Scritto a Napoli nel 1467 e 1468 per Roberto da Sanseverino, principe di Salerno, questa raccolta epistolare raccoglie delle lettere di Diogene il Cinico, di Bruto e di Ippocrate, considerati nel medioevo i veri autori delle lettere. Furono tradotte in latino da Francesco Griffolini Aretino e da Ranuccio d'Arezzo. Messo in vendita a più riprese nel corso del sec. XX, questo manoscritto fu acquistato da prestigiosi collezionisti.
Online dal: 15.04.2010
Il volume, scritto in littera parisiensis a metà del XIII secolo, comprende il De anima di Avicenna nella traduzione di Giovanni da Siviglia e parti della Metafisica, tradotta da Domenico Gundisalvo. Contiene anche i primi due libri della seconda parte dei libri metafisici et physicae di Al-Gazali, sempre nella trasmissione di Gundisalvo. Il testo è completato da alcuni schizzi schematici. Il manoscritto giunse nella biblioteca della certosa di Basilea con la collezione di libri di Johannes Heynlin, che lo aveva acquistato nel 1461.
Online dal: 14.12.2018
Il manoscritto contiene il Floretum medicinae, un'opera costituita da estratti di medicina suddivisa in 25 libri. Origine e autore dell'opera sono sconosciuti. Il manoscritto si trovava nella biblioteca della certosa di Basilea nell'ambito delle segnature A della Bibliotheca antiqua. La sezione con queste segnature comprendeva, oltre alle Artes liberales, anche la filosofia e la medicina.
Online dal: 04.10.2018
Il manoscritto D III 34 è costituito di due parti: la prima (f. 1-29) contiene la scienza medica dei cavalli di Giordano Ruffo; la seconda (f. 30-255) la Mulomedicina Chironis e un trattato incompleto di un Oliverius, mastro di stalla alla corte di Ferdinando I di Napoli. Insieme al Cod. Monacensis latinus 243, si tratta dell'unico manoscritto contenente la Mulomedicina Chironis; il trattato di Oliverius è probabilmente inedito.
Online dal: 31.03.2011
Il nucleo principale del manoscritto della certosa di Basilea è costituito da una copia del Flores temporum, una cronaca del mondo latina del XIII secolo ampiamente diffusa nella regione alemannica. Il copista Nicolaus Gerung de Blauenstein ha integrato questa cronaca con un'appendice da lui redatta, in parte in tedesco, riguardante gli eventi nella regione di Basilea, così come una cronaca dei vescovi basileesi. Completano la collezione testi più brevi, quali trattati sui concili o sugli ordini certosini, elenchi di imperatori, cattedrali, regni e lingue di varie parti del mondo.
Online dal: 12.12.2019
Il codice, che si compone di varie parti, contiene principalmente decreti, bolle, lettere e risoluzioni relative al concilio di Basilea (1431-1448), di vari copisti in latino e tedesco. Mani più tarde hanno occasionalmente aggiunto annotazioni, correzioni e aggiunte. Informazioni storiografiche sono contenute nei cosiddetti «Grössere Basler Annalen», in estratti latinizzati dalla Cronaca di Rötteln e nella cronaca tedesca di Jakob Twinger von Königshofen. Il manoscritto apparteneva alla certosa di Basilea e giunse poi nella biblioteca universitaria.
Online dal: 10.10.2019
Dieci fogli con illustrazioni contenenti la seconda parte delle profezie dei papi Bonifacio IX fino a Eugenio IV prima attribuito a Gioacchino da Fiore. Furono confezionati all'epoca del concilio di Basilea e in origine fecero parte di un volume composito della certosa contenente gli atti del concilio. I disegni a penna fortemente espressivi permettono di riconoscere l'influsso dell'atelier basileese di Konrad Witz, uno dei più importanti rappresentanti della pittura dell'Oberrhein di epoca tardogotica.
Online dal: 14.12.2017
Il codice di Eusebio risale al XIV secolo e già all'epoca di Heinrich Arnoldi (priore tra il 1449 e il 1480) apparteneva al fondo librario della certosa di Basilea. È scritto su di una pergamena di vitello di ottima qualità, scritto e rubricato accuratamente, in parte con iniziali filigranate. Il manoscritto contiene diverse aggiunte del XIV e XV secolo; la legatura risale al XIX sec.
Online dal: 04.10.2018
Il manoscritto, di proprietà di Johannes Heynlin de Lapide, che lo ha donato alla certosa di Basilea, combina discorsi e lettere di illustri umanisti come Poggio Bracciolini e Enea Silvio Piccolomini - tra cui una lettera originale di Johannes Reuchlin a Jakob Louber - con testi di autori greci e orientali in traduzione latina. Parti del manoscritto sono vergati dagli stessi Heylin e Reuchlin.
Online dal: 04.10.2018
Il manoscritto, di origine francese, giunse nella certosa di Basilea dopo essere stato in possesso di Johannes Heynlin. Il voluminoso tomo contiene i sei scritti sulla logica di Aristotele, alcuni con commento, radunati in epoca postaristotelica per formare il cosiddetto «Organon». L'arte libraria e la scienza si completano a vicenda: i libri della parte principale iniziano ciascuno con una rigogliosa iniziale decorativa, il commento a disposizione si raggruppa strettamente intorno al testo ed è in gran parte disadorno.
Online dal: 22.03.2018
Il sottile volume in pergamena, dal convento dei predicatori di Basilea, contiene i libri I-V del De vegetabilibus et plantis di Alberto Magno. Questo testo, in realtà composto da sette libri di cui due qui mancano, rappresenta una piccola parte dell'opera straordinariamente ampia del dottore della chiesa e studioso universale, la cui fama fu superata dal suo allievo Tommaso d'Aquino subito dopo la sua morte. La legatura usurata mostra delle tracce che suggeriscono che si tratti di un liber catenatus.
Online dal: 14.12.2018
Questo manoscritto del XIV secolo, realizzato forse con il sistema della pecia, contiene le opere di Alberto Magno Super ethica e De causis et processu universitatis. Per quanto riguarda il sistema della pecia, si tratta di un modo per moltiplicare un modello manoscritto in maniera veloce: invece di copiare un testo intero, questo veniva suddiviso in vari fascicoli in modo tale che diversi scribi potessero lavorare contemporaneamente alla sua trascrizione. Il volume appartenne al domenicano Johannes Tagstern, ed in questo modo giunse alla biblioteca „incatenata“ del convento dei predicatori di Basilea.
