Questo manoscritto non rilegato contiene uno dei testi più copiati della tradizione del ramo svetambara del giainismo, il Kalpasūtra, che era molto popolare in tutta l'India a partire dal XIV sec. Si tratta di una raccolta di storie della vita dei grandi Tirthamkara. Questo codice, copiato in alfabeto devanagari, inizia con la vita di Mahavira Jina e prosegue con le biografie di Parshvanatha e di Neminatha. Il testo è incompleto, i fogli mancanti (32, 85, 97, 103 et 125) che erano dipinti, devono essere stati venduti separatamente. Tuttavia i soggetti che contenevano possono essere ricostruiti grazie al confronto con dei manoscritti simili. Le pitture che si conservano ancora in questo esemplare (1v, 7r, 9v, 16v, 17v, 21r, 45v, 47v, 51r, 58r, 62v, 70r, 71v, 72v, 77v, 78r, 81v, 92r) rappresentano gli avvenimenti più importanti delle vite delle figure del Kalpasūtra. A partire dallo stile di queste miniature il manoscritto deve essere datato alla fine del XV secolo.
Online dal: 22.03.2018
Si tratta di un manoscritto del sec. XVIII contenente il testo chiamato Kedārakalpa, e nel quale si dice che dovrebbe costituire una parte del Nandīpurāṇa. Il manoscritto descrive e rappresenta nelle sue 61 raffinate miniature un pellegrinaggio religioso effettuato da un gruppo di yogi nell'Himalaya, nella regione di Kedarnath. Si tratta di un testo dello shivasimo, il cui dio principale è Shiva, e il cui scopo principale è quello di incitare le persone a compiere questo pellegrinaggio sacro agli shivaiti.
Online dal: 22.06.2017
Manoscritto composito scritto in alfabeto devanagari che denota l'influenza dello stile Kashmir; riunisce una serie di testi rituali che si occupano del culto di Viṣṇu. 1. (cc. 1_1r-1_6r) testi preparatori e rituali (senza un solo nome o titolo), a partire da un probabile insieme di pratiche rituali influenzate da Pāñcarātra, vale a dire nyāsas e dhyānas, cioè l'assegnazione di divinità e sillabe a varie parti del corpo e la visualizzazione della divinità principale. 2. (cc. 1_6r-1_149v) Bhagavadgīta: il testo principale di questa raccolta miscellane. La Bhagavadgītā («Canto del Signore» - Visnù/ Krishna), che fa parte del Mahābhārata, libro 6 a 18, è uno dei testi più copiati della tradizione indù, e questa parte dell'epica Mahābhārata sopravvive in un gran numero di manoscritti. 3. (cc. 2_1r-2_107v) copie di altre parti del Mahābhārata, Śāntiparvaṇ, tutte riferite a Visnù. 4. (cc. 3_1r-6_31v) 2 parti di Pāñcarātrika Sanatkumārasaṃhitā, che trattano degli elogi a Visnù, più dei mantra che includono (cc. 4_1r-4_21r) Pāṇḍavagītāstotra, (cc. 5_1r-5_20v) Gopālapaṭala, (cc. 6_1r-6_23r) Gopālalaghupaddhati e altri testi. 5. (cc. 7_1r-7_37v) Parti dei tantra, a. Saṃmohanatantra, che trattano l'elogio di Visnù, cioè Gopālasahasranāmastrotra; b. Gautamītantra, la parte chiamata Gopālastavarāja. 6. (cc. 8_1r-10_8r) due testi diversi: 1. Niṃbarkakavaca, che è una produzione del lignaggio di culto Nimbarka di Vaiṣṇavas. 2. Parte dei testi rituali di Sāmaveda, che trattano dei 5 saṃskāras, più vari mantra vedici, come Gāyatrī, nelle sue forme vaiṣṇava. 7. (cc. 11_1r-11_11v) parte del Bhaviṣyotarapurāṇa dedicata al culto delle pietre del fiume Gaṇḍakī (il nome comune è shaligram) correlate a Visnù. Il manoscritto contiene tre titoli miniati e 12 miniature, la maggior parte dei quali raffigurano Krishna. Secondo il colophon (cc. 11_11v-11_12r), il testo fu scritto nel Kashmir, in un monastero chiamato Ahalyamath, nel 1833 Saṃvat, cioè nel 1776 o 1777 d.C., da una persona chiamata Gaṇeśa[bhaṭṭa?]. Nandarāma. La seconda parte del colophon (parzialmente mancante), tuttavia, collega la storia del manoscritto a Vrindavan.
Online dal: 14.06.2018
Questo codice messicano, scritto in nahuatl, fa parte di un gruppo di codici designati con il nome di Codici Techialoyan. Proviene da Santa María de la Asunción Tepexoyuca, vicino al villaggio di San Martín Ocoyoacac, situato nella Valle de Toluca, Stato del Messico. Si tratta di un altepeamatl, "libro del villaggio", o tlalamatl, "libro di terre", che tramanda i confini del territorio tra il villaggio di Tepexoyuca ed i suoi vicini, e stabilisce la lista dei toponimi delle linee di confine. I firmatari del Codex sono otto personaggi chiave del villaggio a quell'epoca: tra questi don Esteban Axayacatl, "capitano", don Miguel Achcuey, "fiscale", e don Simón de Santa María, "mayordomo".
Online dal: 07.10.2013
Con Testeriano vengono denominati i manoscritti contenenti il Catechismo la cui scrittura in immagini viene attribuita al frate e missionario francescano Jacobo de Testera (XVI sec.). Già nel XII secolo in America centrale si era sviluppata una scrittura costituita da una mescolanza di ideogrammi, pittogrammi e simboli fonetici, i cui testimoni originali manoscritti vennero distrutti con la conquista spagnola nel XVI secolo. Per poter comunicare con la popolazione indigena i missionari cristiani ripresero in seguito il sistema, ma inventarono essi stessi la maggior parte dei simboli, dato che il loro scopo era quello di trasmettere i nuovi contenuti cristiani. In questo modo dunque tre teste coronate rappresentano la Trinità e quindi Dio, oppure due teste coronate con chiavi e spada gli apostoli Pietro e Paolo. Il manoscritto va letto da sinistra a destra sulle due pagine, mentre le varie parti sono suddivise tramite delle vignette decorative verticali. Il manoscritto contiene molte brevi preghiere (tra queste ff. 1v-2r Persignum, 2v-4r Ave Maria, 4v-8r Credo) e una lunga orazione (ff. 27v-35r) che rappresenta una ripetizione del dogma cristiano.
Online dal: 25.06.2015
Questo registro di 275 fogli contiene gli stemmi dei canonici della diocesi di Basilea dall'elezione del vescovo Christophe d'Utenheim nel 1502 a quella dell'ultimo principe vescovo François-Xavier de Neveu, nel 1794. Per tre secoli, dei pittori hanno disegnato 2'300 stemmi a colori su pagine di pergamena. Già nel 1682 apparvero alberi genealogici completi, che provano che i dignitari ecclesiastici beneficiavano dei sedicesimi di quarti di nobiltà richiesti.
Online dal: 08.10.2020
Trascrizione, realizzata nell'abbazia di San Gallo nel X secolo (prima del 950), dei quattro Vangeli con commentari di Girolamo.
Online dal: 31.07.2009
Commento alle prime otto lettere di Paolo. Si tratta della copia dell'esemplare (perduto) che, secondo la tradizione, venne redatto prima del 945 dall'abate Thietland († um 964). Ampie parti del testo dipendono dal commento a Paolo del vescovo Atto di Vercelli (885-961).
Online dal: 20.12.2012
Si tratta del più antico gruaduale completo e con notazione che si sia conservato, con diverse aggiunte (come i versetti per l'Alleluia, antifone e versetti salmodici per le antifone del communio). Essendo il graduale completo, questo manoscritto è ancora oggi di grande importanza per la ricerca sul canto gregoriano. La seconda parte è costituita dal Libyer Ymnorum, ossia dalle sequenze di Notkero di S. Gallo. Nuove ricerche hanno confermato che il codice è stato scritto ad Einsiedeln intorno al 960-970, certamente per il terzo abate del monastero, l'inglese Gregor.
Online dal: 31.03.2011
Il manoscritto, che contiene unicamente il commento di Gerolamo al Vangelo di Matteo, è scritto in minuscola carolina dal copista Subo che si firma alla fine del testo (p. 267) e sull'ultima pagina, ora incollata come controguardia (p. 268). Lo stile delle iniziali rimanda all'area retica, mentre il nome Subo è attestato a Disentis. Presente ad Einsiedeln sicuramente dal XVII secolo come attesta l'ex-libris a p. 1.
