Documenti: 129, Mostrati: 61 - 80

Progetto: Tesori da piccole collezioni

Gennaio 2013 - Dicembre 2020

Status: Concluso

Finanziato da: swissuniversities

Descrizione del progetto: La maggior parte dei manoscritti in Svizzera si trova in grandi collezioni, soprattutto in istituzioni pubbliche e ecclesiastiche. Si dimentica però facilmente che alcune delle fonti più importanti, e che determinano l'identità della Svizzera, si conservano in raccolte costituite da pochi manoscritti. e-codices si è riproposta di digitalizzare questi importanti tesori da piccole collezioni, che spesso non sono disponibili per il pubblico in originale.

Tutte le biblioteche e collezioni

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Mariastein, Benediktinerkloster, ehem. zbs S 353
Carta · 282 ff. · 21 x 14.5 cm · XV sec. (1470-1480)
Scritti spirituali · Prediche e vite di santi

Testi in lingua tedesca, scritti intorno alla metà del XV secolo per uso del convento femminile di Maria Maddalena in den Steinen a Basilea. Il volume appartenne poi al convento di Olsberg. Vi si trovano scritti spirituali attribuiti a vari autori, tra i quali prediche per le domeniche e le feste, e leggende di santi. Il volume è stato acquisito dal convento di Mariastein intorno al 1820 nel corso di un'asta a Basilea. La predica per la festa della Assunzione di Maria (ff. 194r-198v) si trova stampata in ZSKG 4, 1910, pp. 205-212 rispettivamente 207-212, sulla base di una copia del p. Anselm Dietler (morto † 1864) di Mariastein. (sck)

Online dal: 22.06.2017

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Mariastein, Benediktinerkloster, ehem. zbs S 429
Pergamena · I + 321 + I ff. · 9 x 6 cm · sec. XV (dopo il 1461)
Horae Diurnae [Ad Usum Monialium Ordinis Praedicatorum]

Il libricino, scritto da una sola mano intorno alla metà del XV secolo, fu in uso presso il convento delle domenicane di Schönsteinbach nell'Alta Alsazia per la recitazione delle ore minori. Contiene testi del Proprium de tempore e del Commune Sanctorum. Nell'ultima parte si trova, incompleto, l'Ordinarium. L'abate di S. Pietro nello Schwarzwald, Philipp Jakob Steyrer, acquistò il volume nel 1781; per il suo tramite giunse nel monastero di Mariastein. (sck)

Online dal: 26.09.2017

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Mariastein, Benediktinerkloster, ehem. zbs S 508
Pergamena · 50 ff. · 16 x 12 cm · XV sec. (prima metà)
Obsequiale [Ad Usum Monialium Ordinis Praedicatorum]

Il libricino, con notazione musicale e adorno di tre iniziali, contiene i testi per l'Ufficio dei morti, i sette salmi penitenziali e le orazioni per le domenicane defunte, probabilmente nel convento di Colmar. A giudicare dalla scrittura, risale alla prima metà del XV secolo. Il volume appartenne a suor Martha Gosslerin. Nel 1781 fu acquistato da Philipp Jakob Steyrer, abate di S. Pietro nello Schwarzwald; tramite lui giunse nel monastero di Mariastein. (sck)

Online dal: 26.09.2017

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Mariastein, Benediktinerkloster, ehem. zbs S I 177
Carta · 243 + III ff. · 29.5 x 21.2 cm · XV secolo (I: dopo la metà; II: 1465/66)
Florilegium Sacrum et Profanum

Questo raccolta di scritti della metà del XV secolo proviene dal convento degli eremiti agostiniani di Basilea. Dal 1470 alcuni fratelli si occuparono del luogo di pellegrinaggio di Mariastein. Il volume venne probabilmente dimenticato lì e ritrovato dai monaci di Beinwil quando questi, nel 1636, ripresero la custodia del luogo di pellegrinaggio. Contiene scritti a carattere religioso (S. Bonaventura), profano (Cicerone, Sallustio), storico (papa Pio II Piccolomini) e retorico (Lorenzo di Aquileia). La seconda parte del volume, contenente la Rhetorica, fu copiato nel 1465/66 dall'agostiniano Matthias Glaser di Breisach a Basilea. All'interno della coperta anteriore vi è un frammento di pergamena con indicazioni riguardanti il contenuto. (sck)