Online dal: 25.06.2015
Il volume miscellaneo dalla certosa di Basilea, scritto da varie mani, contiene principalmente scritti astrologici, tra cui testi di Abraham ibn ‘Esra, Al-Zarqali e Ermete Trismegisto tradotti dall'arabo, dall'ebraico e dal greco. Nel margine di c. 120r si legge una benedizione contro i vermi, a c. 145v dei consigli medici in un misto di tedesco e latino. Oltre a quelle manoscritte, il volume contiene anche tre parti a stampa. Uno dei due ganci di chiusura in cuoio originali è ancora intatto.
Online dal: 29.03.2019
Il manoscritto composito a contenuto astronomico, rilegato in pelle di pecora rosso cremisi, apparteneva al medico della città di Basilea Heinrich Amici († 1451), che lo lasciò in eredità al monastero certosino della città. Oltre ai calcoli delle congiunzioni e delle eclissi planetarie, il volume contiene i trattati astronomici di Pierre d'Ailly o Petrus de Alliaco (intorno al 1350-1420). Pierre d'Ailly era un erudito e attore della politica ecclesiastica, e pervase le sue opere teologiche con giustificazioni astrologiche.
Online dal: 14.12.2017
Questo manoscritto composito (comprende due parti) del XIII sec., contiene una tradizione latina dei due primi libri della Metafisica di Aristotele. Una prima mano, che utilizza una textura con tendenza corsiva, ha scritto i primi nove fogli del volume, mentre la maggior parte è stata copiata da una seconda mano che utilizza una textura. Il manoscritto contiene numerose glosse e note marginali del XIII sec.; tra queste alcune, che riguardano tra l'altro la traduzione del testo di Aristotele, sono messe in evidenza con una rubricatura. Il manoscritto presenta delle antiche segnature collegate al convento dei domenicani di Basilea. La legatura del XIV-XV sec. era in origine catenata e aveva due fermagli. Dei frammenti di carta e di pergamena del XIII e XIV sec. sono utilizzati come controguardia e foglio di guardia anteriori.
Online dal: 04.10.2018
Fin dal IX secolo la Historia animalium di Aristotele, una descrizione ordinata di vari esseri viventi, era disponibile in una traduzione araba che Michele Scoto tradusse in latino intorno al 1220. La decorazione delle iniziali di questo manoscritto, che Johannes Heynlin ha acquistato a Parigi e lasciato in eredità alla certosa di Basilea, è ricca di drôleries. In tutto il volume ci sono annotazioni di diverse mani.
Online dal: 14.12.2017
Le opere di Virgilio (Bucolica, Georgica, Aeneis) contenute in questo manoscritto dell'Italia del Nord della prima metà dell'XI secolo sono accompagnate dal commento di Servio. Il manoscritto appartenne all'influente umanista fiorentino Coluccio Salutati che ha anche apposto dei commenti nei margini. Giunse a Basilea certamente con i volumi del domenicano Giovanni di Ragusa, che prese parte al concilio in questa città in una posizione importante. Dopo la sua morte il codice pervenne al monastero domenicano di Basilea.
Online dal: 19.03.2015
La copia della Summa logicae, prodotta a Oxford quando Guglielmo di Occam era ancora in vita, è uno dei volumi superstiti della biblioteca dei francescani di Basilea. Quale precedente proprietario viene indicato, tuttavia in forma cifrata (c. 121r), Otto von Passau, forse l'autore più famoso all'epoca, ma oggi quasi dimenticato. Oltre alla Summa logicae di Occam, il volume contiene anche un catalogo delle lamentele contro questo critico frate minore deposte presso la curia papale di Avignone, nonché brevi valutazioni su dei singoli punti. Il testo di questo manoscritto è stato utilizzato nel XX secolo per l'edizione critica completa, così come le versioni contenute in un secondo volume composito basilese del XIV secolo, che probabilmente non proveniva dal convento francescano e che ha conservato la sua legatura originale (F II 24). La rilegatura è stata sostituita nel XIX secolo.
Online dal: 26.09.2024
Il manoscritto composito F II 29 è costituito di sette parti: le parti I-III (f. 2-99), IV (f. 100-121) e V-VII (f. 181-237) contengono i commenti di Tommaso d'Aquino ad Aristotele: Super libros Physicorum; Super libros Posteriorum Analyticorum; Super libros De Anima; la parte V (f. 122-180) contiene il commento di Adamus Bucfeldus alla Metaphysica Nova di Aristotele. Il manoscritto proviene dal convento domenicano di Basilea (nota sul f. 179vb).
Online dal: 22.03.2012
Il manoscritto miscellaneo proviene dalla biblioteca della certosa di Basilea e contiene testi scolastici sull'antico scrittore di commedie Publio Terenzio Afro (ca. 195 - ca. 159 a.C.), quali le Comoediae cum didascaliis, oltre a varie Rhetoricae, o sull'insegnamento dell'arte dei discorsi e dello scrivere lettere. La prima parte del manoscritto è stata scritta nel 1471 e nel 1472 da Jacob Lauber – poi diventato priore – quando era ancora studente.
Online dal: 18.06.2020
Il codice, scritto da Johannes Heynlin durante il suo soggiorno parigino tra il 1469 e il 1471, contiene tre ‘classici dell'educazione': le Bucoliche (con commenti), le Georgiche e l'Eneide di Virgilio, così come tutta una serie di opere pseudo virgiliane. Il volume è finemente decorato con iniziali figurate con scene tratte dalle opere di Virgilio, opera di un atelier parigino. Il manoscritto è stato probabilmente rilegato a Basilea, forse su incarico della certosa, che ne venne in possesso quando Heynlin entrò nel monastero.
Online dal: 18.06.2020
Il manoscritto composito a carattere prevalentemente astronomico-astrologico, contiene un diario con osservazioni relative al tempo, tenuto per sette anni, il cosiddetto Basler Wettermanuskript. Vi sono raccolte le osservazioni quotidiane, senza lacune, raccolte dal 1.9.1399 al 31.3.1406. Verso la fine del diario le annotazioni divengono schematiche fino a diventare da ultimo delle tabelle con le posizioni dei pianeti, con solo rare notizie sul tempo. Il volume proviene dal convento basilese dei predicatori.
