Raccolta di testi concernenti la storia delle abbazie di Bellelay e di Lucelle raccolti da Joseph Trouillat quando era bibliotecario presso il collegio di Porrentruy, datata 1839 (p. V2): De Bellegagiensi monasterio (pp. 1-7); Relation de l'invation de l'abbaye de Bellelay par les troupes françaises 15 novembre 1797 par le père Voirol – questo nome è cancellato e sostituito da quello di Marcel Helg, vecchio monaco di Bellelay (pp. 8-61) ; Notes diverses sur Bellelay, del padre Voirol (pp. 61-102), seguite da sigilli incollati con stemmi (p. 105) o da stemmi dipinti (pp. 111, 113, 115, 117); Notes sur l'ancienne abbaye de Lucelle, redatto in latino, con annotazioni in francese e gli stemmi dipinti dei diversi abati (pp. 121-220), così come dei sigilli aderenti (p. 192) o di un sigillo in cera (p. 208); diverse traduzioni in francese di atti in latino fatte dall'abate Grégoire Voirol (pp. 221-236).
Online dal: 14.06.2018
Iniziata nel 1620 da Jean Henri Vest quando si stabilì a Friburgo in Brisgovia (iniziali a pag. 1), la raccolta fu originariamente concepita come uno Stammbuch (libro di famiglia) che registrava la genealogia e le alleanze della famiglia Vest, con i relativi stemmi. Lo stemma «aumentato» concesso a titolo onorifico dall'imperatore Rodolfo II nel 1582 al conte palatino Jean Vest, padre di Jean Henri, vi è ripetuto più volte. La raccolta, portata a Porrentruy nel 1667 da Humbert Henri Vest, passò nelle mani dei Grandvillers a seguito del matrimonio di sua figlia Marie Hélène Vest (1693-1761), ultima rappresentante del ramo locale, con Frédéric François Ignace Xavier Grandvillers (1690-1727) nel 1716. I Grandvillers lo completano con i loro stemmi e quelli delle famiglie imparentate (pp. 51-85 e 138-139 ecc.). Nato e morto a Delémont, l'avvocato Conrad de Grandvillers (1813-1880), pronipote di Marie Hélène Vest e ultimo a portarne il nome, fu anche l'ultimo della sua famiglia a possedere questa raccolta, come indica la firma «de Grandvillers avocat» (p. 1). È forse a lui che si deve l'aggiunta, nel XIX secolo, di alcuni altri stemmi privi di legami familiari (pp. 277-281), forse con lo scopo di trasformare la collezione in un liber amicorum o, più in generale, in un Armorial jurassien, titolo aggiunto alla legatura, probabilmente nel XIX secolo. Il fatto che alcuni stemmi associati alla famiglia Vest siano stati ritagliati e rincollati su altre pagine (pp. 89-95) suggerisce una rielaborazione piuttosto significativa della raccolta in data sconosciuta.
Online dal: 06.09.2023
Louis Philippe, imbianchino e tappezziere di Delémont, realizzò due versioni dello stesso progetto di Armorial de l'ancien évêché de Bâle – questa e una seconda versione posteriore (N.C.6) – entrambe conservate presso la Bibliothèque cantonale jurassienne. In entrambi i casi, la raccolta è costituita principalmente da stemmi dipinti dall'autore. Questo esemplare doveva originariamente essere suddiviso in grandi libri, i primi tre dei quali sarebbero stati dedicati rispettivamente ai vescovi, agli Stati e alla nobiltà feudale. Tuttavia, con lo scorrere delle pagine la raccolta ha perso rapidamente la sua coerenza e sono stati aggiunti altri stemmi, la maggior parte dei quali incollati dall'autore in base alle fonti a cui aveva accesso (cfr. c. 176v) e allo spazio disponibile. Egli inserì anche fotografie, ricalchi e persino firme e sigilli originali tratti da documenti d'archivio o da materiale a stampa. Fu chiaramente la natura composita dell'insieme che spinse Philippe a iniziare la compilazione di una seconda raccolta più coerente (N.C.6).
Online dal: 06.09.2023
Ritiratosi per motivi di salute nel 1905, l'abate Daucourt (1849-1926), stabilitosi a Delémont, iniziò nello stesso anno a lavorare a un Armorial de Porrentruy. Completata nel 1907, la raccolta era destinata alla biblioteca della città, di cui era cittadino. Interamente dipinta, questa collezione di 118 tavole costituisce una raccolta di stemmi, soprattutto nobiliari, legati alla storia locale. Include anche riproduzioni di sigilli, bandiere e firme. Poco affidabile scientificamente, questo armoriale testimonia soprattutto il rinnovato interesse per l'araldica sviluppatosi nel XX secolo, sullo sfondo dell'affermazione dell'identità giurassiana, di cui l'abate Daucourt fu uno degli esponenti di punta.
Online dal: 06.09.2023
La raccolta è il risultato di una selezione ordinata del materiale raccolto nella versione precedente (A3754). È costituita da stemmi, la maggior parte dei quali accuratamente dipinti direttamente nella raccolta o incollati, integrati da riproduzioni ottenute con vari procedimenti (fotografie, litografie, ricalchi ecc.), e anche da alcuni originali (firme). L'armoriale era originariamente concepito per essere suddiviso in più libri: i vescovi (2r-29v), gli Stati (30r-35v) e la nobiltà feudale (da c. 36r). Tuttavia, da c. 103r in avanti la coerenza tende a perdersi con l'aggiunta degli stemmi di famiglie borghesi di Delémont, poi di stemmi religiosi legati alle abbazie di Bellelay (117r-122v) e Lucelle (123r-127v). Da c. 134r in avanti, l'armoriale è dedicato ai sigilli: dei vescovi (134r-143v), dei religiosi (144r-146v), delle città e delle signorie (148r-151v e 155r), della nobiltà (152r-154v), a cui si aggiungono monete e medaglie (156r-157v). Si conclude con una serie di annotazioni (162r-198v) e commenti ai documenti riprodotti nelle sezioni precedenti.
Online dal: 06.09.2023
Il messale proviene dalla chiesa di Glatt an der Glatt, nella Germania meridionale, un possedimento del monastero di Muri. E' stato realizzato nella seconda metà del XIII secolo. Numerose annotazioni marginali dei secoli XIV-XV attestano un uso intensivo.
Online dal: 20.12.2016
Il Missale speciale venne allestito nel 1333, probabilmente nel monastero di Muri, per la cappella di S. Lorenzo a Wallenschwil. Contiene i testi per quelle messe che venivano celebrate in questa cappella nel corso dell'anno.
Online dal: 20.12.2016
Il libro d'ore proviene da un convento femminile francescano bavarese. Contiene l'ufficio della Madonna, i salmi penitenziali e l'ufficio per i morti. La sua presenza a Muri è attestata dal 1790.
Online dal: 08.10.2015
Questo ciclo di miniature della prima metà del sec. XII è opera di due artisti. A giudicare dalle incisioni previste per l'inserimento in un fascicolo, il ciclo era dapprima rilegato in un manoscritto; forse era anteposto ad un salterio.
Online dal: 22.06.2010
Questo manoscritto di grande formato del XIV secolo contiene, nella versione più antica, una copia illustrata del “Klosterneuburger Evangelienwerk”, una traduzione tedesca in prosa dei Vangeli, la quale comprende pure gli Atti degli Apostoli e diversi apocrifi neotestamentari. Più di 400 disegni diluiti a penna accompagnano il testo, rappresentando i racconti nel loro ordine. I disegni sono disseminati per tutto il manoscritto secondo diverse proporzioni.
