St. Gallen, Stiftsbibliothek
La Biblioteca del monastero di San Gallo è una delle più antiche biblioteche monastiche del mondo, nonché la parte più importante del patrimonio mondiale dell’UNESCO dell'area abbaziale di San Gallo. Il suo prezioso fondo mostra lo sviluppo della cultura europea e documenta l'attività culturale del monastero di San Gallo dal VII secolo fino alla soppressione dell'abbazia, avvenuta nel 1805. Il cuore della biblioteca è costituito dalla collezione di manoscritti, con il suo straordinario corpus di manoscritti carolingi-ottoniani (dall’VIII fino all’XI secolo), una significativa collezione di incunaboli e un fondo crescente di opere a stampa dal XVI secolo fino ad oggi. Il progetto e-codices è stato co-fondato dalla biblioteca del monastero di San Gallo. Con la sua celebre sala barocca, nella quale vengono allestite mostre temporanee, la biblioteca del monastero di San Gallo è tra i più visitati musei della Svizzera.
Il codice miscellaneo, con qualche probabilità nel monastero di S. Gallo nel XII secolo, contiene nella prima parte (pp. 1-50) estratti dagli scritti dei Padri della Chiesa (Agostino, Gregorio Magno, Gerolamo ecc.) sulla Chiesa (de catholica ecclesia) e sul sacramento del battesimo. Nella seconda parte (pp. 51-88) segue una copia dell'opera Prognosticum futuri saeculi di Giuliano da Toledo (intorno al 644-690), tramandato anche nel Cod. Sang. 264. Quest'opera rappresenta il primo tentativo della Chiesa cristiana di formulare una visione sulla morte e sugli ultimi momenti. Alla fine del manoscritto, la cui pergamena da p. 99 in avanti presenta dei buchi sempre più grandi, si trova un certo numero di testi liturgici sul rituale, cioè sui paramenti liturgici dei vescovi, sulla messa o sulla scomunica.
Online dal: 23.09.2014
Il manoscritto contiene le Sentenze di Magister Bandinus, autore di un riassunto dei Libri quatuor sententiarum di Pietro Lombardo. Come nota Ildefons von Arx (p. 1), il testo è identico a quello del Cod. Sang. 769 ad eccezione del quarto libro che, come quello del Lombardo, è dedicato ai sacramenti (pp. 147-186). Copiato su due colonne, rubricato e decorato con semplici iniziali rosse all’inizio dei capitoli, il testo è stato rivisto, corretto e integrato da aggiunte.
Online dal: 22.09.2022
I sermoni costituiscono il fulcro di questo manoscritto composito con testi di teologia morale. Il testo è scritto da più mani. Le iniziali del primo testo, frammentario e scritto a piena pagina, non sono state eseguite (pp. 29-74). Fa seguito (pp. 79a-102b), con il titolo De purificatione nel margine superiore, Sanctificavit tabernaculum suum [1 Par 22,1] Altissimus... su due colonne. I concetti dello specchio confessionale a piena pagina De septem viciis, che inizia con Superbia est tumor... (pp. 105-120), sono illustrati con sei alberi a rami neri e rossi con motivi geometrici sui fusti (pp. 107, 109, 111, 113, 115 e 120), e con definizioni racchiuse in cerchi a p. 117. Segue la dottrina sulla virtù Modus vivendi secundum deum a piena pagina (pp. 121-124). In seguito è trascritta la lettera di un magister Samuel a un rabbino Ysaak, che sarebbe stata tradotta in latino da un frate spagnolo di nome Alfonsus Boni Hominis. È trascritta a piena pagina alle pp. 125-153. I successivi Sermones de sanctis del cistercense Konrad von Brundelsheim (Soccus) sono scritti in gotica corsiva («ältere gotische Buchkursive») alle pp. 173-389 e sono spesso corretti e annotati. La prima iniziale è rossa, le altre non sono eseguite o sono marroni (comprese quelle con fondo decorato a penna alle pp. 218, 247 e 323). A p. 219 si trova un segnacolo e a p. 266 una manicula. Da ultimo si trova il Tractatus de passione Domini di Michele di Massa (versione Angeli pacis...) con introduzione allegorica e dialoghi (pp. 389-470). Il colophon dell'ultima parte data la conclusione all'8 marzo 1427 (p. 470). Il cartellino con la segnatura «T 17» presente sulla legatura di assi in legno, rivestimento in pelle e capitelli intrecciati, corrisponde allo schema delle segnature del catalogo della biblioteca di S. Gallo del 1461, indicando quindi che questo volume è stato probabilmente assemblato e rilegato intorno alla metà del XV secolo. Il bibliotecario di S. Gallo Jodokus Metzler ha incollato un foglietto con l’indice all’interno del piatto anteriore. Le pp. 1-8, 17-24 e 169-172 sono rigate per accogliere un testo contornato da un commento, ma il testo non è presente. Le pp. 9-16, 25-28, 49-54, 75-78, 103-104, 155-168 e 471-483 sono invece completamente bianche. A p. 484 si legge una annotazione. Il foglio con le pp. 53-54 è staccato. Tra le pp. 180 e 181 si trovava un piccolo frammento sciolto di scarto con una mano disegnata.
