Trascrizione delle opere esegetiche De tabernaculo e De templo, come pure delle Quaestiones in libros regum di Beda il Venerabile († 735), allestita nella seconda metà del IX secolo nell'abbazia di San Gallo.
Online dal: 31.07.2009
Codice realizzato probabilmente nell'impero franco occidentale, forse a Tours nel primo terzo del sec. IX, contenente una copia dell'interpretazione di Alcuino di York (intorno al 730-804) del Vangelo di Giovanni. La carta di guardia iniziale mostra tracce di una pagina del Vergilius Sangallensis (Cod. Sang. 1394).
Online dal: 20.12.2012
Copia disadorna, ma importante dal punto di vista del testo, dell'opera De ecclesiasticis officiis libri IV (denominata anche Liber officialis) del liturgista ed arcivescovo Amalario di Metz († intorno all'850), scritta probabilmente all'epoca del vice-abate e abate Hartmut (872-883) nel monastero di S. Gallo. Il manoscritto presenta, tra il libro 3 ed il libro 4, aggiunte alle pagine 349-361, cinque lettere di Alamario di Metz a diversi destinatari.
Online dal: 20.12.2012
Glossario biblico latino-latino (i termini latini sono spiegati in latino), scritto in una minuscola carolina verso l'anno 900, probabilmente nell'abbazia di San Gallo. Comprende numerose prove di penna all'inizio e alla fine del glossario.
Online dal: 31.07.2009
Raggruppamento di glossari di diverso tipo: glossari biblici, glossari dei testi dei Padri della Chiesa (come per esempio della lettera di Gerolamo a Marcella o delle omelie ai Vangeli di papa Gregorio Magno). Alla parola latina dei rispettivi testi fa seguito una spiegazione in latino o una traduzione in volgare (alemannico). Inoltre il manoscritto contiene anche glossari tecnici (per es. dei Canoni, degli uccelli, pesci, della medicina, dei rapporti di parentela). I glossari, tra i più antichi testimoni della lingua tedesca, sono stati compilati da vari monaci del monastero di S. Gallo nella seconda metà del sec. IX. I fogli di pergamena della prima metà del manoscritto sono in gran parte rovinati nel margine superiore.
Online dal: 20.12.2012
Copia della prima parte della Expositio super psalmos di Walafrid Strabo (808/09-849) - Salmi da 1 a 76 - scritta nel sec. IX nell'abbazia di S. Gallo. Contiene inoltre due lettere di Gerolamo (lettera nr. 30 Ad Paulam e n. 28 Ad Marcellam).
Online dal: 21.12.2009
Copia incompleta del commento ai salmi di Pietro Lombardo (ai Salmi 80-150). Manca la prima metà (fascicoli 1-27). La decorazione del libro si limita a delle lettere iniziali rosse. Le iniziali previste nei punti di suddivisione del salterio (Salmi 101, 109) non sono state eseguite.
Online dal: 14.12.2018
Manoscritto composito latino risalente all'epoca tra il 1150 ed il 1250, scritto nella Germania meridionale, forse anche a S. Gallo. Il volume contiene (non del tutto complete) le prediche di Bernardo di Clairvaux al Cantico dei cantici veterotestamentario (Sermones super cantica canticorum), la storia della prima crociata di Roberto di Reims (Historia Hierosolimitana), l'opera De locis sanctis dell'erudito e santo Adomnán di Jona († 704), una Relatio sull'apostolo Tommaso così come dei brevi versi sulle parti delle ore canoniche (Versus de horis canonicis) e dei versi sulle dieci piaghe d'Egitto (Versus de plagis Aegyptii).
Online dal: 07.10.2013
Il manoscritto cartaceo è composto da quattro unità codicologiche e risale (contrariamente a Scherrer) al XV secolo. La prima parte comprende i fogli bianchi A-F e presenta un'antica cartulazione 182-187 del XV secolo. La seconda parte (c. G e cc. 1-22) contiene dapprima, a c. Gv un lungo indice barrato e al di sotto uno più breve aggiornato, entrambi del XV secolo. Segue, alle cc. 1ra-22rb il sermone o trattato De passione domini, che nel manoscritto e nei cataloghi precedenti è stato attribuito a Heinrich von Langenstein, ma che in realtà potrebbe essere stato scritto da Heinrich Totting von Oyta († 1397). Sulla base delle annotazioni in rosso all'inizio e alla fine del trattato (c. 1ra, 22rb), è stato copiato su incarico del domenicano Conrad Bainli. La terza parte (cc. 23-81) tramanda un altro sermone o trattato De passione domini e fu scritto da un secondo copista il quale, secondo il colophon (c. 74va), eseguì la copia nel 1446, sempre per conto di Conrad Bainli. La quarta parte (cc. 82-129) contiene dapprima alle cc. 82ra-116ra l'Expositio dominicae passionis di Giordano di Quedlinburg. Secondo il colophon (c. 116ra), Conrad Bainli, uno dei due probabili scriba dell'Expositio, completò personalmente la trascrizione nel 1437. Seguono, alle cc. 117ra-123ra, estratti dai quattro Vangeli (concordanza evangelica sulla Passione?) di un altro scriba il quale, secondo il colophon (c. 123ra), ha realizzato la copia nel 1437, sempre per conto di Conrad Bainli. La legatura risale al XV secolo e presenta delle assi in legno riutilizzate.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto è stato realizzato tra la fine del XIV e poco dopo la metà del XV secolo. Una prima sezione (pp. 17-347) è stata scritta in gran parte da Johannes Schorand (eccetto le pp. 17-47) ed è datata al 1398 alle pp. 123, 303 e 347. Le pp. 348-412 sono vergate da diverse mani del XV secolo. L'ultima parte (pp. 413-538) è di mano del frate domenicano Cuonradus Bainli e riporta diverse date: 1455 (pp. 470, 475 e 488) e 1458 (p. 538). Il manoscritto contiene principalmente sermoni, ma anche altri testi, soprattutto teologici. Alle pp. 17-124 si trovano i Sermones super Pater noster di Godefridus Heriliacensis (da Erlach sul lago di Bienne), seguiti alle pp. 124-303 dai sermoni De tempore. L'explicit a p. 303 (Explicit Jacobus de Foragine) è fuorviante: solo alcuni sermoni sono di Jacopo da Varagine. Piuttosto, i primi 58 sermoni sono identici a una raccolta di prediche di un anonimo francescano, conservata a Oxford, Merton College, MS 236 (XV secolo) e denominata «Mendicus» dal suo incipit. A partire dall'undicesima domenica dopo Pentecoste, il Cod. Sang. 329 è un misto della raccolta di sermoni «Mendicus» e di altri aggiuntivi tratti dai Sermones de tempore di Jacopo da Varagine. A queste due raccolte di sermoni seguono alcuni testi più brevi: pp. 304-347 il Tractatus de symbolo fidei di Aldobrandino da Toscanella, alle pp. 348-353 un sermone sulla Pasqua tratto dalla Expositio evangeliorum dominicalium di Alberto da Padova (incipit Maria Magdalene et Maria Jacobi et Salome emerunt aromata ... Licet magna leticia sit rem desideratam invenire), alle pp. 355-357 delle norme di diritto canonico, alle pp. 358-360 il capitolo De sancto Petro apostolo dalla Legenda aurea di Jacope da Varagine e alle pp. 363-413 un Tractatus de amore dei, anime. Le pagine scritte da Cuonradus Bainli iniziano con il Commentarius in decem praecepta di Henricus de Frimaria (pp. 413-475, con un indice dettagliato alle pp. 470-475), seguito da un Sermo de sacramento corporis Christi (pp. 479-488) e da un testo intitolato Biblia virginis Marie (pp. 488-538, con un indice dettagliato alle pp. 488-491). Il codice presenta diverse foliazioni contemporanee. Il manoscritto era di proprietà di Johannes Lener e, dopo la sua morte, di Johannes Engler (cfr. le annotazioni di mano di Johannes Schorand alle pp. 124 e 347, corrette o aggiunte da una mano del XV secolo). Il volume si trovava nella biblioteca del monastero di S. Gallo al più tardi dalla metà del XVI secolo (p. 353 timbro della biblioteca dell'abate Diethelm Blarer del periodo 1553-1564).
Online dal: 20.12.2023
Antifonario databile all'incirca all'anno 1000, con calendario e graduale (scritto e corredato di eleganti neumi probabilmente dal monaco Hartker), "Ordo missae" e sacramentario. Monumento inestimabile di storia della musica.
Online dal: 12.06.2006
Sontuoso sacramentario sangallese per la celebrazione della Messa, databile agli anni dell'abate Norberto di Stablo (1034-1072). Con calendario, graduale e sacramentario. Tra le altre, cinque pregiate miniature a tutta pagina illustrano le più importanti festività dell'anno liturgico (Natale, Venerdì santo, Pasqua, Ascensione, Pentecoste).
