Johannes, ad Barbam (ca. 1356/70)
Allo stesso tempo racconto di viaggio e libro di geografia, i Voyages di Jean de Mandeville, composti probabilmente intorno al 1355-1357, incontrarono un grande successo nel Medio Evo. Esistono tre versioni diverse del testo francese; il manoscritto S 99 si collega alla versione «continentale». Come in altri manoscritti di questa versione, i Voyages (cc. 1r-122v, con l'explicit a c. 123v e un'aggiunta alle cc. 124r-125r) sono seguiti dalla Preservacion de Epidimie (cc. 122v-123v); la reale identità dei due autori fa discutere e potrebbe anche confondersi. Nell'esemplare S 99, proveniente dalla biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georg (ca. 1450-1529), i margini superiori sono riempiti dallo sviluppo ornamentale delle aste ascendenti, che talvolta danno origine a dei motivi zoomorfi o antropomorfi. La biblioteca Supersaxo annovera un'altra versione dei Voyages, il codice S 94, nella traduzione tedesca di Michel Velser. Analogamente ad altri due manoscritti di questa stessa biblioteca, l'S 97 bis (una raccolta miscellanea comprendente specialmente il romanzo di Ponto e Sidonia) e l'S 100 (Statuti della Savoia), l'S 99 fu copiato da Claude Grobanet, attestato nel 1474 a Martigny, dove era al servizio di Antoine Grossi Du Châtelard, signore di Isérables (morto nel 1495). All'inizio del XVI sec. la famiglia di Antoine Du Châtelard conobbe apparentemente delle difficoltà finanziarie; i loro beni – e con questi probabilmente anche i tre manoscritti – passarono allora nelle mani di Georg Supersaxo. L'atto incompleto che fa da guardia posteriore, di pergamena, menziona tra gli altri Martigny, 147[3] e un signore di Ys[érables (?)].
Online dal: 14.12.2017
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