Online dal: 26.09.2017

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Montreux, Bibliotheca Sefarad, Ms. J 4
Pergamena · 1 f. · 31 x 58 cm · Saragoza · 1478
Privilegio (copia)

Copia del privilegio di modifica di certi tributi pagati dalla comunità degli ebrei di Tudela e di aumento di certe rendite attribuite a diversi cavalieri e servitori del re tra i quali anche a Juan Sanz de Berrozpe, redatto per il re Juan II e datato Saragozza il 17 dicembre 1475. Scritto dal protonotario Juan Ortiz e confermato dalla principessa donna Leonor, collazionato da Juan de Ara, notario della corte, il 23 febbraio del 1478.   (lop)

Online dal: 17.12.2015

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Montreux, Bibliotheca Sefarad, Ms. J 11
Pergamena e carta · 212 ff. · 29 x 22 cm · Spagna · seconda metà del XV secolo
Alonso de Oropesa, 'Lumen ad revelationem gentium et gloriam plebis Dei Israel' - De unitate fidei et de concordi et pacifica equalitate fidelium

L'opera del frate Alonso de Oropesa OSH († 1469) si colloca nel contesto degli attacchi contro gli ebrei convertiti in Spagna (e soprattutto a Toledo), i cosiddetti conversos. Quale generale dell'ordine dei gerolamini (dal 1457), ma anche quale stretto confidente e consigliere del re Enrico IV di Castiglia (1454-1474), Alonso tenne un atteggiamento tollerante verso gli ebrei convertiti. Nel 1450 iniziò a scrivere il 'Lumen ad revelationem gentium et gloria plebis Dei Israel' - De unitate fidei et de concordia et pacifica equalitate fidelium (f. 1-203; Indice 204-207) e nel 1465 dedicò il libro completo in 52 capitoli all'arcivescovo Alfonso Carrillo di Toledo (1410-1485). L'annunciata seconda parte dell'opera evidentemente non venne mai scritta. Nel 1979 Luis A. Diaz y Diaz ne compilò una traduzione in spagnolo sulla base dei tre manoscritti fino ad allora conosciuti. Questo codice non è stato finora preso in considerazione dalla ricerca e costituisce quindi il quarto manoscritto finora conosciuto. Venne sicuramente scritto ancora nel XV secolo ed è composto di fogli di pergamena e carta. Nonostante la sua importanza, di quest'opera non è ancora stata fatta nessuna edizione latina. (flu)

Online dal: 17.12.2015

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Müstair, Benediktinerinnenkloster St. Johann, XX/48 Nr. 9
Pergamena · 2 ff. · 29-30 x 20-21 cm · intorno all'800
Omelie di Gregorio Magno

Frammento di un esemplare delle omelie sui Vangeli di Gregorio Magno risalente agli anni intorno all'800. Sono conservate due parti: la prima, che comprende parti dei passaggi di testo del capitolo 17 (17.16-17.18), commenta Luca 10, 1-9, cioè i versi che trattano dell'invio dei 72 discepoli. La seconda, con parti dei passaggi del capitolo 18 (18.2-18.3), si riferisce a Giovanni 8.45-59. Questi versi commentano una disputa tra Gesù e «i» giudei così come il grande sacerdote, dove si tratta della testimonianza, rispettivamente della personale testimonianza, di Gesù, la cui parola viene rifiutata. (ack)

Online dal: 26.09.2017

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Porrentruy, Archives cantonales jurassiennes, 187 J 35e
Pergamena · 189 ff. · 24.5 x 17 cm · diocesi di Besançon · prima metà del XIV secolo
Breviario di Besançon

Il breviario, che contiene unicamente la parte invernale, è databile alla prima metà del XIV secolo. Proviene dalla diocesi di Besançon (alla quale era unita Porrentruy) come dimostrano alcuni santi che appaiono nelle litanie, come s. Ferreolo o s. Germano, i responsori delle domeniche dell'avvento e il triduo pasquale. (gle)

