Antica trascrizione delle cosiddette Decretali pseudo-isidoriane, anche chiamate false decretali o decretali dello Pseudo-Isidoro (Isidoro Mercatore), realizzata nella seconda metà del IX secolo nell'abbazia di San Gallo. Questo testo consiste in un'ampia collezione di lettere e decreti papali falsificati della tarda antichità. Numerose – ed autentiche – lettere di papa Gregorio I si trovano nel retro del codice.
Online dal: 31.07.2009
Importante testimone sangallese del IX secolo della Collectio Dionysio-Hadriana, raccolta di decisioni conciliari e decreti papali fino al sec. VIII.
Online dal: 31.12.2005
Codice in due parti contenente una copia degli atti del secondo concilio di Costantinopoli (553), probabilmente trascritti personalmente dal monaco sangallese Notker Balbulus († 912) tra l'887 e l'893. Contiene pure una trascrizione, realizzata all'abbazia di San Gallo nel IX secolo, di testi con il titolo Quaestiones Hebraicae in I-II Regum, I Paralipomenon, i quali includono un commento scritto da Girolamo al primo libro dei Re ed un commento frammentario al libro veterotestamentario delle Cronache.
Online dal: 31.07.2009
Testimone del XII secolo, tra i primi (se non addirittura il primo), di prim'ordine dal punto di vista storico-testuale, del Decretum di Graziano. Contrariamente alla versione diffusasi in seguito, che include 101 Distinctiones (I parte), 36 Causae (II parte) e il De consecratione (III parte), per un ammontare complessivo di circa 4000 Canones, il Decretum tràdito da questo codice consiste solo di 33 Causae e circa 1000 Canones. La numerazione tuttavia è stata in breve tempo adattata alla divisione, comunemente adottata in seguito, tra le 36 Causae e le Distinctiones che precedono. Alcune parti del testo non compaiono nelle versioni successive. Precede il Decretum una collezione estremamente eterogenea di estratti.
Online dal: 12.12.2006
Codice scritto forse a Magonza nell'XI secolo, contenente il Decretum di Burcardo di Worms.
Online dal: 25.06.2015
Manoscritto di diritto canonico della prima metà del IX secolo, realizzato nel sud della regione linguistica tedesca, probabilmente in Baviera. Contiene, tra le altre cose, versioni della cosiddetta Collectio canonum Vetus Gallica con un'appendice, il Capitolare di Herstal di Carlo Magno, il cosiddetto Excarpsus Cummeani e - col titolo De triduanis ieiuniis consuetudine - una copia incompleta di una serie di direttive per il digiuno.
Online dal: 31.07.2009
Contiene numerosi testi di diritto canonico; scritto tra il 1080 ed il 1100 sicuramente nel monastero di S. Blasio o nel monastero di Allerheiligen a Sciaffusa dal teologo e canonista Bernoldo di Costanza, o da suoi collaboratori su sua richiesta. Contiene tra l'altro una copia del Poenitentiales di Rabano Mauro ad Heribaldum, del sesto libro del Poenitentiales di Aligerio di Cambrai, estratti dal Decreto di Burcardo di Worms, risoluzioni del primo concilio cristiano, la Epitome Hadriani e la Collectio 74 titulorum cum appendice Suevica.
Online dal: 04.11.2010
Manoscritto composito di contenuto giuridico e teologico del X secolo, probabilmente realizzato nell'abbazia di San Gallo. Il codice contiene, oltre a molti altri testi, il capitolare del vescovo Hatto di Basilea e del vescovo Teodolfo di Orléans, il Poenitentiale di un certo Pseudo-Egberto, disposizioni del concilio di Nicea (325), opere di Alcuino, incluso il suo trattato De virtutibus et vitiis come pure una copia dell'Admonitio Generalis di Carlo Magno del 789.
Online dal: 31.07.2009
Il manoscritto cartaceo è composto da cinque unità codicologiche, ognuna delle quali è stata copiata da una o più mani nel XV secolo. I testi più lunghi del manoscritto sono il Tractatus de vitiis capitalibus, forse attribuibile a Robert Holcot, la Stella clericorum, il Dialogus rationis et conscientiae di Matteo da Cracovia e il Dialogus de celebratione missae di Enrico di Assia il Giovane. Per il resto, si trovano testi più brevi, tra cui sermoni, istruzioni spirituali e trattati astrologici e medici. Inoltre, ci sono numerosi documenti risalenti all'ambiente del Concilio di Costanza (1414-1418) che trattano la condanna di Giovanni Hus e la questione della comunione sotto le due specie.
Online dal: 22.09.2022
Manoscritto miscellaneo giuridico del periodo intorno al 900, trascritto non nell'abbazia di San Gallo, ma in un qualche scrittorio del Regno dei Franchi orientali. I due testi più importanti ivi compresi sono una copia del penitenziale di Aligerio di Cambrai († 830) e una dell'importante collezione legislativa Collectio LIII titulorum.
Online dal: 23.12.2008
Il manoscritto cartaceo, rilegato con una legatura floscia, è composto da quattro parti scritte nella prima metà del XV secolo. Le parti II e IV sono probabilmente attribuibili alla mano di Giovanni Nepomuceno, originario dell'abbazia cistercense di Nepomuk in Boemia. Il manoscritto giunse al monastero di S. Gallo probabilmente al più tardi verso la metà del XV secolo. Contiene sermoni latini, trattati spirituali e documenti del concilio di Costanza degli anni 1417-1418.
