Contiene il cartulario e il registro censuario del priorato cluniacense di Rüeggisberg, nel Canton Berna, primo priorato cluniacense in area germanofona e probabilmente il più antico convento nel territorio bernese. È costituito di due parti distinte riunite probabilmente a Berna all'inizio del XVI sec., o nel 1484, quando il priorato venne soppresso ed i suoi beni incorporati nell'appena fondato capitolo bernese di S. Vincenzo. La prima parte (cc. 1-200 e 261-267) contiene le trascrizioni eseguite nel 1425-1428 di documenti vari, bolle, e del registro censuario del priorato ricopiate da cartulari più antichi. Nella seconda parte (cc. 201-260) sono trascritti i documenti emanati dopo la incorporazione al capitolo di S. Vincenzo.
Online dal: 08.10.2020
Capitolario cistercense ad uso delle monache dell'abbazia della Fille-Dieu a Romont. Oltre al martirologio e al necrologio, contiene la regola di s. Benedetto in lingua francese. Probabilmente redatto su incarico della badessa, fu copiato da Uldry Chabordat, cappellano di Romont, che descrive il suo lavoro in un poema a c. 107r e afferma di aver ricevuto la pergamena da Catherine de Billin. Il manoscritto è stato donato alla biblioteca nel 1879 dal cappuccino Apollinaire Dellion (1822-1899).
Online dal: 08.10.2020
Il manoscritto è composto di 4 parti. La prima (1-16), del XIV sec., presenta una versione abbreviata del Martirologio di Usuardo. La seconda parte (17-66), dell'inizio del XIV sec., contiene tra gli altri scritti di Alberto Magno e dello Pseudo Roberto Grossatesta. Nella terza (67-164) e quarta parte (165-258), databili al XIV-XV secolo, sono trascritti testi di Vincenzo Bellovacensis, Pietro Lombardo e altri a carattere giuridico. Prima di essere acquisito dalla Biblioteca cantonale di Friburgo nel 1900, il codice appartenne alla biblioteca del clero della Gruyères.
Online dal: 14.12.2018
Manoscritto composito cartaceo realizzato a Friburgo nella prima metà del sec. XV. Contiene nella prima parte, oltre ad alcuni corti testi anche in tedesco, il Cycle de la belle dame sans mercy di Alain de Chartier, Baudet Herenc e Achille Caulier, poema francese in ottave sull'amor cortese scritto intorno al 1424. Nella seconda parte è trascritto un altro poema in versi di Chartier: Le Livre des quatre dames.
Online dal: 04.10.2011
Manoscritto cartaceo, incompleto all'inizio, che contiene la traduzione francese di un compendio della Legenda aurea di Jacopo da Varazze. Numerosi ex-libris attestano il passaggio del manoscritto nelle mani di vari possessori in ambito friburghese, tra i quali Pierre Kämmerling l'Ancien († 1614) e Jean Muffat de Foncigny, residente a Friburgo (Svizzera).
Online dal: 19.03.2015
Questo messale della diocesi di Losanna rispecchia nel contenuto il Cod. 7 del convento dei francescani di Friburgo. La decorazione è costituita da lettere decorate con una elegante filigrana di colore rosso, blu e verde, e dalla pagina con il Te igitur inquadrata da un fregio con foglioline trilobate e un uccello con un fiore nel becco. La pagina a fronte, che probabilmente conteneva una miniatura con la Crocifissione, è stata asportata. Appartenente alla collezione di Karl Friedrich von Steiger († 1982), è stato acquistato dalla BCU di Friburgo nel 1991.
Online dal: 08.10.2020
Manoscritto cartaceo contenente la Cronaca friburghese delle guerre di Borgogna in tedesco, ispirata all'opera di Diebold Schilling Kleiner Burgunderkrieg (1477) ma che adotta una prospettiva friburghese. La cronaca, a lungo dimenticata, è attribuita al bernese Peter von Molsheim, che l'avrebbe redatta intorno al 1478 su ordine del Consiglio di Friburgo. Le iniziali e le illustrazioni non sono state eseguite.
Online dal: 14.12.2017
Il manoscritto contiene il Pentateuco, cioè i primi cinque libri della Bibbia e gli unici riconosciuti dai Samaritani, una comunità israelita tutt'ora presente in Cisgiordania e a Holon in Israele. Il testo in ebraico è scritto in alfabeto samaritano e presenta vari crittogrammi, in uno dei quali figura il nome del copista, Ya'akov ben Yossef ben Meshalma, che ha terminato il suo lavoro a Damasco l'anno 901 secondo l'Egira (1495 d.C.). Alcune pagine dell'accurato codice presentano delle macchie (per es. 132r, 170r) dovute al fatto che vi venivano apposte le mani in segno di venerazione. Il manoscritto, di cui non si conosce per intero la storia, venne messo in vendita nel 1902 al Cairo, per riapparire poi in una collezione privata, dalla quale la biblioteca cantonale di Friburgo l'ha acquistato nel 2000.
Online dal: 10.12.2020
Antifonario dal convento dei francescani di Friburgo, datato 1488 come si legge nel colophon a c. 241v. Sono presenti delle drôleries nei margini o nelle iniziali. Contiene una miniatura (c. 14v Nascita di Cristo) e delle belle iniziali (fiori, frutta, zucchine) attribuite al Miniatore del breviario di Jost von Silenen.
Online dal: 09.04.2014
Jean Joly (guardiano del convento francescano di Friburgo negli anni 1467-1469, 1472-1478, 1481-1510) trascrisse questa copia delle Quaestiones in quattuor libros sententiarum di Pietro dell'Aquila, teologo francescano italiano che tenne lezioni a Parigi negli anni intorno al 1330. Il suo commento alle Sentenze di Pietro Lombardo gli valse il soprannome di «Scotellus» per la sua divulgativa presentazione della dottrina di Giovanni Duns Scoto (morto nel 1308). La legatura del volume del XV secolo, originariamente catenato, è stata restaurata da Carole Jeanneret nel 2022.
Online dal: 20.12.2023
Estratti dal commento di Bonaventura alle Sentenze di Pietro Lombardo, redatto dal francescano Heinrich von Isny (vescovo di Basilea, 1275-1286). Nota di possesso a c. 1r (Johannes Joly). Colofoni c. 336vb (frater Henricus), c. 337ra (Antonius de Maasmünster, copista, 1478), c. 352ra (Johannes Joly, copista, 1478). Originariamente catenato con una legatura in pelle del XV secolo.
Online dal: 14.06.2018
Principale manoscritto delle “Freiburger Perikopen”. In lingua tedesca, con passaggi tratti dalle Scritture per la messa in tedesco, glosse e testi addizionali per la domenica e altri importanti giorni di festa.
Online dal: 31.07.2007
Il cod. 25, un manoscritto cartaceo della metà del sec. XV, è costituito da due unità codicologiche. La prima contiene una copia mediocre (e una scelta) dell'opera più importante e prima produzione del domenicano Johannes Herolt, detto Discipulus (morto nel 1468): il De eruditione Christifidelium. La seconda unità di testo è stata scritta nel 1455 dal copista Franciscus de Gallandia di Yvonand. E' conosciuta sotto il nome di Fabulae moralizatae e si tratta di 122 fiabe in latino che risalgono a numerose fonti e sono rappresentate sotto forma di dialogo. Quali compilatori vengono indicati Magnus de Mayneriis (morto nel 1376) e Nicolaus Pergamenus. In occasione della prima stampa (1480) le Fabulae moralizatae assunsero il titolo di Dialogus creaturarum optime moralizatus.
