo è giunto alla UB con il fondo della certosa di Basilea.
Online dal: 14.06.2018
Manoscritto composito a carattere filosofico di proprietà di Jakob Lauber e in parte anche da lui copiato. Jakob Lauber di Lindau studiò dal 1466 al 1475 presso la appena fondata Università di Basilea, dapprima nella facoltà delle Arti e poi diritto canonico presso la facoltà di legge. Dopo essere stato per poco tempo rettore, nel 1477 entrò nella certosa di Basilea, che, dal 1480 in qualità di priore, ampliò significativamente e del quale riorganizzò la biblioteca. Con la sua entrata in monastero la sua raccolta libraria di studio divenne proprietà della certosa.
Online dal: 25.06.2015
Il logoro manoscritto cartaceo dalla certosa di Basilea contiene (in parte con commento) diversi trattati per il calcolo del calendario annuale e in particolare per la determinazione delle festività mobili, come il Computus chirometralis di Johannes di Erfurt o il Computus Nerembergensis. Il volume contiene inoltre anche un certo numero di antichi testi in lingua frisone antica e in lingua basso-tedesca: sermoni nuziali, ricette, un glossario latino-tedesco e una breve versione della «niederdeutsche Apokalypse».
Online dal: 04.10.2018
Il manoscritto, in parte scritto da Johannes Heynlin de Lapide e giunto con lui alla certosa di Basilea, contiene il florilegio Auctoritates Aristotelis di Johannes de Fonte, una raccolta di citazioni ordinata alfabeticamente, due trattati anonimi e trattati del francescano Francesco di Meyronnes, dello pseudo Giovanni Duns Scoto e di Johannes Breslauer de Braunsberg. Nel volume sono rilegati cinque fogli a stampa del Tractatus de memoria augenda di Mattiolo Mattioli da Perugia.
Online dal: 04.10.2018
Il maestro di retorica Gaio Mario Vittorino redasse nel IV sec. d.C. le interpretazioni al De inventione di Cicerone. Vennero poi copiate nel terzo quarto del XV secolo, in una scrittura totalmente uniforme, forse in Francia. Il manoscritto, lasciato in eredità alla certosa di Basilea dall'erudito basilese Johannes Heynlin, insieme agli altri libri della sua vasta biblioteca, non mostra segni di uso.
Online dal: 25.06.2015
Il manoscritto con l'epopea di Dietrich «Laurin» in tedesco medio-alto è entrato veramente in modo avventuroso nella biblioteca universitaria di Basilea. Come annota il bibliotecario capo Ludwig Sieber (1833-1891) nel manoscritto stesso, il codice fu trovato nel 1878 sulle rive del Reno a Basilea. Fu poi donato alla biblioteca universitaria da Ludwig Sieber e dal suo predecessore Wilhelm Vischer (bibliotecario capo 1867-1871). Il luogo in cui è stato trovato ha lasciato tracce sul manoscritto: la carta e la legatura sono in parte fortemente degradate e fragili e presentano vari danni da acqua, soprattutto ai bordi dei fogli. Tuttavia, il testo è ancora molto leggibile, anche se conservato in maniera incompleta. Frammenti di documenti nella rilegatura e il disegno a penna di una bandiera con il pastorale di Basilea fanno riferimento a Basilea come possibile luogo d'origine.
Online dal: 12.12.2019
Il manoscritto, di formato minore, contiene le cronache redatte da Hans Roth († 1452) e dal figlio Peter Roth († 1487) e riguardanti i loro pellegrinaggi in Terra Santa negli anni 1440 e 1453. Si tratta probabilmente di annotazioni autografe.
Online dal: 25.06.2015
La Rhetorica ad Herennium, dettagliatamente glossata, che si trova all'inizio di questo volume miscellaneo, è stata copiata da Johannes Heynlin, che ha anche portato con sé il volume alla certosa di Basilea. Il testo del I sec. a.C. rappresenta il più antico insegnamento retorico tramandato in lingua latina, ed era molto popolare nel Medioevo e nel Rinascimento, come testimonia una vasta tradizione in più di 100 manoscritti e traduzioni in numerose lingue europee; trasmette principi retorici ancora oggi validi.