Online dal: 09.12.2008
Il manoscritto cartaceo di grande formato, con la traduzione in tedesco del commento ai Salmi (Postilla super Psalterium) del francescano Niccolò di Lira, fu donato alla Stadtbibliothek nel 1646 da Sebastian Grübel (nota di donazione f. 2r). Contrariamente a quanto finora ritenuto, non fu Heinrich von Mügeln il responsabile della traduzione, ma un anonimo cui è stato attribuito il nome di «Österreichischer Bibelübersetzer», considerato anche l'autore del «Klosterneuburger Evangelienwerk» (cfr. Stadtbibliothek Schaffhausen, Gen. 8). Il manoscritto, scritto in alemanno alto nord-orientale, è stato probabilmente redatto nel terzo quarto del XV secolo nella Germania sud-occidentale da almeno due mani in una libraria corsiva. La decorazione si limita a delle lombarde rosse, in parte con filigrana (f. 178v), e a un'iniziale di cinque righe con foglie e fiori verdi (f. 2r).
Online dal: 14.12.2022
Parte della bibbia completa in quattro tomi elencata nell'inventario dei libri del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v), dei quali se ne sono conservati tre (Min. 2, Min. 3, Min. 4). Contiene Samuele, Libro dei Re, Cronache. Su due colonne, vergato da una mano, con numerose correzioni su rasura. L'iniziale I della pagina dell'incipit (f. 7v), corrispondente a 24 linee, la F della pagina iniziale (f. 10v) corrispondente a 22 linee e le iniziali con tralci all'inizio dei singoli libri e dei prologhi, sono realizzati a penna con l'inchiostro rosso; si stagliano su dei fondi di colore blu e verde pallido che si distinguono dai colori pastosi presenti nel Min. 3 e Min. 4. I segni di usura e di scoloramento dei ff. 1r e 261v lasciano supporre che il manoscritto rimase slegato fino al XV secolo, quando ricevette la legatura attuale. Quale copertura degli assi di legno venne usata una pelle di Cordova marrone nella quale sono impressi motivi di animali e di piante; gli stessi decorano anche la piattaforma traforata delle due borchie centrali di ottone.
Online dal: 22.06.2017
Parte della Bibbia completa in quattro tomi elencata nell'inventario dei libri del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v), dei quali se ne sono conservati tre (Min. 2, Min. 3, Min. 4). Contiene i libri poetici (Proverbi fino a Siracide), Tobia, Giuditta, Ester, Esra, Maccabei. Su due colonne, vergato da una mano, con molte correzioni contemporanee. Annotazioni marginali più tarde e glosse di varie mani rivelano un uso intensivo del manoscritto fino al sec. XIV. L'iniziale P corrispondente a 15 linee nella pagina di apertura decorata (f. 7v) e le iniziali con tralci all'inizio dei singoli libri e prologhi, sono realizzate a penna con inchiostro rosso. Analogamente al Min. 4, i fondi delle lettere presentano un verde e un blu pastoso che si distingue dai colori più pallidi del Min. 2. Legatura romanica del sec. XII, con linee decorative e due ganci di chiusura.
Online dal: 22.06.2017
Parte di una bibbia latina in quattro volumi in pergamena, realizzata poco dopo il 1080 nello scriptorium del convento di Allerheiligen a Sciaffusa. Presenta numerose iniziali con tralci, una pagina ornata con oro, colori e un'iniziale V (visione di Isaia), e una iniziale V a racemi dorati istoriata (chiamata di Geremia), che lasciano riconoscere l'influsso della miniatura dei manoscritti di Reichenau. Con il ms. Min. 18, il Min. 4 appartiene al gruppo dei più importanti codici del periodo di fioritura di Allerheiligen, quando il monastero, fondato nel 1049, all'epoca dell'abate Siegfried (morto nel 1096) appoggiò la riforma di Hirsau ed a questo scopo fondò una biblioteca.
Online dal: 04.10.2011
Bibbia latina completa su pergamenta fine e molto bianca, scritta e miniata nell'area del lago bodanico nel primo quarto del sec. XIV. I prologhi ed i libri biblici sono introdotti da iniziali di 2-8 righe di testo, incorniciate, la più parte con figure, con colori e oro. All'inizio presenta due pagine illustrate con ciascuna sei medaglioni (disegni a penna colorati) nei quali sono raffigurati episodi dalla storia della creazione fino alla cacciata dal paradiso, l'arca di Noé ed il sacrificio di Isacco. La presenza del manoscritto è attestata a Sciaffusa fin dal sec. XV. Il codice Min. 6 è uno dei più bei manoscritti della Biblioteca ministeriale nel quale pergamena, scrittura e decorazione rappresentano un insieme.
Online dal: 04.10.2011
Evangeliario in pergamena, ralizzato nel sec. X, probabilmente ad Halberstadt. Contiene tavole dei canoni incorniciate da colonne ed archi rossi e raffigurazioni a piena pagina degli evangelisti con i loro simboli disegnati a penna. Il codice Min. 8 è uno dei più antichi manoscritti della Biblioteca ministeriale; la sua presenza è attestata nella biblioteca del monastero di Allerheiligen sin dal 1357.
Online dal: 04.10.2011
Trascrizione su pergamena della prima parte del Commento di Gerolamo ai profeti minori. Il manoscritto ha avuto origine nello scriptorium del monastero di Allerheiligen di Sciaffusa dopo il 1100 e vi ha operato anche un artista non documentabile altrove. Sono opera sua l'iniziale I in oro e colori a tempera nella pagina iniziale (1v): tra racemi drappeggiati con viticci si muovono un orso, due uccelli rapaci e due cani; un leone azzanna un coniglio, un gallo ed una volpe si gustano dei grappoli di uva ed un cacciatore uccide un cinghiale. L'inizio del testo (4r) è stato ornato dallo stesso artista con una iniziale V nella quale quatto animali (un drago, un cane, un uccello rapace ed un capriolo) sono artisticamente intrecciati tra racemi dorati.
Online dal: 19.12.2011
Questo manoscritto contenente 59 lettere di Gerolamo, realizzato nello scriptorium del convento di Allerheiligen di Sciaffusa, è ricordato tra le aggiunte nell'elenco dei libri del monastero di Sciaffusa (Min. 17, f. 306v). Per una datazione intorno al 1100 parlano anche la legatura romanica e lo stile delle iniziali vegetali. Una nota di possesso del 1356 del monastero, e una nota di prestito del frater Jacobus Winkelshan dello stesso anno, attestano un utilizzo del codice nel tardo medioevo.
Online dal: 13.12.2013
Esemplare su due colonne delle Enarrationes in psalmos 51-100 di Agostino, elencato nelle aggiunte all'elenco dei libri del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v), e che, con il Min. 15, completa il più antico Min. 17. Bella pergamena, con la medesima impaginazione a larghi margini del Min. 15, varie mani. La I della pagina di incipit (f. 1r) e la Q della pagina iniziale (f. 3v) sono realizzate in oro e con colori e sono protette da una stoffa cucita sul foglio. La legatura, risalente al sec. XII, fu storicizzata nel sec. XIX.
Online dal: 26.09.2017
Esemplare su due colonne delle Enarrationes in psalmos 101-150 di Agostino, alla cui stesura collaborarono diverse mani. Nonostante si tratti del terzo di tre tomi, il Min. 17 è più antico dei Min. 15 e Min. 16 che lo completano. La I della pagina dell'incipit (f. 1r), la E della pagina iniziale (f. 2v) e la iniziale E con tralci del f. 1v sono disegnate con l'inchiostro rosso il cui fondo è riempito con dei colori blu e verde pallido. Introduce ogni salmo una iniziale a tralci corrispondente a 12-15 righe ad inchiostro rosso. La legatura risale probabilmente al XIX sec. Scolorimenti e rinforzi dei ff. 1r e 307v lasciano supporre che il manoscritto rimase a lungo senza legatura, cosa che forse spiega la perdita di un fascicolo dopo il f. 199. La grande importanza del Min. 17 è data dal fatto di contenere un elenco dei volumi del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (f. 306v), che vennero procurati o realizzati nello scriptorium stesso all'epoca dell'abate Siegfried (morto 1094) e nei primi anni dopo la sua morte, incluso il presente.
