Trascrizione di privilegi, ordinamenti, donazioni annuali e documenti riguardanti i possedimenti del monastero di Königsfelden. Compilata al tempo della regina Agnese di Ungheria (1281-1364 circa).
Online dal: 14.04.2008
Ampia raccolta dei più importanti atti e documenti del monastero di Wettingen, scritto da Peter Numagen intorno al 1490. Al prologo ed all'indice fanno seguito leggende sulla fondazione e trascrizioni dei privilegi papali, imperiali e reali. Contiene inoltre i privilegi dell'ordine e trascrizioni di documenti riguardanti diversi affari giuridici in relazione con la proprietà terriera. Decorato con gli stemmi del fondatore, degli abati e dei benefattori
Online dal: 15.04.2010
I 21 fogli della Epistula concordiae di Corrado di Gelnhausen erano in origine parte di un manoscritto composito a contenuto teologico proveniente dal convento domenicano di Basilea. Il testo fu vergato nel 1397 da Heinrich Jäger di Ulm a Parigi. Per quanto riguarda il contenuto, si tratta della rielaborazione di una proposta atta a risanare il Grande scisma del 1378, formulata su richiesta del re Carlo V di Francia; Corrado di Gelnhausen propone di convocare un concilio generale.
Online dal: 26.09.2017
Il Repertorium del bibliotecario della certosa di Basilea Urban Moser è un indice alfabetico per autori, titoli e cose notevoli dei fondi della certosa di Basilea. Poiché il successore di Moser, Georg Carpentarius, ha dato nuove segnature a diversi volumi, verso il 1520 egli aggiunse al catalogo una concordanza di segnature, in modo da poter ancora utilizzare l'indice alfabetico. In questo modo è stato possibile utilizzare in modo complementare gli elenchi alfabetici e i cataloghi per collocazione (Basilea, UB, AR I 2 e AR I 3).
Online dal: 04.10.2018
Questo manoscritto composto di varie parti, contenente una raccolta di testi a carattere teologico e proveniente dal convento dei domenicani di Basilea, è l'unico a trasmettere la traduzione latina completa del Fließenden Lichts der Gottheit di Mechthild di Magdeburgo. Questo manoscritto è importante non solo per la sua datazione (intorno o poco prima del 1350) ma per la presenza di numerose annotazioni marginali che lasciano intravedere una conoscenza diretta della versione tedesca del testo, con il quale evidentemente la presente versione della traduzione latina del Das fließende Licht venne confrontata.
Online dal: 13.12.2013
Questo elegante libro d'ore in formato tascabile fu miniato a Tours intorno al 1480 dal Maître des camaïeux d'or Le Bigot, attivo nell'entourage del pittore Jean Bourdichon. Alle sedici minuscole iniziali istoriate in camaieu d'oro che contiene con il ciclo usuale, ne fa seguito uno originale dedicato ai sette giorni della Creazione. L'artista dimostra un'eccezionale padronanza tecnica conferendo al corpo delle iniziali un carattere evanescente e particolarmente attraente. La raffinata disposizione delle lettere che le circondano ha quale fine di invitare il suo committente anonimo ad apprezzare nel dettaglio la meticolosa combinazione di oro e colori.
Online dal: 14.12.2018
Scritto a Napoli nel 1467 e 1468 per Roberto da Sanseverino, principe di Salerno, questa raccolta epistolare raccoglie delle lettere di Diogene il Cinico, di Bruto e di Ippocrate, considerati nel medioevo i veri autori delle lettere. Furono tradotte in latino da Francesco Griffolini Aretino e da Ranuccio d'Arezzo. Messo in vendita a più riprese nel corso del sec. XX, questo manoscritto fu acquistato da prestigiosi collezionisti.
Online dal: 15.04.2010
Il codice di Eusebio risale al XIV secolo e già all'epoca di Heinrich Arnoldi (priore tra il 1449 e il 1480) apparteneva al fondo librario della certosa di Basilea. È scritto su di una pergamena di vitello di ottima qualità, scritto e rubricato accuratamente, in parte con iniziali filigranate. Il manoscritto contiene diverse aggiunte del XIV e XV secolo; la legatura risale al XIX sec.
Online dal: 04.10.2018
La copia della Summa logicae, prodotta a Oxford quando Guglielmo di Occam era ancora in vita, è uno dei volumi superstiti della biblioteca dei francescani di Basilea. Quale precedente proprietario viene indicato, tuttavia in forma cifrata (c. 121r), Otto von Passau, forse l'autore più famoso all'epoca, ma oggi quasi dimenticato. Oltre alla Summa logicae di Occam, il volume contiene anche un catalogo delle lamentele contro questo critico frate minore deposte presso la curia papale di Avignone, nonché brevi valutazioni su dei singoli punti. Il testo di questo manoscritto è stato utilizzato nel XX secolo per l'edizione critica completa, così come le versioni contenute in un secondo volume composito basilese del XIV secolo, che probabilmente non proveniva dal convento francescano e che ha conservato la sua legatura originale (F II 24). La rilegatura è stata sostituita nel XIX secolo.
Online dal: 26.09.2024
Questo manoscritto contiene il testo francese della canzone di gesta Ami et Amile. L'epoca di copia dell'opera (dal 16 maggio al 23 giugno 1425) ci è comunicato dal colophon lasciato dal copista. Il testo scritto in gotica corsiva, è punteggiato da numerose iniziali rubricate che segnano l'inizio di ogni strofa. La moderna rilegatura in cartone (XIX secolo) è ricoperta da un frammento di pergamena proveniente da un messale del XV secolo. Un'iscrizione su un foglio di guardia indica che il volume è stato dato in dono alla scrittrice Anne de Graville (1490-1540). Più tardi fece parte della collezione del genero di quest'ultima, il bibliofilo Claude d'Urfé (1501-1558). Nel XIX secolo l'opera era in possesso del filologo Wilhelm Wackernagel (1806-1869), che nel 1843 la donò alla biblioteca dell'Università di Basilea.
Online dal: 04.10.2018
Il 'codice gemello' del Cod. 250 della Burgerbibliothek di Berna, è stato creato a Fulda. Non è chiaro quando e come il manoscritto matematico sia giunto a Basilea. Sembra aver lasciato Fulda al più tardi nel X secolo, come suggeriscono le mani del testo aggiunto.
Online dal: 29.03.2019
Questo manoscritto, copiato nel X secolo presso il monastero della Lavra di Stylos sul monte Latmos in Caria dallo scriba «Michael», contiene il commento di Vittore di Antiochia a Marco e la catena di Andrea sulle Lettere cattoliche. Contiene due miniature incompiute, una raffigurante la Vergine in trono con Gesù bambino (V3v) e l'altra Cristo in gloria (V4r). Quando, intorno al 1079, i Turchi invasero la Caria, il codice fu trasferito da Christodulo di Patmos prima a Costantinopoli e poi sull'isola di Patmos. In epoca rinascimentale il manoscritto fu conservato a Worms da Johannes Camerarius, poi a Basilea presso Nicolaus Episcopius.