Online dal: 14.12.2018
Il manoscritto arabo persiano, scritto a Herat da ʿAbdallāh al-Harawī e completato a metà Šaʿbān 871 e. [= fine marzo 1467] contiene dati genealogici sul profeta Maometto, sui suoi discendenti e su personaggi della successiva storia dell'oriente del mondo islamico e dell'Asia centrale, tra cui il Khan del Paese dei Mongoli, Tughluq Timur († 1363). Quale committente viene indicato Sayyid Ǧalāladdīn Mazīd Bahādur, che presumibilmente apparteneva al ceto elevato locale. Vi sono inserite citazioni del Corano, preghiere e poesie; un allegato elenca le date esatte della morte di tre persone che potrebbero essere morte nel 869, e che probabilmente appartenevano alla cerchia del committente. L'ornamentazione del libro del manoscritto non è completa, come si può vedere dalla rosetta parzialmente eseguita (3r) e dall'albero genealogico mancante (26v). Di proprietà di Rudolf Tschudi (1884-1960).
Online dal: 14.12.2017
Frammento di un breviario in glagolitico con testi riguardanti il 13 ed il 14 agosto, che può essere databile, sulla base della scrittura, al XV secolo. Appartenne a Franz Miklosich (1813-1891), uno dei più importanti slavisti della sua epoca, e giunse quale dono alla “Collezione antiquaria” di Basilea, predecessore del Museo storico di Basilea.
Online dal: 25.06.2015
Dodici fogli sopravvissuto da un graduale di grande formato, realizzato intorno al 1460 nella regione dell'Alto Reno (presumibilmente a Basilea), con canti per la messa adattati alle esigenze dell'anno liturgico. La decorazione delle iniziali e le miniature (ad es. la nascita di Cristo, l'ingresso a Gerusalemme o la rappresentazione della risurrezione) si riferiscono al rispettivo giorno festivo, mentre nell'iniziale per l'Ecce advenit dominator dominus nella iniziale è falsamente raffigurata la presentazione di Cristo al tempio. La decorazione del libro permette di situare il graduale nella tarda cerchia del cosiddetto «Vullenhoe-Gruppe».
Online dal: 14.06.2018
Il manoscritto composito a carattere teologico proviene in origine dalla famiglia patrizia Gossembrot di Augusta (tardo XV sec.). Fu poi in possesso di Giovanni Oporino († 1568), di Eusebio Merz († 1616) e di Remigio Faesch († 1667), per poi giungere nel 1823 nella biblioteca universitaria di Basilea. A parte una incisione ancora presente, molte di queste e miniature che erano vi erano incollate sono state sottratte.
Online dal: 22.06.2017
Questo piccolo volume rilegato in cartone del Museo Remigius Faesch unisce due frammenti di poesia in tedesco. Il primo poema, la Sibyllen Weissagung, risale alla metà del XIV secolo e fu ampiamente letto fino al XVI secolo. Tratta della profetessa Sibilla, che visitò il re Salomone e gli profetizzò il futuro fino alla fine dei tempi. Il secondo testo, il Königin von Frankreich di Schondoch, parla dell'amore fedele della eroina del titolo, che viene accusata di adulterio da un maresciallo di corte respinto, e cacciata. Appartiene al genere «Märe» (fiabe) ed è estremamente diffuso, con 21 manoscritti conservati.
Online dal: 18.06.2020
Lo stretto volume appartenne al giurista e rettore dell'Università di Basilea Remigius Faesch (1595-1667) e, insieme alla sua vasta collezione di arte e rarità, giunse alla biblioteca universitaria negli anni Venti del XIX sec. Come annota Remigius Faesch nel suo catalogo tra i Libri manuscripti in 4º antiqui, il codice contiene «Etliche Teutsche Sermon unn Predigen», per la maggior parte del predicatore e mistico domenicano Johannes Tauler (1300-1361).
Online dal: 10.10.2019
Questa raccolta di origine aschenazita, compilata nel XV secolo, è un manuale costituito principalmente da una pletora di testi di astronomia, astrologia, prognosi, medicina popolare e medico-astrologica, relativi a malattie e sanguinamenti, a cui si aggiungono altri testi di vari argomenti: tavole e trattati sul calendario, poesie etiche e liturgiche, materiale halakhah e filosofico del XIII secolo tradotto in ebraico. Inoltre, una piccola ma significativa scoperta nel manoscritto indica la città di Colonia o i suoi dintorni come possibile luogo di produzione di questa raccolta.
