Contiene la Panormia, una raccolta di testi di diritto canonico attribuita ad Ivo di Chartres, che l'avrebbe redatta dopo il 1095. Il codice, probabilmente prodotto ad Einsiedeln, è stato vergato da un solo copista in una carolina regolare e calligrafica. Delle otto iniziali che introducono gli altrettanti libri nel quale è diviso il testo, solo una è stata completata con il colore rosso (p. 78), mentre delle altre è visibile il disegno preparatorio.
Online dal: 23.09.2014
Contiene, quale testo principale, la Explanatio Dominicae Orationis dell'abate di Engelberg Frowin (†1178), abate che probabilmente ne commissionò anche la confezione, come si deduce dai versi riportati sull'ultima pagina (468). Il codice giunse ad Einsiedeln probabilmente all'inizio del sec. XVII.
Online dal: 19.12.2011
Il manoscritto costituisce, insieme ai codd. 247(379), 248(380) e 249(381), l'ultimo di quattro tomi contenenti una collezione di vite di santi e passioni di martiri, distribuite secondo l'anno liturgico. I quattro volumi furono sicuramente in uso ad Einsiedeln, dove probabilmente furono anche allestiti. Ogni vita è introdotta da una grande iniziale rubricata e lungo i margini sono presenti numerose glosse e manine di attenzione di Heinrich von Ligerz. Le antiche carte di guardia, ora staccate, hanno lasciato all'interno delle coperte le tracce di un testo liturgico con notazione neumatica e, in quella posteriore, di un'iniziale miniata.
Online dal: 22.03.2017
Manoscritto composito databile dalla seconda metà del sec. X contenente una raccolta di testi tra i quali gli Annales Einsidlenses, il De grammatica di Prisciano, il frammento di un testo riguardante il gioco degli scacchi ed un calendario utilizzato per annotazioni obituarie fino al XVI secolo.
Online dal: 19.12.2011
Manoscritto composito contenente vari testi per il calcolo della Pasqua, due calendari databili al 950-975 il primo (4-16) e al sec. IX/X il secondo (29-40) e delle Quaestiones morales databili al sec. XIII.
Online dal: 19.12.2011
Contiene opere di Isidoro da Siviglia: Libri originum (I-III e V-XX), De natura rerum, e uno scambio di lettere tra Isidoro e Braulio di Saragozza. Il codice è stato ricomposto da una serie di frammenti recuperati nel XIX sec. da volumi giuridici della biblioteca della prepositura di S. Gerold nel Voralberg. Il manoscritto, come attestano i versi di dedica sul f. 1r, è stato allestito su commissione dell'abate Frowin di Engelberg (1143-1178).
Online dal: 19.12.2011
I frammenti raccolti in questa raccolta vennero staccati prima del 1858 da copertine di libri ad opera di p. Gall Morel e riuniti in un volume intorno al 1860. Si tratta di frammenti di sequenze (due raccolte), melodie di inni (come ancora oggi vengono cantate ad Einsiedeln), tre melodie per il Gloria (la terza viene attribuita a papa Leone IX), tre spettacoli liturgici ed il Novem modi di Hermannus. Il codice è importante per la storia della musica perchè per la prima volta ad Einsiedeln i neumi vengono suddivisi su quattro righe musicali (incise); la lingua è il dialetto corale alemannico.
Online dal: 04.11.2010
Questo codice contiene più di cento vite di santi e di martiri, per la maggior parte introdotte da un Incipit e da semplici iniziali rubricate. Tranne qualche poca iniziale decorata in rosso, il codice non presenta nessuna decorazione miniata. L'organizzazione del manoscritto e l'attenta preparazione della pergamena, con gli artistici rammendi colorati, corrispondono alla tradizione dello scriptorium al tempo dell'abate Frowin (1143-1178). Il ductus posato della scrittura ad inchiostro nero, più volte interrotto da una mano più raffinata, si distingue tuttavia dagli altri volumi della biblioteca di Frowin; il codice potrebbe quindi anche essere stato realizzato all'epoca del successore Berchtold (1178-1197).
Online dal: 09.06.2011
Questo primo volume, dei tre che costituiscono la Bibbia di Engelberg (insieme ai Cod. 4 e Cod. 5), contiene il Pentateuco ed i libri dei profeti. Il disegno a penna con i versi di dedica a c. 1v mostra l'abate Frowin (1143-1178) che consegna il manoscritto a Maria, patrona del monastero. Il grande volume venne scritto, secondo il colophon a c. 281v, da Richene, l'unico copista dell'epoca di Frowin di cui si conosca il nome. L'attenta preparazione della pergamena, con gli artistici rammendi colorati, e lo stile sobrio della scrittura e delle iniziali con pochi colori, sono caratteristici delle opere meglio conservate della biblioteca di Frowin.
Online dal: 09.06.2011
Questo secondo volume, dei tre che costituiscono la Bibbia di Engelberg, contiene, dopo il Cod. 3, i rimanenti libri del Vecchio Testamento. Nei versi a c. 1v si legge come Frowin (1143-1178) dedichi il codice a Maria, patrona del monastero. La struttura e l'organizzazione del codice corrispondono al semplice ma elegante stile dei volumi della biblioteca di Frowin. Il colophon a c. 213r ricorda il nome del copista Richene, che ha scritto anche gli altri due volumi della Bibbia di Engelberg (Cod. 3 e Cod. 5); miniature e titoli sono opera del cosiddetto Maestro di Engelberg. Da notare a c. 69v una raffigurazione colorata a piena pagina di Cristo e della Chiesa.
Online dal: 09.06.2011
Questo terzo volume, dei tre che costituiscono la Bibbia di Engelberg, contiene il Nuovo Testamento. Il codice comprendeva originariamente 204 fogli. Su uno dei fogli ritagliato, che oggi si conserva con la segnatura D 126 nell'archivio del monastero, viene menzionato in un verso di cinque righe il nome di Richene quale copista, scrittore anche dei due volumi con il Vecchio Testamento (Cod. 3 e Cod. 4). L'abate Frowin (1143-1178) ed il suo copista Richene sono raffigurati in una illustrazione a piena pagina a c. 1r. Allo stesso modo sono rappresentati i quattro evangelisti con i loro attributi, ricordati anche in alcuni versi (108v, 134v, 153v, 181r). Alle cc. 103r fino 105v sono inserite le tavole dei canoni. Il manoscritto presenta alcune iniziali non completate, parti lasciate libere per la decorazione ed alcune pagine completamente bianche.
Online dal: 09.06.2011
Questo manoscritto contiene il commento ai salmi di Agostino, ed è scritto in una scrittura molto fine e minuta. Il verso a c. 1r nomina l'abate Frowin (1143-1178) quale committente del volume. Il codice contiene delle semplici iniziali in rosso ed alcune molto artistiche con inchiostro marrone e rosso del Maestro di Engelberg. Soprattutto degna di nota la raffigurazione del Cristo quale schiacciatore d'uva a c. 101r, disegnata, come in altri casi, su rasura. Nei margini laterali e inferiori si possono qua e là vedere dei sottili schizzi di iniziali, motivi vari o figure.
Online dal: 09.06.2011
Questo codice con il Commento di Agostino ai Salmi venne realizzato, unitamente ad una intera serie di opere di questo Padre della Chiesa (Cod. 12-18, 87-88 e 138), nello scriptorium di Engelberg. Un verso di due linee a c. 1r attesta la sua realizzazione durante l'abbaziato di Frowin (1143-1178). Il testo è redatto in una scrittura minuta, curata e pulita. Contiene qualche iniziale decorativa figurata con gli usuali motivi a racemi e a bulbi. Il testo è altrimenti suddiviso da iniziali in rosso appena decorate.
Online dal: 09.06.2011
Il manoscritto contiene i 15 libri di Agostino sulla Trinità. A c. 1v sotto i Capitula si trova un disegno a penna raffigurante il Padre della Chiesa con i suoi tre oppositori. Il codice è stato decorato molto artisticamente dal cosiddetto Maestro di Engelberg. All'inizio dei vari libri ci sono delle grandi iniziali ad inchiostro rosso-marrone e nero con motivi figurativi, inframezzate da altre più piccole di colore rosso e riccamente ornate. Le circostanze della realizzazione del volume sono dettagliatamente spiegate nel verso del copista a c. 1r: promotore era stato l'abate di Engelberg Berchtold (1178-1197), morto però poco dopo l'inizio del lavoro di copia; l'opera venne terminata sotto il suo successore Heinrich (1197-1223).