Online dal: 12.06.2006
L'incompleto Sacramentario gelasiano di Remedius, composto a Coira intorno all'anno 800, al tempo del vescovo Remedius; è uno dei più importanti testi liturgici del tempo. Contiene le preghiere recitate dal vescovo o dai sacerdoti per la messa e l'amministrazione dei sacramenti. Esso rappresenta anche uno dei capolavori della cultura letteraria retica dell'epoca carolingia; è decorato con numerose e fantasiose iniziali, ancora influenzate dai modelli irlandesi. La sua presenza nel convento di San Gallo è già attestata dall'anno 850 circa.
Online dal: 09.12.2008
Letture in tedesco dai vangeli e dalle epistole secondo l'anno liturgico (Proprium de tempore; Proprium de sanctis e Commune sanctorum) proveniente dal convento delle domenicane di S. Caterina di S. Gallo, copiato da un modello del convento delle domenicane di S. Caterina di Norinberga nel 1483 da Elisabeth Muntprat, una delle copiste più attive di questo convento femminile. I testi venivano letti ad alta voce nel refettorio delle domenicane durante i pasti. Il codice, nel quale sono state incollate delle silografie colorate, giunse nella biblioteca del monastero di S. Gallo nel 1780.
Online dal: 20.12.2012
Il manoscritto, disadorno e probabilmente non vergato a S. Gallo, è un doppio lezionario o Lectionarium plenarium sive „Comes duplex“. Il lezionario segue la prassi delle pericopi della città di Roma e contiene le letture per la messa (Vecchio Testamento / Storie degli apostoli, Lettere e Vangeli). Difettoso nella parte iniziale, comincia con il Natale.
Online dal: 13.12.2013
Secondo delle nuove ricerche il cosiddetto Evangelistario di Wolfcoz - un importante capolavoro risalente al secondo quarto del IX secolo - non sarebbe stato prodotto nel monastero di S. Gallo ma nello scriptorium di Reichenau all'epoca del bibliotecario Reginberto. Studi di carattere paleografico da una parte, e delle pericopi aggiunte per i santi di Reichenau Giorgio, Marco e Pancrazio (p. 201-219) dall'altra, hanno condotto a queste nuove conclusioni.
Online dal: 31.12.2005
Breviario costituito da varie parti: 1) Capitula e orationes per il periodo dal primo Avvento all'ottava di Pentecoste così come le domeniche e i giorni feriali (pp. 3–48). 2) Proprium de tempore (con letture, preghiere, estratti di prediche, antifone, responsori e inni), per il periodo dal primo Avvento fino al sabato dopo Pentecoste (pp. 49–280). Le antifone e i responsori sono corredati di neumi. 3) Proprium de sanctis (pp. 281–419), i canti qui non presentano neumi. Inizia con s. Andrea (30 novembre) e termina con s. Petronilla (31 maggio). 4) Proprio per la Pasqua fino alla seconda domenica dopo l'ottava di Pasqua (pp. 421–466). 5) Responsori e antifone De sanctis in pascali tempore (pp. 466–468). 6) Lectiones per totam ebdomadam per i giorni della settimana della terza e quarta settimana dopo l'ottava di Pasqua (pp. 469–484). 7) Capitula per i notturni, la Sesta e la Nona del periodo di Pasqua (p. 485). 8) Orationes per i notturni, la Sesta e la Nona nei giorni della settimana usque ad ascensionem Domini (pp. 486–487). 9) Capitula e orationes per i Vespri, le Laudi e la Sesta per le prime quattro domeniche dopo l'ottava di Pasqua (pp. 488–489). 10) Inni (e sequenze Cantemus cuncti melodum, p. 504) (pp. 502–504 e 506). Le parti 1-3 sono state scritte per la maggior parte nel secolo XIII (con numerose aggiunte e correzioni su rasura fino al sec. XV). Le parti 4-6 risalgono al XIV secolo, le parti 7-10 al XV secolo. Al più tardi dal secolo XV (forse dal 1450, v. p. 1) in possesso del monastero di S. Gallo.
Online dal: 17.03.2016
Libro d'ore, composto per un convento femminile sconosciuto della diocesi di Basilea: esempio straordinario della prima arte libraria gotica. Contiene un calendario, 14 miniature sulla vita di Cristo e di Maria, un salterio, cantici e una litania dei santi.
Online dal: 12.06.2006
Il voluminoso manoscritto in pergamena è stato vergato in textualis nel XIV secolo. Il testo, su due colonne, è suddiviso da lombarde rosse e blu, titoli e abbreviazioni in rosso; le parti e le feste particolarmente importanti del breviario sono evidenziate da occasionali iniziali filigranate rosse e blu. Il breviario inizia a p. 1a con il vespro della Vigilia pasquale (cioè il Sabato Santo) e termina alle pp. 807a-817b con la festa di S. Corrado (26 novembre). Seguono alle pp. 817b-819b la lettura In nocte sancte Anne e quattro letture In divisione apostolorum (cfr. p. 433b, p. 457b) come aggiunte della stessa mano e infine l'ulteriore complemento della rubrica in rosso Passio sancti Placidi martyris, sociorum eius 35 martyrum prima [?] lectio [?] di un'altra mano più tarda del XV secolo. Tra le feste dei santi si segnalano quella di Gallo (p. 662a) e la sua ottava (p. 708a) e quella di Otmaro (p. 759b) e la sua ottava (p. 789b). A p. 666 si trova il timbro della biblioteca dell'abate Diethelm Blarer del periodo 1553-1564. La legatura con assi in legno risale al XV o XVI secolo. Il rivestimento in pelle è decorato sui piatti con ferri decorativi. Mancano i ganci di chiusura e le borchie originali. All'interno delle coperta anteriore e posteriore sono visibili le impronte dei fogli di guardia staccati, e dei frammenti incollati con della scrittura. Anteriormente e posteriormente sono stati inseriti e cuciti due (p. A-D), rispettivamente un foglio di carta (p. Y-Z). La paginazione non è corretta: A-D, 1-155, 155a, 156-433, 435-621, 623-819, Y-Z.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto cartaceo contiene letture brevi (capitula), collectae, preghiere, inni, antifone e responsori per la liturgia delle ore per tutto l'anno, oltre al Commune sanctorum. Questo «collettario esteso» è stata redatto - probabilmente nel XIV secolo - in una textualis corsiva con l'aggiunta di rubriche in rosso. Il manoscritto presenta in alcuni punti forti segni d'uso, con i bordi delle pagine consumati e bruniti. A p. 25 si trova il timbro della biblioteca dell'abate Diethelm Blarer del periodo 1553-1564. La legatura in assi lignee risale al XIV o XV secolo. All'interno degli assi sono presenti impronte di frammenti con scrittura ebraica.
Online dal: 25.04.2023
Sezione invernale (dalla prima domenica d'Avvento al Sabato santo) di un breviario scritto nel monastero di San Gallo tra il 1034 e il 1047, con letture e canti per la liturgia delle ore dei monaci; vi si trovano aggiunte riconducibili a un lasso di tempo che si estende fino al XIV secolo. È uno dei più antichi breviari di San Gallo esistenti, ed è preceduto da un calendario e da tavole per il computo. La sezione estiva corrispondente è tràdita dal codice Sang. 387.
Online dal: 24.05.2007
Sezione invernale (dalla prima domenica d'Avvento al Sabato santo) di un breviario per la liturgia delle ore dei monaci scritto intorno al 1030 e comprendente aggiunte riconducibili al periodo successivo, fino al secolo XIV. Il codice contiene anche, a corredo di un ampio lezionario ed antifonario, un calendario e tavole computistiche. È uno dei più antichi breviari di San Gallo esistenti.
Online dal: 24.05.2007
Il breviario, mancante dellla parte finale, inizia con il Proprium de tempore dal primo di Avvento al sabato dopo la terza domenica dopo Pasqua (pp. 1-384). Seguono il Commune sanctorum (pp. 384-386), il Proprium de sanctis da Tiburzio e Valentiano (14 aprile) fino a Primo e Feliciano (9 giugno), prima che il Proprium de tempore continui con la quarta domenica dopo Pasqua. Il breviario si interrompe a metà della quinta domenica dopo Pasqua. Poiché non contiene quattro letture per ogni notturno nelle domeniche, come sarebbe consuetudine nell'ordine benedettino, ma solo tre, non può aver avuto origine nel monastero di S. Gallo. Il codice, che presenta forti segni d'uso, è scritto da più mani su una spessa pergamena con molti fori, alcuni con risarciture. Molte pagine sono state tagliate al di sotto dello specchio di scrittura. Le antifone e i responsori presentano neumi senza linee, anch'essi realizzati da più mani. La decorazione è costituita da lombarde rosse e iniziali, tra cui alcune zoomorfe (p. 172: drago; p. 217: uccello con due teste; p. 231: drago). Numerosi frammenti di un manoscritto liturgico tardomedievale fungono da brachette.