Online dal: 26.09.2024
Questo piccolo volume rilegato in cartone del Museo Remigius Faesch unisce due frammenti di poesia in tedesco. Il primo poema, la Sibyllen Weissagung, risale alla metà del XIV secolo e fu ampiamente letto fino al XVI secolo. Tratta della profetessa Sibilla, che visitò il re Salomone e gli profetizzò il futuro fino alla fine dei tempi. Il secondo testo, il Königin von Frankreich di Schondoch, parla dell'amore fedele della eroina del titolo, che viene accusata di adulterio da un maresciallo di corte respinto, e cacciata. Appartiene al genere «Märe» (fiabe) ed è estremamente diffuso, con 21 manoscritti conservati.
Online dal: 18.06.2020
Mentre nel medioevo i viaggi in Italia, i cosiddetti «Itinera Italica», avevano degli obbiettivi soprattutto religiosi (pellegrinaggi) o professionali (viaggi commerciali), dopo la Riforma si iniziò, anche a Basilea, ad intraprendere sempre di più dei viaggi di istruzione, che avevano quale scopo l'interesse per l'Italia stessa e per le sue attrazioni. Furono redatti dei rapporti di viaggio, come quello del giurista e rettore dell'Università di Basilea Remigius Faesch (1595-1667) del 1621.
Online dal: 22.03.2018
L'inno Liber de laudibus Sanctae Crucis composto da Carmina figurata dell'abate di Fulda Rabano Mauro, la cui presente versione ha probabilmente avuto origine nell'831, riempie ogni volta la pagina di sinistra (sono conservate 23 delle 28 figure), mentre in quella di destra si legge la rispettiva versione in prosa; manca la seconda parte, anch'essa redatta in prosa.
Online dal: 20.12.2012
L'Aratea, tradotta in latino da Germanico, descrive i 48 antichi segni zodiacali ed i miti relativi alla loro nascita. Appartengono ai cicli di immagini più amati dalle scuole monastiche medievali. Il codice bernese, prodotto a San Bertino, è un discendente del manoscritto con l'Aratea di Leida e contiene degli scoli presenti unicamente in questo codice.
Online dal: 23.09.2014
La miscellanea contiene in totale 21 testi, in parte tramandati in questo unico manoscritto, della letteratura in lingua francese antica. La parte più grande è costituita dai romanzi, spesso composti di più di mille versi, appartenenti ai grandi cicli di saghe, quali le Gesta dei Lorenesi, Peceval ecc.; inoltre contiene alcune cronache redatte in prosa quali la Cronaca delle crociate di Ernoul così come altri corti testi di argomento disparato. Il manoscritto è riccamente illustrato con varie centinaia di grandi iniziali ed è probabilmente originario della Piccardia.
Online dal: 08.10.2015
Il manoscritto composito contiene diversi, in parte rari, testi cronachistici riguardanti dei regnanti sia laici che ecclesiastici. Si tratta di un manoscritto proveniente dalla abbazia benedettina di Saint-Mesmin di Micy il cui testo è stato più volte redatto e corretto. Presenta caratteristiche scritture in diversi inchiostri neri e marroni ed è riccamente decorato con molte iniziali calligrafiche in differenti stili. Alcune aggiunte permettono di situare abbastanza precisamente l'epoca di redazione alla metà dell'XI secolo.
Online dal: 22.03.2018
Il cosiddetto Liber ad honorem Augusti di Pietro da Eboli è uno dei manoscritti più famosi e maggiormente richiesti della Burgerbibliothek di Berna. Il codice, straordinariamente decorato, è originario di un atelier della cerchia della corte imperiale nell'Italia meridionale. Copista e miniature sono sconosciuti; tuttavia senza dubbio il testo venne corretto dall'autore stesso. Il testo, un panegirico in latino di circa 1700 distici conservatosi in questo solo manoscritto, è suddiviso in tre parti. I primi due libri descrivono gli antecedenti e la conquista della Sicilia da parte degli Svevi; il terzo libro contiene una celebrazione dei genitori – l'imperatore Enrico IV e la moglie Costanza, figlia ed erede del re Ruggero II di Sicilia – del famoso imperatore Federico II di Svevia, nato a Jesi, presso Ancona il 26 dicembre 1194.
Online dal: 22.03.2018
Frammento di un manoscritto di trovieri francese della fine del XIII o inizio del XIV secolo, che probabilmente faceva parte dello stesso codice con il Parigi, BN français 765. Contiene 20 canzoni, di cui 14 di Thibaut de Champagne; tutte sono testimoniate in una tradizione parallela. 14 brani presentano una notazione quadrata.
Online dal: 14.06.2018
Il frammento contiene due testi molto diffusi all'epoca in Francia: la versione francese della Consolatio Philosophiae di Boezio e del confort d'ami di Guillaume de Machaut. Gli 8 fogli appartengono alla ricca collezione di frammenti della Burgerbibliothek di Berna e sono stati digitalizzati quali complemento al riccamente illustrato manoscritto di Machaut della stessa biblioteca, il Cod. 218.
Online dal: 23.04.2013
Quattro bifogli legati provenienti da un manoscritto medico probabilmente vergato nella Francia orientale e contenente estratti da un Antidotarium e dal De diaetis universalibus di Isacco Giudeo. Alla parte finale sono acclusi due fogli con estratti dal Liber alter de dynamidiis e altri excerpta teologici e ricette mediche. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Quattro bifogli (probabilmente un fascicolo) di un manoscritto francese. Il testo – strutturato in forma di dialogo tra maestro e allievo e tramandato integralmente nel Cod. 417 della Burgerbibliothek di Berna, ff. 47r-61v – contiene il trattato De divisionibus temporum basato su un computo irlandese. Il frammento, che si trovava inizialmente in possesso di Pierre Daniel, è giunto a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Quattro bifogli (un fascicolo) di un manoscritto probabilmente vergato nella Francia occidentale e contenente l'opera agostiniana De magistro. Alcuni fogli sono palinsesti di un documento precedentemente eraso su entrambi lati e presumibilmente di provenienza spagnola. Il frammento, che si trovava inizialmente in possesso di Pierre Daniel, è giunto a Berna nel 1632, insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Miscellanea composta da quattro parti molto diverse che probabilmente giunsero a Berna nel 1632 da Jacques Bongars; le parti B e C provengono dal Collège de Navarre di Parigi. Tutte le parti sono miniate, almeno in parte. Di tutti i frammenti, si trovano parti correlate in altre biblioteche: per la parte A, Parigi BN lat. 7709, ff. 1-4; per B Parigi BN lat. 17566, ff. 1-40; per C Parigi BN lat. 17902, ff. 1-85 e per D Leiden UB, Voss. Q 2 IX (f. 60).
