Il manoscritto cartaceo contiene innanzitutto una serie di bozze di sermoni datati dal colophon al 1381 (p. 80). Della stessa mano segue una copia parziale del Liber scintillarum di Defensor di Ligugé (pp. 80-96), dei miracoli (pp. 96-108) e un indice (pp. 108-110). Un'altra mano ha copiato il libro IV del De doctrina christiana di Agostino con numerose annotazioni marginali (pp. 113-162). Seguono, probabilmente per mano del monaco itinerante Gall Kemli († 1481), la interpretazione sugli antenati di Cristo di Aileranus Sapiens (pp. 163-168), nonché estratti da testi teologici, tra cui il Mammotrectus del francescano Giovanni Marchesini.
Online dal: 22.09.2022
Il codice miscellaneo, con qualche probabilità nel monastero di S. Gallo nel XII secolo, contiene nella prima parte (pp. 1-50) estratti dagli scritti dei Padri della Chiesa (Agostino, Gregorio Magno, Gerolamo ecc.) sulla Chiesa (de catholica ecclesia) e sul sacramento del battesimo. Nella seconda parte (pp. 51-88) segue una copia dell'opera Prognosticum futuri saeculi di Giuliano da Toledo (intorno al 644-690), tramandato anche nel Cod. Sang. 264. Quest'opera rappresenta il primo tentativo della Chiesa cristiana di formulare una visione sulla morte e sugli ultimi momenti. Alla fine del manoscritto, la cui pergamena da p. 99 in avanti presenta dei buchi sempre più grandi, si trova un certo numero di testi liturgici sul rituale, cioè sui paramenti liturgici dei vescovi, sulla messa o sulla scomunica.
Online dal: 23.09.2014
Il manoscritto contiene le Sentenze di Magister Bandinus, autore di un riassunto dei Libri quatuor sententiarum di Pietro Lombardo. Come nota Ildefons von Arx (p. 1), il testo è identico a quello del Cod. Sang. 769 ad eccezione del quarto libro che, come quello del Lombardo, è dedicato ai sacramenti (pp. 147-186). Copiato su due colonne, rubricato e decorato con semplici iniziali rosse all'inizio dei capitoli, il testo è stato rivisto, corretto e integrato da aggiunte.
Online dal: 22.09.2022
I sermoni costituiscono il fulcro di questo manoscritto composito con testi di teologia morale. Il testo è scritto da più mani. Le iniziali del primo testo, frammentario e scritto a piena pagina, non sono state eseguite (pp. 29-74). Fa seguito (pp. 79a-102b), con il titolo De purificatione nel margine superiore, Sanctificavit tabernaculum suum [1 Par 22,1] Altissimus... su due colonne. I concetti dello specchio confessionale a piena pagina De septem viciis, che inizia con Superbia est tumor... (pp. 105-120), sono illustrati con sei alberi a rami neri e rossi con motivi geometrici sui fusti (pp. 107, 109, 111, 113, 115 e 120), e con definizioni racchiuse in cerchi a p. 117. Segue la dottrina sulla virtù Modus vivendi secundum deum a piena pagina (pp. 121-124). In seguito è trascritta la lettera di un magister Samuel a un rabbino Ysaak, che sarebbe stata tradotta in latino da un frate spagnolo di nome Alfonsus Boni Hominis. È trascritta a piena pagina alle pp. 125-153. I successivi Sermones de sanctis del cistercense Konrad von Brundelsheim (Soccus) sono scritti in gotica corsiva («ältere gotische Buchkursive») alle pp. 173-389 e sono spesso corretti e annotati. La prima iniziale è rossa, le altre non sono eseguite o sono marroni (comprese quelle con fondo decorato a penna alle pp. 218, 247 e 323). A p. 219 si trova un segnacolo e a p. 266 una manicula. Da ultimo si trova il Tractatus de passione Domini di Michele di Massa (versione Angeli pacis...) con introduzione allegorica e dialoghi (pp. 389-470). Il colophon dell'ultima parte data la conclusione all'8 marzo 1427 (p. 470). Il cartellino con la segnatura «T 17» presente sulla legatura di assi in legno, rivestimento in pelle e capitelli intrecciati, corrisponde allo schema delle segnature del catalogo della biblioteca di S. Gallo del 1461, indicando quindi che questo volume è stato probabilmente assemblato e rilegato intorno alla metà del XV secolo. Il bibliotecario di S. Gallo Jodokus Metzler ha incollato un foglietto con l'indice all'interno del piatto anteriore. Le pp. 1-8, 17-24 e 169-172 sono rigate per accogliere un testo contornato da un commento, ma il testo non è presente. Le pp. 9-16, 25-28, 49-54, 75-78, 103-104, 155-168 e 471-483 sono invece completamente bianche. A p. 484 si legge una annotazione. Il foglio con le pp. 53-54 è staccato. Tra le pp. 180 e 181 si trovava un piccolo frammento sciolto di scarto con una mano disegnata.
Online dal: 06.09.2023
Il manoscritto è composto da più parti e comprende più testi di contenuto diverso. La prima parte (pp. 1-106), in carta, contiene un libro sinodale (pp. 1-81), nonché le Auctoritates sanctorum (pp. 82-105) le quali, secondo il colophon (p. 105a), furono copiate da Johannes Gaernler nel 1378 o 1379. Al di sotto il colophon vi è un disegno, forse opera del copista, di un uomo (un re?) che regge una coppa. Seguono diversi fascicoli in pergamena (pp. 107-224) con sermoni, disposizioni relative alla penitenza, ecc. che datano in parte al XIII e in parte al XIV secolo. La parte finale del manoscritto, su carta (pp. 225-471), contiene, accanto al penitenziale di Johannes de Deo (pp. 284-315), sermoni, testi ascetici e teologici (pp. 316-471) copiati nel XIV secolo. Secondo una nota di possesso (p. 471) il manoscritto, o l'ultima parte di esso, è stato ritrovato al più tardi alla fine del XV secolo nell'abbazia di San Gallo. La legatura floscia presenta sul dorso un bel motivo a intrecci.
Online dal: 22.09.2022
Questa raccolta di questioni scolastiche comprende principalmente domande sulla dottrina dei sette sacramenti, ma alla fine (p. 140b) anche sui dieci comandamenti. La textualis, su due colonne, è strutturata con lombarde rosse, titoli e lettere iniziali rubricate. Le frasi interrogative (sopratutto subordinate) sono marcate da segni di paragrafo rossi. Sul verso della carta di guardia posteriore (p. 142) si trova il timbro della biblioteca dell'epoca dell'abbaziato di Diethelm Blarer di S. Gallo (1553-1564). La coperta anteriore della legatura di assi di legno è rivestita in pelle chiara. Il rivestimento marrone scuro del dorso, che ricopre in parte la coperta anteriore, reca tracce di un ferro con un mezzo ovale. La controguardia anteriore è costituita da un frammento di pergamena, incollato al rovescio, contenente un testo giuridico chiaramente leggibile, che menziona l'arcivescovo di Reims e il vescovo di Laon.
Online dal: 06.09.2023
Il tema principale trattato in questo volume composito in latino e tedesco è quello dei sermoni. Si compone di cinque parti di diverso formato (parte I: pp. 5-48; parte II: pp. 49-84; parte III: pp. 85-108; parte IV: pp. 109-144; parte V: pp. 145-156), scritte da mani diverse in minuscola gotica di vari moduli. Sono state identificate le seguenti opere: la prima parte contiene i sermoni latini di Bertoldo di Ratisbona, ovvero quattro Sermones de dominicis (pp. 5-17) a piena pagina e, su due colonne, un altro Sermo de dominicis, cinque Sermones de sanctis e un Sermo ad religiosos (pp. 21a-28b). La seconda parte inizia con il sermone su Io 18,1 Quando hominem... (pp. 49a-67b, Hamesse 25446). La terza parte contiene cinque sermoni in latino e tedesco con una preghiera per un papa Benedetto (pp. 98-108). La successiva quarta parte presenta il Dialogus Beatae Mariae et Anselmi de passione Domini (pp. 109-124), attribuito nel medioevo all'arcivescovo Anselmo di Canterbury. La legatura con assi in cartone del XVII o XVIII secolo presenta una coperta in pelle bianca con doppi filetti e due nastri di chiusura in stoffa verde, di cui sono ancora visibili solo gli inizi. L'indice di Pius Kolb è stato completato da Ildefons von Arx (p. 1).
Online dal: 06.09.2023
Il primo fascicolo contiene vari testi, scritti in maniera non regolare (pp. 5-20). Dopo un breve testo a piena pagina, De excommunicatione (p. 22), si trova il De audienda confessione di Jean Gerson (pp. 23a-70a). Seguono le due opere attribuite nel medioevo ad Agostino, De spiritu et anima (cap. I-XXXIII alle pp. 70a-92b) e Speculum (pp. 92b-109b), il De gratia et libero arbitrio di Bernardo di Chiaravalle (pp. 110a-138a), il De compositione hominis exterioris di Bonaventura con il titolo Speculum monachorum (pp. 139a-154a) e il De quattuor virtutibus cardinalibus di Lucio Anneo Seneca (pp. 154a-166b). Le pp. 23a-109b sono scritte in textualis su due colonne con rubriche in rosso, alternanza di iniziali filigranate rosse e blu e segni di paragrafo. Alle pp. 110a-166b l'inchiostro rosso è stato utilizzato solo per le scritture distintive. Tra le pagine 6 e 7 è incollato un foglietto con annotazioni. Le distinctiones sono spesso raffigurate graficamente nel margine inferiore (pp. 30-34, 72-76, 82-85, 111, 113, 121). Nello specchio di scrittura della colonna ‚a' di p. 138 è iscritta una tavola con cifre, e nella colonna ‚b' vi è una prova di penna (ANNO con ghirigori). Sono presenti numerosi commenti marginali. La legatura con assi in cartone del XVII o XVIII secolo ha una coperta in pelle bianca con doppi filetti e due nastri di chiusura in stoffa verde. L'indice è di Pius Kolb (p. 1).
Online dal: 06.09.2023
Questo volume a contenuto teologico-morale contiene una prefazione (pp. 1-4) con un indice alfabetico (p. 2a-4d), nella parte principale una somma dei casi di coscienza in ordine alfabetico con articoli sui singoli lemmi da Acadia a Yroina [sic], ciascuno contrassegnato da una lombarda rossa, che si estende da poche righe a diverse pagine (pp. 4-265), e un indice alfabetico (pp. 266-268b). Lo scriba, frate Rudeger de Casle, che utilizza una gotica corsiva («ältere gotische Buchkursive») su 40 righe per pagina con lombarde rosse, data nel colophon (p. 268b) il completamento del lavoro al 14 dicembre 1351. Il precedente proprietario era nel 1450 Ulricus Horchentaler (p. 268b). Tra le pp. 16 e 17 è inserito un foglio che tramanda sul recto un estratto di un commento al De anima (III, cap. 2, 427b1-428a1), e sul verso una rappresentazione ramificata delle potenze. Sono presenti annotazioni marginali. La coperta floscia è costituita da un rivestimento in pelle verde (o blu) irrigidita inserendo almeno due fogli di pergamena incollati tra loro. Come controguardie anteriori e posteriori sono state utilizzate maculature in pergamena di un indice scritto su almeno due colonne.