Online dal: 14.12.2022
Lectionarium officii estivo con le letture per la preghiera del coro; scritto nel sec. X nell'abbazia di S. Gallo.
Online dal: 21.12.2009
Il manoscritto, scritto da più mani, raccoglie in totale 66 prediche, la maggior parte di Beda e Gregorio Magno, poche di Agostino e Girolamo e alcune singole di Ambrogio, Fulgenzio, Giovanni Crisostomo, Massimo, Origene e altri autori sconosciuti. Alcune omelie sono intere, di altre vi sono solo degli estratti. Dalla legatura sono state tolte quattro strisce del manoscritto dell'Editto di Rothari, ora conservate nella Stiftsbibliothek di San Gallo sotto la segnatura Cod. Sang. 730. All'interno dei piatti sono visibili le impronte in negativo di questi frammenti.
Online dal: 14.12.2018
Tutto il codice è stato scritto da un unico copista. Contiene una raccolta di letture dei notturni. Le sezioni sono introdotte da iniziali in rosso. Nel XIII secolo sono state aggiunte delle annotazioni marginali. All'interno dei piatti della legatura sono visibili le impronte in negativo di frammenti del Vangelo di Luca nella versione più antica della Vulgata. L'impronta in negativo proviene da due fogli staccati nel 1932 e da allora, insieme ad altri frammenti di questo manoscritto della Vulgata, conservati nel Cod. Sang. 1395.
Online dal: 14.12.2018
Sontuoso esemplare, con numerose iniziali di eccezionale valore e finemente eseguite; eccellente anche l'immagine di dedica (S. Agostino). Vi sono tràditi principalmente sermoni per importanti festività di santi.
Online dal: 12.06.2006
Il manoscritto contiene le letture per i notturni del mattutino, dell'ufficio notturno, delle domeniche, delle feste e dei giorni feriali. Comprende il Proprium de tempore dal primo Avvento alla fine dell'anno liturgico (comprese le feste dei santi tra Natale e l'Epifania). Poiché il matutinale non contiene quattro letture per ogni notturno della domenica, come sarebbe consuetudine nell'ordine benedettino, ma solo tre, non può essere stato scritto originariamente per il monastero di S. Gallo. Alle pp. 233/234 si trovano numerose aggiunte marginali del XIV o XV secolo alla festa della Trinità. La decorazione è costituita da lombarde rosse e semplici iniziali, alcune con filigrana accennata (ad es. a p. 75). La pergamena presenta numerosi fori, alcuni con risarciture. Molte pagine sono state tagliate al di sotto dello specchio di scrittura. Una striscia di un manoscritto liturgico dell'XI secolo è rilegata intorno al primo e all'ultimo fascicolo del codice come brachetta (la metà posteriore della striscia intorno all'ultimo fascicolo è paginata come p. 414/415). Sulla coperta anteriore c'è l'impronta di una pagina di un salterio del XIII secolo, su quella posteriore quella di un sacramentario (?) dell'XI secolo.
Online dal: 14.12.2022
Il codice, scritto nel sec. XIII, contiene un lezionario del mattutino per le feste dei santi ed un antifonario per tutto l'anno liturgico. L'antifonario porta il titolo In nomine domini incipiunt antiphone secundum morem Marbacensis ecclesie. Tuttavia non si tratta probabilmente di un manoscritto dal monastero riformato di Marbach in Alsazia. In base agli offici, che indicano un collegamento con S. Gallo, è piuttosto da supporre una origine nel monastero di canonici regolari di S. Lorenzo di Ittingen, che era di propietà del monastero di S. Gallo, ma che seguiva le Consuetudines di Marbach. Il foglio di guardia anteriore (p. 2/1) contiene una grande parte dell'officio di Gallo, probabilmente da un manoscritto del sec. X/XI. Vi sono trascritte sia le letture che i canti (questi ultimi con neumi). La successione dei responsori e delle antifone non corrisponde a quella nell'antifonario di Hartker, Cod. Sang. 391.
Online dal: 20.12.2012
Manoscritto miscellaneo, con opere in prevalenza liturgiche e spirituali, realizzato tra l'845 e l'870 all'abbazia di San Gallo. Tramanda, tra l'altro, il Liber de exordiis et incrementis quarundam in observationibus ecclesiasticis rerum – opera liturgica di Valafrido Strabone abate di Reichenau (808/09-849) –, i cosiddetti Ordines Romani – il primo manuale di storia della liturgia in Occidente –, un trattato liturgico di Amalario di Trier, il primo capitolare del vescovo Teodolfo di Orléans, due trattati sul battesimo e sulla messa attribuiti ad Alcuino, i capitolari (documenti legislativi diocesani) di Haito, vescovo di Basilea e abate di Reichenau.
Online dal: 09.12.2008
Copia del Martirologio di Adone di Vienne († 875). Tramanda, in appendice, vite di antiche santi trascritte nel monastero sangallense intorno agli anni 880/890, probabilmente dallo stesso Notkero Balbulo.
Online dal: 12.12.2006
Il manoscritto composito appartenne al monaco di S. Gallo Gall Kemli, che ne fece rilegare le parti, alcune delle quali risalgono al XIV secolo, e le intercalò con pagine bianche, completate da lui stesso e da altri scribi. Per questo motivo sono presenti molte diverse mani e impaginazioni. I blocchi di testo collegati più lunghi costituiscono una raccolta di sermoni (Liber Sagittarius, pp. 3-61), uno specchio di confessione (pp. 71a-92b), commenti a inni e sequenze (pp. 118-217b) e una raccolta di racconti di exempla dalla storia antica, apparentemente compilati dallo stesso Kemli, in parte tratti dalle Gesta romanorum (pp. 226-357). La legatura in pelle risale al XV secolo.
Online dal: 22.09.2022
Manoscritto composito contenente prevalentemente dei testi a carattere teologico così come, quale parte preponderante, il Vocabularius Ex quo (pp. 61–212). I rimanenti testi sono un commento all'innario nel quale si alternano la strofa di un inno e la rispettiva spiegazione (pp. 1–56), il breve trattato De humani cordis instabilitate (pp. 57–60), Prediche (pp. 212–229, 240–268 e 268–273), la Vita di Alberto Siculo (pp. 230–239), lo Speculum humanae salvationis (pp. 274–335), un breve trattato sui vizi e le virtù chiamato Etymachia o Lumen animae (pp. 335–345), estratti da Gerolamo, Agostino e altri (pp. 346–368), così come lo Speculum ecclesiae di Ugo di S. Caro (pp. 370–391). L'ultimo testo è scritto su pergamena palinsesta, la cui scriptio inferior è una rotunda. Sono rimaste quattro iniziali filigranate in rosso e blu nell'ultimo testo (pp. 372, 373 e 375). Sulle ultime pagine responsori per Natale (Descendit de celis deus verus), la festa di s. Marco (Beatissimus Marcus discipulus) e Commune plurimum martyrum (Viri gloriosi sanguinem fuderunt), poi il tropo pasquale (Quem queritis), con melodie e notazione quadrata su quattro linee (pp. 392–394). Il manoscritto è costituito di pergamena e carta, mescolati talvolta addirittura all'interno di un fascicolo. Il codice si trova al più tardi dal 1553/64 nel monastero di S. Gallo (timbro della biblioteca p. 60).
Online dal: 23.06.2016
Vite di santi sangallesi scritte nella prima metà del IX secolo nel monastero di San Gallo. Vi sono anche inclusi diversi brevi testi agiografici e liturgici, tra cui: la migliore versione della vita di Colombano, composta da Giona di Bobbio; l'unica copia esistente della vita di San Gallo, fondatore di San Gallo, composta dal monaco di Reichenau Wetti all'incirca negli anni 816/824.
Online dal: 09.12.2008
Manoscritto composito contenente le vite dei 12 Apostoli e vite di altri antichi santi romani. Questa copia, realizzato verso il 900, probabilmente non è stata allestita all'abbazia di San Gallo. La seconda e la terza parte furono scritte a San Gallo durante l'XI secolo ed includono, rispettivamente, tre sermoni e due testi frammentari di contenuto liturgico.
Online dal: 31.07.2009
Manoscritto miscellaneo agiografico contenente un gran numero di vite di santi, per lo più benedettini; trascritto e rilegato in un volume nell'abbazia di San Gallo tra il X e il XIII secolo. Contiene, tra le altre, le vite dei santi Remaclo, Gangolfo, Willibrordo (composta da Alcuino di York), Ulrico di Augusta (composta dall'abate Berno di Reichenau) e di Magno (Vita più antica e Vita più recente). Tra le due versioni della vita di Magno è interposto un disegno a penna raffigurante la guarigione di un cieco a Bregenz, sul Bodensee.