Online dal: 25.06.2015
Le Etimologie di Isidoro di Siviglia uniscono un prospetto del sapere con la descrizione dell'universo. Il manoscritto di Basilea mostra all'inizio una ripartizione del testo che si differenzia da quella usuale. Invece di una suddivisione in libri i testi sulle sette Arti liberali vengono introdotti ognuno da un titolo. Il manoscritto, proveniente dalla Francia, appartenne al monastero di Fulda fino al XVI secolo, quando giunse a Basilea.
Online dal: 19.03.2015
Uno dei codici di Isidoro dal monastero di Fulda che si è salvato perché nel XVI sec., ancora prima della distruzione della biblioteca durante la guerra dei trent'anni, giunse a Basilea. Qui servì probabilmente quale possibile modello per una progettata edizione delle opere di Isidoro. Allestito a Fulda alla fine del sec. IX, conserva ancora la legatura carolingia in una coperta di pergamena. Oltre alle opere di Isidoro contiene il più antico catalogo della biblioteca di Fulda, le cosiddette ricette basileesi in antico tedesco e un ciclo di immagini a carattere astronomico e computistico.
Online dal: 22.06.2017
Uno dei codici di Isidoro dal monastero di Fulda che si è salvato perché nel XVI sec., ancora prima della distruzione della biblioteca durante la guerra dei trent'anni, giunse a Basilea. Qui servì probabilmente quale possibile modello per una progettata edizione delle opere di Isidoro. A Fulda venne allestito attraverso la riunificazione di un manoscritto dell'Inghilterra del nord del sec. VIII con uno di origine continentale-insulare, probabilmente scritto a Fulda nella prima metà del sec. IX. Il codice conserva ancora la sua legatura carolingia in una copertina di pergamena. Fin dove i testi che contiene sono editi criticamente, il codice va annoverato tra i più importanti testimoni.
Online dal: 13.12.2013
Uno dei codici di Isidoro dal monastero di Fulda, che si è salvato perché nel XVI secolo, ancora prima della distruzione della biblioteca durante la guerra dei trent'anni, giunse a Basilea. Qui servì probabilmente quale possibile modello per una progettata edizione delle opere di Isidoro. Il codice è costituito da varie parti. Un manoscritto tedesco-anglosassone della seconda metà dell'VIII secolo contenente il secondo libro dei Synonyma di Isidoro, venne completato nel primo terzo del IX secolo, forse a Fulda, con il primo libro della stessa opera di Isidoro. Inoltre, già molto presto, venne rilegato con una unità contenente l'Admonitio ad filium spiritualem dello Pseudo Basilio e vari altri estratti, scritti probabilmente anche a Fulda intorno all'800.
Online dal: 19.03.2015
Uno dei codici di Isidoro (rispettivamente dello Pseudo Isidoro) del monastero di Fulda che si è salvato perché nel XVI sec., ancora prima della distruzione della biblioteca durante la guerra dei trent'anni, giunse a Basilea. Qui servì probabilmente quale possibile modello per una progettata edizione delle opere di Isidoro. E' stato allestito nel sec. VIII in Irlanda e conserva chiaramente ancora la legatura originale irlandese in una copertina di pergamena. Il manoscritto con testi di grammatica costituisce, per quanto riguarda il suo testo principale, il De vitiis (linguae) attribuito ad un Isidorus iunior, il Codex unicus. A detta dell'editore il testo dovrebbe essere stato scritto intorno al 500, forse in Spagna, e costituisce una delle fonti utilizzate da Isidoro per il primo libro della sue Etymologiae; anche per gli altri testi che contiene costituisce uno dei oltremodo pochi testimoni rimasti.
Online dal: 13.12.2013
Manoscritto composito da Fulda contenente testi per la maggior parte riguardanti il tema della penitenza e dell'ascetica. Giunse, analogamente ad una serie di altri codici di Isidoro da Fulda, e probabilmente perché uno dei testi che contiene è trasmesso sotto il nome di Isidoro, nel XVI secolo a Basilea, scampando in questo modo alla distruzione della biblioteca di Fulda, avvenuta durante la guerra dei trent'anni. Le varie parti ed i diversi testi sono scritti in minuscola anglosassone e carolina e hanno origine a Fulda, come nei suoi dintorni, fino a Magonza. La legatura, probabilmente ancora di epoca carolingia, è stata molto modificata in epoca successiva, soprattutto tramite la asportazione dei piatti. Evidentemente a Basilea venne tolto quello che era allora il primo fascicolo (Paenitentiale Theodori), di formato minore. Oggi reca la segnatura N I 1: 3c.
Online dal: 17.03.2016
Uno dei codici di Isidoro del monastero di Fulda che si è salvato perché nel XVI sec., ancora prima della distruzione della biblioteca durante la guerra dei trent'anni, giunse a Basilea. Qui servì probabilmente quale possibile modello per una progettata edizione delle opere di Isidoro. E' stato allestito nel sec. VIII in Inghilterra e conserva ancora la legatura dell'VIII o IX secolo in una coperta di pergamena. Va annoverato tra i più importanti testimoni dell'opera di Isidoro De natura rerum.
Online dal: 13.12.2013
Uno dei codici di Isidoro dal monastero di Fulda che si è salvato perchè nel XVI secolo, ancora prima della distruzione della biblioteca durante la guerra dei trent'anni, giunse a Basilea. Qui servì probabilmente quale possibile modello per una progettata edizione delle opere di Isidoro. E' stato allestito a Fulda nel primo terzo del secolo IX e conserva chiaramente ancora la sua legatura carolingia in pelle marrone su assi di legno con decorazioni geometriche.
Online dal: 25.06.2015
Uno dei codici di Isidoro dal monastero di Fulda che si è salvato perchè nel XVI secolo, ancora prima della distruzione della biblioteca durante la guerra dei trent'anni, giunse a Basilea. Qui servì probabilmente quale possibile modello per una progettata edizione delle opere di Isidoro. E' stato allestito nella prima metà dell'VIII secolo in Inghilterra o in un centro anglosassone sul continente. Conserva ancora la sua legatura del secolo VIII o IX in una copertina di pergamena ed è considerato uno dei più importanti testimoni del Differentiarum liber di Isidoro.
Online dal: 25.06.2015
Questa miscellanea consiste in quattro parti originariamente indipendenti: la prima contiene scritti di Hervaeus Natalis, la seconda lo scritto di Alberto Magno super sex principia, la terza scritti di Petrus de Alvernia e infine la quarta parte due – forse tramandati solo in questo codice – scritti anonimi di Egidio Romano e il trattato De medio demonstrationis. Il manoscritto proviene dal convento domenicano di Basilea.
