Il volume in-folio, contenente una raccolta di leggende di Iacopo da Varazze, proveniva probabilmente dal fondo personale del monaco di S. Gallo Gall Kemli; in ogni caso, è stato da lui stesso ampliato e corretto. Per questo motivo l'impaginazione del manoscritto non è uniforme. La parte principale più antica è stata vergata da una mano della fine del XIV secolo, su due colonne, mentre i fogli con i testi inseriti da Kemli, e da lui scritti, sono a piena pagina (pp. 2-20, 164-189, 210-211, 445-462, 471-474). La Legenda sanctorum (pp. 2-452) è completata da una Materia de exorcismo et coniurationibus (pp. 456-470) aggiunta da Kemli. Infine, alle pp. 463-470 vi sono, di un'altra mano della seconda metà del XV sec., delle annotazioni a loro volta ampliate da Kemli (p. 470). Alle pp. 471-473, quale ultimo testo si trova una leggenda delle undicimila vergini di mano di Kemli; prima del testo vi era un foglio incollato a metà altezza. Presumibilmente si tratta della xilografia con la nave di sant'Orsola (cat. Kemli, nr. 31) staccata da Ildefons von Arx. Sul piatto anteriore della legatura del XV secolo, più volte riparata e con due rivestimenti in pelle, figura l'etichetta con il titolo di mano di Kemli.
Online dal: 22.09.2022
Leggendario di San Gallo. Contiene, tra le altre, le biografie in tedesco dei santi sangallesi Gallo, Magno, Otmaro e Viborada, illustrate con 142 vivide miniature.
Online dal: 12.06.2006
Codice miscellaneo del XV secolo proveniente dal monastero domenicano di S. Caterina, a San Gallo. Risultante dall'assemblamento di cinque fascicoli, il codice – in tedesco –, tramanda un trattato sulla Passione di Cristo («Vierzig Myrrhenbüschel vom Leiden Christi»), la storia della fondazione del monastero domenicano di St. Katharinental, nei pressi di Diessenhofen, il «Diessenhofener Schwesternbuch» e il «Tösser Schwesternbuch», le leggende dei santi Elisabetta e Margherita d'Ungheria, Ida di Toggenburg e Ludovico di Tolosa. Contiene anche un breve estratto tratto dal Liber specialis gratiae di Matilde di Hackeborn in traduzione tedesca.
Online dal: 12.12.2006
Questo manoscritto, allestito probabilmente nel monastero di Allerheiligen a Sciaffusa, contiene, accanto a numerosi brevi testi, talvolta inseriti in un secondo tempo, molte vite di santi in tedesco (Maurizio e la legione tebana, Maria Maddalena, Elisabetta d'Ungheria), testi di meditazione (per il Giovedì Santo, la Passione di Cristo, lo Steinbuch di un certo Volmar) e il libro dei benefattori del monastero di Allerheiligen. Quest'ultimo è una versione libera della leggenda della fondazione del monastero sul Reno redatta in latino nel XII sec. Con la tecnica dello sbalzo un artista ha inciso nei due piatti della coperta le figure centrali della leggenda della fondazione del monastero (probabilmente Benedetto, Eberhard di Nellenburg, Burkhard di Nellenburg, Guglielmo di Hirsau?). A p. 204 vi sono dei disegni a penna dei santi Benedetto e Bernardo. Il manoscritto giunse in un momento non meglio precisato in possesso del dotto glaronese Egidio Tschudi e venne acquistato con la sua eredità dal monastero di S. Gallo nel febbraio 1768.
Online dal: 13.12.2013
Il manoscritto contiene l'opera più importante del filosofo scolastico parigino Pietro Comestore († 1179): la sua Historia scholastica, un riassunto della storia biblica dalla creazione all'Ascensione completata intorno al 1169-1173. È scritto da tre mani della fine del XII/inizio del XIII secolo, con note marginali di diverse mani dal XIII al XV secolo. In fondo alla p. 2 c'è il nome dello scrittore Uolricus.
Online dal: 18.06.2020
Miscellanea dall'eredità dell'umanista glaronese Egidio Tschudi (1505-1572), composto da 12 singoli plichi riuniti con una legatura negli anni seguenti all'acquisizione da parte del monastero di S. Gallo avvenuta nel 1768. Il volume, per la più parte scritto da Tschudi, contiene tra gli altri liste di vescovi e altri detentori di cariche importanti nelle diocesi di Costanza, Strasburgo, Basilea e Coira, documenti relativi alla storia dei monasteri di S. Gallo, Einsiedeln, Muri, Pfäfers, Engelberg ed i rispettivi abati, una trascrizione in tedesco della vita di S. Mainrado, trascrizioni di documenti di alcuni monasteri della Germania meridionale e - quale testo più importante - l'unica testimonianza che ci sia giunta di estratti dell'urbario della Rezia curiense scritto nella prima metà del sec. IX. L'originale, che non fu nemmeno a disposizione di Tschudi, non è conservato. Al suo posto egli copiò una versione incompleta del sec. X fino al XII.
Online dal: 20.12.2012
Le due parti principali del manoscritto sono costituite dalle vite dei santi di S. Gallo (Gallo, Otmaro, Wiborada e Notkero Balbulo), degli apostoli, dei primi santi cristiani e dei martiri, così come la cronaca del monastero di S. Gallo – dal Casus sancti Galli di Ratperto fino alla Continuatio di Corrado di Fabaria (1204-1234). I testi riguardanti la storia del monastero sono in parte corredati da dettagliate e critiche note marginali del riformatore sangallese Vadiano. Inoltre il codice contiene notizie cronachistiche su S. Gallo e la Svizzera (XIV-XV sec.), il testo Reise in das Heilige Land di Steffan Kapfman e testi di computistica, medicina, astronomia e teologia. Su due pagine rimaste libere (pp. 324-325) il bibliotecario dell'abbazia di S. Gallo Ildefonso von Arx ha scritto nel 1824 quattro ricette su come rendere di nuovo leggibili delle scritture sbiadite.
Online dal: 22.06.2010
Il volume contiene nella prima parte un esemplare del testo En Damvs Chronicon … Evsebii ... dato alle stampe nel 1529 dall'umanista Johannes Sichardus (1499-1552) nell'officina libraria di Heinrich Petri a Basilea. Nell'edizione a stampa si trova la Cronaca universale di Eusebio di Cesarea e la continuazione da parte del padre della Chiesa Gerolamo, la Cronaca universale di Prospero di Aquitania, l'opera storiografica De temporibus del fiorentino Matteo Palmieri (1406−1475), la breve Chronica di Cassiodoro, e il Chronicon di Ermanno il contratto. Precede la parte a stampa (f. Av) una tabella manoscritta di tipo computistico e calendaristico dell'erudito glaronese Egidio Tschudi (1505−1572) per gli anni dal 1501 al 1540. Nella seconda parte del codice, manoscritta, sono ricopiati i testi delle prime quattro parti della storia del monastero di S. Gallo, il Casus sancti Galli. Egidio Tschudi fece ricopiare dal suo collaboratore Franciscus Cervinus di Schlettstadt, di educazione umanistico-universitaria, le opere storiografiche del monaco sangallese Ratperto (pp. 1-37) e di Eccardo IV di S. Gallo (pp. 38-253), la cronaca del monastero di un anonimo continuatore per gli anni dal 975 al 1203 (pp. 255-305) così come la continuazione di Conradus de Fabaria relativa ai destini dell'abbazia tra il 1203 e il 1234 (pp. 307-367). Sia nella parte a stampa che in quella manoscritta si trovano numerose annotazioni marginali della mano di Tschudi. Il volume appartenne a Tschudi (Sum Aegidii Schudi Claronensis; nota di possesso all'interno della coperta anteriore); i suoi eredi vendettero il volume, quale parte del suo lascito, al monastero di S. Gallo nel 1768.
Online dal: 13.10.2016
Questo manoscritto, vergato nel tardo XV secolo da un “sehr routinierten und stilsicheren Schreiber” (Scarpatetti, S. 194) contiene le prime quattro parti della grande opera storica sangallese Casus sancti Galli: la storia del monastero di S. Gallo del monaco Ratperto (pp. 3-39), il Casus sancti Galli del monaco Eccardo IV (pp. 40-257), il Casus sancti Galli del continuatore anonimo per gli anni 975 fino al 1203 (pp. 259-301) e la continuazione della storia del monastero di S. Gallo di Conradus de Fabaria del 1232/35 (pp. 317-370). Il manoscritto contiene numerose annotazioni di mano dell'erudito svizzero Egidio Tschudi (1507-1572), ma non appartiene al suo lascito, che giunse nel 1768 nella biblioteca dell'abbazia di S. Gallo. Tschudi deve aver consultato e studiato il manoscritto nel corso di una sua visita nella biblioteca del monastero.