Online dal: 10.10.2019
Miscellanea composta da due parti diverse che probabilmente giunsero a Berna nel 1632 da Jacques Bongars. La parte A proviene da una vasta raccolta di vite di santi per la liturgia di Fleury, molte delle quali si sono conservate nella Biblioteca Vaticana: Reg. lat. 274, ff. 95-102; Reg. lat. 318, ff. 1-79, 80-146, 147-258; Reg. lat. 585, ff. 13-27; Reg. lat. 711.II, ff. 11-18; 67-76. La parte B contiene frammenti degli scritti grammaticali di Isidoro e fu probabilmente scritta nella Francia orientale.
Online dal: 10.10.2019
Raccolta di fiabe scritte in tedesco intorno al 1349/50 dal domenicano Ulrich Boner e dedicate al patrizio bernese Johann von Ringgenberg. I più importanti rappresentanti della raccolta completa sono Basilea, Universitätsbibliothek AN III 17 e la presunta copia Berna, Burgerbibliothek Mss.h.h.X.49, le cui illustrazioni, tuttavia, sono di qualità molto inferiore. Il manoscritto, di cui mancano i primi due fascicoli, fu probabilmente scritto da Hemon Egli, balivo di Erlach, o da qualcuno della sua cerchia; pervenne in seguito, tramite il nipote Jakob von Bollingen, alla biblioteca della famiglia Erlach nel castello di Spiez. Nel 1875, Friedrich Bürki lo acquistò dalla successione e lo donò alla biblioteca della città di Berna.
Online dal: 26.09.2024
Il frammento dal monastero di Königsfelden, che contiene solo 12 fogli (= 1 fascicolo), contiene un calendario completo (necrologio) con le registrazioni dei giorni della morte dei membri della famiglia fondatrice degli Asburgo e del confessore della regina Agnese d'Ungheria (Lamprecht d'Austria) fino al 1330. Dopo la soppressione del monastero nel 1528, il manoscritto passò in mano private bernesi e nel XIX secolo fu donato alla Stadtbibliothek della città.
Online dal: 14.06.2018
Raccolta liturgica che contiene le preghiere del breviario dell'ordine certosino (1r Capitula, 18r Temporale, 35v Sanctorale, 49v Commune Sanctorum und 51v Usus communis). Questo piccolo libro di preghiere è stato verosimilmente composto nel XIII secolo in una certosa della Borgogna. Dal XIII al XV secolo il volume è stato certamente utilizzato in una certosa dell'attuale Svizzera occidentale, come la Valsainte, la Part-Dieu o La Lance. Scritto su pergamena, il testo è decorato con letterine blu e rosse. Annotazioni e disegni nei margini.
Online dal: 22.06.2017
Questo Libro d'ore all'uso di Parigi contiene una grande quantità di preghiere a uso privato in latino e in francese, per la maggior parte inedite. Come apprendiamo dal colophon a c. 193r, è stato realizzato a Parigi nel 1421 presso il libraio Jacquet Lescuier. Committente, o forse solo acquirente, fu Jean II di Gingins, nato verso il 1385 e morto verso la fine del 1461 o all'inizio del 1462, che fece dipingere il suo stemma a c. 193v. Le miniature sono state eseguite da vari minatori, tra i quali il “Maître de Guise”, il “Maître de Bedfort” e un allievo della cerchia del “Maître de Boucicaut”. L'ultima rappresentante della famiglia di Gingins-La Sarraz lasciò in eredità il castello di La Sarraz al cognato, Henri de Mandrot, che a sua volta, nel 1920, donò il manoscritto e gli archivi di famiglia agli Archivi cantonali vodesi.
Online dal: 19.03.2015
Contiene il poema in ottosillabi Cleomadés, considerato il capolavoro del poeta francese del sec. XIII Adenet le Roi, che visse nelle corti di Brabante, Francia e Fiandre e compose canzoni di gesta e romanzi di corte.
Online dal: 09.04.2014
Il manoscritto di origine francese, forse incompleto, contiene il commento ai salmi CI-CXVII di S. Agostino (f. 1r-110v e 113r-136v). Tra il salmo 108 (f. 110v) ed il salmo 109 (f. 113r) è inserito un trattato sulla meditazione di Ugo di S. Vittore. Proviene probabilmente dal fondo di manoscritti dell'abbazia di Altacomba in Savoia, che l'arcivescovo di Torino Giacinto della Torre aveva acquistato per la biblioteca del seminario arcivescovile della città, e che in seguito venne disperso. Fu acquistato da Martin Bodmer nel 1957 dalla libreria antiquaria Hoepli di Milano.
Online dal: 23.06.2014
Questo manoscritto cartaceo contiene la versione in prosa della canzone di gesta Fierabras di Jean Bagnyon (1412-1497). Notaio a Losanna, egli redasse questo adattamento intorno al 1465-70 per il canonico della stessa città, Henri Bolomier (c. 117v). Costituito di tre libri, l'opera si apre con un riassunto della storia dei re di Francia fino a Carlomagno (libro I: cc. 7v-19r), seguito dalla storia del «merveilleux et terrible» gigante Fierabras (libro II: cc. 19v-93v), e da una narrazione della guerra di Spagna secondo Turpin (libro III: 94r-117v). Questo esemplare così come quello della Biblioteca di Ginevra (Ms. fr. 188), sono i due unici testimoni manoscritti di questo testo che fu un importante successo dell'editoria dal XV sec. (1e edizione stampata a Ginevra presso Adam Steinschaber, 1478).
Online dal: 22.03.2018
Manoscritto trascritto nel 1480 nell'abbazia cistercense di Maulbronn (diocesi di Spira, Wurtemberg, cf. f° 44), il CB 19 contiene il trattato di Egberto di Schönau, fratello di S. Elisabetta di Schönau, e orazioni mariali trascritte da una seconda mano.
Online dal: 25.03.2009
Testimone della straordinaria vitalità dei Commentari di Cesare all'inizio del Rinascimento (se ne contano più di 240 esemplari nel XV secolo), il CB 44 è stato realizzato intorno al 1480 a Napoli, nell'atelier del miniatore Cola Rapicano. La considerevole decorazione a bianchi girari e le iniziali miniate in apertura dei diversi libri sono tratti consueti dei manoscritti tipicamente umanistici. Il cavaliere in armatura raffigurato nell'iniziale ornata del f° 1r è invece una rappresentazione inconsueta dell'imperatore.