Online dal: 31.03.2011
Il volume, scritto nel XIII secolo probabilmente da due mani di origine francese che si alternano, contiene diversi scritti a carattere astrologico di origine ellenistico-araba, nella traduzione latina di Giovanni di Siviglia: il Centiloquium Ptolemaei, testi di Māšā'allāh, Alfraganus e Albumasar. Il manoscritto appartenne alla biblioteca „incatenata“ del convento dei domenicani di Basilea.
Online dal: 19.03.2015
Il codice, scritto in una textura del XIII secolo, era di proprietà del chierico e storico Dietrich von Niem (1340-1418) che lo ha corredato di numerose annotazioni marginali. Il volume, poi trasferito alla certosa di Basilea, contiene tra l'altro le Naturales quaestiones di Seneca, la discussione di Anselmo di Canterbury Cur deus homo? e l'opera astrologica De radiis stellarum del filosofo e scienziato arabo Alkindi. Tramanda inoltre l'articolo De probatione virginitatis beatae Mariae del cosiddetto «Suda», un lessico bizantino che trovò ampia diffusione della traduzione Latina di Roberto Grossatesta.
Online dal: 12.12.2019
Le sezioni di questo volume della biblioteca dei francescani di Basilea, un tempo rilegate separatamente, contengono diverse opere di Cicerone e la Poetria novella dell'inglese Geoffroy de Vinsauf, e sono sicuramente di origine italiana. Ci sono diversi riferimenti a proprietari precedenti, ma nessuno è stato ancora identificato con certezza: una delle parti apparteneva a Niccolò dei Salimbeni, non certo il giovane ricco dell'Inferno di Dante, ma forse uno dei suoi discendenti a Siena. Un'altra parte era costata al padre di un certo Nicolaus de Monleone 5 ducati e 30 scellini. Il valore dell'intero volume fu infine stimato dagli esperti zurighesi incaricati di preparare una divisione dei beni dopo la separazione dei cantoni di Basilea nel 1833, in 320 franchi svizzeri.
Online dal: 26.09.2024
Il volume contiene il cosiddetto Wörterbuch des alten Schulmeisters. Si tratta di un adattamento indipendente del più diffuso Vocabularius ex quo. In contrasto con questa più antica versione, nell'edizione dell'Alter Schulmeister le spiegazioni in tedesco passano in secondo piano a favore di quelle puramente latine. Le controguardie originali, che sono state separate dal piatto in occasione di un restauro nel 1974, contengono estratti di una traduzione latina del De anima di Aristotele e altri contenuti correlati. Il fatto che il testo del foglio di guardia posteriore sia la continuazione diretta di quello del foglio di guardia anteriore, dimostra che nel loro contesto originale i due costituivano due pagine consecutive di un manoscritto.
Online dal: 18.06.2020
Probabilmente scritto a Schongau e successivamente acquisito dalla certosa di Basilea, questo volume fa parte dell'ampia tradizione manoscritta e stampata del cosiddetto Vocabularius Ex quo. Il dizionario in ordine alfabetico era inteso come uno strumento per gli utilizzatori con scarsa conoscenza del latino e godette di enorme popolarità nei paesi di lingua tedesca fino alla fine del XVI secolo.
Online dal: 14.06.2018
Il manoscritto trasmette diversi vocabolari latino-tedesco, tra questi il Mammotrectus del francescano italiano Giovanni Marchesini, redatto intorno al 1300. Il codice è stato vergato intorno al 1400 da un certo Ulrich Wachter e fu acquistato nel 1430 per la certosa di Basilea.
Online dal: 22.03.2018
Il manoscritto del terzo quarto del XV secolo, di origine francese, contiene due opere di autori antichi. Nonio Marcello (IV-V secolo) offre delle spiegazioni a carattere linguistico e contenutistico sugli autori latini per la maggior parte dell'epoca della Repubblica, suddivisi in parte in lemmi in ordine alfabetico; M. Terenzio Varrone († 27 a. C.) si occupa di questioni linguistiche della lingua latina.
Online dal: 25.06.2015
I vari scritti aristotelici nella traduzione latina di Boezio e trattati di Boezio, copiati in una minuta scrittura del sec. XIII, vennero poi rilegati con due aggiunte al testo del XV secolo, probabilmente per l'erudito basilese Johannes Heynlin, che alla sua morte lasciò il volume alla certosa di Basilea. Dal punto di vista codicologico sono degni di nota la controguardia posteriore e il foglio di guardia posteriore: un foglio di pergamena che era stato preparato per un libro di preghiere. Si tratta di due bifogli con il testo capovolto che sono stati piegati prima di essere rilegati, come era solito fare nei fogli a stampa. I due bifogli vennero poi esclusi e non vennero utilizzati per il libro di preghiere; per questo motivo non presentano fori di fascicolo nella piega.
Online dal: 25.06.2015
Il manoscritto del XV secolo contenente opere di Ovidio, di piccolo formato, quasi quadrato, contiene l'Heroides, accompagnata dal commento di Guilelmus Aurelianensis (1200ca.). Un'antica nota di possesso erasa, rimanda ad un'origine francese; Johannes Heynlin lasciò in eredità il manoscritto alla certosa di Basilea.
Online dal: 19.03.2015
Pierre d'Ailly (lat. Petrus de Alliaco) era un erudito, politico ecclesiastico ed un prolifico scrittore. Famosa la sua opera a carattere geografico Imago mundi, utilizzata da Cristoforo Colombo nella pianificazione dei suoi viaggi di esplorazione. L'esemplare di Basilea appartenne al medico cittadino di Basilea Heinrich Amici († 1451), che lo lasciò in eredità alla certosa della sua città.
Online dal: 19.03.2015
Questo manoscritto composito, proveniente dal convento dei domenicani di Basilea e uno dei tanti della collezione di Johannes Tagstern, ha ricevuto una nuova rilegatura nel 1952 e contiene testi di ottica e geometria, come l'opera di Dietrich von Freiberg sull'arcobaleno, con molti diagrammi illustrativi realizzati con compasso e righello. Questa prima parte è stata scritta su pergamena nel XIV secolo, mentre le altre parti più recenti possono essere datate con maggior precisione intorno alla fine di questo o all'inizio del secolo successivo, grazie alle filigrane della carta utilizzata, in un momento in cui il precedente proprietario, menzionato sull'ultima pagina (c. 157v), è documentato come membro del convento.