Online dal: 09.04.2014
Contiene i Moralia in Job di Gregorio Magno. Viene attribuito alla regione di Disentis e datato al primo terzo del sec. IX sulla base delle affinità della scrittura - una minuscola carolina - con quella dell'Einsiedeln 126 sottoscritto dal copista Subo. Presente ad Einsiedeln sicuramente dal XVII secolo come attesta l'ex-libris a p. 3.
Online dal: 09.04.2014
Contiene le Omelie di Gregorio Magno sul profeta Ezechiele ed è vergato da varie mani in una minuscola generalmente ritenuta vicina alla retica, e quindi attribuito da vari studiosi ad uno scriptorium svizzero o all'area retico-lombarda. Una parte delle pagine 204 e 206 e l'intera p. 214 sono scritte in onciale. Presenta numerose iniziali con elementi geometrici e vegetali il cui stile le avvicina a quelle del Sacramentario di Remedio (Cod. Sang. 348). Le maniculae di Heinrich von Ligerz attestano la presenza del ms. ad Einsiedeln già dal sec. XIV.
Online dal: 23.04.2013
Contiene la Expositio Evangelii secundum Lucam di S. Ambrogio. Il codice è stato allestito a Engelberg su commissione dell'abate Frowin (1143-1178), come attesta il verso dedicatorio sulla c. 1. Contiene inoltre tre iniziali decorate con motivi vegetali nella maniera in uso nello scriptorium di Engelberg all'epoca dell'abate Frowin.
Online dal: 19.12.2011
Contiene, insieme ad altri testi, la raccolta di canoni ecclesiastici detta Collectio Quesnelliana. Il codice dovrebbe essere stato scritto in uno scriptorium del nord-est della Francia, ed appartenne in seguito alla biblioteca di corte di Carlomagno. Nel sec. XI è attestato nella biblioteca del duomo di Colonia dove venne annotato da Bernoldo di Costanza. Appartenne poi al vescovo ausiliare di Costanza Jakob Johann Mirgel (1559-1629) per poi giungere, con alcuni altri suoi libri, nella biblioteca del monastero di Einsiedeln.
Online dal: 19.12.2011
Costituiva in origine un unico volume con l'Einsiedeln 281. Il codice è stato allestito in ambito reto-lombardo intorno al sec. VIII/IX. La prima parte (pp. 1-256) è stata scritta in minuscola carolina, la seconda (pp. 258-430) in minuscola retica e la terza (pp. 431-526) in minuscola retica o alemannica. Nel XIV secolo si conservava già ad Einsiedeln come attestano le maniculae apposte da Enrico di Ligerz.
Online dal: 13.12.2013
Si tratta di un esemplare particolarmente bello, scritto in Francia (Parigi?) o nelle Fiandre, del cosiddetto Heilsspiegel, lo Speculum humane salvationis. L'opera stessa è conservata in più di 200 manoscritti ed in numerose stampe. L'opera si suddivide nella storia precedente la salvezza (Vecchio Testamento), nella storia della salvezza del Nuovo Testameno (dall'Annunciazione al Giudizio Universale), nelle 7 stazioni della Passione, nei 7 dolori e nelle 7 gioie di Maria. Oggi è mutilo di 4 fogli e della parte iniziale.
Online dal: 04.11.2010
Il manoscritto costituisce, insieme ai codd. 247(379), 248(380) e 249(381), l'ultimo di quattro tomi contenenti una collezione di vite di santi e passioni di martiri, distribuite secondo l'anno liturgico. I quattro volumi furono sicuramente in uso ad Einsiedeln, dove probabilmente furono anche allestiti. Ogni vita è introdotta da una grande iniziale rubricata e lungo i margini sono presenti numerose glosse e manine di attenzione di Heinrich von Ligerz. Le antiche carte di guardia, ora staccate, hanno lasciato all'interno delle coperte le tracce di un testo liturgico con notazione neumatica e, in quella posteriore, di un'iniziale miniata.
Online dal: 22.03.2017
Questo manoscritto proveniente da Disentis (sec. IX) contiene le Recognitiones di papa Clemente I nella traduzione latina di Rufino di Aquileia. Mancano i libri IV-VI ed alcuni capitoli.
Online dal: 23.04.2013
Il devozionale dell'abate Ulrich Rösch di San Gallo contiene varie preghiere, orari e calendari, è decorato con elaborate iniziali e fu scritto nell'anno 1472.
Online dal: 31.07.2009
Boezio (ca. 476-ca. 525), uno dei più creativi eruditi della tarda antichità e uno dei pensatori più influenti sia nel campo della logica che della filosofia e della teologia, è l'autore delle opere trascritte in questo codice: De arithmetica et geometria e De musica. Entrambe vennero intese nel medioevo come opere di base del Quadrivio. Il manoscritto è stato scritto ad Einsiedeln nel sec. X.
Online dal: 21.12.2009
I frammenti raccolti in questa raccolta vennero staccati prima del 1858 da copertine di libri ad opera di p. Gall Morel e riuniti in un volume intorno al 1860. Si tratta di frammenti di sequenze (due raccolte), melodie di inni (come ancora oggi vengono cantate ad Einsiedeln), tre melodie per il Gloria (la terza viene attribuita a papa Leone IX), tre spettacoli liturgici ed il Novem modi di Hermannus. Il codice è importante per la storia della musica perchè per la prima volta ad Einsiedeln i neumi vengono suddivisi su quattro righe musicali (incise); la lingua è il dialetto corale alemannico.
Online dal: 04.11.2010
Christus und die Minnende Seele (“Cristo e l'anima cortese"); Enrico Suso, Vita e opere. Proprietà dei coniugi Ehlinger-von Kappel (Costanza), il codice giunse poi al convento dominicano di San Pietro a Costanza, quindi probabilmente all'abbazia di Rheinau; dopo la soppressione di quest'ultima giunse in deposito ad Einsiedeln.
Online dal: 26.04.2007
Questo primo volume, dei tre che costituiscono la Bibbia di Engelberg (insieme ai Cod. 4 e Cod. 5), contiene il Pentateuco ed i libri dei profeti. Il disegno a penna con i versi di dedica a c. 1v mostra l'abate Frowin (1143-1178) che consegna il manoscritto a Maria, patrona del monastero. Il grande volume venne scritto, secondo il colophon a c. 281v, da Richene, l'unico copista dell'epoca di Frowin di cui si conosca il nome. L'attenta preparazione della pergamena, con gli artistici rammendi colorati, e lo stile sobrio della scrittura e delle iniziali con pochi colori, sono caratteristici delle opere meglio conservate della biblioteca di Frowin.
Online dal: 09.06.2011
Questo secondo volume, dei tre che costituiscono la Bibbia di Engelberg, contiene, dopo il Cod. 3, i rimanenti libri del Vecchio Testamento. Nei versi a c. 1v si legge come Frowin (1143-1178) dedichi il codice a Maria, patrona del monastero. La struttura e l'organizzazione del codice corrispondono al semplice ma elegante stile dei volumi della biblioteca di Frowin. Il colophon a c. 213r ricorda il nome del copista Richene, che ha scritto anche gli altri due volumi della Bibbia di Engelberg (Cod. 3 e Cod. 5); miniature e titoli sono opera del cosiddetto Maestro di Engelberg. Da notare a c. 69v una raffigurazione colorata a piena pagina di Cristo e della Chiesa.
Online dal: 09.06.2011
Questo terzo volume, dei tre che costituiscono la Bibbia di Engelberg, contiene il Nuovo Testamento. Il codice comprendeva originariamente 204 fogli. Su uno dei fogli ritagliato, che oggi si conserva con la segnatura D 126 nell'archivio del monastero, viene menzionato in un verso di cinque righe il nome di Richene quale copista, scrittore anche dei due volumi con il Vecchio Testamento (Cod. 3 e Cod. 4). L'abate Frowin (1143-1178) ed il suo copista Richene sono raffigurati in una illustrazione a piena pagina a c. 1r. Allo stesso modo sono rappresentati i quattro evangelisti con i loro attributi, ricordati anche in alcuni versi (108v, 134v, 153v, 181r). Alle cc. 103r fino 105v sono inserite le tavole dei canoni. Il manoscritto presenta alcune iniziali non completate, parti lasciate libere per la decorazione ed alcune pagine completamente bianche.