Online dal: 09.06.2011
Il manoscritto contiene l'interpretazione di Agostino al Vangelo di Giovanni. Conformemente al contenuto del verso a c. 1r il codice è stato realizzato sotto l'abbaziato di Frowin (1143-1178). La struttura del codice, la scrittura e la decorazione – sporadiche iniziali decorate con tralci e motivi a bulbo (2v, 5v, 136v) che si alternano con iniziali più semplici rubricate che suddividono le parti del testo – sono molto simili a quelle del Cod. 13.
Online dal: 09.06.2011
Il manoscritto contiene le prediche del Padre della Chiesa Agostino. Nel verso a c. 1r l'abate Frowin di Engelberg (1143-1178) dedica il codice a Maria, patrona del monastero. Le prediche sono elencate in un indice alle cc. 1v-3r. La metà dell'ultimo foglio (221) è stata asportata, sul foglio di guardia posteriore il copista ha sperimentato la sua penna (probacio penne). Come nella maggior parte dei volumi della biblioteca di Frowin, strappi e fori sono stati accuratamente rammendati.
Online dal: 09.06.2011
Il codice contiene la Città di Dio di Agostino. La realizzazione del manoscritto ha probabilmente avuto inizio al tempo dell'abbaziato di Frowin di Engelberg (1143-1178) ed è stata terminata, o il codice decorato, all'epoca del suo successore Berchtold (1178-1197). L'ultimo foglio, che come d'abitudine per lo scriptorium di Engelberg all'epoca di Frowin e Berchtold potrebbe contenere i versi di dedica, è stato asportato. Alcune delle iniziali decorate sono state erase e rifatte.
Online dal: 09.06.2011
Il codice contiene le Confessioni di s. Agostino. Un verso di due linee prima del Capitulum a c. 1r testimonia che la copia venne iniziata all'epoca dell'abbaziato di Frowin di Engelberg (1143-1178). Contiene due iniziali figurate (1v e 60v) e iniziali decorate ad inchiostro rosso. A c. 123v si leggono 7 distici in rima di mano del cosiddetto Maestro di Engelberg che prendono posizione a proposito della apologia del successore di Frowin Berchtold (1178-1197) contro la falsa et damnanda compilatio abbatis Burchardi in turtal.
Online dal: 09.06.2011
Il manoscritto contiene alle cc. 3v-142v le Omelie di Gregorio Magno sul profeta Ezechiele. Alle cc. 1v-3r il tam veteris quam novi testamenti testimonia della stessa mano che ha copiato il testo, alle cc. 143r-144r segue un breve trattato di grammatica di altra mano più tarda; la parte inferiore di c. 144 è stata asportata. A c. 4r, in una riga al di sopra del testo, il volume viene attribuito all'abate Frowin di Engelberg (1143-1178). Le parti danneggiate della pergamena sono accuratamente rammendate con diversi colori. Due delle iniziali decorate, conformemente allo stile più redente di Engelberg, sono campite su fondo colorato (24v e 76v). Alcune notizie marginali sono di mano più tarda.
Online dal: 09.06.2011
Questo codice contiene il primo dei quattro volumi dei Moralia in Iob di Gregorio Magno. I volumi seguenti sono contenuti nei codici 21, 22 e 23. Il primo volume contiene la prima (f. 6r-99r) e la seconda parte (99r-193v), entrambe suddivise ciascuna in cinque libri. All'inizio del codice si trova una raffigurazione artistica a piena pagina nel quale è raffigurato nella metà superiore di Giobbe con i tre amici ed in quella inferiore una raffigurazione di Gregorio Magno ed un monaco intento a scrivere. Sulla parte posteriore, in realtà il recto del foglio, si legge un verso leonino su due righe con una dedica per Frowin. Il foglio venne descritto accuratamente da P. Karl Stadler nel suo catalogo manoscritto redatto nel 1787, circostanza che ha permesso di attribuire chiaramente questo membrum disiectum, oggi conservato nel The Cleveland Museum of Art, 1955.74 (Purchase from the J.H. Wade Fund), a questo codice.
Online dal: 09.06.2011
Il manoscritto contiene, con altri tre volumi (Cod. 20, 22 e 23), le interpretazioni del Libro di Giobbe di Gregorio Magno. In un verso in due righe a c. 1r il codice viene dedicato dall'abate Frowin di Engelberg (1143-1178) a Maria, patrona del monastero. Alle cc. 89r e 89v la rigatura cambia radicalmente e vi è un aumento dello spazio interlineare. Incipit ed explicit sono rubricati, all'inizio di ogni capitolo ci sono iniziali decorate ad inchiostro rosso e marrone con motivi di tralci e figure, tipici all'epoca dello scriptorium di Frowin. Struttura, scrittura e decorazione del manoscritto sono strettamente imparentate con quelle del Cod. 20.
Online dal: 09.06.2011
Il manoscritto contiene i Moralia in Iob di Gregorio Magno. Conformemente al contenuto del verso a c. 1r il codice è stato realizzato durante l'abbaziato di Frowin di Engelberg (1143-1178). I singoli capitoli sono introdotti da iniziali decorative di colore rosso e marrone; rispetto al prime due iniziali (6r e 16v) quelle che seguono sembrano non essere state completate. Gli Explicit sono scritti in maiuscole di colore rosso. Strappi e fori della pergamena sono talvolta rammendati, ma in modo meno artistico rispetto agli altri manoscritti della biblioteca di Frowin (per es. Cod. 16). Tra le cc. 39 e 40 è stata inserita una striscia di pergamena con un'aggiunta.
Online dal: 09.06.2011
Questo manoscritto costituisce l'ultima volume, dopo i Cod. 20, 21 e 22, della serie delle interpretazioni di papa Gregorio Magno al Libro di Giobbe. La decorazione è costituita da incipit ed explicit rubricati e da varie iniziali: semplici con inchiostro rosso (1v, 71r), alcune più grandi con il tipico motivo a bulbo (15r, 49v, 101v) o figurate con colore rosso e marrone (3r, 32r, 84r, 113r). Gli strappi della pergamena sono cuciti con del filo giallo e rosso. Le rare annotazioni marginali sono state scritte, almeno parzialmente, dalla stessa mano del testo. Una annotazione aggiunta alla fine della c. 123v indica l'abate Frowin (1143-1178) quale committente del volume.
Online dal: 04.10.2011
L'abate cistercense Bernardo di Clairvaux (1090-1153) ha scritto gli 86 sermoni sull'interpretazione del Cantico dei Cantici tra il 1135 ed il 1153. Il fatto che quest'opera, così come il Cod. 33, venne copiato già pochi decenni dopo nello scriptorium di Engelberg, testimonia della grande autorità attribuita a questo autore da parte dell'abate di Engelberg Frowin (1143-1178). La realizzazione del codice durante gli anni di abbaziato di Frowin è attestata dal verso a c. 3r, usuale sui volumi di Frowin. L'indice alle cc. 1v-3r e le numerose annotazioni marginali ad inchiostro rosso sono di mano dell'abate di Engelberg Ignatius Betschart (1658-1681).
Online dal: 09.06.2011
Questo manoscritto, analogamente al Cod. 34 , contiene 150 sermoni dell'abate cistercense Bernardo di Clairvaux (1090-1153). Il modulo della scrittura, ad inchiostro marrone scuro, è generalmente uniforme. I titoli dei vari sermoni sono scritti in rosso. La c. 97v è rimasta bianca. Per quanto riguarda la decorazione, il manoscritto presenta molte iniziali decorate con motivi a racemi e a bulbi su fondo policromo, e numerose iniziali piccole, per la maggior parte ornate in rosso o blu, talvolta con elementi di origine insulare (59r, 67v). Il codice è stato probabilmente realizzato all'epoca dell'abbaziato di Berchtold (1178-1197).