Online dal: 18.06.2020
Manoscritto composito costituito di tre parti nelle quali sono raccolte delle traduzioni in francese di classiche relazioni di viaggio dall'Estremo Oriente. Il manoscritto, soprattutto nella prima e nella terza parte, è riccamente illustrato con decorazioni dorate ed una raffinata ornamentazione marginale costituita da tralci vegetali; tuttavia non contiene delle illustrazioni. La presenza di stemmi dipinti permette di identificare quale precedente possessore la famiglia de Pons de Saint-Maurice dal Périgord; più tardi il codice venne acquisito da Jacques Bongars, che alla fine della sua vita stava preparando un volume di fonti relative ai viaggi in Asia.
Online dal: 13.10.2016
L'Arba'ah Turim, un'opera di natura giuridica, è divisa in quattro libri di cui il primo, il Tur Oraḥ Ḥayim o ‘Cammino di vita', si conserva nel Cod. 253. Contiene le leggi sulle pratiche quotidiane ebraiche delle benedizioni (lavaggio delle mani il mattino, tefilin, tsitsit), delle preghiere e delle leggi sullo shabbat, le celebrazioni e le letture della Torah. Questa sezione comprende anche aspetti del calendario ebraico relativi alla liturgia annuale.
Online dal: 08.10.2020
Il Sefer ha-Yashar è uno dei due commenti biblici del grande R. Abraham Ibn Ezra (1089/92-1164/67). Scritta a Lucca (Italia), verso il 1142-45 ca., quest'opera ha ottenuto grande riconoscimento e popolarità durante il Medioevo ed è stata conservata in numerosi manoscritti e libri a stampa. Questa copia italiana del XV secolo è di particolare interesse poiché appartenne, ad un certo punto del XVI secolo, a Theodore de Bèze (1519-1605), il famoso teologo calvinista ginevrino e professore, che poi la donò ad uno dei suoi discepoli e colleghi, Antoine Chevalier (1507-1572), primo professore di lingua ebraica all'Académie de Genève.
Online dal: 13.06.2019
Manoscritto copiato probabilmente da Niccolò Leonico Tomeo (1456-1531) – ed in seguito anche da lui stesso annotato - umanista e celebre professore di filosofia aristotelica a Padova, negli ultimi venti anni del sec. XV (da non confondere col suo contemporaneo Niccolò da Lonigo [1428-1524], medico, filosofo e professore a Ferrara). Questo manoscritto ha giocato un ruolo nella storia della cultura in quanto fu il testimone di base dell'edizione aldina del 1497 per i testi di Teofraste e per la maggior parte dei testi di Aristotele che contiene. Inoltre è servito alla traduzione dei Mechanica di Aristotele, pubblicati dal suo proprietario a Venezia nel 1525; nei margini del manoscritto si riconoscono i saggi di Niccolò Tomeo per la preparazione delle figure che illustrano la traduzione.
Online dal: 12.08.2010
Manoscritto costituito da tre unità di produzione. Le prime due sono state copiate a Parigi, probabilmente alla fine del XV sec., dal celebre professore di greco Georges Hermonyme di Sparta (†1511-1516). Contengono delle preghiere e dei pezzi liturgici, segnatamente dell'abbazia di Saint-Denis in Francia, tra le quali una traduzione in greco, apparentemente inedita, del formulario della messa dei santi Dionigi, Rustico ed Eleuterio. L'ultima unità, avventizia, è opera di una mano vicina a quella di Hermonyme, forse di un allievo.
Online dal: 04.11.2010
L'opera, un «piccolo libro di medicina per i poveri» in caratteri arabi ed ebraici, è stato probabilmente scritto nella regione di Venezia/Mar Adriatico settentrionale; è stato completato il 19 maggio 1413, come da relativa annotazione. Il manoscritto faceva probabilmente parte di una biblioteca ebraica che non può più essere localizzata, e fu trasferito presso la biblioteca di Berna alla fine del XVIII/inizio del XIX secolo, dove è stato analizzato dal professore di teologia bernese Gottlieb Studer (1801-1889).
Online dal: 18.06.2020
Lettera d'amore in lingua alto-tedesca media. Giunto nella Burgerbibliothek di Berna dal lascito del Dr. Friedrich Emil Welti.
Online dal: 14.06.2018
Resti di un manoscritto di Willehalm di Wolfram von Eschenbach. Staccato nell'agosto 1928 da Hans Bloesch dal codice Mss.h.h.XIV.144.