Online dal: 26.09.2024
Il volume contiene testi che si riferiscono alla pratica scolastica tardomedievale e del primo umanesimo; da un lato cioè opere destinate alla prassi scolastica (grammatiche, elenchi di parole) e, dall'altro, trattati teorici di contenuto didattico-pedagogico. Le diverse parti originariamente indipendenti sono state rilegate insieme nella certosa di Basilea. La prima parte, la versione in prosa della grammatica in versi di Alessandro di Villedieu, proviene dalla certosa di Magonza ed è stata donata a quella di Basilea. L'ultima parte, la grammatica di Giovanni Sulpizio, qui in una stampa di Johannes Amerbach, è stata donata alla biblioteca del monastero dallo stampatore.
Online dal: 18.06.2020
Nel suo voluminoso Tractatus de moribus et disciplina humanae conversationis, la più antica descrizione conosciuta in Europa del gioco delle carte, Johannes von Rheinfelden spiega non solo le regole del gioco ma sottolinea anche il carattere delle varie figure così come, sulla base dei rapporti reciproci delle carte, l'intera organizzazione della società. Konrad Schlatter, dal 1428 confessore, più tardi priore delle domenicane di S. Maria Maddalena „in den Steinen“, lasciò loro il trattato per la loro edificazione morale.
Online dal: 25.06.2015
Questo manoscritto contiene il testo francese della canzone di gesta Ami et Amile. L'epoca di copia dell'opera (dal 16 maggio al 23 giugno 1425) ci è comunicato dal colophon lasciato dal copista. Il testo scritto in gotica corsiva, è punteggiato da numerose iniziali rubricate che segnano l'inizio di ogni strofa. La moderna rilegatura in cartone (XIX secolo) è ricoperta da un frammento di pergamena proveniente da un messale del XV secolo. Un'iscrizione su un foglio di guardia indica che il volume è stato dato in dono alla scrittrice Anne de Graville (1490-1540). Più tardi fece parte della collezione del genero di quest'ultima, il bibliofilo Claude d'Urfé (1501-1558). Nel XIX secolo l'opera era in possesso del filologo Wilhelm Wackernagel (1806-1869), che nel 1843 la donò alla biblioteca dell'Università di Basilea.
Online dal: 04.10.2018
Questo manoscritto composito, realizzato in Italia nel XV secolo, contiene dei poemi occasionali umanistici e dei brevi trattati. Le diverse parti, vergate in minuscola umanistica e in corsiva umanistica, sono state scritte da diversi copisti. Il volume appartenne all'editore basileese Giovanni Oporino († 1568) e alla sua morte rimase in possesso di vari eruditi basilesi, finchè nel XVII/XVIII secolo venne in possesso della biblioteca.
Online dal: 19.03.2015
Non si sa come questo graduale del convento cistercense di Magerau/Maigrauge, prodotto intorno al 1200 nel monastero delle certosine di Altenryf/Hauterive, sia giunto a Basilea. Probabilmente si tratta di un dono anonimo, ricevuto nel 1906, ma la sua origine può essere determinata abbastanza chiaramente sulla base della scrittura e della decorazione, costituita da iniziali a silhouette e filigrana con palmette, le cui particolarità si ritrovano anche in altri manoscritti dello stesso scriptorium. La notazione è francese, «à petits carrés liés». Una particolarità rilevante del contenuto di questo innario, la cui rilegatura è stata riparata nei secoli scorsi, è data dalla presenza del doppio formulario per la Trinità.
Online dal: 26.09.2024
Questo manoscritto di grande formato di Marziano Capella, del sec. XI, tramanda i due primi libri della sua opera De nuptiis Philologiae et Mercurii, uno dei libri maggiormente letti nel medioevo, collegato al commento, concepito per l'insegnamento, di Remigio di Auxerre. Notevole la legatura originale contemporanea, nella quale i fascicoli sono collegati alla coperta con delle sottili strisce di pergamena (cfr. Szirmai).
Online dal: 19.03.2015
Le parti conservate della storia universale di Diodoro Siculo vennero tradotte nel XV secolo dal greco al latino. Questo manoscritto, copiato intorno al 1453 e che contiene i libri 11 fino a 13, è probabilmente l'autografo del traduttore Iacobus de Sancto Cassiano Cremonensis, e cioè una trascrizione in bella copia rilavorata che poi verso la fine assume i caratteri di un manoscritto di lavoro.
Online dal: 25.06.2015
Il più antico manoscritto dei commenti di Sedulio Scoto sui testi introduttivi comuni ai Vangeli. Sembra che giunse da Fulda al Basilea, città della tipografia, nel XVI secolo. La breve opera, tramandata in una manciata di codici, attende ancora un'edizione critica.
Online dal: 29.03.2019
Il volume contiene due commentari ai Libri physicorum di Aristotele i cui autori sono Friedrich von Nürnberg e Johannes Buridanus. Albrecht Löffler di Rheinfelden li copiò nel 1439, in occasione del suo soggiorno di studio presso l'università di Heidelberg. Più tardi entrò nell'ordine dei domenicani e lasciò il manoscritto al convento domenicano di Basilea, dove venne collocato nella biblioteca "incatenata“.
Online dal: 26.09.2017
Il manoscritto contiene esercizi e Quaestiones sulle opere di Aristotele De anima e De physica, del teologo riformatore Johann von Wesel (1425-1481). Il volume proviene dalla certosa di Basilea; in base a dei confronti della scrittura si suppone che il copista della prima parte sia Jakob Louber. Le numerose annotazioni sui margini e su dei biglietti rivelano un intenso uso del manoscritto.
Online dal: 22.03.2018
Albertus Löffler fu uno dei copisti più produttivi del convento dei domenicani di Basilea. L'unico manoscritto a contenuto retorico di sua mano contiene la cosiddetta Summa Iovis ed opere di Nicolao di Dybin. Egli le copiò all'epoca dei suoi studi ad Heidelberg negli anni 1438 e 1439. Il manoscritto composito pervenne alla biblioteca „incatenata“ del convento dei domenicani di Basilea.
Online dal: 19.03.2015
Il manoscritto, terminato nel 1474 da Heinricus de Bacharach, contiene principalmente una copia del Vocabularius Ex quo latino-tedesco, un'opera molto diffusa e amata fino alla fine del XVI secolo. Vi figura inoltre un calendario, una tavola astrologica ed alcuni brevi testi di altre mani. Il testo principale è stato decorato dallo stesso scrittore con iniziali e disegni inesperti, ma a volte estremamente fantasiosi. Il codice cartaceo è giunto alla UB con il fondo della certosa di Basilea.