Online dal: 06.09.2023
Il manoscritto è composto da più parti e comprende più testi di contenuto diverso. La prima parte (pp. 1-106), in carta, contiene un libro sinodale (pp. 1-81), nonché le Auctoritates sanctorum (pp. 82-105) le quali, secondo il colophon (p. 105a), furono copiate da Johannes Gaernler nel 1378 o 1379. Al di sotto il colophon vi è un disegno, forse opera del copista, di un uomo (un re?) che regge una coppa. Seguono diversi fascicoli in pergamena (pp. 107-224) con sermoni, disposizioni relative alla penitenza, ecc. che datano in parte al XIII e in parte al XIV secolo. La parte finale del manoscritto, su carta (pp. 225-471), contiene, accanto al penitenziale di Johannes de Deo (pp. 284-315), sermoni, testi ascetici e teologici (pp. 316-471) copiati nel XIV secolo. Secondo una nota di possesso (p. 471) il manoscritto, o l'ultima parte di esso, è stato ritrovato al più tardi alla fine del XV secolo nell'abbazia di San Gallo. La legatura floscia presenta sul dorso un bel motivo a intrecci.
Online dal: 22.09.2022
Questa raccolta di questioni scolastiche comprende principalmente domande sulla dottrina dei sette sacramenti, ma alla fine (p. 140b) anche sui dieci comandamenti. La textualis, su due colonne, è strutturata con lombarde rosse, titoli e lettere iniziali rubricate. Le frasi interrogative (sopratutto subordinate) sono marcate da segni di paragrafo rossi. Sul verso della carta di guardia posteriore (p. 142) si trova il timbro della biblioteca dell’epoca dell’abbaziato di Diethelm Blarer di S. Gallo (1553-1564). La coperta anteriore della legatura di assi di legno è rivestita in pelle chiara. Il rivestimento marrone scuro del dorso, che ricopre in parte la coperta anteriore, reca tracce di un ferro con un mezzo ovale. La controguardia anteriore è costituita da un frammento di pergamena, incollato al rovescio, contenente un testo giuridico chiaramente leggibile, che menziona l'arcivescovo di Reims e il vescovo di Laon.
Online dal: 06.09.2023
Il tema principale trattato in questo volume composito in latino e tedesco è quello dei sermoni. Si compone di cinque parti di diverso formato (parte I: pp. 5-48; parte II: pp. 49-84; parte III: pp. 85-108; parte IV: pp. 109-144; parte V: pp. 145-156), scritte da mani diverse in minuscola gotica di vari moduli. Sono state identificate le seguenti opere: la prima parte contiene i sermoni latini di Bertoldo di Ratisbona, ovvero quattro Sermones de dominicis (pp. 5-17) a piena pagina e, su due colonne, un altro Sermo de dominicis, cinque Sermones de sanctis e un Sermo ad religiosos (pp. 21a-28b). La seconda parte inizia con il sermone su Io 18,1 Quando hominem... (pp. 49a-67b, Hamesse 25446). La terza parte contiene cinque sermoni in latino e tedesco con una preghiera per un papa Benedetto (pp. 98-108). La successiva quarta parte presenta il Dialogus Beatae Mariae et Anselmi de passione Domini (pp. 109-124), attribuito nel medioevo all'arcivescovo Anselmo di Canterbury. La legatura con assi in cartone del XVII o XVIII secolo presenta una coperta in pelle bianca con doppi filetti e due nastri di chiusura in stoffa verde, di cui sono ancora visibili solo gli inizi. L'indice di Pius Kolb è stato completato da Ildefons von Arx (p. 1).