Online dal: 04.10.2011
Questo manoscritto, analogamente al Cod. 33, contiene 150 sermoni dell'abate cistercense Bernardo di Clairvaux (1090-1153) che questi, a detta del testo iniziale a c. 1v, avrebbe esposto ai suoi discepoli e, per favorirne la diffusione, sarebbero stati trascritti da un certo Godefridus. Il testo, scritto da una mano regolare ad inchiostro marrone scuro, è interamente decorato con maiuscole rosse, a cui si inframezzano iniziali decorate con colore rosso e verde. Un'altra mano, che usa un inchiostro marrone chiaro, ha scritto, serrate nel margine superiore e talvolta rifilate, delle brevi annotazioni al testo ed alle affermazioni dell'autore. Il codice è stato probabilmente realizzato all'epoca dell'abbaziato di Berchtold (1178-1197).
Online dal: 04.10.2011
Questa copia delle Collationes di Cassiano contiene a c. 1r una nota di possesso di due righe, che attribuisce il codice alla committenza dell'abate di Engelberg Berchtold (1178-1197), ed un verso di dedica, solo iniziato, a Maria, patrona del monastero. Entrambe queste iscrizioni ritornano letteralmente anche nei volumi la cui committenza viene fatta risalire al predecessore di Berchtold, l'abate Frowin (1143-1178). Le singole Collationes, e talvolta i Capitula, sono introdotte da iniziali decorate; il testo è suddiviso da maiuscole decorate ad inchiostro rosso. Strappi e buchi della pergamena sono decorativamente rammendati, da notare in special modo quelli a c. 48v o 190v.
Online dal: 04.10.2011
Sottile evangelistario contenente 27 pericopi, costituito da soli 32 fogli di pergamena. Il codice, eseguito in modo particolarmente accurato e rilegato solo con una coperta in pelle, è decorato con artistiche iniziali a penna rosse e nere. Nonostante non sia datato, può essere attribuito, sulla base della scrittura e della decorazione, all'epoca degli abati Frowin (1143-1178) e Berchtold (1178-1197).
Online dal: 17.12.2015
Trattato sul libero arbitrio dell'abate di Engelberg Frowin (1143-1178), il De laude liberi arbitrii libri septem. L'opera, finora inedita, è da considerarsi come il più importante contributo nell'ottica della teologia monastica del periodo della prima scolastica.
Online dal: 31.07.2007
Il manoscritto contiene le omelie sul vangelo di Beda il venerabile, elencate in un indice dei capitoli alle cc. 2r e 2v, 65v e 66r. L'autore è raffigurato mentre sta redigendo il testo in una miniatura a colore a piena pagina, incorniciato dagli attributi degli evangelisti. Il testo, redatto con inchiostro di colore marrone che va dal chiaro allo scuro, è suddiviso da iniziali rubricate, incipit ed explicit; all'inizio anche il nome di Maria, patrona del monastero di Engelberg, viene evidenziato con l'uso di maiuscole o del colore rosso. Le cc. 3r e 11v contengono grandi iniziali decorate con più colori. Strappi e fori della pergamena sono rammendati artisticamente. A c. 1r un verso in due righe menziona quale epoca di realizzazione del manoscritto gli anni di abbaziato dell'abate di Engelberg Frowin (1143-1178).
Online dal: 09.06.2011
Questo codice con le interpretazioni di Gerolamo ai Vangeli di Matteo (1v-103r) e Marco (103v-128v) non è riccamente decorato, contiene però due iniziali più ricche, con vari colori (5r, 103v). Il testo, scritto con inchiostro nero e marrone scuro, presenta molti cambi di mano. Le suddivisioni del testo quali incipit ed explicit, capitoli ed indicazioni di capitolo, sono ad inchiostro rosso, una sola volta decorata con una figura (51v). Il verso di due righe a c. 1r attesta che il manoscritto è stato realizzato all'epoca dell'abate Frowin di Engelberg (1143-1178).
Online dal: 04.10.2011
A detta del verso in due righe a c. 1r il codice è stato realizzato all'epoca dell'abate Frowin di Engelberg (1143-1178). Contiene delle semplici iniziali decorate rosse, raramente con più colori, e piccole iniziali con motivi a bulbo (2r, 25v, 41r, 54r, 62v). Il codice, dalle caratteristiche tipiche dei volumi della biblioteca di Frowin, è scritto ad inchiostro marrone da un'unica mano regolare; gli incipit dei singoli libri sono rubricati. Qua e là le maiuscole sono leggermente più grandi o ritoccate in rosso. I due terzi inferiori della c. 119 sono ritagliati.
Online dal: 04.10.2011
Questo manoscritto contiene la Panormia di Ivo di Chartres, una raccolta di testi di diritto canonico in 8 libri con 1038 capitoli. Il riformatore e vescovo di Chartres compilò quest'opera appena dopo il 1095, opera che, grazie alla sua facilità d'uso, trovò velocemente ampia diffusione. Il testo è stato scritto da due mani con inchiostro marrone chiaro e marrone scuro. Secondo la tradizione dello scriptorium di Engelberg nel sec. XII gli inizi dei capitoli ed i sommari sono sottolineati con inchiostro rosso, circonstanza che nel caso di questo manoscritto porta ad una ricca rubricatura. Nei margini esterni del blocco di scrittura del testo ci sono numerose notizie marginali.
Online dal: 04.10.2011
Questo codice contiene l'Hexaemeron di S. Ambrogio. A c. 1r il volume, indicato con il titolo esatto, viene dedicato in un verso di due righe alla madre di Dio e patrona del monastero Maria dall'abate di Engelberg Frowin (1143-1178). Più sotto, della stessa mano, si legge un verso in sei righe che a sua volta fa riferimento al contenuto del volume. Una piccola iniziale ad inchiostro blu, verde e rosso, tipica dei codici della biblioteca di Frowin, introduce il primo libro. I rimanenti sono suddivisi tramite semplici iniziali rosse. Le annotazioni nel testo e nei margini, scritte con inchiostro scuro ed in poche parti marrone chiaro, sono di un'unica mano che risalta per la scrittura pulita ed equilibrata.
Online dal: 04.10.2011
Questo manoscritto contiene il trattato De officiis di S. Ambrogio. I tre libri sono preceduti dal rispettivo elenco dei Capitula (1r fino a 3r, 65v fino a 103v e 67r fino a 104v). I primi due libri sono inoltre introdotti ognuno da una decorativa iniziale con motivi vegetali su fondo marrone scuro (3v) rispettivamente rosso (67r). Il rimanente testo è suddiviso da linee ed iniziali rubricate. Il verso di dedica a c. 1r, scritto con grandi maiuscole su due righe, afferma che il codice costituisce un'offerta dell'abate di Engelberg Frowin (1143-1178) alla patrona del monastero Maria.
Online dal: 04.10.2011
Il Codex 67 contiene il De mirabilibus mundi, una raccolta di testi curiosi del grammatico latino Giulio Solino, conosciuta anche sotto il titolo di Polyhistor e Collectanea rerum memorabilium. Il testo è scritto in grafia uniforme, e decorato con titoli e iniziali, di cui alcune con filigrana (per es. 2r e 6r), ad inchiostro rosso. Fori e strappi nella pergamena sono stati riparati con artistici rammendi colorati (per es. 23-25, 34, 62). Secondo i versi di dedica a c. 1v il codice è stato allestito all'epoca dell'abate Heinrich von Buochs (1197-1223).
Online dal: 13.12.2013
Questo manoscritto contiene alle cc. 6r-95v i tre libri De statu animae del teologo francese Claudiano Mamerto (ca. 425 fino a ca. 474), un trattato apologetico sulla incorporeità dell'anima che si opponeva ad uno scritto del vescovo Fausto di Riez (3r-6r). All'inizio del prologo e di ognuno dei tre libri si trova una iniziale del cosiddetto Maestro di Engelberg (3r, 6r, 7v, 48v, 77v). Le notizie marginali sono spesso inquadrate in rosso ed alcune maiuscole decorate in rosso. Una nota di possesso sul verso della carta di guardia attribuisce il volume alla committenza dell'abate di Engelberg Berchtold (1178-1197).