Online dal: 25.03.2009
Il codice tramanda i Carmina di Catullo ed è vergato in una scrittura umanistica corsiva attribuita al copista Ludovico Regio di Imola. Il frontespizio, a grisaglia con lumeggiature d'oro, è incorniciato da motivi del repertorio „all'antica“, trofei, sfingi, mascheroni, mentre il titolo campeggia a caratteri d'oro su fondo rosso-porpora. Lo stemma a fondo pagina, in un tondo retto da due putti, è stato coperto con il medesimo colore rosso-porpora.
Online dal: 13.12.2013
Codice contenente le opere De senectute, De amicitia e Paradoxa ad Brutum di Cicerone, i Synonyma dello Pseudo-Cicerone ed il trattato anonimo De punctorum ordine. Allestito in Italia in scrittura umanistica nella seconda metà del secolo XV, il frontespizio e le iniziali che introducono i vari testi sono decorati a bianchi girari; lo stemma con il leone d'oro rampante su fondo rosso, inscritto in una cornice di lauro nel riquadro a c. 1r, non è identificato.
Online dal: 13.12.2013
Copiato nel 1378 da Francesco di maestro Tura da Cesena, che appone data e nome alla fine del suo volume, il Codice Severoli inaugura ciascuno dei tre canti della Commedia con una iniziale istoriata. Qualche glossa interlineare spiega i versi del Paradiso.
Online dal: 21.12.2009
Questo manoscritto del sec. XIV raggruppa quattro trattati di medicina. La scrittura in gotica arrotondata è di varie mani e gli incipit principali sono in capitali gotiche ornate da fini filigrane a penna. Alla fine del manoscritto si scoprono varie ricette mediche.
Online dal: 02.06.2010
Questo manoscritto dell'Italia centrale del XII secolo contiene delle opere musicologiche di tre autori latini tra cui certi estratti sono da raffrontare con diversi passaggi della Institutio musica di Boezio. Uno d'essi non è altro che Guido d'Arezzo (Guido Aretinus), monaco toscano della fine del X secolo, al quale si attribuisce, senza dubbio con qualche esagerazione, l'invenzione dell'armonia, la «solmisazione».
Online dal: 31.07.2007
Copiato alla fine del sec. XIII in Inghilterra da un unico copista, questo manoscritto venne donato al grande collezionista Sir Thomas Phillipps da Sir Robert Benson (1797-1844). Secondo Benson sarebbe appartenuto all'abbazia di Wilton, nel Wiltshire, e sarebbe allora stato letto da nobildonne e monache. Il volume è stato fatto rilegare da Phillipps; il Lai d'Haveloc fu collocato all'inizio ed il suo titolo iscritto sul dorso. Il Donnei des Amants, l'unico esemplare noto, è un dibattito amoroso tra amanti che si scambiano degli exempla: il Tristan Rossignol, Didon, il Lai de l'oiselet e L'Homme et le Serpent.
Online dal: 13.12.2013
L'Ilias Latinavenne abbondantemente copiata nel corso di tutto il medioevo occidentale, che ebbe accesso all'argomento troiano grazie agli adattamenti latini. Al giorno d'oggi se ne censiscono un centinaio di manoscritti. Il Bodmer 87 è datato e localizzato da una sottoscrizione: "Aretii die 15 Juli 1469" (Arezzo, il giorno 15 di luglio, f. 22). La scrittura umanistica, una corsiva leggermente angolosa, è della mano di un solo copista.
Online dal: 02.06.2010
Testimone della riscoperta delle opere di Orazio nel XII secolo, il CB 89, trascritto in Francia, è corredato di una gran quantità di glosse marginali e interlineari.
Online dal: 25.03.2009
Le Laudi del francescano italiano Jacopone da Todi sono dei poemi di ispirazione religiosa che si presentano come delle ballate dal metro vario e spesso redatte sotto forma di dialoghi. Il CB 94, trascritto da quattro diversi copisti, è stato allestito nella seconda metà del XIV secolo.
Online dal: 20.12.2007
Questo manoscritto di origine italiana, risalente al XIII secolo, contiene i primi quattro libri dell'opera De fide orthodoxa redatta in greco da Giovanni Damasceno. Come ricorda il titolo del manoscritto (f. 1r), questo testo è stato tradotto in latino, su richiesta del papa Eugenio III (1145-1153), dal giurista pisano e prolifico traduttore Burgundio di Pisa (Burgundius Pisanus). Il testo è disseminato di numerose glosse marginali, per la maggior parte contemporanee alla trascrizione del manoscritto
Online dal: 26.09.2017
Il testo di Lucano è accompagnato da glosse marginali ed interlineari di varie mani, sia contemporanee che più tarde, queste ultime italiane e databili ai secc. XIV-XV. Nel margine di c. 69v è disegnato uno schema geografico del mondo. Appartenne, almeno fino al XVIII secolo, ai carmelitani di S. Paolo di Ferrara.
Online dal: 09.04.2014
I due testi, De rebus bellicis (cc. 5r-17v) e Notitia dignitatum (cc. 19r-94r), riuniti in questo manoscritto, risalgono all'Antichità e presentano rispettivamente le macchine da guerra utilizzate dall'esercito romano nel primo caso, e l'organizzazione militare del Basso Impero nelle sue parti occidentali e orientali, nell'altro. Già in origine sono stati concepiti, tra la fine del IV e l'inizio del V secolo, con delle illustrazioni; la più antica copia conosciuta, risalente alla fine del IX e all'inizio del X secolo, era conservata nella biblioteca della cattedrale di Spira (di cui oggi rimane un solo foglio). Questa copia fu presa in prestito nel 1436 dal cardinale Pietro Donato mentre si trovava al concilio di Basilea dove furono realizzate almeno due copie, miniate da Péronet Lamy (Oxford, Bodleian Library, Ms. Canon. Misc. 378; Parigi, BnF, lat. 9661). Il manoscritto della Fondazione Bodmer ne costituisce una nuova riproduzione, almeno di un secolo più tardiva, che potrebbe essere servita all'edizione di questi due testi, immagini comprese, realizzata da Sigismundus Gelenius e pubblicata da Froben a Basilea nel 1552.
Online dal: 10.12.2020
Grande manoscritto in-folio incompleto contenente la parte estiva ed il comune dei santi dell'omeliario di Paolo Diacono. Scritto da varie mani in minuscola carolina nel IX secolo, presenta delle iniziali a inchiostro con racemi di colore rosso che denotano influsso irlandese ed alcuni eleganti incipit in scrittura capitale. Proviene forse da Reichenau, in ogni caso dalla regione di Costanza. Appartenne alla collezione Phillipps, poi Chester Beatty, dalla quale Martin Bodmer lo acquistò nel 1968.