Online dal: 06.09.2023
Il contenuto principale di questo volume è costituito dalla Summa de virtutibus et vitiis di Guglielmo Peraldo (pp. 9a-290b). Il testo principale è scritto su due colonne in una textualis molto piccola (50 righe per pagina) con iniziali in rosso, blu o filigranate rosso-blu. Sulle pagine bianche (pp. 291a-296b) è stata aggiunta già nel XIV secolo una piccola raccolta di sermoni. Alle pp. 5a-7b si trova un indice, in parte con l'aggiunta di riferimenti alle pagine. Il volume è molto ben referenziato: i titoli delle pagine e i numeri delle colonne in rosso fanno parte del progetto iniziale. All'inizio e alla fine si trova un indice alfabetico (pp. 3a-4b e 297a-298a) realizzato da una mano verosimilmente del XV secolo. A p. 298 è impresso il timbro della biblioteca dell'epoca dell'abbaziato di Diethelm Blarer di S. Gallo (1553-1564). Più mani hanno apportato titoli e notazioni marginali. Sulla controguardia anteriore (p. 2!) si legge il titolo Summa virtutum. La legatura in cartone è rivestita in pelle marrone; il capitello è cucito in rosso e verde.
Online dal: 06.09.2023
La parte più consistente di questo volume (pp. 2-119) è costituita dal De casibus reservatis di Hermannus da Praga. Seguono dei proverbi latini (pp. 119-120) e un'istruzione di preghiera in tedesco per l'ora Nona della Liturgia delle ore (p. 120). Il testo è scritto a piena pagina in textualis, con lombarde e titoli in rosso. Il testo successivo – secondo l'intestazione un commento a Gal 6,14 (pp. 121-136) – inizia con dei caratteri ancora più piccoli (30 righe per pagina). Le pp. 137-154 sono cartacee e copiate da una mano più tarda fino alla p. 145. A p. 147 si legge: Balthassar Schmid von Diessenhofen ... 1549. Sulle controguardie vi sono le impronte di un testo con piccoli caratteri. La legatura con assi in legno ha un rivestimento in pelle rossa con resti di una chiusura a occhiello, con un'unica bindella in pelle.
Online dal: 06.09.2023
Esemplare completo delle Sententiae di Pietro Lombardo († 1160). I titoli dei capitoli si trovano rispettivamente raccolti all'inizio di ogni libro (pp. 3-5, 91-93, 170-171, 229-231). Con alcune iniziali con figure in rosso con verde, blu e giallo pallido (p. 6: messa e sinagoga con ecclesia; p. 172: Annunciazione; p. 232: Buon samaritano) e numerose iniziali filigranate rosse e blu. Molte annotazioni marginali. Alle pp. 325/326, capovolta, scrittura sbiadita del XV secolo (?); all'interno della coperta posteriore impronta di due pagine di un manoscritto carolingio, in parte almeno da Origene Homilia VIII in Ezechielem.
Online dal: 22.03.2018
I Libri sententiarum di Petrus Lombardus formano il contenuto di questo manoscritto cartaceo monografico, scritto da più mani in scritture tra la bastarda e la gotica corsiva («jüngere gotische Buchkursive»). La copia del primo libro si interrompe alla Distinctio 42, ma con il colophon Explicit liber questionum super primum [sc. librum] sententiarum anno domini 1422 (p. 239). Ci sono sei fogli bianchi un po' più piccoli rilegati, probabilmente per completare il testo (pp. 149-160). Anche alla fine del volume ci sono dodici fogli bianchi, ma delle stesse dimensioni. Le iniziali non sono state eseguite in nessun punto. Da p. 165 in avanti il recto dei fogli reca il titolo (pp. 460-483) e il numero del libro. Sia sul piatto anteriore che posteriore della legatura vi sono le tracce di cinque borchie. Sia sul taglio inferiore che superiore è presente il titolo: Sententiarum. Il solido volume è inserito in massicce assi di legno. Il capitello è intrecciato. All'interno del piatto anteriore, ora libero, è visibile l'impronta di una maculatura usata in precedenza. Parti del margine su diverse pagine sono spezzate, con poca perdita di testo (pp. 175, 176, 181-200, 219-246, 317-332).
Online dal: 06.09.2023
Il manoscritto costituisce un esemplare completo dei quattro libri delle Sentenze (Libri quatuor sententiarum) di Pietro Lombardo (pp. 4-430), preceduti e seguiti da una serie di versi latini, in parte in esametri leonini (pp. 3 e 430-431). Questa bella copia del XIII secolo, su due colonne, è completamente rubricata. I nomi abbreviati degli autori citati nel testo sono anche copiati in rosso nel margine. Le citazioni sono talvolta indicate da un lungo tratto verticale rosso, a volte terminante con un fiore. Il prologo (p. 4a) e i quattro libri delle Sentenze (p. 8b, 126b, 237a e 315a), così come le tavole dei capitoli dei libri II e III (p. 123a e 235a), sono introdotti da un'elegante iniziale rossa o bicolore rossa e nera. Il manoscritto si presenta con una rilegatura in legno del XV secolo, tipica dell'abbazia di S. Gallo.
Online dal: 22.09.2022
Manoscritto miscellaneo di contenuto principalmente storico e agiografico. I testi sono stati scritti tra il 1450 e il 1550 e nel 1573 riuniti in un volume dal monaco di S. Gallo Maurizio Enk. Oltre ad un anonimo Dialogus de sectis, numerose leggende di santi in tedesco, parti di una cronaca di Strasburgo di Giacomo Twinger di Königshofen o decreti sinodali di Costanza del 1491, il manoscritto contiene alle pagine 283 fino a 288 – senza titolo e iniziando praticamente senza interruzione alla fine del testo precedente – 30 brevi racconti stesi intorno al 1500 riguardanti atrocità commesse dal principe della Valacchia Vlad III Tepes (l'Impalatore; 1431-1476), il quale, come rappresentante dell'Ordine del Drago, portò anche il nome di Dracula. Questo testo su Dracula è tramandato altrimenti solo in tre altri manoscritti: nella biblioteca monastica di Lambach in Alta Austria, nella British Library di Londra e nella Biblioteca municipale di Colmar.
Online dal: 31.03.2011
Questo manoscritto composito è costituito da cinque parti vergate da più mani (parte I: pp. 1-50; parte II: pp. 51-86; parte III: pp. 87-110; parte IV: pp. 111-254; parte V: pp. 255-316). All'inizio della prima parte si trova un sermone De digitate sacerdotale, che usa quale tema Is 60,8 (pp. 1a-2b) e le Quaestiones sui sacramenti (pp. 3a-40a). Le singole Quaestiones sono contrassegnate ciascuna da una lettera «Q» lombarda rossa, in cui talvolta è disegnato un volto (pp. 18, 21a). Nel colophon (p. 40a), Conradus Jud di Zurigo (Thuregum) in Uznach è indicato come colui che ha terminato di scrivere le Quaestiones nella prima ora dell'8 gennaio 1410. Seguono due sermoni, De dedicatione (pp. 40a-44a) e De dignitate sacerdotale (pp. 44a-50b). La seconda e la terza parte contengono ciascuna sermoni de tempore (pp. 51a-85b). Lo stesso vale per la quarta parte, con sermoni di Nicolaus de Lyra Postilla super evangelia: il testo tramanda due volte il sermone III, 1 (Hamesse II, 254, n. 14807) a p. 111a e 113a. In mezzo, a p. 112, c'è una presentazione tabellare delle letture per l'estate e l'Avvento. A p. 184 delle glosse in lingua alto-tedesca protomoderna descrivono il campo semantico ‘Ausdruck von Trauer'. Il testo della Postilla si interrompe a p. 240a. Sulle p. 241-254 vi è unicamente la rigatura per un testo a piena pagina. Segue la quinta parte con il Liber de informatione electorum di Nicolaus Andreae de Civitate Theatina (Hamesse I, 7, n. 115) (pp. 255a-314b). Il volume presenta numerose maniculae (pp. 13, 14, 17, 34, 51, 55, 60, 65, 73, 90, 142, 152) e titoli nei margini, soprattutto numerazioni. Estese note marginali si trovano alle pp. 78, 79, 214 e 255; a p. 84b-85b un'aggiunta con annotazioni marginali. Le pp. 86 e 300 sono completamente bianche. La pagina 299/300 è larga solo una colonna. Sul foglio aggiunto (p. 316), capovolto, vi è un documento datato 15 giugno 1553, che cita il gerosolimitano Johannes Wick e il sacerdote Thomas Molitor della diocesi di Costanza. All'interno della coperta posteriore si vede l'impronta di un testo a due colonne con segni di paragrafo blu e rossi. A p. 50b è impresso il timbro della biblioteca dell'epoca dell'abbaziato di Diethelm Blarer di S. Gallo (1553-1564). L'indice incollato all'interno del piatto anteriore è del bibliotecario di S. Gallo Jodokus Metzler. Il volume ha una legatura in assi di legno ricoperti di pelle chiara e due resti di fermaglio in pelle sul piatto anteriore.
Online dal: 06.09.2023
Il manoscritto composito in-folio è vergato a piena pagina in una bastarda con cappi. Sulla carta di guardia originale è copiato un evangelistario frammentario anche in scrittura bastarda con cappi (Mc 16,1; Lc 24,13; Lc 24,39; Io 21,1; Io 20,11 alle pp. 3a-4b). La sezione principale, con delle definizioni teologiche morali e dei trattati più brevi (pp. 5-297) ha come primo corredo una numerazione al centro (1-150) e un indice associato (pp. 297-301). Questo indice è preceduto da una dossologia e da una maledizione in forma di poesia figurata, che contrappone la salvezza dello scriba e quella del ladro di libri (p. 297). Sull'ultima pagina e sul foglio di guardia posteriore è trascritto un sermone per la festa di Ognissanti (pp. 302a-303b). Sul verso di questo foglio chiudono il volume una leggenda del viaggio dei Trenta pezzi d'argento da Abramo al tradimento di Giuda (p. 304a) e un'annotazione di pegno: il precedente proprietario, Hans Rich, prevosto di Mosnang, ha dato in pegno il libro nel 1573 per quattro fiorini e dieci scellini (p. 304b). Nella stessa colonna è impresso il timbro della biblioteca dell'epoca dell'abbaziato di Diethelm Blarer di S. Gallo (1553-1564). All'interno della coperta sia anteriore che posteriore sono visibili le impronte di un calendario. L'indice all'interno della coperta anteriore è stato incollato dal bibliotecario di S. Gallo Jodokus Metzler. Manca il foglio con le pagine 1/2. Sulla legatura di assi lignee con coperta in pelle marrone e capitello intrecciato sono visibili i fori di cinque borchie rotonde, rispettivamente sull'asse anteriore e posteriore. Sull'asse posteriore del libro sono attaccati i resti di due fermagli, ciascuno con un chiodo decorativo a forma di fiore a quattro petali (XV o XVI secolo). Sull'asse anteriore sono visibili due fori per il fissaggio dei due fermagli.