Online dal: 26.09.2017
Copia in pergamena del trattato di Agostino sul vangelo di Giovanni, realizzato poco dopo il 1080 nello scriptorium del monastero di Allerheiligen a Sciaffusa. Presenta numerose iniziali con tralci, una pagina ornata con oro, colori, un'iniziale I nel margine ed una iniziale istoriata C con oro (Ultima cena) che lasciano riconoscere l'influsso della miniatura dei manoscritti di Reichenau. Con il codice Min. 4, il Min. 18 appartiene al gruppo dei più importanti codici del periodo di fioritura di Allerheiligen, quando il monastero, fondato nel 1049 all'epoca dell'abate Siegfried (morto nel 1096) appoggiò la riforma di Hirsau ed a questo scopo fondò una biblioteca.
Online dal: 04.10.2011
Esemplare in due colonne del De civitate Dei di Agostino, menzionato nell'elenco di libri del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v), vergato da varie mani, con molte correzioni. Varianti e monogrammi per Nota nei margini. Il volume si apre con una pagina di incipit e una pagina iniziale che presenta una lettera E arabescata, disegnata a penna con inchiostro rosso su un fondo di colore verde pallido. L'inizio di ogni libro è introdotto da iniziali con tralci corrispondenti a 10-12 linee. Tra i ff. 137/138 e 193/194 è andato perduto rispettivamente un fascicolo prima che il codice, come numerosi altri, ricevesse nel XV secolo una nuova legatura in pelle con borchie in metallo, due ganci di chiusura e un titolo sulla coperta anteriore; quali controguardie e carte di guardia (f. 292, 293) vennero usati, così come per il Min. 20, Min. 24, Min. 40, Min. 53, Min. 55, Min. 104, frammenti di un obituario del monastero di Allerheiligen del XIV secolo.
Online dal: 26.09.2017
Accurato esemplare a piena pagine contenente il De trinitate di Agostino, con una pagina di apertura e una pagina con un'iniziale decorata, così come diverse iniziali a tralci vegetali all'inizio dei singoli libri di varie grandezze. Il manoscritto figura nell'inventario della biblioteca del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v). Nel XV secolo il codice, come molti altri, ricevette una nuova legatura in pelle con borchie in metallo e due fermagli; quali controguardie e carte di guardia vennero usati, così come per il Min. 24 e Min. 40, frammenti di un obituario del monastero di Ognissanti del XIV secolo.
Online dal: 23.06.2016
Esemplare a piena pagina, senza decorazione, dei Dialoghi di Gregorio, a cui collaborarono molte mani, e che mostra numerose lacune, così come rasure e correzioni più tarde. Il manoscritto figura nell'inventario della biblioteca del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v) il quale tuttavia, tranne una aggiunta del sec. XII (58 r/v), non è stato scritto a Sciaffusa. Rimane da appurare se sia stato usato da solo, o con altri, quale modello per il Min. 48. Le tracce d'uso sul primo (f 1r) e sull'ultimo foglio (f 121v) lasciano pensare che il manoscritto rimase, così come numerosi altri, senza legatura fino al XV secolo, quando ricevette una coperta in pelle con borchie metalliche e due ganci di chiusura.
Online dal: 13.10.2016
Il manoscritto è composto da quattro parti di diverse epoche. La prima (cc. 1r-59v, seconda metà del XIII sec.) contiene il Breviloquium di Bonaventura; la seconda (cc. 60r-153v, XIII-XIV sec.) degli estratti dal Talmud; la terza (cc. 154r-239v, XIV sec.) dei sermoni del francescano Gualterus de Brugis e lo scritto Pharetra dello Pseudo-Bonaventura, e infine, nella quarta parte (cc. 240r-268v, prima metà XIV sec.), è trascritta la raccolta di prediche Rusticani del francescano Bertoldo di Ratisbona. Di particolare interesse sono le Extractiones de Talmud, che costituiscono il più grande corpus di traduzioni latine del Talmud arrivato fino a noi, prodotto a Parigi nel 1244/1245 nell'ambito della revisione della condanna dell'opera che era stata proclamata nel 1240/1241. Nella versione presente in questo codice le traduzioni sono organizzate non secondo la sequenza dei trattati ma tematicamente, secondo i vari argomenti. La legatura del secolo scorso, nella quale sono state riutilizzate parti di quella antica e che reca tracce della catena, indica che il codice proviene dal convento dei francescani di Sciaffusa.
Online dal: 29.03.2019
Il pontificale contiene, oltre ai tipici testi liturgici, anche delle istruzioni (ordines) per i vescovi nel caso della scelta, designazione e incoronazione di un re o per l'incoronazione di imperatori o imperatrici. Il codice contiene tre disegni a penna a piena pagina con una scena di dedicazione (2v), una scena di incoronazione (29r) e un imperatore in trono sul verso (29v). La menzione nel testo di s. Nonnoso, le cui reliquie furono traslate verso la metà dell'XI secolo nel duomo di Freising, rimanda ad un'origine del codice in un monastero benedettino della Germania sudorientale. Il manoscritto si conserva da più di 900 anni a Sciaffusa dove è menzionato nell'elenco dei manoscritti di Allerheiligen del 1100 circa.
Online dal: 08.10.2020
Prima parte di un breviario ad uso francescano, nella bibliografia in precedenza indicato anche come Horae canonicae, forse destinato ad una clarissa. Scritto nel 1459 su di pergamena di ottima qualità dal famoso copista Johannes Frauenlob. Gli stemmi delle famiglie Schatz e Guldinast di Costanza permettono di trarre delle conclusioni a proposito dei committenti. La ricca decorazione è costituita da iniziali su fondo dorato, iniziali filigranate e decorazione marginale. Presenta 30 iniziali figurate e istoriate realizzate da due artisti stilisticamente chiaramente distinguibili, dei quale il primo si mette in evidenza per la sua maestria, come scrive Bernd Konrad: «Der mit zahllosen Farbpunkten vorgenommene Farbauftrag, die heitere Rankenmalerei […] und auch das geschärfte Verständnis für Fernwirkung bei Landschaftsdarstellungen sind beinahe einzigartig für diese Zeit in der Bodenseemalerei.»
Online dal: 19.12.2011
Seconda parte di un breviario ad uso francescano, nella bibliografia in precedenza indicato anche come Horae canonicae, forse destinato ad una clarissa. Scritto nel 1459 su di pergamena di ottima qualità dal famoso copista Johannes Frauenlob. La ricca decorazione è costituita da iniziali su fondo dorato, iniziali filigranate e decorazione marginale. Presenta 12 iniziali figurate e istoriate realizzate da due artisti stilisticamente chiaramente distinguibili, del quale il primo si mette in evidenza per la sua maestria. Insieme al suo pendant Min. 98 il codice appartiene, come scrive Bernd Konrad: «zu den schönsten Büchern des 15. Jahrhunderts am Bodensee».
Online dal: 19.12.2011
Esemplare contenente estratti dai libri 3 fino a 6 delle Vitas Patrum (Palladio Helenopolitanus, Evagrio Pontico ecc.), trascritto da varie, per la maggior parte inesperte mani, su rozza pergamena con fori e riparazioni, che figura nell'inventario dei manoscritti della biblioteca del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v). Senza decorazione tranne due iniziali con tralci disegnate in rosso con fono di colore azzurro pallido e verde (f. 3r). Lo scolorimento dei ff. 1r e 148v lascia supporre che il manoscritto rimase slegato, finché nella seconda metà del XV secolo ricevette una legatura con pelle gialla e linee decorative. Quali controguardie vennero utilizzati due documenti del 1414 (davanti), rispettivamente 1413 (dietro); la filigrana delle carte di guardia (f. I, 149) è databile al 1455.