Online dal: 09.06.2011
Questo codice con il Commento di Agostino ai Salmi venne realizzato, unitamente ad una intera serie di opere di questo Padre della Chiesa (Cod. 12-18, 87-88 e 138), nello scriptorium di Engelberg. Un verso di due linee a c. 1r attesta la sua realizzazione durante l'abbaziato di Frowin (1143-1178). Il testo è redatto in una scrittura minuta, curata e pulita. Contiene qualche iniziale decorativa figurata con gli usuali motivi a racemi e a bulbi. Il testo è altrimenti suddiviso da iniziali in rosso appena decorate.
Online dal: 09.06.2011
Il manoscritto contiene i 15 libri di Agostino sulla Trinità. A c. 1v sotto i Capitula si trova un disegno a penna raffigurante il Padre della Chiesa con i suoi tre oppositori. Il codice è stato decorato molto artisticamente dal cosiddetto Maestro di Engelberg. All'inizio dei vari libri ci sono delle grandi iniziali ad inchiostro rosso-marrone e nero con motivi figurativi, inframezzate da altre più piccole di colore rosso e riccamente ornate. Le circostanze della realizzazione del volume sono dettagliatamente spiegate nel verso del copista a c. 1r: promotore era stato l'abate di Engelberg Berchtold (1178-1197), morto però poco dopo l'inizio del lavoro di copia; l'opera venne terminata sotto il suo successore Heinrich (1197-1223).
Online dal: 09.06.2011
Il manoscritto contiene l'interpretazione di Agostino al Vangelo di Giovanni. Conformemente al contenuto del verso a c. 1r il codice è stato realizzato sotto l'abbaziato di Frowin (1143-1178). La struttura del codice, la scrittura e la decorazione – sporadiche iniziali decorate con tralci e motivi a bulbo (2v, 5v, 136v) che si alternano con iniziali più semplici rubricate che suddividono le parti del testo – sono molto simili a quelle del Cod. 13.
Online dal: 09.06.2011
Il manoscritto contiene le prediche del Padre della Chiesa Agostino. Nel verso a c. 1r l'abate Frowin di Engelberg (1143-1178) dedica il codice a Maria, patrona del monastero. Le prediche sono elencate in un indice alle cc. 1v-3r. La metà dell'ultimo foglio (221) è stata asportata, sul foglio di guardia posteriore il copista ha sperimentato la sua penna (probacio penne). Come nella maggior parte dei volumi della biblioteca di Frowin, strappi e fori sono stati accuratamente rammendati.
Online dal: 09.06.2011
Il codice contiene la Città di Dio di Agostino. La realizzazione del manoscritto ha probabilmente avuto inizio al tempo dell'abbaziato di Frowin di Engelberg (1143-1178) ed è stata terminata, o il codice decorato, all'epoca del suo successore Berchtold (1178-1197). L'ultimo foglio, che come d'abitudine per lo scriptorium di Engelberg all'epoca di Frowin e Berchtold potrebbe contenere i versi di dedica, è stato asportato. Alcune delle iniziali decorate sono state erase e rifatte.
Online dal: 09.06.2011
Il manoscritto contiene alle cc. 3v-142v le Omelie di Gregorio Magno sul profeta Ezechiele. Alle cc. 1v-3r il tam veteris quam novi testamenti testimonia della stessa mano che ha copiato il testo, alle cc. 143r-144r segue un breve trattato di grammatica di altra mano più tarda; la parte inferiore di c. 144 è stata asportata. A c. 4r, in una riga al di sopra del testo, il volume viene attribuito all'abate Frowin di Engelberg (1143-1178). Le parti danneggiate della pergamena sono accuratamente rammendate con diversi colori. Due delle iniziali decorate, conformemente allo stile più redente di Engelberg, sono campite su fondo colorato (24v e 76v). Alcune notizie marginali sono di mano più tarda.
Online dal: 09.06.2011
Questo codice contiene il primo dei quattro volumi dei Moralia in Iob di Gregorio Magno. I volumi seguenti sono contenuti nei codici 21, 22 e 23. Il primo volume contiene la prima (f. 6r-99r) e la seconda parte (99r-193v), entrambe suddivise ciascuna in cinque libri. All'inizio del codice si trova una raffigurazione artistica a piena pagina nel quale è raffigurato nella metà superiore di Giobbe con i tre amici ed in quella inferiore una raffigurazione di Gregorio Magno ed un monaco intento a scrivere. Sulla parte posteriore, in realtà il recto del foglio, si legge un verso leonino su due righe con una dedica per Frowin. Il foglio venne descritto accuratamente da P. Karl Stadler nel suo catalogo manoscritto redatto nel 1787, circostanza che ha permesso di attribuire chiaramente questo membrum disiectum, oggi conservato nel The Cleveland Museum of Art, 1955.74 (Purchase from the J.H. Wade Fund), a questo codice.
Online dal: 09.06.2011
Il manoscritto contiene i Moralia in Iob di Gregorio Magno. Conformemente al contenuto del verso a c. 1r il codice è stato realizzato durante l'abbaziato di Frowin di Engelberg (1143-1178). I singoli capitoli sono introdotti da iniziali decorative di colore rosso e marrone; rispetto al prime due iniziali (6r e 16v) quelle che seguono sembrano non essere state completate. Gli Explicit sono scritti in maiuscole di colore rosso. Strappi e fori della pergamena sono talvolta rammendati, ma in modo meno artistico rispetto agli altri manoscritti della biblioteca di Frowin (per es. Cod. 16). Tra le cc. 39 e 40 è stata inserita una striscia di pergamena con un'aggiunta.
Online dal: 09.06.2011
Questo manoscritto, analogamente al Cod. 34 , contiene 150 sermoni dell'abate cistercense Bernardo di Clairvaux (1090-1153). Il modulo della scrittura, ad inchiostro marrone scuro, è generalmente uniforme. I titoli dei vari sermoni sono scritti in rosso. La c. 97v è rimasta bianca. Per quanto riguarda la decorazione, il manoscritto presenta molte iniziali decorate con motivi a racemi e a bulbi su fondo policromo, e numerose iniziali piccole, per la maggior parte ornate in rosso o blu, talvolta con elementi di origine insulare (59r, 67v). Il codice è stato probabilmente realizzato all'epoca dell'abbaziato di Berchtold (1178-1197).
Online dal: 04.10.2011
Questo manoscritto, analogamente al Cod. 33, contiene 150 sermoni dell'abate cistercense Bernardo di Clairvaux (1090-1153) che questi, a detta del testo iniziale a c. 1v, avrebbe esposto ai suoi discepoli e, per favorirne la diffusione, sarebbero stati trascritti da un certo Godefridus. Il testo, scritto da una mano regolare ad inchiostro marrone scuro, è interamente decorato con maiuscole rosse, a cui si inframezzano iniziali decorate con colore rosso e verde. Un'altra mano, che usa un inchiostro marrone chiaro, ha scritto, serrate nel margine superiore e talvolta rifilate, delle brevi annotazioni al testo ed alle affermazioni dell'autore. Il codice è stato probabilmente realizzato all'epoca dell'abbaziato di Berchtold (1178-1197).
Online dal: 04.10.2011
Il manoscritto contiene le omelie sul vangelo di Beda il venerabile, elencate in un indice dei capitoli alle cc. 2r e 2v, 65v e 66r. L'autore è raffigurato mentre sta redigendo il testo in una miniatura a colore a piena pagina, incorniciato dagli attributi degli evangelisti. Il testo, redatto con inchiostro di colore marrone che va dal chiaro allo scuro, è suddiviso da iniziali rubricate, incipit ed explicit; all'inizio anche il nome di Maria, patrona del monastero di Engelberg, viene evidenziato con l'uso di maiuscole o del colore rosso. Le cc. 3r e 11v contengono grandi iniziali decorate con più colori. Strappi e fori della pergamena sono rammendati artisticamente. A c. 1r un verso in due righe menziona quale epoca di realizzazione del manoscritto gli anni di abbaziato dell'abate di Engelberg Frowin (1143-1178).
Online dal: 09.06.2011
Questo codice con le interpretazioni di Gerolamo ai Vangeli di Matteo (1v-103r) e Marco (103v-128v) non è riccamente decorato, contiene però due iniziali più ricche, con vari colori (5r, 103v). Il testo, scritto con inchiostro nero e marrone scuro, presenta molti cambi di mano. Le suddivisioni del testo quali incipit ed explicit, capitoli ed indicazioni di capitolo, sono ad inchiostro rosso, una sola volta decorata con una figura (51v). Il verso di due righe a c. 1r attesta che il manoscritto è stato realizzato all'epoca dell'abate Frowin di Engelberg (1143-1178).