Online dal: 04.10.2011
Questo manoscritto contiene l'interpretazione di Gerolamo ai dodici libri dei profeti. I profeti sono ogni volta raffigurati all'inizio del rispettivo libro in un'iniziale. Il nome del profeta è scritto con inchiostro rosso nel margine superiore di ogni doppia pagina. I vari paragrafi dei prologhi sono talvolta introdotti da piccole iniziali decorate colorate. L'organizzazione della pagina, eccetto che nei prologhi, è in tre colonne: quella centrale contiene il testo biblico, a sinistra ed a destra si legge in caratteri minori il testo dell'interpretazione. Un verso in due righe a c. 1r attribuisce il manoscritto alla biblioteca dell'abate di Engelberg Frowin (1143-1178).
Online dal: 04.10.2011
Questo manoscritto contiene i quattro libri di Agostino „La dottrina cristiana“. All'inizio del proemio (2r), del primo (5r) e del quarto libro (64v) si trova rispettivamente una iniziale decorata ad inchiostro rosso, nero e verde, cui fa seguito una linea in maiuscole decorate. Il secondo ed il terzo libro sono introdotti da una semplice iniziale rossa decorata e da una prima linea di scrittura con le lettere ritoccate in rosso. Il ductus della scrittura ad inchiostro marrone-nero è pulito ed equilibrato, un cambio di scrittura si trova solo (ma non subito all'inizio) in una raccolta di sentenze dei Padri della Chiesa aggiunta alle cc. 94r-95r. A c. 1r, in un verso in due linee, l'abate di Engelberg Frowin (1143-1178) si dichiara committente dell'opera.
Online dal: 04.10.2011
Questo volume costituisce una copia del commento di Agostino al „Discorso del Signore sulla montagna“. All'elenco dei capitoli (1r-1v) fa dapprima seguito la „Ritrattazione di S. Agostino al discorso del Signore sulla montagna“ (1v-5r). I due libri del testo principale sono introdotti ognuno da una iniziale decorata a colori (5r, 55r). Il ductus della scrittura ad inchiostro nero è equilibrato e unitario. Sul verso della carta di guardia anteriore, in un verso in due linee, l'abate di Engelberg Frowin (1143-1178) si dichiara committente dell'opera.
Online dal: 04.10.2011
Questo manoscritto contiene dapprima opere di Agostino: 1r-27v Liber de gratia et libero arbitrio, 28r-63r lettere a e di Agostino De praedestinatione e alle cc. 63r-93r il Liber secundus de dono perseverentiae. Segue il Tractatus de gratia et libero arbitrio redatto nel 1127 dall'abate cisterciense Bernardo di Clairvaux. Le cc. 1-80 sono palinseste. L'ornamentazione si limita a goffe iniziali e titoli in rosso all'inizio dei vari libri, maiuscole ritoccate in rosso ed un disegno a penna alla c. 93r. A c. 111r, analogamente al Cod. 138, si legge una tarda nota di possesso, il ductus della scrittura ricorda quello del Cod. 90.
Online dal: 04.10.2011
La parte principale di questo codice contiene lo scritto di Ugo da S. Vittore De sacramentis fidei christianae (10r-147r). Lo precedono due brevi trattati sull'Anticristo (Pseudo-Agostino 1r-6v e Pietro Damiani 6v-10r), fanno seguito una raccolta di sentenze ed estratti dal De universo di Rabano Mauro. Le cc. 1-44 sono, con poche eccezioni, palinseste. Le pagine posteriori presentano sempre più dei grossi fori e degli strappi, o sono talvolta tagliate, una pagina tra la 10 e la 11r manca completamente. Il ductus della scrittura si caratterizza per numerosi cambi di mano e di inchiostro, la rigatura non è uniforme. Tranne semplici iniziali rosse e nere e righe rubricate, il codice non è decorato; la c. 112v presenta un paio di scarabocchi nei margini. Il codice non contiene nessuna chiara indicazione della sua origine ad Engelberg, presenta però delle somiglianze con i volumi realizzati sotto l'abbaziato di Frowin (1143-1178).
Online dal: 04.10.2011
Il Codex 102 è un libro corale con neumi del sec. XII. I canti sono scritti su due colonne e abbondantemente rubricati. Le cc. 3v-11v contengono un calendario con santi e tabelle relative all'anno liturgico; le cc. 1r-3r e 141v-151v presentano essi pure dei canti con neumi ma scritti da varie mani più tarde. A c. 3r si legge un verso di dedica sotto forma di appunto che si ritrova in numerosi manoscritti allestiti all'epoca dell'abate Frowin (1143-1178).
Online dal: 13.12.2013
Questo codice contiene alle cc. V3-7r il Sermo acephalus de iudicio e alle cc. 7r-43r i Monita del dottore della chiesa Efrem il Siro (ca. 306-373). Le prime due pagine sono state strappate ma si può ancora vederne il margine interno, su quella a c. V5 è ancora parzialmente visibile una piccola iniziale rossa. Il testo principale a c. 7r inizia con una piccola iniziale decorata di colore rosso e con un motivo a tralcio. Rigatura e specchio di scrittura delle numerose e spesso diverse mani variano notevolmente. La costruzione e le caratteristiche del manoscritto corrispondono a quelle dello scriptorium di Engelberg all'epoca degli abati Frowin (1143-1178) e Berchtold (1178-1197).
Online dal: 04.10.2011
Questo codice contiene alle cc. 1r-73r le Retractationes di Agostino, introdotte da una ricca iniziale decorata che si estende lungo tutto il margine. All'inizio del Liber de poenitentia a c. 73r si trova una piccola ma artistica iniziale con il motivo di un'aquila. Il testo di entrambe le opere è stato scritto dalla stessa mano ed è accompagnato da numerose linee rubricate e da semplici iniziali decorate. L'unica nota di possesso a c. 110v è di epoca tarda, le caratteristiche del manoscritto sono però tipiche per i volumi realizzati per la biblioteca di Engelberg all'epoca dell'abate Frowin (1143-1178).
Online dal: 04.10.2011
Questo codice contiene la nota lettera dell'abate cistercense Bernardo di Clairvaux De consideratione al papa Eugenio III. Lo scritto venne completato nel 1152; il verso di dedica in due righe a c. 1r, che nomina l'abate Frowin (1143-1178) quale committente della copia, attesta della rapida diffusione dell'opera. L'inizio e la fine dei cinque libri sono distinti con inchiostro rosso. Il ductus della scrittura, ad inchiostro marrone, leggermente corsiva, è pulito ed equilibrato e di un'unica mano.
Online dal: 04.10.2011
Questo manoscritto contiene lo scritto De sacramentis (anche conosciuto come De corpore et sanguine Domini) del benedettino franco Pascasio Radberto. Il testo è stato scritto da varie mani di cui ognuna con la propria rigatura. L'apparato decorativo si limita a delle semplici iniziali rosse decorate talvolta in modo goffo (6v, 12r) ed a maiuscole ritoccate in rosso. Costruzione e modulo di scrittura del manoscritto corrispondono a quelli dei volumi realizzati all'epoca degli abati di Engelberg Frowin (1143-1178) e Berchtold (1178-1197).
Online dal: 04.10.2011
Questo codice di piccolo formato contiene l'opera retorica di Cicerone De inventione. Il testo, per la maggior parte scritto con inchiostro scuro, talvolta marrone chiaro, è di varie mani che presentano ognuna il loro ductus accurato e regolare. Tranne qualche semplice iniziale decorata, leggermente più grande all'inizio del prologo e di entrambi i libri, di qualche maiuscola e degli inizi del testo ritoccati in rosso, non vi è altra decorazione. Una annotazione recente a c. 1r indica che si tratta probabilmente di un volume della cerchia dell'abate di Engelberg Frowin (1143-1187).
Online dal: 04.10.2011
La parte principale del manoscritto consiste nell'Antiphonale. I canti per la messa per l'anno liturgico e per le feste dei santi (ff. 3v-83v), in gran parte con neumi, sono stati completati con dei canti per le processioni, litanie e con un sequenziario (ff. 83v-109r). Rilegati all'inizio (ff. 1r-2v) ed alla fine (ff. 109r-122v) ci sono delle aggiunte del sec. XIII, tra cui una sequenza in lingua tedesca con neumi dedicata a Maria (fol. 115r) e un'elegia sulla morte del re svevo Filippo di Svevia assassinato nel 1208 (fol. 117v).