Online dal: 25.04.2023
Questo manoscritto, redatto nel 2-3 quarto del sec. XI nell'area Media valle del Reno / Mainfranken / Assia, trasmette principalmente trattati teologici di Floro di Lione, di Pascasio Radberto e di Herigerus Lobiensis, ma anche glosse interlineari, dettagliate annotazioni marginali e quale aggiunta la Epistula de vulture. Nel 1768 il codice giunse alla biblioteca abbaziale di S. Gallo quale parte del lascito di Egidio Tschudi (1505-1572).
Online dal: 20.12.2012
Miscellanea del secondo quarto del IX secolo di testi principalmente canonici. Il suo allestimento non è probabilmente avvenuto nel monastero di San Gallo, ove invece risulta presente dopo l'850. Contiene, tra l'altro, la collezione di documenti capitolari del vescovo Martino di Braga († 579), numerosi sermoni (tra cui sermoni di Cesario di Arles e numerosi attribuiti ad Agostino), una copia dei penitenziali attribuiti a Beda e ad Egberto e citazioni dalle Etymologiae di Isidoro di Siviglia.
Online dal: 09.12.2008
Il manoscritto del XIII secolo è di origine sconosciuta. Contiene (guardia anteriore-p. 185) una versione abbreviata del Decretum Gratiani di Wernher von Schussenried del 1207, seguita da due ordines iudiciarii, cioè scritti sul processo romano-canonico, che i due inglesi Richard de Mores (pp. 186-271) e Rodoicus Modicipassus (già attribuito ad un Otto Papiensis; pp. 276-380) produssero nell'ultimo quarto del XII secolo. Nei margini della versione abbreviata del Decretum Gratiani, è stato aggiunto quale terzo documento processuale (guardia anteriore-p. 35) l'effettivo Ordo iudiciarius del giurista bolognese Tancredi del 1216, ma lasciandolo incompleto.
Online dal: 18.06.2020
Il manoscritto contiene dapprima (pp. 3a-104b) un riassunto del Liber Extra e del Liber Sextus e poi (pp. 107–114) una versione abbreviata del Decretum Gratiani. Secondo una nota di sua mano (p. 104b), Stephan Rosenvelt, notaio imperiale e notaio della Curia vescovile di Costanza, ne completò la trascrizione nel 1395. In seguito il manoscritto, come si deduce da una annotazione a p. 114, fu in possesso di un certo Johannes Bischoff, probabilmente il monaco sangallese e studioso di diritto canonico di quel nome, morto nel 1495.
Online dal: 18.06.2020
Il manoscritto (pp. 3-264) contiene la somma confessionale di Burcardo di Strasburgo e risale al XIV secolo. Probabilmente nello stesso secolo furono aggiunte due brevi lettere di un francescano di Friburgo in Brisgovia a un parroco di Schönau e Todtnau per chiarire delle questioni canoniche (p. 264) e il formulario di un documento per ottenere l'assoluzione dall'abate di S. Trudpert nella Foresta Nera (p. 265).
Online dal: 18.06.2020
Il manoscritto tramanda (pp. 3a-274a) il sommario dei casi di penitenza o di confessione di Burchardus Argentinensis, seguita (pp. 274a-275b) da una breve spiegazione sull'efficacia delle indulgenze. La scrittura, una textualis, rimanda al XIV secolo. La rilegatura è probabilmente una delle rare rilegature della biblioteca abbaziale a presentare l'attacco agli assi secondo la tecnica in uso in epoca romanica.
Online dal: 08.10.2020
Il manoscritto tramanda (pp. 7a-261a) il sommario dei casi di penitenza o di confessione di Burchardus Argentinensis e, secondo il colophon (p. 261a) fu completato dal sacerdote Fridolinus Vischer, probabilmente il 4 aprile 1419, nella parrocchia di Mollis a Glarona. Nel corso del XV secolo all'inizio del manoscritto (pp. 4-5) sono state aggiunte delle notizie sul persone dell'Antico Testamento e alla fine (pp. 261b-271b) brevi spiegazioni canoniche e teologiche sulle parentele spirituali, su legittimi e illegittimi contratti e acquisti, sulle decime e sugli oggetti trovati.
Online dal: 08.10.2020
Il manoscritto è composto da tre parti. La prima parte (pp. 1-90) con il sommario penitenziale o confessionale di Heinrich von Barben (pp. 3-90), scritta in textualis, è stata completata, secondo il colophon (p. 90), il 24 febbraio 1309. Nella seconda parte (pp. 91-146) un catalogo di domande per la confessione (pp. 91a-145a) viene tramandato in una textualis del XIII o XIV secolo, ed è stato integrato nel XV secolo da informazioni sullo scioglimento delle abbreviazioni giuridiche (pp. 145a-145b). La terza parte (pp. 147-206) contiene una raccolta di documenti e formule dalla Germania settentrionale (pp. 147a-205b), scritta da due mani diverse in scrittura semi-corsiva minuscola e scrittura libraria corsiva nel XIV secolo. Il manoscritto in tre parti è molto probabilmente reperibile nel catalogo del monastero di San Gallo del 1461.
Online dal: 08.10.2020
Il manoscritto cartaceo possiede una legatura in cartone del XVIII-XIX secolo. Probabilmente fu scritto integralmente dal sacerdote secolare Matthias Bürer, i cui libri passarono al monastero di S. Gallo dopo la sua morte nel 1485. Il codice contiene innanzitutto un riassunto in versi, attribuito ad Adam von Aldersbach, del famoso testo di diritto canonico e teologia pastorale di Raimondo di Peñafort (pp. 7-123). Oltre alle glosse interlineari, in alcuni punti è presente un fitto apparato di glosse nei margini. A due brevi testi segue un lungo commento alla precedente opera in versi (pp. 135-264).