Online dal: 20.05.2009
Il codice contiene i miracoli di s. Tommaso di Canterbury, che il monaco benedettino Benedetto di Peterborough iniziò a raccogliere dopo la sua uccisione avvenuta il 29 dicembre 1170. Il manoscritto, che contiene una bella iniziale con tralci a p. 12, è stato vergato da due mani verso la fine del XII o l'inizio del XIII secolo in area tedesca sudoccidentale. La raccolta di miracoli è suddivisa in quattro libri, anche se gli ultimi nove capitoli (IV.95-96, V.1-4, VI.1-3 dell'edizione) e la lettera del vescovo di Durham, Hugh du Puiset posta alla fine, non sono più numerati. Il manoscritto è menzionato nel catalogo della biblioteca del monastero di S. Gallo del 1461.
Online dal: 23.06.2016
Manoscritto composito contenente delle vite di santi in versi e altri testi a carattere teologico: vita di Gallo in versi (Vita Galli metrice), forse redatta da un erudito irlandese (Moengal?) intorno all'850 (p. 3-175), miracoli di Maria in versi (Miracula Marie) (p. 176-191), Vita sancti Viti in versi (p. 192-204), Vita scolastica di Bonvicino de Ripa in versi (p. 205-241), Facetus de vita et moribus (p. 242-267), Liber floretus di uno Pseudo-Bernardo (p. 268-287), Sermones di Peregrino di Oppeln (p. 306-352), Sermones di Jacopo da Voragine (p. 353-363) e Sermones dominicales, pars aestivalis et per totum annum di Peregrino di Oppeln e Jacopo da Voragine (p. 368-452).
Online dal: 23.09.2014
Il manoscritto contiene vite di santi in tedesco: la "Leben der Altväter" (Vitaspatrum) (pp. 5a–482a), la vita di s. Meinrado (p. 482a–501b) e la vita di s. Fridolino, una traduzione di Balther von Säckingen della vita in latino di s. Fridolino (pp. 502a–502a). Il copista principale del codice è il cittadino di Säckingen Johannes Gerster, che si menziona personalmente alle pp. 361 e 541, ogni volta con la data. Alcuni disegni a penna: albero con fiori e frutta (p. 361), giovane in abbigliamento secolare (p. 482), schizzi di draghi (p. 528 e 541), rosette (p. 541). Nel XVII secolo il manoscritto si trovava in possesso del monastero delle clarisse di Friburgo in Brisgovia (nota a p. 3), solo nel XVIII secolo venne acquisito per il monastero di S. Gallo.
Online dal: 08.10.2015
Questo manoscritto, vergato nel tardo XV secolo da un “sehr routinierten und stilsicheren Schreiber” (Scarpatetti, S. 194) contiene le prime quattro parti della grande opera storica sangallese Casus sancti Galli: la storia del monastero di S. Gallo del monaco Ratperto (pp. 3-39), il Casus sancti Galli del monaco Eccardo IV (pp. 40-257), il Casus sancti Galli del continuatore anonimo per gli anni 975 fino al 1203 (pp. 259-301) e la continuazione della storia del monastero di S. Gallo di Conradus de Fabaria del 1232/35 (pp. 317-370). Il manoscritto contiene numerose annotazioni di mano dell'erudito svizzero Egidio Tschudi (1507-1572), ma non appartiene al suo lascito, che giunse nel 1768 nella biblioteca dell'abbazia di S. Gallo. Tschudi deve aver consultato e studiato il manoscritto nel corso di una sua visita nella biblioteca del monastero.
Online dal: 13.10.2016
Codice miscellaneo trascritto nel monastero di San Gallo. Tramanda una copia databile all'incirca all'anno 900 dei Casus Sancti Galli del monaco Ratperto, la versione più antica ad oggi conosciuta. Seguono testi più lunghi, trascritti tra il IX e il XIII secolo, contenenti sermoni dei primi Padri della Chiesa, un registro degli abati di San Gallo dal VII al XIII secolo, inni, estratti della Collectio canonum dello Pseudo-Remedio, il Micrologus di Bernoldo di Costanza.
Online dal: 09.12.2008
Il codice contiene la guerra di Troia di Corrado di Würzburg, un'imponente opera tarda rimasta incompiuta del poeta ed autore di epica tedesco, morto nel 1287 prima di completarla. L'autore racconta in versi la storia della guerra di Troia in un'ampia disposizione di narrazioni storiografiche, riferimenti precedenti e posteriori ed excursus enciclopedici. Difettoso all'inizio e più tardi completata con un foglio aggiunto, l'opera si estende da p. 4 a p. 893. Alle pp. 895-897 fa seguito il frammento in prosa di un'anonima continuazione della guerra troiana di Corrado. Il testo della guerra troiana di Corrado è scritto da uno scriba. Questi è probabilmente identico al rubricatore al quale si devono le iniziali rosse, le iniziali gotiche nere e le maiuscole decorate all'inizio della colonna, e che ha inserito la data 1471 a p. 893. Il frammento in prosa è di una mano posteriore. Non si conosce il luogo di origine del codice. Questi fu rinvenuto nel 1739 sull'Haldenburg, feudo di S. Gallo nell'Algovia e giunse poi nella biblioteca abbaziale, come ricorda una annotazione a p. 894.
Online dal: 13.06.2019
Manoscritto composito del sec. XIII composto di otto parti: 1) estratti dai martirologi del monaco di S. Gallo Notkero Balbulo e di Adone di Vienne (pp. 3-10), 2) copia della Historia Scholastica di Pietro Comestore fino circa a metà (pp. 11-234), 3) i Canones apostolorum et conciliorum prolati per Clementem papam in un fascicolo di formato minore e di altra mano (pp. 235-252), 4) estratti dall'opera Panormia di Ivo di Chartres (pp. 246b-252b), 5) la Historia Langobardorum di Pietro Diacono con gli annessi di Andrea da Bergamo (pp. 253a-272b), 6) la Historia Hierosolymitana di Roberto Monachus Remigiensis (pp. 273a-313a), 7) delle appendici sulla storia del diritto, sullo scisma della chiesa di Utrecht e sulla morte di Corrado III (p. 313), 8) estratti dalla Chronica pontificum et imperatorum, ab Hadriano usque ad Constantinum di Martino di Troppau (Martinus Polonus; pp. 314-330).
Online dal: 13.12.2013
Copia del IX secolo della Guerra giudaica di Egesippo/Giuseppe Flavio.
Online dal: 31.12.2005
Il manoscritto, vergato nella seconda metà del XV secolo, probabilmente appena dopo il 1450, contiene all'inizio (p. 1−46) la Cronaca di Costanza della fine del XIV secolo. Fanno seguito la Cronaca di Zurigo dagli inizi fino ai primi decenni del XV secolo (p. 47−121), una continuazione della Cronaca di Zurigo relativa agli anni 1420/21, 1436 e 1443−1450 (p. 121−132), così come una redazione abbreviata della Cronaca di Concilio di Ulrich von Richental (p. 132−228). Sulla base di confronti calligrafici nella bibliografia più antica si ritiene che il copista possa essere l'umanista zurighese Felix Hemmerli (1388/89-1454). Il manoscritto era in possesso dell'erudito svizzero Egidio Tschudi (1505-1572) e venne venduto dalla sua famiglia al monastero di S. Gallo nel febbraio 1768. Tschudi apportò ai tesi varie annotazioni marginali e correzioni.
Online dal: 23.06.2016
Importante testimone sangallese del IX secolo della Collectio Dionysio-Hadriana, raccolta di decisioni conciliari e decreti papali fino al sec. VIII.
Online dal: 31.12.2005
Il manoscritto (pp. 3-264) contiene la somma confessionale di Burcardo di Strasburgo e risale al XIV secolo. Probabilmente nello stesso secolo furono aggiunte due brevi lettere di un francescano di Friburgo in Brisgovia a un parroco di Schönau e Todtnau per chiarire delle questioni canoniche (p. 264) e il formulario di un documento per ottenere l'assoluzione dall'abate di S. Trudpert nella Foresta Nera (p. 265).
Online dal: 18.06.2020
Il manoscritto tramanda (pp. 7a-261a) il sommario dei casi di penitenza o di confessione di Burchardus Argentinensis e, secondo il colophon (p. 261a) fu completato dal sacerdote Fridolinus Vischer, probabilmente il 4 aprile 1419, nella parrocchia di Mollis a Glarona. Nel corso del XV secolo all'inizio del manoscritto (pp. 4-5) sono state aggiunte delle notizie sul persone dell'Antico Testamento e alla fine (pp. 261b-271b) brevi spiegazioni canoniche e teologiche sulle parentele spirituali, su legittimi e illegittimi contratti e acquisti, sulle decime e sugli oggetti trovati.