Online dal: 14.06.2018
Manoscritto composito a carattere filosofico di proprietà di Jakob Lauber e in parte anche da lui copiato. Jakob Lauber di Lindau studiò dal 1466 al 1475 presso la appena fondata Università di Basilea, dapprima nella facoltà delle Arti e poi diritto canonico presso la facoltà di legge. Dopo essere stato per poco tempo rettore, nel 1477 entrò nella certosa di Basilea, che, dal 1480 in qualità di priore, ampliò significativamente e del quale riorganizzò la biblioteca. Con la sua entrata in monastero la sua raccolta libraria di studio divenne proprietà della certosa.
Online dal: 25.06.2015
Il logoro manoscritto cartaceo dalla certosa di Basilea contiene (in parte con commento) diversi trattati per il calcolo del calendario annuale e in particolare per la determinazione delle festività mobili, come il Computus chirometralis di Johannes di Erfurt o il Computus Nerembergensis. Il volume contiene inoltre anche un certo numero di antichi testi in lingua frisone antica e in lingua basso-tedesca: sermoni nuziali, ricette, un glossario latino-tedesco e una breve versione della «niederdeutsche Apokalypse».
Online dal: 04.10.2018
Il manoscritto, in parte scritto da Johannes Heynlin de Lapide e giunto con lui alla certosa di Basilea, contiene il florilegio Auctoritates Aristotelis di Johannes de Fonte, una raccolta di citazioni ordinata alfabeticamente, due trattati anonimi e trattati del francescano Francesco di Meyronnes, dello pseudo Giovanni Duns Scoto e di Johannes Breslauer de Braunsberg. Nel volume sono rilegati cinque fogli a stampa del Tractatus de memoria augenda di Mattiolo Mattioli da Perugia.
Online dal: 04.10.2018
Il maestro di retorica Gaio Mario Vittorino redasse nel IV sec. d.C. le interpretazioni al De inventione di Cicerone. Vennero poi copiate nel terzo quarto del XV secolo, in una scrittura totalmente uniforme, forse in Francia. Il manoscritto, lasciato in eredità alla certosa di Basilea dall'erudito basilese Johannes Heynlin, insieme agli altri libri della sua vasta biblioteca, non mostra segni di uso.
Online dal: 25.06.2015
Il manoscritto di Lucrezio con il lungo poema didattico De rerum natura è dal punto di vista del contenuto un discendente del manoscritto scoperto da Poggio Bracciolini nel 1417 in un monastero tedesco. E' stato scritto nel 1468-69 da Antonio Septimuleius Campanus pochi anni prima che venisse stampato e più esattamente – da quanto si deduce da una annotazione alla fine del testo – a Roma in prigione. Il manoscritto fu in possesso, al più tardi nel 1513, dell'umanista basilese Bonifacio Amerbach.
Online dal: 25.06.2015
La Rhetorica ad Herennium, dettagliatamente glossata, che si trova all'inizio di questo volume miscellaneo, è stata copiata da Johannes Heynlin, che ha anche portato con sé il volume alla certosa di Basilea. Il testo del I sec. a.C. rappresenta il più antico insegnamento retorico tramandato in lingua latina, ed era molto popolare nel Medioevo e nel Rinascimento, come testimonia una vasta tradizione in più di 100 manoscritti e traduzioni in numerose lingue europee; trasmette principi retorici ancora oggi validi.
Online dal: 14.12.2018
Frammenti a contenuto agiografico da un manoscritto carolingio di provenienza fuldense, che evidentemente fu usato come maculatura in area basilese nell'ultimo quarto del XVI secolo.
Online dal: 08.10.2015
Foglio dal volume sesto (novembre-dicembre) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della Vita s. Chuniberti, della Vita s. Trudonis e della Vita s. Severini, e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Anche altri frammenti del volume sesto si trovano a Basilea e dimostrano che questo, così come almeno anche il volume terzo (maggio-giugno) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove evidentemente entrambi, intorno al 1580, vennero maculati.
Online dal: 13.06.2019
Il fascicolo contiene la versione del Paenitentiale Theodori denominata da questo testimone testuale 'Canones Basilienses', scritto da due mani di Fulda in minuscola anglosassone del primo quarto del sec. IX. Intorno al 1500 il fascicolo costituiva una parte del manoscritto oggi F III 15e. Questo spiega il titolo de conflictu viciorum et virtutum a c. 1r che non corrisponde al contenuto dello stesso. Ma come si deduce dalla perdita di testo all'inizio ed alla fine, il N I 1: 3c era una volta già parte di un altro codice.
Online dal: 17.03.2016
I testi su cui si basa il rotolo di Basilea sono stati scritti su incarico di Carlo Magno in Terra Santa. La copia, di poco più tarda, potrebbe essere stata fatta nella zona dell'Alto Reno e rappresenta l'unico testimone. Oltre al contenuto dei testi, è stata tramandata anche la loro forma originale di rotolo. Michael McCormick suppone, nella sua vasta indagine del 2011, un uso amministrativo presso la corte di Ludovico il Pio o Ludovico il Germanico. Non è chiaro come i frammenti siano arrivati alla Biblioteca universitaria di Basilea. Nel secondo terzo del XIX secolo il bibliotecario Franz Dorotheus Gerlach li separò dalla copertina di un volume non identificato.
Online dal: 14.12.2017
Foglio proveniente dal volume sesto (novembre-dicembre) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il volume contiene parti della Vita s. Silvestri e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Anche altri frammenti del volume sesto si trovano a Basilea e dimostrano che questo, così come almeno anche il volume terzo (maggio-giugno) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove evidentemente entrambi, intorno al 1580, vennero maculati.
Online dal: 13.06.2019
Bifolio proveniente dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti dei titoli di apertura del volume (calendario del mese di giugno, introduzione redazionale e indici dei mesi di maggio e giugno). Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Parte inferiore di un foglio dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della Vita s. Symeonis di Eberwin di Treviri e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Bifoglio proveniente dal sesto volume (novembre-dicembre) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti dei titoli di apertura del volume (calendario del mese di dicembre). Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Anche altri frammenti del volume sesto si trovano a Basilea e dimostrano che questo, così come almeno anche il volume terzo (maggio-giugno) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove evidentemente entrambi, intorno al 1580, vennero maculati.