Online dal: 06.09.2023
Il primo fascicolo contiene vari testi, scritti in maniera non regolare (pp. 5-20). Dopo un breve testo a piena pagina, De excommunicatione (p. 22), si trova il De audienda confessione di Jean Gerson (pp. 23a-70a). Seguono le due opere attribuite nel medioevo ad Agostino, De spiritu et anima (cap. I-XXXIII alle pp. 70a-92b) e Speculum (pp. 92b-109b), il De gratia et libero arbitrio di Bernardo di Chiaravalle (pp. 110a-138a), il De compositione hominis exterioris di Bonaventura con il titolo Speculum monachorum (pp. 139a-154a) e il De quattuor virtutibus cardinalibus di Lucio Anneo Seneca (pp. 154a-166b). Le pp. 23a-109b sono scritte in textualis su due colonne con rubriche in rosso, alternanza di iniziali filigranate rosse e blu e segni di paragrafo. Alle pp. 110a-166b l'inchiostro rosso è stato utilizzato solo per le scritture distintive. Tra le pagine 6 e 7 è incollato un foglietto con annotazioni. Le distinctiones sono spesso raffigurate graficamente nel margine inferiore (pp. 30-34, 72-76, 82-85, 111, 113, 121). Nello specchio di scrittura della colonna ‚a' di p. 138 è iscritta una tavola con cifre, e nella colonna ‚b' vi è una prova di penna (ANNO con ghirigori). Sono presenti numerosi commenti marginali. La legatura con assi in cartone del XVII o XVIII secolo ha una coperta in pelle bianca con doppi filetti e due nastri di chiusura in stoffa verde. L'indice è di Pius Kolb (p. 1).
Online dal: 06.09.2023
Questo volume a contenuto teologico-morale contiene una prefazione (pp. 1-4) con un indice alfabetico (p. 2a-4d), nella parte principale una somma dei casi di coscienza in ordine alfabetico con articoli sui singoli lemmi da Acadia a Yroina [sic], ciascuno contrassegnato da una lombarda rossa, che si estende da poche righe a diverse pagine (pp. 4-265), e un indice alfabetico (pp. 266-268b). Lo scriba, frate Rudeger de Casle, che utilizza una gotica corsiva («ältere gotische Buchkursive») su 40 righe per pagina con lombarde rosse, data nel colophon (p. 268b) il completamento del lavoro al 14 dicembre 1351. Il precedente proprietario era nel 1450 Ulricus Horchentaler (p. 268b). Tra le pp. 16 e 17 è inserito un foglio che tramanda sul recto un estratto di un commento al De anima (III, cap. 2, 427b1-428a1), e sul verso una rappresentazione ramificata delle potenze. Sono presenti annotazioni marginali. La coperta floscia è costituita da un rivestimento in pelle verde (o blu) irrigidita inserendo almeno due fogli di pergamena incollati tra loro. Come controguardie anteriori e posteriori sono state utilizzate maculature in pergamena di un indice scritto su almeno due colonne.
Online dal: 06.09.2023
Il contenuto principale di questo volume è costituito dalla Summa de virtutibus et vitiis di Guglielmo Peraldo (pp. 9a-290b). Il testo principale è scritto su due colonne in una textualis molto piccola (50 righe per pagina) con iniziali in rosso, blu o filigranate rosso-blu. Sulle pagine bianche (pp. 291a-296b) è stata aggiunta già nel XIV secolo una piccola raccolta di sermoni. Alle pp. 5a-7b si trova un indice, in parte con l'aggiunta di riferimenti alle pagine. Il volume è molto ben referenziato: i titoli delle pagine e i numeri delle colonne in rosso fanno parte del progetto iniziale. All'inizio e alla fine si trova un indice alfabetico (pp. 3a-4b e 297a-298a) realizzato da una mano verosimilmente del XV secolo. A p. 298 è impresso il timbro della biblioteca dell’epoca dell’abbaziato di Diethelm Blarer di S. Gallo (1553-1564). Più mani hanno apportato titoli e notazioni marginali. Sulla controguardia anteriore (p. 2!) si legge il titolo Summa virtutum. La legatura in cartone è rivestita in pelle marrone; il capitello è cucito in rosso e verde.
Online dal: 06.09.2023
La parte più consistente di questo volume (pp. 2-119) è costituita dal De casibus reservatis di Hermannus da Praga. Seguono dei proverbi latini (pp. 119-120) e un'istruzione di preghiera in tedesco per l’ora Nona della Liturgia delle ore (p. 120). Il testo è scritto a piena pagina in textualis, con lombarde e titoli in rosso. Il testo successivo – secondo l'intestazione un commento a Gal 6,14 (pp. 121-136) – inizia con dei caratteri ancora più piccoli (30 righe per pagina). Le pp. 137-154 sono cartacee e copiate da una mano più tarda fino alla p. 145. A p. 147 si legge: Balthassar Schmid von Diessenhofen ... 1549. Sulle controguardie vi sono le impronte di un testo con piccoli caratteri. La legatura con assi in legno ha un rivestimento in pelle rossa con resti di una chiusura a occhiello, con un'unica bindella in pelle.