Online dal: 13.10.2016
Il manoscritto, che prende il nome dal suo committente, l'abate Franz Gaisberg (abate dal 1504 al 1529), contiene vari testi a carattere storico e agiografico: una storia degli abati di S. Gallo con i relativi blasoni, epitaffi di abati e monaci sangallesi, la storia dell'abbazia di S. Gallo (Casus sancti Galli) relativa agli anni 1200-1232 di Corrado di Fabaria, la Vita di Notkero Balbulo († 912) di autore anonimo comprendente una copia del suo processo di beatificazione del 1513, e le leggende dei santi Costanzo, Miniato e Rocco. Il codice è stato scritto dal calligrafo e organista del duomo di S. Gallo Fridolino Sicher (1490-1546).
Online dal: 31.03.2011
Codice miscellaneo trascritto nel monastero di San Gallo. Tramanda una copia databile all'incirca all'anno 900 dei Casus Sancti Galli del monaco Ratperto, la versione più antica ad oggi conosciuta. Seguono testi più lunghi, trascritti tra il IX e il XIII secolo, contenenti sermoni dei primi Padri della Chiesa, un registro degli abati di San Gallo dal VII al XIII secolo, inni, estratti della Collectio canonum dello Pseudo-Remedio, il Micrologus di Bernoldo di Costanza.
Online dal: 09.12.2008
Contiene la più antica copia esistente della cronaca abbaziale Casus Sancti Galli del monaco sangallese Eccardo IV (ca. 980 – ca. 1060), nonché copie dei Casus Sancti Galli del monaco Ratperto e il testimone principale della continuazione anonima di tale cronaca abbaziale (Continuatio Casuum Sancti Galli).
Online dal: 12.06.2006
Il manoscritto contiene alle pp. 3-95 la cronaca dei papi di Martino di Troppau († dopo il 1278). La cronaca arriva fino a Bonifacio VIII; una mano più tarda ha aggiunto alla fine i nomi dei cinque papi successivi. Seguono delle prediche per le feste dei santi (pp. 96-206) e poi, alle pp. 207-224, estratti dalla cronaca degli imperatori di Martino di Troppau, con una continuazione anonima fino a Enrico IX [VII] (1313). All'inizio è rilegato il frammento di un trattato ascetico del XIV secolo (pp. 1a-2b). La decorazione si limita a semplici iniziali filigranate (pp. 105, 107, 184).
Online dal: 18.06.2020
Il codice contiene la guerra di Troia di Corrado di Würzburg, un'imponente opera tarda rimasta incompiuta del poeta ed autore di epica tedesco, morto nel 1287 prima di completarla. L'autore racconta in versi la storia della guerra di Troia in un'ampia disposizione di narrazioni storiografiche, riferimenti precedenti e posteriori ed excursus enciclopedici. Difettoso all'inizio e più tardi completata con un foglio aggiunto, l'opera si estende da p. 4 a p. 893. Alle pp. 895-897 fa seguito il frammento in prosa di un'anonima continuazione della guerra troiana di Corrado. Il testo della guerra troiana di Corrado è scritto da uno scriba. Questi è probabilmente identico al rubricatore al quale si devono le iniziali rosse, le iniziali gotiche nere e le maiuscole decorate all'inizio della colonna, e che ha inserito la data 1471 a p. 893. Il frammento in prosa è di una mano posteriore. Non si conosce il luogo di origine del codice. Questi fu rinvenuto nel 1739 sull'Haldenburg, feudo di S. Gallo nell'Algovia e giunse poi nella biblioteca abbaziale, come ricorda una annotazione a p. 894.
Online dal: 13.06.2019
Manoscritto composito del sec. XIII composto di otto parti: 1) estratti dai martirologi del monaco di S. Gallo Notkero Balbulo e di Adone di Vienne (pp. 3-10), 2) copia della Historia Scholastica di Pietro Comestore fino circa a metà (pp. 11-234), 3) i Canones apostolorum et conciliorum prolati per Clementem papam in un fascicolo di formato minore e di altra mano (pp. 235-252), 4) estratti dall'opera Panormia di Ivo di Chartres (pp. 246b-252b), 5) la Historia Langobardorum di Pietro Diacono con gli annessi di Andrea da Bergamo (pp. 253a-272b), 6) la Historia Hierosolymitana di Roberto Monachus Remigiensis (pp. 273a-313a), 7) delle appendici sulla storia del diritto, sullo scisma della chiesa di Utrecht e sulla morte di Corrado III (p. 313), 8) estratti dalla Chronica pontificum et imperatorum, ab Hadriano usque ad Constantinum di Martino di Troppau (Martinus Polonus; pp. 314-330).
Online dal: 13.12.2013
Copia sangallese del IX secolo dell'opera storica di Paolo Orosio (da Adamo all'anno 417), corredata nel secolo XI di numerose glosse e di alcune mappe dal monaco Eccardo IV.
Online dal: 14.09.2005
La storia universale carolingia del vescovo Freculfo di Lisieux nella copia più antica che sia tramandata, databile agli anni 825/830. Composta nello scrittorio di Lisieux, era già San Gallo negli anni 850/860.
Online dal: 09.12.2008
Copia dell'epitome di Giuniano Giustino dalla perduta storia del mondo (Historiae Philippicae) dello storico romano Pompeo Trogo; scritto nel sec. IX probabilmente nelll'abbazia di S. Gallo. Alla fine del testo si legge il famoso verso del copista in antico tedesco: Chumo kiscreib filo chumor kipeit.
Online dal: 21.12.2009
Copia del Romanzo di Alessandro di Johannes Hartlieb (1468), medico, traduttore e poeta monacense. Si tratta dell'esemplare che Hartlieb nel 1454 commissionò per la trascrizione in scrittura bastarda al calligrafo Johannes Frauendorfer di Thierenstein per il principe Albrecht III di Baviera (1451-1460) e per la sua sposa Anna di Braunschweig. Il manoscritto è illustrato con 45 iniziali a colori, di grandezza variabile da sei a tredici linee, probabilmente della mano del miniatore bavarese Hans Rot, con un gran numero di file di foglie di acanto, semplici o in meandro, tra le quali scorrazzano diversi animali e si lasciano ben riconoscere dei fiori locali. Il Romanzo di Alessandro fu fino nel 1500 uno dei più celebri romanzi in prosa in lingua tedesca.
Online dal: 31.07.2009
Copia del IX secolo della Guerra giudaica di Egesippo/Giuseppe Flavio.
Online dal: 31.12.2005
Contiene il Bellum Judaicum (Guerra giudaica) dello scrittore di origine ebraica Flavio Giuseppe (I sec. d. C.); scritto nel sec. IX da otto diversi copisti probabilmente non nell'abbazia di S. Gallo.
Online dal: 21.12.2009
La parte principale di questo voluminoso manoscritto è costituita da una versione abbreviata della Cronaca universale redatta nel 1459 da Johannes Platterberger e Dietrich Truchseß (p. 3−796), che nella tradizione bibliografica viene anche chiamata “St. Galler Weltchronik”. All'interno di questa cronaca si trovano anche il cosiddetto St. Galler Cato (p. 259−260; Disticha Catonis; Von Catho dem weysen und seinen spruchen), una traduzione parziale dell'opera De officiis di Marco Tullio Cicerone (p. 263−265) così come altre citazioni da varie opere di Cicerone (p. 265−271). Fa seguito una versione in lingua tedesca dello scambio di epistole fittivo del Meister Wichwolt tra Alessandro Magno e Dindimo, capo dei Bramani (p. 809−815; Cronica Allexandri des grossen konigs), la versione tedesca della “Dreikönigslegende” (Historia trium regum) di Johannes von Hildesheim (p. 816−854) e il resoconto del viaggio in India di Jean de Mandeville nella versione in tedesco di Otto von Diemeringen (p. 854−917). Alla fine (p. 918−940) il volume contiene in versione completa il libro di viaggio del bavarese Johannes Schiltberger (1380-dopo il 1427), caduto prigioniero degli Osmani. La decorazione è costituita da numerose lombarde rosse e blu. Nel 1570 il volume si trovava in possesso di Luzius Rinck von Baldenstein (p. 940), cognato del principe-vescovo Diethelm Barer (1530-1564) di S. Gallo e, al più tardi nel XVII secolo, venne integrato nei fondi della biblioteca dell'abbazia di S. Gallo (p. 3: Liber Monasterii S. Galli).