Online dal: 23.09.2014
Questo commento di Pascasio Radberto al Libro delle lamentazioni di Geremia venne trovato nel 1963, insieme ad altri 9 manoscritti, nel corso di lavori di costruzione in una intercapedine nella biblioteca di Engelberg. Sulla base dei versi trascritti a c. 1r il manoscritto può essere attribuito alla biblioteca dell'abate di Engelberg Frowin (1143-1187). Le caratteristiche del ductus e della decorazione corrispondono ai volumi di Frowin: dal testo ad inchiostro marrone scuro fino alle iniziali talvolta ritoccate in rosso, incipit ed explicit rubricati, semplici iniziali ad inchiostro rosso e iniziali decorate con tralci vegetali e motivi a bulbo in vari colori (2r, 40v, 73r, 126r, 163r).
Online dal: 04.10.2011
Questo codice con le omelie sui vangeli di S. Gregorio venne trovato con altri 9 volumi nel 1963 in occasione di lavori di costruzione nel monastero di Engelberg. Alle cc. 1v-2r e 46v sono enumerate per gruppi 20 omelie suddivise in capitula. Alle cc. 113r-116v il volume contiene varie raccolte ed elenchi tra i quali, a c. 114r dopo una pagina ritagliata, il cosiddetto elenco dei libri di scuola. Le varie omelie sono distinte da una iniziale, da incipit ed explicit ad inchiostro rosso. La scrittura è proporzionata e si riconosce unicamente un cambio di mano tra le cc. 40r-44r. Gli strappi della pergamena sono cuciti con arte. Il testo di un contratto a c. 1r e dei versi di dedica a c. 1v attestano che il manoscritto è stato realizzato all'epoca dell'abate di Engelberg Frowin (1143-1178).
Online dal: 04.10.2011
Scomparso per vari secoli, il manoscritto è stato ritrovato, unitamente ad altri codici (tra questi i codd. 1003, 1005, 1007, 1009) nel corso di lavori edili in un interstizio nel soffitto della biblioteca abbaziale di Engelberg. Il motivo che aveva portato al loro occultamento– protezione da furti o da un'altro tipo di minaccia – rimangono sconosciuti. In ragione della sua confezione e del verso a c. 1r, il manoscritto può essere collocato nella serie di volumi con opere di Agostino (Cod. 12-18, 87-88 e 138) della biblioteca dell'abate Frowin (1143-1178).
Online dal: 09.06.2011
Copia di Engelberg dell'opera Historiarum adversum paganos libri VII di Orosio. Tale esemplare fu commissionato durante l'abbaziato di Frowin (1143-1178). Contiene, tra l'altro, notevoli iniziali miniate ad Engelberg ed una grande varietà di glosse. Il manoscritto è un'accurata copia dell'esemplare sangallese Cod. 621 (IX secolo). Il testo di Engelberg servì a sua volta in seguito come modello per il cod. 60 della Stadtbibliothek di Sciaffusa.
Online dal: 31.07.2007
Il manoscritto contiene un breviario monastico completo. La decorazione è costituita da lettere rosse. blu e verdi decorate con motivi vegetali, antropomorfi, e zoomorfi a penna. Alcune iniziali sulle prime pagine (8-11) sono state, probabilmente in un secondo tempo, inquadrate in un fondo dorato. Di origine francese, fu usato fin dal sec. XII a Payerne per poi passare, dopo la secolarizzazione del priorato, in mani private.
Online dal: 14.12.2017
Molto probabilmente realizzato ad Hauterive intorno al 1200, questo messale cistercense ha recentemente attirato l'attenzione degli storici di S. Elisabetta d'Ungheria (1207-1231). E' così considerato, con un altro manoscritto di Hauterive l'antifonario L 301, un testimone della rapida diffusione del culto della santa in un monastero cistercense. In effetti, è nel 1236 che il capitolo generale dei cistercensi decise di far iscrivere nel martirologio e nel calendario dell'ordine il nome della santa che era stata canonizzata l'anno precedente. L'iscrizione corrispondente nel calendario del nostro manoscritto, che figura come redatta di seconda mano, è probabilmente la conseguenza di questa decisione.
Online dal: 09.04.2014
Realizzato in una pergamena di un certo spessore, piuttosto sporca. Rilegatura del XVII-XVIII secolo con assi in legno rivestiti in pelle nera con impressioni a secco, con 5 borchie in ottone sia sul piatto anteriore che posteriore (1 borchia mancante sul retro). Due frammenti di fibbie. Particolarità paleografiche e di contenuto indicano che il volume è stato prodotto a Hauterive.
Online dal: 13.06.2019
Il testo è costituito da un adattamento di alcune sezioni narrative della Bibbia in antico francese, un poema in lasse di alessandrini redatto da un autore continentale nel sec. XII, e che fu uno delle opere religiose in francese antico di maggior successo. Questo manoscritto è uno dei più antichi e completi esemplari dell'opera rimasti e l'unico a presentare un testo quasi completo del ramo anglo-normanno della tradizione testuale. In virtù della probabile origine insulare, il manoscritto testimonia altresì la diffusione immediata del testo in Inghilterra.
Online dal: 23.06.2014
Questo raro frammento giudaico-arabo è tratto dal Kitab al-Hidaya ila Faraiḍ al-Qulub o Libro dell'orientamento ai doveri del cuore di Baḥya ben Joseph Ibn Paquda (seconda metà dell'XI secolo). L'opera è di un'importanza fondamentale perché stabilisce il primo sistema di etica ebraica. La tradizione manoscritta di quest'opera in giudaico-arabo è molto lacunosa poiché sono pochi i testimoni che sono sopravvissuti fino ai giorni nostri.
Online dal: 26.09.2017
Una annotazione in latino sul primo foglio del manoscritto, contemporanea alla realizzazione del manoscritto avvenuta nel corso del XII secolo, elenca i sei testi contenuti nel volume. Identifica quattro trattati di S. Agostino De doctrina christiana, Contra Felicianum arrianum, Explanatio epistolae ad Galatas, De consensu quatuor evangelistarum – e annuncia di non sapere «nescitur» quale sia l'autore degli altri due testi. La critica moderna vi ha riconosciuto il De vita christiana attribuito a Fastidius (IV-V secolo) e un trattato sulla trinità, identificato poi come il Pro fide catholica attribuito a Fulgenzio di Ruspe (467-532). Questa copia è stata eseguita accuratamente, il testo rivisto e corretto e le principali divisioni del testo sono indicate da eleganti iniziali ornamentali in rosso e blu. La provenienza del codice è sconosciuta prima della sua apparizione nel 1620 nel catalogo dei libri a stampa e dei manoscritti della Biblioteca di Ginevra.
Online dal: 08.10.2020
Copiato all'inizio del XII secolo, nel priorato di Mont-Saint-Michel in Tarantasia, il messale segue un modello di Mont-Saint-Michel in Normandia. Il calendario comprende quasi tutti i santi venerati in Normandia, e l'ordinario della messa segue la tradizione di Mont-Saint-Michel. Il messale sembra essere stato in uso almeno fino al 1233, al momento dell'aggiunta dell'ultima menzione necrologica nel calendario. Fu acquistato dall'abate Claude Vittoz, curato di La Giettaz (Savoia), che lo cedette alla Biblioteca di Ginevra nel 1750.
Online dal: 14.06.2018
Allestito nell'abbazia di San Gallo, questo epistolario era utilizzato durante la messa per la lettura della lettera del giorno. Scritto in minuscola carolina ed ornato con iniziali dipinte in oro, argento e minio, è stato probabilmente copiato e miniato da Sintram all'inizio del X secolo. Una volta era ricoperto con due placche di avorio scolpito. Si ignora il percorso che ha portato questo manoscritto da San Gallo a Ginevra: si suppone che abbia lasciato l'abbazia alla fine del XVIII secolo, dopo essere stato messo in vendita; riappare poi negli anni 1863-1864 quando fu affidato alla Biblioteca di Ginevra dagli eredi del medico ginevrino Jean-Jacques de Roches-Lombard.
Online dal: 09.12.2008
Hugo d'Amiens, arcivescovo di Rouen (1130-1164), è l'autore dei due trattati teologici Sur la foi catholique e Sur l'oraison dominicale, copiati in questo manoscritto. A detta dell'annotazione che figura sulla carta di guardia anteriore, è stato offerto alla cattedrale di Rouen dall'arcivescovo Rotrou de Warwick, immediato successore di Hugo d'Amiens alla testa dell'arcivescovado (1165-1183). Prima di raggiungere le collezioni della Biblioteca di Ginevra appartenne ad Alexandre Petau, come testimonia una annotazione sulla prima carta del manoscritto (c. 1r).