Online dal: 23.06.2014
Scritto senza dubbio negli anni 1520-1528, il Tristano del lionese Pierre Sala si fece l'erede della tradizione medievale, dai cicli in prosa di Tristano e di Lancillotto ai romanzi italiani della Tavola Rotonda. Nondimeno, questo racconto dell'amicizia esemplare tra Tristano e Lancillotto, dove le avventure cavalleresche si intrecciano agli intrighi amorosi, è già aperto alla scrittura del Rinascimento. Esso è trasmesso solamente da due manoscritti e quello della Fondazione Martin Bodmer è l'esemplare di dedica offerto al re Francesco I. È illustrato da ventisei disegni a penna e all'acquarello.
Online dal: 26.04.2007
Seneca è il più letto e amato drammaturgo antico del Medioevo. I manoscritti delle sue Tragedie, quasi 400 copie conosciute fino ad oggi, risalgono per lo più al XIV e XV secolo, come la copia della Fondazione Bodmer. Questa presenta inoltre una serie di iniziali istoriate collocate all'inizio di ogni dramma di Seneca, la cui illustrazione riassume la trama drammatica, come per esempio il suicidio di Giocaste e l'accecamento di Edipo all'inizio del dramma omonimo (f. 46v). La loro realizzazione, piuttosto modesta, è probabilmente localizzata nel Nord Italia dove fu prodotta la maggior parte delle copie miniate di questo testo (una cinquantina circa).
Online dal: 10.10.2019
Contiene il testo delle Adnotationes super Lucanum preceduto dalla Vita Lucani attribuita a Vacca, antico commentatore che alcuni collocano nel VI secolo. Forse proveniente dalla biblioteca dell'abbazia benedettina di Tegernsee in Baviera, il codice appartenne in seguito alla biblioteca dei principi Oettingen-Wallerstein e costituisce uno dei cinque testimoni - il codice Wallersteinensis I.2 - su cui si fonda l'edizione del testo, ancora oggi considerata di riferimento, pubblicata nel 1909 da Iohannes Endt.
Online dal: 17.12.2015
Si tratta di un esemplare particolarmente bello, scritto in Francia (Parigi?) o nelle Fiandre, del cosiddetto Heilsspiegel, lo Speculum humane salvationis. L'opera stessa è conservata in più di 200 manoscritti ed in numerose stampe. L'opera si suddivide nella storia precedente la salvezza (Vecchio Testamento), nella storia della salvezza del Nuovo Testameno (dall'Annunciazione al Giudizio Universale), nelle 7 stazioni della Passione, nei 7 dolori e nelle 7 gioie di Maria. Oggi è mutilo di 4 fogli e della parte iniziale.
Online dal: 04.11.2010
Contiene opere di Isidoro da Siviglia: Libri originum (I-III e V-XX), De natura rerum, e uno scambio di lettere tra Isidoro e Braulio di Saragozza. Il codice è stato ricomposto da una serie di frammenti recuperati nel XIX sec. da volumi giuridici della biblioteca della prepositura di S. Gerold nel Voralberg. Il manoscritto, come attestano i versi di dedica sul f. 1r, è stato allestito su commissione dell'abate Frowin di Engelberg (1143-1178).
Online dal: 19.12.2011
Il manoscritto contiene frammenti delle commedie di Terenzio appartenenti a due manoscritti perduti databili al decimo secolo (ff. 3r-26v e ff. 28r-55v, indicati nelle edizioni con la sigla ε e η), più alcuni frammenti di un terzo manoscritto (ff. 56r-57v) con parti del Phormio terenziano e un inno a San Nicola. I frammenti hanno dimensione, leggibilità, e stato di preservazione diversi. Alcuni fogli mancanti del secondo codice (η) sono contenuti nella raccolta di frammenti della Stiftsbibliothek di S. Gallo, Cod. Sang. 1394 (pp. 115-120).
Online dal: 17.12.2015
I frammenti raccolti in questa raccolta vennero staccati prima del 1858 da copertine di libri ad opera di p. Gall Morel e riuniti in un volume intorno al 1860. Si tratta di frammenti di sequenze (due raccolte), melodie di inni (come ancora oggi vengono cantate ad Einsiedeln), tre melodie per il Gloria (la terza viene attribuita a papa Leone IX), tre spettacoli liturgici ed il Novem modi di Hermannus. Il codice è importante per la storia della musica perchè per la prima volta ad Einsiedeln i neumi vengono suddivisi su quattro righe musicali (incise); la lingua è il dialetto corale alemannico.
Online dal: 04.11.2010
Salterio in tedesco. I salmi sono preceduti da rubriche che definiscono quando questi vadano recitati. Contiene inoltre dei cantici, il Te deum e le litanie dei santi. I nomi contenuti nelle litanie rimanderebbero ad un'origine del manoscritto in ambito benedettino. Il codice è stato vergato da Othmar Ortwin nel 1421. Venne acquisito nel 1839 da p. Gallus Morell, monaco e bibliotecario ad Einsiedeln, dal monastero cistercense di Wurmsbach, sul lago di Zurigo.
Online dal: 17.03.2016
Il codice, di formato molto piccolo, contiene dei trattati di musica di vari autori sia italiani che francesi; tra questi Marchetto di Padova (cc. 1-44), Johannes de Muris (cc. 83-104v) e Prosdocimo de Beldomandi (cc. 51-55, 75-82). E' stato scritto nell'Italia del nord all'inizio del XV secolo.
Online dal: 13.12.2013
Questa cronaca del monastero di Hauterive (FR), al contrario delle altre cronache di Murer, non è completamente di mano di Heinrich Murer (1588-1638, dal 1614 conventuale nella certosa di Ittingen), ma venne realizzata forse solo su incarico del monaco di Ittingen nel monastero stesso di Hauterive. Il manoscritto è costituito di due parti: la storia del monastero e un elenco degli avvenimenti religiosi. La prima inizia con l'abate Girard (1138-1157) e termina con l'abate Petrus (fine del XVI secolo); la seconda riguarda gli anni tra il 1500 e il 1510.
Online dal: 22.06.2017
Cronaca del convento dei predicatori e del convento delle domenicane di Maria Maddalena a Basilea, di Heinrich Murer (1588-1638, dal 1614 conventuale nella certosa di Ittingen). Il manoscritto si suddivide nella cronaca del convento dei predicatori e nella cronaca del convento delle domenicane di Basilea. Nella prima parte Murer descrive l'edificazione del convento nel 1233 e lo sviluppo della diocesi di Basilea nel XIII fino al XV secolo. Nella seconda parte Murer si dedica all'origine del convento femminile nell'XI secolo e alla sua ricostruzione nel 1253, così come ad altri avvenimenti religiosi fino al 1465.
Online dal: 22.06.2017
Cronaca della diocesi di Coira di Heinrich Murer (1588-1638, dal 1614 conventuale nella certosa di Ittingen). Murer racconta l'origine della diocesi di Coira e menziona Asinio (451) quale primo vescovo, al quale fecero seguito 75 altri vescovi, fino a Giovanni IV (1418-1440). Oltre alla cronaca sono trascritte quattro copie moderne di documenti di donazione dell'imperatore Ottone I e del re Ludovico il Germanico, così come notizie annalistiche.