Online dal: 06.09.2023
Questo manoscritto composito con testi sulla logica e la dialettica aristotelica (AL 1160) è stato impaginato in modo uniforme, vergato in textualis da mani diverse e riccamente annotato di glosse marginali e interlineari. La prima parte comprende l'Isagoge di Porfirio (pp. 1-17), gli scritti di Aristotele Categoriae (pp. 17-46) e De interpretatione (pp. 46-63) nella traduzione di Boezio, la compilazione aristotelica anonima del XII secolo Liber sex principiorum (pp. 63-78) e l'opera De divisione di Boezio stesso (pp. 78-96). La seconda parte inizia con il De differentiis topicis di Boezio (pp. 97-148). La terza parte contiene i Topica di Aristotele nella traduzione di Boezio (pp. 149-287). Segue il De sophisticis elenchis (pp. 288-322) di Aristotele nella traduzione di Boezio. La quarta parte inizia con l'Analytica priora di Aristotele nella traduzione di Boezio (pp. 323-392). Il resto di p. 392 è ancora rigato, ma per il resto è vuoto. La p. 393 è completamente bianca. La p. 394 è stata utilizzata per delle annotazioni. La quinta parte contiene la traduzione latina degli Analytica posteriora di Aristotele (pp. 395-434). La rilegatura ha una copertina verde (o blu) decorata con grandi rombi (filetti o a inchiostro). Il capitello è cucito in blu naturale. In origine il volume aveva due ganci di chiusura con un semplice chiodo sulla superficie del piatto posteriore. All'interno del piatto anteriore sono annotati diversi nomi: dasz buch ist [cancellato] wirt oder sinez bruoder [sic] [...] Rug Hanns [...] Jacob Wirt von Sant Gallen [...] Maister Cuonrat [...]. A p. 41 è impresso il timbro della biblioteca dell'epoca dell'abbaziato di Diethelm Blarer di S. Gallo (1553-1564). Si trovano disegnate delle maniculae (pp. 36, 93, 276, 302, 352, 416, 432 e 434), procedure topiche (p. 132), una scena di torneo (p. 241), una banderuola con l'anno ·1·5·6·7 (pp. 244, 245), nudi (pp. 254, 432, controguardia posteriore), vignette (p. 300), una secante (p. 350), predicamenti (p. 354, 366) e corone (controguardia posteriore).
Online dal: 06.09.2023
Copia delle Categorie (Categoriae) e della Ermeneutica (De interpretatione) di Aristotele in lingua latina, cui fanno seguito i relativi commentari di Boezio ad entrambe le opere. Tra i due è trascritto il poema di Remmius Favinus (?) sui pesi e le misure De ponderibus et mensuris. Il manoscritto, decorato da tre belle iniziali (p. 44, 203 e 221), è stato scritto nel sec. XI, almeno parzialmente nel monastero di S. Gallo.
Online dal: 15.04.2010
Copia delle Categorie (Categoriae) e dell'Ermeneutica di Aristotele nella versione commentata latina di Boezio, con la traduzione ed il commento in antico tedesco del monaco e letterato di S. Gallo Notker il Teutonico († 1022); scritto nel sec. XI nel monastero di S. Gallo. Il manoscritto contiene inoltre la copia di due opere di Cicerone: Topica e De optimo genere oratorum.
Online dal: 15.04.2010
Manoscritto a carattere scolastico dall'abbazia di S. Gallo contenente testi inerenti le materie di insegnamento della dialettica e della retorica. Il manoscritto tramanda delle copie del commento di Boezio alle categorie e all'ermeneutica di Aristotele, un estratto dal trattato di retorica di Alcuino († 804) con numerose raffigurazioni schematiche, ed estratti dalle opere di Cicerone De inventione e De optimo genere oratorum. I testi vennero copiati intorno alla fine del sec. IX e nel sec. X e contengono numerose glosse in latino e antico tedesco così come molte glosse stese con uno stilo risalenti ai sec. X fino al XII.
Online dal: 21.12.2009
Manoscritto di uso corrente senza decorazione contenente il commento di Boezio alle Categorie (Categoriae) di Aristotele; scritto nel monastero di S. Gallo nel sec. XI. Sulle ultime tre pagine è trascritto l'inizio del De arte amandi di Ovidio.
Online dal: 15.04.2010
Testo latino, traduzione in antico alto-tedesco e commento al De consolatione philosophiae di Boezio. Ne è autore il monaco sangallese Notkero il Germanico († 1022). È l'unica versione esistente della prima metà del sec. XI. Il codice conserva inoltre una copia incompleta della traduzione e del commento di Boezio (ca. 480-524) alle Categoriae, anch'essa ascrivibile a Notkero.
Online dal: 12.12.2006
La miscellanea, scritta tra il 1425 ed il 1428 nella regione del lago di Costanza ma non nel monastero di S. Gallo, contiene un gran numero di trattati di argomento computistico-astronomico-cosmografico in lingua latina, tra i quali l'opera molto diffusa di Giovanni de Sacrobosco De sphaera mundi e la sua opera basilare di aritmetica Tractatus de algorismo. Il manoscritto, introdotto da un calendario, contiene anche alcune illustrazioni, come i dodici segni dello zodiaco, una carta dei venti, disegni dell'eclittica del sole e della luna, costellazioni di pianeti e stelle, un uomo dei salassi, una carta del mondo rotonda orientata alla carta T-O del primo medioevo e (alle pp. 265 e 266) dodici semplici immagini dei mesi, con brevi legende in rima in lingua tedesca, impregnate dalla natura e dall'agricoltura della vita quotidiana degli uomini tardomedievali.
Online dal: 04.10.2011
Il volume contiene il Manuale confessorum del monaco domenicano Johannes Nider nativo di Isny ed in seguito attivo a Norinberga e Vienna (pp. 3-124), l'opera De generatione et corruptione conosciuta anche con il titolo di Problemata Aristotelis di Alberto Magno (pp. 129-168), il secondo libro della fisica aristotelica In librum secundum physicorum (pp. 169-212), il trattato De constellacione [siderum] in nativitate (pp. 212-213), la raccolta di exempla tardomedievale Gesta Romanorum (S. 258-453). Il testo alle pp. 129-213 è datato al 1459, le pagine 259-453 vennero terminate dal copista Konrad Heinrich von Tettnang il 30 agosto del 1402.
Online dal: 13.12.2013
Codice miscellaneo per l'insegnamento scolastico, scritto a Magonza nella prima metà del sec. XI, forse portato a S. Gallo dal monaco Ekkehart IV. Questi fu occasionalmente maestro alla scuola della cattedrale di Magonza e arricchì il manoscritto di numerose glosse. Il codice raccoglie molti testi usati per l'insegnamento, come per es. una trascrizione del commento di Boezio all'Ermeneutica di Aristotele, la Topica di Cicerone, la Geometria I dello (Pseudo-?)Boezio e molte altre opere di Boezio come De differentiis topicis, De divisione, De syllogismis categoricis o De syllogismis hypotheticis. Alla fine del volume sono trascritti due corti testi di Ekkehart IV sulle Septem Artes Liberales: il De Boethio (p. 488) ed una allegoria delle Septem Artes Liberales (p. 490) sotto forma di istruzioni ad un orafo.
Online dal: 15.04.2010
Codice miscellaneo del sec. XI scritto probabilmente nel monastero di S. Gallo. Contiene soprattutto commenti di Boezio: alla Topica di Cicerone e all'Isagoge del filosofo neoplatonico Porfirio († dopo il 300), lo stesso Isagoge di Porfirio e vari altri testi. Tra questi per es. brevi scritti di Walafrido Strabone (Regulae metricae; una lettera con l'incipit Domino meo benedictus salus et vita) e del letterato romano tardoantico Mario Vittorino (De generatione divina).
Online dal: 15.04.2010
Trascrizione per l'uso privato di vari commenti anonimi all'Isagoge di Porfirio († dopo il 300) e da vari scritti filosofici di Aristotele e di Boezio; scritto probabilmente nel sec. XII.
Online dal: 15.04.2010
Versione diligentemente annotata dell'opera di Aristotele De natura animalium tractatus XIX, nella trascrizione latina dell'erudito Michele Scoto († intorno al 1235); scritto nel sec. XIII e decorato da una iniziale istoriata I, parzialmente dorata, raffigurante un uomo seduto davanti ad un libro. Nel 1453 il codice si trovava in possesso di un Giovanni Kalb da Wangen (Allgäu); è rilegato in una legatura floscia.
Online dal: 15.04.2010
Manoscritto filosofico del XIII/XIV sec. con le versioni latine dell'opera Liber de definitionibus dell'ebreo Isaak ben Salomon Israeli che visse in Egitto e Tunisia († intorno al 932), dell'opera De quinque essentiis del filosofo e matematico arabo Al-Kindi (latinizzato Alkindus; † 873), del Liber de causis, erroneamente attribuito ad Aristotele, così come l'inizio dell'opera De differentia spiritus et animae del filosofo arabo Qusta ibn Luqa (latinizzato Costa ben Luca; 820-912). Il codice è rilegato con una legatura floscia danneggiata.
Online dal: 15.04.2010
Trascrizione del commento ad Aristotele del filosofo e studioso di scienze francese Nicolas Oresme († 1382) Quaestiones super libros Meteororum; da quanto si legge nel colophon (f. 175v) terminato nel settembre 1459.
Online dal: 15.04.2010
Trascrizione del commento del filosofo Nikolaus Theoderici di Amsterdam († prima del 1456 a Greifswald) ai primi dodici libri della Metafisica di Aristotele, terminata il 21 maggio 1459 (c. 203v). Al testo fa seguito alle cc. 204r−205r un indice del contenuto. A detta della nota di possesso a c. 209v (Liber monasterii sancti Galli), intorno al 1500 il volume doveva trovarsi nella biblioteca del monastero di S. Gallo. Le annotazioni a c. 1r (dove vengono menzionati Wernher Müntzmaister; Jakob Grübel; Albert von Glarus), lasciano supporre che il volume si trovasse in precedenza nella Svizzera orientale. Theoderici era dal 1422 professore presso le Facoltà di teologia delle Università di Rostock, Lipzia e Greifswald; studenti di S. Gallo sono attestati a Lipsia nel XV secolo.