Online dal: 22.06.2017
Questo manoscritto del XIII secolo comprende di tre parti. La prima parte contiene opere di Aristotele o dello pseudo-Aristotele in traduzione latina. Nella seconda parte si trova il “De mineralibus” e il “De natura loci” di Alberto il Grande. La terza parte comprende un commento di Michele Scoto all'opera di Giovanni di Sacrobosco sulle sfere celesti, un commento anonimo all'”Aritmetica” di Boezio e un commento di Averroé al “De longitudine et brevitate vitae” di Aristotele. Il manoscritto è annoverato tra i più notevoli oggetti della produzione italiana di libri profani dell'ultimo terzo del XIII secolo e tra i più antichi manoscritti miniati di Aristotele.
Online dal: 24.03.2006
Messale preceduto da un calendario della diocesi di Sion. La decorazione è costituita da iniziali filigranate all'inizio delle feste più importanti (per es. 8r, 14v, 82r, 92r), e da una rozza immagine del Crocifisso nel Canon della Messa (101r). Thomas Züren di Unterwassern, uno dei tre copisti, dichiara nel colophon (193vb) che il volume è stato fatto allestire da Clemens de Ulrichen per l'altare della Madonna in Aragno (Ernen).
Online dal: 13.10.2016
L'imponente graduale comprende il santorale, il comune dei santi, le messe votive e un kyriale. E' all'uso dei Frati Minori, come testimonia la presenza delle feste dei due santi più importanti dell'ordine, s. Francesco d'Assisi e s. Antonio da Padova. Allo stesso modo la prima delle otto iniziali ornate (c. 1r, 7v, 29r, 32r, 34v, 43r, 46v, 121v) conferma l'uso francescano: il D(ominus secus mare) contiene il nome di Gesù sotto forma di trigramma «yhs» circondato da raggi di sole, che è l'attributo del predicatore francescano s. Bernardino da Siena (1388-1440). Le belle iniziale campite su di un fondo d'oro brunito si prolungano con dei lunghi margini cespugliosi composti da foglie e fiori multicolori, con gruppi di pallini dorati raggiati, nei quali appaiono talvolta degli uccelli e delle farfalle (c. 1r, 34v, 46v). La provenienza del manoscritto è completamente sconosciuta. Tutt'al più si può associarlo ad un secondo codice dell'Archivio di Stato del Vallese, l'antifonario francescano AVL 507, dal momento che sono stati rilegati nella stessa bottega nel XVIII secolo, indice di una probabile proprietà comune; la legatura è stata in seguito restaurata da Andrea Giovannini (1989).
Online dal: 10.12.2020
Copiato da una sola mano, l'antifonario (parte invernale del temporale) presenta un certo numero di lacune testuali (manca per esempio l'inizio). Le diverse divisioni dei canti in notazione quadrata sono contrassegnate sia da semplici iniziali alternativamente rosse e blu, sia da iniziali più grandi intarsiate filigranate. Questo manoscritto è inoltre ornato da quattro iniziali istoriate da cui nascono eleganti steli inanellati e rettilinei punteggiati d'oro e che terminano con delle lunghe foglie colorate che si arrotolano e si srotolano (cc. 54v, 89v, 108v, 210r). Cromaticamente e stilisticamente sono vicine alla produzione emiliana della fine del XIII secolo. Invece dell'iconografia tradizionale che mostra il re David in preghiera dinanzi a Dio, l'iniziale che introduce il canto Domine ne in ira (c. 108v) raffigura un religioso con la tonsura – s. Francesco o un francescano? – che si riferisce probabilmente al fatto che questo manoscritto è all'uso dei frati minori. Non si conosce né il convento originario al quale il codice era destinato, né la sua provenienza successiva. Tutt'al più si può associare questa copia ad un secondo manoscritto dell'Archivio di Stato del Vallese, il graduale francescano AVL 506, poiché nel XVIII secolo sono stati rilegati nello stesso laboratorio, il che indica la loro probabile appartenenza comune. La legatura è poi stata restaurata da R. Bommer a Basilea (1998).
Online dal: 10.12.2020
Le parti originali del calendario indicano che il messale è stato scritto ad uso della diocesi di Losanna, mentre le registrazioni successive ne confermano la presenza e l'utilizzo per la celebrazione della messa nella diocesi di Sion al più tardi dal 1300. Ad una possibile origine dall'abbazia di St. Maurice rimanda la presenza di tre particolari sequenze (188v: la sequenza di Teodulfo Collaudetur rex virtutum; 190r: sequenza di Agostino Augustino laude demus e 189r: sequenza di Maurizio Pangat Syon dulce melos). Il Canone della Messa è decorato con un'iniziale miniata, il Vere dignum, e un riquadro con la Crocifissione, la Madonna e s. Giovanni (97v). Le feste più importanti sono introdotte da iniziali decorate su fondo dorato (4v, 13rb, 17ra, 18ra ecc.) Il codice è stato acquistato nel 1981 dall'Archivio di Sato del Vallese sul mercato antiquario.
Online dal: 13.10.2016
Il manoscritto delle Six âges du monde, realizzato in Francia alla fine del XIV o all'inizio del XV secolo, appare dalla fine del medioevo in una delle più importanti biblioteche vallesane, quella della famiglia Supersaxo, oggi conservata nella Médiathèque Valais-Sion e (per quanto riguarda questo manoscritto) negli Archivi di Stato del Vallese a Sion. L'opera è importante per più ragioni. Da una parte, si presenta nella inusuale forma di un rotolo, formato solitamente riservato, tra gli altri, al genere della cronaca universale al quale appartiene. Dall'altro è attraversato, in tutta la sua lunghezza di otto metri, da un complesso albero genealogico che illustra la successione da Adamo alla Natività di Cristo. Accompagnano questo imponente dispositivo grafico numerosi disegni che decorano le colonne ed il cui stile ricorda delle opere parigine. Inoltre questo esemplare non è unico, poiché la Biblioteca di Reims possiede un esemplare analogo (ms. 61), illustrato certamente dalla stessa mano.
Online dal: 22.03.2017
Questo manoscritto, di cui sono scomparsi di primi due fogli, possiede un colophon che si può leggere sul verso dell'ultima carta (299v). Nel colophon, redatto nel XIII secolo, si legge che la bibbia in tre volumi di Valère fu offerta alla comunità dei canonici di Sion intorno al 1195, in occasione della festa dell'Epifania, da Willencus di Venthône, decano della chiesa inferiore di Nostra Signora di Glarier. Quest'opera può essere messa in relazione con alcune bibbie certosine, specialmente con una bibbia in quattro volumi appartenuta ad una figlia della Grande Chartreuse (Grenoble, B.M., Mss 14, 13, 25, 15 rés (19-21 e 25)). In effetti, l'ordine dei libri del Vecchio Testamento della bibbia di Valère corrisponde del tutto a quello della "Bibbia in quattro volumi". Inoltre, l'iniziale della Genesi nella bibbia di Sion è praticamente identica alla "I" della Genesi di questa bibbia certosina.
