Descrizione breve:Il codice, composto unicamente di 28 fogli e contenente un messale parziale di rito ambrosiano, proviene dall’oratorio di S. Bernardino di Faido (Canton Ticino). Questo venne nuovamente consacrato nel XV secolo (probabilmente nel 1459) sotto il patronato della famiglia Varesi, che forse in quell’occasione lo dotò del codice per permettere la celebrazione della messa. Ai primi fascicoli (1-12, 16-19) fece probabilmente aggiungere quello con la messa per il patrono S. Bernardino (20-25), e il foglio sciolto con le due miniature con la Maiestas domini e la Crocifissione. La scrittura, una rotunda gotica di tipo italiano, contrasta con le miniature che mostrano una certa affinità con delle incisioni colorate dell’epoca di area tedesca.(ber)
Numerazione delle pagine: foliazione a penna nel margine esterno; presenza di tracce di foliazione più antica, da 2 a 8 sulle cc. 1-7.
Composizione dei fascicoli:
IV8 + (IV+(1+1+1))19 + IV27
Le carte 13, 14 e 15, singole, sono state inserite nel secondo quaternione. I fascicoli iniziano con il lato carne e la regola di Gregory è rispettata tranne che tra le cc. 12/13, 13/14, 14/15 e 15/16. Numerazione interna ai-aiiij e bi-biiij sui primi due fascicoli; senza richiami.
Condizione:
In epoca non precisata il f. 20 con la messa di S. Bernardino è stato spostato all’inizio del codice mentre il corrispondente f. 27 era alla fine; così lo videro Bianconi, Inventario, 1948, 79 e Raschèr, Frammenti di codici, 1978, 653 n. 1.
Nel corso di un restauro il f. 20 è stato ricollocato nella posizione originaria, i margini esterni del f. 21 sono stati integrati e la legatura sostituita (interventi eseguiti dalla legatoria Pedrabissi di Zurigo).
Disposizione della pagina:
rigatura a piombo, piena pagina, specchio di scrittura 183 x 125; 29 linee tracciate e 28 ll. di scrittura.
Tipo di scrittura e mani:
gotica rotunda di due mani: 1 mano cc. 1r-12v, 16r-19v; seconda mano cc. 13r, 14r, 20r-25r l. 1.
Decorazione:
Iniziali ritoccate in giallo nella parte del primo copista, in rosso nella parte del secondo copista.
Rubriche liturgiche in rosso. Sporadicamente visibili le indicazioni per il rubricatore nel margine interno del primo fascicolo (per es. cc. 4v, 6v, 7r)
c. 16rT di Te igitur a inchiostro rosso su campo con filigrana a inchiostro marrone che si prolunga verso il margine inferiore.
due miniature a piena pagina:
c. 15r: Maiestas Domini.
In una larga cornice - delimitata da un bordo rosso e verde – si snoda un tralcio di foglie rose e verdi intercalate da fiori bianchi. Al centro l’immagine di Cristo in una mandorla, una mano alzata in segno di benedizione, l’altra che regge il globo crucifero attorniato dai simboli dei quattro evangelisti. Le aureole ed il perizoma del Cristo sono realizzati in oro in polvere.
c. 15v: Crocifissione.
In una larga cornice - delimitata da un bordo rosso e verde – si snoda un tralcio di foglie rose e verdi intercalate da fiori bianchi. Il Cristo crocifisso al centro è attorniato dalle figure della Madonna, a destra, e di S. Giovanni – leggermente più grande - a sinistra. Le aureole ed il perizoma del Cristo sono realizzate in oro in polvere.
Le due miniature sembrano ispirarsi ad una serie di incisioni colorate databili agli anni ’60-’70 del XV secolo di origine tedesca. Il tipo di cornice si ritrova utilizzato in incisioni veneziane degli stessi anni (cf. G. Schizzerotto, Le incisioni quattrocentesche della Classense. Presentazione di Lamberto Donati, Ravenna 1971, nr. 18, 21bis, 23).
Per un’analisi storico-artistica vedi Michael Kotrba in Frammenti di codici 1978, 654-659 e Bernasconi Reusser 2010, 76-77.