Online dal: 13.06.2019
Foglio proveniente dal sesto volume (novembre-dicembre) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti dei titoli di apertura del volume (una introduzione redazionale e un indice del contenuto dei mesi novembre e dicembre). Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Anche altri frammenti del volume sesto si trovano a Basilea e dimostrano che questo, così come almeno anche il volume terzo (maggio-giugno) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove evidentemente entrambi, intorno al 1580, vennero maculati.
Online dal: 13.06.2019
Due singoli bifogli con diversi estratti da opere del medico greco Oribasio Latino (IV secolo). I frammenti appartennero probabilmente in origine ad un medesimo codice del monastero di Lorsch. Risalgono all'inizio del sec. IX e furono utilizzati nella certosa di Basilea quali rilegature nel sec. XVI.
Online dal: 14.12.2017
Foglio proveniente dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della vita di s. Atanasio e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Bifolio proveniente dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della Vita s. Waldeberti di Azzone di Montier-en-Der e la Vita s. Macharii heremitae e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Bifoglio mutilo proveniente dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della vita di Bonifacio di Otlo di S. Emmeram e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Bifolio proveniente dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della Passio sanctorum Nerei et Achillei così come la Vita s. Maximi di Lupo di Ferrières e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel(1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Bifolio mutilo proveniente dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della Vita s. Willehelmi confessoris (in una versione inedita in questa forma), così come la Vita s. Germani episcopi e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Bifoglio proveniente dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della Passio s. Albani di Goswino di Magonza e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Dodici fogli sopravvissuto da un graduale di grande formato, realizzato intorno al 1460 nella regione dell'Alto Reno (presumibilmente a Basilea), con canti per la messa adattati alle esigenze dell'anno liturgico. La decorazione delle iniziali e le miniature (ad es. la nascita di Cristo, l'ingresso a Gerusalemme o la rappresentazione della risurrezione) si riferiscono al rispettivo giorno festivo, mentre nell'iniziale per l'Ecce advenit dominator dominus nella iniziale è falsamente raffigurata la presentazione di Cristo al tempio. La decorazione del libro permette di situare il graduale nella tarda cerchia del cosiddetto «Vullenhoe-Gruppe».
Online dal: 14.06.2018
Probabilmente si tratta di un frammento di un codice di Isidoro proveniente dal monastero di Fulda, che nel XVI secolo, ancora prima della distruzione della biblioteca durante la guerra dei 30 anni, giunse a Basilea. Qui servì probabilmente quale possibile modello per una progettata edizione delle opere di Isidoro. E' stato allestito circa nel secondo decennio del sec. X a Fulda. Questo bifoglio fu utilizzato intorno al 1624 come coperta per degli atti d'archivio.
Online dal: 08.10.2015
Frammenti a contenuto agiografico da un manoscritto carolingio di origine fuldense.
Online dal: 08.10.2015
Frammento di un manoscritto di Salviano che con tutta probabilità giunse a Basilea all'inizio del XVI secolo per essere utilizzato nel 1628 quale modello per la stampa da Johannes Sichardus nell'officina di Henricus Petrus. E' stato prodotto nel primo quarto del sec. IX a Fulda. Nella seconda metà del XVI sec. fu utilizzato a Basilea quale maculatura per legature.
Online dal: 08.10.2015
Frammento di un manoscritto di Agrimensori che con tutta evidenza giunse da Fulda all'inizio del XVI secolo a Basilea dove servì intorno al 1628 a Johannes Sichardus da modello per la stampa nell'officina di Henricus Petrus. Già Poggio Bracciolini dovette averlo consultato nel 1417 a Fulda. E' stato allestito nella prima metà del IX secolo a Fulda. Nella seconda metà del XVI secolo fu utilizzato a Basilea quale maculatura per rilegature. Attraverso la pubblicazione del frammento da parte di Martin Steinmann nel 1992 fu confutata la supposizione, ancora diffusa in epoca recente, che il ms. Roma, Biblioteca Apostolica Vaticana Pal. lat. 1564 sia servito da modello per Sichardus.
Online dal: 08.10.2015
Due fogli, tolti da una legatura, di un manoscritto in minuscola retica con la traversa della T arrotondata che rappresenta il segno distintivo di questa scrittura. Il manoscritto si può datare nel sec. VIII/IX.
Online dal: 25.06.2015
Il manoscritto composito a carattere teologico proviene in origine dalla famiglia patrizia Gossembrot di Augusta (tardo XV sec.). Fu poi in possesso di Giovanni Oporino († 1568), di Eusebio Merz († 1616) e di Remigio Faesch († 1667), per poi giungere nel 1823 nella biblioteca universitaria di Basilea. A parte una incisione ancora presente, molte di queste e miniature che erano vi erano incollate sono state sottratte.
Online dal: 22.06.2017
Il 'codice gemello' del Cod. 250 della Burgerbibliothek di Berna, è stato creato a Fulda. Non è chiaro quando e come il manoscritto matematico sia giunto a Basilea. Sembra aver lasciato Fulda al più tardi nel X secolo, come suggeriscono le mani del testo aggiunto.
Online dal: 29.03.2019
Il manoscritto, conservato in modo frammentario e in fogli sciolti, fu utilizzato nel 1543 dallo stampatore basileese Heinrich Petri quale modello per la sua edizione del Rabani Mauri Moguntinensis archiepiscopi commentaria in Hieremiam prophetam. Questo utilizzo è testimoniato dalla presenza di diversi segni di composizione e tracce di inchiostro da stampa. Dalla stamperia di Petri il manoscritto passò più tardi nella raccolta di Remigio Fäsch e, con i rimanenti fondi del Museo Faesch, nel 1823 divenne proprietà dell'Università di Basilea. L'originaria provenienza del manoscritto non è chiara.
Online dal: 14.12.2017
Manoscritto composito di epoca moderna che contiene gli unici testimoni manoscritti conosciuti di vari scritti dell'arcivescovo Hinkmar di Reims (845-882), quale per esempio quello del trattato De ordine palatii importante per la storia della costituzione dell'epoca carolingia.
Online dal: 20.12.2016
Lo stretto volume appartenne al giurista e rettore dell'Università di Basilea Remigius Faesch (1595-1667) e, insieme alla sua vasta collezione di arte e rarità, giunse alla biblioteca universitaria negli anni Venti del XIX sec. Come annota Remigius Faesch nel suo catalogo tra i Libri manuscripti in 4º antiqui, il codice contiene «Etliche Teutsche Sermon unn Predigen», per la maggior parte del predicatore e mistico domenicano Johannes Tauler (1300-1361).
