Résumé du manuscrit:Œuvre de jeunesse de Boccace (vers 1341), la Comedia delle ninfe fiorentine, ou Ameto, rapporte la transformation du fruste berger Ameto en homme vertueux, après avoir entendu les récits de sept nymphes, allégories des vertus. Elle adopte la forme du prosimètre – alternance de prose et de vers – que la mise en page sur une colonne de ce manuscrit révèle immédiatement. Copié sur papier, non filigrané, ce manuscrit s’ouvre par une unique initiale peinte à l’aquarelle, renfermant les armes de la famille Almerici (f. 2r), propriétaire et probable commanditaire de cette copie.(rou)
Description standard: Allegretti Paola, Catalogo dei codici italiani, Cod. Bodmer 39, in "Corona Nova. Bulletin de la Bibliotheca Bodmeriana", II (2003), pp. 35-38.
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En ligne depuis: 26.09.2017
Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 37
Papier · 112 ff. · 29 x 20 cm · XIVe siècle (1360-1370)
Giovanni Boccaccio, Comedia delle ninfe fiorentine (Ameto)
Comment citer:
Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 37, Mesure (reliure) – Giovanni Boccaccio, Comedia delle ninfe fiorentine (Ameto) (https://www.e-codices.ch/fr/list/one/fmb/cb-0037)
Allegretti Paola, Catalogo dei codici italiani, Cod. Bodmer 39, in "Corona Nova. Bulletin de la Bibliotheca Bodmeriana", II (2003), pp. 35-38.
Titre du manuscrit: Giovanni Boccaccio (1313-1375) ()
Période: Sec. XIV (1360-70)
Support: Cartaceo. Carta senza marche in filigrana.
Volume:
cc. 112
Format: mm. 290 x 200
Numérotation des pages: Numerazione a matita al margine destro superiore; al margine destro inferiore fino a c. 8r numerazione replicata della stessa mano con indicazione di fascicolo, e poi solo lettera alfabetica per la prima carta di ogni fascicolo.
Composition des cahiers:
Sette fascicoli di 16 carte rinforzati da brachette, richiami in fondo ai primi sei fascicoli
Etat: tagliata la c. 108
Mise en page:
specchiatura mm. 210 x 120
Type d'écritures et copistes:
Il testo, di unica mano, è disposto a piena pagina su 34 righe di media; negli ultimi fascicoli, meno calligrafici, si arriva a 32 righe.
Décoration:
Iniziale a tutta pagina, acquerellata con rosso, giallo e verde a c. 2r: una «P» in cui si riconosce lo stemma della famiglia Almerici;
iniziale su 7 righe a c. 5r («Initalia», cap. III, prima prosa del libro),
Ajouts: Sui margini sono presenti manicule e segni di lettura.
Reliure: Legatura italiana, sec. XV, in cuoio marrone e restaurata: piatto superiore con riquadri a secco e gruppi di cinque chiodi stellati in corrispondenza dei fermagli, due sul lato destro, uno sul lato superiore e tracce su quello inferiore; dorso con tre costoloni ed etichetta della segnatura Phillipps «16260». Piatto inferiore con quattro cardini per i fermagli metallici ancora in loco, a forma di scudo, impressi con il monogramma di Bernardino da Siena e una «S».
2r>NIMPHE . DAMETO. COMPILLA TO. PER. / MESER. GIOV ANNI. BOCACCI. DA. CERTALTO.<Pero chelli accidenti varij listrabocamenti contrarij …–…
105r Infino atanto che con quella giugnendosi interra senta la sua letitia. / Amen. Amen. Amen>ISTE LIBER EST MEI XPOFORI / DE ALMERICIS DE PE(N)SAV(R)O<
Origine du manuscrit:
La rubrica con nota di possesso di c. 105r ricalca quanto a tipo di caratteri quella di c. 2r: se non si tratta di mimetismo grafico da parte di uno dei tanti possessori testimoniati da manicule e prove di penna potrebbe trattarsi, col ductus più andante che si rileva in tutta la parte terminale della copia, dell'indicazione del committente, della famiglia degli Almerici, cui rimanda lo stemma c. 112v. La famiglia Almerici di Pesaro, qui con variante del toponimo ben documentata, conoscerà nel secolo seguente un poeta-copista Raniero Almerici (cfr. M. Santagata, Fra Rimini e Urbino: i prodromi del petrarchismo cortigiano, in: M. Santagata - S. Carrai, La lirica di corte nell'Italia del Quattrocento, Milano: Franco Angeli 1993, p. 59; N. Saxby, Within and without some Collections of North Italian Court Poetry of the Fifteenth Century, in: Italique 4, 2001, p. 14), ed è possibile che Cristoforo Almerici sia anche il copista.
Provenance du manuscrit:
Sul primo piatto di coperta disegno di un lemure; segnatura «Phillipps 16260». A c. 1r segnatura «Phillipps 16260»; a penna su due righe «O tu che colmio libro titrastuli / Rendimel presto eguardal dafanciulj »,con lo stesso inchiostro che a c. 112v verga uno stemma (scudo con sei quadrati
sormontato da un unicorno) identificato da una matita come «Arme della famiglia Pietramala d'Arezzo». Su questa facciata anche prove di penna: «Recordate Recordate Recordate», «ilbuon uoler chioporto / alla gentil figura / mamesso in tal porto», «Le nj(n)fe fiorentine di mess(er) giovan- ni/ Bochaccj », «AMORE». A c. 107r «Hic liber est mei francisci quondam Girolami Braschi Mediolanensis».
Come si desume da note di possesso, Cristoforo Almerici (c. 2r e c. 105r), la famiglia Pietramala d'Arezzo (c. 112v) con l'indicazione del castello appartenuto ai Tarlati (cfr. E. Gamurrini, Istoria genealogica delle famiglie nobili toscane et umbre, Firenze 1668, vol. I, pp. 194-210), Francesco di Girolamo Braschi di Milano (c. 107r), la Collezione Phillipps.
Vittore Branca,Tradizione delle opere di Giovanni Boccaccio.I. Un primo elenco dei codici e tre studi, Roma: Edizioni di Storia e Letteratura 1958, p. 14.
Giovanni Boccaccio, Comedia delle ninfe fiorentine (Ameto), edizione critica per cura di Antonio Enzo Quaglio, Firenze: Sansoni 1963, pp. IX-X.