Online dal: 04.10.2011
Raccolta di testi a carattere filosofico-teologico, scritta da diverse mani. Contiene, in cinque unità codicologiche cartacee, undici trattati di autori vari del sec. XIV, tra i quali sei esemplari unici. I testi sono stati scritti intorno al 1370-1410 e sono stati più volte riordinati prima che il codice, probabilmente all'inizio del sec. XV, venisse rilegato a Friburgo nell'attuale sequenza. Uno dei copisti, nel contempo proprietario e redattore, fu Friedrich von Amberg (intorno al 1350/60-1432), che visse negli anni 1393-1432 nel convento dei francescani a Friburgo, dove ricoprì per due volte la carica di guardiano. Friedrich dovrebbe aver copiato, o acquistato, questi testi in massima parte nel corso dei suoi soggiorni di studio a Straburgo, Parigi e Avignone.
Online dal: 31.03.2011
Il cod. 28 contiene una copia del Defensor pacis, un trattato sulla teoria dello stato che Marsilio da Padova dedicò nel 1324 all'imperatore Ludovico di Baviera. Friedrich von Amberg (intorno al 1350-1432) si procurò verso la fine del sec. XIV una copia scritta poco accuratamente dal gruppo di testi di origine tedesca che contiene la redazione più antica del testo di Marsilio. Questa versione del testo, su carta proveniente dall'area della Germania centrale, con filigrane databili all'ultimo decennio del sec. XIV, venne corretta da Amberg, corredata di glosse marginali ed infine fatta rilegare.
Online dal: 04.10.2011
Manoscritto composito contenente una raccolta di materiali sulle prediche scritto da diverse mani in corsivo. Eventualmente compilato da Friedrich von Amberg (guardiano del convento francescano di Friburgo nel 1409 e 1414). Di sua mano i richiami e la Tabula de tempore e de sanctis.
Online dal: 13.06.2019
Questo manoscritto miscellaneo, utilizzato assiduamente da Friedrich von Amberg, contiene nella prima parte (f. 1r-100v) materiali sulla storia dell'ordine religioso. Nella seconda, probabilmente la parte più importante (f. 109r-165v), contiene dei trattati, questioni e discussioni riguardanti il periodo dei contrasti tra papa Giovanni XII e Ludvig di Baviera, allora residente a Monaco, e gli spirituali francescani che vi erano allora fuggiti. Molti di questi scritti sono trasmessi unicamente in questo manoscritto, e tra questi un trattato sulla Visio beatifica del 1332-1333 (f. 127v-153r) il quale, secondo Annelise Maier, può essere attribuito a Wilhelm Ockham, ed uno scritto polemico (f. 153r-160r) nel quale Ludwig viene messo in guardia dallo stipulare troppo affrettatamente la pace con il papa residente ad Avignone.
Online dal: 23.09.2014
Il cod. 62 è un manoscritto miscellaneo databile intorno al 1400 tipico per l'utilizzo in un convento francescano. Contiene materiali per prediche da autori conosciuti e sconosciuti, sotto forma di prediche intere, estratti tematici ed exempla. E' costituito da 15 unità codicologiche. Friedrich von Amberg (intorno al 1350-1432) ha costituito la raccolta, l'ha corredata di un indice e l'ha fatta rilegare a Friburgo in Ue. La parte di più valore della miscellanea è costituita dalle 16 prediche sulla penitenza del santo domenicano Vincenzo Ferrer (1350-1419), che predicò dal 9 al 21 marzo 1404 a Friburgo, Murten Payerne, Avenches ed Estavayer. Fridrich von Amberg le ha trascritte ed inserite nella miscellanea quale sesta unità codicologica (f. 45r-97v).
Online dal: 04.10.2011
Questo manoscritto composito in dodici parti, realizzato tra la fine del XIII secolo e l'inizio del XV secolo, era di proprietà di Jean Joly (guardiano del convento francescano di Friburgo negli anni 1467-1469, 1472-1478, 1481-1510). La prima parte del manoscritto, una bolla di papa Benedetto XII, è datata 20 giugno 1337. Il volume contiene essenzialmente bolle e costituzioni papali, nonché statuti dell'Ordine francescano e regolamenti delle singole province dell'Ordine. Copertina in legno ricoperta di pelle marrone scuro, in origine catenato.
Online dal: 20.12.2023
Primo di una collezione in due volumi di sermoni latini del francescano Bertoldo di Regensburg. Codice trascritto dall'originale di Bertoldo. Lungo tutto il manoscritto sono distribuite delle note marginali di Federico di Amberg.
Online dal: 14.04.2008
Secondo di una collezione in due volumi di sermoni latini del francescano Bertoldo di Regensburg. Codice trascritto dall'originale di Bertoldo. Lungo tutto il manoscritto sono distribuite delle note marginali di Federico di Amberg.
Online dal: 14.04.2008
Il manoscritto miscellaneo è composto da quattro parti, la più antica delle quali è datata 1416 (parte 2). Contiene prediche e altri brevi testi relativi alla cura pastorale. Le parti 3 e 4 appartenevano originariamente al monaco di Strasburgo Johannes Rüeffel, che le scrisse durante i suoi studi in Inghilterra e nel 1446 nella sua città natale. Essi comprendono una introduzione alla filosofia scolastica e alle quaestiones. La prima parte con esercizi di traduzione dal francese al latino e altri testi scolastici ha avuto origine probabilmente intorno alla metà del XV secolo nella zona di Friburgo (Svizzera). Il volume è stato probabilmente assemblato dal guardiano del convento francescano di Friburgo, Jean Joly.
Online dal: 10.12.2020
Raccolta di prediche anonime (Quadragesima) degli inizi del XIV sec. contenente 96 prediche. La numerazione dei fogli di Friedrich von Amberg (guardiano a Friburgo, † 1432) indica che il manoscritto è incompleto. Richiami di Friedrich von Amberg, nota di possesso al f. 115v. Tipico volume rilegato in pelle bianca dal laboratorio francescano; volume catenato non restaurato (confronta Ms. 66).
Online dal: 14.12.2017
Questo elegante libro d'ore in formato tascabile fu miniato a Tours intorno al 1480 dal Maître des camaïeux d'or Le Bigot, attivo nell'entourage del pittore Jean Bourdichon. Alle sedici minuscole iniziali istoriate in camaieu d'oro che contiene con il ciclo usuale, ne fa seguito uno originale dedicato ai sette giorni della Creazione. L'artista dimostra un'eccezionale padronanza tecnica conferendo al corpo delle iniziali un carattere evanescente e particolarmente attraente. La raffinata disposizione delle lettere che le circondano ha quale fine di invitare il suo committente anonimo ad apprezzare nel dettaglio la meticolosa combinazione di oro e colori.
