Schlatt, Eisenbibliothek
Si tratta di un manoscritto cartaceo rilegato in pergamena appartenente alla categoria dei "libri di ricordanze", molto diffusi tra i commercianti fiorentini. Nel caso di questo libro di ricordanze del granduca di Toscana si tratta probabilmente di annotazioni (e copie) di un certo Roberto di Pandolfo Pandolfini, riguardanti l'amministrazione delle miniere di ferro dell'Isola d'Elba. Vi figurano anche delle liste nelle quali probabilmente sono annotati i prezzi del ferro. – Sull'Isola d'Elba vennero sfruttati vasti giacimenti di ferro il cui minerale si caratterizzava per un alto contenuto di ferro; le esportazioni erano indirizzate verso l'Italia centrale. – Al termine delle annotazioni vere e proprie sono incollati dapprima otto allegati di piccolo formato (pp. 52a-d, pp. 54a-d, pp. 56a-b, p. 59, p. 61, pp. 62a-b, p. 65, p. 67) e in seguito numerosi fogli bianchi (pp. 69-288), di cui di fatto è costituita la maggior parte del volume. – Il manoscritto è stato acquisito nel 1957 a Firenze.
Online dal: 08.10.2015
Il Mss 12 è un codice composito realizzato da più mani tra il 1553 e il 1653. La prima e più ampia parte - Mss 12,1 (pp. 1-147) - descrive le ordinanze per l’industria mineraria emanate nella Bassa Austria a metà del XVI secolo. Si tratta di una copia della stampa ufficiale del «Bergk Ordnung», che fu scritta alla corte dell'Arciduca d'Austria e stampata nel 1553 da Hans Syngriener (Johann Singriener d. J. [? - 1562]) a Vienna (esemplare della Eisenbibliothek: EM/Cr 48). Il nome di Syngriener è menzionato nella sezione dopo l'indice alla fine del manoscritto (p. 147). Il codice inizia con una dichiarazione che sancisce l'autorità di Ferdinando d'Asburgo [1503-1564], l'allora arciduca d'Austria (pp. 1-2). Seguono 208 articoli numerati che trattano una vasta gamma di argomenti, dal modo in cui devono essere disposti le miniere e i pozzi, al trattamento delle gallerie più vecchie, fino all'impiego di lavoratori qualificati (pp. 2-133). Questo manoscritto si conclude con una dichiarazione finale (pp. 133-134) e un elenco completo degli argomenti (pp. 135-147). La seconda parte - Mss 12,2 - contiene un esempio che descrive la storia e il funzionamento dell'estrazione e della produzione del ferro nell'Alta Stiria. L'aggiunta a questo rapporto presenta delle annotazioni marginali in una scrittura chiaramente diversa e offre dei commenti aggiuntivi. Il manoscritto è stato acquistato a Vienna nel 1956.
Online dal: 18.06.2020
In questo manoscritto, magnificamente illustrato e inusuale nel contenuto, l'architetto ed urbanista italiano Giuseppe Valadier (1762-1839) descrive nel testo con 14 disegni a penna acquarellati la fusione del Campanone, la più grande campana del duomo di S. Pietro. L'incarico di fondere la campana era stato conferito dal Vaticano alla fonderia del padre Luigi Valadier, che tuttavia morì nel 1785 nel corso dei lavori. Il figlio Giuseppe portò a fine l'incarico e nel 1786 completò il manoscritto, nel quale ad ogni disegno corrisponde una spiegazione, formulata in forma di leggenda. Dapprima Valadier illustra i locale della fonderia (2v-7r), in seguito con una ricchezza di dettagli quasi fotografica, e con vivi colori, il processo di preparazione della campana con la tecnica della falsa campana e della fusione in bronzo (8v-21r). Infine la campana finita (22v-23r) viene trasportata su di una slitta di legno attraverso le strade di Roma (24v-25r) per essere benedetta da papa Pio VI (26v-27r). Il manoscritto è stato acquisito nel 1948 a Berna.
