Descrizione breve:Questo prezioso libro d’ore fu prodotto a Firenze nell’ottavo decennio del XV secolo; la ricca ed elegante decorazione miniata si deve alla bottega di uno dei più famosi artisti fiorentini dell’epoca, Francesco d’Antonio del Chierico, che eseguì sia le pagine incipit dei diversi Uffici sia le iniziali miniate all’interno del testo. Di grande eleganza anche la sua decorazione filigranata. Uno stemma, purtoppo in parte abraso, ci informa che il manoscritto fu eseguito per il matrimonio di un membro della nota famiglia Serristori. Nel 1970 il manoscritto fu acquistato da un collezionista privato che lo depositò alla Bibliothèque de Genève nel suo fondo di Comites Latentes.(ali)
Numerazione delle pagine: Numerazione moderna a matita in numeri arabi tracciati sul margine superiore esterno. Non presente alle carte 13 e 97.
Composizione dei fascicoli:
I (cc. 1-12)12, II (cc. 13-22)10, III (cc. 23-32)10, IV (cc. 33-42)10, V (cc. 43-52)10, VI (cc. 53-62)10, VII (cc. 63-72)10, VIII (cc. 73-82)10, IX (cc. 83-92)10, X (cc. 93-96)4, XI (cc. 97-106)10, XII (cc. 107-116)10, XIII (cc. 117-124)8, XIV (cc. 125-132)8, XV (cc. 133-138)6, XVI (cc. 139-148)10, XVII (cc. 149-158)10, XVIII (cc. 159-168)10, XIX (cc. 169-178)10, XX (cc. 179-188)10, XXI (cc. 189-198)10, XXII (cc. 199-208)10, XXIII (cc. 209-218)10, XXIV (cc. 219-226)8.
Richiamo orizzontale alla fine dei fascicoli II, IV, V, VI, VII, VIII, IX, XI, XII, XIII, XVI, XVII, XVIII, XX, XXII, XXIII.
Richiamo verticale alla fine dei fascicoli III, XIX.
Il richiamo non è presente nei fascicoli I, X, XIV, XV, XXI, XXIV.
Disposizione della pagina:
specchio di scrittura mm 74 x 47 (c. 14r) formato di 14 righe su una sola colonna, 13 linee di testo con inizio scrittura below top line.
Tipo di scrittura e mani:
scrittura gotica formata.
Decorazione:
Miniatura di penna:
Belle e numerose iniziali filigranate azzurre con filigrana rossa, oro con filigrana azzurra. Le iniziali filigranate più grandi, pari a due linee di testo, sono poste in apertura di ciascun mese del calendario e all’inizio dei salmi, degli inni, delle orazioni; la loro filigrana, più articolata, forma un campo quadrangolare che racchiude l’iniziale, mentre delle ampie code si distribuiscono lungo i margini con volute, motivi a spirale e fiori stilizzati di grande eleganza. Delle iniziali filigranate più semplici e piccole, pari a una linea, segnano invece l’inizio dei periodi nel testo.
Miniature di pennello:
5 pagine miniate si trovano all’incipit dei vari Uffici e sono formate da iniziali grandi con storia, pari a sette linee di testo (eccetto quella a c. 97r che equivale a sei linee), e fregi marginali che corrono sui quattro lati della carta composti da vasi dorati, motivi vegetali abitati da putti e uccelli e arricchiti di medaglioni con storie e figure, cc. 13r, 97r, 133r, 139r, 199r.
8 iniziali medie con storia, pari a quattro linee di testo, accompagnate da fregi vegetali a candelabra sono poste all’inizio delle varie ore dell’Ufficio della Vergine, cc. 40r, 45v, 51r, 55v, 60v, 70r, 76r, 81v.
