Kurzcharakterisierung:Franziskaner-Graduale, geschrieben und illuminiert in Norditalien (Padua oder Bologna) und in die ersten Jahrzehnte des 14. Jhs. datierbar. Die Handschrift wurde im Franziskanerkloster S. Francesco von Locarno benutzt, das sie zusammen mit den Antiphonarium de temporeCodice II und Codice III sowie dem Antiphonarium de sanctisCodice IV aus Anlass der Neueinweihung der Kirche im Jahre 1316 erworben hatte. Am Ende des Textes (c. 181r) befindet sich eine Praefatio (Statutum pro libris choralibus scribendis), die normalerweise vorangestellt ist, in der die Richtlinien für die Redaktion der Choralbücher des Ordens enthalten sind. Auf der letzten Seite hat der Bruder Giacomo di Rastelli Orelli einige Urkunden, die das Kloster betreffen, transkribiert: eine Notiz über die Herstellung der Bibliotheksschränke, die Weihurkunde des Jahres 1316 und die Notiz einer Schenkung zum Ankauf liturgischer Geräte.(ber)
Cartulazione originale in cifre romane rosse e blu, al centro del margine esterno, sul verso dei fogli II-CLXXX, collocata su di un prolungamento della linea di scrittura del testo. A c. 93v, alla cifra LXXXXIIII è stata più tardi cancellata l’ultima cifra. La c. 129v è stata per errore numerata "CXXXIIII", una mano posteriore ha poi indicato al di sopra dell’ultima X la cifra V corretta. A c. 135v al di sopra della numerazione in cifre romane è visibile un resto dell’indicazione per il rubricatore - "XXXV" - in minuscola corsiva.
Cartulazione a inchiostro rosso sulle cc. 181v e 182v che continua quella originale in cifre romane.
Cartulazione moderna a inchiostro blu nell’angolo superiore esterno sul recto del foglio, da 1 a 182, fatta seguendo quella originale, quindi probabilmente precedente le lacune e mutilazioni.
Richiami sul recto dell’ultimo foglio del fascicolo, nel margine interno, orizzontali, quello di c. 56v e di c. 180v (In vigilia Santi Andree apostoli, che però non ha corrispondenza con il fascicolo seguente), con scrittura di modulo inferiore.
Traccie della numerazione a registro, sul recto della prima metà dei fogli, nell’angolo inferiore, costituita da una lettera e da un numero, per es. fasc. 8 (cc. 57-64): vi, vii, viii, viiii.
Lagenstruktur: (IV-1)8 + IV16 + (IV-2)24 + 12 IV120 + V130 + IV138 + (IV-1)145 + (IV-1)154 + 3 IV178 + I180 + (II-2)182.
I fascicoli iniziano con il lato carne, la regola di Gregory (alternanza tra lato pelo e lato carne della pergamena) è rispettata.
Zustand:
Alcune carte, o parti di esse, sono state da tempo ritagliate ed asportate:
c. 1 (asportato l'intero foglio, ancora visibili traccie della iniziale nel margine superiore), cc. 20 e 21 (asportato tutto questo bifoglio centrale del fascicolo), c. 51 (margine inferiore), c. 85 (margine inferiore), c. 128r (margine inferiore), c. 147 (asportata l’intera carta).
Presenza di cuciture originali su alcuni fogli (per es. c. 31, c. 145).
Il codice è stato restaurato nel 1992-3 nel laboratorio di restauro di Andrea Giovannini a Lumino (v. Rapporto di restauro).
Seiteneinrichtung:
a piena pagina, 9 righe di testo e 9 tetragrammi.
Nel margine superiore e inferiore visibili i fori per le linee verticali, nel margine esterno quelli per la rigatura; non ci sono i fori per i righi della notazione musicale (per la tecnica di esecuzione della foratura v. Giovannini, Rapporto di restauro, p. 3).