Online dal: 14.12.2018
Questo prezioso libro d'ore fu prodotto a Firenze nell'ottavo decennio del XV secolo; la ricca ed elegante decorazione miniata si deve alla bottega di uno dei più famosi artisti fiorentini dell'epoca, Francesco d'Antonio del Chierico, che eseguì sia le pagine incipit dei diversi Uffici sia le iniziali miniate all'interno del testo. Di grande eleganza anche la sua decorazione filigranata. Uno stemma, purtoppo in parte abraso, ci informa che il manoscritto fu eseguito per il matrimonio di un membro della nota famiglia Serristori. Nel 1970 il manoscritto fu acquistato da un collezionista privato che lo depositò alla Bibliothèque de Genève nel suo fondo di Comites Latentes.
Online dal: 23.06.2014
Questo libro d'ore riccamente illustrato fu miniato a Tours intorno al 1500, per un committente di origine tolosana. La città di Tours e la Valle della Loira erano diventate nel sec. XV il luogo di residenza della corte dei re di Francia, e questo manoscritto è legato a questo passato di grande prestigio. In effetti due delle miniature di questo libro d'ore sono associate al nome di Jean Bourdichon (intorno al 1457-1521), pittore di corte. Le altre 35 miniature si devono alla mano di tre miniaturisti dell'atelier di Jean Poyer († prima del 1504), anch'esso con sede a Tours.
Online dal: 04.07.2012
La maggior parte del manoscritto (pp. 21-598) è costituita da un compendio di Joseph b. Elijah Tirshom dal titolo Sefer Shoshan Yesod Olam, che include 2174 paragrafi numerati e contiene, tra gli altri, un libro di magia chiamato Harba de-Moshe (La spada di Mosé), e altri testi. È stato copiato nell'impero ottomano nel sec. XV in una scrittura bizantina, con aggiunte di altre mani più tarde.
Online dal: 09.06.2011
Scritto a Napoli nel 1467 e 1468 per Roberto da Sanseverino, principe di Salerno, questa raccolta epistolare raccoglie delle lettere di Diogene il Cinico, di Bruto e di Ippocrate, considerati nel medioevo i veri autori delle lettere. Furono tradotte in latino da Francesco Griffolini Aretino e da Ranuccio d'Arezzo. Messo in vendita a più riprese nel corso del sec. XX, questo manoscritto fu acquistato da prestigiosi collezionisti.
Online dal: 15.04.2010
La Bible Historiale è la Bibbia tradotta in francese ed in prosa da Guyart des Moulins alla fine del XIII sec. Presentata sotto forma di una Storia santa, sposa la Vulgata di Gerolamo e la Historia Scholastica di Pietro Comestore. Fu rapidamente completata con il secondo tomo della Bible du XIIIe siècle (Bibbia del XIII secolo). Largamente diffusa nei secoli XIV e XV, attualmente ne sono recensiti 144 esemplari completi o frammentari.
Online dal: 22.03.2012
La Bible Historiale è la Bibbia tradotta in francese ed in prosa da Guyart des Moulins alla fine del XIII sec. Presentata sotto forma di una Storia santa, sposa la Vulgata di Gerolamo e la Historia Scholastica di Pietro Comestore. Fu rapidamente completata con il secondo tomo della Bible du XIIIe siècle (Bibbia del XIII secolo). Largamente diffusa nei secoli XIV e XV, attualmente ne sono recensiti 144 esemplari completi o frammentari.
Online dal: 22.03.2012
La Biblioteca di Ginevra conserva un terzo esemplare in due volumi della Bible Historiale di Guyart des Moulins (oltre ai mss. fr. 1/1-2 e ms. fr. 2). Nonostante le pitture grossolane, questa copia più tarda è notevole per la sua provenienza. Copiata da Jean Bagnel su richiesta di Hugonin Dupont, commerciante e cittadino ginevrino, entrò nella Biblioteca di Ginevra nel 1603.
Online dal: 18.06.2020
La Biblioteca di Ginevra conserva un terzo esemplare in due volumi della Bible Historiale di Guyart des Moulins (oltre ai mss. fr. 1/1-2 e ms. fr. 2). Nonostante le pitture grossolane, questa copia più tarda è notevole per la sua provenienza. Copiata da Jean Bagnel su richiesta di Hugonin Dupont, commerciante e cittadino ginevrino, entrò nella Biblioteca di Ginevra nel 1603.
Online dal: 18.06.2020
In quest'opera, composta alla fine del sec. XIV a Valenzia, l'autore descrive l'universo angelico ispirandosi al De triplici gerarchia di Dionigi Areopagita. Largamente diffuso nella seconda metà del sec. XV, il testo è tradotto in francese e venne stampato per la prima volta a Ginevra nel 1478. Miniato dal Maestro del Boccaccio di Ginevra, il Ms. fr. 5 presenta lo stemma di Jeanne de Laval, seconda moglie del re Renato d'Anjou.
Online dal: 18.12.2014
Nel 1389, Jean de Souabe, frate francescano, tradusse in francese l'Horologium sapientiae di Enrico Susone, mistico della Renania (1295-1366). In questo trattato sulla morale, la Sapienza dialoga con un discepolo a proposito del cammino spirituale da seguire ispirandosi alla passione di Cristo, e lo invita a meditare sul trascorrere del tempo. Sono stati repertoriati più di cinquanta esemplari. Il manoscritto conservato alla biblioteca di Ginevra, datato 1417, fu probabilmente scritto nella città vescovile.
Online dal: 04.10.2018
La Legenda aurea è una delle opere più copiate di tutto l'Occidente medievale. Presentata sotto forma di brevi testi, mescola le feste del temporale e del santorale celebrate nel corso dell'anno, seguendo l'ordine del calendario liturgico. Largamente diffusa non solo in latino ma anche nelle lingue volgari, essa ha conosiuto molteplici usi quale strumento di predicazione e fonte di edificazione morale attrivarso la lettura laica o religiosa.
Online dal: 25.06.2015
Questa storia universale, una delle più ampie del Medioevo, è un compendio di storie bibliche e profane. Databile al terzo quarto del XV secolo, decorato da un artista fiammingo di grande fama, Guillaume Vrelant, questo manoscritto presenta delle miniature di alta qualità.
Online dal: 09.12.2008
Jean de Courcy scrisse tra il 1416 ed il 1422 una cronaca intitolata la Bouquechardière dal nome del suo feudo. La cronaca, che comprende sei libri, è una compilazione di racconti mitologici, biblici e leggendari. Il primo volume contiene i primi 3 libri, cioè la storia della Grecia, di Troia e dei Troiani sfuggiti alla distruzione della loro città. Il manoscritto di Ginevra è stato prodotto nell'atelier lionese detto di Guillaume Lambert. Presenta dei magnifici frontespizi miniati all'inizio di ognuno dei libri che costituiscono l'opera.
Online dal: 09.04.2014
Jean de Courcy scrisse tra il 1416 ed il 1422 una cronaca intitolata la Bouquechardière dal nome del suo feudo. La cronaca, che comprende sei libri, è una compilazione di racconti mitologici, biblici e leggendari. Il secondo volume contiene gli ultimi 3 libri, cioè la storia degli Assiri, dei Macedoni e Alessandro, e dei Maccabei. Il manoscritto di Ginevra è stato prodotto nell'atelier lionese detto di Guillaume Lambert. Presenta dei magnifici frontespizi miniati all'inizio di ognuno dei libri che costituiscono l'opera.
