Bifoglio di un Liber poenitentialis, non meglio identificabile, probabilmente vergato nella Francia orientale. Come si evince dalla numerazione continua collocata nel margine superiore, si è conservata parte del ventiquattresimo libro. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Sei bifogli (probabilmente un fascicolo) di un manoscritto francese contenente una raccolta di exempla ad oggi non identificati. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Quattro bifogli (forse un fascicolo) con sezioni tratte dagli Statuti della Confraternita Parigina dei Dodici Apostoli. A causa della scrittura inusuale sono sussistite per lungo tempo grandi divergenze riguardo alla classificazione e datazione del testo. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Quattro bifogli legati provenienti da un manoscritto medico probabilmente vergato nella Francia orientale e contenente estratti da un Antidotarium e dal De diaetis universalibus di Isacco Giudeo. Alla parte finale sono acclusi due fogli con estratti dal Liber alter de dynamidiis e altri excerpta teologici e ricette mediche. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Quattro bifogli (un fascicolo) di un manoscritto francese contenente il Beniamin minor di Riccardo di San Vittore. Al f. 1 vi è una nota di possesso che, essendo parzialmente tagliata, impedisce di precisare ulteriormente l'origine del frammento. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Tre bifogli provenienti da un manoscritto probabilmente realizzato nella Francia orientale e contenente le Sententiae di Isidoro abbondantemente commentate. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Quattro bifogli di un manoscritto di proprietà dell'abbazia parigina dei canonici regolari di Sainte-Geneviève. Il fascicolo con le Glossae in Vetus Testamentum (dal libro del Levitico fino al primo Libro dei Re) e le Quaestiones Hebraicae in librum I Regum di Geronimo formano la parte iniziale del Cod. 554 della Burgerbibliothek di Berna. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Quattro bifogli (probabilmente un fascicolo) di un manoscritto francese. Il testo – strutturato in forma di dialogo tra maestro e allievo e tramandato integralmente nel Cod. 417 della Burgerbibliothek di Berna, ff. 47r-61v – contiene il trattato De divisionibus temporum basato su un computo irlandese. Il frammento, che si trovava inizialmente in possesso di Pierre Daniel, è giunto a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Due bifogli di un manoscritto francese contenente il Carmen Paschale di Sedulio. Il frammento, scarsamente miniato e glossato, si trovava inizialmente in possesso di Pierre Daniel ed è giunto a Berna nel 1632, insieme al fondo di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Quattro bifogli (un fascicolo) di un manoscritto probabilmente vergato nella Francia occidentale e contenente l'opera agostiniana De magistro. Alcuni fogli sono palinsesti di un documento precedentemente eraso su entrambi lati e presumibilmente di provenienza spagnola. Il frammento, che si trovava inizialmente in possesso di Pierre Daniel, è giunto a Berna nel 1632, insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Foglio sciolto di un manoscritto verosimilmente vergato nell'area della Loira e contenente alcuni inni carolingi. Il verso del foglio è gravemente abraso e contiene una raccolta di estratti da Orazio, disposti all'incirca nell'ordine delle sue opere. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Tre bifogli di un manoscritto francese, contenente i trattati De tropis loquendi di Pietro Cantore e De schematibus et tropis di Beda. Sull'ultimo foglio si trova una raccolta di ricette francesi. Come si evince da una nota al f. 1r, Pierre Daniel e Pierre Pithou discussero il contenuto del testo. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Foglio sciolto di un manoscritto realizzato nella Francia orientale e contenente le Institutiones grammaticae di Prisciano. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Due fogli provenienti da un manoscritto probabilmente vergato nell'area di Soissons e contenente le Institutiones grammaticae di Prisciano. I frammenti, uno dei quali riporta una nota di possesso di Paul Petau, sono stati un tempo riutilizzati forse come rivestimento di altri libri; sono giunti a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Foglio sciolto di un manoscritto vergato probabilmente a Tours e contenente le Etymologiae di Isidoro. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Quattro bifogli di un manoscritto francese miniato contenente il De civitate Dei, opera principale di Agostino. Come si evince dalle tracce lasciate dalle pieghe e da una parte di titolo ancora disponibile, i due bifogli sono stati più tardi utilizzati come rivestimento librario. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Quattro bifogli (forse un fascicolo) di un manoscritto francese con testi di Walter Map e Jean Lefèvre, del quale altre unità codicologiche si trovano nel ms. Città del Vaticano, BAV, Reg. Lat. 598; presenta somiglianze con altri manoscritti dell'abbazia di San Vittore di Parigi e relazioni con l'abbazia di Saint-Vaast di Arras. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Due bifogli e un foglio sciolto di un manoscritto vergato probabilmente nella Francia settentrionale e contenente il De orthographia di Beda e forse testi di Cassiodoro. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Tre bifogli provenienti da un manoscritto probabilmente vergato in Francia, del quale altre unità codicologiche si trovano nel ms. Città del Vaticano, BAV, Reg. lat. 477. L'unità conservata a Berna contiene la Confessio de Trinitate di Alcuino, una poesia di Hildebertus Cenomanensis e la parte iniziale della Passione di Andrea apostolo. Purtroppo, l'Ex libris con una maledizione rivolta a chiunque violi il libro non è più decifrabile. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Foglio sciolto di un manoscritto francese con un estratto delle Leges Langobardorum. Il frammento è giunto a Berna nel 1632 insieme al fondo di proprietà di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Quattro bifogli (forse un fascicolo) di un manoscritto di piccolo formato vergato, come lascia ipotizzare l'annotazione (f. 5v-6r) di un certo Letaldus, a Fleury o a Micy. Contiene i Disticha Catonis e altri brani, insieme ad estratti delle opere di Prisciano e Seneca. Attraverso Pierre Daniel, che ha copiato l'annotazione di Letaldus nel Cod. 450.11 della Burgerbibliothek di Berna, nel 1632 il frammento è giunto a Berna insieme al fondo di Jacques Bongars.
Online dal: 12.07.2021
Il cosiddetto «Berner Parzival» costituisce l'ultimo testimone manoscritto datato del poema cavalleresco sul Sacro Graal redatto tra il 1200 e il 1210 da Wolfram von Eschenbach, e per giunta corredato di illustrazioni. Il manoscritto venne probabilmente commissionato nel 1467 dal commerciante bernese Jörg Friburger al copista Johann Stemhein di Costanza. Questi modernizzò dal punto di vista stilistico e redazionale il testo del suo modello adattandolo ai gusti di un pubblico cittadino tardomedievale. Inoltre fornì delle indicazioni per le illustrazioni, che poco più tardi un pittore seguì, realizzando 20 disegni a penna colorati. Le successive vicende che coinvolsero il manoscritto, che oggi conta 180 fogli, rimangono sconosciute; tuttavia nei primi anni del XIX secolo dovette giungere nella biblioteca di Berna, nel cui possesso è attestato al più tardi dal 1816.