Online dal: 22.06.2017
Cronaca del monastero di Einsiedeln di Heinrich Murer (1588-1638, dal 1614 conventuale nella certosa di Ittingen). Prima della descrizione dei peridi di abbaziato da Eberhard (934-958) a Plazidus (1629-1670) è inserito un disegno a penna dei patroni della chiesa, e una pianta pieghevole del monastero di Einsiedeln. Nella cronaca trovano posto le trascrizioni di Murer dei documenti di donazione, e di conferma di donazione, che riguardano il monastero di Einsiedeln.
Online dal: 22.06.2017
Cronaca della prepositura di Embrach di Heinrich Murer (1588-1638, dal 1614 conventuale nella certosa di Ittingen). In questa cronaca, incompleta sia per quanto riguarda il contenuto che la decorazione, Murer si limita a descrivere alcuni pochi abati e importanti avvenimenti della storia del monastero.
Online dal: 22.06.2017
Cronaca del monastero di Engelberg e del monastero femminile di S. Andrea, di Heinrich Murer (1588-1638, dal 1614 conventuale nella certosa di Ittingen). La cronaca inizia con una descrizione della posizione geografica e della fondazione del monastero (1119). Segue la storia del monastero di Engelberg dall'abate Adelhelm (1124/26-1131) fino all'abate Plazidus Knüttel (1630-1658). Nella seconda parte, più breve, Murer illustra la fondazione (1199) e la storia del monastero di S. Andrea dal 1254 al 1455.
Online dal: 22.06.2017
Cronaca del monastero di Fischingen di Heinrich Murer (1588-1638, dal 1614 monaco al monastero cartusiano di Ittingen); probabilmente è basata sulla Cronaca dell'omonimo monastero che Jakob Bucher – anch'egli membro della comunità religiosa di Ittingen –, portò a compimento tra il 15 settembre 1627 e il 14 settembre 1628.
Online dal: 15.10.2007
Cronaca del monastero di S. Gallo redatta da Heinrich Murer (1588-1638, dal 1614 conventuale nella certosa di Ittingen). Murer basa tra l'altro il suo resoconto storico, secondo le sue affermazioni, sugli scritti del conventuale, studioso di diritto e bibliotecario dell'abbazia di S. Gallo, Iodoco Metzler (1574-1639). La cronaca parte dalla fondazione del monastero da parte di s. Gallo e giunge fino all'anno 1630.
Online dal: 22.06.2010
Cronaca del monastero di S. Giovanni in Thurtal di Heinrich Murer (1588-1638, dal 1614 conventuale nella certosa di Ittingen). Murer basa il suo resoconto storico, secondo le sue affermazioni, sugli scritti del conventuale, studioso di diritto e bibliotecario dell'abbazia di S. Gallo, Iodoco Metzler.
Online dal: 22.06.2010
Cronaca dei monasteri di St. Katharinental, Töss e Berenberg dalla mano di Heinrich Murer (1588-1638, dal 1614 monaco del monastero cartusiano di Ittingen). Vi è inserito il “St. Katharinentaler Schwesternbuch” (Libro delle consorelle di St. Katharinental) della fine del XVII secolo, il quale espone un'elaborazione molto fedele al testo del famoso Schwesternbuch del XV secolo; vi si trova pure il “Tösser Schwesternbuch”, anch'esso un'elaborazione vicina al testo della stessa mano del “Tösser Schwesternbuch” di Elisabetta Stagel. Le dodici vite del “St. Katharinentaler Schwesternbuch”, le quali sono anche contenute nelle sopracitate cronache, provengono dalla mano di Heinrich Murer, come risulta da un confronto con l'”Helvetia Sancta” dello stesso Murer.
Online dal: 14.04.2008
Cronaca del vescovado di Costanza redatta da Heinrich Murer (1588-1638, dal 1614 conventuale nella certosa di Ittingen). Heinrich Murer si basa per redigere la sua cronaca tra l'altro sul Chronicon di Ermanno il contratto (1013-1054), continuato dal suo allievo Bertoldo di Reichenau fino all'anno 1080, sulla Chronik der Alten Eidgenossenschaft di Johannes Stumpf (1500-1577/78) apparsa nel 1547/48, sulla Chronologia monasteriorum Germaniae praecipuorum di Caspar Bruschius (1518-1557), sulla Chronik von dem Erzstifte Mainz und dessen Suffraganbistümern di Wilhelm Werner, conte di Zimmern (1485-1575) e sull'opera storica di Christoph Hartmann di Frauenfeld (1568-1637), che nei suoi ultimi anni di vita fu bibliotecario di Einsiedeln e che redasse, insieme con Franz Guillimann gli Annales Heremi Deiparae Matris in Helvetia. La cronaca di Murer parte dagli inizi del tardo episcopato di Costanza a Windisch nell'anno 411 sotto il vescovo Paternus e giunge fino all'anno 1629 sotto il vescovo Johannes VII.
Online dal: 19.12.2011
Cronaca della cattedrale di Costanza, della chiesa collegiata della diocesi, della città di Co-stanza e di Reichenau, di Heinrich Murer (1588-1638, dal 1614 conventuale nella certosa di Ittingen). Mentre Murer, nell'Y 106 si è occupato solo della storia della diocesi di Costanza, in questo manoscritto si sofferma più dettagliatamente su Costanza e i suoi dintorni. Per le fonti si servì degli scritti di altri ecclesiastici, come la cronaca di Costanza di Jakob Rassler (1568-1617).
Online dal: 22.06.2017
Cronaca dell'abbazia di Kreuzlingen di Heinrich Murer (1588-1638, dal 1614 monaco al monastero cartusiano di Ittingen). Murer basa il suo resoconto storico su documenti più antichi, utilizzando anche una lista degli abati in carica a Kreuzlingen fino al 1626.
Online dal: 14.04.2008
Cronaca del monastero di Eschenbach di Heinrich Murer (1538-1638, dal 1614 conventuale nella certosa di Ittingen); contiene inoltre due vedute del monastero del 1625 e 1629, entrambe probabilmente di mano di Heinrich Murer.
Online dal: 19.12.2011
Cronaca del convento Paradies di Enrico Murer (1588-1638, dal 1614 conventuale nella certosa di Ittingen). Murer ha utilizzato per la sua opera tra l'altro la Cronaca della Svizzera di Johann Stumpf e forse anche la „Schwäbische Chronik“ di Thomas Lirer. Contiene la trascrizione di numerosi documenti che si riferiscono al Kloster Paradies.