Online dal: 09.04.2014
Questa compilazione storica in francese, i cui racconti vanno dalla Genesi a Giulio Cesare, ha conosciuto un grande successo nel Medioevo. La prima redazione risale al XIII secolo. Questa copia incompleta si conclude con il trionfale ritorno a Roma di Pompeo. Prodotto a Parigi, il manoscritto presenta 34 miniature dipinte in grisaille.
Online dal: 18.06.2020
Su richiesta di Carlo il Temerario, Vasco da Lucena tradusse nel 1470, con il titolo «Traitté des faiz et haultes prouesses de Cyrus», la Ciropedia di Senofonte secondo la versione latina di Poggio (Institutio Cyri, 1445). Miniato dal «Maitre des prières de 1500», il manoscritto presenta sette miniature nelle quali si racconta la storia di Ciro, che ispirò il duca di Borgogna nelle sue azioni politiche e militari.
Online dal: 04.10.2018
Vasco da Lucena ha tradotto in francese l'Histoire d'Alexandre di Quinto Curzio Rufo su richiesta di Isabella del Portogallo, moglie di Filippo il Buono, duca di Borgogna. Egli completò il testo lacunoso dello scrittore romano appoggiandosi soprattutto ai testi di Plutarco e di Giustino. Terminato nel 1468, questa traduzione, che presenta un Alessandro conquistatore, spogliato delle leggende ereditate dalla letteratura cortese, è dedicato al figlio di Isabella, Carlo il Temerario. L'esemplare conservato presso la biblioteca di Ginevra è stato miniato da un artista fiammingo, il Maître d'Edouard IV, attivo a Bruges alla fine del XV secolo, e da una seconda mano non meglio identificata.
Online dal: 23.09.2014
Su richiesta di Jean II di Francia, il domenicano Pierre Bersuire (Petrus Bercorius) iniziò tra il 1354 e il 1356 la traduzione delle tre decadi (I, III e IV) allora conosciute dell'Ab Urbe condita di Tito Livio. Questa storia di Roma si estende dalla fondazione della città fino alla lotta dei Romani contro i Celtiberi. L'esemplare conservato alla biblioteca di Ginevra data dell'inizio del sec. XV e reca l'ex-libris del duca di Berry. E' stato dipinto dal «Maître des Cleres femmes» di Jean de Berry e da artisti attivi nella maniera del «Maître du duc de Bedford».
Online dal: 21.12.2010
Il Mignon è una raccolta di diversi racconti storici e di testi morali o filosofici. Henri Romain è l'autore del riassunto delle tre Decadi di Tito Livio e del Compendium historial, una raccolta di storie antiche. Laurent de Premierfait è il traduttore del De la vieillesse di Cicerone e infine Jean Courtecuisse è il traduttore del Des quatres vertus cardinales di Seneca. Prodotto dall'atelier di Maître François, questo manoscritto presenta sette bei frontespizi miniati.
Online dal: 08.10.2020
Quest'opera, anche conosciuta col titolo “Livre de Jules César”, è una raccolta di testi di Giulio Cesare, Sallustio, Svetonio e Lucano, composta negli anni 1211-1214. Il suo autore, rimasto sconosciuto, intendeva raccontare la storia dei primi dodici imperatori romani, ma terminò la sua impresa alla fine della narrazione della vita di Giulio Cesare. L'esemplare ginevrino è stato miniato da varie mani di cui la principale, attribuita al “Maître de l'échevinage de Rouen”, ha dipinto il frontespizio. Reca le armi di Louis bastardo di Borbone, figlio illegittimo di Carlo I di Borbone.
Online dal: 08.10.2015
Notaio, segretario, poi consigliere del re Carlo VII, Noël de Fribois compose il suo Abrégé des chroniques de France che presentò al re nel giugno 1459. Inizia la sua cronaca con l'assedio di Troia per concluderla con il 1383. L'esemplare ginevrino presenta due continuazioni anonime relative ai regni di Carlo VII e di Luigi XI. 27 scene miniate decorano questa prima parte del manoscritto. Il testo prosegue con il Mémoire sur les rois de Sicile di Giovanni di Candida, tradotto in francese da Charles Guillart, e infine varie cronache, racconti e altri scritti aggiunti nel XVI secolo.
Online dal: 18.06.2020
Questa storia delle crociate è una traduzione, nel dialetto delle Fiandre francesi, dell'opera Historia rerum in partibus transmarinis gestarum di Guglielmo di Tiro. Questo manoscritto è stato miniato da uno dei più grandi miniatori del XV secolo, Simone Marmion.
Online dal: 09.12.2008
Scrivano e notaio fiorentino, Brunetto Latini prese la via dell'esilio nel 1260 dopo la sconfitta dei Guelfi nella battaglia di Montaperti. Stabilitosi in Francia fino al 1266, vi redasse il Trésor,un'enciclopedia in prosa, in francese, largamente diffusa fino alla fine del XV secolo. Il miniatore che ha illustrato l'esemplare conservato presso la Biblioteca di Ginevra è conosciuto con il nome convenzionale di "Master of the Geneva Latini" o anche come "Maître de l'échevinage de Rouen". Adorno in origine di quattro frontespizi, il manoscritto ne presenta ora solo due, uno dei quali con la famosa raffigurazione di un mercato urbano medievale.
Online dal: 23.09.2014
Su richiesta del re Filippo III il Temerario, il frate domenicano Lorenzo scrisse un libro di istruzione religiosa per laici. Nel terzo e quarto trattato (cc. 6r-33r) si ispirò al Miroir du monde compilando due trattati di quest'opera composta nel XIII secolo e ampiamente diffusa nel regno. Il quinto trattato sulle virtù (cc. 33r-99r) è l'unica parte originale di Frate Lorenzo. Il miniatore che ha dipinto le 8 miniature non è identificato ma probabilmente ha lavorato nel nord della Francia.
Online dal: 10.10.2019
Dedicato a Jean, duca di Berry, il Livre de bonnes meurs si ispira al Sophilogium, dello stesso autore. Si tratta essenzialmente di un'opera morale e religiosa. Come parte degli «specchi dei principi», evoca le virtù e le qualità morali che un principe ideale dovrebbe possedere. Il manoscritto di Ginevra presenta la prima redazione, datata 1404. Miniata dal Maître du Froissart de Philippe de Commynes, presenta un'unica miniatura che fa da frontespizio.
Online dal: 10.10.2019
Pierre le Fruitier, detto Salmon, segretario di Carlo VI e agente di influenza presso il duca di Borgogna, Giovanni senza Paura, scrisse nel 1409 un testo composito che costituisce nello stesso tempo un manuale di virtù ad uso del principe, un racconto epistolare e un'autobiografia. Salmon vi espone le qualità necessarie al suo sovrano per governare nel migliore di modi (vedi Paris, BnF, fr. 23279). In seguito al suo ritiro dalla corte nel 1411 ed al cambiamento della politica reale nei confronti di Giovanni senza Paura, egli ne preparò una seconda redazione qualche anno più tardi, verso il 1412-1415, oggi conservata a Ginevra. Con la sua scena raffigurante Carlo VI allungato sopra un letto di color blu scuro cosparso di fiordalisi, in discussione con il suo segretario, questo manoscritto rappresenta uno dei fiori all'occhiello della Biblioteca di Ginevra.