Online dal: 26.09.2017
Il manoscritto raccoglie circa 700 documenti relativi all'amministrazione del Capitolo e della chiesa cattedrale di Losanna, emessi tra l'814 e il 1242. La compilazione del Cartulario si protrae per circa quarant'anni, dal 1202 al 1242; dopo questa data, altri cinque atti datati dal 1250 al 1294 sono stati aggiunti alla raccolta. La struttura materiale del manoscritto è molto complessa a causa delle numerose aggiunte al nucleo originario che corrisponde al Livre censier du Chapitre cathédral de Lausanne, la cui composizione risale al 1202 circa. Il manoscritto contiene testi di varia natura: un registro di beni del Capitolo, un cartulario topografico, un registro cronologico, due cronache, un registro delle chiese della diocesi, la cronaca dei vescovi di Losanna, il necrologio della cattedrale. L'autore di questa preziosa raccolta è Conon d'Estavayer (ante 1200-1243/1244), divenuto decano del Capitolo cattedrale nel 1202, che dal 1216 al 1242 sovrintende direttamente la redazione del manoscritto e l'ordinamento dei documenti.
Online dal: 13.12.2013
Miscellanea composta da quattro parti molto diverse che probabilmente giunsero a Berna nel 1632 da Jacques Bongars; le parti B e C provengono dal Collège de Navarre di Parigi. Tutte le parti sono miniate, almeno in parte. Di tutti i frammenti, si trovano parti correlate in altre biblioteche: per la parte A, Parigi BN lat. 7709, ff. 1-4; per B Parigi BN lat. 17566, ff. 1-40; per C Parigi BN lat. 17902, ff. 1-85 e per D Leiden UB, Voss. Q 2 IX (f. 60).
Online dal: 10.10.2019
Miscellanea composta da due parti diverse che probabilmente giunsero a Berna nel 1632 da Jacques Bongars. La parte A proviene da una vasta raccolta di vite di santi per la liturgia di Fleury, molte delle quali si sono conservate nella Biblioteca Vaticana: Reg. lat. 274, ff. 95-102; Reg. lat. 318, ff. 1-79, 80-146, 147-258; Reg. lat. 585, ff. 13-27; Reg. lat. 711.II, ff. 11-18; 67-76. La parte B contiene frammenti degli scritti grammaticali di Isidoro e fu probabilmente scritta nella Francia orientale.
Online dal: 10.10.2019
Testimone unico per alcune lettere di Salviano di Marsiglia, il cui complemento è conservato a Parigi BN lat. 2174, ff. 113-115. Il frammento, non miniato, è probabilmente giunto a Berna nel 1632 da Jacques Bongars.
Online dal: 10.10.2019
Frammento dell'Aritmetica di Boezio, probabilmente giunto a Berna nel 1632 da Jacques Bongars, decorato con numerose rappresentazioni schematiche.
Online dal: 10.10.2019
Due bifogli provenienti da un manoscritto di Isidoro probabilmente realizzato nella regione della Loira. Il frammento contiene tra l'altro una rosa dei venti accuratamente disegnata e, alla fine, testi astronomici, noti anche, nel contesto dell'Aratea, come «Scholia Bernensia». Giunse probabilmente a Berna nel 1632 con la collezione di Jacques Bongars.
Online dal: 10.10.2019
Frammento di un manoscritto in onciale con testi medici, probabilmente scritto in Spagna e forse, attraverso l'Italia, giunto nella biblioteca della cattedrale di Chartres, e le cui parti restanti sono conservate a Parigi BN lat. 10233. Da una annotazione del bibliotecario di Berna Samuel Hortin, si ricava che il frammento giunse con molta probabilità a Berna con la Bongarsiana nel 1632.
Online dal: 10.10.2019
La Amtliche Berner Chronik (Cronaca ufficiale di Berna) venne commissionata nel 1474 dal Consiglio della città di Berna. Esattamente dieci anni più tardi Diebold Schilling poté consegnare al Consiglio l'opera in tre volumi, con titoli colorati, iniziali e più di 600 grandi illustrazioni. Il primo volume contiene gli inizi della storia di Berna dalla fondazione della città fino all'anno 1421, basata sulla antica Cronaca di Konrad Justinger, nella versione di Benedicht Tschachtlan. In seguito l'opera venne conservata per quasi tre secoli nella cancelleria bernese che poi nel 1762 regalò i volumi alla biblioteca della città.
Online dal: 20.12.2012
La Amtliche Berner Chronik (Cronaca ufficiale di Berna) venne commissionata nel 1474 dal Consiglio della città di Berna. Esattamente dieci anni più tardi Diebold Schilling poté consegnare al Consiglio l'opera in tre volumi, con titoli colorati, iniziali e più di 600 grandi illustrazioni. Il secondo volume contiene gli avvenimenti degli anni dal 1421 al 1466 e si basa in molte parti sulla revisione di Benedicht Tschachtlan dell'opera di Fründ. In seguito l'opera venne conservata per quasi tre secoli nella cancelleria bernese che poi nel 1762 regalò i volumi alla biblioteca della città.
Online dal: 20.12.2012
La Amtliche Berner Chronik (Cronaca ufficiale di Berna) venne commissionata nel 1474 dal Consiglio della città di Berna. Esattamente dieci anni più tardi Diebold Schilling poté consegnare al Consiglio l'opera in tre volumi, con titoli colorati, iniziali e più di 600 grandi illustrazioni. Il terzo, e dal punto di vista artistico, più ricco volume, contiene la descrizione dello Schilling stesso delle guerre borgognone, unitamente agli avvenimenti precedenti fino all'anno 1480. Il volume è in stretta relazione con la Grosse Burgunderchronik oggi conservata nella Zentralbibliothek di Zurigo (Ms. A 5). In seguito l'opera venne conservata per quasi tre secoli nella cancelleria bernese che poi nel 1762 regalò i volumi alla biblioteca della città.
Online dal: 20.12.2012
La Spiezer Chronik del cronista Diebold Schilling, così denominata dal luogo dove venne a lungo conservata, è conosciuta, quale opera commissionata da Rudolf von Erlach, anche con il nome di Privater Schilling. Contiene gli inizi della storia di Berna dalla fondazione della città fino agli avvenimenti della metà del sec. XV ed è, al contario della Cronaca ufficiale (Amtliche Chronik) in tre volumi di Schilling (Bern, Burgerbibliothek Mss.h.h.I.1-3), rimasta incompiuta (non sono contenute le guerre di Borgogna).
Online dal: 20.12.2012
Raccolta di fiabe scritte in tedesco intorno al 1349/50 dal domenicano Ulrich Boner e dedicate al patrizio bernese Johann von Ringgenberg. I più importanti rappresentanti della raccolta completa sono Basilea, Universitätsbibliothek AN III 17 e la presunta copia Berna, Burgerbibliothek Mss.h.h.X.49, le cui illustrazioni, tuttavia, sono di qualità molto inferiore. Il manoscritto, di cui mancano i primi due fascicoli, fu probabilmente scritto da Hemon Egli, balivo di Erlach, o da qualcuno della sua cerchia; pervenne in seguito, tramite il nipote Jakob von Bollingen, alla biblioteca della famiglia Erlach nel castello di Spiez. Nel 1875, Friedrich Bürki lo acquistò dalla successione e lo donò alla biblioteca della città di Berna.