Online dal: 22.06.2010
Cronaca del monastero di Reichenau di Heinrich Murer (1588-1638, dal 1614 monaco al monastero cartusiano di Ittingen), basata sulla Cronaca di Gallus Oeheim, sacerdote e cappellano del monastero di Reichenau († 1511).
Online dal: 25.07.2006
Tre cronache del monastero di Allerheiligen (Ognissanti) di Sciaffusa, scritte da tre diverse mani; tra queste la prima è quella di Heinrich Murer (1588-1638, dal 1614 conventuale nella certosa di Ittingen.
Online dal: 22.06.2010
Cronaca del monastero di Selnau, di Heinrich Murer (1588-1638, dal 1614 conventuale nella certosa di Ittingen). Questo manoscritto incompiuto si sarebbe dovuto occupare nella prima parte dei monasteri cistercensi in Svizzera e nella seconda, più dettagliatamente del monastero femminile di Selnau. Il manoscritto è rimasto frammentario.
Online dal: 22.06.2017
Cronaca del monastero di Wettingen di Heinrich Murer (1588-1638, dal 1614 conventuale nella certosa di Ittingen).
Online dal: 19.12.2011
Cronaca del Grossmünster di Zurigo, di Heinrich Murer (1588-1638, dal 1614 conventuale nella certosa di Ittingen). In questa cronaca Heinrich Murer si è dapprima concentrato sulla storia della città di Zurigo e del Grossmünster, prima di iniziare con l'elenco e la descrizione dei singoli prevosti.
Online dal: 22.06.2017
Cronaca della abbazia di Fraumünster, della chiesa di S. Pietro e della Wasserkirche di Zurigo di Heinrich Murer (1588-1638). Murer dichiara quali fonti per la cronaca della chiesa di S. Pietro la Tigurinerchronik di Heinrich Bullinger e per la cronaca della cappella „auf dem Hof“ sia la Tigurinerchronik che la Schweizer Chronik di Johannes Stumpf.
Online dal: 19.12.2011
Cronaca dei monasteri e delle fondazioni minori della città di Zurigo, di Heinrich Murer (1588-1638, dal 1614 conventuale nella certosa di Ittingen). Questo volume contiene una raccolta di descrizioni, brevi e incomplete, della storia dei monasteri e delle fondazioni di Zurigo, introdotte da pagine iniziali con disegni a penna e colorati in blu. Vi sono descritti il convento degli agostiniani della mindere Stadt (piccola città) di Zurigo, la chiesa francescana degli scalzi della grosse Stadt (grande città) di Zurigo, il convento dei domenicani, la comunità di beghine di S. Verena e il convento femminile di S. Maria Maddalena a Oetenbach.
Online dal: 22.06.2017
Il manoscritto contiene un breviario monastico completo. La decorazione è costituita da lettere rosse. blu e verdi decorate con motivi vegetali, antropomorfi, e zoomorfi a penna. Alcune iniziali sulle prime pagine (8-11) sono state, probabilmente in un secondo tempo, inquadrate in un fondo dorato. Di origine francese, fu usato fin dal sec. XII a Payerne per poi passare, dopo la secolarizzazione del priorato, in mani private.
Online dal: 14.12.2017
Capitolario cistercense ad uso delle monache dell'abbazia della Fille-Dieu a Romont. Oltre al martirologio e al necrologio, contiene la regola di s. Benedetto in lingua francese. Probabilmente redatto su incarico della badessa, fu copiato da Uldry Chabordat, cappellano di Romont, che descrive il suo lavoro in un poema a c. 107r e afferma di aver ricevuto la pergamena da Catherine de Billin. Il manoscritto è stato donato alla biblioteca nel 1879 dal cappuccino Apollinaire Dellion (1822-1899).
Online dal: 08.10.2020
Questo manoscritto miscellaneo, utilizzato assiduamente da Friedrich von Amberg, contiene nella prima parte (f. 1r-100v) materiali sulla storia dell'ordine religioso. Nella seconda, probabilmente la parte più importante (f. 109r-165v), contiene dei trattati, questioni e discussioni riguardanti il periodo dei contrasti tra papa Giovanni XII e Ludvig di Baviera, allora residente a Monaco, e gli spirituali francescani che vi erano allora fuggiti. Molti di questi scritti sono trasmessi unicamente in questo manoscritto, e tra questi un trattato sulla Visio beatifica del 1332-1333 (f. 127v-153r) il quale, secondo Annelise Maier, può essere attribuito a Wilhelm Ockham, ed uno scritto polemico (f. 153r-160r) nel quale Ludwig viene messo in guardia dallo stipulare troppo affrettatamente la pace con il papa residente ad Avignone.
Online dal: 23.09.2014
Il cod. 62 è un manoscritto miscellaneo databile intorno al 1400 tipico per l'utilizzo in un convento francescano. Contiene materiali per prediche da autori conosciuti e sconosciuti, sotto forma di prediche intere, estratti tematici ed exempla. E' costituito da 15 unità codicologiche. Friedrich von Amberg (intorno al 1350-1432) ha costituito la raccolta, l'ha corredata di un indice e l'ha fatta rilegare a Friburgo in Ue. La parte di più valore della miscellanea è costituita dalle 16 prediche sulla penitenza del santo domenicano Vincenzo Ferrer (1350-1419), che predicò dal 9 al 21 marzo 1404 a Friburgo, Murten Payerne, Avenches ed Estavayer. Fridrich von Amberg le ha trascritte ed inserite nella miscellanea quale sesta unità codicologica (f. 45r-97v).
Online dal: 04.10.2011
Il manoscritto contiene diversi testi copiati tra il XIII e il XVI secolo. Il più antico è l'evangelistario festivo della cattedrale di San Pietro a Ginevra (cc. 5-28v), probabilmente prodotto - a giudicare dalla sua decorazione miniata (in particolare la c. 5r) - a Parigi, anche se le pericopi corrispondono alle feste proprie di Ginevra. Seguono poi estratti dai vangeli cantati con notazione musicale, risalenti al XIV e XV secolo, tra cui un'interessante testimonianza liturgica della fine del XV secolo per la festa dell'Epifania (cc. 37v-40r).
Online dal: 13.06.2019
L'umanista Lazzaro di Baïf (1496-1547), ambasciatore di Francesco I, è l'autore del trattato latino De re vestiaria, che costituisce, nel 1526, la prima monografia sui costumi antichi. Partecipe del gusto antiquario, questo testo scritto in latino e inframmezzato da citazioni in greco – lingua che Baïf studiò a Roma con Giovanni Lascaris – conobbe una vasta diffusione attraverso edizioni stampate ad esempio a Basilea presso Froben (1537) o a Parigi presso Charles Estienne (1535). La copia manoscritta della Biblioteca di Ginevra presenta il testo completo del De re vestiaria, suddiviso in 21 capitoli, con numerose annotazioni marginali probabilmente di mano di Lazzaro de Baïf (c. 79v), e che ne fanno un testimone particolarmente prezioso.
