Intorno all'anno 1700 il monaco e bibliotecario di San Gallo P. Hermann Schenk (1653-1706) tradusse dal francese al latino tre opere: la Historia omnium conciliorum generalium di Jean-Baptiste Truillotte e due testi del celebre monaco ed erudito francese Jean Mabillon (1632-1707): il Syllabus praecipuarum difficultatum quae in lectione Conciliorum et Sanctorum Patrum occurrunt e l'Epitome historiae ordinis Sancti Benedicti.
Online dal: 20.12.2007
Lista organizzata per villaggio dei convertiti al cattolicesimo tra il 1640 e il 1697 nel territorio dell'abbazia principesca di San Gallo, con particolare attenzione ai villaggi del Toggenburg e del Rheintal.
Online dal: 20.12.2007
Introduzione al diritto ecclesiastico, molto probabilmente composto e poi trascritto nell'anno 1655 dal monaco di San Gallo Crisostomo Stipplin (1609-1672).
Online dal: 20.12.2007
Il Passionarius maior sangallese, collezione di 92 leggende di santi composta da monaci sangallesi all'incirca nel 900 e corredata di annotazioni e glosse dei monaci sangallesi Notkero Balbulo († 912) ed Eccardo IV († 1060 circa).
Online dal: 26.04.2007
Il cosiddetto «Zürcher Psalter» (Salterio di Zurigo) o «St. Galler Psalter» (Salterio di San Gallo), trascritto nello scrittorio del monastero di San Gallo, decorato con numerose iniziali e con le miniature più antiche e raffinate rinvenute nei manoscritti sangallesi (anni 820/830 circa). Include anche una Litania dei santi, tavole computistiche e diagrammi. Codice che i monaci utilizzavano quotidianamente per la liturgia delle ore.
Online dal: 26.04.2007
Il «Sacramentarium triplex» sangallese (sacramentario triplo: gregoriano, gelasiano e ambrosiano): contiene testi di preghiere per la liturgia eucaristica pronunciate dai sacerdoti durante la messa in occasione di giorni festivi e commemorativi, secondo la liturgia romana, romano-gallica, e ambrosiana: un capolavoro di scuola dei monaci sangallesi del tempo dell'abate-vescovo Salomone (890-920).
Online dal: 20.12.2007
Versione incompleta di un sontuoso lezionario con esegesi delle Lettere e dei Vangeli per l'intero anno ecclesiastico, scritto e decorato con iniziali eccezionali da un contemporaneo di Sintram nel monastero di San Gallo (c. 900/910).
Online dal: 26.04.2007
Manoscritto miscellaneo contenente, tra le altre opere, l'epopea Thebaïs (I racconti di Tebe) del poeta latino Publio Papinio Stazio († 95 circa d.C.), trascritto ed annotato con scolii nell'XI secolo nel monastero di San Gallo. Contiene inoltre copie di due brevi testi grammaticali del XII secolo, tavole computistiche, istruzioni ed estratti dalle opere di Beda il Venerabile († 735), entrambe realizzate nel X secolo.
Online dal: 20.12.2007
Una delle più importanti copie esistenti delle Institutiones oratoriae (Istruzioni per l'arte oratoria) del retore latino Quintiliano († dopo il 96 d.C.). Tuttora influente, l'opera, divisa in dodici libri, descrive le fasi dell'educazione di un oratore, dalla prima giovinezza fino al completamento della formazione; lo scopo di tale iter è la formazione di un oratore eticamente irreprensibile, che metta al servizio dell'umanità il suo talento oratorio. La copia sangallese, degli inizi dell'XI secolo, è corredata di glosse ed annotazioni della mano di Eccardo IV di S. Gallo († intorno al 1060) ed è in parte – sicuramente per quanto riguarda gli ultimi libri – opera dello stesso Eccardo IV.