Rigatura per il testo eseguita ad inchiostro, le linee per la musica ad inchiostro rosso;
specchio di scrittura
397 x 246 (c. 11).
Le righe verticali sono doppie, così come quelle che definiscono lo spazio che deve contenere la scrittura.
In un prolungamento di queste linee per la scrittura è tracciata anche la numerazione in cifre romane nel margine esterno.
Schrift und Hände: scrittura gotica corale.
Musiknotationen: Notazione musicale quadrata a inchiostro nero su tetragramma a inchiostro rosso.
Buchschmuck:
iniziali ritoccate in giallo
rubriche ed indicazioni liturgiche in rosso. Ovunque sono visibili, a penna marrone e di modulo molto piccolo, le indicazioni per il rubricatore e per i miniatori
iniziali filigranate:
piccole alternate rosse e blu all’inizio dei versetti
medie all’inizio delle messe delle domeniche comuni e dei giorni feriali
Queste iniziali filigranate sarebbero opera di un "Miniatore calligrafo" attivo anche nel codice III e IV (v. Hudig-Frey 1971 p. 302, 318; Gilardoni 1972, p. 228: „calligrafo delle filigrane“; Speroni 2000, 42 che però dice attivo nell’I, II e IV)
Iniziali miniate istoriate all’inizio delle messe di alcune domeniche e delle solennità (originariamente il codice ne conteneva nove, oggi ne rimangono solo tre):
medie:
c. 22r E(x ore infantium), Festa degli Innocenti, raffigurazione della strage degli Innocenti,
c. 150v S(piritus domini replevit), Introito della Pentecoste, raffigurata l’Attesa della Pentecoste.
grandi:
c. 94r D(omine ne longe facias), Introito della Domenica delle Palme, raffigurazione della distribuzione degli ulivi.
Iniziali miniate asportate:
c. 1r Prima domenica d’Avvento, rimaste traccie del fregio marginale, nell’iniziale era probabilmente raffigurato un profeta od un tema riguardante l’Avvento. Asportata prima del 1936 (v. Respini 1936, p. 87 e Simona 1945, p. 845). Non esistono riproduzioni fotografiche.
c. 17v Messa maggiore di Natale, nella P era raffigurata la Natività. Asportata sicuramente prima del 1936, forse già prima del 1889 (v. Respini 1936, p. 87 e Simona 1945 p. 845). Non esistono riproduzioni fotografiche.
c. 20v Introito della Messa di S. Giovanni Evangelista, nell’iniziale era raffigurato S. Giovanni Evangelista. Asportata con l’intera carta e quella successiva dopo il 1967 (riproduzione fotografica in Simona 1945, p. 842, Hudig-Frey 1971, p. 305, ill. 3, Speroni 2000, p. 3, fig. 3
c. 24v Introito dell’Epifania, nell’iniziale era probabilmente raffigurata l’Adorazione dei Magi. Asportata sicuramente prima del 1936, forse già prima del 1889 (v. Respini 1936, p. 87 e Simona 1945, p. 845). Non esistono riproduzioni fotografiche.
c. 131r Introito di Pasqua, nell’iniziale raffigurato l’Angelo della Resurrezione con le tre donne e l’Apparizione alla Maddalena. Asportata con la parte superiore della carta dopo il 1943 (riproduzione fotografica sulla copertina della Rivista Storica Ticinese 6 (1943) e in Hudig-Frey 1971, p. 308, ill. 5.
c. 146v Introito dell’Ascensione, nell’iniziale raffigurata l’Ascensione. Asportata con l’intera carta dopo il 1967 (riproduzione fotografica in Simona 1945, p. 845 e in Hudig-Frey 1971, p. 308, ill. 6).
Queste iniziali miniate sarebbero opera del cosiddetto "Miniatore delle scenette sacre" (v. Hudig-Frey 1971, pp. 302-311, 318; Gilardoni 1972, p. 228-229; Speroni 2000, p. 42-43, Speroni 2000/3, p. 19.).