Online dal: 08.10.2020
Il manoscritto è composto da tre parti. La prima parte (pp. 1-90) con il sommario penitenziale o confessionale di Heinrich von Barben (pp. 3-90), scritta in textualis, è stata completata, secondo il colophon (p. 90), il 24 febbraio 1309. Nella seconda parte (pp. 91-146) un catalogo di domande per la confessione (pp. 91a-145a) viene tramandato in una textualis del XIII o XIV secolo, ed è stato integrato nel XV secolo da informazioni sullo scioglimento delle abbreviazioni giuridiche (pp. 145a-145b). La terza parte (pp. 147-206) contiene una raccolta di documenti e formule dalla Germania settentrionale (pp. 147a-205b), scritta da due mani diverse in scrittura semi-corsiva minuscola e scrittura libraria corsiva nel XIV secolo. Il manoscritto in tre parti è molto probabilmente reperibile nel catalogo del monastero di San Gallo del 1461.
Online dal: 08.10.2020
Il manoscritto cartaceo raccoglie diversi testi pastoralteologici sui sacramenti e in particolare sulla confessione, oltre a commenti sulla dottrina della fede e sermoni. Tra questi testi, la Summula de summa Raimundi di Magister Adam [Adamus Alderspacensis] (pp. 99-138) e il Liber Floretus (pp. 139-151) sono scritti in versi. In un colophon a p. 138, lo scriba si fa chiamare Johannes. Il manoscritto presenta numerose annotazioni di mano del dotto e itinerante monaco di S. Gallo Gallus Kemli (1480/1481).
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto contiene l'apparato per la Compilatio tertia, redatto intorno al 1210-1215 da Vincentius Hispanus, cioè una voluminosa e stabile mole di glosse a spiegazione di una raccolta di decretali di papa Innocenzo III. La particolarità del manoscritto sta nel fatto che si tratta di un esemplare italiano di questo apparato di glosse (senza il testo della Compilatio tertia) del XIII secolo, realizzato con il sistema della pecia. Questo tipo di copie veniva utilizzato nelle università come modello approvato per la riproduzione in serie dei testi giuridici e delle loro glosse.
Online dal: 22.09.2022
La Summa de casibus conscientiae di Bartolomeo da Pisa, completata nel 1338, costituisce uno dei più diffusi manuali per i confessori del tardo Medioevo. Deve il suo successo all'orientamento pratico e alla disposizione alfabetica delle parole chiave del diritto canonico e della dottrina morale. Questa copia del secondo quarto del XV secolo fa probabilmente parte della donazione di libri che il sacerdote secolare Matthias Bürer concordò con il monastero di S. Gallo nel 1470 e che fu concretizzata dopo la sua morte nel 1485.
Online dal: 22.09.2022
Il manuale per la confessione di Magister Simon riprende in gran parte la Summa de poenitentia e la Summa de matrimonio di Raimondo di Peñafort. Contiene un atto di accusa che ne suggerisce un'origine nella diocesi di Parigi intorno al 1250 o poco più tardi. Secondo la nota di possesso a p. 1 il manoscritto, copiato da due mani nella seconda metà del XIII secolo o nella prima metà del XIV, si trovava nel monastero di S. Gallo non più tardi del 1478.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto inizia con l'importante somma dei casi di coscienza del domenicano Raimondo di Peñafort († 1275), la Summa de poenitentia, insieme al suo quarto libro, completato nel 1235, intitolato Summa de matrimonio. Secondo il colophon a p. 246b, Johannes Meyer di Diessenhofen copiò questa somma dal 26 agosto all'8 novembre 1395. Subito, o poco dopo, la stessa mano copiò due somme sulla confessione del domenicano Giovanni di Friburgo († 1304) e alcune piccole aggiunte. Il Libellus quaestionum casualium si occupa di casi non trattati, o trattati solo brevemente, nella Summa de poenitientia di Raimondo di Peñafort. Il breve Confessionale fu adattato alle esigenze pratiche dei confessori.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto risale alla seconda metà del sec. XII e trasmette la Abbreviatio Decreti «Quoniam egestas», una edizione ridotta del Decretum Gratiani con glosse. Il testo rappresenta il più antico testimone databile dello studio del Decretum Gratiani in Francia. Scrittura e decorazione lasciano supporre che il manoscritto sia stato realizzato forse a Engelberg all'epoca dell'abbaziato di Frowin. Dal 1461 il manoscritto si trova nel monastero di S. Gallo.
Online dal: 20.12.2012
Il voluminoso manoscritto composito è stato copiato dal sacerdote secolare Matthias Bürer. Secondo i numerosi colophon, egli ha completato la trascrizione dei testi nel periodo compreso tra il 1448 e il 1463 circa a Kenzingen (Baden-Württemberg) e in diverse località del Tirolo. Il manoscritto contiene, tra gli altri, diversi trattati teologici, una somma sulla confessione, due specchi confessionali, un'Ars moriendi ("L'arte di morire"), gli Atti degli Apostoli con la Glossa ordinaria, sermoni e i libri II-IV dei Dialoghi di Papa Gregorio Magno. Dopo la morte di Matthias Bürer nel 1485, il manoscritto passò al monastero di S. Gallo insieme ad altri libri, secondo un accordo stipulato nel 1470.
Online dal: 22.09.2022
Copia rappresentativa delle Decretali di papa Gregorio IX (papa dal 1227 al 1241), scritta in gotica rotunda italiana. Il testo delle Decretali è incorniciato dalla cosiddetta Glossa Ordinaria, un commento giuridico del canonista Bernardo de Botone da Parma († 1266), scritto intorno al testo principale. Questo commento è stato più tardi intensivamente rielaborato e glossato. L'inizio di ognuna delle cinque parti nelle quali è suddiviso il testo è decorato da una raffigurazione scenica del contenuto.
Online dal: 31.03.2011
Compendio di 39 testi medici di autori conosciuti e sconosciuti, trascritto nella seconda metà del IX secolo probabilmente nel nord d'Italia, ma presto giunto alla biblioteca abbaziale di San Gallo. Il codice tramanda – in parte nell'unica versione esistente – un glossario greco-latino di piante disposto in ordine alfabetico, il trattato De re medica di uno Pseudo-Plinio (Physica Plinii) e un più lungo trattato medico, chiamato Liber Esculapii.
Online dal: 23.12.2008
Collezione di testi medici composta intorno all'anno 900 al convento di San Gallo. Annovera la versione in alcuni casi migliore, in alcuni addirittura l'unica esistente al mondo, di trattati medico-farmaceutici, diversi in versione più breve, cinque più lunga. Tra essi, ad esempio, il capitolo sulla medicina di Plinio il Giovane, il Medicinae ex oleribus et pomis (Farmaci estratti da ortaggi e frutti) dell'agrario e medico Gargilio Marziale (III secolo) e il trattato Oxea et chronia passiones Yppocratis, Gallieni et Urani, tramandato da pochissimi codici. Vi si trova anche (al foglio 82) una sfera magica per la previsione della vita e della morte.
Online dal: 09.12.2008
Il manoscritto, in gran parte vergato con cura da una sola mano, contiene il Compendium theologicae veritatis in 7 libri (pp. 3-282), che nelle edizioni più antiche è attribuito ad Alberto Magno, ma che secondo ricerche più recenti non appartiene alle sue opere autentiche. All'inizio di ogni libro c'è una lista dei capitoli (pp. 3, 37-38, 90-91, 126-127, 159-160, 215, 254). Alle pp. 283-344 segue il Confessionale di Johannes de Friburgo OP (circa 1250-1314) (Bloomfield, Incipits of Latin works on the virtues and vices, n. 5755). All'interno della coperta anteriore si distingue la debole impronta di un testo, probabilmente scritto in semionciale, forse un frammento della Vulgata (Cod. Sang. 1395, pp. 7-327). Anche l'interno della coperta posteriore reca tracce dell'impronta di un testo.