Online dal: 04.10.2011
A detta del verso in due righe a c. 1r il codice è stato realizzato all'epoca dell'abate Frowin di Engelberg (1143-1178). Contiene delle semplici iniziali decorate rosse, raramente con più colori, e piccole iniziali con motivi a bulbo (2r, 25v, 41r, 54r, 62v). Il codice, dalle caratteristiche tipiche dei volumi della biblioteca di Frowin, è scritto ad inchiostro marrone da un'unica mano regolare; gli incipit dei singoli libri sono rubricati. Qua e là le maiuscole sono leggermente più grandi o ritoccate in rosso. I due terzi inferiori della c. 119 sono ritagliati.
Online dal: 04.10.2011
Questo codice contiene l'Hexaemeron di S. Ambrogio. A c. 1r il volume, indicato con il titolo esatto, viene dedicato in un verso di due righe alla madre di Dio e patrona del monastero Maria dall'abate di Engelberg Frowin (1143-1178). Più sotto, della stessa mano, si legge un verso in sei righe che a sua volta fa riferimento al contenuto del volume. Una piccola iniziale ad inchiostro blu, verde e rosso, tipica dei codici della biblioteca di Frowin, introduce il primo libro. I rimanenti sono suddivisi tramite semplici iniziali rosse. Le annotazioni nel testo e nei margini, scritte con inchiostro scuro ed in poche parti marrone chiaro, sono di un'unica mano che risalta per la scrittura pulita ed equilibrata.
Online dal: 04.10.2011
Questo manoscritto contiene l'interpretazione di Gerolamo ai dodici libri dei profeti. I profeti sono ogni volta raffigurati all'inizio del rispettivo libro in un'iniziale. Il nome del profeta è scritto con inchiostro rosso nel margine superiore di ogni doppia pagina. I vari paragrafi dei prologhi sono talvolta introdotti da piccole iniziali decorate colorate. L'organizzazione della pagina, eccetto che nei prologhi, è in tre colonne: quella centrale contiene il testo biblico, a sinistra ed a destra si legge in caratteri minori il testo dell'interpretazione. Un verso in due righe a c. 1r attribuisce il manoscritto alla biblioteca dell'abate di Engelberg Frowin (1143-1178).
Online dal: 04.10.2011
Questo volume costituisce una copia del commento di Agostino al „Discorso del Signore sulla montagna“. All'elenco dei capitoli (1r-1v) fa dapprima seguito la „Ritrattazione di S. Agostino al discorso del Signore sulla montagna“ (1v-5r). I due libri del testo principale sono introdotti ognuno da una iniziale decorata a colori (5r, 55r). Il ductus della scrittura ad inchiostro nero è equilibrato e unitario. Sul verso della carta di guardia anteriore, in un verso in due linee, l'abate di Engelberg Frowin (1143-1178) si dichiara committente dell'opera.
Online dal: 04.10.2011
La parte principale del manoscritto consiste nell'Antiphonale. I canti per la messa per l'anno liturgico e per le feste dei santi (ff. 3v-83v), in gran parte con neumi, sono stati completati con dei canti per le processioni, litanie e con un sequenziario (ff. 83v-109r). Rilegati all'inizio (ff. 1r-2v) ed alla fine (ff. 109r-122v) ci sono delle aggiunte del sec. XIII, tra cui una sequenza in lingua tedesca con neumi dedicata a Maria (fol. 115r) e un'elegia sulla morte del re svevo Filippo di Svevia assassinato nel 1208 (fol. 117v).
Online dal: 23.09.2014
Questo commento di Pascasio Radberto al Libro delle lamentazioni di Geremia venne trovato nel 1963, insieme ad altri 9 manoscritti, nel corso di lavori di costruzione in una intercapedine nella biblioteca di Engelberg. Sulla base dei versi trascritti a c. 1r il manoscritto può essere attribuito alla biblioteca dell'abate di Engelberg Frowin (1143-1187). Le caratteristiche del ductus e della decorazione corrispondono ai volumi di Frowin: dal testo ad inchiostro marrone scuro fino alle iniziali talvolta ritoccate in rosso, incipit ed explicit rubricati, semplici iniziali ad inchiostro rosso e iniziali decorate con tralci vegetali e motivi a bulbo in vari colori (2r, 40v, 73r, 126r, 163r).
Online dal: 04.10.2011
Scomparso per vari secoli, il manoscritto è stato ritrovato, unitamente ad altri codici (tra questi i codd. 1003, 1005, 1007, 1009) nel corso di lavori edili in un interstizio nel soffitto della biblioteca abbaziale di Engelberg. Il motivo che aveva portato al loro occultamento– protezione da furti o da un'altro tipo di minaccia – rimangono sconosciuti. In ragione della sua confezione e del verso a c. 1r, il manoscritto può essere collocato nella serie di volumi con opere di Agostino (Cod. 12-18, 87-88 e 138) della biblioteca dell'abate Frowin (1143-1178).
Online dal: 09.06.2011
Copia di Engelberg dell'opera Historiarum adversum paganos libri VII di Orosio. Tale esemplare fu commissionato durante l'abbaziato di Frowin (1143-1178). Contiene, tra l'altro, notevoli iniziali miniate ad Engelberg ed una grande varietà di glosse. Il manoscritto è un'accurata copia dell'esemplare sangallese Cod. 621 (IX secolo). Il testo di Engelberg servì a sua volta in seguito come modello per il cod. 60 della Stadtbibliothek di Sciaffusa.
Online dal: 31.07.2007
Fa parte di antifonario in tre volumi realizzato in doppia copia per la liturgia del capitolo collegiale di San Vincenzo della città di Berna, fondato nel 1484/85. Contiene l'intera parte invernale del Temporale e Santorale e del comune dei santi secondo la liturgia della diocesi di Losanna. La decorazione, costituita da varie iniziali miniate, è attribuita al Miniatore del breviario di Jost von Silenen, un miniatore itinerante che operò a Friburgo, Berna, Sion e in seguito Ivrea e Aosta, e che deve il suo nome al breviario in due tomi realizzato intorno al 1493 per il vescovo di Sion Jost von Silenen (1482-1496). In seguito all'introduzione della Riforma nel 1528, e alla conseguente secolarizzazione del capitolo, nel 1530 l'intero gruppo di antifonari venne disperso: quattro furono venduti alla cittadina di Estavayer-le-Lac che li utilizzò per la liturgia della collegiata di S. Lorenzo, mentre altri due - tra cui il pendant di questo - giunsero in circostanze non ancora chiarite a Vevey e si conservano tuttora nel Museo storico.
Online dal: 18.12.2014
Fa parte di un antifonario in tre volumi realizzato in doppia copia per la liturgia del capitolo collegiale di San Vincenzo della città di Berna, fondato nel 1484/85. Contiene il Proprium de sanctis ed il Commune de sanctis per la parte estiva (25 marzo-25 novembre) secondo la liturgia della diocesi di Losanna. La decorazione, analoga a quella del volume I, è attribuibile ad un altro miniatore anonimo e di minor qualità. In seguito all'introduzione della Riforma nel 1528, e alla conseguente secolarizzazione del capitolo, nel 1530 l'intero gruppo di antifonari venne disperso: quattro furono venduti alla cittadina di Estavayer-le-Lac che li utilizzò per la liturgia della collegiata di S. Lorenzo, mentre altri due - tra cui il pendant di questo - giunsero in circostanze non ancora chiarite a Vevey e si conservano tuttora nel Museo storico.
Online dal: 18.12.2014
Fa parte di un antifonario in tre volumi realizzato in doppia copia per la liturgia del capitolo collegiale di San Vincenzo della città di Berna, fondato nel 1484/85. Contiene la parte estiva del De Tempore (il pendant è costituito dal vol. IV) secondo la liturgia della diocesi di Losanna. La decorazione è costituita da cinque iniziali miniate, filigranate e cadelle, dello stesso artista che ha decorato il vol. I. In seguito all'introduzione della Riforma nel 1528, e alla conseguente secolarizzazione del capitolo, nel 1530 l'intero gruppo di antifonari fu disperso: quattro furono venduti alla cittadina di Estavayer-le-Lac che li utilizzò per la liturgia della collegiata di S. Lorenzo, mentre altri due giunsero in circostanze non ancora chiarite a Vevey e si conservano tuttora nel Museo storico.
Online dal: 18.12.2014
Fa parte di un antifonario in tre volumi realizzato in doppia copia per la liturgia del capitolo collegiale di San Vincenzo della città di Berna, fondato nel 1484/85. Contiene la parte estiva del De Tempore (il pendant è costituito dal vol. III) secondo la liturgia della diocesi di Losanna. La decorazione è costituita da cadelle, iniziali filigranate e da una unica iniziale miniata con bordura a c. 1r di un miniatore anonimo. In seguito all'introduzione della Riforma nel 1528, e alla conseguente secolarizzazione del capitolo, nel 1530 l'intero gruppo di antifonari venne disperso: quattro furono venduti alla cittadina di Estavayer-le-Lac che li utilizzò per la liturgia della collegiata di S. Lorenzo, mentre altri due giunsero in circostanze non ancora chiarite a Vevey e si conservano tuttora nel Museo storico.