Spätere Ergänzungen: Aggiunte posteriori:
c. 152r
margine esterno: hic introitus dicitur etiam in solemnitate corporis Christi.
c. 156v
margine esterno:
Introitus pro sanctissma trinitate quere in fine huius libri fo. 168.
c. 163r
margine esterno:
Require clxxv
cui fa seguito, di altra mano più tarda:
in libro sanctorum in die purificacionis S. Marie virginis.
Einband:
550 x 385 x 85. Legatura in piena pelle marrone su piatti di legno con recupero della pelle originale recante una decorazione a secco costituita dallo stesso ferro (con trigramma di Cristo) ripetuto a disegnare una croce che si sviluppa dalla borchia centrale. La pelle del dorso è stata rinnovata. La coperta è rinforzata sui quattro lati da lamine di ottone ritagliate e decorate lungo il bordo con punzoni (Trigramma di Cristo, rosette a sei petali, fiori, Agnus Dei in due formati, Madonna col Bambino in trono in due formati). Sugli angoli sono fissati con borchie di ottone dei cantonali a forma di quercia stilizzata decorati lungo i bordi a punzoni alternati a rosetta e a stella. La piastra metallica al centro ed i cantonali sono rinforzati da una borchia (originali solo 3 sulla coperta anteriore e 2 sulla posteriore). La chiusura attuale è costituita da due bindelle di pelle con asola in metallo, che si agganciano ai due tenoni applicati sulla coperta posteriore (in origine, v. Giovannini, Rapporto di restauro, p. 8, vi erano anche due fermagli in senso verticale, sul taglio di testa e su quello di piede). Lungo i labbri di ciascun piatto sono applicati dei chiodi. Sulla coperta posteriore è incollata un’etichetta cartacea (5 x 17 cm), originale, con il titolo Graduale de adventu per totum annum in dominicis diebus.
Questa tipologia di legatura si inserisce in un gruppo di altre legature simili per decoro e composizione prodotte in Lombardia - per es. a Cremona, Busseto, Lodi e Parma - nell'ultimo ventennio del sec. XV-inizio XVI sec. Ricorrente è l'uso dei punzoni di rinforzo per i bordi, della stessa tipologia di borchie e cantonali e soprattutto del tipo di punzone usato per decorare le lamine metalliche (si veda per es. G. Zanichelli, Luminatum et ligatum fuit de manu mea. Codici miniati padani: scriptoria e committenza. Catalogo della mostra, Parma 1994, 54-45 con bibl. prec., V. Orlandi Balzari, I Libri corali di S. Maria degli Angeli a Lugano, in "Archivio Storico Ticinese" 37 (2005), 33-40, oppure G. Adler, Handbuch. Buchverschluss und Buchbeschlag, Wiesbaden 2010, p. 123, figg. 6-18.
La legatura attuale è frutto dell’ultimo restauro; per una ricostruzione della situazione precedente e delle manomissioni subite nel corso dei secoli v. Giovannini, Rapporto di restauro, pp. 5-9.
Inhaltsangabe:
Contiene i canti antifonali e responsoriali delle messe dall’Avvento alla domenica XXIII dopo la Pentecoste.
2r-178vProprium de Tempore [Dominica prima de adventu. L’inizio manca]2r … misericordiam tuam et salutare tuum da nobis. Offertorium. Ad te domine levavi animam meam
>Dominica secunda de adventu. Introitus.<Populus Syon …–…
178v
Dominica XXIIII post pentecosten officium resumitur de dominica preterita. Dicit dominus ego cogito et cetera.
[mancano le cc. 20-21 con una parte dell’Ufficio per S. Stefano e l’intero ufficio per S. Giovanni Battista]
Il testo segue l'Ordo Breviarii di Aimone da Faversham, ed. S. P. J. Van Dijk, Sources of the modern liturgy, The Ordinals by Haymo of Faversham and Related Documents, Leiden, II (1963), 207-270.