Online dal: 23.06.2016
Il manoscritto contiene la Historia Regum Britannie di Geoffrey of Monmouth (circa 1100-1154) (pp. 3-121, Incipit Prologus in brittannicam hystoriam); estratti dai Collectanea rerum memorabilium di Solino (pp. 122-128) e la Epistola presbiteri Johannis, la cosiddetta lettera del Prete Gianni (pp. 128-130), tutti in latino. Il volume è menzionato nel catalogo della biblioteca del 1461.
Online dal: 23.06.2014
Trascrizione della Historia Longobardorum (Storia dei Longobardi) del monaco e scrittore longobardo attivo a Montecassino Paolo Diacono († 797/799) molto importante dal punto di vista della storia del testo. Il codice è stato scritto da varie mani intorno all'800 nell'Italia del nord, forse a Verona. Il volume si trovava già nel sec. IX nel monastero di S. Gallo.
Online dal: 20.12.2012
Il manoscritto, probabilmente non vergato a S. Gallo, contiene due opere di Sallustio (Gaius Sallustius Crispus): S. 1-95 la Coniuratio Catilinae (storia della congiura di Catilina); pp. 95-206 il Bellum Jugurthinum (storia delle guerre contro Giugurta). Il codice è stato scritto da varie mani; alcuni capitoli sono ripetuti, per es. Coniuratio Catilinae, cap. 46-52 (pp. 195-206).
Online dal: 13.12.2013
Questo voluminoso codice è stato vergato da una sola mano a cavallo tra il XIII e il XIV secolo in un ductus alquanto variabile. Contiene una raccolta tematica di brevi exempla e riflessioni sulle virtù e sui vizi (pp. 3-658), forse tratti da Stefano di Borbone o da Humbertus de Romanis. Questa summa è consultabile tramite un indice redatto da una mano più tarda (pp. 659-661), che aggiunge anche la foliazione. Il manoscritto è interamente rubricato e contiene iniziali di due righe rosse e blu. Quale foglio di guardia anteriore vi è un frammento di documento del 1295. La legatura in pelle rossa conserva ancora i resti di un fermaglio tardomedievale.
Online dal: 22.09.2022
Codice miscellaneo contenente una raccolta di favole (Der Edelstein, di Ulrich Boner) decorate con sobri disegni a penna, divertenti racconti del cosiddetto «Anonimo svizzero» – preservati solo in questo codice –, appunti di cronaca sulla storia di Zurigo e Glarona.
Online dal: 12.12.2006
Il cancelliere Hans Fründ († 1469), di Lucerna ma originario di Svitto, redasse intorno al 1447 una cronaca della Vecchia guerra di Zurigo. Questa copia, accuratamente trascritta ed illustrata con le bandiere delle località confederate, venne eseguita dal cappellano di Rorschach, e precedentemente maestro di scuola a Svitto, Melchior Rupp nell'anno 1476. Il manoscritto, sulle cui ultime pagine sono stati trascritti documenti e materiale inerente alla Vecchia guerra di Zurigo degli anni dal 1446 al 1450, giunse in possesso dell'erudito glaronese Egidio Tschudi (1505-1572) e da lì, nel 1768, nella biblioteca del monastero di S. Gallo.
Online dal: 19.12.2011
Copia trascritta verso il 1520 della cosiddetta «Klingenberger Chronik», composta verso l'anno 1450. La Cronaca ripercorre le guerre di Appenzello (1401-1429) e le antiche guerre di Zurigo (1440-1446) dal punto di vista della nobiltà sottomessa dell'ovest della Svizzera. È illustrata con un gran numero di disegni colorati a penna, rappresentanti scene di disfatta e un gran numero di armi. Il codice contiene inoltre documenti ufficiali, notizie di cronaca, canzoni e, all'inizio, uno stampato incompleto di Strasburgo contenente la storia degli imperatori romani Tito e Vespasiano, opera composta nel 1520 da Sebastian Brant (1457/58-1521). In possesso dell'umanista glaronese Egidio Tschudi (1505-1572), giunse alla biblioteca dell'abbazia di San Gallo nel 1768.
Online dal: 09.12.2008
La più antica copia della Cronaca di Costanza di Gebhard Dacher, trascritta dall'autore stesso tra il 1458 e il 1472 ed illustrata con una serie di disegni a colori a penna e con la più antica vista della città di Costanza. Presente alla biblioteca dell'abbazia di San Gallo al più tardi a partire dal XVIII secolo.
Online dal: 31.07.2009
Il manoscritto, vergato nella seconda metà del XV secolo, probabilmente appena dopo il 1450, contiene all'inizio (p. 1−46) la Cronaca di Costanza della fine del XIV secolo. Fanno seguito la Cronaca di Zurigo dagli inizi fino ai primi decenni del XV secolo (p. 47−121), una continuazione della Cronaca di Zurigo relativa agli anni 1420/21, 1436 e 1443−1450 (p. 121−132), così come una redazione abbreviata della Cronaca di Concilio di Ulrich von Richental (p. 132−228). Sulla base di confronti calligrafici nella bibliografia più antica si ritiene che il copista possa essere l'umanista zurighese Felix Hemmerli (1388/89-1454). Il manoscritto era in possesso dell'erudito svizzero Egidio Tschudi (1505-1572) e venne venduto dalla sua famiglia al monastero di S. Gallo nel febbraio 1768. Tschudi apportò ai tesi varie annotazioni marginali e correzioni.
Online dal: 23.06.2016
Traduzione in tedesco della storia della prima crociata composta da Roberto il Monaco, di Reims (1095/96-1099, Historia Hierosolymitana), trascritta e corredata di 22 illustrazioni colorate a penna nel 1465. In appendice il codice contiene anche circa 9000 versi della cronaca d'Austria (Österreichische Reimchronik) di Ottocaro di Steiermark, che descrivono l'assedio e la distruzione della roccaforte crociata di San Giovanni d'Acri (1291).
Online dal: 14.09.2005
Il manoscritto composito, ricco di materiali, contiene numerosi elenchi, classificazioni e estratti da diverse fonti di contenuto astronomico ma soprattutto geografico-storico, copiati negli anni dopo il 1550 dall'erudito universale glaronese Egidio Tschudi (1505-1572). La maggior parte delle annotazioni raccolte da Tschudi con una grande operosità, e autonomamente compilate e riordinate, riguardano in questo volume l'odierna Francia (Gallia con le sue tribù, provincie, città, montagne, isole ecc.). Notevoli sono soprattutto i disegni geografici di Tschudi di varie parti della Gallia (pp. 706-723). Di queste fanno parte una carta della Franca Contea (pp. 714/715) e della parte occidentale della Svizzera (pp. 717/718). Le tre parti che oggi costituiscono il volume odierno, rimasero dopo la morte di Tschudi in possesso della famiglia, furono conservate dal 1652 al 1768 nel castello Gräpplang presso Flums e da lì giunsero nel febbraio 1768, con l'acquisto dell'eredità dell'erudito glaronese, nella biblioteca monastica di S. Gallo. Qui le tre parti, che costituiscono i numeri 59, 43 e 44 del catalogo di vendita del 1767, completati con alcuni pochi fogli, vennero rilegati in un volume tra il 1768 e il 1782.
Online dal: 26.09.2017
Antica trascrizione delle cosiddette Decretali pseudo-isidoriane, anche chiamate false decretali o decretali dello Pseudo-Isidoro (Isidoro Mercatore), realizzata nella seconda metà del IX secolo nell'abbazia di San Gallo. Questo testo consiste in un'ampia collezione di lettere e decreti papali falsificati della tarda antichità. Numerose – ed autentiche – lettere di papa Gregorio I si trovano nel retro del codice.
Online dal: 31.07.2009
Importante testimone sangallese del IX secolo della Collectio Dionysio-Hadriana, raccolta di decisioni conciliari e decreti papali fino al sec. VIII.
Online dal: 31.12.2005
Codice in due parti contenente una copia degli atti del secondo concilio di Costantinopoli (553), probabilmente trascritti personalmente dal monaco sangallese Notker Balbulus († 912) tra l'887 e l'893. Contiene pure una trascrizione, realizzata all'abbazia di San Gallo nel IX secolo, di testi con il titolo Quaestiones Hebraicae in I-II Regum, I Paralipomenon, i quali includono un commento scritto da Girolamo al primo libro dei Re ed un commento frammentario al libro veterotestamentario delle Cronache.