Online dal: 14.06.2018
Due fogli, originariamente solidali, della trascrizione di un documento datato 8 marzo 1439, che sono stati staccati nel 1935 durante il restauro del Cod. 207 effettuato presso la Burgerbibliothek di Berna. Nel testo, sul f. 1r, sono citati Charles duca d'Orléans e di Valois (1394-1465) e Jean Bastardo d'Orléans (= Jean de Dunois, 1402-1468).
Online dal: 02.07.2020
I due frammenti provengono dalla precedente legatura del Cod. 125, dalla quale vennero staccati al momento del restauro; contengono probabilmente parti di un plenarium con note musicali.
Online dal: 23.06.2016
Frammento costituito da due parti indipendenti: la parte più antica contiene una versione commentata dell'Etica Nicomachea. Sull'esterno del fascicolo si trova un altro bifoglio (f. 1, 11), più recente, scritto in francese e contenente una lista giuridica o ecclesiastica di nomi. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 con il fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Foglio singolo con excerpta non più identificabili ma riguardanti Lattanzio e Boezio. Il frammento proviene da Bern, Burgerbibliothek, Cod. 440, dove originariamente era rilegato all'inizio del testo – l'impronta dell'iniziale decorata è ancora visibile sul verso. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 con il fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Bifoglio di un manoscritto probabilmente vergato in Germania e contenente il Talmud ebraico (babilonese). Il frammento è stato presumibilmente staccato prima del 1875 da Hermann Hagen dalla sua collezione privata; il legame con il fondo di Jacques Bongars non è chiaro.
Online dal: 12.07.2021
Tre bifogli di un manoscritto in stile umanistico forse vergato in Italia. Il frammento, che presenta un'iniziale ornata, contiene la parte incipitaria del De amicitia di Cicerone, è giunto a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Frammento di panegirico della regina Bianca di Navarra (1331-1398) comprendente quasi 400 versi. L'autore Robin Comtet - che si menziona verso la fine del testo - non è noto altrimenti. La poesia è stata chiaramente tramandata in questa sola copia e non è ancora stata pubblicata.
Online dal: 14.06.2018
Quattro bifogli di un manoscritto francese miniato contenente il De civitate Dei, opera principale di Agostino. Come si evince dalle tracce lasciate dalle pieghe e da una parte di titolo ancora disponibile, i due bifogli sono stati più tardi utilizzati come rivestimento librario. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Quattro bifogli (forse un fascicolo) di un manoscritto francese con testi di Walter Map e Jean Lefèvre, del quale altre unità codicologiche si trovano nel ms. Città del Vaticano, BAV, Reg. Lat. 598; presenta somiglianze con altri manoscritti dell'abbazia di San Vittore di Parigi e relazioni con l'abbazia di Saint-Vaast di Arras. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Il cosiddetto «Berner Parzival» costituisce l'ultimo testimone manoscritto datato del poema cavalleresco sul Sacro Graal redatto tra il 1200 e il 1210 da Wolfram von Eschenbach, e per giunta corredato di illustrazioni. Il manoscritto venne probabilmente commissionato nel 1467 dal commerciante bernese Jörg Friburger al copista Johann Stemhein di Costanza. Questi modernizzò dal punto di vista stilistico e redazionale il testo del suo modello adattandolo ai gusti di un pubblico cittadino tardomedievale. Inoltre fornì delle indicazioni per le illustrazioni, che poco più tardi un pittore seguì, realizzando 20 disegni a penna colorati. Le successive vicende che coinvolsero il manoscritto, che oggi conta 180 fogli, rimangono sconosciute; tuttavia nei primi anni del XIX secolo dovette giungere nella biblioteca di Berna, nel cui possesso è attestato al più tardi dal 1816.
Online dal: 26.09.2017
Miscellanea composta da quattro parti molto diverse che probabilmente giunsero a Berna nel 1632 da Jacques Bongars; le parti B e C provengono dal Collège de Navarre di Parigi. Tutte le parti sono miniate, almeno in parte. Di tutti i frammenti, si trovano parti correlate in altre biblioteche: per la parte A, Parigi BN lat. 7709, ff. 1-4; per B Parigi BN lat. 17566, ff. 1-40; per C Parigi BN lat. 17902, ff. 1-85 e per D Leiden UB, Voss. Q 2 IX (f. 60).