Online dal: 26.09.2024
Il frammento dal monastero di Königsfelden, che contiene solo 12 fogli (= 1 fascicolo), contiene un calendario completo (necrologio) con le registrazioni dei giorni della morte dei membri della famiglia fondatrice degli Asburgo e del confessore della regina Agnese d'Ungheria (Lamprecht d'Austria) fino al 1330. Dopo la soppressione del monastero nel 1528, il manoscritto passò in mano private bernesi e nel XIX secolo fu donato alla Stadtbibliothek della città.
Online dal: 14.06.2018
Resti di una Bibbia di Alcuino proveniente dal convento domenicano di Berna; intorno al 1495 furono utilizzati dal legatore Johannes Vatter come carte di guardia per vari incunaboli oggi a Berna e Soletta. Dopo la secolarizzazione del convento nel 1528, questo volume (MUE Inc. I.20) giunse in possesso della biblioteca di Berna nel 1534, forse con l'eredità libraria dell'alfiere Jürg Schöni. Riunificazione virtuale dei frammenti: [sine loco], codices restituti, cod. 5 (Biblia latina).
Online dal: 12.12.2019
Messale ad uso della diocesi di Costanza scritto dal prebendario di Beromünster Johannes Dörflinger nel 1474-1475 per la chiesa di Hochdorf (Lucerna). Il volume è stato commissionato per la nuova cappellania di S. Pietro e Paolo forse dal suo fondatore, il plebano e decano Johannes Teller. Contiene raffinate iniziali filigranate all'inizio delle varie sezioni liturgiche ed una miniatura a piena pagina con la Crocifissione (106v) che introduce il Te igitur. Su alcune pagine che erano rimaste bianche sono stati trascritti i principali documenti riguardanti l'erezione della prebenda di S. Pietro e Paolo a Hochdorf (78r-82v).
Online dal: 23.09.2014
Manoscritto composito a carattere catechetico-ascetico, su carta, in quarto. Tre fascicoli di diversa consistenza. Il più antico, della seconda metà del sec., XIV è di mano di Albert von Münnerstadt, conventuale della commenda dell'ordine teutonico di Hitzkirch, e contiene le Moralitates super evangelium sancti Lucae. A questo vennero aggiunti e rilegati insieme, forse a Beromünster nella seconda metà del sec. XV, due Compendia moralia di scienze naturali (estratti dall'enciclopedia di Tommaso di Cantimpré) e trattati catechetici di Heinrich von Langenstein, Johannes Gerson e Bonaventura. Manoscritto utilizzato da un erudito in un contesto di cura d'anime (mano imprecisa con innumerevoli abbreviature soprattutto nel terzo fascicolo).
Online dal: 23.09.2014
Il Cantatorio di Beromünster contiene i canti solistici della messa con notazione e, quali aggiunte del sec. XIV, alcuni tropi, tra i quali quelli per il Kyrie Kyrie fons bonitatis e Cunctipotens. Interessante anche la versione del conductus. La rilegatura del codice è costituita da assi in legno nelle quali sono inserite due tavole in avorio del sec. VIII-IX.
Online dal: 21.12.2009
L'Epistolario è il più antico manoscritto conservato dalla biblioteca di Beromünster e, secondo la tradizione locale, venne donato da un membro della famiglia dei fondatori von Lenzburg, il conte Ulrico († prima del 1050). La coperta anteriore è costituita da un tavola di avorio della seconda metà-fine del sec. XIII, aggiunta in un secondo tempo.
Online dal: 21.12.2009
Il manoscritto contiene gli statuti del comune di Bever del 1558 (ff. 1r-5v). Questi sono stati utilizzati dopo il 1560 come base per l'elaborazione di nuovi statuti, e in quest'occasione i vari articoli in parte completati e cancellati con un tratto di penna dopo la copia, ma senza alcuna perdita di testo. La bozza dei nuovi statuti venne continuata sulle pagine rimaste bianche; il testo in bella copia non si è conservato.
Online dal: 14.12.2017
Contiene gli statuti e i rispettivi elenchi delle stime del 1584 (ff. 1-30), 1589 (ff. 33-58), 1593 (ff. 60-85), 1597 (ff. 88-115) e 1601 (ff. 117-146), occasionalmente con ulteriori deliberazioni del comune. Di seguito sono riportate le stime degli anni 1613, 1617, 1625, 1629, 1637, 1641, 1645, 1649, 1653, 1657, 1661 (ff. 155-186), che forniscono una panoramica sullo sviluppo della situazione finanziaria di questo comune sull'arco di 70 anni.
Online dal: 14.12.2017
La Eidgenössische Chronik di Werner Schodoler (1490-1541), l'ultima delle cronache illustrate svizzere del tardo medioevo. La sua redazione venne intrapresa a titolo privato tra il 1510 ed il 1535 prendendo a modello soprattutto la cronaca di Berna - Amtliche Berner Chronik - di Diebold Schilling e la cronaca - Kronica - di Petermann Etterlin. Questo volume, il secondo di tre volumi della cronaca, contiene principalmente la narrazione della Vecchia guerra di Zurigo ed è illustrata da 130 disegni a penna colorati. I tre volumi si trovano ora in tre diverse biblioteche: il primo nella Leopold-Sophien-Bibliothek di Überlingen, il secondo nell'Archivio della città di Bremgarten ed il terzo nella Biblioteca cantonale di Aarau.
Online dal: 20.12.2012
Raccolta liturgica che contiene le preghiere del breviario dell'ordine certosino (1r Capitula, 18r Temporale, 35v Sanctorale, 49v Commune Sanctorum und 51v Usus communis). Questo piccolo libro di preghiere è stato verosimilmente composto nel XIII secolo in una certosa della Borgogna. Dal XIII al XV secolo il volume è stato certamente utilizzato in una certosa dell'attuale Svizzera occidentale, come la Valsainte, la Part-Dieu o La Lance. Scritto su pergamena, il testo è decorato con letterine blu e rosse. Annotazioni e disegni nei margini.
Online dal: 22.06.2017
Piccolo libro liturgico, in uso nel monastero di S. Michele di Campagna a Verona nel XV secolo. L'opera contiene il rito della professione di fede e quello della consacrazione praticati in occasione della vestizione da parte di una monaca benedettina. Si tratta di una testimonianza preziosa di un rito destinato alle donne che pronunciavano i loro voti.
Online dal: 22.06.2017
L'Ordo iudiciarius è un'opera di diritto canonico composta all'inizio del XIII secolo da Tancredi da Bologna (ca. 1185-ca. 1236): f. 60r Explicit ordo iudiciaris magistri Tancreti. Tancredi fu arcidiacono e professore presso l'università di Bologna.