Online dal: 31.07.2009
Testimone del XII secolo, tra i primi (se non addirittura il primo), di prim'ordine dal punto di vista storico-testuale, del Decretum di Graziano. Contrariamente alla versione diffusasi in seguito, che include 101 Distinctiones (I parte), 36 Causae (II parte) e il De consecratione (III parte), per un ammontare complessivo di circa 4000 Canones, il Decretum tràdito da questo codice consiste solo di 33 Causae e circa 1000 Canones. La numerazione tuttavia è stata in breve tempo adattata alla divisione, comunemente adottata in seguito, tra le 36 Causae e le Distinctiones che precedono. Alcune parti del testo non compaiono nelle versioni successive. Precede il Decretum una collezione estremamente eterogenea di estratti.
Online dal: 12.12.2006
Codice scritto forse a Magonza nell'XI secolo, contenente il Decretum di Burcardo di Worms.
Online dal: 25.06.2015
Manoscritto di diritto canonico della prima metà del IX secolo, realizzato nel sud della regione linguistica tedesca, probabilmente in Baviera. Contiene, tra le altre cose, versioni della cosiddetta Collectio canonum Vetus Gallica con un'appendice, il Capitolare di Herstal di Carlo Magno, il cosiddetto Excarpsus Cummeani e - col titolo De triduanis ieiuniis consuetudine - una copia incompleta di una serie di direttive per il digiuno.
Online dal: 31.07.2009
Contiene numerosi testi di diritto canonico; scritto tra il 1080 ed il 1100 sicuramente nel monastero di S. Blasio o nel monastero di Allerheiligen a Sciaffusa dal teologo e canonista Bernoldo di Costanza, o da suoi collaboratori su sua richiesta. Contiene tra l'altro una copia del Poenitentiales di Rabano Mauro ad Heribaldum, del sesto libro del Poenitentiales di Aligerio di Cambrai, estratti dal Decreto di Burcardo di Worms, risoluzioni del primo concilio cristiano, la Epitome Hadriani e la Collectio 74 titulorum cum appendice Suevica.
Online dal: 04.11.2010
Manoscritto composito di contenuto giuridico e teologico del X secolo, probabilmente realizzato nell'abbazia di San Gallo. Il codice contiene, oltre a molti altri testi, il capitolare del vescovo Hatto di Basilea e del vescovo Teodolfo di Orléans, il Poenitentiale di un certo Pseudo-Egberto, disposizioni del concilio di Nicea (325), opere di Alcuino, incluso il suo trattato De virtutibus et vitiis come pure una copia dell'Admonitio Generalis di Carlo Magno del 789.
Online dal: 31.07.2009
Il manoscritto cartaceo è composto da cinque unità codicologiche, ognuna delle quali è stata copiata da una o più mani nel XV secolo. I testi più lunghi del manoscritto sono il Tractatus de vitiis capitalibus, forse attribuibile a Robert Holcot, la Stella clericorum, il Dialogus rationis et conscientiae di Matteo da Cracovia e il Dialogus de celebratione missae di Enrico di Assia il Giovane. Per il resto, si trovano testi più brevi, tra cui sermoni, istruzioni spirituali e trattati astrologici e medici. Inoltre, ci sono numerosi documenti risalenti all'ambiente del Concilio di Costanza (1414-1418) che trattano la condanna di Giovanni Hus e la questione della comunione sotto le due specie.
Online dal: 22.09.2022
Manoscritto miscellaneo giuridico del periodo intorno al 900, trascritto non nell'abbazia di San Gallo, ma in un qualche scrittorio del Regno dei Franchi orientali. I due testi più importanti ivi compresi sono una copia del penitenziale di Aligerio di Cambrai († 830) e una dell'importante collezione legislativa Collectio LIII titulorum.
Online dal: 23.12.2008
Il manoscritto cartaceo, rilegato con una legatura floscia, è composto da quattro parti scritte nella prima metà del XV secolo. Le parti II e IV sono probabilmente attribuibili alla mano di Giovanni Nepomuceno, originario dell'abbazia cistercense di Nepomuk in Boemia. Il manoscritto giunse al monastero di S. Gallo probabilmente al più tardi verso la metà del XV secolo. Contiene sermoni latini, trattati spirituali e documenti del concilio di Costanza degli anni 1417-1418.
Online dal: 25.04.2023
Questo manoscritto, redatto nel 2-3 quarto del sec. XI nell'area Media valle del Reno / Mainfranken / Assia, trasmette principalmente trattati teologici di Floro di Lione, di Pascasio Radberto e di Herigerus Lobiensis, ma anche glosse interlineari, dettagliate annotazioni marginali e quale aggiunta la Epistula de vulture. Nel 1768 il codice giunse alla biblioteca abbaziale di S. Gallo quale parte del lascito di Egidio Tschudi (1505-1572).
Online dal: 20.12.2012
Miscellanea del secondo quarto del IX secolo di testi principalmente canonici. Il suo allestimento non è probabilmente avvenuto nel monastero di San Gallo, ove invece risulta presente dopo l'850. Contiene, tra l'altro, la collezione di documenti capitolari del vescovo Martino di Braga († 579), numerosi sermoni (tra cui sermoni di Cesario di Arles e numerosi attribuiti ad Agostino), una copia dei penitenziali attribuiti a Beda e ad Egberto e citazioni dalle Etymologiae di Isidoro di Siviglia.
Online dal: 09.12.2008
Il manoscritto del XIII secolo è di origine sconosciuta. Contiene (guardia anteriore-p. 185) una versione abbreviata del Decretum Gratiani di Wernher von Schussenried del 1207, seguita da due ordines iudiciarii, cioè scritti sul processo romano-canonico, che i due inglesi Richard de Mores (pp. 186-271) e Rodoicus Modicipassus (già attribuito ad un Otto Papiensis; pp. 276-380) produssero nell'ultimo quarto del XII secolo. Nei margini della versione abbreviata del Decretum Gratiani, è stato aggiunto quale terzo documento processuale (guardia anteriore-p. 35) l'effettivo Ordo iudiciarius del giurista bolognese Tancredi del 1216, ma lasciandolo incompleto.
Online dal: 18.06.2020
Il manoscritto contiene dapprima (pp. 3a-104b) un riassunto del Liber Extra e del Liber Sextus e poi (pp. 107–114) una versione abbreviata del Decretum Gratiani. Secondo una nota di sua mano (p. 104b), Stephan Rosenvelt, notaio imperiale e notaio della Curia vescovile di Costanza, ne completò la trascrizione nel 1395. In seguito il manoscritto, come si deduce da una annotazione a p. 114, fu in possesso di un certo Johannes Bischoff, probabilmente il monaco sangallese e studioso di diritto canonico di quel nome, morto nel 1495.
Online dal: 18.06.2020
Il manoscritto (pp. 3-264) contiene la somma confessionale di Burcardo di Strasburgo e risale al XIV secolo. Probabilmente nello stesso secolo furono aggiunte due brevi lettere di un francescano di Friburgo in Brisgovia a un parroco di Schönau e Todtnau per chiarire delle questioni canoniche (p. 264) e il formulario di un documento per ottenere l'assoluzione dall'abate di S. Trudpert nella Foresta Nera (p. 265).
Online dal: 18.06.2020
Il manoscritto tramanda (pp. 3a-274a) il sommario dei casi di penitenza o di confessione di Burchardus Argentinensis, seguita (pp. 274a-275b) da una breve spiegazione sull'efficacia delle indulgenze. La scrittura, una textualis, rimanda al XIV secolo. La rilegatura è probabilmente una delle rare rilegature della biblioteca abbaziale a presentare l'attacco agli assi secondo la tecnica in uso in epoca romanica.
Online dal: 08.10.2020
Il manoscritto tramanda (pp. 7a-261a) il sommario dei casi di penitenza o di confessione di Burchardus Argentinensis e, secondo il colophon (p. 261a) fu completato dal sacerdote Fridolinus Vischer, probabilmente il 4 aprile 1419, nella parrocchia di Mollis a Glarona. Nel corso del XV secolo all'inizio del manoscritto (pp. 4-5) sono state aggiunte delle notizie sul persone dell'Antico Testamento e alla fine (pp. 261b-271b) brevi spiegazioni canoniche e teologiche sulle parentele spirituali, su legittimi e illegittimi contratti e acquisti, sulle decime e sugli oggetti trovati.