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto cartaceo raccoglie diversi testi pastoralteologici sui sacramenti e in particolare sulla confessione, oltre a commenti sulla dottrina della fede e sermoni. Tra questi testi, la Summula de summa Raimundi di Magister Adam [Adamus Alderspacensis] (pp. 99-138) e il Liber Floretus (pp. 139-151) sono scritti in versi. In un colophon a p. 138, lo scriba si fa chiamare Johannes. Il manoscritto presenta numerose annotazioni di mano del dotto e itinerante monaco di S. Gallo Gallus Kemli (1480/1481).
Online dal: 25.04.2023
Questo voluminoso manoscritto cartaceo è stato scritto da Gallus Kemli († 1480/81) tra il 1466 e il 1476. Contiene strumenti, compendi e somme di teologia, del diritto canonico, della liturgia e della confessione e penitenza, oltre a preghiere e canti con notazione gregoriana di tipo tedesco per la messa, un rituale e infine altre preghiere, benedizioni, sermoni ed esortazioni, in parte in tedesco e in parte in latino. Il manoscritto ha una legatura floscia in pelle rossa. Il monaco di S. Gallo Gallo Kemli, che conduceva una vita itinerante fuori dal monastero, alla sua morte lasciò una grande collezione di libri.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto cartaceo contiene un commento alla Summula de summa Raimundi di Magister Adam (Adamus Alderspacensis). Una mano ha realizzato questa copia in libraria corsiva nella prima metà o intorno alla metà del XV secolo. Il testo è decorato da occasionali disegni a penna. Sulla base della legatura, il manoscritto si trovava nel monastero di S. Gallo al più tardi dal 1461.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto cartaceo contiene un commento alla Summula de summa Raimundi di Magister Adam (Adamus Alderspacensis). A detta del colophon a p. 314a, Jodocus Probus completò la copia del testo il 12 settembre 1422. La nota di possesso a p. 3 indica che il manoscritto si trovava nel monastero di S. Gallo al più tardi nella seconda metà del XV secolo. È legato con una legatura floscia.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto contiene il Pastorale novellum del canonico e prevosto di Bischofszell, Rudolf von Liebegg (1275-1332 ca.). Il diffuso poema didattico canonico-teologico in 8.723 esametri è incompleto in questo manoscritto e presenta delle lacune. Due mani hanno condiviso la copia del poema didattico. Secondo il colophon alla fine dell'opera (p. 211) il secondo scriba Johannes Mündli terminò il suo lavoro il 5 maggio 1354 a Rottweil. Più tardi il manoscritto fu in possesso del conventuale e giurista sangallese Johannes Bischoff († 1495).
Online dal: 08.10.2020
Il manoscritto contiene l'apparato per la Compilatio tertia, redatto intorno al 1210-1215 da Vincentius Hispanus, cioè una voluminosa e stabile mole di glosse a spiegazione di una raccolta di decretali di papa Innocenzo III. La particolarità del manoscritto sta nel fatto che si tratta di un esemplare italiano di questo apparato di glosse (senza il testo della Compilatio tertia) del XIII secolo, realizzato con il sistema della pecia. Questo tipo di copie veniva utilizzato nelle università come modello approvato per la riproduzione in serie dei testi giuridici e delle loro glosse.
Online dal: 22.09.2022
Questo manoscritto autografo del monaco e giurista Johannes Bischoff contiene principalmente un repertorio di diritto canonico organizzato più o meno in ordine alfabetico, nonché una compilazione dei titoli delle Decretales Gregorii IX con l'indicazione di passi paralleli nel Decretum Gratiani, nel Liber Sextus e nelle Clementinae. Inoltre, sono presenti altre note e aggiunte, tra cui quelle sulle gesta di Colombano e Gallo, nonché un trattato giuridico scritto da Johannes Bischoff († 1495) in relazione alla nuova costruzione del monastero di Rorschach e alla sua distruzione.
Online dal: 11.12.2024
La Summa de casibus conscientiae di Bartolomeo da Pisa, completata nel 1338, costituisce uno dei più diffusi manuali per i confessori del tardo Medioevo. Deve il suo successo all'orientamento pratico e alla disposizione alfabetica delle parole chiave del diritto canonico e della dottrina morale. Questa copia del secondo quarto del XV secolo fa probabilmente parte della donazione di libri che il sacerdote secolare Matthias Bürer concordò con il monastero di S. Gallo nel 1470 e che fu concretizzata dopo la sua morte nel 1485.
Online dal: 22.09.2022
Il manuale per la confessione di Magister Simon riprende in gran parte la Summa de poenitentia e la Summa de matrimonio di Raimondo di Peñafort. Contiene un atto di accusa che ne suggerisce un'origine nella diocesi di Parigi intorno al 1250 o poco più tardi. Secondo la nota di possesso a p. 1 il manoscritto, copiato da due mani nella seconda metà del XIII secolo o nella prima metà del XIV, si trovava nel monastero di S. Gallo non più tardi del 1478.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto inizia con l'importante somma dei casi di coscienza del domenicano Raimondo di Peñafort († 1275), la Summa de poenitentia, insieme al suo quarto libro, completato nel 1235, intitolato Summa de matrimonio. Secondo il colophon a p. 246b, Johannes Meyer di Diessenhofen copiò questa somma dal 26 agosto all'8 novembre 1395. Subito, o poco dopo, la stessa mano copiò due somme sulla confessione del domenicano Giovanni di Friburgo († 1304) e alcune piccole aggiunte. Il Libellus quaestionum casualium si occupa di casi non trattati, o trattati solo brevemente, nella Summa de poenitientia di Raimondo di Peñafort. Il breve Confessionale fu adattato alle esigenze pratiche dei confessori.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto risale alla seconda metà del sec. XII e trasmette la Abbreviatio Decreti «Quoniam egestas», una edizione ridotta del Decretum Gratiani con glosse. Il testo rappresenta il più antico testimone databile dello studio del Decretum Gratiani in Francia. Scrittura e decorazione lasciano supporre che il manoscritto sia stato realizzato forse a Engelberg all'epoca dell'abbaziato di Frowin. Dal 1461 il manoscritto si trova nel monastero di S. Gallo.