Online dal: 20.12.2007
Splendido lezionario proveniente dall'Abbazia di San Gallo, trascritto e decorato con numerose magnifiche iniziali intorno al 900/910 da un contemporaneo del celebre copista sangallese Sintram; si tratta dello stesso copista che trascrisse e miniò il manoscritto Ms. C 60 della Zentralbibliothek di Zurigo. Conosciuto come «Liber Comitis», contiene il ciclo liturgico annuale delle letture tratte dalle Lettere e dai Vangeli.
Online dal: 26.04.2007
Codice miscellaneo proveniente dal monastero di San Gallo; preserva una varietà di testi per lo più brevi dei secoli IX-XV. Contiene anche, tra altri testi del IX secolo, l'unica versione dell'epopea di Carlo Magno di Aquisgrana (o di Paderborn), composta in occasione dell'incontro, avvenuto nel 799, tra Carlo Magno e papa Leone III. Contiene inoltre: l'unico esemplare dei cosiddetti «Carmina Sangallensia» (versi sui dipinti a muro dell'ex Gallusmünster – chiesa di San Gallo –, nel monastero di San Gallo); trattati teologico-canonici e sermoni dei secoli XIV-XV.
Online dal: 20.12.2007
Codice miscellaneo proveniente dal monastero di San Gallo. Contiene testi compresi tra il IX e il XIII secolo. Tra questi, due importanti copie di opere di Alcuino di York († 804): il De dialectica e il De rhetorica et virtutibus. La trascrizione dei due testi di Alcuino è inframezzata da un'illustrazione a penna, a piena pagina, di Cristo in maestà, databile all'incirca agli anni 850/875. Secondo lo storico dell'arte Anton von Euw l'immagine è una riproduzione del mosaico della cupola della cattedrale di Aquisgrana, ora perduto. Il testo di apertura è una copia del XIII secolo di testi canonici del vescovo Sicardo di Cremona (1150-1215 circa; Super decreta).
Online dal: 20.12.2007
Manoscritto miscellaneo trascritto nel monastero di San Gallo nella prima metà dell'XI secolo. Contiene numerosi scritti latini del monaco sangallese Notkero il Germanico († 1022); tra essi la Distributio (sul discrimine tra grammatica e logica), il De dialectica e il De rhetorica.
Online dal: 26.04.2007
Copia importante da un punto di vista storico-testuale dell'"Alexandreis" di Gaultiero di Châtillon, prodotta nel XIV secolo nel monastero di San Gallo. L'opera del teologo francese Gaultiero di Châtillon (1135-1201), lunga e molto letta, narra la biografia di Alessandro Magno in esametri latini. Il manoscritto fu poi utilizzato dal monaco sangallese Athanasio Gugger (1608-1669) come base per la sua edizione, intitolata «Gualterus de Castellione Phil. Alexandris sive gesta Alexandri Magni libris X comprehens ex veteribus manuscriptis bibliothecarum S. Galli», stampata nel 1659 nella tipografia del monastero di San Gallo.
Online dal: 20.12.2007
Codice miscellaneo del monaco itinerante sangallese Gallo Kemli († 1481). Contiene un gran numero di testi trascritti o composti da Gallo, in lingua latina e germanica (Diversarius multarum materiarum): ricette mediche, istruzioni per canti liturgici, esorcismi, regole per gli scribi, indulgenze, ecc. Furono incollati all'interno del codice dodici fogli a stampa del XV secolo, testimonianza di prim'ordine per la storia della stampa europea.
Online dal: 26.04.2007
Lezioni tenute nel 1523/24 dal riformatore sangallese Joachim Vadiano sulle vite degli Apostoli e sulla sua opera geografica Epitome trium terrae habitatae partium; i testi sono annotati e trascritti da Fridolin Sicher (1490-1546), nativo di Bischofszell, calligrafo e organista della cattedrale del monastero sangallese.
Online dal: 20.12.2007
Codice miscellaneo dell'XI secolo, contenente opere in latino ed alto tedesco antico del monaco sangallese Notkero il Germanico († 1022), tra cui il Quid sit syllogismus, il De partibus logicae e il De materia artis rhetoricae. L'ultima parte del manoscritto tramanda una copia databile all'XI secolo della Super epistolas catholicas expositio (commento alle sette Lettere cattoliche) del Venerabile Beda.