Online dal: 17.03.2016
Il manoscritto ha una rilegatura con assi in legno del XV secolo e si compone di diverse parti. L'inizio originale del volume miscellaneo, la parte manoscritta con le pp. 1-140, è stato probabilmente staccato nel XIX secolo. Sono sopravvissute sei unità codicologiche, tutte scritte nel XV secolo ad eccezione della parte IV. La prima parte (pp. 141-348) contiene alle pp. 141-198, il florilegio Auctoritates Aristotelis di Johannes de Fonte (Lohr, p. 260) e alle pp. 199-346 sermoni latini intercalati con estratti dal Libro dei Proverbi (pp. 257-263). Segue la seconda parte (pp. 349-396) con testi latini sulla Messa, la confessione e la penitenza, scritti su due colonne, a p. 349a-396 e infine alle pp. 363a-383b il trattato De conflictu vitiorum di Ambrogio Autperto (Bloomfield, n. 0455). La terza parte (pp. 397-440b) contiene altri sermoni latini alle p. 397-440a. La quarta parte (pp. 441-574) contiene alle pp. 441a-574b, su due colonne, una versione abbreviata, con finale incompleto, della Summa virtutum di Guillelmus Peraldus (Bloomfield, n. 5775; Verweij, pp. 111-110), scritta nel XIV secolo. La quinta parte (pp. 575-618) contiene alle pp. 575a-618a il trattato Collationes de decem preceptis di Tommaso d'Aquino (Bloomfield, n. 6071), scritto su due colonne e decorato a p. 600b con una grande raffigurazione a penna di un vescovo. La sesta parte (pp. 619-638), costituita da un solo fascicolo, è scritta su due colonne e contiene alle pp. 619a-630b l'interpretazione latina del Padre Nostro di Johannes Münzinger (Adam, p. 160), alle p. 631a-634a l'interpretazione dell'Ave Maria (Expositio angelice salutationis) di Tommaso d'Aquino (cfr. Rossi), alle pp. 634b-637a l'interpretazione del responsorio Missus est Gabriel e infine alle pp. 637a-638b un breve testo di altra mano. Sulla base del timbro dell'abate Diethelm Blarer (p. 440b), il manoscritto si trova nella biblioteca dell'abbazia al più tardi dal 1553-1564.
Online dal: 20.12.2023
Copia del'De consolatione philosophiae di Boezio, realizzata nel X secolo nel monastero di San Gallo; contiene numerose glosse in latino e in alto tedesco.
Online dal: 09.12.2008
Copia di un commento ai primi quattro libri dell'opera De consolatione philosophiae di Boezio († 524), scritto da varie mani nell'abbazia di S. Gallo intorno alla fine del sec. X o all'inizio dell'XI. Il manoscritto contiene numerose glosse in latino e antico tedesco, queste ultime scritte nella cosiddetta scrittura segreta bfk.
Online dal: 21.12.2009
Copia incompleta dell'opera De statu animae del sacerdote gallo-romano Claudiano Ecdidio Mamerto (morto intorno al 473; fratello del vescovo di Vienne Mamerto), scritta nel sec. X nell'abbazia di S. Gallo. Nell'ultimo terzo del manoscritto mancano le linee inferiori di ogni foglio; in occasione di un restauro eseguito nel 1969 le parti mancanti sono state integrate con della nuova pergamena.
Online dal: 21.12.2009
La prima parte del manoscritto contiene alle pp. 3-44 i Canones in motibus caelestium corporum, un manuale di istruzioni e spiegazione delle tavole successive, oltre a un'aggiunta, nella stessa impaginazione e scrittura, alle pp. 44-46. La seconda parte contiene alle pp. 47-203 le Tabulae Toletanae. Si tratta di tabelle per il confronto di diversi calcoli del tempo, per il calcolo dei movimenti planetari e delle eclissi, per l'astronomia sferica e con elenchi di stelle e luoghi. La scrittura di modulo ridotto, tra una gotica minuscola e una textualis semplificata, rimanda molto probabilmente alla seconda metà del XIII secolo o alla prima metà del XIV secolo (contrariamente a Scherrer), la «s» finale rotonda che scende sotto la riga fa pensare forse all'Italia. A p. 204 si trovano uno zodiaco, l'inno mariano Gaude virgo gratiosa (AH 9, p. 54) e un altro testo della stessa epoca. Secondo l'annotazione N. 102 a p. 3, il manoscritto è giunto alla biblioteca abbaziale nel 1768 come parte del lascito di Ägidius Tschudi (1505-1572). La rilegatura in cartone con dorso e angoli rinforzati in pelle, così come i bifogli cartacei che fungono da controguardie e carte di guardia anteriori (p. 1/2) e posteriori (p. 205/206), risalgono ai decenni intorno al 1800.
Online dal: 20.12.2023
Il manoscritto, vergato in scrittura umanistica, contiene opere filosofiche di Marco Tullio Cicerone (106-43 av. C.): pp. 3-121 Tusculanae disputationes ("Conversazioni a Tuscolo"), pp. 121–248 De finibus bonorum et malorum ("Il sommo bene e il sommo male"), pp. 249–344 De natura deorum ("La natura degli dei") und pp. 345–416 De divinatione ("La divinazione"). Lo stemma a p. 3 (quattro visi umani barbuti di profilo, in cerchio) appartenne probabilmente a Nicolò V, più tardi papa, il cui nome era Tommaso Parentucelli (1397–1455, papa 1447–1455). Parentucelli adottò questo stemma (stemma delle quattro barbe, Manfredi, p. 662) negli anni che precedettero la nomina a papa. Lo si ritrova in 38 manoscritti della Biblioteca Apostolica Vaticana a Roma, così come in un codice della Biblioteca capitolare di Padova (ms. C27). Le iniziali con i bianchi girari, tipici della miniatura fiorentina, assomigliano a quelli del codice di Padova, la cui decorazione viene attribuita da Silvia Fumian al miniatore fiorentino Bartolomeo Varnucci (* ca. 1412/1413). Probabilmente Parentucelli fece confezionare il manoscritto quando risiedette a Firenze nel 1439-1443 in occasione del concilio.
Online dal: 13.10.2016
Il codice, probabilmente non confezionato a S. Gallo, contiene due importanti opere retoriche: il De inventione di Cicerone (pp. 3–107) e la Rhetorica ad Herennium (pp. 107–205). Quest'ultima è qui divisa in sei invece che in quattro libri. Contiene numerose glosse di mani del XII fino al tardo XV o primo XVI secolo.
Online dal: 22.06.2017
Il manoscritto, probabilmente non vergato a S. Gallo, contiene alle pp. 1-21 i Topica di Cicerone (alla fine incompleto), alle pp. 21-216 il commento di Boezio a quest'opera. All'interno della coperta anteriore si riconoscono le tracce in negativo di una pagina dell'Edictum Rothari (Cod. Sag. 730, p. 17).
Online dal: 13.12.2013
Manoscritto della scuola abbaziale di S. Gallo contenente le Institutiones saecularium litterarum di Cassiodoro (manuale sulle sette arti liberali).
Online dal: 31.12.2005
Questo manoscritto, scritto su due colonne e in maniera molto uniforme da tre copisti principali anonimi e da quattro copisti secondari (chiamato anche "St. Galler Epenhandschrift"), offre in una prima redazione una raccolta unica nel suo genere di racconti di eroi e cavalieri in alto tedesco medio. Contiene il "Parzival" (pp. 5−288; versione D) di Wolfram von Eschenbach, la Canzone dei Nibelunghi (pp. 291-416, versione B) con la conclusiva "Klage" (Il lamento) (pp. 416-451; versione B), il racconto "Karl der Grosse" (pp. 452−558; versione C) di Stricker, il racconto in versi "Willehalm" (pp. 561−691; versione G) di Wolfram von Eschenbach così come cinque strofe ("Sangspruchstrophen") di Friedrich von Sonnenburg (pp. 693; versione G). Sicuramente fino al 1768, data dell'acquisizione del codice da parte del monastero di S. Gallo, si trovavano in questi volume alla fine anche frammenti dell'epopea in versi "Die Kindheit Jesu" di Konrad von Fussesbrunnen e Unser vrouwen hinvart di Konrad von Heimesfurt. Queste due ultime opere vennero tolte prima del 1820 dal manoscritto con i poemi epici e si trovano ora nella Staatsbibliothek Preussischer Kuturbesitz a Berlino (mgf 1021), rispettivamente nella Badische Landesbibliothek di Karlsruhe (Cod. K 2037). Il manoscritto, illustrato da 78 iniziali dipinte in modo uniforme da artisti sconosciuti della scuola miniaturistica padovana, fu commissionato da un committente agiato, interessato alle epopee in alto tedesco medio. Il primo proprietario noto fu l'uomo universale e umanista glaronese Aegidius Tschudi (1505−1572), il cui lascito di manoscritti poté essere acquisito dal monastero di S. Gallo nel 1768.
Online dal: 08.10.2015
Il codice, scritto nel 1499 sotto il maestro di scuola di Lindau Cunradus Reuschman (annotazione a p. 488), contiene prevalentemente opere di antichi autori, in più alcuni testi di autori italiani del XV secolo. Tutti i testi sono corredati da un commento e le opere più importanti sono precedute da un argumentum. Tra i testi ci sono spesso delle pagine lasciate in bianco. Nei margini si trovano dei semplici disegni a penna (pp. 498–501, 504, 511, 513; a p. 706 e 712 schizzi di mappamondi). A p. 3 si trova un disegno a piena pagina della città di Troia. In dettaglio i testi sono i seguenti: Publius Baebius Italicus, Ilias latina (pp. 5–51); Virgilio, Georgica (pp. 57–146); Orazio, Epistolae (pp. 148–230); Orazio, Carmen saeculare (pp. 231–234); Lattanzio, De ave Phoenice (pp. 234–241); Persio, Satire (pp. 245–282); Margarita passionis, inc. Cum prope pasca foret (pp. 283–288); Seneca, De providentia (pp. 289–298); Agostino Dati, Elegantiolae (pp. 323–361); Carmen de dolo et astutia cuiusdam mulieris, inc. Summe procus caveat ducatur ne mala coniunx (pp. 362–365); inni (pp. 366–388); Parvulus philosophiae moralis (pp. 395–417); Domenico Mancini, De quattuor virtutibus (pp. 419–488); Girolamo della Valle, Jesuida (pp. 491–514); Matteo Bosso, Oratio in beata coena domini (pp. 515–524); Pseudo-Leonardo Bruni Aretino, Comoedia Poliscena (pp. 539–549); Terenzio, Andria (pp. 563–621); Virgilio, Bucolica (pp. 629–660); Orazio, Ars poetica (pp. 661–678); Orazio, Epodi (pp. 679–692); Pseudo-Virgilio, Moretum (pp. 692–694); Pseudo-Ovidio, Remedia amoris, inc. Qui fuerit cupiens ab amica solvere colla (pp. 694–695); Pseudo-Ovidio, De arte amandi, inc. Si quem forte iuvat subdi sapienter amori (pp. 695–698); un trattato sull'interpunzione, De kanone punctorum (p. 699); Virgilio, Aeneis, lib. 1 e 3 (pp. 701–726 e 741–760); Sallustio, De coniuratione Catilinae (pp. 765–802); Sallustio, De bello Iugurthino, incompleto (pp. 803–804); Seneca, Epistolae morales (pp. 812–853).
Online dal: 04.10.2018
Il manoscritto cartaceo contiene il commento alle commedie di Terenzio del grammatico del VI secolo Eugraphius (e non il commento di Donato come ritenuto da G. Scherrer, 1875). Secondo il colophon (p. 177), il testo è stato elegantemente copiato da Johannes Merwart (di Wemding), noto per la sua attività di scriba professionista mentre studiava diritto canonico all'università di Basilea. Il volume apparteneva a Johannes Widenbach († ca. 1456), segretario della città di S. Gallo, che ha lasciato il suo nome e il suo stemma in due punti del codice (pp. 2 e 194), come in un altro manoscritto della biblioteca abbaziale (Cod. Sang. 749, controguardia posteriore). Secondo il timbro della biblioteca dell'abate Diethelm Blarer (p. 178), il manoscritto si trova nella biblioteca abbaziale al più tardi dal 1533-1564.