Online dal: 20.12.2012
Il voluminoso manoscritto composito è stato copiato dal sacerdote secolare Matthias Bürer. Secondo i numerosi colophon, egli ha completato la trascrizione dei testi nel periodo compreso tra il 1448 e il 1463 circa a Kenzingen (Baden-Württemberg) e in diverse località del Tirolo. Il manoscritto contiene, tra gli altri, diversi trattati teologici, una somma sulla confessione, due specchi confessionali, un'Ars moriendi ("L'arte di morire"), gli Atti degli Apostoli con la Glossa ordinaria, sermoni e i libri II-IV dei Dialoghi di Papa Gregorio Magno. Dopo la morte di Matthias Bürer nel 1485, il manoscritto passò al monastero di S. Gallo insieme ad altri libri, secondo un accordo stipulato nel 1470.
Online dal: 22.09.2022
Questo manoscritto di diritto canonico contiene sotto la denominazione Breviarium extravagantium o Compilatio prima una nota raccolta di decretali papali compilata da Bernardo di Pavia, il primo decretalista, intorno al 1189-1190. Oltre a delle non meglio precisate glosse più antiche, su alcune pagine si ritrovano accanto alle due colonne del Textus inclusus degli estratti dall'apparato di glosse di Tancredi di Bologna nella prima recensione, da lui redatta intorno al 1210-1215. Il testo, le iniziali e le glosse risalgono alla fine del sec. XII, rispettivamente inizio del sec. XIII, e sono stati realizzati in Francia.
Online dal: 19.12.2011
Il manoscritto è stato scritto a cavallo tra il XIV e il XV secolo. Contiene una raccolta di documenti e formule per il sistema beneficiario e giudiziario ecclesiastico, le transazioni monetarie e le vendite secolari, il sistema feudale e altre questioni. Le annotazioni alla fine del manoscritto identificano come proprietario Johannes Pfister di Gossau († 1433?), notaio imperiale e chierico della diocesi di Costanza, al servizio della città di S. Gallo e del monastero di S. Gallo. In seguito, il manoscritto appartenne al cancelliere di S. Gallo Johannes Widembach († 1456 circa), che aggiunse il suo stemma all'interno della coperta posteriore.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto, redatto probabilmente nel secondo quarto del XV secolo in Italia, contiene la raccolta delle decisioni giudiziarie della Rota Romana del canonista Wilhelm Horborch († 1384). Il codice giunse probabilmente nella biblioteca del monastero di S. Gallo con altri codici tramite il lascito dell'abate di S. Gallo Kaspar von Breitenlandenberg (1442–1463), che negli anni 1439-1442 studiò diritto canonico a Bologna con Johannes de Anania.
Online dal: 25.06.2015
La legatura in cartone del XVIII o XIX secolo racchiude quattro parti manoscritte della seconda metà del XV secolo, più o meno contemporanee. Le parti I e III sono della stessa mano e contengono istruzioni ed esempi per la corretta composizione di lettere e documenti in latino e per l'utilizzo di artifici stilistici retorici. La seconda parte riporta un manuale di diritto processuale di Johannes Urbach, la quarta una raccolta di lettere in latino degli anni 1465-1480, dirette al monaco di Einsiedeln e primo umanista Albrecht von Bonstetten.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto tramanda principalmente la Landgerichtsordnung del principato abbaziale di Kempten dell'anno 1481, forse redatta ancora alla fine del XV secolo. Il manoscritto fu utilizzato da Ulrich Degelin, cancelliere al tempo dell'abate Johann Erhard Blarer von Wartensee (1587-1594) e autore di una nuova Landgerichtsordnung per Kempten. Entrò poi in possesso dei giuristi di Lindau Johannes Andreas Heider († 1719) e Johann Reinhard Wegelin († 1764), prima di essere acquistato tra il 1780 e il 1792 da Johann Nepomuk Hauntinger per il monastero di S. Gallo.
Online dal: 22.09.2022
Importante testimone giuridico della Rezia: la Lex Romana Curiensis con i Capitula di Remedio, vescovo di Coira, preservati unicamente in tale codice, databile all'incirca all'800.
Online dal: 31.12.2005
Cronaca universale da Saturno di Creta fino al leggendario Brenno, duca di Svevia (col. 3a-17a). Segue lo Schwabenspiegel (Specchio svevo), con il diritto territoriale secondo la prima sistematica sistemazione in 79 capitoli fino all'articolo 343 (col. 17a-264b), e il diritto feudale fino all'articolo 158 (col. 264b-347a). Alla fine si trova un indice dell'intero contenuto del manoscritto (p. 350-361).