Online dal: 08.10.2020
Il manoscritto è composto da tre parti. La prima parte (pp. 1-90) con il sommario penitenziale o confessionale di Heinrich von Barben (pp. 3-90), scritta in textualis, è stata completata, secondo il colophon (p. 90), il 24 febbraio 1309. Nella seconda parte (pp. 91-146) un catalogo di domande per la confessione (pp. 91a-145a) viene tramandato in una textualis del XIII o XIV secolo, ed è stato integrato nel XV secolo da informazioni sullo scioglimento delle abbreviazioni giuridiche (pp. 145a-145b). La terza parte (pp. 147-206) contiene una raccolta di documenti e formule dalla Germania settentrionale (pp. 147a-205b), scritta da due mani diverse in scrittura semi-corsiva minuscola e scrittura libraria corsiva nel XIV secolo. Il manoscritto in tre parti è molto probabilmente reperibile nel catalogo del monastero di San Gallo del 1461.
Online dal: 08.10.2020
Il manoscritto cartaceo possiede una legatura in cartone del XVIII-XIX secolo. Probabilmente fu scritto integralmente dal sacerdote secolare Matthias Bürer, i cui libri passarono al monastero di S. Gallo dopo la sua morte nel 1485. Il codice contiene innanzitutto un riassunto in versi, attribuito ad Adam von Aldersbach, del famoso testo di diritto canonico e teologia pastorale di Raimondo di Peñafort (pp. 7-123). Oltre alle glosse interlineari, in alcuni punti è presente un fitto apparato di glosse nei margini. A due brevi testi segue un lungo commento alla precedente opera in versi (pp. 135-264).
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto cartaceo raccoglie diversi testi pastoralteologici sui sacramenti e in particolare sulla confessione, oltre a commenti sulla dottrina della fede e sermoni. Tra questi testi, la Summula de summa Raimundi di Magister Adam [Adamus Alderspacensis] (pp. 99-138) e il Liber Floretus (pp. 139-151) sono scritti in versi. In un colophon a p. 138, lo scriba si fa chiamare Johannes. Il manoscritto presenta numerose annotazioni di mano del dotto e itinerante monaco di S. Gallo Gallus Kemli (1480/1481).
Online dal: 25.04.2023
Questo voluminoso manoscritto cartaceo è stato scritto da Gallus Kemli († 1480/81) tra il 1466 e il 1476. Contiene strumenti, compendi e somme di teologia, del diritto canonico, della liturgia e della confessione e penitenza, oltre a preghiere e canti con notazione gregoriana di tipo tedesco per la messa, un rituale e infine altre preghiere, benedizioni, sermoni ed esortazioni, in parte in tedesco e in parte in latino. Il manoscritto ha una legatura floscia in pelle rossa. Il monaco di S. Gallo Gallo Kemli, che conduceva una vita itinerante fuori dal monastero, alla sua morte lasciò una grande collezione di libri.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto cartaceo contiene un commento alla Summula de summa Raimundi di Magister Adam (Adamus Alderspacensis). Una mano ha realizzato questa copia in libraria corsiva nella prima metà o intorno alla metà del XV secolo. Il testo è decorato da occasionali disegni a penna. Sulla base della legatura, il manoscritto si trovava nel monastero di S. Gallo al più tardi dal 1461.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto cartaceo contiene un commento alla Summula de summa Raimundi di Magister Adam (Adamus Alderspacensis). A detta del colophon a p. 314a, Jodocus Probus completò la copia del testo il 12 settembre 1422. La nota di possesso a p. 3 indica che il manoscritto si trovava nel monastero di S. Gallo al più tardi nella seconda metà del XV secolo. È legato con una legatura floscia.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto contiene il Pastorale novellum del canonico e prevosto di Bischofszell, Rudolf von Liebegg (1275-1332 ca.). Il diffuso poema didattico canonico-teologico in 8.723 esametri è incompleto in questo manoscritto e presenta delle lacune. Due mani hanno condiviso la copia del poema didattico. Secondo il colophon alla fine dell'opera (p. 211) il secondo scriba Johannes Mündli terminò il suo lavoro il 5 maggio 1354 a Rottweil. Più tardi il manoscritto fu in possesso del conventuale e giurista sangallese Johannes Bischoff († 1495).
Online dal: 08.10.2020
Il manoscritto contiene l'apparato per la Compilatio tertia, redatto intorno al 1210-1215 da Vincentius Hispanus, cioè una voluminosa e stabile mole di glosse a spiegazione di una raccolta di decretali di papa Innocenzo III. La particolarità del manoscritto sta nel fatto che si tratta di un esemplare italiano di questo apparato di glosse (senza il testo della Compilatio tertia) del XIII secolo, realizzato con il sistema della pecia. Questo tipo di copie veniva utilizzato nelle università come modello approvato per la riproduzione in serie dei testi giuridici e delle loro glosse.
Online dal: 22.09.2022
La Summa de casibus conscientiae di Bartolomeo da Pisa, completata nel 1338, costituisce uno dei più diffusi manuali per i confessori del tardo Medioevo. Deve il suo successo all'orientamento pratico e alla disposizione alfabetica delle parole chiave del diritto canonico e della dottrina morale. Questa copia del secondo quarto del XV secolo fa probabilmente parte della donazione di libri che il sacerdote secolare Matthias Bürer concordò con il monastero di S. Gallo nel 1470 e che fu concretizzata dopo la sua morte nel 1485.
Online dal: 22.09.2022
Il manuale per la confessione di Magister Simon riprende in gran parte la Summa de poenitentia e la Summa de matrimonio di Raimondo di Peñafort. Contiene un atto di accusa che ne suggerisce un'origine nella diocesi di Parigi intorno al 1250 o poco più tardi. Secondo la nota di possesso a p. 1 il manoscritto, copiato da due mani nella seconda metà del XIII secolo o nella prima metà del XIV, si trovava nel monastero di S. Gallo non più tardi del 1478.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto inizia con l'importante somma dei casi di coscienza del domenicano Raimondo di Peñafort († 1275), la Summa de poenitentia, insieme al suo quarto libro, completato nel 1235, intitolato Summa de matrimonio. Secondo il colophon a p. 246b, Johannes Meyer di Diessenhofen copiò questa somma dal 26 agosto all'8 novembre 1395. Subito, o poco dopo, la stessa mano copiò due somme sulla confessione del domenicano Giovanni di Friburgo († 1304) e alcune piccole aggiunte. Il Libellus quaestionum casualium si occupa di casi non trattati, o trattati solo brevemente, nella Summa de poenitientia di Raimondo di Peñafort. Il breve Confessionale fu adattato alle esigenze pratiche dei confessori.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto risale alla seconda metà del sec. XII e trasmette la Abbreviatio Decreti «Quoniam egestas», una edizione ridotta del Decretum Gratiani con glosse. Il testo rappresenta il più antico testimone databile dello studio del Decretum Gratiani in Francia. Scrittura e decorazione lasciano supporre che il manoscritto sia stato realizzato forse a Engelberg all'epoca dell'abbaziato di Frowin. Dal 1461 il manoscritto si trova nel monastero di S. Gallo.
Online dal: 20.12.2012
Il voluminoso manoscritto composito è stato copiato dal sacerdote secolare Matthias Bürer. Secondo i numerosi colophon, egli ha completato la trascrizione dei testi nel periodo compreso tra il 1448 e il 1463 circa a Kenzingen (Baden-Württemberg) e in diverse località del Tirolo. Il manoscritto contiene, tra gli altri, diversi trattati teologici, una somma sulla confessione, due specchi confessionali, un'Ars moriendi ("L'arte di morire"), gli Atti degli Apostoli con la Glossa ordinaria, sermoni e i libri II-IV dei Dialoghi di Papa Gregorio Magno. Dopo la morte di Matthias Bürer nel 1485, il manoscritto passò al monastero di S. Gallo insieme ad altri libri, secondo un accordo stipulato nel 1470.
Online dal: 22.09.2022
Questo manoscritto di diritto canonico contiene sotto la denominazione Breviarium extravagantium o Compilatio prima una nota raccolta di decretali papali compilata da Bernardo di Pavia, il primo decretalista, intorno al 1189-1190. Oltre a delle non meglio precisate glosse più antiche, su alcune pagine si ritrovano accanto alle due colonne del Textus inclusus degli estratti dall'apparato di glosse di Tancredi di Bologna nella prima recensione, da lui redatta intorno al 1210-1215. Il testo, le iniziali e le glosse risalgono alla fine del sec. XII, rispettivamente inizio del sec. XIII, e sono stati realizzati in Francia.