Online dal: 10.10.2019
La Amtliche Berner Chronik (Cronaca ufficiale di Berna) venne commissionata nel 1474 dal Consiglio della città di Berna. Esattamente dieci anni più tardi Diebold Schilling poté consegnare al Consiglio l'opera in tre volumi, con titoli colorati, iniziali e più di 600 grandi illustrazioni. Il primo volume contiene gli inizi della storia di Berna dalla fondazione della città fino all'anno 1421, basata sulla antica Cronaca di Konrad Justinger, nella versione di Benedicht Tschachtlan. In seguito l'opera venne conservata per quasi tre secoli nella cancelleria bernese che poi nel 1762 regalò i volumi alla biblioteca della città.
Online dal: 20.12.2012
La Amtliche Berner Chronik (Cronaca ufficiale di Berna) venne commissionata nel 1474 dal Consiglio della città di Berna. Esattamente dieci anni più tardi Diebold Schilling poté consegnare al Consiglio l'opera in tre volumi, con titoli colorati, iniziali e più di 600 grandi illustrazioni. Il secondo volume contiene gli avvenimenti degli anni dal 1421 al 1466 e si basa in molte parti sulla revisione di Benedicht Tschachtlan dell'opera di Fründ. In seguito l'opera venne conservata per quasi tre secoli nella cancelleria bernese che poi nel 1762 regalò i volumi alla biblioteca della città.
Online dal: 20.12.2012
La Amtliche Berner Chronik (Cronaca ufficiale di Berna) venne commissionata nel 1474 dal Consiglio della città di Berna. Esattamente dieci anni più tardi Diebold Schilling poté consegnare al Consiglio l'opera in tre volumi, con titoli colorati, iniziali e più di 600 grandi illustrazioni. Il terzo, e dal punto di vista artistico, più ricco volume, contiene la descrizione dello Schilling stesso delle guerre borgognone, unitamente agli avvenimenti precedenti fino all'anno 1480. Il volume è in stretta relazione con la Grosse Burgunderchronik oggi conservata nella Zentralbibliothek di Zurigo (Ms. A 5). In seguito l'opera venne conservata per quasi tre secoli nella cancelleria bernese che poi nel 1762 regalò i volumi alla biblioteca della città.
Online dal: 20.12.2012
La Spiezer Chronik del cronista Diebold Schilling, così denominata dal luogo dove venne a lungo conservata, è conosciuta, quale opera commissionata da Rudolf von Erlach, anche con il nome di Privater Schilling. Contiene gli inizi della storia di Berna dalla fondazione della città fino agli avvenimenti della metà del sec. XV ed è, al contario della Cronaca ufficiale (Amtliche Chronik) in tre volumi di Schilling (Bern, Burgerbibliothek Mss.h.h.I.1-3), rimasta incompiuta (non sono contenute le guerre di Borgogna).
Online dal: 20.12.2012
Raccolta di fiabe scritte in tedesco intorno al 1349/50 dal domenicano Ulrich Boner e dedicate al patrizio bernese Johann von Ringgenberg. I più importanti rappresentanti della raccolta completa sono Basilea, Universitätsbibliothek AN III 17 e la presunta copia Berna, Burgerbibliothek Mss.h.h.X.49, le cui illustrazioni, tuttavia, sono di qualità molto inferiore. Il manoscritto, di cui mancano i primi due fascicoli, fu probabilmente scritto da Hemon Egli, balivo di Erlach, o da qualcuno della sua cerchia; pervenne in seguito, tramite il nipote Jakob von Bollingen, alla biblioteca della famiglia Erlach nel castello di Spiez. Nel 1875, Friedrich Bürki lo acquistò dalla successione e lo donò alla biblioteca della città di Berna.
Online dal: 26.09.2024
Messale ad uso della diocesi di Costanza scritto dal prebendario di Beromünster Johannes Dörflinger nel 1474-1475 per la chiesa di Hochdorf (Lucerna). Il volume è stato commissionato per la nuova cappellania di S. Pietro e Paolo forse dal suo fondatore, il plebano e decano Johannes Teller. Contiene raffinate iniziali filigranate all'inizio delle varie sezioni liturgiche ed una miniatura a piena pagina con la Crocifissione (106v) che introduce il Te igitur. Su alcune pagine che erano rimaste bianche sono stati trascritti i principali documenti riguardanti l'erezione della prebenda di S. Pietro e Paolo a Hochdorf (78r-82v).