Descrizione delle miniature:
c. 13r iniziale grande con storia D(omine labia mea) rubr.: Incipit officium beate marie virginis secundum consuetudinem romane curie. Ad matutinum, versus, sul fondo della lettera è rappresentata la Natività di Gesù. Un fregio vegetale abitato da putti e animali corre lungo tutti e quattro i margini della carta, tra le volute fogliacee si aprono cornici mistilinee con figure e scene: in alto a sinistra Matteo reca un cartiglio con scritto “Et tu Bethleem t” (Mt. 2,6) (Freuler 1991 lo interpreta come Michea, ma l’integrazione della frase nel cartiglio come “Et tu Bethleem t[erra Iuda]” suggerisce invece si tratti dell’evangelista); al centro Isaia con un cartiglio e la scritta “ecce virgo co” (Isaia 7,14); a destra Giovanni e nel cartiglio le parole “et verbum caro” (Giovanni 1,14); al centro del margine interno troviamo Rachele, identificata anche dal cartiglio, e al centro di quello esterno la Strage degli Innocenti; nel margine inferiore partendo da sinistra troviamo Il sogno di Giuseppe, un angelo, La fuga in Egitto, un altro angelo, L’incontro di Gesù con il Battista alla presenza della Vergine; al centro del margine inferiore, sotto la scena della Fuga in Egitto, è posto uno stemma partito: nel primo d’azzurro alla fascia d’argento accompagnato da tre stelle d’oro disposte due uno; nel secondo rimane solo la parte superiore del fondo che doveva essere argento (oggi ossidato), il resto è stato asportato (per una discussione sull’identificazione degli stemmi vd. voce Origine del manoscritto);
c. 40r iniziale media con storia D(eus in auditorium meum) rubr.: ad primam, nel fondo dell’iniziale l’Incontro di Gioacchino e Anna, sul margine interno fregio vegetale a candelabra;
c. 45v iniziale media con storia D(eus in auditorium meum) rubr.: ad tertiam, nel fondo dell’iniziale la Natività della Vergine, sul margine esterno fregio vegetale;
c. 51r iniziale media con storia D(eus in auditorium meum) rubr.: ad sextam, nel fondo dell’iniziale la scena della Presentazione della Vergine al tempio, sul margine interno fregio vegetale;
c. 55v iniziale media con storia D(eus in auditorium meum) rubr.: ad nonam, nel fondo dell’iniziale è raffigurato il Matrimonio di Maria e Giuseppe (Giuseppe mette l’anello a Maria alla presenza del Sommo Sacerdote), sul margine esterno fregio vegetale;
c. 60v iniziale media con storia D(eus in auditorium meum intende) rubr.: ad vesperas, con Visitazione, sul margine esterno fregio vegetale a candelabra arricchito in basso da un cartiglio con scritto “UNDE HOC MIHI”, parole riprese dal Vangelo di Luca (1, 43-44) e pronunciate da Elisabetta nell’incontro con la Vergine;
c. 70r iniziale media con storia C(onverte nos deus salutaris nr) rubr.: ad completorium, con raffigurata la scena dell’Imposizione del nome del Battista (per Freuler 1991 si tratta della Presentazione al tempio), sul margine interno fregio vegetale;
c. 76r iniziale media con figura E(ructavit cor meum) rubr.: feria tertia et feria sexta ad nocturuum psalmus david, con Dio dalla cui bocca esce la colomba dello Spirito Santo, sul margine interno fregio vegetale;
c. 81v iniziale media con storia C(antate domino canticum novum) rubr.: feria quarta et die sabbati ad nocturnum, psalmus, con Cantori, sul margine esterno fregio vegetale;
c. 97r iniziale grande con storia D(omine labia mea) rubr.: Incipit officium passionis domini nostri Iesu Christi. Ad matutinum, versus, sul fondo dell’iniziale è rappresentata la Preghiera nell’orto degli ulivi, sui quattro margini della carta corre un fregio vegetale abitato da putti e animali, ai quattro angoli medaglioni con gli evangelisti che tengono in mano un cartiglio: in alto a sinistra Matteo, a destra Luca con la scritta “factus est in ago[nia]” (Luca 22,43), in basso a sinistra Marco e a destra Giovanni, al centro del margine superiore e inferiore la croce in oro in riferimento all’Ufficio;