Online dal: 26.04.2007
Il codice contiene il testo completo del Dialogus scritto intorno al 1110-1120 da Pietro Alfonsi, un ebreo di Huesca (dal 1096 appartenente al Regno di Aragona) convertitosi al cristianesimo nel 1106. Il Dialogus è un'opera polemica ed apologetica che tenta, dal punto di vista dell'autore con degli argomenti per l'epoca nuovi ed ancorati nella ratio, di spiegare il primato del cristianesimo sul giudaismo e l'islam. L'opera trovò ben presto subito dopo la sua nascita una grande diffusione ed influenzò la polemica religiosa del medioevo latino, soprattutto nei secoli XIII e XIV.
Online dal: 22.03.2012
Manoscritto miscellaneo del IX secolo proveniente dal monastero di San Gallo. Contiene, tra l'altro, il Liber Hermeneumatum (un glossario biblico organizzato secondo la successione dei libri biblici), una genealogia da Carlo Magno a Ludovico il Germano e all'anno 867, una delle più copie più antiche di uno scambio epistolare fittizio tra Seneca e l'apostolo Paolo (la cosiddetta corrispondenza dello Pseudo-Seneca) e un modello di lettera attribuito al monaco sangallese Notkero Balbulo († 912).
Online dal: 20.12.2007
Codice miscellaneo (Collectanea) autografo del monaco sangallese itinerante Gallo Kemli († 1481), che ne fu anche possessore. Include testi di argomento per lo più teologico-filosofico, astronomico e medico, ma anche di altra natura: è il caso, ad esempio, di ricette contro pidocchi, pulci e vermi, o di un testo su pesci e crostacei presenti nelle acque della Svizzera e della Germania meridionale; Contiene anche consigli sui tempi per la loro cattura e le modalità per la loro preparazione.
Online dal: 26.04.2007
Sermoni ed esortazioni del maestro dei novizi del monastero di San Gallo (P. Anton Widenmann?) ai suoi Fratres juniores (i monaci che erano nel periodo compreso tra la professione e l'ordinazione). Risalgono all'anno 1633 e furono probabilmente annotati da frate Crisostomo Stipplin (1609-1672).
Online dal: 26.04.2007
Primo di una serie originariamente composta di otto volumi del monaco sangallese P. Ulrich Aichhaimn (1626-1675): collezione di Carmina heroica seu epica dell'anno 1673 contenente, tra numerosi altri testi, descrizioni in versi di diversi paesi europei, poemi su numerosi santi e due composizioni poetiche a stampa del rettore riformato sangallese David Wetter: un poema per il medico della città di San Gallo Sebastian Schobinger (1579-1652) in occasione del nuovo anno; Sangallas, una descrizione in versi latini della città di San Gallo.
Online dal: 20.12.2007
Secondo di una serie originariamente consistente di otto volumi del monaco sangallese P. Udalrico Aichhaim (1626-1675). Include: 1) versi di un sangallese sulla nascita di Cristo e di figure storiche preminenti in ambito politico, ecclesiastico, scientifico e letterario, 2) le cosiddette Aggratulationes (felicitazioni) indirizzate alle più alte gerarchie dell'Abbazia sangallese (abati, diaconi, sotto-priori, ufficiali, professori e maestri), con anagrammi e cronogrammi; riconducibili al tempo degli abati Pio Reher (1630-1654) e Gallo Alt (1654-1687), esse furono compilate per lo più in latino, ma anche in greco ed ebraico, a partire da singoli fogli radunati nell'anno 1673.