123v-128r Litanie, da notare Francesco Antonio, Domenico, Clara. A c. 125v nel margine superiore aggiunti in un secondo momento i nomi di S. Abbondio e di S. Ludovico.
178v-180rMessa festiva “De sancta Trinitate” >De sancta Trinitate. Introitus<Benedicta sit sancta trinitas …–…
nobis secum misericordiam suam.
Cf. S. P. J. Van Dijk, Sources of the modern liturgy, The Ordinals by Haymo of Faversham and Related Documents, Leiden, II (1963), 270. Questa festa è stata autorizzata dall'ordine in occasione del Capitolo generale di Parigi del 1266, cf. Van Dijk, 440.
180v
bianco ma numerato “CLXXX”. Nel margine inferiore il richiamo In vigilia sancti Andree apostoli
181rPraefatio seu [Statutum pro libris choralibus scribendis] In primis iniungitur fratribus ut de cetero tam in gradualibus quam antiphonarijs nocturnis …–…
que scribunt vel notant corrumpunt.
Questo testo, tramandato in pochi esemplari, era solitamente collocato all’inizio del graduale, cosa che non si può escludere nemmeno per questo manoscritto visto che lo stesso è stato più volte scucito e rilegato, che il testo è scritto su di un bifoglio cui sono state tagliate le prime due carte, che la cartulazione originale non continua su queste due carte (v. Giovannini, Rapporto di restauro p. 5).
Cf. B. Bughetti, Statutum saeculi XIII pro scribendis libris choralibus cum notis quadratis ad usum Fratrum Minorum, in „Archivum Franciscanum Historicum“ 21 (1928) 406-412 e S. P. J. Van Dijk, Sources of the modern liturgy, The Ordinals by Haymo of Faversham and Related Documents I (1962), 110-120, una nuova edizione del testo in Idem, vol. II (1963), 361-362.
181r-v
Segue la rubrica:
Item notandum quod quandocumque cantor vel cantores …–…
et pentecosten tantum.
181v -182r
altra rubrica:
In omnibus dominicis per annum finita tertia a sacerdote celebraturo missam …–…
aspergantur fratres. Hec rubrica ponatur in principio antiphonarij.
>Antiphona<Asperges me domine …
Sicut erat in principio …
Et reperitur antiphona „Asperges me“ …–…
Vidi aquam egredientem cum versu suo et Gloria patri.
Aggiunte
(182v)
Documenti riguardanti il convento dei francescani di Locarno trascritti nel manoscritto da frate Giacomo di Rastelli Orelli:
1.
1316 Memoria riguardante la costruzione degli armadi della biblioteca del convento di S. Francesco a Locarno. Millesimo. ccco. xvio. Ego frater Jacobus domini Rastelli de Orello feci fieri armarium librorum ecclesie sancti Francisci de Locarno de elemosinis mihi assignatis a domino Tazo de Magoria, eapropter […] nento ipse dominus T. debet esse recomandatus orationibus omnium fratrum. Amen.
Ed. Ticinensia, 306.
2.
1316 Lettera di consacrazione del cimitero e di due altari rilasciata dal vescovo titolare di Como Giacomo de Subripa. Hec est littera consecrationis cimiteriorum … Et mihi fratri Jacobo domini Rastelli de Orello lectori conventus minorum in Locarno … tradidit personaliter fideliter ad perpetuam rei transcripsi. Et in hoc conventuali libro quem mo ccco xvo una cum fratre Johanne de Raymondis cum multa solicitudinem fieri procuravimus notavi diligenter atque conscripsi.
"Universis Christi fidelibus presentibus et futuris frater Jacobus Dei et Apostolice sedis gratia episcopus … Serie presentium universitas vestra noscat quod die veneris XVI januarii benedicendo consecravimus universum cimiterium ecclesie sancti Francisci de Locarno …–…
Datum et actum Locarni anno domini mo. ccco. xvjo die xviiio prefati mensis."