Online dal: 22.06.2017

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Quinto, Archivio parrocchiale, s. n.
Pergamena · I + 62 + II ff. · 33.7 x 24 cm · Quinto · 1547
Martirologio-calendario della chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Quinto

Martirologio-calendario della chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Quinto, scritto dal prete Ambrogio Rossi di Chironico che ricopia un martirologio più antico, probabilmente rovinato o senza più spazio. Nel calendario, di tipo ambrosiano, sono riportate le fondazioni per messe annuali od anniversari e le solennità, le indulgenze e le menzioni di voto per la parrocchia e per tutta la valle. Il 28 dicembre, giorno dei ss. Innocenti, è registrata la memoria della battaglia dei Sassi Grossi di Giornico (1479). (ber)

Online dal: 23.06.2016

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Romont, Abbaye de la Fille-Dieu Romont, Ms. liturg. FiD 1
Pergamena · I + 9 + I ff. · 30 x 20.5 cm · fine del XII sec. (dopo il 1174). Le carte di guardia risalgono al 1136/1140)
Ufficio della ss. Trinità e di s. Bernardo

La prima biblioteca liturgica delle monache della Fille-Dieu, ora in parte dispersa in Europa, riveste una importanza capitale per la storia dell'ordine cistercense. L'opuscolo FiD 1 (notazione musicale francese) contiene i più antichi uffici di s. Bernardo e della Trinità introdotti nell'ordine intorno al 1175 o poco dopo. Le carte di guardia rivestono anche una certa importanza. Esse costituiscono, con FiD 2, i residui di antifonari copiati intorno al 1136/1140 comprendenti la liturgia cistercense primitiva ricopiata a Metz poco dopo il 1108 dai monaci emissari dell'abate Étienne Harding. Questa liturgia fu corretta in seguito alla riforma di Bernardo di Clairvaux terminata agli inizi degli anni 1140. L'esistenza di bozze bernardiniane era finora nota dall'antifonario 12A-B conservato presso l'abbazia di Westmalle (Belgio) e da quello dell'abbazia di Tamié 6 (Savoia). Le analisi codicologiche delle carte di guardia di FiD1 e dei frammenti FiD 2 rivelano che l'insieme dei documenti proviene dal monastero svizzero della Fille-Dieu; condividono uno statuto identico e delle caratteristiche comuni, indipendentemente dall'attuale luogo di conservazione. Rivelano le medesime prime mani e mani correttrici, le stesse ornamentazioni e gli stessi ritocchi tardivi realizzati al più presto nel XVI secolo, probabilmente dalle monache o dai monaci dell'abbazia di Hautcrêt (Oron, VD) che fu, fino al 1536, abbazia madre della Fille-Dieu. (sca)

Online dal: 22.03.2018

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Romont, Abbaye de la Fille-Dieu Romont, Ms. liturg. FiD 2
Pergamena · 4 pp. · 36 x 24.5 cm · intorno al 1136/1140
Frammenti di antifonari cistercensi primitivi

Questi frammenti di antifonari, copiati intorno al 1136/1140, grattati e corretti intorno al 1140/1143, costituiscono una copertina vuota. Questi pezzi di pergamena di diversi formati sono senza dubbio stati incollati gli uni agli altri dalle monache della Fille-Dieu per ricoprire un formulario liturgico oggi scomparso. FiD 2 costituisce, con FiD 1, i residui di antifonari contenenti la liturgia cistercense primitiva. Questa è stata definita da Fr. Kovacs («Fragments du chant cistercien primitif», ASOC 6 [1950], p. 140–150) e Chr. Waddell (The Primitive Cistercian Breviary, Fribourg, 2007 [Spicilegium Friburgense 44]) come la liturgia riformata da Étienne Harding poco dopo il 1108. In occasione di questa riforma, l'abate di Cîteaux impose all'ordine di adottare l'antifonario di Metz. Questo fu in vigore nell'ordine fino all'epoca della seconda riforma, affidata a Bernardo di Clairvaux. Fu conclusa agli inizi degli anni 1140. L'esistenza di bozze bernardiniane era finora nota dall'antifonario 12A-B conservato presso l'abbazia di Westmalle (Belgio) e da quello dell'abbazia di Tamié 6 (Savoia). Le analisi codicologiche delle carte di guardia di FiD1 e dei frammenti FiD 2 rivelano che l'insieme dei documenti proviene dal monastero svizzero della Fille-Dieu; condividono uno statuto identico e delle caratteristiche comuni, indipendentemente dall'attuale luogo di conservazione. Rivelano le medesime prime mani e mani correttrici, le stesse ornamentazioni e gli stessi ritocchi tardivi realizzati al più presto nel XVI secolo, probabilmente dalle monache o dai monaci dell'abbazia di Hautcrêt (Oron, VD) che fu, fino al 1536, abbazia madre della Fille-Dieu. (sca)