Online dal: 04.10.2018
Datato agli anni 1170-1180, questo manoscritto contiene il testo dell'Alexandreis, un'epopea latina in versi redatta da Gautier de Châtillon per raccontare la storia di Alessandro Magno. Dedicato all'arcivescovo di Reims, quest'opera conobbe rapidamente il successo e resta tuttora apprezzata come il "miglior poema epico della letteratura del medioevo". Inoltre, la versione conservata in questo manoscritto sarebbe una delle più antiche.
Online dal: 09.04.2014
Databile intorno al 1200, questo manoscritto contiene vari testi tra i quali il martirologio di Usuardo (monaco benedettino morto intorno all'875), un omeliario incompleto, la regola di S. Agostino ed il necrologio dell'abbazia di Sixt (Francia, Alta Savoia), completato da ulteriori aggiunte fino al XVII secolo. Secondo François Huot queste diverse parti erano probabilmente in origine separate, ma sembrano essere state riunite dall'inizio del XIII secolo. Sui fogli che erano rimasti bianchi sono stati aggiunti diversi testi, soprattutto nei secoli XIII e XIV, e tra questi le liste dei livelli dovuti all'abbazia, annotate sulle carte 75v e 99r. Proprietà dei canonici agostiniani dell'abbazia di Sixt, che lo usavano per celebrare Officium capituli, questo manoscritto è rimasto in loro possesso fino alla Rivoluzione francese. Nel XIX secolo fu acquistato dal ginevrino Auguste Turrettini (1818-1881).
Online dal: 08.10.2015
Questo manoscritto è stato depositato alla Biblioteca di Ginevra nel 2007 dai padri della Congregazione di San Francesco di Sales (Ginevra, Institut Florimont). Si tratta di un manoscritto composito che riunisce due testi un tempo separati: le Institutiones Grammaticae di Prisciano, trascritte in Italia nell'XI o XII secolo, e il Commento all'Apocalisse di Beato di Liébana. Quest'ultimo, illustrato da 65 miniature, fu trascritto nel XI secolo, verosimilmente nel sud Italia, a giudicare dalla scrittura beneventana e dalla minuscola carolina utilizzate dagli scribi. Sconosciuto agli specialisti, questo Beato scoperto a Ginevra si aggiunge ai 26 esemplari illuminati già recensiti.
Online dal: 03.11.2009
Lezionario della seconda metà del XII-inizio del sec. XIII, originario di un monastero benedettino della Germania sudoccidentale come si deduce dalla presenza di vari santi di quella zona. Appartiene probabilmente al gruppo di manoscritti che le monache di Muri portarono con se nel monastero di Hermetschwil. E' decorato con numerose iniziali figurate e istoriate.
Online dal: 22.06.2010
Il manoscritto contiene le orazioni e le indicazioni per la liturgia delle ore. Venne allestito per le monache del monastero doppio di Muri e giunse ad Hermetschwil in seguito al trasferimento del monastero femminile.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto fu allestito per la parte femminile del doppio convento di Muri, come si deduce dalle formule al femminile che compaiono nelle orazioni. L'opera contiene le letture, responsori e orazioni per la liturgia delle ore, i salmi penitenziali, le benedizioni da recitare giornalmente nel monastero, e l'ufficio dei morti.
Online dal: 10.11.2016
Questo salterio del sec. XII appartiene al fondo antico della biblioteca del doppio monastero di Muri. Da lì giunse nel monastero di Hermetschwil. Il ciclo di miniature è incompleto, il calendario contiene una serie di annotazioni necrologiche.
Online dal: 22.06.2010
Questo salterio è stato scritto nel sec. XII nel monastero di Muri. Le aggiunte a carattere necrologico nel calendario menzionano sia monache che monaci della comunità di Muri e rappresentano quindi un'importante testimonianza per la vita del doppio monastero.
Online dal: 22.06.2010
Il salterio è un'opera del Maestro di Engelberg. I salmi 1, 51 e 101 sono introdotti da grandi iniziali. Soprattutto notevole il cavaliere a c. 41r.
Online dal: 10.11.2016
Il manoscritto, scritto in una gotica primitiva e datato alla fine del XII secolo, contiene una copia incompleta delle Metamorfosi di Ovidio (2,52 – 3,466; 3,651 – 14,43; 14,414 – 15,668). Presenta glosse marginali e interlineari così come delle varianti di mani diverse.
Online dal: 22.06.2017
Il manoscritto è un cartulario redatto in favore del priorato cluniacense di Romainmôtier (canton Vaud) e probabilmente copiato nel monastero. Si compone di due parti distinte cronologicamente e riunite ad una data sconosciuta. La prima parte risale al XII sec. e si compone di 77 documenti, preceduti da una prefazione che narra i principali avvenimenti della storia antica dell'istituzione. La seconda parte è stata copiata alla fine del XIII sec. e contiene 80 documenti, la maggior parte dei quali risalgono agli anni 1270-1286.
Online dal: 29.03.2019
Il manoscritto contiene le Sententiae ed un estratto dalle Etymologiae di Isidoro di Siviglia, inoltre, quali aggiunte, scongiuri, una antica notizia riguardante la storia economica del convento di S. Urbano e la benedizione dei tre angeli.
Online dal: 18.12.2014
Manoscritto contenente le Adhortaciones sanctorum patrum (cc. 13-96v) e il De miraculis (ff. 97r-158r), una raccolta di miracoli radunata da Pietro il Venerabile, riformatore ed ultimo dei grandi abati di Cluny (1092-1156). Le carte di guardia anteriori sono costituite da un documento notarile del XIV secolo, mentre sulle carte di guardia posteriori si trovano varie note, probabilmente di possesso, erase.
Online dal: 22.03.2012
Parte di un foglio proveniente dal terzo volume (maggio-giugno) di un legendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, monaco nel monastero di Frauenberg a Fulda (dal 1176 al 1177 abate di Fulda col nome Ruggero II). Il frammento contiene parti della Passio sanctorum Marci et Marcelliani e della Vita s. Bodardi, e si deve probabilmente alla mano di Eberhard di Fulda. Il legendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea, Soletta e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del legendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580.
Online dal: 13.06.2019
Graduale annotato della metà del XII secolo, in uso presso l'abbazia dei canonici regolari dell'Ordine Premonstratense di Bellelay.
Online dal: 26.04.2007
La prima biblioteca liturgica delle monache della Fille-Dieu, ora in parte dispersa in Europa, riveste una importanza capitale per la storia dell'ordine cistercense. L'opuscolo FiD 1 (notazione musicale francese) contiene i più antichi uffici di s. Bernardo e della Trinità introdotti nell'ordine intorno al 1175 o poco dopo. Le carte di guardia rivestono anche una certa importanza. Esse costituiscono, con FiD 2, i residui di antifonari copiati intorno al 1136/1140 comprendenti la liturgia cistercense primitiva ricopiata a Metz poco dopo il 1108 dai monaci emissari dell'abate Étienne Harding. Questa liturgia fu corretta in seguito alla riforma di Bernardo di Clairvaux terminata agli inizi degli anni 1140. L'esistenza di bozze bernardiniane era finora nota dall'antifonario 12A-B conservato presso l'abbazia di Westmalle (Belgio) e da quello dell'abbazia di Tamié 6 (Savoia). Le analisi codicologiche delle carte di guardia di FiD1 e dei frammenti FiD 2 rivelano che l'insieme dei documenti proviene dal monastero svizzero della Fille-Dieu; condividono uno statuto identico e delle caratteristiche comuni, indipendentemente dall'attuale luogo di conservazione. Rivelano le medesime prime mani e mani correttrici, le stesse ornamentazioni e gli stessi ritocchi tardivi realizzati al più presto nel XVI secolo, probabilmente dalle monache o dai monaci dell'abbazia di Hautcrêt (Oron, VD) che fu, fino al 1536, abbazia madre della Fille-Dieu.