Online dal: 19.12.2011
Il manoscritto è stato scritto a cavallo tra il XIV e il XV secolo. Contiene una raccolta di documenti e formule per il sistema beneficiario e giudiziario ecclesiastico, le transazioni monetarie e le vendite secolari, il sistema feudale e altre questioni. Le annotazioni alla fine del manoscritto identificano come proprietario Johannes Pfister di Gossau († 1433?), notaio imperiale e chierico della diocesi di Costanza, al servizio della città di S. Gallo e del monastero di S. Gallo. In seguito, il manoscritto appartenne al cancelliere di S. Gallo Johannes Widembach († 1456 circa), che aggiunse il suo stemma all'interno della coperta posteriore.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto, redatto probabilmente nel secondo quarto del XV secolo in Italia, contiene la raccolta delle decisioni giudiziarie della Rota Romana del canonista Wilhelm Horborch († 1384). Il codice giunse probabilmente nella biblioteca del monastero di S. Gallo con altri codici tramite il lascito dell'abate di S. Gallo Kaspar von Breitenlandenberg (1442–1463), che negli anni 1439-1442 studiò diritto canonico a Bologna con Johannes de Anania.
Online dal: 25.06.2015
La legatura in cartone del XVIII o XIX secolo racchiude quattro parti manoscritte della seconda metà del XV secolo, più o meno contemporanee. Le parti I e III sono della stessa mano e contengono istruzioni ed esempi per la corretta composizione di lettere e documenti in latino e per l'utilizzo di artifici stilistici retorici. La seconda parte riporta un manuale di diritto processuale di Johannes Urbach, la quarta una raccolta di lettere in latino degli anni 1465-1480, dirette al monaco di Einsiedeln e primo umanista Albrecht von Bonstetten.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto tramanda principalmente la Landgerichtsordnung del principato abbaziale di Kempten dell'anno 1481, forse redatta ancora alla fine del XV secolo. Il manoscritto fu utilizzato da Ulrich Degelin, cancelliere al tempo dell'abate Johann Erhard Blarer von Wartensee (1587-1594) e autore di una nuova Landgerichtsordnung per Kempten. Entrò poi in possesso dei giuristi di Lindau Johannes Andreas Heider († 1719) e Johann Reinhard Wegelin († 1764), prima di essere acquistato tra il 1780 e il 1792 da Johann Nepomuk Hauntinger per il monastero di S. Gallo.
Online dal: 22.09.2022
Importante testimone giuridico della Rezia: la Lex Romana Curiensis con i Capitula di Remedio, vescovo di Coira, preservati unicamente in tale codice, databile all'incirca all'800.
Online dal: 31.12.2005
Cronaca universale da Saturno di Creta fino al leggendario Brenno, duca di Svevia (col. 3a-17a). Segue lo Schwabenspiegel (Specchio svevo), con il diritto territoriale secondo la prima sistematica sistemazione in 79 capitoli fino all'articolo 343 (col. 17a-264b), e il diritto feudale fino all'articolo 158 (col. 264b-347a). Alla fine si trova un indice dell'intero contenuto del manoscritto (p. 350-361).
Online dal: 18.12.2014
Schwabenspiegel (Specchio svevo), diritto territoriale, articoli 1-86 (col. 7a-58a), articoli 155-219 (col. 59a-100b), e articoli 220-377 (col. 101a-187b), dopo l'articolo 40 è inserito il diritto territoriale, articolo 40§1 (col. 33a) del Deutschenspiegel, al diritto territoriale fa seguito il diritto feudale, articoli 1-120 e 122-154 (col. 187b-284a) e l'articolo 159 (col. 284a-285a).
Online dal: 18.12.2014
Importante manoscritto giuridico dell'era carolingia, realizzato nel terzo quarto del IX secolo, probabilmente a Reims. Tramanda la collezione capitolare di Ansegiso, abate di Fontenelle († 833), e i capitolari contraffatti di Benedetto Levita. Nel 1673/74, a Parigi, fu dato in prestito ad Etienne Baluze.
Online dal: 09.12.2008
Il più antico catalogo manoscritto dell'abbazia di S. Gallo (IX secolo), seguito da una ragguardevole collezione di testi giuridici (i capitolari di Ansegiso, Lex Salica, la Lex Ribuaria).
Online dal: 31.12.2005
Raccolta di leggi in latino, realizzata in Francia occidentale nel primo quarto del IX secolo. Include la Lex Romana Visigothorum (collezione di leggi del diritto romano promulgate da Alarico II, re dei Visigoti), la Lex Salica (codice delle leggi germaniche fatto redigere da Clodoveo, fondatore del regno franco) e la Lex Alamannorum (le fondamenta del diritto degli Alemanni – inizi del secolo VIII). Pervenuta all'abbazia di San Gallo quasi subito dopo il suo allestimento, tale raccolta venne in seguito ceduta; nel XVI era censita tra le proprietà dell'erudito Aegidius Tschudi (1505-1572), i cui eredi lo vendettero nel 1768 alla Biblioteca abbaziale di San Gallo.
Online dal: 09.12.2008
Editto di Rotari, conservato in frammenti. È la più antica copia della raccolta di leggi dei Longobardi redatta e promulgata da re Rotari (636-652) nel 643. Realizzata probabilmente a Bobbio e databile agli anni 670/680, è conservata in frammenti divisi tra la biblioteca abbaziale di San Gallo, la Badische Landesbibliothek Karlsruhe, la Zentralbibliothek di Zurigo e l'Archivio di Stato del cantone Zurigo. La maggior parte dei frammenti, che nel 1822 furono riuniti in un volume dal bibliotecario dell'abbazia Ildefons von Arx, si trova nella biblioteca abbaziale di San Gallo. Nel 1972 i frammenti di pergamena dell'Editto di Rotari dell'abbazia di San Gallo furono riuniti in un nuovo volume - non senza rischi per la conservazione - insieme a delle foto in bianco e nero dei frammenti che si trovano a Karlsruhe e Zurigo. Nel 2008 le foto furono poi rimosse dal restauratore Martin Strebel, e contemporaneamente questo manoscritto, di grande importanza per la storia del diritto, fu di nuovo rilegato usando le più moderne tecniche di restauro dei libri. Il lavoro fu possibile grazie al sostegno degli Amici dell'Abbazia di San Gallo, i quali ne hanno coperto le spese.
Online dal: 31.07.2009
Il cosiddetto codice «Wandalgarius», nel quale sono conservate la Lex Romana Visigothorum, la Lex Salica e la Lex Alamannorum. Codice giuridico di rilievo, scritto nel 793 e decorato, con numerose iniziali a colori e con una miniatura raffigurante un legislatore incoronato, dal chierico Wandalgarius a Lione. Preserva le leggi dei Visigoti (Lex Romana Visigothorum), dei franchi Salii (Lex Salica) e degli Alemanni (Lex Alamannorum). È il più antico codice della Biblioteca abbaziale di San Gallo datato con esattezza.
Online dal: 12.12.2006
Codice miscellaneo del primo quarto del IX secolo, verosimilmente scritto in Baviera. Contiene, tra l'altro, una copia della Lex Alamannorum (le fondamenta del diritto degli Alemanni), un'importante collezione dei primi resoconti di pellegrinaggi a Gerusalemme – tra cui l'Itinerarium Burdigalense, resoconto di un pellegrinaggio del 333/4 da Bordeaux a Roma –, un trattato sull'Assunzione di Maria, un elenco dei popoli franchi, delle interpretazioni della professione di fede e i cosiddetti Annales Sancti Galli breves, breve storia dell'abbazia S. Gallo che copre gli eventi compresi tra gli anni 703 e 869.
Online dal: 09.12.2008
Manoscritto d'uso, di piccolo formato, contenente una collezione di capitolari del tempo di Carlo Magno. Tramanda numerosi editti promulgati da Carlo Magno tra il 779 e il 789, in un'eccellente versione, talvolta la migliore, talvolta l'unica. Tra essi, i capitolari di Herstal del 779 e la celebre Admonitio generalis del 789. La rilegatura carolingia originale è conservata in modo eccellente.