Online dal: 18.12.2014
Il codice, composto unicamente di 28 fogli e contenente un messale parziale di rito ambrosiano, proviene dall'oratorio di S. Bernardino di Faido (Canton Ticino). Questo venne nuovamente consacrato nel XV secolo (probabilmente nel 1459) sotto il patronato della famiglia Varesi, che forse in quell'occasione lo dotò del codice per permettere la celebrazione della messa. Ai primi fascicoli (1-12, 16-19) fece probabilmente aggiungere quello con la messa per il patrono S. Bernardino (20-25), e il foglio sciolto con le due miniature con la Maiestas domini e la Crocifissione. La scrittura, una rotunda gotica di tipo italiano, contrasta con le miniature che mostrano una certa affinità con delle incisioni colorate dell'epoca di area tedesca.
Online dal: 13.06.2019
La Offnung di Burgau del 1469 è una fonte giuridica medievale. Regola i rapporti tra i membri di un comune, di una corte, o di una marca di un circolo di giustizia (qui la bassa giustizia di Burgau presso Flawil) e il suo giudice, il balivo: a quell'epoca Rodolfo IX Giel di Glattburg, un ministeriale dell'abate del monastero di S. Gallo. Originariamente gli ordini di Flawil, Gebhartschwil, Uffhoven e Rudlen, e quelli di Burgau, erano riuniti in un solo volume. Gli ordini di Flawil (fino a p. 17) sono poi stati tolti e rilegati separatamente. Alle pp. 18-28 precede la trascrizione degli ordini di Burgau quella degli ordini di gebhartschwil, uffhoven und rudeln. Il volume era affidato al rispettivo ammann di Burgau (presidente del tribunale). Dopo il 1798, in seguito all'abolizione della bassa giustizia, diventò di proprietà della corporazione del villaggio di Burgau. Dopo la sua fusione con Flawil passò in custodia all'amministrazione comunale di Flawil.
Online dal: 23.06.2014
Miniatura ritagliata, dipinta finemente con colori brillanti e colorati. È raffigurata la presentazione di Gesù nel tempio, come è descritta nel Vangelo di Luca. Maria e Giuseppe portano il ragazzo dall'anziano profeta Simeone per ottenere la sua benedizione. Una delle due donne dietro Maria tiene nella mano destra due colombe, che secondo le prescrizioni devono essere sacrificate. Nella mano sinistra porta candele accese, che indicano la festa a cui è dedicato l'evento, cioè la Presentazione al Tempio. Al di sotto di Gesù pregano tre figure inginocchiate: una domenicana e l'illustre coppia di committenti. La scena è inserita in una N iniziale, decorata con viticci, che si trova all'inizio del cantico di Simeone per la festa di Maria: Nunc dimittis, domine, servum tuum in pace (Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace). Le parole visibili in alto Intercede pro nobis (Prega per noi [Santa Madre di Dio]) seguono alla fine del canto. Sul verso si è conservata una parte dell'antifona liturgica con il testo Postquam impleti sunt dies purgationis (Quando venne il tempo della loro purificazione). Il frammento è stato acquistato nel 1978 dal canton Turgovia da Sotheby's a Londra. Proviene dalla collezione di Robert von Hirsch a Basilea (1883-1977).
Online dal: 12.12.2019
Miniatura ritagliata da un magnifico manoscritto. L'Annunciazione raffigurata nell'iniziale M all'inizio del testo Missus est Gabriel (Gabriel è stato inviato) viene celebrata il 25 marzo. In un bordo rettangolare verticale disegnato geometricamente sono collocati uno di fronte all'altro l'arcangelo Gabriele e Maria, ciascuno nello spazio definito dall'arco della M. Gabriele tiene un cartiglio con il suo saluto a Maria in ascolto AVE GRACIA PLENA (Ave, piena di grazia). Le aste verticali della lettera M terminano in foglie di palmetta, che sporgono nello spazio circostante la miniatura e che sono state accuratamente ritagliate. Sopra le foglie di palmetta sulla destra si vedono delle linee rosse per la musica e una sola nota. Si tratta dell'illustrazione da un libro di grande formato e di alta qualità pittorica, con colori chiari e opachi in tonalità rosa, verde e blu, finemente graduate. Il testo musicale sul verso può essere assegnato ai versetti 2.2, 4.11 e 4.13 dl Cantico dei Cantici. Il foglio proviene dallo stesso corale come l'iniziale con la rappresentazione della "Morte di Maria". Entrambi i fogli mostrano stazioni del ciclo mariano, dove T09393 illustra la prima fase, T 9394 l'ultima. Dal punto di vista stilistico possono essere avvicinati a tre fogli della collezione de Bastard d'Estang della Bibliothèque nationale de France a Parigi (AD 152G, PL 842-3, AD 150H, PL 51). Nel 1994, il canton Turgovia ha acquisito entrambi i frammenti sul mercato antiquario a Parigi. In precedenza, erano nelle mani di un privato in Svizzera.
Online dal: 12.12.2019
Miniatura particolarmente grande ritagliata da un magnifico manoscritto. Nella iniziale V al testo Vidi speciosam dedicato alla festa dell'Assunzione del 15 agosto, la Madre di Dio giace sul letto di morte, circondata da tre apostoli e da Gesù, che riceve la sua anima in forma di piccola figura femminile. La scena è inserita in una cornice rettangolare con un motivo geometrico che si ripete. Dall'iniziale V sulla sinistra si diramano tre rami con foglioline e rosette, che sono ritagliate. La pittura con toni di blu e rosso brillante è di alta qualità pittorica. Il testo del canto sul verso è tratto dai versetti biblici 26-32 della Lectio prima del Vangelo di Luca. Il frammento proviene dallo stesso corale come la miniatura con la raffigurazione dell'«Annunciazione di Maria». Entrambi mostrano stazioni del ciclo mariano, dove T 9393 illustra la prima tappa, T 9394 l'ultima. Dal punto di vista stilistico possono essere avvicinati a tre fogli della collezione de Bastard d'Estang della Bibliothèque nationale de France a Parigi (AD 152G, PL 842-3, AD 150H, PL 51). Nel 1994, il canton Turgovia ha acquisito entrambi i frammenti sul mercato antiquario a Parigi. In precedenza, erano nelle mani di un privato in Svizzera.
Online dal: 12.12.2019
Frammento di foglio proveniente da un corale. Due illustrazioni rettangolari sovrapposte in verticale nel bordo sinistro mostrano due fasi della vita di Caterina: nella parte superiore si rifiuta di obbedire all'imperatore e rivolge la sua attenzione solo a Gesù. La parte inferiore rappresenta il rapporto d'amore spirituale tra Caterina e Cristo nel senso di amor cortese. Sul resto del frammento di pergamena e sul verso è trascritto un testo liturgico composto da notazione musicale e testo. Sotto le righe rosse con notazione musicale in nero si trova la riga di testo corrispondente. Le illustrazioni sono state realizzate in un atelier di miniatura nel quale è stato realizzato anche il graduale dal convento delle domenicane di St. Katharinental (Museo nazionale svizzero Inv. LM 26117 / Museo storico di Turgovia Inv. T 41401). Entrambe le miniature appartengono alla stessa mano che ha dipinto le due figure al di sotto dell'iniziale nel fol. 179v del graduale. Questo miniatore si caratterizza per le figure fragili dai gesti vivaci, un raffinato disegno interno dei volti, colori tenui e la gioia della narrazione pittorica con elementi pittorici originali. Il foglio è stato acquistato nel 2011 dallo Historisches Museum Thurgau in un'asta a Zurigo.
Online dal: 12.12.2019
Il processionale (dal lat. processio = andare avanti, sfilare dentro e fuori la chiesa) con l'ordine della processione e i canti e i testi che vi venivano recitati, è costituito di due unità codicologiche. La prima parte, risalente all'ultimo quarto del XV secolo, con canti e preghiere per tutto l'anno ecclesiastico, è adorna di sette iniziali miniate policrome con scene tratte dal Vangelo. Le sezioni cantate presentano una notazione quadrata in nero. Mentre la prima parte probabilmente non è stata realizzata in o per il convento di Katharinental (TG), la seconda parte contiene i nomi delle stazioni e delle reliquie che venivano trasportate ed è quindi destinata alle processioni del monastero delle domenicane.