Online dal: 20.12.2007
Terzo di una serie originariamente consistente di otto volumi del monaco sangallese P. Udalrico Aichhaim (1626-1675): contiene le Affixiones, esposizioni di emblemi ordinati per temi e combinati con una composizione poetica e con immagini; tali esposizioni, ora non più conservate, furono radunate da allievi della scuola del monastero di San Gallo a partire da scritti dedicati per lo più ai santi fondatori di San Gallo – Gallo e Otmaro – dai sangallesi Constantius Pfiffer, Johannes Geiger, Athanasius Gugger, Chrysostomus Stipplin, Basilius Renner, Jacob von Tschernemell e Simon von Freiburg.
Online dal: 20.12.2007
Quarto di una serie originariamente consistente di otto volumi del monaco sangallese P. Udalrico Aichhaim (1626-1675). Vi sono tramandati poemi ed epigrammi sulle diverse festività sacre dell'anno, di Maria e dei Santi, composti dai monaci dell'abbazia di San Gallo nell'ultimo terzo del XVI secolo e, soprattutto, nel XVII secolo; tra essi i Neujahrsermahnungen (esortazioni per il nuovo anno) degli abati di San Gallo ed alcuni poemi a stampa del monaco di San Gallo Johannes Ruostaller, che questi compose durante i suoi studi a Dillingen nel 1565 e che vennero poi raccolti nel 1673.
Online dal: 20.12.2007
Sesto di una serie originariamente consistente di otto volumi del monaco sangallese P. Udalrico Aichhaim (1626-1675). Vi sono tramandati declamazioni e discorsi composti per lo più da monaci di San Gallo tra la fine del XVI secolo e la prima metà del XVII. Si tratta di componimenti frutto dell'insegnamento della retorica impartito all'abbazia di San Gallo o occasionati da festività, poi assembrati nel 1655. Il volume contiene anche, tra le altre unità, discorsi, epitaffi, un'epistola fittizia sulla strage degli Innocenti perpetrata da Erode, versi sull'esorcismo di Gallo a Fridiburga (figlia del duca degli Alemanni Gunzo), e dodici lunghe meditazioni sulla vita di Cristo composte per il borgomastro Ferdinand von Freiburg di Villingen, padre del monaco di San Gallo Simon von Freiburg.
Online dal: 20.12.2007
Ottavo di una serie originariamente consistente di otto volumi del monaco sangallese P. Ulrico Aichhaim (1626-1675). Contiene soprattutto poemi di monaci di San Gallo. Tra questi i versi composti per la festa della traslazione dalle catacombe a San Gallo delle reliquie dei Santi Antonino e Teodoro (1654), poemi per le festività dei santi, per i più importanti regnanti e stati europei coinvolti nella Guerra dei Trent'anni, epitaffi fittizi per gli abati e i monaci di San Gallo. Tutti furono assemblati nel 1673.
Online dal: 20.12.2007
Esercitazioni di eloquenza in latino dei novizi dell'abbazia di San Gallo (fratres studiosi), dedicate al principe-abate di San Gallo Gallo il Vecchio nel 1660/61, in occasione del suo onomastico.
Online dal: 20.12.2007
Sermoni latini di un monaco di San Gallo, pronunciati tra il 1674 e il 1691 in diverse chiese del territorio dell'abbazia principesca di San Gallo.
Online dal: 20.12.2007
Versi encomiastici in latino dedicati al vescovo di Augusta (Augsburg) Marquard von Berg. Furono composti nel 1577 da studenti dell'abbazia di San Gallo all'università gesuita di Dillingen, sul Danubio, dove i giovani monaci sangallesi di quel tempo si recavano spesso per i loro studi.
Online dal: 20.12.2007
Testo celebrativo dell'abbazia di San Gallo: traduzione in greco del salterio di Maria, eseguita dai monaci dell'abbazia sangallese nel 1661.