Online dal: 20.12.2023
Il manoscritto è composto da vari fascicoli, alcuni dei quali recano alla fine una nota di possesso di Johannes Engler, canonico di S. Leonardo (p. 140, 168, 304). Al calendario (pp. 4-24) fa seguito la Summa rudium (pp. 25-140). Il fascicolo successivo (pp. 143-168) contiene i decreti sinodali del vescovo di Costanza Marquart von Randeck (i decreti, non la copia, con la data 1407, p. 165). Nei fascicoli successivi vi sono riflessioni, sermoni, un vocabolario latino-tedesco (pp. 290-304), ricette e calendari, oltre a vari brevi testi a carattere spirituale e profano. Tra questi ultimi ci sono due raccolte di favole (pp. 141-144 e 266-275). I fascicoli iniziano frequentemente con l'inizio di un testo e presentano spesso alla fine delle pagine bianche, ciò che fa pensare, insieme alle ripetute note di proprietà e alle pagine esterne usurate dei fascicoli, che questi siano stati utilizzati per un certo periodo senza rilegatura. La legatura in pelle, che conserva varie borchie, risale al XV secolo. All'interno dei piatti è visibile l'impronta di un documento in tedesco.
Online dal: 22.09.2022
La parte più consistente di questo volume (pp. 2-119) è costituita dal De casibus reservatis di Hermannus da Praga. Seguono dei proverbi latini (pp. 119-120) e un'istruzione di preghiera in tedesco per l'ora Nona della Liturgia delle ore (p. 120). Il testo è scritto a piena pagina in textualis, con lombarde e titoli in rosso. Il testo successivo – secondo l'intestazione un commento a Gal 6,14 (pp. 121-136) – inizia con dei caratteri ancora più piccoli (30 righe per pagina). Le pp. 137-154 sono cartacee e copiate da una mano più tarda fino alla p. 145. A p. 147 si legge: Balthassar Schmid von Diessenhofen ... 1549. Sulle controguardie vi sono le impronte di un testo con piccoli caratteri. La legatura con assi in legno ha un rivestimento in pelle rossa con resti di una chiusura a occhiello, con un'unica bindella in pelle.
Online dal: 06.09.2023
Esemplare completo delle Sententiae di Pietro Lombardo († 1160). I titoli dei capitoli si trovano rispettivamente raccolti all'inizio di ogni libro (pp. 3-5, 91-93, 170-171, 229-231). Con alcune iniziali con figure in rosso con verde, blu e giallo pallido (p. 6: messa e sinagoga con ecclesia; p. 172: Annunciazione; p. 232: Buon samaritano) e numerose iniziali filigranate rosse e blu. Molte annotazioni marginali. Alle pp. 325/326, capovolta, scrittura sbiadita del XV secolo (?); all'interno della coperta posteriore impronta di due pagine di un manoscritto carolingio, in parte almeno da Origene Homilia VIII in Ezechielem.
Online dal: 22.03.2018
I Libri sententiarum di Petrus Lombardus formano il contenuto di questo manoscritto cartaceo monografico, scritto da più mani in scritture tra la bastarda e la gotica corsiva («jüngere gotische Buchkursive»). La copia del primo libro si interrompe alla Distinctio 42, ma con il colophon Explicit liber questionum super primum [sc. librum] sententiarum anno domini 1422 (p. 239). Ci sono sei fogli bianchi un po' più piccoli rilegati, probabilmente per completare il testo (pp. 149-160). Anche alla fine del volume ci sono dodici fogli bianchi, ma delle stesse dimensioni. Le iniziali non sono state eseguite in nessun punto. Da p. 165 in avanti il recto dei fogli reca il titolo (pp. 460-483) e il numero del libro. Sia sul piatto anteriore che posteriore della legatura vi sono le tracce di cinque borchie. Sia sul taglio inferiore che superiore è presente il titolo: Sententiarum. Il solido volume è inserito in massicce assi di legno. Il capitello è intrecciato. All'interno del piatto anteriore, ora libero, è visibile l'impronta di una maculatura usata in precedenza. Parti del margine su diverse pagine sono spezzate, con poca perdita di testo (pp. 175, 176, 181-200, 219-246, 317-332).
Online dal: 06.09.2023
Questo manoscritto composito è costituito da cinque parti vergate da più mani (parte I: pp. 1-50; parte II: pp. 51-86; parte III: pp. 87-110; parte IV: pp. 111-254; parte V: pp. 255-316). All'inizio della prima parte si trova un sermone De digitate sacerdotale, che usa quale tema Is 60,8 (pp. 1a-2b) e le Quaestiones sui sacramenti (pp. 3a-40a). Le singole Quaestiones sono contrassegnate ciascuna da una lettera «Q» lombarda rossa, in cui talvolta è disegnato un volto (pp. 18, 21a). Nel colophon (p. 40a), Conradus Jud di Zurigo (Thuregum) in Uznach è indicato come colui che ha terminato di scrivere le Quaestiones nella prima ora dell'8 gennaio 1410. Seguono due sermoni, De dedicatione (pp. 40a-44a) e De dignitate sacerdotale (pp. 44a-50b). La seconda e la terza parte contengono ciascuna sermoni de tempore (pp. 51a-85b). Lo stesso vale per la quarta parte, con sermoni di Nicolaus de Lyra Postilla super evangelia: il testo tramanda due volte il sermone III, 1 (Hamesse II, 254, n. 14807) a p. 111a e 113a. In mezzo, a p. 112, c'è una presentazione tabellare delle letture per l'estate e l'Avvento. A p. 184 delle glosse in lingua alto-tedesca protomoderna descrivono il campo semantico ‘Ausdruck von Trauer'. Il testo della Postilla si interrompe a p. 240a. Sulle p. 241-254 vi è unicamente la rigatura per un testo a piena pagina. Segue la quinta parte con il Liber de informatione electorum di Nicolaus Andreae de Civitate Theatina (Hamesse I, 7, n. 115) (pp. 255a-314b). Il volume presenta numerose maniculae (pp. 13, 14, 17, 34, 51, 55, 60, 65, 73, 90, 142, 152) e titoli nei margini, soprattutto numerazioni. Estese note marginali si trovano alle pp. 78, 79, 214 e 255; a p. 84b-85b un'aggiunta con annotazioni marginali. Le pp. 86 e 300 sono completamente bianche. La pagina 299/300 è larga solo una colonna. Sul foglio aggiunto (p. 316), capovolto, vi è un documento datato 15 giugno 1553, che cita il gerosolimitano Johannes Wick e il sacerdote Thomas Molitor della diocesi di Costanza. All'interno della coperta posteriore si vede l'impronta di un testo a due colonne con segni di paragrafo blu e rossi. A p. 50b è impresso il timbro della biblioteca dell'epoca dell'abbaziato di Diethelm Blarer di S. Gallo (1553-1564). L'indice incollato all'interno del piatto anteriore è del bibliotecario di S. Gallo Jodokus Metzler. Il volume ha una legatura in assi di legno ricoperti di pelle chiara e due resti di fermaglio in pelle sul piatto anteriore.
Online dal: 06.09.2023
Il manoscritto composito in-folio è vergato a piena pagina in una bastarda con cappi. Sulla carta di guardia originale è copiato un evangelistario frammentario anche in scrittura bastarda con cappi (Mc 16,1; Lc 24,13; Lc 24,39; Io 21,1; Io 20,11 alle pp. 3a-4b). La sezione principale, con delle definizioni teologiche morali e dei trattati più brevi (pp. 5-297) ha come primo corredo una numerazione al centro (1-150) e un indice associato (pp. 297-301). Questo indice è preceduto da una dossologia e da una maledizione in forma di poesia figurata, che contrappone la salvezza dello scriba e quella del ladro di libri (p. 297). Sull'ultima pagina e sul foglio di guardia posteriore è trascritto un sermone per la festa di Ognissanti (pp. 302a-303b). Sul verso di questo foglio chiudono il volume una leggenda del viaggio dei Trenta pezzi d'argento da Abramo al tradimento di Giuda (p. 304a) e un'annotazione di pegno: il precedente proprietario, Hans Rich, prevosto di Mosnang, ha dato in pegno il libro nel 1573 per quattro fiorini e dieci scellini (p. 304b). Nella stessa colonna è impresso il timbro della biblioteca dell'epoca dell'abbaziato di Diethelm Blarer di S. Gallo (1553-1564). All'interno della coperta sia anteriore che posteriore sono visibili le impronte di un calendario. L'indice all'interno della coperta anteriore è stato incollato dal bibliotecario di S. Gallo Jodokus Metzler. Manca il foglio con le pagine 1/2. Sulla legatura di assi lignee con coperta in pelle marrone e capitello intrecciato sono visibili i fori di cinque borchie rotonde, rispettivamente sull'asse anteriore e posteriore. Sull'asse posteriore del libro sono attaccati i resti di due fermagli, ciascuno con un chiodo decorativo a forma di fiore a quattro petali (XV o XVI secolo). Sull'asse anteriore sono visibili due fori per il fissaggio dei due fermagli.