Online dal: 18.12.2014
Schwabenspiegel (Specchio svevo), diritto territoriale, articoli 1-86 (col. 7a-58a), articoli 155-219 (col. 59a-100b), e articoli 220-377 (col. 101a-187b), dopo l'articolo 40 è inserito il diritto territoriale, articolo 40§1 (col. 33a) del Deutschenspiegel, al diritto territoriale fa seguito il diritto feudale, articoli 1-120 e 122-154 (col. 187b-284a) e l'articolo 159 (col. 284a-285a).
Online dal: 18.12.2014
Importante manoscritto giuridico dell'era carolingia, realizzato nel terzo quarto del IX secolo, probabilmente a Reims. Tramanda la collezione capitolare di Ansegiso, abate di Fontenelle († 833), e i capitolari contraffatti di Benedetto Levita. Nel 1673/74, a Parigi, fu dato in prestito ad Etienne Baluze.
Online dal: 09.12.2008
Il più antico catalogo manoscritto dell'abbazia di S. Gallo (IX secolo), seguito da una ragguardevole collezione di testi giuridici (i capitolari di Ansegiso, Lex Salica, la Lex Ribuaria).
Online dal: 31.12.2005
Raccolta di leggi in latino, realizzata in Francia occidentale nel primo quarto del IX secolo. Include la Lex Romana Visigothorum (collezione di leggi del diritto romano promulgate da Alarico II, re dei Visigoti), la Lex Salica (codice delle leggi germaniche fatto redigere da Clodoveo, fondatore del regno franco) e la Lex Alamannorum (le fondamenta del diritto degli Alemanni – inizi del secolo VIII). Pervenuta all'abbazia di San Gallo quasi subito dopo il suo allestimento, tale raccolta venne in seguito ceduta; nel XVI era censita tra le proprietà dell'erudito Aegidius Tschudi (1505-1572), i cui eredi lo vendettero nel 1768 alla Biblioteca abbaziale di San Gallo.
Online dal: 09.12.2008
Editto di Rotari, conservato in frammenti. È la più antica copia della raccolta di leggi dei Longobardi redatta e promulgata da re Rotari (636-652) nel 643. Realizzata probabilmente a Bobbio e databile agli anni 670/680, è conservata in frammenti divisi tra la biblioteca abbaziale di San Gallo, la Badische Landesbibliothek Karlsruhe, la Zentralbibliothek di Zurigo e l'Archivio di Stato del cantone Zurigo. La maggior parte dei frammenti, che nel 1822 furono riuniti in un volume dal bibliotecario dell'abbazia Ildefons von Arx, si trova nella biblioteca abbaziale di San Gallo. Nel 1972 i frammenti di pergamena dell'Editto di Rotari dell'abbazia di San Gallo furono riuniti in un nuovo volume - non senza rischi per la conservazione - insieme a delle foto in bianco e nero dei frammenti che si trovano a Karlsruhe e Zurigo. Nel 2008 le foto furono poi rimosse dal restauratore Martin Strebel, e contemporaneamente questo manoscritto, di grande importanza per la storia del diritto, fu di nuovo rilegato usando le più moderne tecniche di restauro dei libri. Il lavoro fu possibile grazie al sostegno degli Amici dell'Abbazia di San Gallo, i quali ne hanno coperto le spese.
Online dal: 31.07.2009
Il codice «Wandalgarius» contiene delle copie della cosiddetta Lex Romana Visigothorum, della Lex Salica e della Lex Alamannorum. Questo manoscritto giuridico di grande importanza per la storia dei testi, fu redatto a Lione nel 793 e decorato con numerose iniziali colorate e la miniatura di un legislatore ornato da un diadema, opera del chierico Wandalgarius. Si tratta del più antico codice datato con precisione nella biblioteca dell'abbazia di San Gallo.
Online dal: 12.12.2006
Codice miscellaneo del primo quarto del IX secolo, verosimilmente scritto in Baviera. Contiene, tra l'altro, una copia della Lex Alamannorum (le fondamenta del diritto degli Alemanni), un'importante collezione dei primi resoconti di pellegrinaggi a Gerusalemme – tra cui l'Itinerarium Burdigalense, resoconto di un pellegrinaggio del 333/4 da Bordeaux a Roma –, un trattato sull'Assunzione di Maria, un elenco dei popoli franchi, delle interpretazioni della professione di fede e i cosiddetti Annales Sancti Galli breves, breve storia dell'abbazia S. Gallo che copre gli eventi compresi tra gli anni 703 e 869.
Online dal: 09.12.2008
Manoscritto d'uso, di piccolo formato, contenente una collezione di capitolari del tempo di Carlo Magno. Tramanda numerosi editti promulgati da Carlo Magno tra il 779 e il 789, in un'eccellente versione, talvolta la migliore, talvolta l'unica. Tra essi, i capitolari di Herstal del 779 e la celebre Admonitio generalis del 789. La rilegatura carolingia originale è conservata in modo eccellente.
Online dal: 09.12.2008
Il manoscritto cartaceo in due parti contiene due opere teologiche che, secondo i colophon, furono copiate nel 1392 e nel 1393. Si tratta, da un lato del commento di Johannes Müntzinger al Pastorale novellum di Rudolf von Liebegg, un manuale sull'insegnamento dei sacramenti, e dall'altro di una spiegazione sistematica dei fondamenti della fede cristiana scritta da Konrad von Soltau sotto forma di commento alla decretale «Firmiter credimus».