Ed. Ticinensia, 306-307.
3.
1315 Memoria riguardante la donazione di un tale Ugo di Marco di Giornico per la costruzione di un pulpito e l’acquisto di un messale e vari paramenti. Millesimo ccco. xv. anno dominice incarnationis dominus Ugo domini Marchi de Zornigo valles Leventine in ecclesia sancti Franciscii fratrum minorum de Locarno ad expenssas proprias fecit fieri totum pulpitum seum bargum cum duobus altaribus scilicet sancti Johannes Baptiste et sancte Marie Magdalene sed et altare sancti Johannis Baptiste dotavit de pulchro missali et calice …–…
pro tanto et tali beneficio exibito.
Ed. Ticinensia, 307.
Entstehung der Handschrift:
Si tratta probabilmente del primo di due volumi: il secondo avrebbe dovuto contenere il Proprium de sanctis, come fa pensare la presenza del richiamo a c. 180vIn vigilia Santi Andree apostoli, ed il Commune sanctorum. Il testo segue lo schema del Libro ordinario di Aimone di Faversham (ed. S. P. J. Van Dijk, Sources of the modern liturgy, The Ordinals by Haymo of Faversham and Related Documents (1243-1307), Leiden, vol. II (1963).
Gli elementi utili per la datazione del manoscritto ai primi decenni del XIV secolo sono:
l'aggiunta nelle litanie, non molto dopo la stesura del testo, del nome di S. Ludovico, canonizzato nel 1297 (c. 125v).
la Messa festiva "De sancta Trinitate" trascritta alla fine del Proprium de Tempore, autorizzata per l’ordine dal capitolo generale di Parigi del 1266 e nel 1316 estesa da papa Giovannni XXII a tutta la chiesa
la annotazione tarda (XIX sec.) nel margine inferiore di c. 130v: Librum hunc accurate scripserunt Anno 1315 Fr. Jacobus domini Rostelli de Orello lector et beneficus alumnus cenobii et ecclesie S. Francisci de Locarno et fr. Joannes de Raimondis.
lo stile delle iniziali miniate, i cui esempi più vicini si trovano nella miniatura padovana della fine del sec. XIII e della prima metà del sec. XIV, quali per es. il Ms. 328 di probabile origine padovana con iniziali miniate che presentano il motivo dei draghetti, databile agli inizi del XIV sec. (v. G. Abate - G. Luisetto, Codici e manoscritti della Biblioteca Antoniana, Vicenza 1975, vol. 2, 607, fig. 46).
Provenienz der Handschrift: Il graduale è sicuramente stato eseguito per un convento francescano e destinato poi al convento di S. Francesco di Locarno, come attesterebbe l'aggiunta nelle litanie del nome di S. Abbondio vescovo di Como, diocesi cui apparteneva all'epoca Locarno e cui il manoscritto era destinato, e l'annotazione del sec. XIX nel margine inferiore di c. 181r: Iste liber choralis iuris est conventus Sancti Francisci fratrum minorum conventualium de Locarno in tanta rerum vicissitudine aduc superstitis. Anno 1817.
Non ha invece nessun valore l’ipotesi, più volte formulata dagli studiosi sulla base dello Statutum pro libris choralibus scribendis trascritto a c. 181, che il graduale sia stato prodotto in uno scriptorium di Locarno (Hudig-Frey, 300-301, Gilardoni 228; Speroni 2000/3, 18). Si tratta infatti di prescrizioni databili intorno alla metà del XIII sec. che i copisti avrebbero dovuto anteporre all'inizio del testo vero e proprio del graduale. L’editore van Dijk (vol. I, p. 120) ha reperito nove manoscritti, tutti di area italiana, che presentano questo testo all'inizio.