Online dal: 19.03.2020
Breviario, rubricato in rosso e blu, con numerose iniziali su fondo d'oro e drôleries nel margine inferiore. Il calendario presenta i segni zodiacali ed i lavori tipici contadini per ogni mese dell'anno. Da sottolineare in special modo le rappresentazioni a piena pagina di s. Cristoforo (p. 176), dell'Adorazione dei magi (p. 178) e della Crocifissione (p. 179). La menzione di alcuni santi nel calendario e nel resto del manoscritto fanno supporre che questi sia stato prodotto a Besançon. Per vie sconosciute è poi giunto in possesso della famiglia Wallier patrizia di Soletta: si vedano le note di possesso di Guillaume Wallier (XVI sec.) e di Henri Wallier (1605) a p. 4 e 731, di quest'ultimo anche all'interno della coperta anteriore. A p. 90 del catalogo della Biblioteca cantonale turgoviese del 1858 gli viene attribuita la provenienza da Fischingen. Il manoscritto è forse giunto a Fischingen tramite uno dei due abati di Fischingen provenienti da Soletta, Augustin Bloch da Oberbuchsitten (1776-1815) o Franz Fröhlicher di Bellach ultimo abate di Fischingen (1836-1848).
Online dal: 23.04.2013
Il manoscritto a piena pagina, realizzato nella seconda metà del XV secolo, è stato scritto con molta cura da uno scriba in minuscola umanistica. L'opera comprende i due testi Cribratio Alcorani (ff. 1r-70r) e Contra Bohemos (ff. 70v-90r) del cardinale Nicolò Cusano (1401-1464). Con la Cribratio Alcorani egli cercò di intraprendere un preciso studio filologico e storico del Corano e nel Contra Bohemos si è occupato di ussitismo. Il frontespizio del manoscritto (f. 1r) presenta una decorazione a «bianchi girari». Nella bordura sono integrate le iniziali che introducono il testo principale e due medaglioni con stemmi. Questi mostrano un leone bianco su fondo blu e sono sovrastati dalle insegne papali. Lo stemma può essere messo in relazione con papa Paolo II (Pietro Barbo, 1464-1471), ciò che mostra che il manoscritto è stato commissionato dal papa stesso o almeno sotto il suo pontificato. I titoli dei capitoli sono in oro con uno sfondo blu e verde. Singole iniziali sono state sottolineate con maggiore forza e una decorata a bianchi girari come il frontespizio. La ricca legatura decorata con ornamenti vegetali, medaglioni e raffigurazioni di santi risale al XVI secolo. Nel medaglione centrale sul piatto anteriore è raffigurata Maria con Gesù.
Online dal: 10.12.2020
Il manoscritto cartaceo a piena pagina è datato al 20 dicembre 1453 (c. 163r). Il Liber officiorum è stato scritto da una mano principale, che ha aggiunto anche annotazioni marginali in rosso lungo tutto il manoscritto. Una seconda mano è responsabile delle glosse interlineari, di altre annotazioni marginali e delle manine di attenzione. I titoli dei capitoli e le lombarde sono in rosso lungo tutto il volume. Ognuna delle tre parti del manoscritto è introdotta da una iniziale con una figura (c. 1r, 69r, 112v). La c. 1r è stata inoltre decorata con una cornice di ornamenti vegetali. L'ex-libris all'interno della coperta anteriore indica Georg Alfred Kappeler (1839-1916, teologo e pastore) di Frauenfeld quale proprietario del manoscritto. La famiglia Kappeler è documentata a Frauenfeld dal 1443. Attraverso le cariche di insegnante o pastore rivestite, la famiglia Kappeler apparteneva alla classe media colta del XIX secolo, alla quale apparteneva anche Georg Alfred Kappeler. L'eredità di Georg Alfred Kappeler vive ancora oggi nella Biblioteca cantonale turgoviese attraverso alcuni preziosi manoscritti e stampati.
Online dal: 10.12.2020
Il manoscritto dello Schwabenspiegel venne fatto realizzare nel 1410. Contiene una raccolta di leggi nazionali e feudali in uso nel tardo medioevo nella Germania meridionale e nella odierna Svizzera di lingua tedesca. Vi sono trascritti inoltre i libri biblici collegati dei Re e dei Maccabei, così come una prima traduzione tedesca della Handfeste (carta di franchigia), il diritto civico di Friburgo del 1249. Da segnalare che nel manoscritto figura una miniatura con il gonfalone della città di Friburgo, per la prima volta rappresentato con i colori bianco e nero ancora oggi in uso.
Online dal: 21.12.2009
Nel 1646 il Piccolo Consiglio di Friburgo affidò a Pierre Crolot, un artista della Franca Contea, il compito di riprodurre le bandiere e gli stendardi presi dalle truppe friburghesi nel corso delle campagne di Sundgau, di Borgogna e d'Italia (fine del sec. XV – inizio del sec. XVI) e fino ad allora esposte nella chiesa di S. Nicola. Nel 1822 vengono perse le tracce di questi oggetti, tranne tre cappe dell'ordine borgognone del Toson d'Oro (oggi esposte nel castello di Gruyère). Il libro contiene 42 miniature: tre frontespizi presentano gli stemmi della città, dei suoi baliaggi e le armi dei membri del Piccolo Consiglio, trenta tavole raffigurano gli stendardi e nove tavole rappresentano dei pezzi di abbigliamento e degli arazzi borgognoni. Il libro delle bandiere è nello stesso tempo un oggetto d'arte, una preziosa documentazione riguardante degli oggetti scomparsi e una testimonianza della gloria delle truppe friburghesi alla fine del medio evo.
Online dal: 04.07.2012
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte invernale del Proprium de tempore. Il codice pergamenaceo venne scritto tra il 1511 ed il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo. La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo. La legatura, databile intorno al 1517, dell'atelier dei francescani di Friburgo.
Online dal: 20.12.2012
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte invernale del Proprium de tempore. Il codice pergamenaceo venne scritto tra il 1511 ed il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo. La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo. La legatura, databile intorno al 1528-1559, dell'atelier dei francescani di Friburgo.
Online dal: 09.04.2014
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte estiva del Proprium de tempore e il Commune sanctorum. Il codice pergamenaceo venne scritto tra il 1509-1510 e il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo. La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo.
Online dal: 20.12.2012
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte estiva del Proprium de tempore e il Commune sanctorum. Il codice pergamenaceo venne scritto tra il 1509-1510 e il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo. La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo.
Online dal: 09.04.2014
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte invernale del de Sanctis, l'Officium B.M.V. e il Commune Sanctorum. Il codice pergamenaceo venne scritto tra il 1510 ed il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo da due mani (A e B). La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo, e di un aiuto.
Online dal: 20.12.2012
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte invernale del de Sanctis, l'Officium B.M.V. e il Commune Sanctorum. Il codice pergamenaceo venne scritto tra il 1510 ed il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo da due mani (A e B). La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo, e di un aiuto.
Online dal: 09.04.2014
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte estiva del de Sanctis e l'Officium B.M.V. Il codice pergamenaceo venne interamente scritto tra il 1510 ed il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo dalla mano B (cf. Archivio del Capitolo di S. Nicola, ms. 5). La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo.
Online dal: 20.12.2012
L'antifonario con notazione musicale, il cui testo corrisponde all'Ordinario di Losanna, contiene la parte estiva del de Sanctis e l'Officium B.M.V. Il codice pergamenaceo venne interamente scritto tra il 1511 ed il 1517 nella bottega del maestro Ruprecht (Fabri) a Friburgo. La decorazione è di Jakob Frank, del convento agostiniano di Friburgo.
Online dal: 09.04.2014
Il «Schulordnung und Satzungen der neuaufgerichteten und reformierten Schule zu Freiburg im Üchtland» (o cosiddetto "Katharinenbuch"), contiene il regolamento per la scuola superiore, come avrebbe dovuto essere fondata a Friburgo all'epoca della riforma cattolica, secondo il modello delle scuole riformate. Ne è ritenuto autore Peter Schneuwly (1540-1597) che probabilmente frequentò egli stesso le scuole a Friburgo. Dal 1557 compì gli studi a Friburgo in Brisgovia dove acquisì un Magister artium. Dal 1564 fece parte del clero dei canonici di S. Nicola a Friburgo, nel 1565 divenne canonico e nel 1566 predicatore in città. In questo periodo si collocano anche i primi lavori preparatori per il "Katharinenbuch". Negli anni 1577-1597 Schneuwly fu vicario generale della diocesi di Losanna e inoltre, negli anni 1578-1587, prevosto di S. Nicola. Il "Katharinenbuch" è nello stesso tempo il documento di fondazione della camera degli scolarchi della città di Friburgo, in suo possesso fino al sec. XIX. La riforma scolastica fortemente voluta da Schneuwly non entrò mai in vigore poichè nel 1580, su iniziativa stessa di Schnuewly, vennero chiamati a Friburgo i gesuiti cui venne affidato l'intero sistema scolastico superiore.