Online dal: 22.03.2018
Questi frammenti di antifonari, copiati intorno al 1136/1140, grattati e corretti intorno al 1140/1143, costituiscono una copertina vuota. Questi pezzi di pergamena di diversi formati sono senza dubbio stati incollati gli uni agli altri dalle monache della Fille-Dieu per ricoprire un formulario liturgico oggi scomparso. FiD 2 costituisce, con FiD 1, i residui di antifonari contenenti la liturgia cistercense primitiva. Questa è stata definita da Fr. Kovacs («Fragments du chant cistercien primitif», ASOC 6 [1950], p. 140–150) e Chr. Waddell (The Primitive Cistercian Breviary, Fribourg, 2007 [Spicilegium Friburgense 44]) come la liturgia riformata da Étienne Harding poco dopo il 1108. In occasione di questa riforma, l'abate di Cîteaux impose all'ordine di adottare l'antifonario di Metz. Questo fu in vigore nell'ordine fino all'epoca della seconda riforma, affidata a Bernardo di Clairvaux. Fu conclusa agli inizi degli anni 1140. L'esistenza di bozze bernardiniane era finora nota dall'antifonario 12A-B conservato presso l'abbazia di Westmalle (Belgio) e da quello dell'abbazia di Tamié 6 (Savoia). Le analisi codicologiche delle carte di guardia di FiD1 e dei frammenti FiD 2 rivelano che l'insieme dei documenti proviene dal monastero svizzero della Fille-Dieu; condividono uno statuto identico e delle caratteristiche comuni, indipendentemente dall'attuale luogo di conservazione. Rivelano le medesime prime mani e mani correttrici, le stesse ornamentazioni e gli stessi ritocchi tardivi realizzati al più presto nel XVI secolo, probabilmente dalle monache o dai monaci dell'abbazia di Hautcrêt (Oron, VD) che fu, fino al 1536, abbazia madre della Fille-Dieu.
Online dal: 22.03.2018
Manoscritto redatto intorno al 1175 forse nel monastero di Engelberg, come sembrerebbe attestare il tipo di scrittura e una nota nel contenuto (8va), con aggiunte e annotazioni redatte intorno al 1400. Quale testo principale contiene una copia della cosiddetta Reichenauer Kaiserchronik di Hermannus Augiensis (o Hermannus Contractus) e degli Excerpta dalla continuazione della cronaca di Bertholdus Augiensis. Tra le notizie aggiunte nella prima metà del sec. XIV vi è quella che testimonia il trasferimento della sede episcopale da Windisch a Costanza all'epoca del re Dagoberto (29v). Conteneva sull'ultima pagina notizie riguardanti la storia del monastero di Muri del XIV e XV sec. che sono probabilmente state asportate nel XIX sec. E' elencato nella lista dei manoscritti di Muri del 1744 ma probabilmente già intorno al 1500 era in possesso del monastero.
Online dal: 23.04.2013
Il piccolo libro di preghiere del sec. XII, il più antico in lingua tedesca, è stato scritto per una donna. Contiene numerose preghiere latine e tedesche tra le quali spicca la famosa „Mariensequenz aus Muri“, la più antica riproduzione conosciuta in lingua tedesca della sequenza in latino Ave praeclara maris stella. Nel sec. XIX il manoscritto venne ritenuto in qualche modo collegato alla regine Agnese (1281 ca-1364) che visse nel monastero di Königsfelden. Elencato nella lista dei manoscritti posseduti dal monastero di Muri del 1790.
Online dal: 22.06.2010
Questo ciclo di miniature della prima metà del sec. XII è opera di due artisti. A giudicare dalle incisioni previste per l'inserimento in un fascicolo, il ciclo era dapprima rilegato in un manoscritto; forse era anteposto ad un salterio.
Online dal: 22.06.2010
Trascrizione su pergamena della prima parte del Commento di Gerolamo ai profeti minori. Il manoscritto ha avuto origine nello scriptorium del monastero di Allerheiligen di Sciaffusa dopo il 1100 e vi ha operato anche un artista non documentabile altrove. Sono opera sua l'iniziale I in oro e colori a tempera nella pagina iniziale (1v): tra racemi drappeggiati con viticci si muovono un orso, due uccelli rapaci e due cani; un leone azzanna un coniglio, un gallo ed una volpe si gustano dei grappoli di uva ed un cacciatore uccide un cinghiale. L'inizio del testo (4r) è stato ornato dallo stesso artista con una iniziale V nella quale quatto animali (un drago, un cane, un uccello rapace ed un capriolo) sono artisticamente intrecciati tra racemi dorati.
Online dal: 19.12.2011
Questo manoscritto contenente 59 lettere di Gerolamo, realizzato nello scriptorium del convento di Allerheiligen di Sciaffusa, è ricordato tra le aggiunte nell'elenco dei libri del monastero di Sciaffusa (Min. 17, f. 306v). Per una datazione intorno al 1100 parlano anche la legatura romanica e lo stile delle iniziali vegetali. Una nota di possesso del 1356 del monastero, e una nota di prestito del frater Jacobus Winkelshan dello stesso anno, attestano un utilizzo del codice nel tardo medioevo.
Online dal: 13.12.2013
Esemplare su due colonne delle Enarrationes in psalmos 1-50 di Agostino, elencato nelle aggiunte all'elenco dei libri del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v), e che, con il Min. 16, completa il più antico Min. 17. Bella pergamena, con la medesima impaginazione a larghi margini del Min. 16, varie mani. Le iniziali con tralci sono piuttosto piccole e spesso non sono state completate. La capitale decorativa arabescata della pagina con l'incipit (f. 1v) conferma la realizzazione più tarda. La legatura in pelle, a quanto si può giudicare dalla forma, di epoca romanica, venne completata nel XIV/XV secolo con cinque borchie a cappello per parte e con dei ganci di chiusura. Risalgono alla medesima epoca certamente la nota di possesso manoscritta all'interno della coperta anteriore e l'etichetta con il titolo sulla coperta posteriore.
Online dal: 26.09.2017
Esemplare su due colonne delle Enarrationes in psalmos 51-100 di Agostino, elencato nelle aggiunte all'elenco dei libri del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v), e che, con il Min. 15, completa il più antico Min. 17. Bella pergamena, con la medesima impaginazione a larghi margini del Min. 15, varie mani. La I della pagina di incipit (f. 1r) e la Q della pagina iniziale (f. 3v) sono realizzate in oro e con colori e sono protette da una stoffa cucita sul foglio. La legatura, risalente al sec. XII, fu storicizzata nel sec. XIX.
Online dal: 26.09.2017
Esemplare su due colonne delle Enarrationes in psalmos 101-150 di Agostino, alla cui stesura collaborarono diverse mani. Nonostante si tratti del terzo di tre tomi, il Min. 17 è più antico dei Min. 15 e Min. 16 che lo completano. La I della pagina dell'incipit (f. 1r), la E della pagina iniziale (f. 2v) e la iniziale E con tralci del f. 1v sono disegnate con l'inchiostro rosso il cui fondo è riempito con dei colori blu e verde pallido. Introduce ogni salmo una iniziale a tralci corrispondente a 12-15 righe ad inchiostro rosso. La legatura risale probabilmente al XIX sec. Scolorimenti e rinforzi dei ff. 1r e 307v lasciano supporre che il manoscritto rimase a lungo senza legatura, cosa che forse spiega la perdita di un fascicolo dopo il f. 199. La grande importanza del Min. 17 è data dal fatto di contenere un elenco dei volumi del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (f. 306v), che vennero procurati o realizzati nello scriptorium stesso all'epoca dell'abate Siegfried (morto 1094) e nei primi anni dopo la sua morte, incluso il presente.
Online dal: 26.09.2017
Esemplare in due colonne del De civitate Dei di Agostino, menzionato nell'elenco di libri del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v), vergato da varie mani, con molte correzioni. Varianti e monogrammi per Nota nei margini. Il volume si apre con una pagina di incipit e una pagina iniziale che presenta una lettera E arabescata, disegnata a penna con inchiostro rosso su un fondo di colore verde pallido. L'inizio di ogni libro è introdotto da iniziali con tralci corrispondenti a 10-12 linee. Tra i ff. 137/138 e 193/194 è andato perduto rispettivamente un fascicolo prima che il codice, come numerosi altri, ricevesse nel XV secolo una nuova legatura in pelle con borchie in metallo, due ganci di chiusura e un titolo sulla coperta anteriore; quali controguardie e carte di guardia (f. 292, 293) vennero usati, così come per il Min. 20, Min. 24, Min. 40, Min. 53, Min. 55, Min. 104, frammenti di un obituario del monastero di Allerheiligen del XIV secolo.
