Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 37, f. 82r – Giovanni Boccaccio, Comedia delle ninfe fiorentine (Ameto)
http://www.e-codices.ch/it/fmb/cb-0037/82r
Descrizione breve:Opera giovanile di Boccaccio (intorno al 1341), la Comedia delle ninfe fiorentine, o Ameto, narra la trasformazione del rozzo pastore Ameto in uomo virtuoso, dopo aver ascoltato i racconti di sette ninfe, allegorie delle virtù. L'opera adotta la forma del prosimetro - alternanza di prosa e versi - come l'impaginazione su di una colonna del codice rivela immediatamente. Copiato su carta, senza filigrana, questo manoscritto si apre con un'unica iniziale dipinta ad acquarello che racchiude lo stemma della famiglia Almerici (f. 2r), proprietaria e probabile committente di questa copia.(rou)
Descrizione standard: Allegretti Paola, Catalogo dei codici italiani, Cod. Bodmer 39, in "Corona Nova. Bulletin de la Bibliotheca Bodmeriana", II (2003), pp. 35-38.
Mostra la descrizione standard
Online dal: 26.09.2017
Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 37
Carta · 112 ff. · 29 x 20 cm · XIV secolo (1360-1370)
Giovanni Boccaccio, Comedia delle ninfe fiorentine (Ameto)
Come citare:
Cologny, Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 37, f. 82r – Giovanni Boccaccio, Comedia delle ninfe fiorentine (Ameto) (https://www.e-codices.ch/it/list/one/fmb/cb-0037)
Allegretti Paola, Catalogo dei codici italiani, Cod. Bodmer 39, in "Corona Nova. Bulletin de la Bibliotheca Bodmeriana", II (2003), pp. 35-38.
Titolo del codice: Giovanni Boccaccio (1313-1375) ()
Datazione: Sec. XIV (1360-70)
Supporto materiale: Cartaceo. Carta senza marche in filigrana.
Dimensioni:
cc. 112
Formato: mm. 290 x 200
Numerazione delle pagine: Numerazione a matita al margine destro superiore; al margine destro inferiore fino a c. 8r numerazione replicata della stessa mano con indicazione di fascicolo, e poi solo lettera alfabetica per la prima carta di ogni fascicolo.
Composizione dei fascicoli:
Sette fascicoli di 16 carte rinforzati da brachette, richiami in fondo ai primi sei fascicoli
Condizione: tagliata la c. 108
Disposizione della pagina:
specchiatura mm. 210 x 120
Tipo di scrittura e mani:
Il testo, di unica mano, è disposto a piena pagina su 34 righe di media; negli ultimi fascicoli, meno calligrafici, si arriva a 32 righe.
Decorazione:
Iniziale a tutta pagina, acquerellata con rosso, giallo e verde a c. 2r: una «P» in cui si riconosce lo stemma della famiglia Almerici;
iniziale su 7 righe a c. 5r («Initalia», cap. III, prima prosa del libro),
Aggiunte: Sui margini sono presenti manicule e segni di lettura.
Legatura: Legatura italiana, sec. XV, in cuoio marrone e restaurata: piatto superiore con riquadri a secco e gruppi di cinque chiodi stellati in corrispondenza dei fermagli, due sul lato destro, uno sul lato superiore e tracce su quello inferiore; dorso con tre costoloni ed etichetta della segnatura Phillipps «16260». Piatto inferiore con quattro cardini per i fermagli metallici ancora in loco, a forma di scudo, impressi con il monogramma di Bernardino da Siena e una «S».
2r>NIMPHE . DAMETO. COMPILLA TO. PER. / MESER. GIOV ANNI. BOCACCI. DA. CERTALTO.<Pero chelli accidenti varij listrabocamenti contrarij …–…
105r Infino atanto che con quella giugnendosi interra senta la sua letitia. / Amen. Amen. Amen>ISTE LIBER EST MEI XPOFORI / DE ALMERICIS DE PE(N)SAV(R)O<
Origine del manoscritto:
La rubrica con nota di possesso di c. 105r ricalca quanto a tipo di caratteri quella di c. 2r: se non si tratta di mimetismo grafico da parte di uno dei tanti possessori testimoniati da manicule e prove di penna potrebbe trattarsi, col ductus più andante che si rileva in tutta la parte terminale della copia, dell'indicazione del committente, della famiglia degli Almerici, cui rimanda lo stemma c. 112v. La famiglia Almerici di Pesaro, qui con variante del toponimo ben documentata, conoscerà nel secolo seguente un poeta-copista Raniero Almerici (cfr. M. Santagata, Fra Rimini e Urbino: i prodromi del petrarchismo cortigiano, in: M. Santagata - S. Carrai, La lirica di corte nell'Italia del Quattrocento, Milano: Franco Angeli 1993, p. 59; N. Saxby, Within and without some Collections of North Italian Court Poetry of the Fifteenth Century, in: Italique 4, 2001, p. 14), ed è possibile che Cristoforo Almerici sia anche il copista.
Provenienza del manoscritto:
Sul primo piatto di coperta disegno di un lemure; segnatura «Phillipps 16260». A c. 1r segnatura «Phillipps 16260»; a penna su due righe «O tu che colmio libro titrastuli / Rendimel presto eguardal dafanciulj »,con lo stesso inchiostro che a c. 112v verga uno stemma (scudo con sei quadrati
sormontato da un unicorno) identificato da una matita come «Arme della famiglia Pietramala d'Arezzo». Su questa facciata anche prove di penna: «Recordate Recordate Recordate», «ilbuon uoler chioporto / alla gentil figura / mamesso in tal porto», «Le nj(n)fe fiorentine di mess(er) giovan- ni/ Bochaccj », «AMORE». A c. 107r «Hic liber est mei francisci quondam Girolami Braschi Mediolanensis».
Come si desume da note di possesso, Cristoforo Almerici (c. 2r e c. 105r), la famiglia Pietramala d'Arezzo (c. 112v) con l'indicazione del castello appartenuto ai Tarlati (cfr. E. Gamurrini, Istoria genealogica delle famiglie nobili toscane et umbre, Firenze 1668, vol. I, pp. 194-210), Francesco di Girolamo Braschi di Milano (c. 107r), la Collezione Phillipps.
Vittore Branca,Tradizione delle opere di Giovanni Boccaccio.I. Un primo elenco dei codici e tre studi, Roma: Edizioni di Storia e Letteratura 1958, p. 14.
Giovanni Boccaccio, Comedia delle ninfe fiorentine (Ameto), edizione critica per cura di Antonio Enzo Quaglio, Firenze: Sansoni 1963, pp. IX-X.