Aggiunte:
Sulle pagine rimaste bianche aggiunte varie (XVI sec.)
25v- 27v (XVI-XVII sec.) Orazioni; messa pro defunctis
27v (sec. XIX): Adele de Calgari. I figliuoli malvagi (?) di Eli e il buon figlio d’elcaria. Cette Gravure est eztraite de la Collection du Magazin pittoresque. 3
Qualche correzione più tarda sia interlineare che marginale (per es. 1r, 12r, 17r ecc.).
Legatura:
255 x 190. Legatura moderna di restauro. Assi di cartone rivestiti di pelle bianca, due lacci di chiusura, controguardia e foglio di guardia in carta moderne, sia all’inizio che alla fine.
Contenuto:
Il messale contiene solo un certo numero di messe, tra le quali quella dedicata a S. Bernardino da Siena
24v-25r>Missa pro familiaribus et benefactoribus<
Trascrizione dettagliata del contenuto in Frammenti di codici, pp. 647-653.
Origine del manoscritto: L’apparente incongruenza tra la scrittura di tipo italiano e lo stile nordalpino delle miniature si spiega col fatto che queste sono disegnate su di un foglio indipendente inserito in un secondo tempo all’interno del fascicolo che ora lo ospita. Il tipo di scrittura, la gotica rotunda, a lungo in uso, non permette una datazione precisa, ma la canonizzazione di S. Bernardino, avvenuta nel 1450, consente di collocare l’esecuzione del codice sicuramente nella metà del XV secolo.
Il messale parziale venne forse acquistato in occasione della nuova consacrazione dell’oratorio di S. Bernardino di Faido, che si ritiene avvenuta nel 1459. In quell’occasione venne aggiunta la parte con la messa di S. Bernardino, scritta da un altro copista.
Nonostante sul primo foglio sia stata apposto in epoca antica il numero ‘2’, la numerazione interna del primo fascicolo – ai-aiii – attesta che il codice non è acefalo.
Provenienza del manoscritto: Il codice proviene con molta probabilità dall’oratorio di S. Bernardino da Siena a Faido, una cappella di fondazione privata edificata su di un edificio preesistente nel 1459, ad opera della importante famiglia lombarda dei Varesi, vicini di Faido.
Acquisizione del manoscritto:
Attualmente si conserva presso l’Archivio parrocchiale di Faido con il numero “15”.
Bibliografia:
Monti S., L’esposizione d’arte sacra in Bellinzona, in “Bollettino Storico della Svizzera Italiana”, 26 (1904), pp. 1-24: 18.
Bianconi P., Janner A., Arte in Leventina, Bellinzona 1939, pp. 62-63.
Bianconi P., Inventario delle cose d’arte e di antichità. I. Le Tre Valli Superiori, Bellinzona 1948, p. 79.
Frammenti di codici dagli archivi leventinesi. Sec. X-XVI. Testi liturgici, biblici ed umanistici, a cura di V. Raschèr, L. Deplazes, Bellinzona 1978 (estratto da Materiali e Documenti ticinesi, Serie I. Regesti di Leventina, fasc. XIV), pp. 647-659.
P. Ostinelli, “Pro usu dicte ecclesie”. Note sulla presenza di libri liturgici nelle valli alpine prima della diffusione della stampa, in Carte che vivono. Studi in onore di don Giuseppe Gallizia, a cura di D. Jauch e F. Panzera, Locarno 1997, pp. 267-378: 276.
Marina Bernasconi Reusser, Monumenti storici e documenti d’archivio. I “Materiali e Documenti Ticinesi” (MDT) quali fonti per la storia e le ricerche sull’architettura e l’arte medievale delle Tre Valli, in “Archivio Storico Ticinese” 148 (2010), 204-241. Appendice documentaria in
Archivio Storico Ticinese p. 49.
M. Bernasconi Reusser, La miniatura della Crocifissione nel messale ambrosiano di Faido, in Mysterium crucis. Antiche sante croci del Cantone Ticino, a cura di d. A. Crivelli, con O. Zastrow, E. Riva e P. Crivelli, Lugano 2010, pp. 76-77.