Online dal: 22.06.2017
Le prime 14 pagine dell'urbario costituiscono delle annotazioni varie che ricordano dei giuramenti o dei contratti. La pagina 15 costituisce il frontespizio dell'urbario propriamente detto: «Ici commence mon rentier domestique, cet assavoir de moÿ Joannes Castella, bourgeois de Frÿbourg et chastellain de la ville de Gruÿere, le 3me janvier 1681». Questo quaderno riporta tutte le spese di Jean Castella (spese ordinarie come le cinghie della sella, pagamenti di salari per l'ostetrica, acquisti di legna ecc. così come spese meno ordinarie) e delle rendite e in particolare il dettaglio delle sue rendite fondiarie. Inoltre, l'autore registra i giudizi ai quali assiste nel ruolo di giurato o come garanzia di autorità. Egli menziona anche le strenne che dona o che riceve. Il registro riporta sia le spese che i ricavati legati alle funzioni ufficiali dell'autore, sia le spese che i ricavati legati alle sue attività private. Si tratta di un vero e proprio sunto di storia quotidiana di un notabile friburghese di Gruyère alla fine del XVII secolo.
Online dal: 22.06.2017
Registro redatto dal notaio Michel d'Enney su richiesta di Pierre de Gruyère, priore di Broc, composto tra il 27 novembre 1565 e il 20 novembre 1566. Il registro comprende la ricognizione dei beni del priorato di Broc suddiviso per località. Il priorato di Broc dipendeva inzialmente da quello di Lutry, in seguito nel 1577 fu annesso al capitolo di S. Nicolao di Friburgo.
Online dal: 22.06.2017
Si tratta di un promemoria non datato, di mano di Heinrich Bullinger (1504-1575) capo (Antistes) della chiesa riformata di Zurigo, intitolato a p. 3 «Variarum». La menzione «Bullingeri Autographon» sulla stessa pagina è chiaramente dovuta ad una seconda e più tarda mano. Conformemente al titolo, questo manoscritto contiene una raccolta di annotazioni su vari temi o loci teologici in relazione ai quindici titoli che si ritrovano nel manoscritto.
Online dal: 14.12.2022
Martirologio-inventario della chiesa di S. Giorgio di Castro, fatto allestire su incarico dei vicini di Castro e Marolta nel 1554, in sostituzione del precedente distrutto dal fuoco. Contiene l'elenco degli obblighi dovuti alla parrocchia e alla comunità per legati e anniversari. Nel margine inferiore della prima pagina, decorata con un'iniziale miniata, è stato dipinto lo stemma di Uri, uno dei cantoni, con Svitto e Nidvaldo, dei quali la valle di Blenio era all'epoca baliaggio comune.
Online dal: 25.06.2015
Il manoscritto contiene i poemi La satyre megere, un poema di circostanza sulla riconciliazione del re Lugi XII con l'imperatore Massimiliano I, Les quatres eages passees seguito da una Ballade e da tre Rondeaux, e alla fine il Le portail du temple, ispirato ad un trattato incompiuto di Boccaccio. Si tratta di una raccolta fittizia di tre manoscritti originali intitolata «Satyre Megere, poème d'Antitus dédié à Aymon de Montfacon, evesque de Lausanne, l'an de grâce mille cinq cens». L'autore Antitus Faure era cappellano dei duchi di Borgogna e di Savoia e, dal 1499, fu alla corte del principe-vescovo di Losanna Aymon de Montfaucon († 1517), al quale dedicò queste tre opere. Questo manoscritto miniato è stato riacquistato dagli Archivi cantonali vodesi nel 1920.
Online dal: 19.03.2015
Questo Libro d'ore all'uso di Parigi contiene una grande quantità di preghiere a uso privato in latino e in francese, per la maggior parte inedite. Come apprendiamo dal colophon a c. 193r, è stato realizzato a Parigi nel 1421 presso il libraio Jacquet Lescuier. Committente, o forse solo acquirente, fu Jean II di Gingins, nato verso il 1385 e morto verso la fine del 1461 o all'inizio del 1462, che fece dipingere il suo stemma a c. 193v. Le miniature sono state eseguite da vari minatori, tra i quali il “Maître de Guise”, il “Maître de Bedfort” e un allievo della cerchia del “Maître de Boucicaut”. L'ultima rappresentante della famiglia di Gingins-La Sarraz lasciò in eredità il castello di La Sarraz al cognato, Henri de Mandrot, che a sua volta, nel 1920, donò il manoscritto e gli archivi di famiglia agli Archivi cantonali vodesi.
Online dal: 19.03.2015
Secondo bifoglio interno di un fascicolo, il cui bifoglio interno si conserva nell'Archiv der Waldgenossenschaften di Steinhausen (B GW Steinhausen). Si tratta dei resti di un manoscritto da Fulda del secondo terzo del IX secolo contenente la cosiddetta Collectio Veronensis degli atti del terzo concilio ecumenico di Efeso svoltosi nel 431. Apparentemente il codice è stato maculato in tempi moderni in Svizzera. Non è possibile stabilire quando e per quale via sia arrivato in Svizzera da Fulda; tuttavia, come per altri manoscritti fuldensi, potrebbe essere giunto nella prima metà del XVI secolo come potenziale modello di testo per le edizioni a stampa delle officine basileesi. Per la ricostituzione virtuale dei frammenti vedi [sine loco], codices restituti, Cod. 6, Concilium Ephesinum.
Online dal: 18.06.2020
Martirologio-calendario della chiesa di S. Ambrogio di Chironico (Ticino), scritto dal prete Ambrogio Rossi di Chironico che ricopia un martirologio più antico, probabilmente rovinato o senza più spazio. Nel calendario, di tipo ambrosiano, sono riportate le fondazioni per messe annuali od anniversari e le solennità, le indulgenze e le menzioni di voto per la parrocchia e per tutta la valle. Il 28 dicembre, giorno dei ss. Innocenti, è registrata la memoria della battaglia dei Sassi Grossi di Giornico (1479).
Online dal: 23.06.2016
Contiene la traduzione nella lingua altoengadinese del dramma «Die zehn Alter dieser Welt». Si tratta del più antico manoscritto finora conosciuto di un dramma retoromancio. Alla fine contiene una traduzione della canzone nr. 85 di Durich Chiampel[l]; nonostante l'originale sia stato pubblicato nel 1562, la canzone è trascritta dopo la datazione alla fine del dramma (43r-46r). Alla fine del manoscritto si trova, appena leggibile, un decalogo (46v). Quale copista si firma bartolomeus ulderici zauarit (42v).