Online dal: 13.12.2013
Manoscritto cartaceo contenente le Vite parallele di Plutarco nella traduzione latina. Sulla prima pagina presenta un'iniziale d'oro su fondo a bianchi girari e nel margine inferiore uno stemma, forse di Guiniforte Zazzi giurista di Pavia, ai cui lati si legge il nome di Peter Falck (†1519), l'umanista friburghese tramite il quale il manoscritto giunse a Friburgo per passare poi alla biblioteca dei cappuccini, e nel 2004 alla Biblioteca universitaria.
Online dal: 04.10.2011
Questa raccolta di testi agiografici è stata copiata da varie mani nel secondo terzo del XIII secolo, probabilmente a Hauterive. La presenza di alcuni testi fa pensare in effetti ad un'origine cistercense (Vie di S. Roberto di Molesme, l'autore Geoffroy de Hautecombe) e regionale conforme a quanto si conosce di Hauterive in epoca medievale (Vita di S. Teodoro vescovo di Sion, Vita e Miracula di S. Nicolao di Mira, Vita di S. Elisabetta di Turingia, Passio di S. Maurizio e dei suoi compagni, di Eucherio di Lione. Alla fine del libro si trova un insieme di testi che si riferiscono alla confessione. L'ultimo di questi ci fornisce una testimonianza su di un'attività dei monaci ancora poco conosciuta: l'inquadramento pastorale delle monache cistercensi. Il manoscritto presenta tuttora la sua rilegatura originale, in parte mutilata, ma ancora perfettamente riconoscibile: una legatura con dei larghi risvolti che ricoprono i tagli del libro.
Online dal: 09.04.2014
Breviario ad uso della diocesi di Losanna preceduto dal salterio. Le varie parti del testo sono introdotte da iniziali miniate di fattura arcaica. Secondo una notizia riportata alla fine del testo il codice sarebbe stato eseguito intorno al 1400 su incarico di Pierre Frenscher di Montagny, parroco a S. Nicola di Friburgo, da Magister Gilles. Un'altra annotazione ricorda una sua donazione di denaro per l'altare di S. Silvestro nella chiesa di S. Nicola in Friburgo.
Online dal: 04.10.2011
Breviario ad uso della diocesi di Losanna. Le aggiunte del calendario attestano che il codice fu in uso dal XIV sec. in un convento domenicano di Losanna. La decorazione è costituita da iniziali decorate per lo più a carattere vegetale e drôleries nei margini. Il codice è stato pesantemente rifilato in occasione di una nuova rilegatura effettuata nel XVIII sec.
Online dal: 14.12.2017
Salterio-innario ad uso domenicano. I santi ricordati nel calendario rimandano ad una possibile origine dalla Germania meridionale ma anche dalla Boemia. Soprattutto le caratteristiche della decorazione, delle iniziali miniate e filigranate, fanno propendere per quest'ultima origine, e per una datazione alla prima metà del sec. XV (comunicazione Martin Roland, Vienna).
Online dal: 04.10.2011
Questo messale cistercense, realizzato intorno al 1300, rappresenta una fase già avanzata dello sviluppo di questo tipo di libro liturgico: i canti del graduale sono interamente integrati nel sacramentario e non sono più accompagnati da notazione musicale ; sono inoltre scritti in una calligrafia più piccola. Sotto questa forma, il messale poteva servire all'officiante sia per la messa conventuale che per la messa privata, conosciuta dai cistercensi sin dai loro inizi. Il luogo di origine del codice non è stabilito con certezza. Senza dubbio si trova a Hauterive a partire dal sec. XV, dove vi è stata rinnovata la legatura. L'illustrazione del canone offre un bell'esempio di iniziali filigranate delle fine del sec. XIII; la decorazione dei tralci sembra qui ancora « addomesticata » da una incorniciatura rigorosa. (da Joseph Leisibach, Liturgica Friburgensia. Des Livres pour Dieu, 1993, p. 89).
Online dal: 31.03.2011
Piccolo ma corposo (198 cc.) libro di preghiere in lingua tedesca, nella variante della Germania del nord («mittelniederdeutsch») e, vista la forma femminile di molte orazioni, destinato ad una donna. Tranne una miniatura a piena pagina raffigurante Cristo nel ruolo di giardiniere al cui cospetto si presenta Maria Maddalena (Noli me tangere), le altre miniature sono state asportate. Un ex-libris all'interno della coperta anteriore informa che il codicetto è stato donato alla biblioteca di Friburgo nel 1891 da Franz Xaver Karker, canonico della cattedrale di Breslau.
Online dal: 08.10.2020
Contiene il cartulario e il registro censuario del priorato cluniacense di Rüeggisberg, nel Canton Berna, primo priorato cluniacense in area germanofona e probabilmente il più antico convento nel territorio bernese. È costituito di due parti distinte riunite probabilmente a Berna all'inizio del XVI sec., o nel 1484, quando il priorato venne soppresso ed i suoi beni incorporati nell'appena fondato capitolo bernese di S. Vincenzo. La prima parte (cc. 1-200 e 261-267) contiene le trascrizioni eseguite nel 1425-1428 di documenti vari, bolle, e del registro censuario del priorato ricopiate da cartulari più antichi. Nella seconda parte (cc. 201-260) sono trascritti i documenti emanati dopo la incorporazione al capitolo di S. Vincenzo.
Online dal: 08.10.2020
Graduale frammentario ad uso dei frati eremiti di S. Agostino scritto nel 1539 da Jacobus Frank che si lascia ritrarre nel margine inferiore di c. 51r. Contiene numerose miniature con stemmi, motti e monogrammi scritti da varie mani dal 1538 al 1594. Le miniature sono state in parte ritagliate ed in seguito talvolta reincollate nel codice.
Online dal: 04.10.2011
Questo messale della diocesi di Losanna rispecchia nel contenuto il Cod. 7 del convento dei francescani di Friburgo. La decorazione è costituita da lettere decorate con una elegante filigrana di colore rosso, blu e verde, e dalla pagina con il Te igitur inquadrata da un fregio con foglioline trilobate e un uccello con un fiore nel becco. La pagina a fronte, che probabilmente conteneva una miniatura con la Crocifissione, è stata asportata. Appartenente alla collezione di Karl Friedrich von Steiger († 1982), è stato acquistato dalla BCU di Friburgo nel 1991.
Online dal: 08.10.2020
Antifonario dal convento dei francescani di Friburgo, datato 1488 come si legge nel colophon a c. 241v. Sono presenti delle drôleries nei margini o nelle iniziali. Contiene una miniatura (c. 14v Nascita di Cristo) e delle belle iniziali (fiori, frutta, zucchine) attribuite al Miniatore del breviario di Jost von Silenen.
Online dal: 09.04.2014
Graduale dal convento dei francescani di Friburgo, secondo quanto si ricava dalla nota di possesso sulla carta di guardia era ancora in uso nel XVI-XVII secolo. Legatura del XVI secolo. Scritto in minuscola gotica intorno al 1300. L'inizio delle feste più importanti viene sottolineato da grandi iniziali, a volte con delle miniature (per es. c. 128v Ascensione, c. 132v miracolo della Pentecoste).
Online dal: 09.04.2014
La Bible Historiale è la Bibbia tradotta in francese ed in prosa da Guyart des Moulins alla fine del XIII sec. Presentata sotto forma di una Storia santa, sposa la Vulgata di Gerolamo e la Historia Scholastica di Pietro Comestore. Fu rapidamente completata con il secondo tomo della Bible du XIIIe siècle (Bibbia del XIII secolo). Largamente diffusa nei secoli XIV e XV, attualmente ne sono recensiti 144 esemplari completi o frammentari.
Online dal: 22.03.2012
La Bible Historiale è la Bibbia tradotta in francese ed in prosa da Guyart des Moulins alla fine del XIII sec. Presentata sotto forma di una Storia santa, sposa la Vulgata di Gerolamo e la Historia Scholastica di Pietro Comestore. Fu rapidamente completata con il secondo tomo della Bible du XIIIe siècle (Bibbia del XIII secolo). Largamente diffusa nei secoli XIV e XV, attualmente ne sono recensiti 144 esemplari completi o frammentari.