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto, nuovamente rilegato nel XVII o XVIII secolo, contiene nella prima parte un commento al secondo libro delle Decretales Gregorii IX (Liber Extra). La seconda parte del manoscritto è costituita da due soli fascicoli con un commento al titulum 26 dello stesso libro delle Decretali. Il manoscritto appartenne al monaco sangallese Johannes Bischoff († 1495), che aveva studiato diritto canonico all'Università di Pavia nel 1474-1476. Egli stesso ha scritto il commento nella prima parte del manoscritto.
Online dal: 22.09.2022
La legatura flessibile racchiude quattro parti manoscritte, ciascuna delle quali contiene un commento a titula e capitoli selezionati del primo libro delle Decretales Gregorii IX (Liber Extra). Le parti I, III e IV sono di mano del monaco sangallese Johannes Bischoff († 1495), che studiò diritto canonico all'Università di Pavia nel 1474-1476. Probabilmente egli acquisì la seconda parte durante i suoi studi a Pavia.
Online dal: 22.09.2022
La legatura flessibile racchiude dieci parti manoscritte, la maggior parte delle quali sono state scritte dal monaco sangallese Johannes Bischoff († 1495) durante i suoi studi di diritto canonico a Pavia 1474-1476, e alcune delle quali sono state probabilmente acquisite in quella città. Vi si trovano commenti a singoli titula delle Decretales Gregorii IX (Liber Extra), del Liber Sextus e delle Clementinae, trattati sulla procedura giudiziaria, sulla tortura, sul diritto di successione e su altri argomenti, un'opera di consultazione sulla dottrina morale in ordine alfabetico e la disputa pubblica di Johannes Bischoff.
Online dal: 22.09.2022
Copia rappresentativa delle Decretali di papa Gregorio IX (papa dal 1227 al 1241), scritta in gotica rotunda italiana. Il testo delle Decretali è incorniciato dalla cosiddetta Glossa Ordinaria, un commento giuridico del canonista Bernardo de Botone da Parma († 1266), scritto intorno al testo principale. Questo commento è stato più tardi intensivamente rielaborato e glossato. L'inizio di ognuna delle cinque parti nelle quali è suddiviso il testo è decorato da una raffigurazione scenica del contenuto.
Online dal: 31.03.2011
Il manoscritto pergamenaceo contiene le Institutiones Iustiniani (pp. 3a-91a), cioè il testo di diritto romano scritto all'epoca dell'imperatore romano d'Oriente Giustiniano nel 533, e i Libri feudorum (pp. 91b-125b), cioè il diritto feudale longobardo, ciascuno dei due con la Glossa ordinaria, l'apparato standard di Accursio. I testi, e le glosse che li racchiudono, sono stati scritti probabilmente in Francia nel XIV secolo. Secondo le annotazioni del giurista Johannes Bischoff († 1495), conventuale del monastero di S. Gallo, il manoscritto si trovava in questo monastero al più tardi dall'ultimo quarto del XV secolo.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto in due parti è stato scritto in Italia nel periodo compreso tra la metà del XIII secolo e l'inizio del XIV secolo. Tramanda da una parte scritti a carattere procedurale, tra i quali il poco conosciuto Ordo iudiciarius Quoniam ut ait apostolus, e dall'altra repertori e opere generali sul diritto decretale. Il manoscritto venne probabilmente in possesso, del cittadino di S. Gallo Johannes Widembach († 1456) tramite un canonico zurighese, prima di giungere in possesso della biblioteca abbaziale di S. Gallo nel XVI secolo.
Online dal: 18.12.2014
Il manoscritto, ornato da iniziali filigranate e da alcuni disegni a penna, fu scritto in Italia nella seconda metà del XIII secolo o al più tardi all'inizio del XIV sec. Trasmette il Codex Justinianus (Libri 1–9), il relativo apparato di glosse di Accursius e un gran numero di altre glosse nei margini. Il manoscritto giunse alla biblioteca di S. Gallo al più tardi nel XVI secolo, tramite i due cittadini di S. Gallo Conrad Särri e Johannes Widembach († intorno al 1456).
Online dal: 18.12.2014
Il manoscritto in pergamena contiene essenzialmente i riassunti della maggior parte del Corpus iuris civilis, ossia i libri 1-9 del Codex, delle Istituzioni e dei Digesti. Questi riassunti, simili a libri per l'insegnamento, sono in gran parte attribuiti al giurista bolognese Azzone da Bologna († 1220). Il manoscritto, prodotto nell'Italia settentrionale nel XIII o XIV secolo, presenta all'inizio di p. 7a due iniziali più grandi a colori, di cui una con un drago, e in seguito numerose iniziali più piccole filigranate.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto cartaceo contiene tre adattamenti dei Libri feudorum, il diritto feudale longobardo, ed è composto da due parti. La prima, contenente la Margarita feudorum di Duilio Gambarini (pp. 1a-28a), fu scritta probabilmente in Francia nella prima metà del XV secolo. La seconda parte contiene la Summa feudorum di Odofredo Denari (pp. 29a-60b) e la Lectura super usibus feudorum di Giacomo Belvisi (pp. 60b-144b) e fu scritta in Italia o in Francia nel XIV secolo. La seconda parte del manoscritto contiene le annotazioni del giurista Johannes Bischoff († 1495), conventuale del monastero di S. Gallo.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto, composto di quattro parti, fu scritto principalmente nella seconda metà del XIII secolo, rispettivamente nella prima metà del XIV secolo in Italia e forse in parte in Francia. Trasmette i Tres libri Codicis (i Libri 10–12 del Codex Justinianus) con le glosse, il Libri feudorum, la rispettiva Glossa ordinaria e altri brevi scritti. Particolarmente preziose sono le glosse preaccursiane, che in parte si conservano nella forma originale ai Tres libri Codicis. Il manoscritto giunse alla biblioteca di S. Gallo al più tardi nel XVI secolo, tramite il cittadino di S. Gallo Johannes Widembach († intorno al 1456).