Online dal: 22.03.2018
Contiene la traduzione in lingua altoengadinese del Patto federale dell'11 novembre 1544 (tedesco, StAGR A I /01 Nr. 109), scritto da Fadry Salisch di Zuoz. Probabilmente è stato creato in relazione alla ritrattazione del testo, che avveniva ogni 12 anni, nel 1556/57, ed è quindi uno dei più antichi documenti originali sopravvissuti in romancio. Per quanto riguarda l'alleanza del 1544, si tratta del rinnovo delle alleanze tra la Lega Grigia, la Lega delle Dieci Giurisdizioni e la Lega Caddea del 23 settembre 1524, e generalmente considerata l'atto di fondazione del Libero Stato delle Tre Leghe. La datazione è incerta poiché la data 11.11.1544 si riferisce al documento in tedesco. Questo non porta però la firma di Friedrich von Salis. Secondo la annotazione di conferma del 8.2.1605, il manoscritto deve essere stato scritto almeno prima di questa data.
Online dal: 22.03.2018
Il manoscritto contiene tre diversi testi: Il Lucidarius in tedesco (1r-32v), un dialogo didattico tra maestro e allievo, è un'opera di prosa in alto tedesco medio scritta intorno al 1190, che rappresenta il sapere teologico e scientifico contemporaneo del suo tempo. La Cronaca universale di Costanza (117r-150v) è un conciso compendio storico universale, scritto probabilmente a Costanza nel XIV secolo. La Cronaca di Zurigo (153r-191r), la cui più antica redazione risale al XIV secolo, appartiene al genere delle cronache cittadine tedesche del tardo Medioevo. Il manoscritto è stato scritto nella diocesi di Costanza. Il primo proprietario fu un non meglio identificato Hans von Endiner. Nel XVIII secolo il manoscritto era in possesso di Georg Litzel, teologo e filologo di Ulm. Non si sa come sia giunto a Coira.
Online dal: 10.12.2020
Martirologio-calendario della parrocchia di Claro, senza copertina e le cui prime carte si presentano alquanto rovinate. In ogni pagina trovano posto dai cinque ai sette giorni della settimana e nello spazio apposito sono iscritti i nomi dei defunti di cui si deve celebrare l'anniversario. Quasi sicuramente si tratta di una copia aggiornata di un esemplare più antico, il quale, come si deduce dalle annotazioni più tarde, fu a sua volta rinnovato. Le registrazioni generalmente non sono datate, ma la menzione di alcuni testamenti e di usi locali permette di collocarne la stesura a dopo la metà del XV secolo.
Online dal: 25.06.2015
La facciata con la miniatura presenta nella metà superiore Giobbe nudo ed i suoi tre amici, nella parte inferiore l'autore Gregorio Magno con la colomba ispiratrice dello Spirito Santo ed un benedettino, raffigurato solitamente come Pietro Diacono, quest'ultimo forse disegnato da un altro artista. Sulla facciata posteriore si legge un verso leonino in due righe con una dedica per Frowin che permette chiaramente di attribuire il foglio a Engelberg. Secondo P. Karl Stadler, ancora nel 1787 questo foglio apriva il primo volume dei Moralia in Iob di Gregorio Magno (Engelberg, Stiftsbibliothek, Cod. 20, qui immediatamente prima del f. 1). A metà del sec. XIX si trovava in possesso di Jacob Heinrich von Hefner-Alteneck (1811–1903) e venne da lui accuratamente copiato nel suo libro Trachten des Mittelalters. Nel novembre 1953 il foglio venne acquistato dal J.H. Wade Fund per il Cleveland Museum of Art.
Online dal: 19.12.2011
Contiene il poema in ottosillabi Cleomadés, considerato il capolavoro del poeta francese del sec. XIII Adenet le Roi, che visse nelle corti di Brabante, Francia e Fiandre e compose canzoni di gesta e romanzi di corte.
Online dal: 09.04.2014
Questo frammento di manoscritto, utilizzato come copertina di un'edizione del De quattuor virtutibus di Dominico Mancini (Londra, R. Dexter, 1601), contiene un estratto di un'omelia di Aelfric (ca. 950-ca. 1010), uno dei più importanti autori anglosassoni dell'Alto Medioevo. Il passaggio di questo sermone, destinato alla domenica di Settuagesima - completo in 9 manoscritti - comprende la traduzione in inglese di Aelfric, quasi completa, della parabola del seminatore (Matteo 20, 1-16), seguita da alcune righe della sua esposizione. Secondo N. Ker, questo frammento, datato nella seconda metà dell'XI secolo, presenta delle variazioni linguistiche molto interessanti rispetto al testo originale di Aelfric. È il più antico manoscritto anglosassone della Fondazione Martin Bodmer.
Online dal: 18.06.2020
Eschilo, poeta fecondo, domina la storia della tragedia greca. La sua arte si cristallizza nella creazione de I Persiani (V sec. av. C.). Quest'opera teatrale, che permetterà al suo autore di iscrivere il suo nome nella posterità, è la più antica che ci sia pervenuta.
Online dal: 02.06.2010
Manoscritto di origine italiana contenente la diffusa e fortunata silloge di favole mediolatine in distici elegiaci denominata Esopus. Pubblicata anonima nel 1610 da Isaac Nevelet, e per questo attribuita all'Anonymus Neveleti, nel 1884 l'editore Léopold Hervieux ne attribuì la paternità ad un Gualterio Anglico vissuto nel XII secolo a Palermo. L'identità dell'autore è però stata negli ultimi anni messa in discussione da vari studiosi. Le favole hanno quali protagonisti degli animali e terminano con una morale formulata in distico.
Online dal: 13.12.2013
Se, grazie alla diffusione delle traduzioni latine, la tradizione esopica ha conosciuto un grande successo nel medioevo, il testo greco del favolista non fu riscoperto che nel rinascimento. Copiato su carta alla fine del XV secolo, il CB 5 riunisce circa 150 favole attribuite a questo poeta al quale si ispirò La Fontaine. Fanno seguito, tra altri, i Precetti delfici dello Pseudo-Pitagora, tra i quali si legge il famoso «Conosci te stesso», e Le nuvole, la commedia che rese celebre Aristofane, il poeta di origine ateniese.
Online dal: 04.11.2010
Le Historiae de preliis Alexandri Magni fanno parte di una vasta letteratura latina consacrata, nel corso del medioevo occidentale, ad Alessandro Magno. Questo manoscritto, copiato su pergamena tra il XIV e il XV secolo (forse intorno al 1400) è, sulla base della sua scrittura - una gotica molto rotonda - probabilmente di origine inglese. I titoli sono rubricati e nei margini sono state aggiunte delle glosse e delle correzioni contemporanee.
Online dal: 15.04.2010
Manoscritto latino di astronomia, il CB 7 contiene degli scritti di Germanico, Plinio il Vecchio e Igino. È illustrato con numerosi disegni utilizzanti il lavis, tra i quali un planisfero con cinque cerchi d'oro concentrici contenenti le costellazioni rappresentate da personaggi o animali, i quali dovrebbero essere stati realizzati da Antonio di Mario, nel XV secolo nella regione napoletana.