Online dal: 08.10.2015
Il manoscritto dell'architetto e urbanista italiano Giuseppe Valadier (1762-1839) illustra in modo molto vivo diversi aspetti dell'architettura e della tecnica. E' composto di 127 tavole con dei disegni a penna dipinti a colori vivaci (tav. CI fino a tav. CCXXXV, mancano varie tavole), che sono state realizzate nel 1828. Tematicamente le tavole sono talvolta raggruppate per materia (per es. legno (fol. 1r-8r), ferro (fol. 9r-24r), rame (fol. 25r-31r), bronzo (fol. 32r-58r)), talvolta per argomenti della tecnica costruttiva (per es. costruzione di muri, fol. 103r-117r). I disegni servivano da modello per una parte delle tavole, in totale 320, presenti nei due volumi di tavole dell'opera di Valadier „L’architettura pratica dettata nella scuola e cattedra dell’insigne Accademia di San Luca“, stampata a Roma nel 1828-33 e basata sulle lezioni da lui tenute presso l'Accademia di S. Luca a Roma. La numerazione delle tavole nel manoscritto corrisponde a quella dell'opera a stampa. – Il manoscritto è stato acquisito nel 1956 in Italia.
Online dal: 08.10.2015
Questo manoscritto di brevetto contiene i dettagli delle disposizioni emanate nel 1553 per l'amministrazione delle attività dell’industria mineraria e forestale nella regione della Carinzia. Essa inizia con una dichiarazione che sancisce l'autorità di Ferdinando d'Asburgo [1503-1564], che governava sull'Arciducato d'Austria e che aveva ordinato la compilazione di questo regolamento (ff. 1r-2v). Seguono 208 articoli numerati. Questi considerano una moltitudine di aspetti relativi al modo in cui sono state create le miniere, ma anche ai diritti di pesca e di caccia sui terreni utilizzati per l'estrazione mineraria e la silvicoltura (f. 4v) e delle disposizioni per la lavorazione di prodotti minerari di valore come l'argento (f. 81r). Il manoscritto si conclude con una dichiarazione finale (f. 85v) e una lista di riferimento completa degli argomenti (ff. 86r-91v). Il manoscritto è stato acquistato a Roma nel 1952.
Online dal: 18.06.2020
Questo manoscritto del XIII secolo comprende di tre parti. La prima parte contiene opere di Aristotele o dello pseudo-Aristotele in traduzione latina. Nella seconda parte si trova il “De mineralibus” e il “De natura loci” di Alberto il Grande. La terza parte comprende un commento di Michele Scoto all’opera di Giovanni di Sacrobosco sulle sfere celesti, un commento anonimo all’”Aritmetica” di Boezio e un commento di Averroé al “De longitudine et brevitate vitae” di Aristotele. Il manoscritto è annoverato tra i più notevoli oggetti della produzione italiana di libri profani dell’ultimo terzo del XIII secolo e tra i più antichi manoscritti miniati di Aristotele.
Online dal: 24.03.2006
Questo manoscritto costituisce una raccolta di appunti compilati da Hermann Wedding (1834-1908) - che in seguito divenne professore di metallurgia alla Accademia mineraria di Berlino - durante le sue visite agli stabilimenti metallurgici di Freiberg (Sassonia) negli anni 1856/57. Gli appunti sono stati presi nel corso dei suoi studi presso l'Accademia mineraria di Freiberg. Le annotazioni includono le sue personali osservazioni sui processi in varie fonderie di argento e piombo nell'area di Freiberg. Le note contengono inoltre copie delle pubblicazioni scientifiche relative ai processi metallurgici utilizzati a Freiberg.
Online dal: 14.12.2017
Questo diario di viaggio fu tenuto da Hermann Wedding (1834-1908), più tardi professore di metallurgia, durante un viaggio di studio nell'agosto e settembre del 1858. All'epoca era studente presso l'Accademia mineraria di Freiberg e Berlino. L'obiettivo del viaggio era quello di visitare i centri dell'industria mineraria e metallurgica, in particolare la regione della Ruhr e del bacino della Saar, che erano stati creati a metà del XIX secolo. Le annotazioni quotidiane di Wedding documentano le sue visite alle miniere di carbone, agli impianti metallurgici e agli impianti di lavorazione del metallo. Egli vi ha descritto sia gli impianti che i processi di produzione degli stabilimenti da lui visitati. Nel diario si rispecchia un ampio interesse naturalistico per le condizioni geologiche nelle quali sono inseriti gli impianti da lui descritti.