Online dal: 13.10.2016
Il manoscritto, mutilo alla fine, appartiene alla tipologia delle Bibbie atlantiche prodotte nell'Italia centrale tra la metà dell'XI e la metà del XII secolo, nell'ambito della cosiddetta Riforma gregoriana. Il manoscritto corrisponde al primo tomo di una Bibbia realizzata in due tomi distinti e autonomi, dei quali il secondo è attualmente perduto. La Bibbia atlantica di Sion contiene la prima parte dell'Antico Testamento della Vulgata : Ottateuco (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio, Giosuè, Giudici, Ruth), Re, Profeti maggiori, dodici Profeti minori, Giobbe, Salterio lacunoso della parte finale (Ps 1-93,22a). Il manoscritto è conservato fin dall'origine nell'Archivio del Capitolo cattedrale di Sion, al quale venne verosimilmente offerto dal vescovo Ermenfroid (1055-1087/1092), che figura tra i principali promotori della Riforma gregoriana nelle diocesi di quello che era il Secondo Regno di Borgogna.
Online dal: 21.12.2010
Questo Missale Speciale Sedunense è stato scritto nel 1439 per il vescovo di Sion Gugliemo di Rarogne († 1451) da Giovanni Thieboudi. Oltre al calendario, il codice pergamenaceo contiene il Proprium de tempore, l' Ordo et canon missae, il Commune sanctorum, il Proprium de sanctis (Ilario fino a Tommaso apostolo) e le Missae pro defunctis. In un'appendice si trovano inoltre tre messe votive.
Online dal: 21.12.2010
Questa Bibbia latina portatile contiene l'Antico (cc. 5v-344v) e il Nuovo Testamento (cc. 346r-435v), preceduti dai prologhi di s. Gerolamo all'insieme della Bibbia e al Pentateuco (cc. 4r-5v) e seguiti dall'Interpretazione dei nomi ebraici (cc. 436r-471v). Contiene delle iniziali miniate (cc. 5v, 190v, 364v e 377v), o dorate, o decorate con filigrane rosse e blu; alcuni fogli (2, 3, 345, 357, 472) mancano o sono stati tagliati. Come veniamo a sapere dall'explicit a c. 471v, questo manoscritto venne trascritto nel 1440 da Jean Comte (Comitis) di Warmarens (Vuarmarens, FR), curato di Billens (FR). Il RCap 243 proviene dalla biblioteca dei cappuccini di Sion, ordine istallatosi in questa città dal XVII secolo. Una nota di possesso manoscritta del proprietario sulla controguardia anteriore indica che questa bibbia apparteneva nel 1785 al cappuccino Josef Alexius [Eggo] di Loèche (1761-1840; guardiano a S. Maurice dal 1805 al 1808, a Sion dal 1808 al 1811 e dal 1819 al 1822).
Online dal: 22.03.2018
La Summa super titulis (o rubricis) Decretalium è un celebre trattato giuridico sulle Decretali di Gregorio IX, composto intorno al 1241-1243 da Goffredo da Trani, professore di diritto canonico a Bologna e futuro cardinale (morto nel 1245). In questo esemplare l'inizio di ognuno dei cinque libri è segnalato da una iniziale miniata (cc. 1r, 45r, 75v, 105v, 124v); vi si trovano anche, tra le annotazioni e le manicule, molte piccole teste umana disegnate di profilo, a penna, nei margini e tra le colonne di scrittura (per es. a c. 154r). Questo manoscritto fa parte della biblioteca del vescovo di Sion Walter Supersaxo (ca. 1402-1482) e del figlio Georg (ca. 1450-1529); prima appartenne a Giorgio di Saluzzo (vescovo di Aosta nel 1433 e di Losanna nel 1440, morto nel 1461), all'epoca in cui era ancora decano di Puy-en-Velay. La biblioteca Supersaxo annovera ancora un volume di origine bolognese, l'S 102, anch'esso risalente al XIV sec. e ugualmente contenente dei testi giuridici.
Online dal: 14.12.2017
Il Sacramentario di Hornbach è un importante opera della minatura ottoniana. E' stato realizzato prima del 983 a Reichenau per l'abbazia benedettina di Hornbach (Palatinato). Dal nome del copista, il manoscritto viene anche chiamato Codice Eburnant. Presumibilmente nel 1439 il codice è giunto nella biblioteca del duomo di Soletta. Viene ricordato nell'elenco del preposito Felix Hemmerli col nr. 38: Colleccionarius Antiquus. Nella concezione politica di Carlomagno l'unificazione della vita ecclesiastica sottostava al modello della liturgia romana ai tempi di papa Gregorio Magno. A questo scopo si utilizzava nell'ufficio divino per le preghiere ed i testi per la messa prescritti, un Sacramentario. Questo venne sostituito, intorno al 1220, dal missale curiae.
Online dal: 22.06.2010
L'Evangeliario argenteo è stato prodotto nel sec. XII, probabilmente in ambiente altorenano. Viene ricordato per la prima volta nel 1646 nell'Inventarium Custodiae S. Ursi, p. 48: «Ein altes Evangelij Buoch, dessen Deckhel von Silber». Nella concezione politica di Carlomagno l'unificazione della vita ecclesiastica sottostava al modello della liturgia romana ai tempi di papa Gregorio Magno. Così nel corso del lavoro di copia dei Vangeli ebbe origine in forma di libro l'Evangeliario.
Online dal: 22.06.2010
Manoscritto pergamenaceo risalente al 1438/1439, donato dallo scoltetto di Soletta Henmann von Spiegelberg e dalla moglie Margarethe von Spins quale messale da utilizzare nell'altare di s. Giorgio nella loro cappella situata nel duomo di St. Ursen. Probabilmente il messale è stato prodotto a Soletta. Il Messale romano (prima stampa: Milano 1474 con il titolo Missale secundum consuetudinem Romane Curie, ancora senza Rubricae generales e Ritus servandus) si rifà al Missale curiae, cioè al libro per la messa composto intorno al 1220 nella cappella papale.
Online dal: 22.06.2010
Bifoglio proveniente dal terzo volume (maggio-giugno) di un leggendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, prevosto del monastero di Frauenberg a Fulda. Il frammento contiene parti della vita di Bonifacio redatta da Otloh di S. Emmeram ed è stato vergato da Eberhard di Fulda. Il leggendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del leggendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580. Nell'anello dell'Iniziale P a c. 1r è rappresentato Bonifacio, e sotto di lui il committente del leggendario, Rugger.
Online dal: 14.12.2017
Ci sono stati tramandati meno di dieci testimoni della revisione della Vulgata di Teodolfo di Orléans († 821). Nello Staatsarchiv di Soletta e nella Zentralbibliothek della stessa città si conservano numerosi frammenti di una di queste bibbie di Teodolfo del sec. IX proveniente dalla collegiata di S. Ursen di Soletta, dove nel sec. XVI venne ridotta in pezzetti ed utilizzata come materiale di rinforzo per legature. Riunificazione virtuale dei frammenti: [sine loco], codices restituti, Cod. 3 (Biblia Theodulfi Fragmenta).
Online dal: 19.03.2015
Ci sono stati tramandati meno di dieci testimoni della revisione della Vulgata di Teodolfo di Orléans († 821). Nello Staatsarchiv di Soletta e nella Zentralbibliothek della stessa città si conservano numerosi frammenti di una di queste bibbie di Teodolfo del sec. IX proveniente dalla collegiata di S. Ursen di Soletta, dove nel sec. XVI venne ridotta in pezzetti ed utilizzata come materiale di rinforzo per legature. Riunificazione virtuale dei frammenti: [sine loco], codices restituti, Cod. 3 (Biblia Theodulfi Fragmenta).
Online dal: 19.03.2015
Il breviario per i canonici agostiniani, miniato, è stato realizzato nel 1470/1471 in Lombardia. L'elegante manoscritto proviene dal convento di Santa Croce di Mortara. Nel sec. XVII giunse in possesso della famiglia patrizia solettese dei Wagner, i cui libri vennero lasciati per testamento alla biblioteca cittadina nel 1773.