Online dal: 20.12.2007
Manoscritto composito dell'abbazia di San Gallo, con testi a stampa del XVI secolo assemblati in quaderni: 1) Bernhard Legner, Septem psalmi poenitentiales, Magonza 1576, dedicati all'abate di San Gallo Otmaro Kunz (1564-1577); 2) Johannes Hartmann, De dulcissima sententia Davidis, senza data, dedicato all'abate di San Gallo Joachim Opser (1577-1594); 3) Wolfgang Betulanus, Rudimenta doctrinae christianae, Costanza 1592. 4) Sezione manoscritta, contenente poemi latini che il monaco sangallese P. Chrisostomo Stipplin (1609-1672) compose per le festività dei santi dell'anno, disposti nel codice secondo la successione del calendario liturgico. Il codice tramanda anche diversi poemi dedicati ai santi patroni di San Gallo, e ad abati e monaci che godettero di alta considerazione all'abbazia di San Gallo.
Online dal: 20.12.2007
Poemi latini del monaco sangallese P. Atanasio Gugger (1608-1669); furono composti in occasione delle festività connesse alla translazione, avvenuta nel 1628, delle spoglie dei santi Otmaro e Notkero Balbulo nella nuova chiesa di Sant'Otmaro, restaurata nel 1628. Il codice contiene anche inni latini e poemi sangallesi di diverso argomento.
Online dal: 20.12.2007
Traduzione della Regola benedettina (Regula Benedicti) e di alcuni scritti di devozione in lingua greca; è stata eseguita all'abbazia di San Gallo, tra il 1660 e il 1667, da frate Gallo Schindler (1643-1710), monaco di San Gallo nato a Lucerna.
Online dal: 26.04.2007
Questa copia elegantemente miniata del Sefer Moreh Nevukhim (Guida per gli smarriti) di Mosè Maimonide (1135-1204) fu realizzata nella Spagna cristiana nel 1292. È una copia della traduzione in ebraico del 1204 di Samuel ben Judah Ibn Tibbon (1150-1230). Il manoscritto arrivò in Italia o dopo la persecuzione degli ebrei nel 1391 o dopo la loro espulsione dalla penisola iberica nel 1492. Apparteneva alla famosa famiglia Sforno di Bologna, prima di riapparire nel XVII secolo nelle mani dell'apostata e inquisitore ebreo italiano Renato da Modena. Dopo più di un secolo, il manoscritto entrò in possesso del teologo protestante Johann Caspar Ulrich (1705-1768), che lo donò nel 1762 alla Bibliotheca Ecclesia Carolina, la biblioteca del capitolo della Chiesa riformata del Grossmünster di Zurigo. Nel 1835, quando il capitolo fu sciolto, i libri e i manoscritti della sua biblioteca, insieme ad altri, formarono la nuova Zentralbibliothek, dove il manoscritto è tuttora conservato.
Online dal: 19.03.2020
Questo Siddur di formato minore ad uso personale, può essere caratterizzato come un vademecum per la vita religiosa e comunitaria ebraica. Si divide in tre parti relative alla liturgia, alle cerimonie ebraiche ed una terza miscellanea. Quest'ultima comprende, oltre ad alcuni importanti testi, una rara ed intrigante lista di nomi di libri e di incipit di capitoli dei 24 libri della Bibbia, con i nomi in ebraico e latino, scritti in caratteri ebraici.
Online dal: 13.06.2019
Il salterio di Rheinau, Ms. Rh. 167, costituisce uno dei tesori più straordinari della Biblioteca centrale di Zurigo. Le miniature sono un prodotto di altissimo livello della pittura gotica dell'epoca intorno al 1260, cosa che vale anche per l'utilizzo di una raffinata tecnica per la preparazione dei colori e la loro stesura. La scrittura, al contrario, è certamente di buona qualità ma non può essere attribuita al più alto livello dell'arte calligrafica. Il committente va cercato nella regione del lago Bodanico, probabilmente nella città di Costanza, molto importante politicamente ed ecclesiasticamente durante l'epoca dell'interregno. Il manoscritto venne acquisito a Sciaffusa nel 1817 da Melchior Kirchhofer per il monastero benedettino di Rheinau, e nel 1863 giunse con la biblioteca di questo monastero alla Biblioteca Cantonale (ora Biblioteca Centrale) di Zurigo.