Online dal: 23.06.2014
Proveniente dalla collezione di Alexandre Petau, questo manoscritto composito riunisce quattro testi assemblati in data sconosciuta. Il primo, datato 1464, e il più lungo dei quattro (cc. 2r-81r), è l'Enseignement de vraie noblesse, ed è attribuito a Hugues de Lannoy, membro dell'Ordine del Toson d'Oro, che offre con questo testo uno specchio dei principi che potrebbe interessare l'entourage ducale borgognone. Si tratta della sola parte di questo manoscritto che è illustrata da un'unica grande miniatura (c. 3r), realizzata dall'assistente principale del miniatore di Bruges Guillaume Vrelant, noto con il nome convenzionale di Maître de la Vraie Cronicque descoce. A questo testo fa seguito la Chronique d'Ecosse (cc. 82r-90v) che racconta la storia della Scozia dalle origini al 1463, un testo su «Le droit que le roy Charles VIIIme pretend ou royaulme de Naples» (c. 91r) e, infine, la vita di sant'Elena in latino (cc. 91v-93r).
Online dal: 18.06.2020
Quest'opera contiene due trattati: il Livre des deduis, un manuale di caccia e il Songe de Pestilence, un racconto allegorico che riporta il combattimento delle Virtù e dei Vizi. L'esemplare ginevrino è attribuito al miniatore conosciuto con il nome di Maestro di Robert Gaguin.
Online dal: 26.09.2017
Gastone Febo scrisse alla fine degli anni Ottanta del XIV secolo un trattato sulla caccia, in francese ed in prosa, conosciuto sotto il nome di Le livre de la chasse. Questo trattato presenta i diversi metodi per la caccia e la cattura della selvaggina. Gastone Febo dedicò la sua opera al duca di Borgogna, Filippo l'Ardito, celebre per la sua passione per la caccia. Fino ad oggi sono recensiti 44 manoscritti medievali contenenti quest'opera.
Online dal: 22.03.2012
Federico II Hoehnstaufen scrisse intorno al 1240 un trattato sulla falconeria in latino (De arte venandi cum avibus) per iniziare il figlio Manfredi alla caccia agli uccelli. Composto in sei libri, questo trattato fu oggetto di una seconda redazione da parte di Manfredi che rimaneggiò solo i primi due libri. Fu tradotto in francese all'inizio del XIV secolo sulla base di un manoscritto oggi conservato alla Biblioteca Vaticana e che contiene sia le aggiunte di Manfredi che i soli primi due libri. La versione francese si conserva in quattro manoscritti di cui quello di Ginevra è decorato dal "Maître Brugeois de 1482" e dai suoi collaboratori.
Online dal: 09.04.2014
Questo manoscritto costituisce una raccolta di testi in francese, in versi o in prosa, principalmente sotto forma di estratti. Comprende dei favolelli, un poema religioso, un frammento del Roman de la Châtelaine de Vergi e proverbi. Vera e propria raccolta di testi, questo manoscritto fu copiato su carta, probabilmente nel primo quarto del XV secolo, in Savoia o nella Svizzera romanda.
Online dal: 08.10.2020
Scrittrice e poetessa di grande fama, apprezzata dall'alta società, Christine di Pisan redasse numerose opere e ne controllò l'esecuzione iconografica come avviene in questo manoscritto il cui testo presenta una città utopica edificata da e all'intenzione di donne.
Online dal: 09.12.2008
Su richiesta di Jeanne de Laval, sposa del re Renato d'Angiò, nel 1465 un chierico di Angers termina la messa in prosa della prima redazione del Pèlerinage de vie humaine di Guillaume de Deguileville. Il suo lavoro, anonimo, rispetta il testo originale e la suddivisione in quattro libri. Miniato interamente e riccamente, il manoscritto è databile al terzo quarto del XV secolo.
Online dal: 13.10.2016
Su richiesta di Jeanne de Laval, sposa del re Renato d'Angiò, nel 1465 un chierico di Angers termina di mettere in prosa la prima redazione del Pèlerinage de vie humaine di Guillaume de Deguileville. Il suo lavoro, anonimo, rispetta il testo originale e la suddivisione in quattro libri. Di seguito si trova la Danse aux aveugles (prima del 1465) di Pierre Michault. Il Maître di Antoine Rolin realizza per questi due testi una ricca decorazione miniata, che tuttavia non è stata del tutto completata.
Online dal: 13.10.2016
Philippe de Mézières (1327-1405) compose nel 1389 il Songe du viel pelerin, un racconto di viaggio allegorico e un eccezionale specchio dei principi, destinato al re Carlo VI. Di questo testo sono sopravvissute solo nove copie, compresa questa in due volumi. Manoscritto su carta, fu probabilmente realizzato a Lille, dove ricevette una serie di disegni ad acquerello attribuiti al Maestro del Livre d'Eracles, un miniatore della cerchia del Maestro di Wavrin. Prima di appartenere alla collezione Petau, poi ad Ami Lullin e infine alla Biblioteca di Ginevra, questa copia era in possesso di Jean V de Créquy, come testimonia il suo stemma dipinto nell'iniziale del primo libro (c. 36r).
Online dal: 18.06.2020
Philippe de Mézières (1327-1405) compose nel 1389 il Songe du viel pelerin, un racconto di viaggio allegorico e un eccezionale specchio dei principi, destinato al re Carlo VI. Di questo testo sono sopravvissute solo nove copie, compresa questa in due volumi. Manoscritto su carta, fu probabilmente realizzato a Lille, dove ricevette una serie di disegni ad acquerello attribuiti al Maestro del Livre d'Eracles, un miniatore della cerchia del Maestro di Wavrin. Prima di appartenere alla collezione Petau, poi ad Ami Lullin e infine alla Biblioteca di Ginevra, questa copia era in possesso di Jean V de Créquy, come testimonia il suo stemma dipinto nell'iniziale del primo libro (Ms. fr. 183/1, c. 36r).
Online dal: 18.06.2020
Questo trattato in forma di dialogo tra un chierico e un cavaliere è stato commissionato dal re Carlo V a Evrard de Tremaugon, maestro delle richieste presso il Palazzo del Re. I due protagonisti discutono del potere ecclesiastico e laico alla fine del XIV secolo, del rapporto tra il re e il papa. L'autore, imparziale, difende infine l'indipendenza del re nei confronti del temporale, che rimane comunque il «vicaire de Dieu en la temporalité». Scritto per la prima volta in latino nel 1376 con il titolo Somnium Viridarii, il testo fu velocemente tradotto in francese nel 1378.
Online dal: 08.10.2020
Le Jouvencel racconta le gesta di un giovane nobile che, grazie al suo coraggio e alle sue imprese militari, sposa la figlia del re Amydas. Il testo si ispira alla carriera militare di Jean de Bueil, che servì a lungo Carlo VII. Il manoscritto è ornato da tre dipinti attribuiti al Maestro del Mamerot de Vienne, che fu vicino a Jean Fouquet.
Online dal: 18.06.2020
Il Tristano in prosa è un romanzo in prosa del sec. XIII, continuamente riscritto nel corso del medioevo. Di natura cavalleresca, l'opera è fortemente influenzata dal Lancelot en prose scritto alla fine del primo quarto del sec. XIII. In questa compilazione, dove si affiancano miti su Tristano e su re Artù, Tristano diventa l'amante perfetto, il cavaliere perfetto che partecipa, in quanto cavaliere della Tavola rotonda, alla ricerca del Graal. Il manoscritto di Ginevra è incompleto. La narrazione si svolge intorno al torneo tra re Artù e Tristano, quest'ultimo che disarciona il re e Yvain che ritornano alla Roche Dure (t. 3 dell'edizione di Philippe Ménard, 1991). Fino ad oggi si conoscono 82 manoscritti o frammenti di manoscritti.