c. 133r iniziale grande con storia D(omine labia mea) rubr.: Incipit officium sanctissime crucis, ad matutinum, versus, sul fondo dell’iniziale è rappresentato Gesù davanti a Caifa, sui quattro margini della carta corre un fregio vegetale abitato da putti e animali nel quale si aprono delle formelle con cornice mistilinea che accolgono altre storie e singole figure: ai quattro angoli gli evangelisti con cartiglio (leggibile solo quello in basso a sinistra, “ter me negaris”, che si riferisce al rinnegamento di Pietro), al centro del margine superiore troviamo la Santa Veronica regge il velo di lino con il volto di Cristo, al centro del margine interno la Vergine dolente con la Maddalena e Giovanni, al centro del margine esterno Gesù davanti a Pilato, in basso al centro il Rinnegamento di Pietro, sotto questa scena troviamo la croce in oro;
c. 139r iniziale con storia D(ilexi quo) rubr.: Incipit officium mortuorum, ad vesperas, psalmus, nel fondo dell’iniziale la Resurrezione di Lazzaro; sui quattro margini della carta un fregio vegetale con animali e formelle a cornice mistilinea che racchiudono scene e figure: nei quattro angoli i profeti (quello in alto a sinistra reca un cartiglio con la scritta “memorare novissima” (Eccl. 7, 40), quello a destra tiene in mano un teschio, in basso a sinistra altra figura di profeta con teschi, a destra con il cartiglio con la scritta “o mors quem amara”); al centro del margine superiore un teschio baciato da una testa di profilo, al centro del margine inferiore una formella con il Trionfo della morte, raffigurata come una ‘nera signora’ che cavalca un cinghiale sotto le cui zampe giacciono coloro che sono stati da lei colpiti, seguiti un uomo e una donna ormai anziani;
c. 199r iniziale grande con storia D(omine ne in furore tuo arquas me) rubr.: Incipiunt septem psalmi penitentiales, psalmus, sul fondo della lettera David salmista, sui quattro margini della carta corre un fregio con putti e animali nel quale si aprono medaglioni e formelle mistilinee: in alto a sinistra medaglione accoglie la figura David, mentre al centro è invece raffigurato un amorino nell’atto di scoccare un dardo e a destra la figura di Betsabea dalla lunga chioma bionda; al centro dei margini laterali due formelle con due figure nimbate, una a mani giunte e l’altra con cartiglo; negli angoli del margine inferiore le due figure di Uria e David, al centro una formella mistilinea è raffigurato il Rimprovero di Natan: il re David seduto si apre la veste mentre di fronte a lui il profeta lo rimprovera per l’adulterio compiuto con Betsabea e la conseguente morte di Uria e gli mostra la scena che si svolge all’estrema destra riferita al paragone, del il ricco che ruba al povero la sua unica pecora, espresso dal profeta nei confronti di David.
Aggiunte: a c. Iv una scritta a matita di una mano del XX secolo dà una breve descrizione del codice: “pagg. 226 di cui 7 bianche / 5 pagine con grandi iniziali D istoriate / e margini miniati e istoriati / 8 iniziali istoriate”. A c. I’r altra scritta a matita “il Padrone è D. Franc.o Schi[...]rico, un precedente possessore non identificato.
Legatura:
mm 157 x 108 (piatti); legatura in pelle marrone con impressioni in oro a motivi vegetali sui piatti, cinque nervi visibili sul dorso, anche questo con impressioni in oro, nel secondo riquadro scritta in oro su pelle verde “Ufizioru B M”; all’interno bifolio di carta marmorizzata che riveste i contropiatti e serve da carta di guardia. Taglio dorato.
Sul verso della carta di guadia anteriore si legge l’attuale segnatura scritta a matita: “CL 54”.