Online dal: 11.12.2024
Prima parte del commento del grammatico tardoantico Servio (intorno al 400) all'Eneide di Virgilio (Libri 6-8 [v. 685]); scritto nel monastero di S. Gallo intorno al 900. La seconda parte di questo diffuso commento è contenuta nel Cod. Sang. 862.
Online dal: 15.04.2010
Seconda parte (libri 9-12) del commento del grammatico romano Servio (intorno al 400) alle opere di Virgilio, come pure una Vita di Publius Vergilius Maro. Realizzato verso il 900 nell'abbazia di San Gallo. La prima parte del popolare commento a Virgilio è contenuta Cod. Sang. 861.
Online dal: 31.07.2009
Marcus Annaeus Lucanus (Lucano, 39-65 d.C.), De bello civili (o Pharsalia), poema epico sulla guerra civile tra Pompeo e Cesare (48 - 45 a.C.). Con alcuni tenui disegni a penna.
Online dal: 12.06.2006
Il codice è costituito da quattro parti in origine indipendenti, che probabilmente non sono state scritte a S. Gallo: 1. Orazio, Odae (alla fine incompleto, con alcune glosse); 2. Lucano, Pharsalia (alla fine incompleto, con numerose glosse); 3. Sallustio, De coniuratione Catilinae (completo) e De bello Iugurthino (alcuni capitoli mancano); 4. Ovidio, Amores (alla fine incompleto, con numerose glosse) così come una pagina dalle Metamorphoseon.
Online dal: 31.03.2011
Il codice contiene l'opera più conosciuta del poeta romano Publio Papinio Stazio, il suo poema epico sulla guerra dei Sette contro Tebe (Thebais, unitamente agli argumenta metrici ai libri II-IV. Mancano due fascicoli con i lib. IV, V. 578 – lib. VII, V. 30 (tra p. 75 e 76) così come un bifoglio con il lib. IX, 671–751 e il lib. X, 5–84 (tra p. 128 e 129, e tra 132 e 133). Gli inizi dei libri e degli argumenta metrici (p. 3, 21, 40, 58/59, 92, 112, 132, 173) sono introdotti da iniziali, in parte bicolori (rosso/verde). Sono presenti glosse marginali e interlineari, per la maggior parte dei secc. XII e XIII. Alle pp. 196–197, probabilmente della stessa mano, il Planctus Oedipodis, inc. Diri patris infasuta pignora (Lamento di Edipo sulla morte dei suoi figli). Il racconto comprende 21 strofe in rima di quattro righe, delle quali la prima è corredata di neumi su quattro linee. Questa forma di annotazione musicale parla contro un'origine del manoscritto a S. Gallo.
Online dal: 22.06.2017
Manoscritto scolastico molto usato contenente i 15 libri delle Metamorfosi di Publio Ovidio Naso. Contiene molte glosse interlineari e marginali in latino. La pergamena mostra tracce di grande usura e sporcizia e presenta in molte parti delle cuciture. Già in occasione della prima paginazione del manoscritto ad opera dell'aiuto bibliotecario Ildefonso di Arx, avvenuta intorno al 1780, mancava la parte di testo corrispondente al Libro 8 v. 564 fino al Libro 10 v. 429, come annotato a p. 62. Alla fine del manoscritto si trovano delle prove di penna di cui alcune a contenuto storico; tra queste a p. 112 il ricordo del terremoto del 4 settembre 1289, così come la menzione di un copista di nome Johannes (Qui me scribebat Iohannes nomen habebat).
Online dal: 23.06.2014
Le Lettere dal Ponto di Ovidio sono l'unico testo contenuto in questo manoscritto, copiato in minuscola gotica da un'unica mano nel XIII secolo. Raggruppate in quattro libri nelle edizioni moderne, le 46 lettere, elegie poetiche legate all'esilio del poeta a Tomi, si susseguono qui senza soluzione di continuità. Le iniziali semplici dipinte in rosso si distinguono l'una dall'altra fino a p. 66; in seguito, ci sono solo spazi riservati per quelle non realizzate. Oltre alle maniculae lungo i margini, sono presenti numerose glosse, interlineari o marginali, che risalgono più o meno allo stesso periodo della copia.
Online dal: 22.09.2022
Commento anonimo alle Odi, Epodi, all'Ars poetica, alle lettere e ai sermoni di Orazio, trascritto in una scrittura minuscola (fino a 110 linee in pagine di soli 14,5 cm di altezza). Precedono il commento le Vite di Orazio dello Pseudo-Acrone e Svetonio; sulle prime pagine una lettera di scambio del 1252 e altri documenti. Sulle ultime pagine segue un commento alle Satire di Persio di cui inizio è difettoso.
Online dal: 22.06.2010
Il più importante manoscritto poetico contenente le opere dell'abate ed erudito di Reichenau Valafrido Strabone (809/10-849). Oltre ad un gran numero di brevi poemi spirituali e secolari, il volume contiene anche due leggende versificate sul martire di Cappadocia Mamete (De vita et fine Mammae monachi) e sull'abate irlandese Blathmac (Versus Strabi de beati Blaithmaic vita et fine), la visione del monaco Wetti di Reichenau (Visio Wettini), il poema De imagine Tetrici e una discussione sulla statua equestre di Teodorico il Grande, oggi persa, che Carlo Magno aveva fatto portare da Ravenna al suo palazzo di Aquisgrana. Il manoscritto è stato allestito nell'abbazia di San Gallo, nella seconda metà del IX secolo.
Online dal: 23.12.2008
Scolie (in maggior parte commentari destinati all'insegnamento scolastico) delle 16 Satire del poeta latino Giovenale (verso 60-140), con 460 esametri (principalmente tratti dalle Satire) come pure un glossario misto delle Satire di Giovenale. Trascrizione di San Gallo della seconda metà del IX secolo.
Online dal: 23.12.2008
Il manoscritto contiene tutte le 16 satire dell'antico poeta Giovenale, nella sequenza 1-14, 16 e 15. Le satire 1-3 e 10-14 sono glossate (tra queste vi sono 7 glosse in antico tedesco); delle satire 3 e 14 è glossato solo l'inizio, della satira 10 solo la fine, ciô dipende probabilmente dal fatto che queste glosse vennero inserite nei corrispondenti fascicoli quando il manoscritto era ancora slegato.
Online dal: 13.12.2013
Traduzione in antico alto-tedesco, corredata di commento, del De nuptis Philologiae et Mercurii di Marziano Capella; due commenti ai Vangeli databili ai secoli XII-XIII. La traduzione e il commento, databili al secolo XI e limitati ai primi due libri dell'opera di Capella, sono opera di Notkero il Germanico. Sono stati trascritti per la maggior parte su un precedente testo delle Institutiones Grammaticae di Prisciano di Cesarea, leggibile solo in minima parte.
Online dal: 12.12.2006
Il manoscritto pergamenaceo contiene alle pp. 3-87 la Poetria nova di Galfredus de Vino Salvo. Si tratta di una guida in oltre 2.000 esametri per la redazione di poesie. Gli esametri appaiono in 25 righe di versi al centro della pagina e sono accompagnati da commenti e glosse contemporanei. La scrittura, una textualis semplificata, rimanda alla seconda metà del XIII secolo o alla prima metà del XIV secolo (contrariamente a Scherrer). Sulle pp. 9 e 88 figura il timbro dell'abate Diethelm Blarer del 1553-1564, a p. 1 l'antica segnatura S. n. 312 con una nota sul contenuto di Pius Kolb e a p. 2 una annotazione di Franz Josef Mone del 1819. La rilegatura in mezza pelle lascia visibile la legatura romanica.
Online dal: 20.12.2023
Collezione di testi in prevalenza grammaticali, trascritta da una varietà di mani intorno all'anno 800 nel monastero di San Gallo. La compongono, in alcuni casi, le versioni più antiche di alcuni testi; in un caso (il trattato anonimo De scansione heroyci versus et specie eorum), l'unica versione tramandata. Vi sono tràditi, tra le altre opere, l'Ars major e l'Ars minor di Donato, una compilazione da tali opere di Donato realizzata da Pietro di Pisa, il De metris di Mallio (Manlio) Teodoro, l'Ars grammatica di Diomede, il De arte metrica e il De schematibus et tropis di Beda il Venerabile.
Online dal: 09.12.2008
Codice miscellaneo sangallese databile intorno all'800. Contiene numerosi trattati grammaticali.
Online dal: 31.12.2005
Il Vademecum (manuale personale) di Valafrido Strabone (ca. 808-849), abate di Reichenau. È uno dei pochi autografi che si conoscano di una figura eminente dell'alto Medioevo. Preserva diversi testi trascritti tra l'anno 825 ca. e l'anno 849 da numerose mani; tra essi un labirinto (pag. 277) e differenti alfabeti (pagg. 320-321), uno dei quali scritto in rune.
Online dal: 12.12.2006
Estratti dalle opere di Isidoro di Siviglia, dalle Etymologiae e dal De officiis; scritti verso il 900 non nell'abbazia di S. Gallo. Alla fine figura un colophon in versi nel quale un copista si nomina quale Aureliano.
Online dal: 21.12.2009
Il manoscritto pergamenaceo contiene alle pp. 1-188 i libri 17 e 18 delle Institutiones grammaticae di Prisciano (ed. Keil, vol. 3, pp. 107-278, r. 12). Segue alle pp. 189-204 il terzo libro dell'Ars maior di Donato (ed. Keil, vol. 4, pp. 392-402) e alle pp. 205-223 il trattato De accentibus dello Pseudo-Prisciano (ed. Keil, vol. 3, pp. 518-528). L'intero manoscritto di grammatica è scritto nella stessa textualis del XIV secolo. Alle pp. 1, 115, 189 e 205, all'inizio di ciascuno dei quattro testi, si trova un'iniziale di 10-18 righe dipinta con oro, blu, bianco, rosso, rosso scuro o verde; la prima iniziale istoriata raffigura una scena dottrinale mentre la terza iniziale è fortemente danneggiata. Sono presenti anche iniziali semplici in rosso e blu filigranate. Le Institutiones grammaticae sono accompagnate da numerose glosse e commenti scritti a inchiostro da diverse mani del XIV secolo. Da p. 189 in avanti le glosse sono meno numerose e sono state inserite esclusivamente con uno stilo. Alle pp. 118 e 224 si trova il timbro dell'abate Diethelm Blarer del 1553-1564, a p. 1 l'antica segnatura D.n. 241 con una nota sul contenuto di Pius Kolb. Prima di p. 1 è cucito un frammento di carta con i resti di due annotazioni più lunghe. La legatura in legno è stata rivestita in mezza pelle.
Online dal: 20.12.2023
Manoscritto composito dal contenuto essenzialmente grammaticale, allestito nella seconda metà del IX secolo nell'abbazia di San Gallo. Contiene innanzitutto delle trascrizioni dell'Ars maior di Donato, dell'Ars grammatica di Onorato, dell'Ars de verbo di Eutiche, dell'Ars grammatica di Diomede come pure del libro I delle Etimologie di Isidoro di Siviglia.