Online dal: 14.12.2017
Il manoscritto documenta diversi viaggi in Gran Bretagna negli anni 1860 e 1862 di Hermann Wedding (1834-1908), più tardi professore di metallurgia. Wedding intraprese i viaggi come referendario dell'amministrazione delle miniere prussiana. Nel corso del suo viaggio verso l'Inghilterra attraverso il Belgio egli mise per iscritto giornalmente le sue osservazioni sugli impianti e sui processi di produzione negli impianti metallurgici e minerari. Tra gli stabilimenti descritti vi sono l'acciaieria di Seraing (Belgio), gli impianti metallurgici nel Galles meridionale, considerati a metà del XIX secolo particolarmente avanzati, e le prime acciaierie ad utilizzare il procedimento di Bessemer. Le annotazioni del diario riflettono anche la rete di contatti che Wedding intratteneva con gli specialisti del settore suoi contemporanei.
Online dal: 14.12.2017
Il manoscritto cartaceo contiene le trascrizioni di 70 atti notarili che hanno una relazione con la città di Bollène nel dipartimento della Francia del sud di Vaucluse. L'argomento principale è costituito dai magli. – Il manoscritto è stato acquisito nel 1955 a Parigi.
Online dal: 08.10.2015
Il manoscritto, allestito intorno al 1700, menziona nel titolo l'imperatore Leopoldo (I, regnante dal 1658 al 1705). L'identità di Giovanni Battista Coene da Passau, che si indica quale autore, rimane oscura e su di lui non ci sono altre informazioni. I nomi dei metalli e di altre materie, con le quali Coene ha realizzato i suoi esperimenti, non sono scritti per intero nel testo ma illustrati attraverso i loro simboli alchemici (segni dei pianeti ecc.). Poiché questi ricorrono in gran numero, il testo è senz'altro leggibile e comprensibile. A uno stretto contatto del manoscritto con l'alchimia rimanda anche il fatto che Coene si rifà a Paracelso (1493/94-1541), per es. nell'ultimo breve capitolo dal titolo "Che cosa il Balsamo Samech di Paracelso" (pp. 101-102). Inoltre nomina il "Testamentum" (pp. 99-100), del quale Coene indica come autore ancora Raimondo Lullo (1232/33-1315/16) ma che oggi è collocato tra gli scritti pseudo-lulliani. – All'interno del capitolo i singoli paragrafi sono numerati, mentre nell'ultimo quarto del manoscritto questa numerazione sembra essere stata aggiunta in un secondo tempo (pp. 81-102). Alla fine del manoscritto la numerazione delle pagine è sbagliata (invece delle pp. 70 e seguenti bisogna leggere pp. 97 e seguenti). – Il manoscritto è stato acquisito nel 1952 in Italia.
Online dal: 08.10.2015
Questo manoscritto, scritto nel 1661 o personalmente o a nome di Johann Nikolaus Freiherr von Grandmont [?-1689] (p. 11), riassume le disposizioni stabilite per l'estrazione del ferro nella valle del Fricktal tra il Reno e il Giura, allora parte dell’Austria anteriore (oggi Canton Argovia). Descrive la forma e la portata del funzionamento di un'attività economica industriale altamente specializzata in un'area che nei decenni precedenti era stata devastata a causa della Guerra dei Trent'anni. Il documento si concentra su otto ordinanze entrate in vigore tra il 1629 e il 1649, e si riferisce anche ai regolamenti del luglio 1653; contiene un elenco riassuntivo delle ordinanze con le date di attuazione (pp. 27-28). Il manoscritto fu donato alla Eisenbibliothek nel 1952 dal Prof. Dr. K. Schib (Sciaffusa).