Online dal: 20.12.2012
Questo manoscritto pergamenaceo contiene nella prima parte il cosiddetto Aurora consurgens, che si distingue per il suo ciclo illustrativo, e numerosi altri trattati alchemistici, quali per es. Alberto Magno sui Secreta Hermetis philosophi, Johannes de Garlandia, estrratti da Geber (Jabir ibn Hayyan) fino al Thesaurus Philosophiae e la Visio Arislei. Fino ad oggi si conoscono altri nove manoscritti contenenti l'Aurora: a Berlino il Die uffgehnde Morgenrödte, a Bologna, Glasgow, Leiden, Vienna, Parigi, Praga e Venezia; tra questi il manoscritto di Berlino, datato agli inizi del sec. XVI, è strettamente imparentato con il codice di Zurigo per quanto riguarda sia le illustrazioni che i testi che le accompagnano, tradotti in tedesco.
Online dal: 09.06.2011
La parte più importante del manoscritto Ms. Rh. hist. 27, scritto all'inizio del sec. IX, è costituita dal cosiddetto libro delle confraternite di Reichenau. Nel libro delle confraternite sono elencati i membri delle comunità religiose che erano unite in una confraternita con il monastero, con l'obbligo di ricordare nella preghiera quotidiana i membri sia viventi che morti. La zona di influenza era grande: da Reichenau verso sud fino a Monteverde e Conques, da Mondsee a est fino a Fulda e St. Trond a nord, così come Jumièges ad ovest. Vi sono elencati più di 38 000 nomi. Le registrazioni più antiche vennero continuamente completate ed integrate nel corso di vari secoli. Alla fine del volume sono rilegati 15 fogli in pergamena del sec. X-XII con liste di monaci da Reichenau, supplementi di liste con nomi e trascrizioni di documenti; rilegati all'inizio del codice strisce di carta incollate con accordi tra confraternite e annunci di morte dal XIV al XVI secolo.
Online dal: 31.03.2011
Il «Codex Florus dispersus» contiene una ricostruzione virtuale di un manoscritto con le lettere e le prediche di Agostino. Venne vergato in scrittura onciale da una copista nel tardo sec. VII, rispettivamente inizio del sec. VIII. Il manoscritto è palesemente originario della Francia, forse di Luxeuil o Lione. Originariamente era costituito da almeno 30 quinterni (almeno 300 fogli), dei quali oggi ne sono rimasti ancora 117. Una parte con 63 fogli, dai fascicoli originari 4-11, si trova oggi a Parigi (BnF, lat. 11641), parte nella quale, dopo il foglio 26, può essere inserito un foglio singolo, oggi conservato a S. Pietroburgo (NLR, Lat.F.papyr. I.1). Un'altra parte con 53 fogli dai fascicoli originari 24-30 si conserva oggi a Ginevra (Bibliothèque de Genève, lat. 16). Il foglio esterno di ogni fascicolo (Quinio) è costituito ogni volta da un foglio di pergamena, i rimanenti sono in papiro. Nel sec. IX il manoscritto appartenne alla biblioteca di Floro di Lione, il quale vi ha inserito di suo pugno numerose note marginali. Il "sine loco", codices restituti, Cod. 1 contiene una ricostruzione virtuale, nella successione originale, delle parti tramandateci.
Online dal: 15.12.2014
Questo codice contiene una ricostruzione virtuale del Cod. 20 della biblioteca abbaziale di Engelberg con il primo volume dei Moralia in Iob di Gregorio Magno. Contiene la prima (f. 6r-99r) e la seconda parte (99r-193v), entrambe suddivise ognuna in cinque libri. All'inizio del volume si trova una raffigurazione artistica a piena pagina di Giobbe con i tre amici (parte superiore) ed una raffigurazione di Gregorio Magno ed un monaco in atto di scrivere (parte inferiore), che solitamente rappresenta Pietro Diacono. Questo foglio con un verso di dedica a Frovino sul verso, in realtà la parte recto del foglio, è stato descritto accuratamente da P. Karl Stadler nel suo catalogo manoscritto del 1787, aiutandoci in questo modo ad attribuire in modo univoco questo membrum disiectum, che oggi si conserva nel The Cleveland Museum of Art, 1955.74 (Purchase from the J.H. Wade Fund), a questo volume.