Online dal: 23.12.2008
Il manoscritto contiene un trattato grammaticale latino, il cui inizio è probabilmente andato perduto. Secondo Bursill-Hall (p. 229), si tratta di un commento anonimo alle Institutiones grammaticae di Prisciano. Il testo a due colonne è diviso solo da occasionali maiuscole nello stesso inchiostro di testo. La scrittura minuscola risale probabilmente al XIII secolo (contrariamente all'opinione di Scherrer). I fogli di pergamena hanno spesso margini irregolari e le loro dimensioni variano da fascicolo a fascicolo. A p. 145 si trova il timbro dell'abate Diethelm Blarer del 1553-1564. A p. 3 Pius Kolb ha apposto l'antica segnatura D. n. 268 e una nota sul contenuto. La rilegatura in cartone con dorso rinforzato e angoli rinforzati in pelle, così come le controguardie e le guardie anteriori e posteriori (p. 1/2, 148/149), risalgono ai decenni intorno al 1800.
Online dal: 20.12.2023
Il manoscritto cartaceo, del XIV secolo, contiene il testo più antico redatto da Konrad von Mure (1210-1281 circa), magister della scuola del capitolo e canonico del Grossmünster di Zurigo. Il Novus Graecismus è un'enciclopedia scolastica versificata (di orientamento grammaticale e lessicale), di cui sono sopravvissute undici copie databili tra il XIV e il XV secolo (ed. A. Cizek, München, 2009). Si tratta di una rielaborazione del Graecismus scritto da Eberardo di Béthune all'inizio del XIII secolo. L'esemplare conservato nella biblioteca abbaziale di S. Gallo, copiato in una corsiva serrata, a piena pagina, è incompleto. Comprende la prefazione (inc.: Notitiam gramatice saltem... p. 3), il libro I (pp. 4-100) e 80 versi del libro II (pp. 100-106), in altre parole, due dei dieci libri che compongono quest'opera. Delle brachette in pergamena con frammenti di testo rinforzano i fascicoli (pp. 18, 46, 70, 94). Molti fogli presentano macchie marroni e scolorimenti dovuti all'infiltrazione di umidità. Il manoscritto ha una rilegatura moderna in cartone con un frammento a stampa.
Online dal: 20.12.2023
Il colophon di questo manoscritto riporta il titolo dell'opera e il suo autore, il Graecismus di Eberardo di Béthune, nonché il nome dello scriba Johannis Czepilwicz, e la data di completamento della copia, il 9 agosto 1386 (p. 150). Il Graecismus è un lungo poema grammaticale (oltre 4.000 versi) scritto intorno al 1212, le cui fonti principali sono grammatici antichi come Donato e Prisciano. Sembra che abbia avuto un'ampia diffusione. L'autore di questa copia in pergamena, Johannis Czepilwicz, sembra essere un canonico del monastero agostiniano di S. Maria virginis in Arena a Breslau/Wrocław. Ad eccezione di una prima grande iniziale ornata, leggermente danneggiata (p. 3), la decorazione si limita a lettere rubricate e ad alcune iniziali, la cui forma prefigura le iniziali a cadelle del XV secolo. Secondo il timbro dell'abate Diethelm Blarer (p. 25), il manoscritto si trova nella biblioteca abbaziale al più tardi dal 1553-1564. Il codice è rilegato in una copertina di pergamena morbida con dorso rinforzato in pelle.
Online dal: 20.12.2023
Il codice contiene alle pp. 2–73 in totale 153 lettere del politico tardoantico Quinto Aurelio Simmaco († 402/403), e cioè una lettera dal lib. IX, 10 lettere dal lib. IV, 44 dal lib. V, 18 dal lib. VI, 40 dal lib. VII, 36 dal lib. I e 4 dal lib. II. Si tratta delle seguenti lettere, secondo la numerazione dell'edizione MGH Auct. ant. 6,1: IX, 142 (20); IV, 16 (17), 57 (58) – 60 (61), 63 (64), 66 (67) f., 69 (70), 72 (73); V, 3–5, 8, 13, 19 (18), 21 (20), 23 (22), 29 (27) f., 34 (32), 36 (34), 38 (36), 41 (39), 44 (42) – 47 (45), 49 (47) – 51 (49), 53 (51), 55 (53), 57 (55) – 60 (58), 65 (64), 67 (65) f., 68 (66), 70 (68) f., 73 (71), 75 (73), 77 (75) – 80 (78), 84 (82) f., 89 (87), 91 (89) f., 96 (94); VI, 3, 13, 17 (18), 22 (23), 28 (29), 31 (32), 45 (46), 47 (48), 55 (56), 60 (61) f., 65 (66), 72 (73) – 74 (75), 78 (79) – 80 (81); VII, 2f., 9, 11, 16, 19, 21f., 22, 25, 33, 44, 47, 49, 51–54, 56, 60f., 66f., 71–73, 78, 80, 85, 88 (87), 92 (91) – 94 (93), 98 (97) f., 102 (101), 105, 107, 109, 114, 117; I, 28 (22), 31 (25) – 34 (28), 36 (30) – 77 (71), 79 (73) f., 82 (76) – 84 (78), 86 (80), 88 (82), 90 (84) – 93 (87), 96 (90), 99 (93) f., 105 (99), 107 (101); II, 1, 3, 6, 8. Ogni lettera inizia con una inziale, di solito di due righe, rossa. Conclude il manoscritto, alle pp. 73–79, uno scambio epistolare fittizio tra il filosofo romano Seneca e l'apostolo Paolo.
Online dal: 22.06.2017
Manoscritto miscellaneo contenente le opere di Berno (978 - c. 1048), abate di Reichenau dal 1008 al 1048: copia frammentaria del voluminoso esemplare di dedica che Berno presentò nel 1043 al re Enrico III, in occasione del Concilio di Costanza. Il manoscritto contiene anche l'“Epistola de tonis” (sui toni musicali salmodici), sermoni per le principali solennità dell'anno liturgico e su San Marco, patrono di Reichenau, inni, sequenze dedicate ai santi Ulrico, Gereone e Villibrordo, l'officio dedicato a sant'Ulrico e una vasta collezione di lettere. Molte delle opere ivi tràdite sono gli unici esemplari tramandati del secondo terzo dell'XI secolo.
Online dal: 09.12.2008
Significativo manoscritto poetico della seconda metà del IX e del X secolo, allestito nell'abbazia di San Gallo. Contiene tra le altre una copia del poema Mosella di Ausone con una descrizione di un viaggio sul Reno e la Mosella, un poema in esametri di Valafrido Strabone sulla vita e la morte del beato Blathmac (Versus Strabi de beati Blaithmaic vita et fine) e l'opera De ieiunio quattuor temporum (la cosiddetta Lettera di Callisto).
Online dal: 23.12.2008
Il manoscritto in pergamena contiene il Doctrinale di Alessandro de Villedieu con un commento del maestro Bertholdus Turicensis. Non si sa altro di questo commentatore zurighese, né del copista, un certo «Hermannus», i cui nomi sono rivelati nel colophon (p. 123). Il volume, a due colonne, è strutturato con cura: gli esametri del Doctrinale sono generalmente divisi in paragrafi di uno o più versi e sono copiati in un modulo più grande dei commenti che li seguono. Questo commento, che varia in lunghezza a seconda dei versetti, è anche ricco di abbreviazioni, a differenza del testo commentato. Eleganti iniziali filigranate, tipiche dei manoscritti miniati della regione dell'Alto Reno all'inizio del XIV secolo, scandiscono questo esemplare. La presenza del timbro dell'abate Diethelm Blarer (p. 59) conferma la sua presenza nella biblioteca abbaziale al più tardi dal 1553-1564.
Online dal: 20.12.2023
Codice di scuola, per la scuola abbaziale di San Gallo. Contiene la grammatica greca di Dositeo e una versione in prosa del poema didattico Phaenomena di Arato di Soli, illustrato con un disegno a penna.
Online dal: 14.09.2005
Trascrizione dei 16 libri della grammatica di Prisciano di Cesarea (Priscianus maior), scritta in minuscola carolina, a cavallo tra l'VIII e il IX secolo, probabilmente nel nord d'Italia (Verona ?). Il manoscritto giunse all'abbazia di San Gallo già nel IX secolo, sotto l'abbaziato di Grimaldo.
Online dal: 23.12.2008
Il Prisciano irlandese di San Gallo: copia delle Institutiones grammaticae del grammatico Prisciano di Cesarea (VI secolo), con oltre 9000 glosse, 3478 delle quali in antico irlandese. Testo base per la ricostruzione dell'antico irlandese. Contiene numerose iniziali aristiche a penna. Trascritto in uno scrittorio irlandese (Bangor? Nendrum?) intorno all'845.
Online dal: 12.06.2006
Il Vocabularium di Salomone, un'enciclopedia alfabetica del periodo carolingio lunga 1070 pagine e trascritta da una varietà di mani nell'anno 900 circa, probabilmente non nel convento di San Gallo. L'opera non è stata tramandata nella sua forma completa: mancano le voci comprese tra Aa e Ab e quelle inizianti con le lettere Y e Z. Attribuita dalla storiografia interna a San Gallo all'abate Salomone (890-920), essa è probabilmente basata su un Liber Glossarum dell'Abbazia francese di Corbie.
Online dal: 09.12.2008
Codice miscellaneo trascritto per la scuola abbaziale di S. Gallo dal monaco Winithar.
Online dal: 14.09.2005
«Il re dei palinsesti»: frammenti di pergamena della tarda antichità il cui testo originario è stato cancellato tramite raschiatura e sostituito da un testo più recente, talvolta – come accade non di rado in questo caso – anche più di due volte. L'interesse scientifico del palinsesto è rappresentato, di norma, dal testo più antico. Alcune opere dell'antichità sono pervenute unicamente grazie a tale pratica. Il volume, composto dal bibliotecario Ildefonso di Arx prima e dopo il 1800 grazie all'assemblaggio di singoli frammenti che egli trovò nella Biblioteca abbaziale, contiene – tra i molti altri testi – la versione più antica della Mulomedicina di Vegezio (sec. V), gli unici scritti tramandati, in versi e in prosa, dell'ispanico Flavio Merobaude (sec. V), gli Oracoli sangallesi («Sortes Sangallenses», sec. VI).
Online dal: 12.12.2006
Il più antico volume in tedesco, il cosiddetto manoscritto "Abrogans". Databile intorno al 790, contiene i più antichi "Padre nostro" e "Credo" in tedesco.
Online dal: 31.12.2005
Il glossario palinsesto Abba-Ababus è uno dei manoscritti più antichi della biblioteca abbaziale di S. Gallo ancora conservato in forma di libro. Nel glossario, nel quale ogni parola è spiegata con l'ausilio di un'altra, fu verosimilmente trascritto nel convento di Bobbio sopra testi più antichi, databili al V secolo. Il testo sottostante, talvolta più, talvolta meno leggibile, include frammenti dei Salmi, del libro veterotestamentario di Geremia, estratti dalle opere del grammatico Donato e del poeta latino Terenzio. Contiene anche una miniatura di un retore in posa declamatoria.