Potrebbe invece essere verosimile l'ipotesi secondo la quale, come si legge a c. 182v, frate Giacomo di Rastelli Orelli, lettore del convento, e frate Giovanni Raimondi, si siano procurati il graduale - e probabilmente anche gli antifonari (codici II, III, IV) - per il convento nel 1315, in occasione di una nuova consacrazione della chiesa di S. Francesco, avvenuta nel 1316: … Et mihi fratri Jacobo domini Rastelli de Orello lectori conventus minorum in Locarno … tradidit personaliter fideliter ad perpetuam rei transcripsi. Et in hoc conventuali libro quem mo ccco xvo una cum fratre Johanne de Raymondis cum multa solicitudinem fieri procuravimus notavi diligenter atque conscripsi.
Suffragherebbero questa ipotesi anche le trascrizioni (c. 182v) alla fine del codice della memoria concernente la costruzione di un armadio per la biblioteca del convento, della lettera di consacrazione del cimitero e di due altari avvenuta nel 1316, e della memoria di una donazione del 1315 per la costruzione di un pulpito e l'acquisto di un messale e di vari paramenti.
Erwerb der Handschrift: A seguito della soppressione del convento di S. Francesco di Locarno, avvenuta nel 1848, il graduale (unitamente agli antifonari II, III e IV) fu probabilmente trasportato presso il convento della Madonna del Sasso di Orselina - affidato ai cappuccini - dove ricevette la segnatura „25-235 I“ (etichetta cartacea moderna originariamente applicata sull’asse anteriore, dopo il restauro conservata separatamente). Qui è presente sicuramente nel 1903, quando il Monti (Monti, 17) lo vide già privato di alcune miniature. A detta del Respini (Respini, 87) le prime manomissioni risalirebbero a prima del 1876, subito dopo la soppressione del convento. Successive asportazioni di miniature avvennero dopo il 1943 e dopo il 1967.
Attualmente il graduale e gli antifonari II, III, IV appartiene allo Stato del Canton Ticino e si trovano in deposito presso il convento dei cappuccini della Madonna del Sasso di Orselina.
Bibliographie:
Monti S., L’esposizione di arte sacra in Bellinzona (settembre, 1903), in „Bollettino Storico della Svizzera italiana“ 26 (1904), 17-18;
[Respini G.], Il Ticino liberale-conservatore giudicato dalle sue opere, in „Bollettino Storico della Svizzera italiana“, 11 (1936), 87;
Simona L., L’Arte della miniatura nel Ticino, in „Rivista Storica Ticinese“ 6 (1943), 841-845;
Hudig-Frey M., I codici corali trecenteschi dell’antica chiesa di S. Francesco dei Conventuali di Locarno, in „Archivio Storico Ticinese“ 12 (1971), 297-318;
Ticinensia, Fonti per la storia dei monumenti di Locarno, Muralto, Orselina e Solduno, Serie IV. Supplemento dell’ „Archivio Storico Ticinese“, XLI-LII (1972), 306-308;
Gilardoni V., I monumenti d’arte e di storia del Canton Ticino. Vol. I, Locarno e il suo circolo (Locarno, Solduno, Muralto e Orselina), Basilea 1972 (I monumenti d’arte e di storia della Svizzera, 60), 226-230;
Huber R., Emilio Motta. Storico, archivista, biografo, Locarno 1992, 144;
AAVV, I libri corali trecenteschi di Locarno. Guida pratica alla loro lettura nel contesto storico, liturgico e musicale, Lugano 1999;
Speroni L., I codici miniati della chiesa di S. Francesco a Locarno, in Pittura medievale e rinascimentale nella Svizzera italiana, Atti del Convegno, Lugano 28 marzo 1998, a cura di E. Agustoni, R. Cardani Vergani, E. Rüsch, Lugano 2000, 41-48
Speroni L., Le fasi di produzione dei codici miniati di S. Francesco a Locarno, in „Arte+Architettura“ 51 (2000/3), 14-20;