Online dal: 15.12.2014
Ci sono stati tramandati meno di dieci testimoni della revisione della Vulgata di Teodolfo di Orléans († 821). Nello Staatsarchiv di Soletta e nella Zentralbibliothek della stessa città si conservano numerosi frammenti di una di queste bibbie di Teodolfo del sec. IX proveniente dalla collegiata di S. Ursen di Soletta, dove nel sec. XVI venne ridotta in pezzetti ed utilizzata come materiale di rinforzo per legature. Riunificazione virtuale dei frammenti: [sine loco], codices restituti, Cod. 3 (Biblia Theodulfi Fragmenta).
Online dal: 19.03.2015
Complessivamente 23 fogli di un ex legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Nelle sue parti principali si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda e nella decorazione ricorda da vicino il Codex Eberhardi (Marburg, Hessisches Staatsarchiv K 425 e K 426). L'entità della raccolta può essere stimata sulla base delle numerazioni presenti negli indici che sono rimasti e negli Incipit delle originarie 500 vite e passioni. L'opera testimonia così non solo gli sforzi di riforma economica, ma anche spirituale e culturale dell'abate di Fulda Markward (1150-1165) e costituisce allo stesso tempo il più settentrionale e probabilmente il primo legendario della Germania meridionale in cinque e sei volumi del XII secolo tramandatoci. In seguito costituì il modello (indiretto) per il nucleo principale dei testi della grande legendario di Böddeken e attraverso questo rimase determinante per gli Acta Sanctorum dei Bollandisi e fino ai tempi moderni. Il monumentale legendario di Fulda venne utilizzato in loco ancora fino alla metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) sia per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Mainz 1541) che per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Köln 1554). A Basilea, Soletta, Norimberga e Stoccarda sono conservati frammenti del terzo, quarto e sesto volume. Essi mostrano che almeno il terzo (maggio-giugno) e il sesto volume (novembre-dicembre) giunsero poco dopo a Basilea, dove apparentemente sarebbero stati usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Resti di una Bibbia di Alcuino scritta a Tours all'inizio del IX secolo, proveniente dal convento domenicano di Berna; intorno al 1495 furono utilizzati dal legatore Johannes Vatter come carte di guardia per vari incunaboli. Dopo la secolarizzazione del convento nel 1528, i volumi che li contenevano entrarono in vari modi in possesso della Biblioteca della città di Berna e di varie biblioteche a Soletta. Intorno al 1945 i frammenti BBB Cod. 756.59 (1 foglio), Cod. 756.70 (8 fogli e 1 striscia) e Cod. 756.71 (2 fogli) sono stati tolti dai volumi da Johannes Lindt; si conservano ora presso la Burgerbibliothek Bern (BBB). In situ, cioè negli incunaboli della Biblioteca universitaria di Berna (MUE), si trova ancora un altro foglio (MUE Inc. I.20) e dei frammenti più piccoli (MUE Inc. IV.77). Nella Biblioteca centrale di Soletta (ZBS) si conservano: Cod. S 458 (carte di guardia) e S II 151 (frammenti staccati).
Online dal: 12.12.2019
Due bifogli successivi di un manoscritto da Fulda del secondo terzo del IX secolo contenente la cosiddetta Collectio Veronensis degli atti del terzo concilio ecumenico di Efeso svoltosi nel 431. Apparentemente il codice è stato maculato in tempi moderni in Svizzera. Non è possibile stabilire quando e per quale via sia arrivato in Svizzera da Fulda; tuttavia, come per altri manoscritti fuldensi, potrebbe essere giunto nella prima metà del XVI secolo come potenziale modello di testo per le edizioni a stampa delle officine basileesi.
Online dal: 18.06.2020