Online dal: 09.12.2008
Il manoscritto cartaceo in due parti contiene due opere teologiche che, secondo i colophon, furono copiate nel 1392 e nel 1393. Si tratta, da un lato del commento di Johannes Müntzinger al Pastorale novellum di Rudolf von Liebegg, un manuale sull'insegnamento dei sacramenti, e dall'altro di una spiegazione sistematica dei fondamenti della fede cristiana scritta da Konrad von Soltau sotto forma di commento alla decretale «Firmiter credimus».
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto, nuovamente rilegato nel XVII o XVIII secolo, contiene nella prima parte un commento al secondo libro delle Decretales Gregorii IX (Liber Extra). La seconda parte del manoscritto è costituita da due soli fascicoli con un commento al titulum 26 dello stesso libro delle Decretali. Il manoscritto appartenne al monaco sangallese Johannes Bischoff († 1495), che aveva studiato diritto canonico all'Università di Pavia nel 1474-1476. Egli stesso ha scritto il commento nella prima parte del manoscritto.
Online dal: 22.09.2022
La legatura flessibile racchiude quattro parti manoscritte, ciascuna delle quali contiene un commento a titula e capitoli selezionati del primo libro delle Decretales Gregorii IX (Liber Extra). Le parti I, III e IV sono di mano del monaco sangallese Johannes Bischoff († 1495), che studiò diritto canonico all'Università di Pavia nel 1474-1476. Probabilmente egli acquisì la seconda parte durante i suoi studi a Pavia.
Online dal: 22.09.2022
La legatura flessibile racchiude dieci parti manoscritte, la maggior parte delle quali sono state scritte dal monaco sangallese Johannes Bischoff († 1495) durante i suoi studi di diritto canonico a Pavia 1474-1476, e alcune delle quali sono state probabilmente acquisite in quella città. Vi si trovano commenti a singoli titula delle Decretales Gregorii IX (Liber Extra), del Liber Sextus e delle Clementinae, trattati sulla procedura giudiziaria, sulla tortura, sul diritto di successione e su altri argomenti, un'opera di consultazione sulla dottrina morale in ordine alfabetico e la disputa pubblica di Johannes Bischoff.
Online dal: 22.09.2022
Copia rappresentativa delle Decretali di papa Gregorio IX (papa dal 1227 al 1241), scritta in gotica rotunda italiana. Il testo delle Decretali è incorniciato dalla cosiddetta Glossa Ordinaria, un commento giuridico del canonista Bernardo de Botone da Parma († 1266), scritto intorno al testo principale. Questo commento è stato più tardi intensivamente rielaborato e glossato. L'inizio di ognuna delle cinque parti nelle quali è suddiviso il testo è decorato da una raffigurazione scenica del contenuto.
Online dal: 31.03.2011
Il manoscritto pergamenaceo contiene le Institutiones Iustiniani (pp. 3a-91a), cioè il testo di diritto romano scritto all'epoca dell'imperatore romano d'Oriente Giustiniano nel 533, e i Libri feudorum (pp. 91b-125b), cioè il diritto feudale longobardo, ciascuno dei due con la Glossa ordinaria, l'apparato standard di Accursio. I testi, e le glosse che li racchiudono, sono stati scritti probabilmente in Francia nel XIV secolo. Secondo le annotazioni del giurista Johannes Bischoff († 1495), conventuale del monastero di S. Gallo, il manoscritto si trovava in questo monastero al più tardi dall'ultimo quarto del XV secolo.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto in due parti è stato scritto in Italia nel periodo compreso tra la metà del XIII secolo e l'inizio del XIV secolo. Tramanda da una parte scritti a carattere procedurale, tra i quali il poco conosciuto Ordo iudiciarius Quoniam ut ait apostolus, e dall'altra repertori e opere generali sul diritto decretale. Il manoscritto venne probabilmente in possesso, del cittadino di S. Gallo Johannes Widembach († 1456) tramite un canonico zurighese, prima di giungere in possesso della biblioteca abbaziale di S. Gallo nel XVI secolo.
Online dal: 18.12.2014
Il manoscritto, ornato da iniziali filigranate e da alcuni disegni a penna, fu scritto in Italia nella seconda metà del XIII secolo o al più tardi all'inizio del XIV sec. Trasmette il Codex Justinianus (Libri 1–9), il relativo apparato di glosse di Accursius e un gran numero di altre glosse nei margini. Il manoscritto giunse alla biblioteca di S. Gallo al più tardi nel XVI secolo, tramite i due cittadini di S. Gallo Conrad Särri e Johannes Widembach († intorno al 1456).
Online dal: 18.12.2014
Il manoscritto in pergamena contiene essenzialmente i riassunti della maggior parte del Corpus iuris civilis, ossia i libri 1-9 del Codex, delle Istituzioni e dei Digesti. Questi riassunti, simili a libri per l'insegnamento, sono in gran parte attribuiti al giurista bolognese Azzone da Bologna († 1220). Il manoscritto, prodotto nell'Italia settentrionale nel XIII o XIV secolo, presenta all'inizio di p. 7a due iniziali più grandi a colori, di cui una con un drago, e in seguito numerose iniziali più piccole filigranate.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto cartaceo contiene tre adattamenti dei Libri feudorum, il diritto feudale longobardo, ed è composto da due parti. La prima, contenente la Margarita feudorum di Duilio Gambarini (pp. 1a-28a), fu scritta probabilmente in Francia nella prima metà del XV secolo. La seconda parte contiene la Summa feudorum di Odofredo Denari (pp. 29a-60b) e la Lectura super usibus feudorum di Giacomo Belvisi (pp. 60b-144b) e fu scritta in Italia o in Francia nel XIV secolo. La seconda parte del manoscritto contiene le annotazioni del giurista Johannes Bischoff († 1495), conventuale del monastero di S. Gallo.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto, composto di quattro parti, fu scritto principalmente nella seconda metà del XIII secolo, rispettivamente nella prima metà del XIV secolo in Italia e forse in parte in Francia. Trasmette i Tres libri Codicis (i Libri 10–12 del Codex Justinianus) con le glosse, il Libri feudorum, la rispettiva Glossa ordinaria e altri brevi scritti. Particolarmente preziose sono le glosse preaccursiane, che in parte si conservano nella forma originale ai Tres libri Codicis. Il manoscritto giunse alla biblioteca di S. Gallo al più tardi nel XVI secolo, tramite il cittadino di S. Gallo Johannes Widembach († intorno al 1456).
Online dal: 18.12.2014
Compendio di 39 testi medici di autori conosciuti e sconosciuti, trascritto nella seconda metà del IX secolo probabilmente nel nord d'Italia, ma presto giunto alla biblioteca abbaziale di San Gallo. Il codice tramanda – in parte nell'unica versione esistente – un glossario greco-latino di piante disposto in ordine alfabetico, il trattato De re medica di uno Pseudo-Plinio (Physica Plinii) e un più lungo trattato medico, chiamato Liber Esculapii.
Online dal: 23.12.2008
Collezione di testi medici composta intorno all'anno 900 al convento di San Gallo. Annovera la versione in alcuni casi migliore, in alcuni addirittura l'unica esistente al mondo, di trattati medico-farmaceutici, diversi in versione più breve, cinque più lunga. Tra essi, ad esempio, il capitolo sulla medicina di Plinio il Giovane, il Medicinae ex oleribus et pomis (Farmaci estratti da ortaggi e frutti) dell'agrario e medico Gargilio Marziale (III secolo) e il trattato Oxea et chronia passiones Yppocratis, Gallieni et Urani, tramandato da pochissimi codici. Vi si trova anche (al foglio 82) una sfera magica per la previsione della vita e della morte.
Online dal: 09.12.2008
Raccolta di testi di medicina tedesco. L'inizio manca; segue la Ordnung der Gesundheit per Rudolf von Hohenberg (pp. 3-60), diverse ricette di medicina, magia e alimentazione (pp. 63-101), tra le quali, fra le altre, trattati sull'avvoltoio e la verbena dal Bartholomäus (pp. 64-69), «Verworfene Tage» (pp. 69-71), ricette per fabbricare l'aceto (S. 73-76), estratti dal Buch der Natur di Corrado di Megenberg (pp. 82-85), ricette nelle quali si utilizza lo «Schwalbensteins» (pp. 89-90), pronostici per l'anno nuovo ed i tuoni (pp. 90-94), ricette per fabbricare il vino (pp. 95-101). Erbario con estratti dal Macer Floridus di Odo von Meung (pp. 101-146), ricette di medicina (pp. 146-147), campo di applicazione della medicina secondo il Macer Floridus (pp. 147-161), ricette contro il ritten (p. 162). Alla fine, a p. 164 si trova un disegno colorato della Agrimonia. Il manoscritto è parente del codice della Staats- und Stadtbibliothek di Augusta 2° Cod. 572. Proviene dalla biblioteca di Egidio Tschudi (Nr. 117).