Online dal: 31.07.2007
Nel Codex Bodmer 8 sono raccolti molti trattati di Archimede, segnatamente il Sulla sfera e il cilindro e il Quadratura della parabola. In questo manoscritto, copiato su carta intorno al 1541, i commentari all'opera del celebre matematico da parte dello studioso greco di geometria Eutocio precedono il trattato sugli strumenti di misurazione di Erone di Alessndria.
Online dal: 02.06.2010
Nel corso di tutto il medioevo occidentale i testi di Aristotele e di Boezio circolarono in grande numero, ispirando numerosi pensatori. Questi due grandi filosofi sono stati riuniti in questa raccolta composta da due manoscritti distinti. Il primo, che data tra l'XI e il XII secolo, contiene le opere di Aristotele e tra queste è inserito uno schema molto interessante (f. 27) e delle iniziali a penna ritoccate di verde o ornate di racemi con qualche palmetta. Il testo di Boezio, un po' più tardo, è stato copiato nel sec. XII. Vi si osservano alcune correzioni contemporanee e delle glosse databili al sec. XIV.
Online dal: 02.06.2010
Il CB 10, verosimilmente ad uso didattico, riunisce delle opere di Aristotele, Avicenna, Nicola Damasceno, Costa ben Luca e Alessandro d'Afrodisia. Questo manoscritto su pergamena del XIII secolo è probabilmente appartenuto ad uno studente della Facoltà delle Arti di Lipsia, come lascia intendere un foglio di pergamena, il quale contiene la lista dei corsi seguiti nel 1439 e la lista dei testi spiegati con i nomi dei professori. Vi si trova ugualmente le date dell'inizio e della fine dei corsi, come pure il salario pagato ai maestri.
Online dal: 20.12.2007
Dalla Estoire de la guerre sainte, attribuita ad Ambroise d'Evreux, apprendiamo che la lettura della (Canzone d'Aspromonte) Chanson d'Aspremont contribuì a distrarre nell'inverno 1190 i soldati di Riccardo Cuor di Leone e di Filippo Augusto stazionati in Sicilia. Questa canzone di gesta (chanson de geste) in decasillabi rimati mescolati con alessandrini racconta della campagna di Carlo Magno in Italia conto il re pagano Agolante e suo figlio Almonte. Il manoscritto anglo-normanno conservato alla Fondazione Martin Bodmer, copiato nel sec. XIII, presenta delle correzioni interlineari e marginali, apportate da una seconda mano leggermente posteriore a quella responsabile della scrittura del testo. Sicuramente effettuate a partire dal manoscritto di controllo, queste aggiunte permettono di avere un'idea della grande complessità della trasmissione di questo testo.
Online dal: 04.10.2011
Del De civitate Dei di Agostino, imponente opera apologetica in ventidue libri, esiste un'unica traduzione medievale in italiano, composta tra la fine del XIV e i primi anni del XV secolo. Il volgarizzamento dell'opera viene convenzionalmente attribuito al domenicano fiorentino Jacopo Passavanti (ca. 1302-1357), ma questa attribuzione è priva di fondamento. Il frontespizio del codice è riccamente illustrato con racemi fogliacei sui quattro lati e iniziali vegetali all'inizio di ogni libro nel quale è suddivisa l'opera.
Online dal: 17.12.2015
Il manoscritto di origine francese, forse incompleto, contiene il commento ai salmi CI-CXVII di S. Agostino (f. 1r-110v e 113r-136v). Tra il salmo 108 (f. 110v) ed il salmo 109 (f. 113r) è inserito un trattato sulla meditazione di Ugo di S. Vittore. Proviene probabilmente dal fondo di manoscritti dell'abbazia di Altacomba in Savoia, che l'arcivescovo di Torino Giacinto della Torre aveva acquistato per la biblioteca del seminario arcivescovile della città, e che in seguito venne disperso. Fu acquistato da Martin Bodmer nel 1957 dalla libreria antiquaria Hoepli di Milano.
Online dal: 23.06.2014
Manoscritto latino su pergamena del XIV secolo, il CB 14 offre un commento completo di giuristi bolognesi su delle opere di diritto civile, quali il Codice di Giustiniano o il Digesto.
Online dal: 31.07.2007
Questo manoscritto cartaceo contiene la versione in prosa della canzone di gesta Fierabras di Jean Bagnyon (1412-1497). Notaio a Losanna, egli redasse questo adattamento intorno al 1465-70 per il canonico della stessa città, Henri Bolomier (c. 117v). Costituito di tre libri, l'opera si apre con un riassunto della storia dei re di Francia fino a Carlomagno (libro I: cc. 7v-19r), seguito dalla storia del «merveilleux et terrible» gigante Fierabras (libro II: cc. 19v-93v), e da una narrazione della guerra di Spagna secondo Turpin (libro III: 94r-117v). Questo esemplare così come quello della Biblioteca di Ginevra (Ms. fr. 188), sono i due unici testimoni manoscritti di questo testo che fu un importante successo dell'editoria dal XV sec. (1e edizione stampata a Ginevra presso Adam Steinschaber, 1478).
Online dal: 22.03.2018
Manoscritto redatto in area germanica nel sec. XII e contenente il commento al Vangelo secondo Marco di Beda il Venerabile († 735). Il codice appartenne alla biblioteca benedettina dell'abbazia di Gladbach presso Colonia.
Online dal: 07.10.2013
Quattro frammenti di pergamena, estratti da una legatura, contengono parti della relazione del viaggio di S. Brandano, Navigatio sancti Brandani, un monaco irlandese vissuto tra V e VI secolo. L'opera anonima in prosa latina è considerata un classico della letteratura medievale agiografica e di viaggio ed è tramandata da numerosi manoscritti a partire dal sec. X . La versione che qui si conserva è quella in francese anglo-normanno del monaco Benedeit (ca. 1120).
Online dal: 13.12.2013
A metà del XII secolo alcuni chierici tradussero in vernacolo i testi latini di Stazio e di Virgilio o gli adattamenti di Omero: le opere dei maestri antichi venivano così rese disponibili in lingua romanza. Fiorivano allora i primi romanzi francesi. Manoscritto su pergamena realizzato alla fine del XIII secolo, il CB 18 ne comprende due: il Romanzo di Troia di Benoît de Sainte-Maure e l'anonimo Romanzo di Tebe.
Online dal: 25.03.2009
Manoscritto trascritto nel 1480 nell'abbazia cistercense di Maulbronn (diocesi di Spira, Wurtemberg, cf. f° 44), il CB 19 contiene il trattato di Egberto di Schönau, fratello di S. Elisabetta di Schönau, e orazioni mariali trascritte da una seconda mano.
Online dal: 25.03.2009
La Chronique de Bertrand du Guesclin (versione B) è una delle due versioni in prosa del poema epico di Cuvelier, Chanson de Bertrand du Guesclin. L'opera racconta la storia della vita del connestabile di Carlo V, dall'infanzia alla morte.