Online dal: 26.09.2017
Questo manoscritto, che figura nelle aggiunte fatte all'inventario della biblioteca del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v), è costituito di due parti. La prima contiene una versione a piena pagina dei Dialoghi di Gregorio, tramandati anche nel Min. 47, con una pagina iniziale decorata (1r) e un ritratto dell'autore (1v). Specialmente rimarchevoli sono la vita di Benedetto nel Libro 2 (23r) e l'inizio del Libro 3 (38r) e 4 (69r), che presentano un'iniziale con tralci. La legatura è romanica; non è chiaro se il fascicolo V tra la c. 32v e la c. 33r è andato perso sin dall'inizio o in occasione di un restauro in epoca moderna. La seconda parte (da 104r, fascicoli XV fino a XVIII) contiene una copia senza decorazione della Vita di Giovanni l'Elemosiniere di Leonzio di Napoli.
Online dal: 13.10.2016
Secondo tomo del libri II omeliarum et sermonum per totum annum, con i Sermones de tempore (f. 1v), Sermones de sanctis (f. 136v) e i Sermones de communi sanctorum (f. 237v) per il periodo da Pentecoste fino alla fine dell'anno liturgico, elencato nelle aggiunte alla lista dei libri del monastero di Allerheiligen del 1100 ca. (Min. 17, f. 306v). Il manoscritto, su due colonne, vergato fino alla ultima pagina lasciata incompleta, da un unico copista esperto, appartiene, con le sue numerose iniziali con tralci realizzate a penna con inchiostro rosso, alcune corrispondenti a ben 20 righe, e le sue scritture distintive, ad uno dei più bei manoscritti realizzati nel monastero di Ognissanti. Il codice, come molti altri, nel XV secolo ricevette una legatura nuova in pelle con borchie in metallo e due ganci di chiusura; il f. 1 (da allora sciolto) ebbe funzione di foglio di guardia, quello alla fine manca (dopo il f. 287).
Online dal: 26.09.2017
Una gran parte di questo messale con notazione musicale è stato realizzato intorno al 1100. Dopo il 1300 queste parti sono state rilegate con una sezione più moderna. La presenza delle caratteristiche iniziali con tralci vegetali, la menzione nel calendario di santi locali ed altre aggiunte, lasciano pensare che il messale sia stato confezionato nel monastero di Allerheiligen a Sciaffusa e lì usato nel corso di molti secoli. Si tratta di uno dei pochi manoscritti liturgici proveniente da questo monastero che sia sopravvissuto alla Riforma.
Online dal: 19.12.2011
Questo manoscritto, di cui sono scomparsi di primi due fogli, possiede un colophon che si può leggere sul verso dell'ultima carta (299v). Nel colophon, redatto nel XIII secolo, si legge che la bibbia in tre volumi di Valère fu offerta alla comunità dei canonici di Sion intorno al 1195, in occasione della festa dell'Epifania, da Willencus di Venthône, decano della chiesa inferiore di Nostra Signora di Glarier. Quest'opera può essere messa in relazione con alcune bibbie certosine, specialmente con una bibbia in quattro volumi appartenuta ad una figlia della Grande Chartreuse (Grenoble, B.M., Mss 14, 13, 25, 15 rés (19-21 e 25)). In effetti, l'ordine dei libri del Vecchio Testamento della bibbia di Valère corrisponde del tutto a quello della "Bibbia in quattro volumi". Inoltre, l'iniziale della Genesi nella bibbia di Sion è praticamente identica alla "I" della Genesi di questa bibbia certosina.
Online dal: 13.10.2016
L'Evangeliario argenteo è stato prodotto nel sec. XII, probabilmente in ambiente altorenano. Viene ricordato per la prima volta nel 1646 nell'Inventarium Custodiae S. Ursi, p. 48: «Ein altes Evangelij Buoch, dessen Deckhel von Silber». Nella concezione politica di Carlomagno l'unificazione della vita ecclesiastica sottostava al modello della liturgia romana ai tempi di papa Gregorio Magno. Così nel corso del lavoro di copia dei Vangeli ebbe origine in forma di libro l'Evangeliario.
Online dal: 22.06.2010
Bifoglio proveniente dal terzo volume (maggio-giugno) di un leggendario da Fulda, originariamente composto di sei volumi, commissionato nel 1156 da Rugger, prevosto del monastero di Frauenberg a Fulda. Il frammento contiene parti della vita di Bonifacio redatta da Otloh di S. Emmeram ed è stato vergato da Eberhard di Fulda. Il leggendario fu utilizzato ancora nella metà del XVI secolo da Georg Witzel (1501-1573) per il suo Hagiologium seu de sanctis ecclesiae (Magonza 1541) e per il suo Chorus sanctorum omnium. Zwelff Bücher Historien Aller Heiligen Gottes (Colonia 1554). Altri frammenti del terzo volume si trovano a Basilea e Norimberga. Essi dimostrano che questo, così come almeno il sesto volume (novembre-dicembre) del leggendario, giunse dopo poco tempo a Basilea, dove apparentemente entrambi furono usati come maculatura intorno al 1580. Nell'anello dell'Iniziale P a c. 1r è rappresentato Bonifacio, e sotto di lui il committente del leggendario, Rugger.
Online dal: 14.12.2017
L'Urbarium di Salerno, risalente alla fine del XII secolo, elenca le proprietà terriere e i dazi dovuti alla chiesa di Salerno. Del manoscritto originale rimangono oggi solo 31 fogli sciolti vergati in minuscola beneventana. L'Urbarium è in gran parte un palinsesto: una copia in minuscola beneventana delle Etymologiae di Isidoro di Siviglia del X secolo.
Online dal: 20.12.2023
Antico testimone delle Sententiae di Pietro Lombardo († 1160), redatto forse ancora all'epoca della vita dell'importante scolastico. Scritto forse in uno scriptorium alsaziano, nel XV secolo il codice si trovava nel capitolo dei canonici di Schönenwerd e ricevette una nuova legatura da parte del rilegatore Woldaricus.
Online dal: 25.06.2015
Nelle opere De arithmetica e De institutione musica Boezio trasmise ai medievali la matematica greca e la teoria della musica. Databile al XII secolo, tale codice presenta miniature schematiche policromatiche, realizzate con particolare cura.
Online dal: 20.05.2009
Questo volume, assemblato nel XIV secolo da quattro diverse sezioni originariamente separate, costituiva probabilmente il messale della cappella sul St. Margrethenberg (Sampans) sopra Pfäfers. I canti nella prima (1r-63v, XII sec.), nella seconda (64r-77v, XIII-XIV sec.) e nella quarta sezione (129r-131v, XII secolo) contengono dei neumi, quelli della terza sezione (78r-128v, XIV sec.) sono in notazione quadrata.
Online dal: 08.10.2015
Calendario, graduale e sacramentario dalla chiesa parrocchiale di S. Evort di Pfäfers, conservato dal XVII/XVIII sec. nella biblioteca del monastero di Pfäfers. Presenta iniziali, una ricca decorazione e, a c. 59r, un'immagine del Canone a piena pagina. A c. 173v, aggiunto da una mano del sec. XIII, si legge un Alemannischer Glauben und Beichte.
Online dal: 14.06.2018
Il Liber viventium Fabariensis è certamente la più importante opera rimasta della miniatura retica. Il codice venne in origine trascritto come un evangelistario e riccamente decorato con iniziali, arcate dei canoni e raffigurazioni a piena pagina dei simboli dei quattro evangelisti. Fin dall'830 negli spazi liberi delle arcate dei canoni vennero aggiunte liste delle comunità monastiche affratellate così come i nomi di benefattori sia vivi che morti del monastero. Oltre al suo ruolo di evangelistario, di libro per le commemorazioni e libro delle confraternite, il Liber viventium servì più tardi anche come cartolario ed elenco del tesoro del monastero di Pfäfers. A causa del valore giuridico che il Liber viventium ancora oggi riveste, il volume si trova in possesso del patrimonio archivistico del monastero di Pfäfers.
Online dal: 02.06.2010