Online dal: 21.12.2009
Questo voluminoso manoscritto composito contiene circa 2'000 ricette e istruzioni, principalmente di tecnologia artistica, ma anche altre mediche, culinarie e alchemiche. Proviene dal patrimonio della famiglia Bieler, risiedente a Soletta fin dal XVII secolo e alla quale appartennero diverse maestranze artistiche.
Online dal: 10.10.2019
Questa bibbia parigina, o bibbia di Sorbona, prodotta intorno al 1270 nella Francia del nord, non è solo notevole per la forma dell'allestimento del testo, corredato di glosse e correzioni, ma anche per le miniature di grande qualità. Il volume giunse nel tardo sec. XVI a Zuchwil e si trova dal sec. XVIII nella biblioteca della collegiata di Soletta.
Online dal: 25.06.2015
Questo libro per la meditazione e la preghiera in tedesco proviene dal convento delle domenicane di S. Michele all'Isola a Berna. Contiene, tra l'altro, numerosi estratti dagli scritti di Gertrud von Helfta, rispettivamente Mechthilds von Hackeborn. La maggior parte del codice è stata scritta dalla suora Luzia von Moos nel 1507. Dal sec. XVII ne è attestato il possesso da parte della famiglia solettese Gugger; all'inizio del sec. XIX è giunto nella biblioteca cittadina di Soletta.
Online dal: 21.12.2009
Il piccolo messale costituisce un'importante testimonianza della liturgia francescana del XIII secolo. Schönherr ipotizza che sia stato realizzato nella provincia francescana della Germania meridionale e che sia di provenienza bavarese (convento delle francescane Heilig Kreuz di Landshut?). Una nota di possesso del guardiano del convento dei minoriti di Dieburg, vicino a Darmstadt, risale al 1513. Non si sa come e quando il manoscritto sia giunto a Soletta.
Online dal: 06.09.2023
Il graduale ad uso francescano è stato realizzato intorno al 1320-1330 in uno scriptorium altorenano. Proviene dal convento francescano di Soletta dove rimase in uso fino nel sec. XVIII.
Online dal: 21.12.2009
Il manoscritto composito VadSlg Ms. 292 comprende tre unità realizzate indipendentemente l'una dall'altra, quindi rilegate insieme a San Gallo intorno al 1460. La prima unità corrisponde a un salterio del IX secolo, non si sa se prodotto a San Gallo. La seconda comprende un innario del XII secolo: una miniatura di dedica rappresenta il copista Eberhard nell'atto di porgere il suo volume a Gallo, mentre papa Gregorio, seduto al pulpito, annota i canti che lo Santo Spirito, sotto le sembianze di una colomba, gli sussurra all'orecchio. La terza sezione comprende un frammento con alcuni prologhi al salterio.
Online dal: 20.05.2009
Evangelario dal formato inconsueto, quasi quadrato, trascritto e corredato di iniziali a piena pagina nell'abbazia di San Gallo verso la fine del IX secolo. Altrettanto inconsueta è la legatura, originariamente rivestita con un brillante broccato di seta rosso, giallo e verde; residui di questo materiale si sono conservati nella parte interna del piatto. Il volume è stato annotato da Eccardo IV nel corso dell'XI secolo; di sua mano sono anche i versi che compaiono alla fine.
Online dal: 20.05.2009
Realizzato a Firenze nel 1410, tale codice è tra i primi composti in minuscola umanistica ed è probabilmente copia diretta del modello scritto da Poggio Bracciolini, creatore di questa scrittura. Secondo Berthold Louis Ulmans, è «perhaps the best example of humanistic writing during the first decade of the fifteenth century - except Poggio's».
Online dal: 20.05.2009
Manoscritto di Rudolf von Ems riconducibile alla stessa area di Zurigo ove fu prodotto il «Codex Manesse» (Manessische Liederhandschrift). Costituisce uno degli esempi più compiuti della decorazione libraria sviluppatasi in Germania meridionale nel periodo intorno al 1300. Si vedano, ad esempio, le straordinarie miniature che illustrano la «Cronaca del mondo» di Rudolf von Ems e il poema epico che Stricker dedicò a Carlomagno e alla sua campagna militare in Spagna.
Online dal: 20.05.2009
Secondo di una serie di tre volumi di un'edizione di Livio realizzata a Paova negli anni 1442-1443 a Padova. È di particolare interesse perché il suo modello testuale è assai rinomato: si tratta del manoscritto di Livio di Sicco Polentone (1375/76-1446), cancelliere di Padova, oggi Holkham Hall Library, MS 349. Codice trascritto in una semi-gotica estremamente regolare, arricchita con raffinate iniziali a bianchi girari.
Online dal: 20.05.2009
Cartulario contenente l'atto di fondazione dell'abbazia premonstratense di Weissenau, nei pressi di Ravensburg. Papi, imperatori, re, principi, duchi, vescovi e vicari ivi menzionati sono ritratti nei margini con le insegne del loro ufficio. Precede il cartolario una storia della fondazione dell'abbazia; un registro tributario e altri documenti vi sono annessi in appendice.
Online dal: 20.05.2009
Il libro d'ore proviene dall'atelier del Maestro dei racemi dorati, che probabilmente era stabilito a Bruges ed era specializzato nella produzione di libri d'ore. Probabilmente è stato commissionato nelle Fiandre a metà del XV secolo. Contrariamente alla consueta sequenza dei testi, questo libro d'ore presenta l'ufficio della Vergine Maria dopo quello della Croce e dello Spirito Santo. Al momento della rilegatura è stata inserita una serie di iniziali ritagliate e istoriate che riprendono i temi delle miniature. Nel 1615 il libro d'ore fu donato alla biblioteca cittadina dal mercante bibliofilo sangallese Jakob Studer.
Online dal: 10.12.2020
Bibbia tascabile completa, riccamente miniata, databile al terzo quarto del XIII. I Vangeli combinano le nuove numerazioni dei capitoli del XIII secolo con la precedente, eusebiana. La sezione dei Salmi include versioni galliche affiancate dalla versione latina di Girolamo;contiene anche iniziali miniate accompagnate da “drôleries”.
Online dal: 20.05.2009
Cosmologia del medico e astrologo lionese Luis de Langle, ove si tratta della formazione del mondo e si descrivono la terra e i corpi celesti. Meritano particolare attenzione le miniature dei decani, che raffigurano la suddivisione di ciascuno dei dodici segni zodiacali in tre sezioni astrologiche. Malgrado la presenza delle illustrazioni, ragguardevoli, l'opera non ebbe una gran diffusione: ne esistono infatti solo pochi testimoni.
Online dal: 20.05.2009
Questo rotolo di pergamena, lungo 6,5 m, raffigura la storia universale da Adamo ed Eva fino a Cristo come “Heilsgeschichte”, illustrando gli avvenimenti più importanti con dei disegni a penna colorati. Per quanto concerne le epoche successive, fino alla metà del XIV secolo, vi sono raffigurati sotto forma di tabella i papi fino a Innocenzo IV (eletto nel 1352), e i re e gli imperatori fino a Carlo IV.
Online dal: 17.12.2015
Questo volume, assemblato nel XIV secolo da quattro diverse sezioni originariamente separate, costituiva probabilmente il messale della cappella sul St. Margrethenberg (Sampans) sopra Pfäfers. I canti nella prima (1r-63v, XII sec.), nella seconda (64r-77v, XIII-XIV sec.) e nella quarta sezione (129r-131v, XII secolo) contengono dei neumi, quelli della terza sezione (78r-128v, XIV sec.) sono in notazione quadrata.