Online dal: 06.09.2023
Copia delle Categorie (Categoriae) e della Ermeneutica (De interpretatione) di Aristotele in lingua latina, cui fanno seguito i relativi commentari di Boezio ad entrambe le opere. Tra i due è trascritto il poema di Remmius Favinus (?) sui pesi e le misure De ponderibus et mensuris. Il manoscritto, decorato da tre belle iniziali (p. 44, 203 e 221), è stato scritto nel sec. XI, almeno parzialmente nel monastero di S. Gallo.
Online dal: 15.04.2010
Codice miscellaneo del sec. XI scritto probabilmente nel monastero di S. Gallo. Contiene soprattutto commenti di Boezio: alla Topica di Cicerone e all'Isagoge del filosofo neoplatonico Porfirio († dopo il 300), lo stesso Isagoge di Porfirio e vari altri testi. Tra questi per es. brevi scritti di Walafrido Strabone (Regulae metricae; una lettera con l'incipit Domino meo benedictus salus et vita) e del letterato romano tardoantico Mario Vittorino (De generatione divina).
Online dal: 15.04.2010
Il manoscritto, probabilmente non vergato a S. Gallo, contiene alle pp. 1-21 i Topica di Cicerone (alla fine incompleto), alle pp. 21-216 il commento di Boezio a quest'opera. All'interno della coperta anteriore si riconoscono le tracce in negativo di una pagina dell'Edictum Rothari (Cod. Sag. 730, p. 17).
Online dal: 13.12.2013
Manoscritto miscellaneo dal contenuto in prevalenza storico, trascritto in latino e in tedesco per lo più dal monaco itinerante sangallese Kemli († circa 1481). Contiene, oltre a numerosi altri testi, una Regula Benedicti, degli enigmi e dei proverbi in latino e tedesco, una Rappresentazione della Passione (nell'unica versione conservata) nel tedesco del Medio Reno del XIV secolo e una sorta di curriculum vitae dello scriba Kemli.
Online dal: 23.12.2008
Il manoscritto contiene come testo principale (pp. 1-199) la cosiddetta Waldregel, una traduzione in lingua alto-tedesca protomoderna della Regula solitariorum (regola per eremiti), che il monaco Grimlaicus, probabilmente originario della Lorena, aveva scritto nel IX o X secolo. La Waldregel è integrata da ulteriori testi sul tema della vita eremitica e della povertà: pp. 199-256 Hie vachet an ain ander buoch ainsidelliches lebens und von siner bewaerung ...., inc. Die muoter der hailigen cristenhait hat zwayer hand gaistlicer lüt; pp. 256-326 Das ander buoch von bewärung der armuot, inc. Gelobet sy got vnser herr iesus cristus; pp. 326-334 Hie nach ain bredige, inc. Fünf stuk sint dar inn begriffen. Secondo l'explicit a p. 335 questi quattro testi sono riassunti sotto il titolo Waldregel, ma solo la prima parte fino a p. 199 si rifà alla Regula solitariorum. Segue, alle pp. 337-419, uno Spiegel der geistlichen Zucht. Si tratta qui di una traduzione del libretto per novizi del francescano Davide di Augusta († 1272). Alle pp. 420-422 trovano posto delle preghiere. Il codice è stato scritto in gran parte da p. Johannes Hertenstein (OSB) ed era in possesso dell'eremo nello Steinertobel, non lontano da San Gallo. Una copia dei primi quattro testi si trova nel Cod. Sang. 931.
Online dal: 14.12.2018
Questo manoscritto miscellaneo, scritto e compilato da varie mani nel sec. XV e proveniente dal monastero di S. Gallo, contiene (accanto a dei brevi testi e a numerose pagine bianche), degli estratti ordinati alfabeticamente dagli scritti latini dei Padri della Chiesa riguardanti vari concetti teologici (De abiectione – De voto; pp. 3−179), l'opera Soliloquium del teologo e filosofo francescano Bonaventura (1221-1274; pp. 181-226), una copia dell'opera anonima, frequentemente recepita nel XV secolo, Stella clericorum (pp. 291−319), l'opera falsamente attribuita ad Agostino Speculum peccatoris (p. 339−354), la predica Corde creditur ad iustitiam di Tommaso Ebendorfer (pp. 355−361), il Capitulare monasticum III dell'818/819 (pp. 363−367), una copia non del tutto completa della lettera dell'abate di Montecassino Teodemaro a Carlomagno (pp. 369-373), così come le Consuetudines Fuldenses del sec. X/XI nella Redactio Sangallensis-Fuldensis (pp. 374−404). La copertina lignea è rivestita di pelle di colore rosso; a p. 361 si legge una annotazione del copista: per me syfridum pfragner.
Online dal: 08.10.2015
La copia cartacea dello Speculum humanae salvationis (pp. 1-174), datata 30 aprile 1388, è stata realizzata a Wil da Johannis Phister de Gossow, che nel colophon (p. 174ab) afferma che, avendo completato il suo lavoro, ora si rilasserà (ludere eat). Completa questo manoscritto un secondo testo, intitolato nella rubrica De passione domini (pp. 178a-190b), dovuto ad un secondo scriba contemporaneo. Prima di entrare in possesso della biblioteca abbaziale di S. Gallo, al più tardi durante l'abbaziato di Diethelm Blarer (cfr. il suo timbro usato tra il 1553 e il 1564 a p. 192), il codice appartenne a Ulrich Varnbüler, borgomastro e balivo imperiale di S. Gallo dal 1481 al 1490, come indica l'ex-libris apposto sulla prima pagina di questo volume. Sulle controguardie anteriore e posteriore della legatura originale in pelle sono presenti le impronte in negativo di un manoscritto, dal quale sono state ricavate strette strisce di pergamena che rinforzano i fascicoli di questo codice.
Online dal: 31.05.2024
Il manoscritto contiene la cosiddetta Reformatio Sigismundi, un testo sulla riforma della chiesa e dell'impero, scritto in forma anonima in tedesco nel 1439 durante il Concilio di Basilea da un autore che fino ad oggi non ha potuto essere identificato in modo affidabile. Il testo è stato stampato per la prima volta nel 1476. Il trattato formula proposte di riforma nelle quali si sottolinea l'importanza della cura pastorale e si propaga una liberazione del clero secolare dall'obbligo del celibato, e dei vescovi dall'esercizio del potere secolare. Egli riferisce inoltre di una presunta visione dell'imperatore Sigismondo, al quale sarebbe apparso un sacerdote-re Federico con dei piani di riforma. In una annotazione a p. 234 il copista si sottoscrive come Petrus Hamer von Weissenhorn, cappellano a Kirchberg. Egli introduce i capitoli con delle iniziali rosse e ne decora due con volti barbuti caricaturali (p. 158 e 212).
Online dal: 14.12.2018
Questo manoscritto composito, realizzato probabilmente per la comunità femminile di S. Giorgio sopra S. Gallo e scritto in dialetto svizzero nordorientale-alemannico, contiene numerosi testi corti e lunghi di autori conosciuti e sconosciuti, tra i quali: pp. 1−106: Tommaso a Kempis, libro terzo della Imitatio Christi; pp. 106−123: Bonaventura, estratti dall'opera De triplici via; pp. 124−126: St. Georgener Prediger, predica Geistliche Blume; pp. 126−134: Maestro Eckhart (attribuito), trattato Von der Vollkommenheit; p. 135−166: Johannes Tauler, predica su Mt 13,8 e altri estratti di prediche; pp. 167−181: due prediche anonime Vom Leiden und Meiden; pp. 184−259: trattato di sorella Katrei; pp. 259−268 dialogo istruttivo anonimo con domande di Timoteo a Paolo; pp. 271−372: Johannes di Neumarkt, estratti dalla terza delle cosiddette lettere a Gerolamo; pp. 377−407: Marquard di Lindau, Trattato su Giobbe; pp. 409−434 e pp. 472−481 (mal rilegato da un rilegatore): Das Buch des Lebens di autore anonimo; pp. 435−442: etratti da Meister Wichwolt (Cronica Alexandri des grossen Königs); pp. 446−448: Ps.-Bertoldo di Ratisbona, dieci insegnamenti di Bertoldo per una sorella spirituale. La metà circa del manoscritto è stata vergata dal monaco riformatore di Hersfeld Friedrich Kölner, attivo dal 1430 al 1436 nel monastero di S. Gallo; le rimanenti parti vennero scritte nel XV secolo da tre altri copisti.