Online dal: 23.09.2014
Manoscritto miscellaneo tedesco con testi di medicina. Ricette mediche (p. 1-148) con indice (p. 149-157), altre ricette aggiunte in un secondo tempo (p. 158-168), istruzioni per il salasso (p. 169-184), formule di scongiuro in tedesco e latino (p. 185-186), estratti dal De pestilentia di Teobaldo Loneti (p. 187-188). Il manoscritto proviene dalla biblioteca di Egidio Tschudi (Nr. 118).
Online dal: 23.09.2014
Manoscritto composito in lingua latina e tedesca. I testi, che si presentano in modo non sistematico, sono nell'ordine i seguenti. Geomanzia: trattato in latino con raffigurazioni schematiche (p. 1-152, 163-169), altri schemi di geomanzia (185, 236, 263 falsamente paginato come 262). Medicina: ricette, in tedesco (p. 153-162 e 197-198); esame del sangue dopo un salasso o una lezione sul salasso, in tedesco (p. 193-196, 255-261). Iatromatematica: lunario, in latino (p. 169-172); pianeti e proprietà delle rispettive ore o delle persone nate sotto il loro influsso, in tedesco, in parte versi in rima (p. 173-175, 178-179, 218, 240), tavole per stabilire quali pianeti governano le diverse ore (p. 200, 240); segni zodiacali, le loro proprietà ed il loro influsso sulle persone nate sotto i loro segni, in latino (p. 180-185, 186 in esametri) e tedesco (p. 187-192), istruzioni e tavole per il calcolo delle fasi lunari nei segni zodiacali (p. 177-178, 213-214, [215b]-216 [per gli anni 1406-1480]), schema dei segni zodiacali (p. 262), disegno con suddivisione delle dita cui sono collegati i rispettivi segni zodiacali, i temperamenti e gli elementi (p. 264 [falsamente paginato come 263); regole per i mesi, in latino (p. 215-[215a]). Astronomia: calendario (p. 201-212); tavole per il calcolo del calendario (p. 237, 241-242, 254); tabella con le eclissi lunari per gli anni 1422-1462, con disegni dei rispettivi gradi di copertura (p. 238-239 e 243). Predizione: predizione per i tuoni, in tedesco (p. 199), predizioni per il nuovo anno, in latino (p. 217). Alchimia: ricette alchimistiche, in latino (p. 219-220) e in tedesco (p. 221-228). Trattato di chiromanzia, in tedesco, introdotto da un disegno a penna colorato di due mani con le linee delle mani (p. 244-254). Altro: scongiuri, in tedesco (p. 156) e in latino (p. 219); quattro esametri sulla qualità del vino, in latino (p. 264, falsamente numerato come 263). Il codice, scritto da varie mani, proviene dalla biblioteca di Egidio Tschudi (Nr. 104).
Online dal: 23.09.2014
Il manoscritto composito inizia con alcuni brevi testi di medicina: alle pp. 5-6 Johannicius (Hunain ibn Ishāq), Isagoge ad Techne Galieni (un adattamento dell'Ars Parva di Galeno, nella traduzione latina di Costantino Africano), § 1-9; alle pp. 6-7 e 8 alcuni versi del Regimen sanitatis salernitanum, un poema didattico in esametri sulla medicina; alle pp. 7-8 un breve testo sulle proporzioni dei farmaci composti, incipit Gradus est sedecupla proporcio; alle pp. 9-10 un testo sul salasso, con il titolo in rosso De flebotomia, incipit In flebotomia quedam generales condiciones sunt; alle pp. 10-11 un glossario latino-tedesco dei nomi delle piante, con titolo in rosso Nomina herbarum, incipit Plantago Wegerich; alle pp. 11-12 un testo sull'uroscopia, il cui inizio è segnato a margine dal titolo De urinis di mano più tarda, incipit Si urina alba fuerit. Le pagine 12-14 sono scritte da una mano più tarda e, contrariamente a Scherrer, probabilmente non contengono ulteriori informazioni mediche, ma un exemplum o exempla dal Vitaspatrum (In vitas patrum legitur quod quidam interrogavit senem quare cogitaciones prave inpedirent oraciones [?]). La parte medica è seguita alle pp. 15-89 da una versione latina del Lumen animae, una raccolta di exempla di storia naturale da utilizzare nelle prediche. Nel margine sono presenti piccoli schemi del contenuto dei capitoli e aggiunte alle autorità citate nel testo. Il Lumen animae è l'unico testo del manoscritto che inizia con una grande iniziale rossa e termina a p. 89 con il colophon in rosso Finito libro sit laus et gloriae Christo. Le due pagine successive (pp. 90-91) contengono, tra l'altro, versi del calendario e un testo sui pianeti. Alle pp. 92-97 si trova una versione latina della «lettera celeste» o «lettera domenicale», una lettera presumibilmente scritta dal cielo sulla celebrazione della domenica, incipit Incipit epistola dei de celo vere missa petro apostolo ab omnibus diebus dominicis qualiter sit colendus dies dominicus. Segue alle pp. 97-98 una preghiera, incipit O dilecte Iesu Christus, felix est qui te amat. Nelle ultime pagine (p. 98-101), la stessa mano più recente delle pp. 12-14 ha scritto altri exempla, incipit Legitur quod quedam mulier [...] venisset ad beatum Hillarionem pro sterilitate tollenda. Il manoscritto è rilegato in una legatura di cartone grigia del XVIII secolo; la precedente legatura in pergamena con etichetta sul dorso recante la segnatura 758 è ancora conservata, ma è stata ritagliata e ricucita intorno al primo o all'ultimo fascicolo (p. 3 e tra p. 24-25; p. 102 e tra p. 88-89).
Online dal: 20.12.2023
Raccolta di dieci diversi trattati di medicina, scritta nella prima metà del sec. IX in una scrittura insulare, probabilmente celtica, sotto influsso continentale. Tra i ricettari si legge (p. 91) una benedizione da eseguire con il segno della croce con la funzione di «lettera di protezione contro le tentazioni del diavolo e contro la febbre». Il manoscritto contiene, per esempio, estratti dal Conspectus ad Eustathium filium del medico tardoantico Oribasio (IV sec. d. C. ), la Epistula de febribus del medico greco Galeno († 216 d. C.) o un Liber medicinalis di autore ignoto.
Online dal: 21.12.2009
Il manoscritto, realizzato intorno alla metà del XV secolo in un ambiente laico nella Germania meridionale o in Svizzera, è illustrato con numerosi disegni a penna colorati. Vi vengono descritti i segni zodiacali, i pianeti, i quattro temperamenti e le quattro stagioni nel loro influsso sulla salute degli uomini. Seguono direttive dietetiche soprattutto per il salasso, ma anche per il mangiare, il bere, il dormire, la veglia, il riposo ed il movimento, così come concretamente per il bagno (immagine a p. 101) o la defecazione (p. 120). Il testo fu originariamente composto intorno al 1400 nella Germania meridionale da un medico laico interessato all'astronomia e riunito in un compendio. Questo testo venne poi più volte completato e modificato. Nell'ultima parte (da p. 128) segue una versione in prosa e in versi della cosiddetta lettera dello Pseudo-Aristotele ad Alessandro Magno: nel testo l'uomo universale greco dà al re dei consigli su come mantenersi in buona salute.
Online dal: 23.09.2014
Manoscritto composito di piccolo formato contenente estratti dalle opere di Ippocrate medico e scrittore greco (intorno al 460-370 av. C.), di Galeno (intorno al 129-intorno al 216) e di Oribasio (intorno al 320-400); scritto in minuscola insulare (?) intorno all'800, non nell'abbazia di S. Gallo.
Online dal: 21.12.2009
Compendio di piccolo formato di dieci diversi testi medici, realizzato poco dopo l'anno 800 in uno scrittorio sconosciuto, probabilmente in Italia. Include anche una trattato del medico greco Anthimus, in forma di lettera al re dei Franchi Teodorico, «Sulla dieta» (De observatione ciborum), grazie al quale è possibile farsi un'idea delle abitudini alimentari del popolo germanico.
Online dal: 31.07.2009