Online dal: 22.03.2012
La Bible Historiale è la bibbia tradotta in francese e in prosa da Guyart des Moulins alla fine del XIII secolo. Presentata sotto forma di una Storia santa, essa sposa la Vulgata di Gerolamo e la Historia Scholastica di Pietro Comestore. Fu rapidamente completata dal secondo tomo della Bible du XIIIe siècle . Largamente diffusa nei secoli XIV e XV, attualmente se ne conoscono 144 esemplari completi o frammentari.
Online dal: 26.09.2017
In quest'opera, composta alla fine del sec. XIV a Valenzia, l'autore descrive l'universo angelico ispirandosi al De triplici gerarchia di Dionigi Areopagita. Largamente diffuso nella seconda metà del sec. XV, il testo è tradotto in francese e venne stampato per la prima volta a Ginevra nel 1478. Miniato dal Maestro del Boccaccio di Ginevra, il Ms. fr. 5 presenta lo stemma di Jeanne de Laval, seconda moglie del re Renato d'Anjou.
Online dal: 18.12.2014
La Legenda aurea è una delle opere più copiate di tutto l'Occidente medievale. Presentata sotto forma di brevi testi, mescola le feste del temporale e del santorale celebrate nel corso dell'anno, seguendo l'ordine del calendario liturgico. Largamente diffusa non solo in latino ma anche nelle lingue volgari, essa ha conosiuto molteplici usi quale strumento di predicazione e fonte di edificazione morale attrivarso la lettura laica o religiosa.
Online dal: 25.06.2015
Questa storia universale, una delle più ampie del Medioevo, è un compendio di storie bibliche e profane. Databile al terzo quarto del XV secolo, decorato da un artista fiammingo di grande fama, Guillaume Vrelant, questo manoscritto presenta delle miniature di alta qualità.
Online dal: 09.12.2008
Jean de Courcy scrisse tra il 1416 ed il 1422 una cronaca intitolata la Bouquechardière dal nome del suo feudo. La cronaca, che comprende sei libri, è una compilazione di racconti mitologici, biblici e leggendari. Il primo volume contiene i primi 3 libri, cioè la storia della Grecia, di Troia e dei Troiani sfuggiti alla distruzione della loro città. Il manoscritto di Ginevra è stato prodotto nell'atelier lionese detto di Guillaume Lambert. Presenta dei magnifici frontespizi miniati all'inizio di ognuno dei libri che costituiscono l'opera.
Online dal: 09.04.2014
Jean de Courcy scrisse tra il 1416 ed il 1422 una cronaca intitolata la Bouquechardière dal nome del suo feudo. La cronaca, che comprende sei libri, è una compilazione di racconti mitologici, biblici e leggendari. Il secondo volume contiene gli ultimi 3 libri, cioè la storia degli Assiri, dei Macedoni e Alessandro, e dei Maccabei. Il manoscritto di Ginevra è stato prodotto nell'atelier lionese detto di Guillaume Lambert. Presenta dei magnifici frontespizi miniati all'inizio di ognuno dei libri che costituiscono l'opera.
Online dal: 09.04.2014
Questa compilazione storica in francese, i cui racconti vanno dalla Genesi a Giulio Cesare, ha conosciuto un grande successo nel Medioevo. La prima redazione risale al XIII secolo. Questa copia incompleta si conclude con il trionfale ritorno a Roma di Pompeo. Prodotto a Parigi, il manoscritto presenta 34 miniature dipinte in grisaille.
Online dal: 18.06.2020
Questo manoscritto dell'inizio del XVI secolo contiene il secondo libro delle Illustrations de Gaule et singularitez de Troye di Jean Lemaire de Belges (1473-1524), seguito dai XXIV coupletz de la valitude et convalescence de la royne trescrestienne e dal virelai «Espritz haultains». Si tratta dell'unico manoscritto conosciuto che contiene questi tre testi. Reca la firma autografa di Lemaire de Belges (c. 199v).
Online dal: 14.06.2018
Su richiesta di Carlo il Temerario, Vasco da Lucena tradusse nel 1470, con il titolo «Traitté des faiz et haultes prouesses de Cyrus», la Ciropedia di Senofonte secondo la versione latina di Poggio (Institutio Cyri, 1445). Miniato dal «Maitre des prières de 1500», il manoscritto presenta sette miniature nelle quali si racconta la storia di Ciro, che ispirò il duca di Borgogna nelle sue azioni politiche e militari.
Online dal: 04.10.2018
Vasco da Lucena ha tradotto in francese l'Histoire d'Alexandre di Quinto Curzio Rufo su richiesta di Isabella del Portogallo, moglie di Filippo il Buono, duca di Borgogna. Egli completò il testo lacunoso dello scrittore romano appoggiandosi soprattutto ai testi di Plutarco e di Giustino. Terminato nel 1468, questa traduzione, che presenta un Alessandro conquistatore, spogliato delle leggende ereditate dalla letteratura cortese, è dedicato al figlio di Isabella, Carlo il Temerario. L'esemplare conservato presso la biblioteca di Ginevra è stato miniato da un artista fiammingo, il Maître d'Edouard IV, attivo a Bruges alla fine del XV secolo, e da una seconda mano non meglio identificata.
Online dal: 23.09.2014
Su richiesta di Jean II di Francia, il domenicano Pierre Bersuire (Petrus Bercorius) iniziò tra il 1354 e il 1356 la traduzione delle tre decadi (I, III e IV) allora conosciute dell'Ab Urbe condita di Tito Livio. Questa storia di Roma si estende dalla fondazione della città fino alla lotta dei Romani contro i Celtiberi. L'esemplare conservato alla biblioteca di Ginevra data dell'inizio del sec. XV e reca l'ex-libris del duca di Berry. E' stato dipinto dal «Maître des Cleres femmes» di Jean de Berry e da artisti attivi nella maniera del «Maître du duc de Bedford».
Online dal: 21.12.2010
Il Mignon è una raccolta di diversi racconti storici e di testi morali o filosofici. Henri Romain è l'autore del riassunto delle tre Decadi di Tito Livio e del Compendium historial, una raccolta di storie antiche. Laurent de Premierfait è il traduttore del De la vieillesse di Cicerone e infine Jean Courtecuisse è il traduttore del Des quatres vertus cardinales di Seneca. Prodotto dall'atelier di Maître François, questo manoscritto presenta sette bei frontespizi miniati.
Online dal: 08.10.2020
Quest'opera, anche conosciuta col titolo “Livre de Jules César”, è una raccolta di testi di Giulio Cesare, Sallustio, Svetonio e Lucano, composta negli anni 1211-1214. Il suo autore, rimasto sconosciuto, intendeva raccontare la storia dei primi dodici imperatori romani, ma terminò la sua impresa alla fine della narrazione della vita di Giulio Cesare. L'esemplare ginevrino è stato miniato da varie mani di cui la principale, attribuita al “Maître de l'échevinage de Rouen”, ha dipinto il frontespizio. Reca le armi di Louis bastardo di Borbone, figlio illegittimo di Carlo I di Borbone.
Online dal: 08.10.2015
Questa storia delle crociate è una traduzione, nel dialetto delle Fiandre francesi, dell'opera Historia rerum in partibus transmarinis gestarum di Guglielmo di Tiro. Questo manoscritto è stato miniato da uno dei più grandi miniatori del XV secolo, Simone Marmion.
Online dal: 09.12.2008
Scrivano e notaio fiorentino, Brunetto Latini prese la via dell'esilio nel 1260 dopo la sconfitta dei Guelfi nella battaglia di Montaperti. Stabilitosi in Francia fino al 1266, vi redasse il Trésor,un'enciclopedia in prosa, in francese, largamente diffusa fino alla fine del XV secolo. Il miniatore che ha illustrato l'esemplare conservato presso la Biblioteca di Ginevra è conosciuto con il nome convenzionale di "Master of the Geneva Latini" o anche come "Maître de l'échevinage de Rouen". Adorno in origine di quattro frontespizi, il manoscritto ne presenta ora solo due, uno dei quali con la famosa raffigurazione di un mercato urbano medievale.
Online dal: 23.09.2014
Su richiesta del re Filippo III il Temerario, il frate domenicano Lorenzo scrisse un libro di istruzione religiosa per laici. Nel terzo e quarto trattato (cc. 6r-33r) si ispirò al Miroir du monde compilando due trattati di quest'opera composta nel XIII secolo e ampiamente diffusa nel regno. Il quinto trattato sulle virtù (cc. 33r-99r) è l'unica parte originale di Frate Lorenzo. Il miniatore che ha dipinto le 8 miniature non è identificato ma probabilmente ha lavorato nel nord della Francia.
Online dal: 10.10.2019