Online dal: 22.03.2012
Laurent de Premierfait traduce in francese il De casibus virorum illustrium di Giovanni Boccaccio nel 1400. Quest'opera descrive i tragici destini di personaggi illustri soprattutto dell'Antichità. Nel 1409 il traduttore presenta al duca di Berry una seconda versione, dopo averla completata con notizie estratte da storici latini. L'esemplare di Ginevra, che porta l'ex-libris del duca bibliofilo, contiene la seconda versione. E' riccamente decorato da numerose vignette istoriate attribuite principalmente al Maestro di Luçon.
Online dal: 21.12.2010
Laurent de Premierfait traduce in francese il De casibus virorum illustrium di Giovanni Boccaccio nel 1400. Quest'opera descrive i tragici destini di personaggi illustri soprattutto dell'Antichità. Nel 1409 il traduttore presenta al duca di Berry una seconda versione, dopo averla completata con notizie estratte da storici latini. L'esemplare di Ginevra, che porta l'ex-libris del duca bibliofilo, contiene la seconda versione. E' riccamente decorato da numerose vignette istoriate attribuite principalmente al Maestro di Luçon.
Online dal: 21.12.2010
Questo manoscritto cartaceo, datato grazie alle filigrane, è diviso in due unità di testo rilegate insieme. Il primo testo è una copia ashkenazita del XIV secolo della notevole opera giuridica di Maimonide (1135-1204), Mishneh Torah - libri 1, 2 e 5. Il secondo testo è un anonimo lapidario italiano del XV secolo intitolato Inian ha-Avanim, seguito da un testo che elenca i carati di perle e spinelli e il valore dell'argento e dell'oro in diverse città e regioni, come Parigi, Venezia, Genova e la Sicilia. Questa miscellanea è entrata nella Biblioteca di Ginevra in data sconosciuta tra il 1667 e la fine del XVII secolo.
Online dal: 18.06.2020
Questo manoscritto del sec. XV o XVI raggruppa, in un volume che sembra omogeneo dal punto di vista codicologico, dei testi di diversi autori: Isidoro di Siviglia, S. Gerolamo, Eusebio di Cesarea tradotto da Rufino di Aquileia, Paolo Orosio e S. Bernardo.
Online dal: 15.04.2010
Questo manoscritto del XV secolo contiene 137 lettere di papa Gregorio Magno, noto soprattutto nel Medioevo per i suoi Moralia in Job. Queste lettere, scritte durante il suo pontificato (590-604), costituiscono una fonte importante per la storia dell'Alto Medioevo e vengono copiate senza interruzione per tutto il periodo medievale. Presente nei fondi della Biblioteca di Ginevra alla fine del XVII secolo, questa copia cartacea, accuratamente trascritta in una piccola corsiva, è rimasta incompiuta, come dimostrano il fatto che le grandi iniziali che aprono ciascuna delle lettere non sono state eseguite, e i dieci fogli bianchi finali.
Online dal: 08.10.2020
Il messale è destinato all'uso della cattedrale di San Pietro a Ginevra come indicato dall'incipit del temporale (c. 1r: Incipit missale secundum usum maioris ecclesie gebennensis). Senza calendario né santorale, né comune dei santi – ad eccezione di una colonna depennata (c. 145v) – questa copia molto accurata è probabilmente stata realizzata a Ginevra nel corso del XV secolo. Secondo Huot, si tratta del più antico manoscritto liturgico ad essere entrato nella collezione della Biblioteca di Ginevra alla fine del XVII secolo.
Online dal: 14.12.2018
Questo missale fu allestito a Ginevra intorno all'anno 1460 per Urbano Bonivardo, priore di San Vittore di Ginevra dal 1458 al 1483. L'uso liturgico è quello di Cluny; le miniature sono l'opera di Janin Luysel e Guillaume Coquin. Al momento della Riforma, questo manoscritto scomparve da Ginevra e vi ritornò solo nel 1912, quando fu acquistato dalla città durante un'asta a Monaco.
Online dal: 09.12.2008
Il libro d'ore di piccolo formato all'uso di Parigi, comprende, oltre alle solite funzioni, alcuni testi in francese (una preghiera a san Rocco, Les quinze joys de Notre-Dame e Les sept requêtes à Notre Seigneur). La ricca decorazione è costituita da miniature a piena pagina e più piccole, attribuite (Gagnebin, 1976) alla bottega del Maître di Coëtivy (identificato con Colin d'Amiens). Anche se alcune miniature sono leggermente danneggiate, testimoniano dell'alta qualità di esecuzione, specialmente nei suffragi dei santi (ff. 201r-220v). Queste ore erano destinate ad un uomo (indirizzi di preghiera al maschile, f. 21r e 25v), forse un certo Jean Novelli, la cui legatura settecentesca ricorda il nome associato alla data 1460.
Online dal: 13.06.2019
Il libro d'ore all'uso di Roma presenta nel calendario delle devozioni a san Clarus (2 gennaio) o alla dedicazione della chiesa di San Pietro a Ginevra (8 ottobre) che sono specifiche per la diocesi di questa città. Il manoscritto ha subito, in un momento imprecisato, numerosi danni: strappo e lacerazione di pagine, taglio di iniziali miniate. Delle cinque miniature presenti in origine ne rimangono solo due, poste rispettivamente all'inizio delle ore della Croce (c. 15r) e dei salmi penitenziali (c. 74v), che sono probabilmente state eseguite a Ginevra, o nei suoi immediati dintorni, intorno alla metà del XV secolo.
Online dal: 04.10.2018
Questo libro d'ore all'uso di Parigi, riccamente illustrato, è stato prodotto per la diocesi di Nantes nel terzo quarto del XV secolo. Proprietà della famiglia Petau nel XVII secolo, il manoscritto fu acquisito nel 1720 dal ginevrino Ami Lullin che lo lasciò in eredità alla Biblioteca di Ginevra.
Online dal: 09.12.2008
Questo manoscritto della seconda metà del XV secolo è un libro d'ore ad uso dell'abbazia di S. Martino di Tours. Contiene sei grandi miniature, due relative alla vita di Cristo, due consacrate all'Annunciazione, una a s. Giuseppe e l'altra a s. Barbara. Il calendario segnala i tredici giorni nefasti (dies eger) dell'anno. Con la sua legatura antica in velluto cremisi, la decorazione dipinta e la scrittura accurata, prima di giungere a Ginevra questo manoscritto arricchiva la collezione della famiglia Petau.
Online dal: 18.12.2014
Il piccolo ed elegante libro d'ore miniato, all'uso di Roma, è probabilmente stato prodotto nell'atelier di Jean Colombe, il celebre miniatore di Bourges, attivo nel corso dell'ultimo terzo del XV secolo. Alcune delle 14 miniature che lo decorano si ritrovano in effetti in altri libri d'ore da lui illustrati, così come il cordoncino collocato nei margini decorati che inquadrano le miniature (Parigi, BnF, n.a. lat. 3181). Quest'ultimo motivo è stato diversamente interpretato, sia come segno di appartenenza all'ordine dei terziari francescani, sia come segno di vedovanza, nel qual caso il destinatario sarebbe una donna, cosa che però è contraddetta dal fatto che le preghiere sono indirizzate al maschile. Questo manoscritto appartenne in seguito a Paul Petau, e raggiunse nel 1756 le collezioni della Biblioteca di Ginevra con il legato della collezione Ami Lullin.