Online dal: 23.09.2014
Manoscritto composito a carattere catechetico-ascetico, su carta, in quarto. Tre fascicoli di diversa consistenza. Il più antico, della seconda metà del sec., XIV è di mano di Albert von Münnerstadt, conventuale della commenda dell'ordine teutonico di Hitzkirch, e contiene le Moralitates super evangelium sancti Lucae. A questo vennero aggiunti e rilegati insieme, forse a Beromünster nella seconda metà del sec. XV, due Compendia moralia di scienze naturali (estratti dall'enciclopedia di Tommaso di Cantimpré) e trattati catechetici di Heinrich von Langenstein, Johannes Gerson e Bonaventura. Manoscritto utilizzato da un erudito in un contesto di cura d'anime (mano imprecisa con innumerevoli abbreviature soprattutto nel terzo fascicolo).
Online dal: 23.09.2014
Piccolo libro liturgico, in uso nel monastero di S. Michele di Campagna a Verona nel XV secolo. L'opera contiene il rito della professione di fede e quello della consacrazione praticati in occasione della vestizione da parte di una monaca benedettina. Si tratta di una testimonianza preziosa di un rito destinato alle donne che pronunciavano i loro voti.
Online dal: 22.06.2017
Questo Libro d'ore all'uso di Parigi contiene una grande quantità di preghiere a uso privato in latino e in francese, per la maggior parte inedite. Come apprendiamo dal colophon a c. 193r, è stato realizzato a Parigi nel 1421 presso il libraio Jacquet Lescuier. Committente, o forse solo acquirente, fu Jean II di Gingins, nato verso il 1385 e morto verso la fine del 1461 o all'inizio del 1462, che fece dipingere il suo stemma a c. 193v. Le miniature sono state eseguite da vari minatori, tra i quali il “Maître de Guise”, il “Maître de Bedfort” e un allievo della cerchia del “Maître de Boucicaut”. L'ultima rappresentante della famiglia di Gingins-La Sarraz lasciò in eredità il castello di La Sarraz al cognato, Henri de Mandrot, che a sua volta, nel 1920, donò il manoscritto e gli archivi di famiglia agli Archivi cantonali vodesi.
Online dal: 19.03.2015
Il manoscritto contiene tre diversi testi: Il Lucidarius in tedesco (1r-32v), un dialogo didattico tra maestro e allievo, è un'opera di prosa in alto tedesco medio scritta intorno al 1190, che rappresenta il sapere teologico e scientifico contemporaneo del suo tempo. La Cronaca universale di Costanza (117r-150v) è un conciso compendio storico universale, scritto probabilmente a Costanza nel XIV secolo. La Cronaca di Zurigo (153r-191r), la cui più antica redazione risale al XIV secolo, appartiene al genere delle cronache cittadine tedesche del tardo Medioevo. Il manoscritto è stato scritto nella diocesi di Costanza. Il primo proprietario fu un non meglio identificato Hans von Endiner. Nel XVIII secolo il manoscritto era in possesso di Georg Litzel, teologo e filologo di Ulm. Non si sa come sia giunto a Coira.
Online dal: 10.12.2020
Martirologio-calendario della parrocchia di Claro, senza copertina e le cui prime carte si presentano alquanto rovinate. In ogni pagina trovano posto dai cinque ai sette giorni della settimana e nello spazio apposito sono iscritti i nomi dei defunti di cui si deve celebrare l'anniversario. Quasi sicuramente si tratta di una copia aggiornata di un esemplare più antico, il quale, come si deduce dalle annotazioni più tarde, fu a sua volta rinnovato. Le registrazioni generalmente non sono datate, ma la menzione di alcuni testamenti e di usi locali permette di collocarne la stesura a dopo la metà del XV secolo.
Online dal: 25.06.2015
Eschilo, poeta fecondo, domina la storia della tragedia greca. La sua arte si cristallizza nella creazione de I Persiani (V sec. av. C.). Quest'opera teatrale, che permetterà al suo autore di iscrivere il suo nome nella posterità, è la più antica che ci sia pervenuta.
Online dal: 02.06.2010
Se, grazie alla diffusione delle traduzioni latine, la tradizione esopica ha conosciuto un grande successo nel medioevo, il testo greco del favolista non fu riscoperto che nel rinascimento. Copiato su carta alla fine del XV secolo, il CB 5 riunisce circa 150 favole attribuite a questo poeta al quale si ispirò La Fontaine. Fanno seguito, tra altri, i Precetti delfici dello Pseudo-Pitagora, tra i quali si legge il famoso «Conosci te stesso», e Le nuvole, la commedia che rese celebre Aristofane, il poeta di origine ateniese.
Online dal: 04.11.2010