Online dal: 14.12.2018
Il testo ebraico dell'Antico Testamento contenuto nel CB 21 non si iscrive, come la maggior parte dei manoscritti medievali conservati di questo genere, nella tradizione aschenazita ma proviene da al-Andalus, la Spagna musulmana del Medioevo. Testimone dell'arte sefardita del XIII secolo, rivela una forte influenza dell'arte calligrafica e privilegia una decorazione fondata sul lavoro della lettera.
Online dal: 31.07.2007
Rotolo di Ester dell'inizio del XVI sec. di origine aschenazita, per l'uso privato, con dei disegni a penna di animali e di fiori intrecciati, collocati sopra le lettere monumentali della lista dei figli di Haman.
Online dal: 14.12.2018
Il Pentateuco samaritano contenuto in questo manoscritto è incompleto - inizia con Gen 11,17 (f. 1r) e termina con Dt 24,15 (f. 266v) - e anche disordinato, visto che il f. 2r/v con Dt 18,15-19,8 dovrebbe trovarsi tra i f. 259v e 260r. Manoscritto diglotte, è copiato in caratteri samaritano-ebraici su due colonne (ff. 1r-237r), con il testo ebraico a destra e la traduzione araba a sinistra, poi su quattro colonne con la stessa alternanza di lingue (f. 237v-266v). La parte principale di questo volume è stata copiata dallo scriba Ab Nēṣāna ban Ṣidqa ban Yāqob (doc. 1468-1502), noto per essere l'autore di copie di altri otto Pentateuchi, alcuni dei quali sono datati tra l'873 e l'890 secondo l'egira, cioè tra il 1468/1469 e il 1485 circa (cfr. Evelyn Burkhardt, Katalog samaritanischer Pentateuchhandschriften). Pertanto, nonostante la mancanza di una data nel Pentateuco Bodmer, è possibile collocare la sua realizzazione nella seconda metà del XV secolo. Altri due scribi furono coinvolti in questa copia. Il primo ha completato parti mancanti del manoscritto: due fogli del libro dei Numeri (ff. 219r-220v), nonché il testo a partire da Dt 4,21 (f. 232r). L'ultimo scriba ha copiato, più tardi e su carta, parti dell'Esodo (ff. 66r/v; 78r/v). Per quanto riguarda la provenienza di questo Pentateuco, una nota di acquisizione posta alla fine del testo dei Numeri (f. 224r) indica che fu venduto una prima volta nel 1532. Fu ritrovato a Nablus nel 1861, quando fu acquistato da un commerciante di antichità londinese, Mr. Grove, che lo rivendette nello stesso anno a Philippe d'Orléans, conte di Parigi, come testimonia il suo timbro (ad es. ff. 38r, 52r, 67r). Fu acquistato da Martin Bodmer all'asta da Sotheby's a Londra nel 1960.
Online dal: 26.09.2024
L'attuale volume di 25 fogli è stato fabbricato tra il 1910-1916 per contenere 8 frammenti di 5 manoscritti greci in pergamena, quasi tutti palinsesti, trovati intorno al 1896 nella rilegatura di un non identificato Vangelo siriaco ad Harput, in Anatolia. A: Framm. 1-2 (s. IV ex. / VII in.): brani dal cap. 15 della Didascalia apostolorum; B: Framm. 3-4 (s. VI): brani dai cap. 3-4 della Lettera di Paolo a Timoteo; C: Framm. 5, in condizioni particolarmente precarie: contenuto e data indeterminati; D: Framm. 6 (s. VII): brani del prologo e inizio degli scolii del libro 24 dell'Iliade; E: Framm. 7-8 (s. VII): brani dai Salmi 108, 114 e 115. Il contenuto dello strato inferiore dei frammenti palinsesti non è né noto né datato.
Online dal: 10.12.2020
Rimarchevole manoscritto della fine del sec. X, realizzato senza dubbio a Costantinopoli o a Smirne, il CB 25 riunisce i quattro Vangeli in lingua greca. Il testo biblico è circondato dal commento di Pietro di Laodicea (catena esegetica) scritto in corsiva. Il volume è ornato da due preziose miniature a piena pagina rappresentanti Luca e Marco su fondo oro.
Online dal: 21.12.2009
Copiata nel sec. XIII, forse nel Nord della Francia, questa Bibbia latina riunisce in un solo volume i libri del Vecchio e del Nuovo Testamento preceduti nella maggior parte dei casi da un prologo. Vi è trascritto il testo usuale della Vulgata detta Parigina, la cui ripartizione in capitoli è attribuita a Stefano Langton, e negli ultimi trenta fogli una interpretazione dei nomi ebraici. Delle iniziali istoriate aprono i diversi libri biblici e strutturano il volume. Al f. 1 è stato aggiunto, in una scrittura di modulo più piccolo del resto del testo, il Commento all'Albero della consanguineità, un testo tramandato solitamente nelle opere giuridiche, rafforzato qui da una raffigurazione dell'albero.
Online dal: 21.12.2009
Il CB 30 riunisce, in una legatura tedesca databile al 1569, due manoscritti latini del sud della Germania. Il primo, costituito da un centinaio di fogli, è databile al XII-XIII secolo. Si apre con un calendario provvisto di numerosi disegni dei segni zodiacali e di disegni a piena pagina; termina con delle orazioni e dei canti liturgici. Gli ultimi trenta fogli, copiati nel XIV secolo in una scrittura gotica accurata, contengono una serie di preghiere latine.
Online dal: 20.12.2007
Il manoscritto contiene il Canticum canticorum con una lacuna (6.5-8) dovuta alla caduta di una pagina. La Glossa ordinaria è trascritta nella prima carta (1r-1v), con un commento sconosciuto, e affianca solo la prima parte del Canticum (2r-v) interpolata da un altro commento non identificato. Nelle ultime carte (29v-30) si leggono estratti dal prologo al commento del Canticum di Rupertus Tuitiensis. E' ornato da un'unica iniziale miniata raffigurante Salomone e la Sulammita.
Online dal: 09.04.2014
Questo manoscritto armeno è stato scritto nell'anno 1606 nella chiesa di S. Nikoghayos a Istanbul. Contiene i quattro Vangeli, l'Apocalisse di Giovanni e un indice ai Vangeli scritto per l'uso liturgico da un altro copista nel medesimo secolo. La legatura in argento venne forse realizzata un secolo dopo la stesura del manoscritto. Particolare attenzione meritano le miniature delle tavole dei canoni, che vennero dipinte seguendo il testo del "Commentario delle tavole dei canoni" di Stepanos Syunetsi (VIII sec.), nel quale l'autore spiega dettagliatamente i motivi animali, floreali e geometrici, così come il simbolismo delle cifre e dei colori di ogni tavola dei canoni. Il pittore ha interpretato i simboli ed i motivi che vengono utilizzati in ognuna delle dieci tavole di canoni, collocandone le rispettive spiegazioni nella parte inferiore.