Online dal: 18.06.2020
Questo manoscritto è notevole sia per il suo contenuto che per la sua antichità. Si tratta in effetti di un dizionario di note tironiane copiato nel IX secolo. Di accesso enigmatico, questo dizionario si presenta sotto forma di una lista di segni, le "note tironiane", accompagnate dal loro significato in latino. Questo sistema di scrittura stenografica, ereditato dall'antichità, sarebbe sopravvissuto fino in epoca carolingia.
Online dal: 08.10.2015
Il De officiis di Cicerone è un'opera politica che tratta dell'etica, ed è stata utilizzata durante tutto il medioevo, a partire da s. Agostino e in seguito dai compilatori di sentenze morali, fino a Christine de Pizan, nel suo Chemin de long estude. È stato oggetto di molti commentari, come testimonia questo manoscritto su carta del XV secolo. Sulla doppia pagina finale (cc. 120v-121r), uno schema delle virtù prolunga la tematica etica del testo ciceroniano. Questo manoscritto appartenne al reggente del Collège di Ginevra, Hugues Lejeune (1634-1707), che l'offrì alla biblioteca della sua città.
Online dal: 08.10.2020
Il libro d'ore in miniatura (11.5 x 7 cm), all'uso di Roma, fu probabilmente realizzato a Bourges dal Maestro di Spencer 6 (attivo tra il 1490 e il 1510). Tutte le 35 miniature a piena pagina, incorniciate, presentano una composizione identica in cui la scena principale, rappresentata in primo piano, è completata da una predella contenente delle piccole figure. La famiglia ginevrina Naville, proprietaria di questo manoscritto (stemma a c. 1v), ne fece dono alla Biblioteca di Ginevra nel 1803.
Online dal: 04.10.2018
Il manoscritto di Philibert de Viry è uno dei rari libri d'ore all'uso della diocesi di Ginevra che si sia conservato fino ai nostri giorni. Miniato a Lione dal Maître de l'Entrée de François Ier, contiene delle miniature che si ispirano molto direttamente a dei legni incisi della Petite Passion di Albrecht Dürer (1511), ciò che costituisce una testimonianza precoce della ricezione di questa serie in Francia, e un esempio degli influssi, sovente insospettati, della incisione sulla miniatura.
Online dal: 17.03.2016
Raccolta di tredici volumi composta da disegni di piante provenienti dalla spedizione Sessé & Mociño, effettuata nella regione del Messico e dell'America Centrale dal 1787 fino al 1803. Dei 1.300 disegni contenuti in questi volumi, circa 300 sono gli originali dalla spedizione, gli altri 1.000 sono stati copiati a Ginevra nel 1817 da artisti e appassionati di botanica, soprattutto donne ginevrine. L'intera collezione è comunemente conosciuta come Flore des Dames de Genève.
Online dal: 29.03.2019
Raccolta di tredici volumi composta da disegni di piante provenienti dalla spedizione Sessé & Mociño, effettuata nella regione del Messico e dell'America Centrale dal 1787 fino al 1803. Dei 1.300 disegni contenuti in questi volumi, circa 300 sono gli originali dalla spedizione, gli altri 1.000 sono stati copiati a Ginevra nel 1817 da artisti e appassionati di botanica, soprattutto donne ginevrine. L'intera collezione è comunemente conosciuta come Flore des Dames de Genève.
Online dal: 29.03.2019
Raccolta di tredici volumi composta da disegni di piante provenienti dalla spedizione Sessé & Mociño, effettuata nella regione del Messico e dell'America Centrale dal 1787 fino al 1803. Dei 1.300 disegni contenuti in questi volumi, circa 300 sono gli originali dalla spedizione, gli altri 1.000 sono stati copiati a Ginevra nel 1817 da artisti e appassionati di botanica, soprattutto donne ginevrine. L'intera collezione è comunemente conosciuta come Flore des Dames de Genève.
Online dal: 29.03.2019
Raccolta di tredici volumi composta da disegni di piante provenienti dalla spedizione Sessé & Mociño, effettuata nella regione del Messico e dell'America Centrale dal 1787 fino al 1803. Dei 1.300 disegni contenuti in questi volumi, circa 300 sono gli originali dalla spedizione, gli altri 1.000 sono stati copiati a Ginevra nel 1817 da artisti e appassionati di botanica, soprattutto donne ginevrine. L'intera collezione è comunemente conosciuta come Flore des Dames de Genève.
Online dal: 29.03.2019
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Online dal: 29.03.2019
Raccolta di tredici volumi composta da disegni di piante provenienti dalla spedizione Sessé & Mociño, effettuata nella regione del Messico e dell'America Centrale dal 1787 fino al 1803. Dei 1.300 disegni contenuti in questi volumi, circa 300 sono gli originali dalla spedizione, gli altri 1.000 sono stati copiati a Ginevra nel 1817 da artisti e appassionati di botanica, soprattutto donne ginevrine. L'intera collezione è comunemente conosciuta come Flore des Dames de Genève.
Online dal: 29.03.2019
Raccolta di tredici volumi composta da disegni di piante provenienti dalla spedizione Sessé & Mociño, effettuata nella regione del Messico e dell'America Centrale dal 1787 fino al 1803. Dei 1.300 disegni contenuti in questi volumi, circa 300 sono gli originali dalla spedizione, gli altri 1.000 sono stati copiati a Ginevra nel 1817 da artisti e appassionati di botanica, soprattutto donne ginevrine. L'intera collezione è comunemente conosciuta come Flore des Dames de Genève.
Online dal: 29.03.2019
Raccolta di tredici volumi composta da disegni di piante provenienti dalla spedizione Sessé & Mociño, effettuata nella regione del Messico e dell'America Centrale dal 1787 fino al 1803. Dei 1.300 disegni contenuti in questi volumi, circa 300 sono gli originali dalla spedizione, gli altri 1.000 sono stati copiati a Ginevra nel 1817 da artisti e appassionati di botanica, soprattutto donne ginevrine. L'intera collezione è comunemente conosciuta come Flore des Dames de Genève.
Online dal: 29.03.2019
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Online dal: 29.03.2019
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Online dal: 29.03.2019
Raccolta di tredici volumi composta da disegni di piante provenienti dalla spedizione Sessé & Mociño, effettuata nella regione del Messico e dell'America Centrale dal 1787 fino al 1803. Dei 1.300 disegni contenuti in questi volumi, circa 300 sono gli originali dalla spedizione, gli altri 1.000 sono stati copiati a Ginevra nel 1817 da artisti e appassionati di botanica, soprattutto donne ginevrine. L'intera collezione è comunemente conosciuta come Flore des Dames de Genève.
Online dal: 29.03.2019