Online dal: 09.12.2008
Il Vocabularius sancti Galli – dizionario scritto in antico alto-tedesco da un missionario, 150 anni dopo la morte di San Gallo. Il codice, miscellaneo e di piccolo formato, è stato scritto intorno al 790 in tedesco come una sorta di diario da uno scriba formatosi nella tradizione anglosassone. Contiene testi concernenti questioni teologiche o legate alla missione e all'istruzione. La sezione finale conserva un dizionario latino – alto-tedesco antico, classificato secondo gruppi funzionali.
Online dal: 12.12.2006
Successivo all'810, è il testimone più importante della Regula Benedicti.
Online dal: 14.09.2005
Il più antico capitolare dell'abbazia di S. Gallo. Contiene, tra gli altri testi, un martirologio, un necrologio, gli annali di S. Gallo e numerose regole monastiche.
Online dal: 31.12.2005
La Regola di S. Benedetto in latino e antico alto-tedesco; uno dei più antichi monumenti dell'antico alto-tedesco.
Online dal: 14.09.2005
Manoscritto miscellaneo dal contenuto in prevalenza storico, trascritto in latino e in tedesco per lo più dal monaco itinerante sangallese Kemli († circa 1481). Contiene, oltre a numerosi altri testi, una Regula Benedicti, degli enigmi e dei proverbi in latino e tedesco, una Rappresentazione della Passione (nell'unica versione conservata) nel tedesco del Medio Reno del XIV secolo e una sorta di curriculum vitae dello scriba Kemli.
Online dal: 23.12.2008
Copia importante da un punto di vista storico-testuale della regola monastica di Basilio Magno (329-379) nella traduzione latina di Rufino (c. 345-410), trascritta da diverse mani a San Gallo, nella seconda metà del IX secolo. Oltre ad altri due testi più brevi, il manoscritto contiene anche una scelta di estratti dal De institutis coenobiorum di Giovanni Cassiano († 430/35; a partire da 4,32 e ss.).
Online dal: 23.12.2008
Codice miscellaneo importante dal punto di vista testuale, proveniente dal monastero di S. Gallo, con copie di testi monastici riguardanti il movimento di riforma della prima metà del XV secolo. Contiene tra gli altri testi le Consuetudines Sublacenses (pp. 1-19), le Consuetudines di un monastero cistercense in Boemia (pp. 26-74; Directorium et consuetudines monasterii de Nepomuk ord. Cist. in Bohemia), indicazioni generali e liturgiche per la vita monastica (pp. 74-87), sprezzanti commenti di un monaco di Hersfeld residente a S. Gallo sui tentativi di riforma del capitolo generale (pp. 98-108) così come le Consuetudines Castellenses (p. 113 fino a 258). Queste contengono disposizioni liturgiche per l'ufficio divino e indicazioni per la vita quotidiana, e per l'organizzazione della comunità monastica di Kastl nell'Alto Palatinato. Queste Consuetudines si diffusero e influenzarono la vita monastica in numerosi altri monasteri nella Germania meridionale, tra i quali S. Gallo. Quale unico manoscritto, il Cod. Sang. 928 tramanda il prologo originale dell'abate Otto Nortweiner von Kastl (1378-1399) su queste riforme. La legatura del manoscritto, in origine una legatura floscia, fu restaurata nel XIX o all'inizio del XX secolo con grave intervento nella sostanza originale del codice.
Online dal: 23.09.2014
Il volume in-quarto raccoglie vari testi, per lo più brevi. L'accento è posto sulle riflessioni spirituali e sulle preghiere, tra cui un trattato sulla Passione (pp. 4-38), preghiere per la Passione (pp. 68-84), per le ore del giorno (pp. 88-91), un trattato sul peccato originale (pp. 92-107) e un altro sulle quattuor gemitus turturis (pp. 112-159); una Biblia pauperum raccoglie, per numerosi santi, le situazioni di emergenza in cui possono essere invocati (pp. 160-193). Tra i testi spirituali ve ne sono anche alcuni in tedesco (per es. pp. 218-220, 238). Due lettere riguardano S. Gallo: una è indirizzata all'abate Eglolf (pp. 40-43), l'altra ai monaci fuggiti a S. Gallo (pp. 85-88). Altri testi trattano del concilio di Costanza e delle riforme monastiche; anche in questo caso con riferimenti a S. Gallo (pp. 239-250). L'ultimo fascicolo è in pergamena e potrebbe risalire al XIV secolo; contiene una grammatica e testi di medicina (pp. 251-266). La legatura è costituita da una copertina floscia. Quali brachette è stato utilizzato un documento pergamenaceo in tedesco, nel quale si leggono ancora la data 1415 e il nome di un ulrichen leman burger ze arbon.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto contiene come testo principale (pp. 1-199) la cosiddetta Waldregel, una traduzione in lingua alto-tedesca protomoderna della Regula solitariorum (regola per eremiti), che il monaco Grimlaicus, probabilmente originario della Lorena, aveva scritto nel IX o X secolo. La Waldregel è integrata da ulteriori testi sul tema della vita eremitica e della povertà: pp. 199-256 Hie vachet an ain ander buoch ainsidelliches lebens und von siner bewaerung ...., inc. Die muoter der hailigen cristenhait hat zwayer hand gaistlicer lüt; pp. 256-326 Das ander buoch von bewärung der armuot, inc. Gelobet sy got vnser herr iesus cristus; pp. 326-334 Hie nach ain bredige, inc. Fünf stuk sint dar inn begriffen. Secondo l'explicit a p. 335 questi quattro testi sono riassunti sotto il titolo Waldregel, ma solo la prima parte fino a p. 199 si rifà alla Regula solitariorum. Segue, alle pp. 337-419, uno Spiegel der geistlichen Zucht. Si tratta qui di una traduzione del libretto per novizi del francescano Davide di Augusta († 1272). Alle pp. 420-422 trovano posto delle preghiere. Il codice è stato scritto in gran parte da p. Johannes Hertenstein (OSB) ed era in possesso dell'eremo nello Steinertobel, non lontano da San Gallo. Una copia dei primi quattro testi si trova nel Cod. Sang. 931.
Online dal: 14.12.2018
Il manoscritto contiene quale testo principale (pp. 1-180) la cosiddetta Waldregel, una traduzione in lingua alto-tedesca protomoderna della Regula solitariorum (regola per eremiti), che il monaco Grimlaicus, probabilmente originario della Lorena, aveva scritto nel IX o X secolo. La Waldregel è integrata da ulteriori testi sul tema della vita eremitica e della povertà: pp. 180–222 Hie fachet an ein ander buoch von der bewerung einsidliches lebens …, inc. Die muoter der heilge kristenheit het zweyerhand geistlicher lüte; pp. 222–277 Dz ander buoch von bewerung armuot, inc. Gelobet sy got vnser herre vnd got iesus cristus; pp. 277–284 [predica] Inc. Fünf stuk sind dar inne begriffen. Alle pp. 285-289 trovano posto delle preghiere. La decorazione è costituita da semplici iniziali rosse, alle pp. 1 e 3 con filigrana verde. Il manoscritto è una copia, tranne che per le preghiere, del Cod. Sang. 930. Era in possesso dell'eremo della chiesa di San Giorgio di fronte alle mura di San Gallo. Tre donne ecclesiastiche che vi abitavano negli anni '30 del XV secolo sono rappresentate sulla controguardia posteriore in semplici disegni a penna.
Online dal: 14.12.2018
Sono molti i copisti che tra il 1437 ed il 1443 hanno partecipato al lavoro di copia di questo manoscritto di formato ridotto, tra questi anche il monaco itinerante di S. Gallo, Gallo Kemli (1417-1481). Il manoscritto, la cui etichetta sul dorso reca la scritta Miscellanea Regularia Liturgica et Medica, conserva la legtura originale e contiene, oltre alle Consuetudines Sublacenses, altri scritti riformistici dall'ambiente dei movimenti di riforma tardomedievali di Subiaco e Melk. A questi appartengono tra gli altri delle orazioni da leggere durante i pasti, che cambiavano nel corso dell'anno liturgico a seconda delle varie feste (p. 99-117), numerosi testi liturgici e calcoli per il calendario. Nella parte finale si trovano dei trattati medici, tra i quali (p. 480) versi mnemonici sul salasso (pp. 569-571) e il trattato pseudo-aristotelico Secretum Secretorum, una sorta di insegnamento enciclopedico segreto con delle caratteristiche orientali, tramandato in numerosi manoscritti. L'indice del contenuto che si trova all'interno della coperta anteriore è stato scritto tra il 1774 e il 1780 da p. Magnus Hungerbühler (1732-1811), nel corso della sua attività di bibliotecario.
Online dal: 23.09.2014
Manoscritto costituito da quattro unità con raccolta di testi in tedesco: regole monastiche (tra cui la Regola di S. Benedetto), preghiere e brevi testi a carattere spirituale. Un confronto della scrittura permette di attribuire le unità I, II e IV alla mano del benedettino Friedrich Kölner (Köllner, Cölner, Colner), che soggiornò nel monastero di S. Gallo tra il 1429/30 e il 1439. L'unità III, o il suo modello, era stato dedicato, come si deduce da una nota in un secondo momento cancellata, ad Anna Vogelweider, suora cistercense nel monastero di Magdenau nel Basso Toggenburgo. Questa Anna era probabilmente la zia, come si deduce da una nota di donazione, di una suora Els (Elsbeth?) del convento di suore di S. Giorgio a S. Gallo.
Online dal: 31.03.2011
Questo piccolo manoscritto contiene una serie di testi ascetici, copiati su una colonna da un unico scriba. Si apre con un testo dello pseudo-Bernardo di Chiaravalle, Formula honestae vitae (pp. 1-11a). Segue il primo libro dell'opera del francescano Davide di Augusta, De exterioris et interioris hominis compositione, che spesso è circolato indipendentemente con il titolo Formula novitiorum (inc.: Primo semper debes considerare ad quid veneris...; [pp. 11a-63]). Seguono tre sermoni, sul Giudizio Universale, sul Cantico dei Cantici e sul disprezzo del mondo (pp. 64-83), seguiti da un elenco dei capitoli dell'abate Bernardo [di Chiaravalle] sul Cantico dei Cantici (inc. Incipiunt capitula Bernahardi [!] abbatis in cantica canticorum [pp. 83-84]). La poesia Quinquaginta bona proverbialia occupa le pagine 85-94 (Morawski, p. XXXVIII), seguita dall'inno, privo dei versi iniziali, De forma vivendi monachorum (AH, vol. 33, n. 220; pp. 95-101). Gli ultimi due testi riguardano s. Bernardo di Chiaravalle: in primo luogo, un poema sulla sua vita (inc.: Anno milleno centeno cum duodeno...; Walther, Initia 1162; pp. 102-105) seguito da un poema incompleto sui suoi miracoli (inc.: Gaude claustralis contio...; p. 106). La legatura floscia è costituita da un frammento di un messale in pergamena. Sulla coperta anteriore è incollata un'etichetta con un'antica segnatura corrispondente a quelle del catalogo dei manoscritti della biblioteca abbaziale del 1461 (Cod. Sang. 1399, pp. 1-8), il che indica che il volume si trovava all'abbazia di S. Gallo al più tardi a quella data. Verso la fine del manoscritto si trova il timbro dell'abate Diethelm Blarer, usato tra il 1553 e il 1564 (p. 101).