Online dal: 14.06.2018
Miniato in un atelier veneziano, questo Rituale romano è stato allestito per l'arcivescovo Philippe de Lévis nella seconda metà del XV secolo. Contiene le parole pronunciate secondo l'uso della Curia romana nelle diverse cerimonie quali il battesimo, la purificazione, il matrimonio, la comunione degli ammalati, l'estrema unzione, i funerali. Accuratamente scritto, ornato di bordure floreali dai colori vivaci e da fini miniature, e arricchito di oro in foglia, il manoscritto si presenta di una grande qualità.
Online dal: 13.12.2013
Il manoscritto contiene diversi testi copiati tra il XIII e il XVI secolo. Il più antico è l'evangelistario festivo della cattedrale di San Pietro a Ginevra (cc. 5-28v), probabilmente prodotto - a giudicare dalla sua decorazione miniata (in particolare la c. 5r) - a Parigi, anche se le pericopi corrispondono alle feste proprie di Ginevra. Seguono poi estratti dai vangeli cantati con notazione musicale, risalenti al XIV e XV secolo, tra cui un'interessante testimonianza liturgica della fine del XV secolo per la festa dell'Epifania (cc. 37v-40r).
Online dal: 13.06.2019
Sontuoso manoscritto contenente la Cronaca di Eusebio di Cesarea tradotta da S. Gerolamo, presentata in colonne e con la continuazione di S. Gerolamo e di Prospero di Aquitania. Realizzato intorno al 1480 a Padova o Venezia, venne miniato da Petrus V… che ha creato una maestosa decorazione a piena pagina sul f. 10r. Un errore di assemblaggio nuoce purtroppo al bell'aspetto del volume: il primo fascicolo dovrebbe essere al posto del secondo, e viceversa.
Online dal: 15.04.2010
Il manoscritto contiene la traduzione latina del Roman de Troie di Benoît de Sainte-Maure realizzata nel 1287 da Guido de Columnis. Il testo si suddivide in 35 libri, dei quali nove solamente sono introdotti da una miniatura, per la maggior parte a piena pagina (cc. 1r, 5v, 16v, 46r, 72v, 83v, 89v, 107v, 124v). Inserite in un riquadro rinascimentale, le pitture illustrano diversi momenti della distruzione della città di Troia. Il manoscritto appartenne alla collezione di Paul e Alexandre Petau, prima di entrare in possesso di Ami Lullin, pastore e teologo ginevrino che ne fece dono alla Biblioteca di Ginevra nel 1756.
Online dal: 22.03.2018
Questo codice trascritto intorno all'anno 1420 è un manoscritto di storia romana contenente due opere di Sallustio: la «Congiura di Catilina» e la «Guerra di Giugurta”. Fu miniato dal Maestro del duca di Bedford e dal suo atelier; degne di nota le miniature in grisaille, per la loro bellezza e per essere state realizzate secondo i dettami di Jean Lebèque, autore di una "Guida" (1417) sulle modalità d'illustrazione delle scene a contenuto storico di queste due opere. Proprietà della famiglia Petau nel XVII secolo, il manoscritto fu acquistato nel 1720 dal ginevrino Ami Lullin che lo lasciò in eredità alla Biblioteca di Ginevra.
Online dal: 09.12.2008
Le «vite dei filosofi» costituiscono una sottocategoria del genere antico, rivisitato fin dal XII secolo, delle «Vite di uomini illustri». Il testo latino di questo manoscritto, attribuito a Gautier Burley (in effetti un autore anonimo italiano dei primi del XIV secolo), il Liber de vita et moribus philosophorum veterum, è una raccolta di massime morali di diversi filosofi, i cui nomi sono indicizzati alla fine del libro (ff. 93r-94r). Questa copia, datata al 1452, potrebbe provenire dall'abbazia di Saint-Denis, e successivamente appartenne a Paul e Alexandre Petau, prima di entrare a far parte della collezione della Biblioteca di Ginevra, in occasione del lascito di Ami Lullin (1756).
Online dal: 10.10.2019
Accuratamente scritto su pergamena negli anni 1483-1490, questo documento contiene i 148 articoli che costituiscono gli statuti della Chiesa di Ginevra quali furono approvati da papa Innocenzo VIII nel 1484. Vi si trovano le prescrizioni concernenti il rituale delle cerimonie religiose celebrate dai canonici nella cattedrale di S. Pietro di Ginevra, così come le prescrizioni relative alla loro vita canonicale.
Online dal: 09.04.2014
Questa raccolta, databile alla fine del XV o all'inizio del XVI secolo, contiene dieci trattati scientifici (astronomia, fisica, meccanica ecc.) annotati in latino o in francese e accompagnati da qualche disegno a carattere tecnico. Se quattro di questi testi rimangono anonimi, gli altri sono opera di Christianus de Prachaticz, Petrus Peregrinus, Franco de Polonia, Filone di Bisanzio, Marbodo di Rennes e Jean Fusoris. I soggetti trattati concernono diversi ambiti quali l'astrolabio, il magnetismo, le pietre preziose, il clavicordo ecc.
Online dal: 08.10.2015
Opera di Andrea Benincasa, questo portolano è firmato e datato 1476 sull'ultima carta incollata alla guardia inferiore del manoscritto. Le cinque carte marine, che occupano ciascuna una doppia pagina dell'atlante, descrivono il Mediterraneo orientale e il Mar Nero (carta 1), le coste tra la Sicilia e il Mar Egeo (carta 2), il Mediterraneo da Gibilterra a Roma con la Corsica e la Sardegna (carta 3), le coste atlantiche tra l'Inghilterra e l'Irlanda fine allo stretto di Gibilterra (carta 4), e infine le coste atlantiche, tra Gibilterra e Capo Bojador, con le Isole Canarie e altre isole (carta 5). Le linee stellari dei rombi con rose del vento indicano le direzioni della bussola, mentre le scale graduate, qui iscritte agli angoli dei fogli, consentono di stimare le distanze. Il preciso trattato delle coste rinforzato con dei colori e l'eleganza della scrittura dei toponimi sono caratteristiche delle mappe della bottega dei Benincasa, oggetti per bibliofili e non destinati alla navigazione. Tra le numerose scritte presenti su queste carte, quelle riguardanti le isole atlantiche sono le più sorprendenti perché sembrano anticipare la scoperta dell'arcipelago americano come «Antilia», o l'isola del «Brasile», nomi che Cristoforo Colombo e i suoi successori adottarono per battezzare alcuni territori del Nuovo Mondo.
Online dal: 12.12.2019
Il De officiis di Cicerone è un'opera politica che tratta dell'etica, ed è stata utilizzata durante tutto il medioevo, a partire da s. Agostino e in seguito dai compilatori di sentenze morali, fino a Christine de Pizan, nel suo Chemin de long estude. È stato oggetto di molti commentari, come testimonia questo manoscritto su carta del XV secolo. Sulla doppia pagina finale (cc. 120v-121r), uno schema delle virtù prolunga la tematica etica del testo ciceroniano. Questo manoscritto appartenne al reggente del Collège di Ginevra, Hugues Lejeune (1634-1707), che l'offrì alla biblioteca della sua città.