Online dal: 06.09.2023
Esemplare completo delle Sententiae di Pietro Lombardo († 1160). I titoli dei capitoli si trovano rispettivamente raccolti all'inizio di ogni libro (pp. 3-5, 91-93, 170-171, 229-231). Con alcune iniziali con figure in rosso con verde, blu e giallo pallido (p. 6: messa e sinagoga con ecclesia; p. 172: Annunciazione; p. 232: Buon samaritano) e numerose iniziali filigranate rosse e blu. Molte annotazioni marginali. Alle pp. 325/326, capovolta, scrittura sbiadita del XV secolo (?); all'interno della coperta posteriore impronta di due pagine di un manoscritto carolingio, in parte almeno da Origene Homilia VIII in Ezechielem.
Online dal: 22.03.2018
I Libri sententiarum di Petrus Lombardus formano il contenuto di questo manoscritto cartaceo monografico, scritto da più mani in scritture tra la bastarda e la gotica corsiva («jüngere gotische Buchkursive»). La copia del primo libro si interrompe alla Distinctio 42, ma con il colophon Explicit liber questionum super primum [sc. librum] sententiarum anno domini 1422 (p. 239). Ci sono sei fogli bianchi un po' più piccoli rilegati, probabilmente per completare il testo (pp. 149-160). Anche alla fine del volume ci sono dodici fogli bianchi, ma delle stesse dimensioni. Le iniziali non sono state eseguite in nessun punto. Da p. 165 in avanti il recto dei fogli reca il titolo (pp. 460-483) e il numero del libro. Sia sul piatto anteriore che posteriore della legatura vi sono le tracce di cinque borchie. Sia sul taglio inferiore che superiore è presente il titolo: Sententiarum. Il solido volume è inserito in massicce assi di legno. Il capitello è intrecciato. All’interno del piatto anteriore, ora libero, è visibile l'impronta di una maculatura usata in precedenza. Parti del margine su diverse pagine sono spezzate, con poca perdita di testo (pp. 175, 176, 181-200, 219-246, 317-332).
Online dal: 06.09.2023
Il manoscritto costituisce un esemplare completo dei quattro libri delle Sentenze (Libri quatuor sententiarum) di Pietro Lombardo (pp. 4-430), preceduti e seguiti da una serie di versi latini, in parte in esametri leonini (pp. 3 e 430-431). Questa bella copia del XIII secolo, su due colonne, è completamente rubricata. I nomi abbreviati degli autori citati nel testo sono anche copiati in rosso nel margine. Le citazioni sono talvolta indicate da un lungo tratto verticale rosso, a volte terminante con un fiore. Il prologo (p. 4a) e i quattro libri delle Sentenze (p. 8b, 126b, 237a e 315a), così come le tavole dei capitoli dei libri II e III (p. 123a e 235a), sono introdotti da un'elegante iniziale rossa o bicolore rossa e nera. Il manoscritto si presenta con una rilegatura in legno del XV secolo, tipica dell'abbazia di S. Gallo.
Online dal: 22.09.2022
Manoscritto miscellaneo di contenuto principalmente storico e agiografico. I testi sono stati scritti tra il 1450 e il 1550 e nel 1573 riuniti in un volume dal monaco di S. Gallo Maurizio Enk. Oltre ad un anonimo Dialogus de sectis, numerose leggende di santi in tedesco, parti di una cronaca di Strasburgo di Giacomo Twinger di Königshofen o decreti sinodali di Costanza del 1491, il manoscritto contiene alle pagine 283 fino a 288 – senza titolo e iniziando praticamente senza interruzione alla fine del testo precedente – 30 brevi racconti stesi intorno al 1500 riguardanti atrocità commesse dal principe della Valacchia Vlad III Tepes (l’Impalatore; 1431-1476), il quale, come rappresentante dell’Ordine del Drago, portò anche il nome di Dracula. Questo testo su Dracula è tramandato altrimenti solo in tre altri manoscritti: nella biblioteca monastica di Lambach in Alta Austria, nella British Library di Londra e nella Biblioteca municipale di Colmar.