Online dal: 08.10.2015
Calendario, graduale e sacramentario dalla chiesa parrocchiale di S. Evort di Pfäfers, conservato dal XVII/XVIII sec. nella biblioteca del monastero di Pfäfers. Presenta iniziali, una ricca decorazione e, a c. 59r, un'immagine del Canone a piena pagina. A c. 173v, aggiunto da una mano del sec. XIII, si legge un Alemannischer Glauben und Beichte.
Online dal: 14.06.2018
Il manoscritto di Pfäfers con le Vitas patrum o Adhortationes sanctorum patrum ad profectum perfectionis monachorum risale alla prima metà del sec. IX. Contiene insegnamenti dei Padri della Chiesa che nel medieoveo godettero di enorme successo ed esercitarono grande influsso sulla agiografia. Il testo è stato scritto da un solo copista e presenta rubriche ed iniziali riempite in rosso e giallo. Sulla controguardia anteriore e su quella posteriore si trovano i frammenti di un Omeliario
Online dal: 21.12.2009
Il libro genealogico dello studente di Feldkirch Jakob Hygel, iniziato a Dillingen nel 1598, è stato poi continuato sul Lago di Costanza e nei Grigioni. Le voci contengono stemmi colorati con iscrizioni in forma di poesia e prosa, in alcuni casi anche miniature a piena pagina. Tra il 1622 e il 1645 furono inserite le registrazioni per il parroco di Ragaz Petrus Higelius, un parente (fratello?) di Jakob Hygel. A livello locale il libretto di famiglia è considerato un pezzo da esposizione storico-culturale di prima qualità («erstrangiges kulturgeschichtliches Schaustück») (Burmeister).
Online dal: 10.12.2020
Contiene, unitamente al Cod. Sang. 722, una importante, incompleta, copia della Lex Romana Curiensis che si basa sulla Lex Romana Visigothorum. Si tratta di un lavoro letterario privato che si colloca nella tradizione gallo-franca della „Breviarliteratur“. Quale copista si firma alla fine del testo il subdiacono retico Orsicinus.
Online dal: 19.12.2011
Il Liber viventium Fabariensis è certamente la più importante opera rimasta della miniatura retica. Il codice venne in origine trascritto come un evangelistario e riccamente decorato con iniziali, arcate dei canoni e raffigurazioni a piena pagina dei simboli dei quattro evangelisti. Fin dall'830 negli spazi liberi delle arcate dei canoni vennero aggiunte liste delle comunità monastiche affratellate così come i nomi di benefattori sia vivi che morti del monastero. Oltre al suo ruolo di evangelistario, di libro per le commemorazioni e libro delle confraternite, il Liber viventium servì più tardi anche come cartolario ed elenco del tesoro del monastero di Pfäfers. A causa del valore giuridico che il Liber viventium ancora oggi riveste, il volume si trova in possesso del patrimonio archivistico del monastero di Pfäfers.
Online dal: 02.06.2010
Il Liber Aureus, il Libro d'oro di Pfäfers, fu allestito come evangelistario intorno al 1080-1090 e fu ornato con rappresentazioni artistiche dei quattro evangelisti. A partire dal XIV secolo, gli spazi lasciati liberi tra le letture furono utilizzati per trascrivervi sentenze giudiziali.
Online dal: 02.06.2010
La bibbia tascabile, scritta probabilmente a Parigi, contiene l'Antico Testamento con 16 prologhi di Girolamo ai singoli libri biblici. Alla fine sono stati strappati almeno cinque fogli da 1Macc 4,38. La pergamena, eccezionalmente fine e sottile, è di ottima qualità. Su ogni pagina vi sono titoli delle colonne bicolori e numeri di capitolo in rosso e blu. La decorazione del libro è costituita da iniziali filigranate e iniziali a colori, alcune con rappresentazioni figurative: p. 9 (storia della creazione), p. 137 (Mosè), p. 435 (Davide con arpa), p. 446 (Davide), p. 450 (insipiens), p. 470 (Davide), p. 482 (Salomone). Nei Salmi, la divisione liturgica in otto parti del Salterio è particolarmente evidenziata da iniziali a colori.
Online dal: 14.12.2022
Salterio realizzato nella seconda metà del IX secolo, probabilmente nella Francia settentrionale. Seguono, dopo i Salmi, copiosamente annotati nei secoli successivi (per lo più nel XIV e XV secolo), il Cantico dei cantici e un frammento di una litania per i Santi non composta a San Gallo. La magnifica maiuscola iniziale miniata del primo Salmo (“Beatus vir”) a p. 1 è fortemente influenzata dai modelli irlandesi.
Online dal: 09.12.2008
Il salterio di Wolfcoz, uno dei primi esempi di iniziali miniate di altissimo pregio provenienti da San Gallo.
Online dal: 31.12.2005
Traduzione dei 150 salmi dell'Antico Testamento con commento, in antico alto-tedesco, databile all'incirca all'anno 1000. Ne è autore il monaco Notkero il Germanico di San Gallo. Trascrizione proveniente dall'abbazia di Einsiedeln. Unica copia esistente.
Online dal: 12.06.2006
Il Salterio aureo (Psalterium aureum) di San Gallo, scritto e decorato con 17 miniature o nell'Impero Franco occidentale (Soissons?) o nell'abbazia di San Gallo ma con l'intervento di copisti e miniatori provenienti dalla Francia occidentale.
Online dal: 12.06.2006
Il Salterio di Folchart, capolavoro della miniatura carolingia.
Online dal: 14.09.2005
Il salterio, scritto nel XIII secolo, presenta forti tracce di uso. Secondo delle «istruzioni per l'uso» riportate sulla controguardia posteriore, che invitano a lasciarlo nel coro affinché ogni sorella possa leggerlo, il salterio proviene da un convento femminile. Poiché s. Caterina è particolarmente evidenziata nel calendario, potrebbe essere appartenuto al convento delle domenicane di S. Caterina a San Gallo. La decorazione è costituita da iniziali filigranate rosse e blu. Inoltre, sia la divisione liturgica in otto parti che quella in tre parti del salterio, sono sottolineate da iniziali più grandi a colore, alcune delle quali disegnate con inchiostro argentato e dorato. Ai salmi fanno seguito da p. 240 i Cantici biblici, il Credo, il Te Deum, il Symbolum Athanasianum e una litania. Nel XV e XIV-XV secolo sono stati sostituiti alcuni fogli (pp. 95-98, 257-264). Alla fine delle litanie (pp. 269-288) sono stati rilegati due fascicoli di un breviario della stessa mano delle pp. 257-264. Il salterio è preceduto da un calendario incompleto (da luglio a dicembre), sempre della stessa mano, con i nomi dei mesi in tedesco (pp. 1-12). In origine, il calendario era costituito da due fascicoli, dei quali si è conservato unicamente l'ultimo foglio del primo fascicolo e il secondo completo. Sul foglio di guardia anteriore è incollato l'ex-libris del principe abate Beda Angehrn (abate 1767-1796).
Online dal: 14.12.2022
Breve salterio dell'inizio del XIV secolo, trascritto nell'abbazia di Malmesbury (oggi soppressa), nell'Inghilterra occidentale. Il codice contiene un calendario e una litania per tutti i santi ed è decorato con iniziali e con bordature con diversi motivi ornamentali (fogliette, fiori, pròtomi, faccette). Presente nell'abbazia di San Gallo al più tardi dal 1500 e qui «completato» con delle ricette mediche.
Online dal: 23.12.2008
Salterio glossato della metà del IX secolo proveniente dall'abbazia di S. Gallo.
Online dal: 31.12.2005
Manoscritto di San Gallo databile all'incirca all'800, con le trascrizioni di tre libri dell'Antico Testamento (Libro dei Proverbi, Libro del Predicatore, Cantico dei Cantici). Sul primo foglio, come schizzo a penna, si trova il verso satirico di San Gallo, celebre per i germanisti: Liubene ersazta sine gruz unde kab sina tohter zu...