Online dal: 18.12.2014
Compendio di 39 testi medici di autori conosciuti e sconosciuti, trascritto nella seconda metà del IX secolo probabilmente nel nord d'Italia, ma presto giunto alla biblioteca abbaziale di San Gallo. Il codice tramanda – in parte nell'unica versione esistente – un glossario greco-latino di piante disposto in ordine alfabetico, il trattato De re medica di uno Pseudo-Plinio (Physica Plinii) e un più lungo trattato medico, chiamato Liber Esculapii.
Online dal: 23.12.2008
Collezione di testi medici composta intorno all'anno 900 al convento di San Gallo. Annovera la versione in alcuni casi migliore, in alcuni addirittura l'unica esistente al mondo, di trattati medico-farmaceutici, diversi in versione più breve, cinque più lunga. Tra essi, ad esempio, il capitolo sulla medicina di Plinio il Giovane, il Medicinae ex oleribus et pomis (Farmaci estratti da ortaggi e frutti) dell'agrario e medico Gargilio Marziale (III secolo) e il trattato Oxea et chronia passiones Yppocratis, Gallieni et Urani, tramandato da pochissimi codici. Vi si trova anche (al foglio 82) una sfera magica per la previsione della vita e della morte.
Online dal: 09.12.2008
Raccolta di testi di medicina tedesco. L'inizio manca; segue la Ordnung der Gesundheit per Rudolf von Hohenberg (pp. 3-60), diverse ricette di medicina, magia e alimentazione (pp. 63-101), tra le quali, fra le altre, trattati sull'avvoltoio e la verbena dal Bartholomäus (pp. 64-69), «Verworfene Tage» (pp. 69-71), ricette per fabbricare l'aceto (S. 73-76), estratti dal Buch der Natur di Corrado di Megenberg (pp. 82-85), ricette nelle quali si utilizza lo «Schwalbensteins» (pp. 89-90), pronostici per l'anno nuovo ed i tuoni (pp. 90-94), ricette per fabbricare il vino (pp. 95-101). Erbario con estratti dal Macer Floridus di Odo von Meung (pp. 101-146), ricette di medicina (pp. 146-147), campo di applicazione della medicina secondo il Macer Floridus (pp. 147-161), ricette contro il ritten (p. 162). Alla fine, a p. 164 si trova un disegno colorato della Agrimonia. Il manoscritto è parente del codice della Staats- und Stadtbibliothek di Augusta 2° Cod. 572. Proviene dalla biblioteca di Egidio Tschudi (Nr. 117).
Online dal: 23.09.2014
Manoscritto miscellaneo tedesco con testi di medicina. Ricette mediche (p. 1-148) con indice (p. 149-157), altre ricette aggiunte in un secondo tempo (p. 158-168), istruzioni per il salasso (p. 169-184), formule di scongiuro in tedesco e latino (p. 185-186), estratti dal De pestilentia di Teobaldo Loneti (p. 187-188). Il manoscritto proviene dalla biblioteca di Egidio Tschudi (Nr. 118).
Online dal: 23.09.2014
Manoscritto composito in lingua latina e tedesca. I testi, che si presentano in modo non sistematico, sono nell'ordine i seguenti. Geomanzia: trattato in latino con raffigurazioni schematiche (p. 1-152, 163-169), altri schemi di geomanzia (185, 236, 263 falsamente paginato come 262). Medicina: ricette, in tedesco (p. 153-162 e 197-198); esame del sangue dopo un salasso o una lezione sul salasso, in tedesco (p. 193-196, 255-261). Iatromatematica: lunario, in latino (p. 169-172); pianeti e proprietà delle rispettive ore o delle persone nate sotto il loro influsso, in tedesco, in parte versi in rima (p. 173-175, 178-179, 218, 240), tavole per stabilire quali pianeti governano le diverse ore (p. 200, 240); segni zodiacali, le loro proprietà ed il loro influsso sulle persone nate sotto i loro segni, in latino (p. 180-185, 186 in esametri) e tedesco (p. 187-192), istruzioni e tavole per il calcolo delle fasi lunari nei segni zodiacali (p. 177-178, 213-214, [215b]-216 [per gli anni 1406-1480]), schema dei segni zodiacali (p. 262), disegno con suddivisione delle dita cui sono collegati i rispettivi segni zodiacali, i temperamenti e gli elementi (p. 264 [falsamente paginato come 263); regole per i mesi, in latino (p. 215-[215a]). Astronomia: calendario (p. 201-212); tavole per il calcolo del calendario (p. 237, 241-242, 254); tabella con le eclissi lunari per gli anni 1422-1462, con disegni dei rispettivi gradi di copertura (p. 238-239 e 243). Predizione: predizione per i tuoni, in tedesco (p. 199), predizioni per il nuovo anno, in latino (p. 217). Alchimia: ricette alchimistiche, in latino (p. 219-220) e in tedesco (p. 221-228). Trattato di chiromanzia, in tedesco, introdotto da un disegno a penna colorato di due mani con le linee delle mani (p. 244-254). Altro: scongiuri, in tedesco (p. 156) e in latino (p. 219); quattro esametri sulla qualità del vino, in latino (p. 264, falsamente numerato come 263). Il codice, scritto da varie mani, proviene dalla biblioteca di Egidio Tschudi (Nr. 104).