Il manoscritto, molto curato nella veste grafica con ampi margini e pergamena bianca e sottile, rivela un’origine fiorentina e francescana; nel calendario sono infatti in rosso la festa della Natività di san Giovanni Battista (24 giugno), patrono di Firenze, ma anche alcune delle più importanti feste mariane come la Purificazione della Vergine (2 febbraio), la Visitazione (2 luglio), l’Assunzione (15 agosto), la Natività della Vergine (8 settembre) e l’Immacolata concezione di Maria (8 dicembre) e alcuni santi molto venerati a Firenze come Giorgio (23 aprile) e Lorenzo (10 agosto). Sono inoltre presenti nel calendario, anche se in bruno, la festa della Decollazione del Battista (29 agosto), santa Reparata (8 ottobre), san Zanobi (25 maggio), san Miniato (25 ottobre). Il calendario presenta anche un forte legame con l’ordine francescano, sono infatti in rosso le feste dei principali santi dell’ordine: Natività di san Francesco (4 ottobre), santa Chiara (12 agosto), sant’Antonio da Padova (13 giugno), san Ludovico da Tolosa (19 agosto) e san Bernardino (20 maggio). I santi Francesco, Antonio, Ludovico, Bernardino e Chiara ricorono anche nelle litanie.
Il codice sembra sia stato approntato per le nozze di un membro maschile della famiglia Serristori (dalla posizione del loro stemma nella parte sinistra della partizione) con una famiglia la cui identificazione risulta oggi difficile a causa della perdita della parte destra della partizione dello scudo che mostra solo la sua metà superiore in argento attualmente ossidato, la parte inferiore è completamente caduta e riaffiora la pergamena bianca. Per Pasini 2002-2003, p. 79, ripresa da La Renaissance italienne 2006, p. 276, si tratterebbe invece dello stemma delle famiglie Capponi (trinciato di nero e d’argento) e Mesi.
Un altro libro d’ore realizzato per la famiglia Serristori, ma in un’epoca decisamente più tarda, si trova oggi al Victoria and Albert Museum di Londra (vd. G. Magherini Graziani, L’Uffiziolo della famiglia Serristori conservato nel South Kensington Museum, Città di Castello, 1913 e Rowan Watson, Western Illuminated Manuscripts. A catalogue of works in the National Art Library from the eleventh to the early twentieth century, with a complete account of the George Reid Collection, London, Victoria & Albert Museum, 2011, vol. II, scheda 157, pp. 811-817).
La decorazione, ricca e di grande qualità, presenta scene tratteggiate da un segno rapido ed eleganti fregi marginali. Varie ma non del tutto divergenti le opinioni espresse dalla critica circa l’autore delle sue miniature. Secondo Freuler (1991) nella decorazione si ritrovano “innegabili punti in comune soprattutto per quanto riguarda la decorazione marginale” con Francesco di Antonio del Chierico, “ma lo stile delle figure è tipico di Antonio di Niccolò”. In particolare lo studioso confronta il profilo di fanciulla a c. 133r con quello identico di una delle ancelle nella scena della Natività del Battista a c. 40v nel Graduale A della Santissima Annunziata di Firenze, opera documentata di Antonio di Niccolò degli anni 1474-1475; il David salmista di c. 199r, pur se confrontabile con il sacerdote nella Presentazione al tempio di c. 3r dello stesso Graduale A e con il Davide salmista a c. 313r nel ms. Med. Pal. 12 della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, mostra secondo lo studioso una qualità vicina alle miniature firmate e datate da Domenico Ghirlandaio nel ms. Ross. 1192, c. 16r, della Biblioteca Apostolica Vaticana, artista che potrebbe dunque aver collaborato alla confezione del nostro libro d’ore.