Online dal: 22.03.2018

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Romont, Abbaye de la Fille-Dieu Romont, Ms. liturg. FiD 5
Pergamena · I + 127 ff. · 34 x 24 cm · tra il 1246 e il 1255
Graduale cistercense

Questo graduale completo (notazione quadrata) contiene il temporale (cc. 1r-70v), il sanctorale ed il comune dei santi (cc. 70v-103v), messe votive (cc. 103v-107v), il kiriale e le litanie (cc. 107v-111v), antifone e responsori per le processioni (cc. 112r-113v), i tropi per il kirie Cunctipotens e Fons bonitatis (cc. 113v-115r) ed alcune aggiunte del sec. XIV (cc. 115r-127v). Sulla base dell'analisi del calendario questa copia potrebbe risalire alla metà del sec. XIII, tra il 1246 (menzione di s. Lamberto di prima mano, c. 100r) e il 1255 (nessuna menzione della messa per s. Domenico il 5 di agosto, c. 95r). Al contrario di quanto lascerebbero supporre le etichette (dorso e interno coperta anteriore), il codice fu copiato prima della fine degli anni 60 del XIII secolo, poiché la messa per s. Antonio (c. 75v) è stata annotata da una seconda mano. La c. 98v inoltre non contiene nessuna menzione di un'ottava di s. Bernardo, che solitamente si trova nei manoscritti cistercensi a partire dal 1295. Un'analisi del contenuto musicale e liturgico mostra che il codice FiD 5, che costituisce una copia fedele dell'antico graduale dell'ordine (Abbazia Tre Fontane 47, intorno al 1140/1143) forse proviene dall'abbazia di Hautcrêt (Oron VD), che fino al 1536 era l'abbazia madre della Fille-Dieu. (sca)

Online dal: 22.03.2018

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Romont, Abbaye de la Fille-Dieu Romont, Ms. liturg. FiD 7
Pergamena · 48 ff. · 26 x 18.5 cm · XIV secolo
Collettario-rituale cistercense

Il manoscritto FiD7 (notazione musicale quadrata; rubriche in latino e antico francese) inizia con i capitoli e le collette del santorale (la c. 1 inizia in mezzo al capitolo della terza per la natività di Giovanni Battista). Contiene poi diversi rituali dei quali quelli per i defunti (ufficio con notazione musicale ai cc. 40r-46v), e quello della professione monastica e dell'assunzione dell'abito di una monaca (cc. 24v-26r). L'atto di professione Ego soror ill. promitto (c. 24v) potrebbe designare la Fille-Dieu come monastero di destinazione. Ma il libro contiene altrove delle rubriche e delle orazioni di prima mano al maschile, adattate al femminile nell'interlinea, da una mano contemporanea alla copia del libro (c. 20r, 27v, 30v-39v). FiD 7 è dunque verosimilmente stato prodotto in uno scriptorium maschile, probabilmente quello dei cistercensi di Hautcrêt (Oron, VD) o di Hauterive (FR). (sca)

Online dal: 22.03.2018

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Saint-Imier, Mémoires d'Ici, FER 1
Carta · IV + 330 + IV pp. · 33.5 x 21 cm · Diesse (Berna) · XVII secolo
Raccolta di processi e confessioni per fatti di stregoneria