Online dal: 18.06.2020
L'autore del manoscritto si identifica all'inizio (p. 3) come Wok Pňovsky von Eulenberg (ceco Vok Pňovický ze Sovince), e proveniva dalla famiglia nobile von Eulenberg (ceco ze Sovince) della Moravia, il cui stemma è raffigurato nel manoscritto (p. 130). Wok è attestato tra il 1499 e il 1531, ricoprì dal 1518 al 1525 la carica di Alto Giudice della Moravia. Nel 1526 realizzò, con questo manoscritto, un precoce esemplare di un libro di prove. Vi sono trattati diversi procedimenti per l'analisi e la successiva lavorazione di diversi minerali e metalli. La prima parte del manoscritto si suddivide in 40 capitoli (pp. 4-130), nella seconda parte i capitoli non sono numerati (pp. 133-420). Alla fine è rilegato un indice (p. 429-444) del contenuto redatto in un secondo tempo (XVII sec.?) che offre un breve riassunto dei capitoli. L'arte della sperimentazione rivestiva una grande importanza per la pratica dell'industria metallurgica e mineraria nelle sue prime fasi. Nei pressi di Eulenburg (ceco hrad Sovinec), la sede della casata nella Moravia del nord, lo stesso Wolk si impegnò nella estrazione di metalli nobili (Papajík 2005, S. 198-200). Nella persona di Wok si trovarono riuniti l'imprenditore in miniera e lo sperimentatore. Prima del 1924 il manoscritto apparteneva al fondo della biblioteca del museo del ginnasio (ceco Knihovna gymnazijního muzea) di Troppau (ceco Opava), l'istituzione che precedette la odierna biblioteca del Museo della Slesia (ceco Knihovna Slezského zemského muzea). A partire dal 1924 si ritenne che il manoscritto fosse perduto. A causa di un devastante incendio avvenuto nella primavera del 1945, durante il quale andarono persi tutti i registri delle accessioni, oggigiorno non esiste più nella biblioteca del museo alcuna documentazione relativa al manoscritto (informazione del 16.7.2015). L'attuale stato delle conoscenze della ricerca in Cechia è riassunto da David Papajík: "Vok si occupò anche degli aspetti teorici dell'industria mineraria. Nel 1526 redasse sull'argomento una voluminosa opera in tedesco di 420 pagine, che fino ad un recente passato si era conservata nella biblioteca del museo di Opava, ma che nel 1924 era già scomparsa. Ne conosciamo solamente una descrizione, realizzata nel 1881 da Josef Zukal [...]. E' immensamente deplorevole che questo documento unico, riguardante la situazione dell'industria mineraria dell'epoca, non si sia conservato fino a noi." (Papajík 2005, S. 200). La descrizione del 1881, qui ricordata, offre inoltre le seguenti informazioni: "Ms. chart., sec. XVI. Kl. Oct. rilegato senza decorazione in cuoio nero, 420 pagine [...]. I dintorni di Eulenberg possedevano nel XV e XVI secolo una vivace industria mineraria; quest'opera è quindi dovuta a dei bisogni pratici. Si tratta senza dubbio del manoscritto originale di Wok e permette di gettare uno sguardo interessante nell'allora stato della metallurgia. L'indice, aggiunto in un secondo tempo, si deve ad un'altra mano di epoca molto più tarda; questa circostanza, così come l'intenso uso, mostrano che il libro venne utilizzato a lungo" (Zukal 1881, p. 15s.) Il manoscritto è stato acquisito nel 1955 a New York.
Online dal: 17.03.2016
Questo manoscritto di grande formato (la traduzione del titolo dal russo è "Progetto di un ponte sul fiume Neva per consentire il comodo passaggio delle navi in qualsiasi momento, 1802") presenta un progetto di costruzione di un ponte sulla Neva a S. Pietroburgo. Alla pagina del titolo, inserito in una cornice decorata e ombreggiata in grigio (fol. 2) e l'indice del contenuto (fol. 3) fanno seguito dodici tavole con disegni acquarellati che danno una visione generale e in dettaglio del progetto. Sette tavole sono su doppia pagina, una di queste ha un foglio pieghevole. Tutti i testi nel manoscritto sono in russo e in scrittura cirillica. – Il ponte fu progettato da Charles Baird (1766–1843), un ingegnere scozzese che aveva costruito a S. Pietroburgo un'impresa per fondere, costruire macchine e un cantiere navale e che nelle sue vicinanze costruì nel 1805/06 un ponte di ghisa. Il presente progetto per un ponte prevede invece una combinazione tra un ponte di barche galleggiante e un ponte levatoio: il ponte di barche costituito da pontoni si suddivide nel fiume in due rami che confluiscono in vicinanza di una sponda in due ponti levatoi (fol. 4a-5), così da permettere l'attraversamento del ponte anche durante il passaggio di una nave. Altre tavole mostrano per es. il meccanismo per il movimento nascosto nei piloni (fol. 14a, 16, 17) e un pontone simile ad una barca ancorato nel letto del fiume Neva (fol. 20a-21). – Il manoscritto è stato acquisito nel 1978 a Kopenhagen.
Online dal: 08.10.2015