Online dal: 31.03.2011
Questo manoscritto composito è costituito da cinque parti vergate da più mani (parte I: pp. 1-50; parte II: pp. 51-86; parte III: pp. 87-110; parte IV: pp. 111-254; parte V: pp. 255-316). All'inizio della prima parte si trova un sermone De digitate sacerdotale, che usa quale tema Is 60,8 (pp. 1a-2b) e le Quaestiones sui sacramenti (pp. 3a-40a). Le singole Quaestiones sono contrassegnate ciascuna da una lettera «Q» lombarda rossa, in cui talvolta è disegnato un volto (pp. 18, 21a). Nel colophon (p. 40a), Conradus Jud di Zurigo (Thuregum) in Uznach è indicato come colui che ha terminato di scrivere le Quaestiones nella prima ora dell'8 gennaio 1410. Seguono due sermoni, De dedicatione (pp. 40a-44a) e De dignitate sacerdotale (pp. 44a-50b). La seconda e la terza parte contengono ciascuna sermoni de tempore (pp. 51a-85b). Lo stesso vale per la quarta parte, con sermoni di Nicolaus de Lyra Postilla super evangelia: il testo tramanda due volte il sermone III, 1 (Hamesse II, 254, n. 14807) a p. 111a e 113a. In mezzo, a p. 112, c'è una presentazione tabellare delle letture per l'estate e l'Avvento. A p. 184 delle glosse in lingua alto-tedesca protomoderna descrivono il campo semantico ‘Ausdruck von Trauer’. Il testo della Postilla si interrompe a p. 240a. Sulle p. 241-254 vi è unicamente la rigatura per un testo a piena pagina. Segue la quinta parte con il Liber de informatione electorum di Nicolaus Andreae de Civitate Theatina (Hamesse I, 7, n. 115) (pp. 255a-314b). Il volume presenta numerose maniculae (pp. 13, 14, 17, 34, 51, 55, 60, 65, 73, 90, 142, 152) e titoli nei margini, soprattutto numerazioni. Estese note marginali si trovano alle pp. 78, 79, 214 e 255; a p. 84b-85b un’aggiunta con annotazioni marginali. Le pp. 86 e 300 sono completamente bianche. La pagina 299/300 è larga solo una colonna. Sul foglio aggiunto (p. 316), capovolto, vi è un documento datato 15 giugno 1553, che cita il gerosolimitano Johannes Wick e il sacerdote Thomas Molitor della diocesi di Costanza. All’interno della coperta posteriore si vede l’impronta di un testo a due colonne con segni di paragrafo blu e rossi. A p. 50b è impresso il timbro della biblioteca dell’epoca dell’abbaziato di Diethelm Blarer di S. Gallo (1553-1564). L’indice incollato all'interno del piatto anteriore è del bibliotecario di S. Gallo Jodokus Metzler. Il volume ha una legatura in assi di legno ricoperti di pelle chiara e due resti di fermaglio in pelle sul piatto anteriore.
Online dal: 06.09.2023
Il manoscritto composito in-folio è vergato a piena pagina in una bastarda con cappi. Sulla carta di guardia originale è copiato un evangelistario frammentario anche in scrittura bastarda con cappi (Mc 16,1; Lc 24,13; Lc 24,39; Io 21,1; Io 20,11 alle pp. 3a-4b). La sezione principale, con delle definizioni teologiche morali e dei trattati più brevi (pp. 5-297) ha come primo corredo una numerazione al centro (1-150) e un indice associato (pp. 297-301). Questo indice è preceduto da una dossologia e da una maledizione in forma di poesia figurata, che contrappone la salvezza dello scriba e quella del ladro di libri (p. 297). Sull’ultima pagina e sul foglio di guardia posteriore è trascritto un sermone per la festa di Ognissanti (pp. 302a-303b). Sul verso di questo foglio chiudono il volume una leggenda del viaggio dei Trenta pezzi d'argento da Abramo al tradimento di Giuda (p. 304a) e un'annotazione di pegno: il precedente proprietario, Hans Rich, prevosto di Mosnang, ha dato in pegno il libro nel 1573 per quattro fiorini e dieci scellini (p. 304b). Nella stessa colonna è impresso il timbro della biblioteca dell’epoca dell’abbaziato di Diethelm Blarer di S. Gallo (1553-1564). All’interno della coperta sia anteriore che posteriore sono visibili le impronte di un calendario. L’indice all’interno della coperta anteriore è stato incollato dal bibliotecario di S. Gallo Jodokus Metzler. Manca il foglio con le pagine 1/2. Sulla legatura di assi lignee con coperta in pelle marrone e capitello intrecciato sono visibili i fori di cinque borchie rotonde, rispettivamente sull’asse anteriore e posteriore. Sull’asse posteriore del libro sono attaccati i resti di due fermagli, ciascuno con un chiodo decorativo a forma di fiore a quattro petali (XV o XVI secolo). Sull’asse anteriore sono visibili due fori per il fissaggio dei due fermagli.