Testimone eccezionale della vasta caccia alle streghe abbattutasi sull'Europa del XVII sec., questo volume contiene i fascicoli di 67 processi di stregoneria intentati e giudicati sulla Montagne de Diesse, nel Giura bernese, tra il 1611 e il 1667. Le confessioni di 56 donne e 11 uomini, trascritte in forma definitiva da parte di cancellieri di giustizia, venivano rilette all'accusato al momento del giudizio affinché questi confessasse pubblicamente. (mai)

Online dal: 17.12.2015

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Saint-Imier, Mémoires d'Ici, FER 2
Carta · V + 730 pp. · 36 x 22 cm · Tavannes (Berna) · XVIII sec.
Documenti riuniti dal pastore Rémy Frêne de Tavannes

Il volume contiene le copie di svariati documenti accuratamente riuniti dal pastore di Tavannes Théophile Rémy Frêne (1727-1804) sull’arco di più decenni ed in particolar modo nel corso dell’ultimo terzo del secolo XVIII. Raccoglie pertanto saggi, lettere, numerosi atti o elenchi che rivelano la multiforme attività erudita del pastore soprattutto nel campo della storia, della geografia o della politica, permettendo così di cogliere gli interessi più personali del religioso. Gli scritti, organizzati in serie tematiche, riguardano essenzialmente il Principato di Basilea e la regione di Neuchâtel. Il volume riflette probabilmente un vasto progetto d’elaborazione di una descrizione del Principato che Frêne per finire non pubblicò. Ciononostante, molte delle informazioni da lui radunate confluirono nell’Abrégé de l’histoire et de la statistique du ci-devant Eveché de Bâle (Strasburgo, 1813) redatto dal pastore Charles-Ferdinand Morel, a riprova del fatto che nella seconda metà del Settecento i pastori svolsero un fondamentale ruolo in quanto promotori di forme di sapere regionali. (bal)

Online dal: 14.12.2018

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Samedan, Chesa Planta Samedan, Ab 31
Carta · 44 pp. · 15 x 10 cm · 1639
[La chianzun da la guerra dalg Chiaste da Müs] (La canzone della guerra del castello di Musso)

Si tratta della copia più antica copia superstite di un resoconto epico in versi di Gian Travers sugli avvenimenti della guerra del castello di Musso del 1525/1526, scritto nel 1527. Questa cronaca costituisce il testo più lungo conosciuto in lingua romancia. Quale copista si firma Johan Schucan di Zuoz, all'epoca della copia prete protestante a Zernez. (dar)

Online dal: 14.12.2017

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Samedan, Chesa Planta Samedan, Ab 47
Carta · III + 16 ff. · 15 x 10 cm · 1567
[La histoargia da Joseph] (La storia di Giuseppe)

Si tratta del più antico manoscritto contenente il dramma «Joseph» di Gian Travers, messo in scena nel 1534 a Zuoz. E' stato scritto tre anni dopo la morte di Travers in una ortografia non più in uso al momento della trascrizione. Il copista è Conradin Planta, probabilmente un parente; Gian Travers era sposato con Anna Planta. Il manoscritto non è rilegato correttamente: il testo inizia con i ff. 9-13, poi manca un foglio, poi f. 14, f. 1, f. 5, f. 3, f. 4, f. 6, f. 2, f. 15, manca un foglio, f. 7, f. 16. Il f. 8r, originariamente l'ultimo, contiene una poesia di avvertimento; il f. 8v era bianco. Le carte di guardia anteriori sono costituite da un grande foglio in pergamena, originariamente proveniente da un manoscritto pergamenaceo del XII sec. con un testo di Costantino l'Africano, De febribus, cap. 3-5. (dar)

Online dal: 14.12.2017

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Samedan, Chesa Planta Samedan, Ad 109
Carta · 80 ff. · 15 x 10 cm · 1649
Joseph da Iacobb (La storia di Giuseppe)

Contiene il testo di una versione bassoengadinese di una storia di Giuseppe (ff. 1-74) che si rifà al dramma pubblicato a Zurigo nel 1540 «Ein hüpsch nüwes Spil von Josephen (…)», attribuito a Jacob Ruf. Indicazioni convergenti, come le affermazioni di Chiampell (Placidus Plattner, Ulrici Campelli Historia retica, Basel Schneider, T. 2 1890, 353), l'ortografia e il linguaggio della trascrizione, suggeriscono di avere qui a che fare con l'unica copia conservata del dramma dello stesso Chiampell, messo in scena nel 1564 a Susch. Alla fine si legge un dialogo tra un prete protestante e un malato (ff. 75-77), e alcune preghiere (ff. 78-80), tradotte dal tedesco dal copista stesso del testo, Baltasar Valantin. (dar)