Per Pasini (2002-2003) le miniature rivelano lo stile di Francesco d’Antonio del Chierico, mentre nella scheda del catalogo della mostra La Renaissance italienne (2006) Véronique Germanier attribuisce la decorazione marginale a ser Ricciardo di Nanni (per i confronti con il volume dei Trionfi del Petrarca ora a Madrid, Biblioteca Nacional, Vit. 22-4, e le Heures Blandford passate sul mercato antiquario nel 1997, vd. The Beck collection, 1997, lot. 29).
Il manoscritto è stato senza dubbio realizzato a Firenze nell’ottavo decennio del XV secolo e può essere riferito alla bottega di Francesco d’Antonio del Chierico. I confronti più stringenti sono con coevi libri d’ore eseguiti in questa bottega che presentano anche una simile decorazione marginale, come i due fogli di libro d’ore un tempo nella collezione Fairfax Murray e oggi al Musée Marmottan Monet di Parigi, Collezione Wildenstein, che Annarosa Garzelli attribuisce agli anni 1475-1480 (vd. Annarosa Garzelli, Miniatura fiorentina del Rinascimento, 1440-1525. Un primo censimento, Firenze, 1985, vol. I, p. 110 e vol. II, figg. 217-218) e il libro d’ore ora alla Morgan Library di New York, ms. M.361, dove riscontriamo gli stessi motivi a candelabra nei fregi. Il manoscritto di New York presenta anche miniature con identico soggetto in corrispondenza dei vari Uffici e il motivo della croce in oro nei margini inferiore e superiore nell'Ufficio della Passione e nelle Ore della Croce (vd. Morgan Library, ms. M.361 cc. 100r e 126r). La duplicazione di soggetti è infatti tipica della produzione di Francesco d’Antonio del Chierico tanto da aver portato gli studiosi a parlare di modelli e spolveri presenti nella sua bottega, modelli utilizzati poi da alcuni suoi collaboratori dopo la morte del maestro (vd. Francesca Corsi Masi, Qualche riflessione sul libro d'ore mediceo per Lisabetta Sassetti, in Iconografia e liturgia della miniatura occidentale: atti delle giornate di studio sulla storia della miniatura, Firenze, 24 - 26 novembre 2005, «Rivista di Storia della Miniatura», 11, 2007, pp. 251-266). Se le figure dai tratti rapidi si rifanno al modo più corsivo di certe miniature attribuite a Francesco d’Antonio del Chierico e alla sua bottega, la figura di David salmista a c. 199r, effettivamente più curata e fine nell’esecuzione come aveva ben notato Freuler, suggerirebbe un intervento diretto di Francesco stesso nella decorazione del manoscritto realizzato forse in altre parti da un artista della bottega. Francesco è peraltro noto per la sua capacità di cambiare registro stilistico ed alternare scene realizzate con un segno grafico e sottile, dei tratti abbreviati e rapidi ad altre nelle quale si esprime con caratteri più curati e monumentali.
Provenienza del manoscritto: Collezione Galante; Pregliasco, Torino; dal 1970 nell’attuale collezione.
Acquisizione del manoscritto: Pregliasco-Torino, acquistato da un collezionista privato che ha depositato alla Bibliothèque de Genève la sua collezione “Comites Latentes”.
Bibliografia:
Ch. Lacaze, Catalogue dactilographié du fonds Comites Latentes conservé à la Bibliothèque publique et universitaire de Genève, 1981-1985;
«Manifestatori delle cose miracolose». Arte italiana del ‘300 e ‘400 da collezioni in Svizzera e nel Liechtestein, catalogo di Gaudenz Freuler, 1991, pp. 267-269 cat. 104;
L.M. Pasini, Bibliothèque publique et universitaire de Genève Comites Latentes 54. Un libro d’ore fiorentino del Rinascimento, thèse sous la dir. de M.G. Ciardi Duprè dal Poggetto, Università degli Studi di Firenze, 2002-2003;
La Renaissance italienne. Peintres et poètes dans les collections genevoises, sous la dir. de Michel Jeanneret et Mauro Natale, Genève 2006, pp. 276-279.