Online dal: 06.09.2023
Questo manoscritto composito con testi sulla logica e la dialettica aristotelica (AL 1160) è stato impaginato in modo uniforme, vergato in textualis da mani diverse e riccamente annotato di glosse marginali e interlineari. La prima parte comprende l'Isagoge di Porfirio (pp. 1-17), gli scritti di Aristotele Categoriae (pp. 17-46) e De interpretatione (pp. 46-63) nella traduzione di Boezio, la compilazione aristotelica anonima del XII secolo Liber sex principiorum (pp. 63-78) e l'opera De divisione di Boezio stesso (pp. 78-96). La seconda parte inizia con il De differentiis topicis di Boezio (pp. 97-148). La terza parte contiene i Topica di Aristotele nella traduzione di Boezio (pp. 149-287). Segue il De sophisticis elenchis (pp. 288-322) di Aristotele nella traduzione di Boezio. La quarta parte inizia con l'Analytica priora di Aristotele nella traduzione di Boezio (pp. 323-392). Il resto di p. 392 è ancora rigato, ma per il resto è vuoto. La p. 393 è completamente bianca. La p. 394 è stata utilizzata per delle annotazioni. La quinta parte contiene la traduzione latina degli Analytica posteriora di Aristotele (pp. 395-434). La rilegatura ha una copertina verde (o blu) decorata con grandi rombi (filetti o a inchiostro). Il capitello è cucito in blu naturale. In origine il volume aveva due ganci di chiusura con un semplice chiodo sulla superficie del piatto posteriore. All’interno del piatto anteriore sono annotati diversi nomi: dasz buch ist [cancellato] wirt oder sinez bruoder [sic] [...] Rug Hanns [...] Jacob Wirt von Sant Gallen [...] Maister Cuonrat [...]. A p. 41 è impresso il timbro della biblioteca dell’epoca dell’abbaziato di Diethelm Blarer di S. Gallo (1553-1564). Si trovano disegnate delle maniculae (pp. 36, 93, 276, 302, 352, 416, 432 e 434), procedure topiche (p. 132), una scena di torneo (p. 241), una banderuola con l'anno ·1·5·6·7 (pp. 244, 245), nudi (pp. 254, 432, controguardia posteriore), vignette (p. 300), una secante (p. 350), predicamenti (p. 354, 366) e corone (controguardia posteriore).
Online dal: 06.09.2023
Copia delle Categorie (Categoriae) e della Ermeneutica (De interpretatione) di Aristotele in lingua latina, cui fanno seguito i relativi commentari di Boezio ad entrambe le opere. Tra i due è trascritto il poema di Remmius Favinus (?) sui pesi e le misure De ponderibus et mensuris. Il manoscritto, decorato da tre belle iniziali (p. 44, 203 e 221), è stato scritto nel sec. XI, almeno parzialmente nel monastero di S. Gallo.
Online dal: 15.04.2010
Copia delle Categorie (Categoriae) e dell’Ermeneutica di Aristotele nella versione commentata latina di Boezio, con la traduzione ed il commento in antico tedesco del monaco e letterato di S. Gallo Notker il Teutonico († 1022); scritto nel sec. XI nel monastero di S. Gallo. Il manoscritto contiene inoltre la copia di due opere di Cicerone: Topica e De optimo genere oratorum.
Online dal: 15.04.2010
Manoscritto a carattere scolastico dall’abbazia di S. Gallo contenente testi inerenti le materie di insegnamento della dialettica e della retorica. Il manoscritto tramanda delle copie del commento di Boezio alle categorie e all’ermeneutica di Aristotele, un estratto dal trattato di retorica di Alcuino († 804) con numerose raffigurazioni schematiche, ed estratti dalle opere di Cicerone De inventione e De optimo genere oratorum. I testi vennero copiati intorno alla fine del sec. IX e nel sec. X e contengono numerose glosse in latino e antico tedesco così come molte glosse stese con uno stilo risalenti ai sec. X fino al XII.
Online dal: 21.12.2009