Online dal: 08.10.2020
Dotato di una bella legatura alla “Du Seuil”, questo manoscritto del XV secolo contiene il Policraticus (Il governo della città), un'opera di riflessione sulle vanità dei cortigiani, redatta da Giovanni di Salisbury (1115/1120-1180). Copiato con una scrittura accurata, il testo è ornato da una grande miniatura raffigurante un autore che legge il suo testo al cospetto del re di Francia.
Online dal: 18.12.2014
Copiato negli anni 1460-1480, contiene il De regimine principum di Egidio Romano, ornato da una miniatura raffigurante l'offerta del libro al signore. Sugli ultimi fogli sono trascritte una Vita di Esopo e le Favole di questo autore, tradotte in latino da Rinuccio di Arezzo. Il manoscritto appartenne a François Bonivard († 1570) che fu priore del priorato cluniacense di S. Vittore a Ginevra.
Online dal: 15.04.2010
Gian Maria Filelfo avrebbe composto l'Amyris negli anni 1471-1476 su richiesta dell'amico Othman Lillo Ferducci di Ancona. Con questo lungo poema latino si intendeva ringraziare il sultano Mehemt II per aver liberato il cognato di Ferducci, fatto prigioniero dai Turchi in occasione della presa di Costantinipoli nel 1453. Gian Mario Filelfo avrebbe fatto decorare il manoscritto a Firenze con una decorazione a „bianchi girari“, l'avrebbe fatto rilegare ad Urbino con una bella legatura rinascimentale italiana ed in seguito l'avrebbe offerto al duca di Urbino Federico da Montefeltro, presso la cui corte soggiornò dal 1477 al 1478.
Online dal: 18.12.2014
Cicerone è senza dubbio uno degli autori antichi più conosciuti del medioevo. Alcuni dei suoi discorsi – le Orationes - sono state riscoperte dagli umanisti, come testimonia il presente esemplare. Questo manoscritto contiene ventisette discorsi di Cicerone, in scrittura umanistica rotonda italiana. Si apre con una miniatura rappresentante un gruppo di oratori intenti a discutere (c. 1r), dipinta da Péronet Lamy, un miniatore documentato dal 1432 al 1453, e che ha lavorato soprattutto per il duca di Savoia Amedeo VIII. È probabile che Péronet Lamy realizzò questa miniatura nel periodo in cui fu al seguito ducale presso il Concilio di Basilea, dove si trovava anche Martin le Franc (1408-1461), segretario ducale e autore del Champion des Dames e del Estrif de fortune et de vertu il quale, secondo una iscrizione erasa (c. 290r), entrò in possesso di questo manoscritto. L'esemplare appartenne in seguito a Germain Colladon (interno della coperta posteriore), un condiscepolo di Giovanni Calvino, che si rifugiò a Ginevra nel 1550. Intorno al 1615 poi, una delle sue nuore lo vendette, con il Ms. lat. 53, alla Biblioteca di Ginevra.
Online dal: 22.03.2018
Il libro d'ore in miniatura (11.5 x 7 cm), all'uso di Roma, fu probabilmente realizzato a Bourges dal Maestro di Spencer 6 (attivo tra il 1490 e il 1510). Tutte le 35 miniature a piena pagina, incorniciate, presentano una composizione identica in cui la scena principale, rappresentata in primo piano, è completata da una predella contenente delle piccole figure. La famiglia ginevrina Naville, proprietaria di questo manoscritto (stemma a c. 1v), ne fece dono alla Biblioteca di Ginevra nel 1803.
Online dal: 04.10.2018
Realizzato in Italia alla metà o alla fine del sec. XV, il volume è una raccolta epistolare che raduna le lettere di Falaride, di Diogene il Cinico e di Bruto, considerati nel medioevo i veri autori di queste lettere. Furono tradotte in latino da Francesco Griffolini Aretino e da Ranuccio d'Arezzo. Una bordura ornamentale a bianchi girari accompagna l'inizio del testo di ciascun autore. Alla fine del volume sono trascritti due frammenti del De officiis ministrorum di S. Ambrogio.
Online dal: 15.04.2010
Questo manoscritto fu probabilmente composto nelle valli valdesi del Piemonte (Italia) nel corso del XV secolo. Come buona parte dei restanti codici valdesi, oggi dispersi in varie biblioteche europee, esso è una raccolta miscellanea di trattati, sermoni e testi dottrinali o edificanti. Il manoscritto giunse a Ginevra probabilmente nel 1662, portatovi dal pastore valdese Jean Léger insieme ad altri codici. Classificato tra i mss. spagnoli da Jean Senebier nel 1779, esso verrà riconosciuto come valdese soltanto a partire dalla metà del XIX secolo.
Online dal: 23.06.2016
Il De Divina proportione è un trattato di matematica del francescano Luca Pacioli (1445-1517). Il testo, scritto in italiano, è seguito da 60 poliedri disegnati pieni o vuoti, di influsso leonardesco. Delle tre copie scritte quando l'autore era ancora in vita, non ne restano che due. Quella conservata alla Biblioteca di Ginevra è l'esemplare di dedica per il duca di Milano Ludovico Sforza, del cui stemma e imprese è ornato il manoscritto (fol. Ir e LXIIv).
Online dal: 27.02.2019
Il manoscritto reca la data 1461. Contiene una versione in lingua alto alemanna del Belial di Giacomo da Teramo. E' presente nell'elenco dei libri del monastero di Hermetschwil.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto è stato scritto in un momento non meglio precisato da Johannes Künlin. Contiene gli Inizi in latino dei vangeli della domenica e le corrispondenti prediche in tedesco. A metà manoscritto si trova la Dekalogerklärung di Marquardo di Lindau.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto, un plenario, venne donato nel 1430 al monastero di Hermetschwil da Götz Vasnacht, beneficiario di Zufikon. Il volume è stato mutilato pesantemente, e forse appositamente, nella prima parte: alcuni fogli mancano, di alcune pagine manca la metà e molti fascicoli sono percorsi da un profondo taglio.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto contiene una raccolta classica di descrizioni di vite monastiche tradotte in lingua alto alemanna. È stato scritto da Jos di Ulm. Questi datò il suo lavoro al 30 settembre 1451.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto contiene la Historia trium regum di Giovanni di Hildesheim in una traduzione in lingua alto alemanna. Risale al primo quarto del XV secolo e conserva ancora la legatura originale. All'inizio e dopo il foglio 8 mancano delle parti del testo.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto venne copiato da Johannes Molitor di Winterthur e reca la data 2 dicembre 1432. Contiene una traduzione tedesca dei Vangeli per le domeniche e per le feste più importanti, Apparteneva a Veronika von Hettlingen, superiora del monastero di Hermetschwil dal 1498 al 1507.
Online dal: 10.11.2016
Il piccolo e sottile volumetto (28 fogli) contiene preghiere che si riferiscono alle singole parole dell'Ave Maria. Risale al XV secolo ed è redatto in lingua alto alemanna.
Online dal: 10.11.2016