Online dal: 14.12.2017

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Samedan, Chesa Planta Samedan, Statuten 1619
Carta · 300 ff. · 30 x 21 cm · 1619
Ledschas et stratüts civils dalg cumoen d’Engiadina zura sur Punt Hota (Leggi e statuti civili del comune dell'Alta Engadina riguardanti Punt Ota)

Il manoscritto contiene all'inizio la traduzione degli statuti in latino del circolo dell'Alta Engadina del 1563, con le aggiunte fino al 1618, nella scrittura di Peider Curtin (ff. 1-245a). Le aggiunte degli anni 1624-1654 sono di altra mano o, come ai ff. 245b-254a, aggiunte in seguito. Seguono le traduzioni di altri importanti testi a carattere giuridico dal tedesco nella scrittura di Peider Curtin: la Charta da la Lia del 1524 (ff. 262-267), gli articoli di Coira del 1523, poi di Ilanz del 1524 (ff. 268-271), gli Artichels da cumoenas Trais Lias del 1527 (ff. 272-278), un trattato della Lega Caddea cun l’s sett chantuns Schwizers del 1498 (ff. 279-282) e il «Erbeinigungsvertrag» del 1518 tra l'imperatore Massimilano ed il vescovo di Coira, riguardante l'Engadina (ff. 283-289). Seguono l'indice degli Statuti (ff. 291-295) di mano di Curtin e l'indice delle aggiunte (f. 296) della seconda mano. Copista è Peider Curtin; secondo una affermazione sulla pagina del titolo gli statuti sarebbero però opera del noto prete protestante e notaio Lüci Papa. (dar)

Online dal: 14.12.2017

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Schaffhausen, Konzernarchiv Georg Fischer AG, GFA 1/144.32
Carta · [4] + 218 pp. · 18 x 10.5 cm · 1743-1820
Album di ricordi di Christoph Fischer - Gedenk und Stamm-Buch, worinnen gute Freunde und Gönner mich, Christoph Fischer, von Schaffhausen, mit ihren beliebigen inscriptionen, sinnreichen Anbildungen, curiosen Gemählden und andern denkwürdigen Sprüchen be-ehren wollen. Angefangen den 18ten Iulij 1743.

Questo album, rilegato in pelle, contiene circa 35 dediche e disegni di persone con le quali il ramaio e commerciante di vini sciaffusano Christoph Fischer (1691-1770) mantenne dei contatti nel corso della sua vita. Dalle annotazioni in latino, tedesco, francese e inglese, è possibile ricostruire due viaggi di Fischer a Londra, periodo al quale risalgono la maggior parte delle dediche: dal 1747 al 1750 via Ginevra, Lione, Parigi verso Londra e nel 1758 via Strasburgo, Francoforte, Amsterdam verso Londra. Alcune annotazioni risalgono a membri della famiglia sciaffusana Schalch, con la quale Fischer era imparentato, e tra queste vi è un acquerello non datato dell'artista Johann Jakob Schalch (1723-1789) (p. 122), che tra il 1754 e il 1773 visse a Londra e all'Aia. Dopo la morte di Fischer l'album fu continuato: annotazioni del 1773 (p. 65) e 1820 (p. 215). Nel manoscritto cartaceo sono rilegate numerose pagine di pergamena (pp. 1-2, 19-20, 47-48, 115-116, 181-182) e in un secondo momento sono stati incollati alcuni fogli di carta (pp. 39a-b, 55a-b, 147a-b), rispettivamente sovraincollate le pagine con le illustrazioni (p. 43, p. 125, p. 127). Le annotazioni non sono ordinate cronologicamente e si alternano a numerose pagine bianche. (egg)

Online dal: 22.06.2017

Documenti: 129, Mostrati: 61 - 80