Online dal: 10.10.2019
Le Epistolae ex Ponto di Ovidio sono giunte al celebre Museo Faesch sulla Petersplatz dalla biblioteca del convento dei francescani di Basilea. Questo testimone testuale è importante anche per la storia dell'edizione di queste lettere dall'esilio. È interessante anche perché è stato a lungo considerato perduto, nonostante il libricino, che presenta ancora anche l'antica catena di ferro con cui doveva essere stato fissato a un leggio della biblioteca francescana, non è mai veramente andato perso.
Online dal: 26.09.2024
Mentre nel medioevo i viaggi in Italia, i cosiddetti «Itinera Italica», avevano degli obbiettivi soprattutto religiosi (pellegrinaggi) o professionali (viaggi commerciali), dopo la Riforma si iniziò, anche a Basilea, ad intraprendere sempre di più dei viaggi di istruzione, che avevano quale scopo l'interesse per l'Italia stessa e per le sue attrazioni. Furono redatti dei rapporti di viaggio, come quello del giurista e rettore dell'Università di Basilea Remigius Faesch (1595-1667) del 1621.
Online dal: 22.03.2018
Il manoscritto con estratti da un ‘Martinellus' e dal Carmen Paschale di Sedulio, scritto in area tedesco-anglosassone a cavallo tra l'VIII e il IX secolo, sarebbe giunto da Fulda a Basilea, città della tipografia, nel XVI secolo. Una Vita s. Eulaliae virginis, che originariamente conteneva, è andata perduta. Notevoli sono gli ausili per la scansione all'inizio del Carmen Paschale.
Online dal: 29.03.2019
Poco si sa di Albino di Chiaravalle, detto anche Albuinus de Gorze o Albuinus Eremita, se non che intorno all'anno 1000 redasse una raccolta di scritti a carattere morale-teologico dedicati a un canonico parigino di nome Arnoldus e all'arcivescovo Eriberto di Colonia (999-1021). Questa copia risale all'XI o XII secolo ed è rilegata in morbida pelle, che in origine era probabilmente abbastanza lunga da coprire completamente il libro, ma così stretta che il blocco del libro sporge sopra e sotto. Nel XV sec. appartenne alla certosa di Magonza, ed è giunto alla biblioteca universitaria con la collezione Remigius Faesch.
Online dal: 18.06.2020
L'Avqat Rokhel è una selezione di scritti escatologici disposti in tre «libri» ciascuno con diverse sezioni, attribuiti a Makhir ben Isaac Sar Hasid di Toledo (XIV sec.), allievo di Judah ben Asher (1270-1349), figlio di Asher ben Yehiel (Rosh, c.1250-1327). Solo il titolo è identico a quello di una successiva opera sui responsa di Joseph Caro (1488-1575) (Ed. Princ. Salonicco, 1791). Il titolo dell'opera è tratto da un versetto del Cantico dei Cantici 3, 6 [Chi è costei che sale dal deserto come colonne di fumo, profumata di mirra e d'incenso, e d'ogni polvere aromatica dei mercanti (אבקת רוכל)?] e può essere tradotto come «Le polveri del profumiere».
Online dal: 08.10.2020
Bibbia latina concepita come una Pandetta (cioè in un solo volume), secondo la recensione di Alcuino di York. Molti sono gli esemplari di questo tipo di Bibbie di Alcuino realizzate nello scriptorium di S. Martino di Tours in una produzione quasi di massa i quali, per l'utilizzo di una raffinata gerarchia di scrittura e le proporzioni armoniche, vanno annoverati tra i monumenti della produzione manoscritta di epoca carolingia.
Online dal: 07.10.2013
Bibbia latina concepita come una Pandetta (cioè in un solo volume), secondo la recensione di Alcuino di York. Molti sono gli esemplari di questo tipo di Bibbie di Alcuino realizzate nello scriptorium di S. Martino di Tours in una produzione quasi di massa i quali, per l'utilizzo di una raffinata gerarchia di scrittura e le proporzioni armoniche, vanno annoverati tra i monumenti della produzione manoscritta di epoca carolingia.
Online dal: 07.10.2013
L'inno Liber de laudibus Sanctae Crucis composto da Carmina figurata dell'abate di Fulda Rabano Mauro, la cui presente versione ha probabilmente avuto origine nell'831, riempie ogni volta la pagina di sinistra (sono conservate 23 delle 28 figure), mentre in quella di destra si legge la rispettiva versione in prosa; manca la seconda parte, anch'essa redatta in prosa.
Online dal: 20.12.2012
Manoscritto realizzato a Fleury con una magnifica decorazione sulla prima pagina, costituita da due grandi iniziali nastriformi che rappresentano uno speciale genere dell'arte ornamentale insulare. Il manoscritto miscellaneo contiene, oltre a pezzi minori, il poema epico De bello civili (Pharsalia) di Lucano (metà del I secolo) e una versione della saga di Oreste del poeta africano Draconzio (V secolo). Per quest'ultima, il codice costituisce di gran lunga il testimone più antico. All'inizio il testo di Lucano è riccamente munito di scoli, i quali, a causa del Cod. 370 che contiene solo scoli, sono noti come Commenta Bernensia.
Online dal: 29.03.2019
Manoscritto proveniente dalla Bretagna, con i testi dei quattro Vangeli, i Prologhi e l'elenco dei capitoli a Marco, Luca e Giovanni. La decorazione è costituita da 12 pagine di tavole dei canoni, dai ritratti degli evangelisti in abito sacerdotale e da iniziali che introducono ogni capitolo ed i Vangeli. La ricca ornamentazione a intreccio denota un influsso insulare.
Online dal: 23.09.2014
Il manoscritto, proveniente da Luxeuil, contiene la Geometria a torto attribuita a Boezio ed estratti di geometria e gromatica da Cassiodoro, Isidoro e dagli Agrimensori. Costituiva probabilmente con l'Aratea (Cod. 88) un unico manoscritto e venne donato dal vescovo Werner I al duomo di Strasburgo.
Online dal: 23.09.2014
L'Aratea, tradotta in latino da Germanico, descrive i 48 antichi segni zodiacali ed i miti relativi alla loro nascita. Appartengono ai cicli di immagini più amati dalle scuole monastiche medievali. Il codice bernese, prodotto a San Bertino, è un discendente del manoscritto con l'Aratea di Leida e contiene degli scoli presenti unicamente in questo codice.
Online dal: 23.09.2014