Online dal: 17.03.2016
Il codice, scritto dalle sorelle del Terz'ordine di s. Francesco di Wonnenstein presso Teufen, non lontano da S. Gallo, intorno al 1500, contiene quale introduzione un elenco redatto intorno al 1500 delle opere manoscritte ed a stampa della biblioteca del convento (pp. 1−9), con in totale 110 registrazioni. La maggior parte è costituita da trattati a carattere ascetico-edificante. Tra questi si trova la traduzione in tedesco della Regula novitiorum di Bonaventura (pp. 15−107) del frate Conrad Nater, la versione tedesca dell'opera De exterioris et interioris hominis compositione di Davide di Augsburg (pp. 109−188), la Ermahnung zu einem wahren klösterlichen Leben del frate francescano Heinrich Vigilis di Weissenburg (pp. 190−223), il trattato Die besessene Nonne Agnes (pp. 225−404), un trattato sulla passione attribuito a Bernardino da Siena (Lernung das lyden unsers lieben heren zu betrachten; pp. 406−475), le rivelazioni delle mistiche Gertrud von Hefta e Christine Ebner (pp. 476−486), l'opera Soliloquium di Bonaventura in una versione abbreviata in lingua tedesca (pp. 496−713) ed il trattato Vom Reuer, Wirker und Schauer del cosiddetto Kuttenmann (pp. 717−727). L'11 febbraio 1782 il bibliotecario del monastero di S. Gallo Johann Nepomuk Hauntinger (1756-1823) ricevette il manoscritto unitamente a quattro altri codici (oggi Cod. Sang. 972A, Cod. Sang. 976, Cod. Sang. 977 e Cod. Sang. 991) dalla comunità delle cappuccine di Wonnenstein.
Online dal: 25.06.2015
Questo manoscritto del 1467, che appartenne al monastero delle clarisse di Freiburg in Brisgovia prima di venire acquisito dal monastero di S. Gallo nel 1699, contiene oltre a pochi testi in latino, numerosi trattati spirituali edificanti in traduzione tedesca, tra i quali una Ars moriendi, il Cordiale de quattuor novissimis di Gerard van Vliederhoven, le cosiddette Lettere di Gerolamo tradotte da Giovanni di Neumarkt (ca. 1315-1356), lo „Spiegelbuch“ – un testo in forma di dialogo in rima sulla corretta condotta di vita, tentativi di vita secolare e di punizioni dell'aldilà con venti disegni a penna colorati – e Le gesta dei tre beatissimi re nella versione di Giovanni di Hildesheim (1310/1320-1375). Nel manoscritto si trovano alcuni altri disegni a penna: un unicorno (p. 87), due figuri di apostoli (p. 107; Paolo e Giovanni?), un uomo ed una donna in vestiti secolari, un cervo ed un cinghiale (p. 513). Nelle carte di guardia anteriori e posteriori si riconoscono tracce di minuscola carolingia (carta posteriore: Rabano Mauro, De computo).
Online dal: 04.10.2011
Il manoscritto in-folio contiene come unico testo la Gemahelschaft Christi mit der gläubigen Seele (versione Es spricht ain haidischer maister es sy besser und nützer), un voluminoso e inedito libro di edificazione per monaci. L'autore anonimo potrebbe essere un eremita agostiniano e l'opera fu letta soprattutto nelle comunità spirituali femminili. Anche il presente manoscritto proviene da una comunità di questo tipo; dal confronto della scrittura risulta essere stato scritto e datato da Angela Varnbühler, cronista e per molti anni priora del convento di S. Caterina a San Gallo (colophon a pp. 842/843). Nell'imminenza della Riforma, la bibliotecaria Regula Keller inviò il manoscritto, insieme a un altro ora perduto, alla casa delle suore di Appenzello, come riportato nella lettera che ne accompagna la spedizione incollata a p. 2. Da lì il codice passò al convento di Wonnenstein e nel 1782 alla biblioteca dell'abbazia (nota di possesso di P. Pius Kolb a p. 4). Due annotazioni del 1584 ricordano che un certo Hans Bart ha das Buoch gelernet (p. 1 e p. 845). Il manoscritto è scritto su due colonne ed è interamente rubricato. Vi si trovano inseriti un segnalibro e un foglio singolo dalla cinquecentina di un breviario stampato da Erhard Ratdolt di Augusta. Tra p. 839 e p. 840 sono state rimosse alcune pagine (con perdita di testo). La legatura, in pelle senza decorazione con due fermagli (uno perduto) è coeva. Sulle assi in legno sono visibili le impronte di due atti in lingua tedesca.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto contiene l'opera Die 24 Alten oder der goldene Thron der minnenden Seele (completata intorno al 1386) del francescano Otto von Passau. Quest'opera, una sorta di insegnamento cristiano della vita in sentenze, è rivolta a laici, fratelli laici nei monasteri e monache. Il monaco riformatore Friedrich Kölner (o Colner), che proveniva dal monastero di Hersfeld in Assia e fu attivo nel monastero di S. Gallo tra il 1430 e il 1436, trascrisse, a detta del colophon a p. 512, il manoscritto per la comunità religiosa femminile di S. Giorgio sopra S. Gallo, di cui era il confessore.
Online dal: 18.06.2020
Questo manoscritto in pergamena contiene due raccolte di sermoni sui santi. La prima è del priore domenicano Peregrinus de Oppeln (pp. 3-250), il cui nome compare nelle rubriche poste all'inizio della sezione invernale (p. 3) ed estiva (p. 131). La seconda, copiata da un'altra mano contemporanea, contiene sermoni di Jacopo da Varagine (pp. 251-346). L'appartenenza di questi autori all'ordine domenicano si riflette nell'importanza data, ad esempio, a s. Caterina di Siena da Peregrino (le sono dedicati tre sermoni, pp. 239-250), o a s. Domenico da Jacopo da Varagine (due sermoni alle pp. 288-290, 311-315). Per contro, sono stati invece omessi alcuni santi specifici della collezione di Peregrinus, provinciale di Polonia, come Adalberto, Venceslao ed Edvige. La copia è accurata e sistematicamente decorata con iniziali filigranate. Annotazioni marginali coeve riassumono il contenuto di alcuni sermoni, talvolta in forma schematica. L'ex-libris (p. 351) indica che questo manoscritto appartenne ad Angela Varnbüler (1441-1509), priora del convento domenicano di S. Caterina a San Gallo, prima di entrare nella biblioteca di S. Gallo, al più tardi durante l'abbaziato di Diethelm Blarer (il suo timbro è datato tra il 1553 e il 1564, p. 347) (Mengis 2013, n. 52).
Online dal: 31.05.2024
Raccolta manoscritta a carattere spirituale proveniente dal convento delle domenicane di S. Caterina di S. Gallo, scritta nella seconda metà del sec. XV per mano di una esperta copista. Il volume trasmette molte prediche in varie versioni importanti per la storia del testo. Contiene tra gli altri sette cosiddette Engelberger Predigten, la più antica trascrizione della versione B dell'opera De Nabuchodonosor di Marquardo di Lindau († 1392), dieci prediche di Johannes Tauler († 1361), una raffigurazione della vita, delle azioni e dei miracoli di S. Domenico tratta dall'opera Der Heiligen Leben, un trattato Vom klösterlichen Leben attribuito a Maestro Eckhart e degli epigrammi spirituali.
Online dal: 19.12.2011
Manoscritto contenente un breviario domenicano, introdotto dal calendario che presenta alcune note obituarie. Il codice è stato scritto da Cordula von Schönau, domenicana nel convento di S. Caterina di S. Gallo, che si firma all'interno della coperta anteriore e appone l'ex-libris con la data sulla prima carta di guardia. La mano di Cordula si ritrova anche in S. Gallo, Stiftsbibliothek, Cod. Sang. 406, in Überlingen, Leopold-Sophien-Bibliothek, Ms. 22 e, a Wil, nel codice M 3, in alcune parti dello «Schwesternbuch» (Libro delle sorelle) e del «Konventsbuch» (Cronaca).
Online dal: 04.10.2018
Il «Sacramentarium triplex» sangallese (sacramentario triplo: gregoriano, gelasiano e ambrosiano): contiene testi di preghiere per la liturgia eucaristica pronunciate dai sacerdoti durante la messa in occasione di giorni festivi e commemorativi, secondo la liturgia romana, romano-gallica, e ambrosiana: un capolavoro di scuola dei monaci sangallesi del tempo dell'abate-vescovo Salomone (890-920).
Online dal: 20.12.2007
Versione incompleta di un sontuoso lezionario con esegesi delle Lettere e dei Vangeli per l'intero anno ecclesiastico, scritto e decorato con iniziali eccezionali da un contemporaneo di Sintram nel monastero di San Gallo (c. 900/910).
Online dal: 26.04.2007
Splendido lezionario proveniente dall'Abbazia di San Gallo, trascritto e decorato con numerose magnifiche iniziali intorno al 900/910 da un contemporaneo del celebre copista sangallese Sintram; si tratta dello stesso copista che trascrisse e miniò il manoscritto Ms. C 60 della Zentralbibliothek di Zurigo. Conosciuto come «Liber Comitis», contiene il ciclo liturgico annuale delle letture tratte dalle Lettere e dai Vangeli.
Online dal: 26.04.2007