Online dal: 19.03.2015
Scritto su due colonne in bastarda, con iniziali filigranate del primo quarto del XV secolo (Wetzel), preceduto tavole astrologiche aggiunte ancora nel XV secolo (Wetzel) sulle due carte di guardia anteriori (f. 1r). Il testo del salterio, nel dialetto della regione Rheinfranken (Hessen?) è strettamente imparentato con il salterio Göttingen, Niedersächsische Staats- und Universitätsbibliothek, Cod. Ms. theol. 214 dell'inizio del XV secolo. Wetzel presuppone che vi sia almeno un modello comune. Con ciò questa traduzione appartiene allo Schöndorfs 9. Gruppe, Untergruppe c) costituito intorno al München, Bayerische Staatsbibliothek, Cgm 182 rispettivamente al salterio Walters 18.
Online dal: 17.12.2015
Opera giovanile di Boccaccio (intorno al 1341), la Comedia delle ninfe fiorentine, o Ameto, narra la trasformazione del rozzo pastore Ameto in uomo virtuoso, dopo aver ascoltato i racconti di sette ninfe, allegorie delle virtù. L'opera adotta la forma del prosimetro - alternanza di prosa e versi - come l'impaginazione su di una colonna del codice rivela immediatamente. Copiato su carta, senza filigrana, questo manoscritto si apre con un'unica iniziale dipinta ad acquarello che racchiude lo stemma della famiglia Almerici (f. 2r), proprietaria e probabile committente di questa copia.
Online dal: 26.09.2017
Dedicato alle donne innamorate, l'Elegia di madonna Fiammetta evoca in prima persona i sentimenti della giovane napoletana Fiammetta, abbandonata dal suo amante Panfilo. Opera giovanile in prosa di Boccaccio, celebrata per la finezza del suo approccio psicologico, l'Elegia mescola elementi autobiografici e chiari riferimenti alla letteratura latina. Si conserva qui in un manoscritto copiato nel 1467 da Giovanni Cardello da Imola, la cui scrittura regolare è messa in luce dalla decorazione a bianchi girari.
Online dal: 21.12.2009
Membro della confraternita dei giullari e borghesi di Arras, Jean Bodel compose la sua Chanson des Saisnes (Chanson des Saxons) nell'ultimo terzo del sec. XII. Questo poema epico in alessandrini racconta della guerra condotta da Carlo Magno contro il re dei Sassoni Guiteclin. Tradito attualmente da tre manoscritti (un quarto è completamente bruciato nell'incendio della Biblioteca di Torino), il testo della Chanson offre delle redazioni che variano da un codice all'altro. La versione lunga della Fondazione Bodmer è contenuta in un manoscritto da giullare di piccole dimensioni. Di fattura semplice, senza miniature, scritto su pergamena spesso mal tagliata e ricucita grossolanamente, è senza dubbio stato eseguito alla fine del sec. XIII.
Online dal: 21.12.2009
Il De consolatione Philosophiae di Boezio conobbe un ininterrotto successo durante tutto il Medioevo. Questo manoscritto, risalente alla seconda metà del XIV secolo, offre una copia completa del testo latino, con alcune glosse interlineari. La decorazione è costituita da un'iniziale istoriata da cui nasce un breve tralcio vegetale, nella quale è raffigurato l'autore a mezzo busto in posizione frontale che indica il suo libro (f. 1), nonché da bellissime iniziali ornate poste all'inizio dei vari libri della Consolatione (ff. 8, 17, 30 e 41). Il loro stile induce a collocare la realizzazione di questo manoscritto nell'Italia settentrionale, forse a Bologna.
Online dal: 12.12.2019
Contiene la raccolta di 100 fiabe Der Edelstein, pubblicate intorno al 1330 dal frate domenicano bernese Ulrich Boner, ed estratte da varie fonti latine da lui rielaborate e trasposte in dialetto. Il tipo di scrittura e le caratteristiche dell'impaginazione con lo spazio lasciato libero per le illustrazioni mai eseguite, parlano a favore di un prodotto della fase tarda - intorno al 1455-1460 - dell'atelier di Diebold Lauber ad Hagenau in Alsazia, preparato per essere completato al momento della eventuale richiesta di un acquirente.
Online dal: 13.12.2013
Questo manoscritto su pergamena della fine del XV secolo contiene la «Cronaca di Londra» e una versione unica di una parafrasi della «Cronaca in versi» di Roberto di Gloucester. È stato trascritto da un copista il cui dialetto rivela la sua origine del sud delle Midlands.
Online dal: 25.03.2009
Testimone della straordinaria vitalità dei Commentari di Cesare all'inizio del Rinascimento (se ne contano più di 240 esemplari nel XV secolo), il CB 44 è stato realizzato intorno al 1480 a Napoli, nell'atelier del miniatore Cola Rapicano. La considerevole decorazione a bianchi girari e le iniziali miniate in apertura dei diversi libri sono tratti consueti dei manoscritti tipicamente umanistici. Il cavaliere in armatura raffigurato nell'iniziale ornata del f° 1r è invece una rappresentazione inconsueta dell'imperatore.
Online dal: 25.03.2009
Collezione di poemi spagnoli indirizzata a Don Alvar Garcia de Santa Maria, consigliere del re Giovanni II di Castiglia. La raccolta contiene l'insieme dei Proverbios di Inigo Lopez de Mendoza, marchese di Santillana, così come dei poemi di Juan de Mena, Diego del Castilla, Fernando de Escobar, Gomes Manrique, Juan Angras, Jean de Duenas, Juan Rodrigues de la Camara, etc. Il manoscritto è stato commissionato da Pedro Fernandez de Velasco, primo conte di Haro, uno dei più potenti notabili del sec. XV, conosciuto quale uomo di stato, uomo di lettere, poeta e bibliofilo.
Online dal: 22.03.2012
Elegante codice vergato in scrittura umanistica commissionato da papa Leone X († 1521). Lo stemma dei Medici campeggia al centro dei piatti della legatura originale, nel ricco fregio che decora il frontespizio, e nelle iniziali alle cc. 3v e 134v. La decorazione è attribuita al celebre miniatore fiorentino Attavante degli Attavanti († 1525) o alla sua cerchia. Proviene dalla collezione Major J.R. Abbey.
Online dal: 22.03.2017
Il codice tramanda i Carmina di Catullo ed è vergato in una scrittura umanistica corsiva attribuita al copista Ludovico Regio di Imola. Il frontespizio, a grisaglia con lumeggiature d'oro, è incorniciato da motivi del repertorio „all'antica“, trofei, sfingi, mascheroni, mentre il titolo campeggia a caratteri d'oro su fondo rosso-porpora. Lo stemma a fondo pagina, in un tondo retto da due putti, è stato coperto con il medesimo colore rosso-porpora.
Online dal: 13.12.2013
I racconti di Canterbury, scritti verso il 1388-1400 dal "padre della poesia inglese", Geoffrey Chaucer, sono conservati in 82 manoscritti medievali e quattro incunaboli. Il CB 48, trascritto da un solo copista del XV secolo, ha mantenuto la sua eccezionale legatura originaria in pelle di daino scamosciata tesa su delle tavole di legno.
Online dal: 09.12.2008