Online dal: 31.05.2024
Il codice, scritto da diversi copisti, è composto da sette parti, interrotte da fogli bianchi, e raccoglie scritti teologici a carattere molto diverso. Parte I: pp. 1-14 indice e pp. 17-124 testo del De decem praeceptis di Henricus de Frimaria, a p. 124 i Septem dona sancti spiritus contra septem peccata mortalia, alle pp. 125-139 il Tractatus de confessione et de peccatis mortalibus et venialibus, a p. 139 il Quid sit vera poenitentia et confessio, alle pp. 139-140 un appunto a carattere teologico e ulteriori annotazioni a p. 142, alle pp. 143-173 il trattato De proprietate ad canonicos regulares religiosa del teologo, astronomo e attore della politica ecclesiastica Heinrich Heinbuche von Langenstein (1325-1397) e alle pp. 177-186 un frammento della Expositio regulae S. Augustini. La parte II comprende alle pp. 187-199 un frammento del De sacramento ordinis, alle pp. 199-257 i Notabilia super Cantica Canticorum di fr. Johannes, seguito alle pp. 258-260 dal sermone Omnia parata sunt venite ad nuptias. Le parti III (pp. 261-284), IV (pp. 285-316) e V (pp. 317-340) contengono altri sermoni. La parte VI è composta dalle Sibyllenweissagungen in tedesco del XIV e XV sec. (Von Kung Salomo wishait, pp. 341–361) e da una lettera frammentaria (pp. 361-362). La parte VII contiene alle pp. 365-376 moralizzazioni dalla Historia septem sapientium. In una nota a p. 379, il bibliotecario del monastero Ildefons v. Arx riferisce della malattia e della morte del precedente bibliotecario del monastero Johann Nepomuk Hauntinger nel 1823. Un'annotazione nel margine superiore di p. 1 testimonia che il manoscritto si trovava già nel monastero di San Gallo nel XV secolo.
Online dal: 14.12.2018
Questo manoscritto miscellaneo, scritto e compilato da varie mani nel sec. XV e proveniente dal monastero di S. Gallo, contiene (accanto a dei brevi testi e a numerose pagine bianche), degli estratti ordinati alfabeticamente dagli scritti latini dei Padri della Chiesa riguardanti vari concetti teologici (De abiectione – De voto; pp. 3−179), l'opera Soliloquium del teologo e filosofo francescano Bonaventura (1221-1274; pp. 181-226), una copia dell'opera anonima, frequentemente recepita nel XV secolo, Stella clericorum (pp. 291−319), l'opera falsamente attribuita ad Agostino Speculum peccatoris (p. 339−354), la predica Corde creditur ad iustitiam di Tommaso Ebendorfer (pp. 355−361), il Capitulare monasticum III dell'818/819 (pp. 363−367), una copia non del tutto completa della lettera dell'abate di Montecassino Teodemaro a Carlomagno (pp. 369-373), così come le Consuetudines Fuldenses del sec. X/XI nella Redactio Sangallensis-Fuldensis (pp. 374−404). La copertina lignea è rivestita di pelle di colore rosso; a p. 361 si legge una annotazione del copista: per me syfridum pfragner.
Online dal: 08.10.2015
Il volume contiene quale unico testo un'interpretazione del Cantico dei cantici in tedesco, di cui si conoscono ad oggi 25 manoscritti. La struttura dell'ampio testo, che probabilmente non ha un modello latino, è via via meno sistematica. Pur basandosi su passi del Cantico dei cantici, non offre un vero e proprio commento ma è diviso in tre libri: una dottrina della fede (Libro 1, pp. 8-241), una dottrina monastica sulla virtù (Libro 2, pp. 241-431) e riflessioni sui peccati, sul pentimento, ecc. (Libro 3, pp. 443-512). Il testo è preceduto da un dettagliato indice (pp. 5-7). Un colophon alla fine del secondo libro (p. 431) menziona l'anno 1497 come data di completamento di questa parte. L'intero manoscritto è scritto e rubricato da una sola mano. Secondo una annotazione a p. 1, proviene da un convento di Friburgo (Liber S. Galli Emptus 1699 Friburgi), Scarpatetti ipotizza Adelhausen (domenicane). Su un foglietto inserito figura una annotazione sulla professione di fede delle suore Margret Boshartin, Kattrin Ferberin e Anna Branwartin di Costanza nel 1511 e 1514; sul verso un frammento di lettera (?). La legatura in mezza pelle, con decorazioni a filetti, ferri e fermagli, è contemporanea. Un segnalibro intrecciato e bicolore è attaccato al capitello.
Online dal: 22.09.2022
Questo manoscritto cartaceo, copiato da più mani nel XIV secolo, è una raccolta di testi spirituali. Reca un doppio ex-libris della biblioteca abbaziale del XV secolo (p. 1) e il timbro dell'abate Diethelm Blarer usato tra il 1553 e il 1564 (p. 64). Sulla controguardia anteriore si trova un indice del contenuto contemporaneo alla legatura in mezza pelle rossa, cioè del XV secolo. Apre il codice (pp. 1-9) un estratto dello Stimulus amoris (III, 17). Segue un testo molto diffuso del francescano Bonaventura, De triplice via, noto anche come Incendium amoris (pp. 10-25), e poi un trattato sulle otto beatitudini (pp. 25-36). Sono presenti anche brani del De reparatione lapsi di Giovanni Crisostomo, suddivisi in due punti diversi di questo manoscritto (pp. 41-54 e 186-193). Segue alle pp. 54-64 il trattato di Ugo di San Vittore, Soliloquium de arra animae, anch'esso molto diffuso nel medioevo (Goy 1976, n. 94). Infine, questo volume contiene anche lo Speculum humanae salvationis (pp. 65-171), ampliato da due dei suoi tre capitoli finali non tipologici, De septem stationibus passionis Christi (pp. 171-177) e De septem tristitiis B. V. Mariae (p. 177-185). Contrariamente alla prassi abituale, questo testo non è illustrato; inoltre, il fatto che sia in rima si nota appena, essendo copiato su linee continue.
Online dal: 31.05.2024
Il manoscritto, che conserva la legatura floscia originale, contiene nella parte principale (pp. 1-88; indice p. 93) degli estratti in ordine alfabetico dagli scritti dei Padri della Chiesa in latino riguardanti vari concetti teologici (De abiectione – De voto). Seguono dei brevi testi: a p. 89 si trova un poco noto ritratto di popoli e tribù in versi in latino medievale (soprattutto dalla regione della Germania), che porta il titolo Versus de provinciis e che inizia con Roma potens, reverenda Ravenna, Britannia pauper. Alle pp. 90-92 è trascritta una lettera di un erudito universitario di Parigi (Epistola cuiusdam egregii magistri parisiensis) che disserta sul male rappresentato dalla proprietà, al quale fa seguito alle pp. 94-100 una interpretazione del Padre nostro in latino, così come altri testi a carattere spirituale-ascetico in latino e (pp. 106-112) lingua tedesca. L'indice del contenuto all'interno della coperta anteriore è stato scritto da p. Jodocus Metzler (1574-1639), che fu per lungo tempo bibliotecario del monastero.
Online dal: 23.09.2014
La copia cartacea dello Speculum humanae salvationis (pp. 1-174), datata 30 aprile 1388, è stata realizzata a Wil da Johannis Phister de Gossow, che nel colophon (p. 174ab) afferma che, avendo completato il suo lavoro, ora si rilasserà (ludere eat). Completa questo manoscritto un secondo testo, intitolato nella rubrica De passione domini (pp. 178a-190b), dovuto ad un secondo scriba contemporaneo. Prima di entrare in possesso della biblioteca abbaziale di S. Gallo, al più tardi durante l'abbaziato di Diethelm Blarer (cfr. il suo timbro usato tra il 1553 e il 1564 a p. 192), il codice appartenne a Ulrich Varnbüler, borgomastro e balivo imperiale di S. Gallo dal 1481 al 1490, come indica l'ex-libris apposto sulla prima pagina di questo volume. Sulle controguardie anteriore e posteriore della legatura originale in pelle sono presenti le impronte in negativo di un manoscritto, dal quale sono state ricavate strette strisce di pergamena che rinforzano i fascicoli di questo codice.
Online dal: 31.05.2024
Questa raccolta di scritti dovrebbe provenire dalla regione Rheinfranken o dall'Oberrhein e giunse nel 1699 nel monastero di S. Gallo, probabilmente dal monastero delle Clarisse di Freiburg in Brisgovia (come per es. il Cod. Sang. 985). Contiene un grande numero di prediche varie e di testi mistici-ascetici, soprattutto del XIII e XIV secolo. Tra questi si trovano per esempio il trattato Von der Minne (pp. 7−19) attribuito a Johannes Hiltalingen di Basilea, la cosiddetta «sünde-Version» dell'opera dello pseudo Alberto Magno Paradisus animae (pp. 62−68 e pp. 195−196), dieci prediche tradite sotto il nome di Bertoldo di Regensburg (pp. 70−104), la interpretazione del Padre nostro Adonay, gewaltiger herre (p. 109−192) o la allegoria Es ist ein hoher Berg attribuita a Johannes Tauler (p. 211−250).
Online dal: 22.06.2017
Il manoscritto contiene la cosiddetta Reformatio Sigismundi, un testo sulla riforma della chiesa e dell'impero, scritto in forma anonima in tedesco nel 1439 durante il Concilio di Basilea da un autore che fino ad oggi non ha potuto essere identificato in modo affidabile. Il testo è stato stampato per la prima volta nel 1476. Il trattato formula proposte di riforma nelle quali si sottolinea l'importanza della cura pastorale e si propaga una liberazione del clero secolare dall'obbligo del celibato, e dei vescovi dall'esercizio del potere secolare. Egli riferisce inoltre di una presunta visione dell'imperatore Sigismondo, al quale sarebbe apparso un sacerdote-re Federico con dei piani di riforma. In una annotazione a p. 234 il copista si sottoscrive come Petrus Hamer von Weissenhorn, cappellano a Kirchberg. Egli introduce i capitoli con delle iniziali rosse e ne decora due con volti barbuti caricaturali (p. 158 e 212).
Online dal: 14.12.2018
Unica copia rimasta del racconto in prosa Frau Tugendreich, redatta da una autrice sconosciuta o da un autore sconosciuto nella cerchia dell'imperatore Massimiliano (1508-1519) nel secondo decennio del XVI secolo. Per quanto riguarda il testo, si tratta di un miscuglio tra romanzo d'epoca e un dibattito sopra il valore o l'inutilità della donna. In una cornice di racconto esterna dibattono un giovane ingabbiato nell'ideale di corte e il suo maestro, con maggiore esperienza, imprigionato nell'immagine tradizionale della donna, sul valore, il significato e il buon comportamento della donna. Purtroppo dopo la pagina 196 sono andate perse importanti parti del testo a causa della caduta di fogli. La copia, scritta da un copista A. S. (p. 219) in dialetto svevo dell'est, è datata al 1521.
Online dal: 23.09.2014