Online dal: 23.12.2008
Trascrizioni dei libri dell'Antico Testamento (Isaia, Osea, Zaccaria e Daniele) risalenti al tempo dell'abate Grimaldo (841-872), con glosse di commento ai margini di destra e sinistra del testo biblico.
Online dal: 12.06.2006
Trascrizioni di libri del Vecchio Testamento risalenti al tempo di Wolfcoz, monaco e maestro dello scrittorio.
Online dal: 31.12.2005
Manoscritto biblico risalente agli anni in cui Hartmut era vice-abate (ca. 850-872) e abate (872-883). Contiene libri del Vecchio Testamento (Ezechiele, Daniele e i Profeti minori); è un volume della cosiddetta "Kleine Hartmut-Bibel". Vi è inserita un'imprecazione del possessore contro chi si rende colpevole di furto.
Online dal: 12.12.2006
Evangeliario commentato, contenente i quattro vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni. È il più antico evangeliario esistente dello scrittorio di San Gallo.
Online dal: 12.06.2006
L'evangeliario irlandese di San Gallo. Contiene i vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni, decorati con 12 pagine scritte e miniate in Irlanda, intorno al 750, da monaci irlandesi. È il manoscritto irlandese più pregiato conservato nella Biblioteca abbaziale di San Gallo.
Online dal: 12.06.2006
Evangeliario latino preceduto da prologhi, argomenti e tavole dei canoni, scritto nella prima metà del sec. IX nei dintorni di Lione. Nel codice vennero trovati frammenti dell'Editto di Rotari (Cod. Sang. 730), staccati nel XX sec.
Online dal: 15.04.2010
L'«Evangelium longum», capolavoro confezionato dai monaci sangallesi Sintram (per la trascrizione) e Tuotilo (per la legatura).
Online dal: 31.12.2005
L'evangeliario di Gundis, uno dei più splendidi manoscritti liturgici del monastero di San Gallo, contenente un monumentale monogramma "Maria".
Online dal: 31.12.2005
Il codice "Tatiano", in latino e alto-tedesco antico. Comprende la vita di Gesù come testo continuo, alla cui compilazione concorrono i vangeli di Matteo, Marco, Luca, nonché gli Atti degli Apostoli. È il testo più ampio del periodo antico alto-tedesco. Tradotto nel monastero di Fulda su ordine dell'abbazia di San Gallo, è lo scritto fondante della grammatica dell'alto-tedesco antico.
Online dal: 12.06.2006
Il codice contiene il vangelo di Luca con la Glossa ordinaria. Il manoscritto, che presenta una legatura romanica, fu probabilmente scritto verso la fine del XII secolo, forse anche all'inizio del XIII secolo. Non è chiaro se sia stato prodotto a S. Gallo. La decorazione consiste in due iniziali a strisce divise: a p. 1 una Q tracciata con inchiostro rosso, con fondo verde e blu, la cui coda è costituita da un drago, a p. 2 una F il cui corpo a inchiostro rosso è riempito con oro, con tralci verdi su fondo blu.
Online dal: 10.12.2020
Il vangelo irlandese di Giovanni, rilegato in dittici d'avorio, offerti in dono a Carlo Magno per la sua incoronazione imperiale (800).
Online dal: 31.12.2005
Trascrizione delle Lettere paoline di Winithar – Discorso di Winithar ai suoi confratelli.
Online dal: 14.09.2005
Copia dei libri del Nuovo Testamento con prologhi e Glossa ordinaria: Gilberto Porretano, Prologo all'Apocalisse, Stegmüller RB 839 (pp. 2–4), Apocalisse (pp. 4–81), Prologhi alle Lettere cattoliche, Stegmüller RB 809 e 11846 (p. 82), Lettera di Giacomo (pp. 83–99), Prima lettera di Pietro (pp. 99–115), Seconda lettera di Pietro (pp. 115–126), Prima lettera di Giovanni (pp. 126–141), Seconda Lettera di Giovanni (pp. 141–143), Terza lettera di Giovanni (pp. 143–145), Lettera di Giuda (pp. 145–150), Prologo al Vangelo di Giovanni, Stegmüller RB 624 (pp. 151–153), Vangelo di Giovanni (pp. 154–300). All'inizio dei capitoli (pp. 2, 4, 83, 126, 141, 145, 151, 154) iniziali di più righe in rosso, con blu, verde e giallo pallido, talvolta con elementi zoomorfi (p. 83 e 145: testa di animale e maschera animale; p. 126: animale a quattro zampe; p. 143: caprone; p. 154: drago). A p. 99 nel margine raffigurazione dell'Apostolo Pietro con le chiavi.
Online dal: 22.03.2018
Manoscritto biblico risalente agli anni in cui Hartmut era vice-abate (ca. 850-872) e abate (872-883). Contiene libri del Vecchio Testamento (Genesi, Esodo, Levitico, il libro dei Numeri, Deuteronomio, Giosuè, il libro dei Giudici e di Rut). Primo volume della cosiddetta "Grosse Hartmut-Bibel" (La grande Bibbia di Hartmut).
Online dal: 12.12.2006
Manoscritto biblico risalente agli anni in cui Hartmut era vice-abate (ca. 850-872) e abate (872-883). Contiene libri del Vecchio Testamento (i due libri delle Cronache, Giuditta, Ester, Esdra, Neemia, i due libri dei Maccabei).
Online dal: 12.12.2006
Contiene i primi cinque libri di Mosè (Pentateuco), il libro di Giosuè e quello dei Giudici dall'Antico Testamento nonché le lettere di s. Paolo e gli Atti degli Apostoli dal Nuovo Testamento; scritto intorno al 1100 nel monastero di Allerheiligen (Ognissanti) a Sciaffusa, giunse già nel sec. XII a S. Gallo.
Online dal: 15.04.2010
Manoscritto biblico risalente agli anni in cui Hartmut era vice-abate (ca. 850-872) e abate (872-883). Contiene trascrizioni di libri del Vecchio Testamento (Proverbi, Ecclesiaste, Cantico dei cantici, Sapienza, Siracide, Giobbe, Tobia). Volume della cosiddetta "Grosse Hartmut-Bibel" (La grande Bibbia di Hartmut).
Online dal: 12.06.2006
Manoscritto biblico risalente agli anni in cui Hartmut era vice-abate (ca. 850-872) e abate (872-883). Contiene le Epistole paoline, gli Atti degli Apostoli e l'Apocalisse. È l'ultimo volume (6) della cosiddetta "Grosse Hartmut-Bibel" (La grande Bibbia di Hartmut).
Online dal: 12.12.2006
Le Pseudo-Clementine in una copia realizzata nel monastero di Einsiedeln all'incirca negli anni 950/970. Il titolo è illustrato con un'immagine della lotta tra Pietro apostolo e Simone il Mago. I dieci libri delle "Pseudo-Clementine" narrano, dal punto di vista di Clemente, i viaggi di Pietro, la sua lotta con Simone il Mago e la conversione a Roma di Clemente, suo discepolo.
Online dal: 09.12.2008
Trascrizione allestita da diversi monaci di San Gallo nel IX secolo dell'esegesi di Ambrogio al Vangelo di Luca.
Online dal: 31.07.2009
Il manoscritto contiene una delle rare copie del Scarpsum de dictis sancri Effrem prope fine mundi, qui intitolato Sermo sancti Ysidori e attribuito a Isidoro da Siviglia, e il commento ai Salmi di Gerolamo (uno Pseudo-Gerolamo?); scritto nel Nord Italia (probabilmente a Monza) verso la fine del sec. VIII.
Online dal: 21.12.2009