Online dal: 23.09.2014
Il manoscritto composito inizia con alcuni brevi testi di medicina: alle pp. 5-6 Johannicius (Hunain ibn Ishāq), Isagoge ad Techne Galieni (un adattamento dell'Ars Parva di Galeno, nella traduzione latina di Costantino Africano), § 1-9; alle pp. 6-7 e 8 alcuni versi del Regimen sanitatis salernitanum, un poema didattico in esametri sulla medicina; alle pp. 7-8 un breve testo sulle proporzioni dei farmaci composti, incipit Gradus est sedecupla proporcio; alle pp. 9-10 un testo sul salasso, con il titolo in rosso De flebotomia, incipit In flebotomia quedam generales condiciones sunt; alle pp. 10-11 un glossario latino-tedesco dei nomi delle piante, con titolo in rosso Nomina herbarum, incipit Plantago Wegerich; alle pp. 11-12 un testo sull'uroscopia, il cui inizio è segnato a margine dal titolo De urinis di mano più tarda, incipit Si urina alba fuerit. Le pagine 12-14 sono scritte da una mano più tarda e, contrariamente a Scherrer, probabilmente non contengono ulteriori informazioni mediche, ma un exemplum o exempla dal Vitaspatrum (In vitas patrum legitur quod quidam interrogavit senem quare cogitaciones prave inpedirent oraciones [?]). La parte medica è seguita alle pp. 15-89 da una versione latina del Lumen animae, una raccolta di exempla di storia naturale da utilizzare nelle prediche. Nel margine sono presenti piccoli schemi del contenuto dei capitoli e aggiunte alle autorità citate nel testo. Il Lumen animae è l'unico testo del manoscritto che inizia con una grande iniziale rossa e termina a p. 89 con il colophon in rosso Finito libro sit laus et gloriae Christo. Le due pagine successive (pp. 90-91) contengono, tra l'altro, versi del calendario e un testo sui pianeti. Alle pp. 92-97 si trova una versione latina della «lettera celeste» o «lettera domenicale», una lettera presumibilmente scritta dal cielo sulla celebrazione della domenica, incipit Incipit epistola dei de celo vere missa petro apostolo ab omnibus diebus dominicis qualiter sit colendus dies dominicus. Segue alle pp. 97-98 una preghiera, incipit O dilecte Iesu Christus, felix est qui te amat. Nelle ultime pagine (p. 98-101), la stessa mano più recente delle pp. 12-14 ha scritto altri exempla, incipit Legitur quod quedam mulier [...] venisset ad beatum Hillarionem pro sterilitate tollenda. Il manoscritto è rilegato in una legatura di cartone grigia del XVIII secolo; la precedente legatura in pergamena con etichetta sul dorso recante la segnatura 758 è ancora conservata, ma è stata ritagliata e ricucita intorno al primo o all'ultimo fascicolo (p. 3 e tra p. 24-25; p. 102 e tra p. 88-89).
Online dal: 20.12.2023
Raccolta di dieci diversi trattati di medicina, scritta nella prima metà del sec. IX in una scrittura insulare, probabilmente celtica, sotto influsso continentale. Tra i ricettari si legge (p. 91) una benedizione da eseguire con il segno della croce con la funzione di «lettera di protezione contro le tentazioni del diavolo e contro la febbre». Il manoscritto contiene, per esempio, estratti dal Conspectus ad Eustathium filium del medico tardoantico Oribasio (IV sec. d. C. ), la Epistula de febribus del medico greco Galeno († 216 d. C.) o un Liber medicinalis di autore ignoto.
Online dal: 21.12.2009
Il manoscritto, realizzato intorno alla metà del XV secolo in un ambiente laico nella Germania meridionale o in Svizzera, è illustrato con numerosi disegni a penna colorati. Vi vengono descritti i segni zodiacali, i pianeti, i quattro temperamenti e le quattro stagioni nel loro influsso sulla salute degli uomini. Seguono direttive dietetiche soprattutto per il salasso, ma anche per il mangiare, il bere, il dormire, la veglia, il riposo ed il movimento, così come concretamente per il bagno (immagine a p. 101) o la defecazione (p. 120). Il testo fu originariamente composto intorno al 1400 nella Germania meridionale da un medico laico interessato all'astronomia e riunito in un compendio. Questo testo venne poi più volte completato e modificato. Nell'ultima parte (da p. 128) segue una versione in prosa e in versi della cosiddetta lettera dello Pseudo-Aristotele ad Alessandro Magno: nel testo l'uomo universale greco dà al re dei consigli su come mantenersi in buona salute.
Online dal: 23.09.2014
Manoscritto composito di piccolo formato contenente estratti dalle opere di Ippocrate medico e scrittore greco (intorno al 460-370 av. C.), di Galeno (intorno al 129-intorno al 216) e di Oribasio (intorno al 320-400); scritto in minuscola insulare (?) intorno all'800, non nell'abbazia di S. Gallo.
Online dal: 21.12.2009
Compendio di piccolo formato di dieci diversi testi medici, realizzato poco dopo l'anno 800 in uno scrittorio sconosciuto, probabilmente in Italia. Include anche una trattato del medico greco Anthimus, in forma di lettera al re dei Franchi Teodorico, «Sulla dieta» (De observatione ciborum), grazie al quale è possibile farsi un'idea delle abitudini alimentari del popolo germanico.
Online dal: 31.07.2009
Il manoscritto è scritto prevalentemente da una sola mano, ma con diverse impaginazioni (numero di righe). Contiene essenzialmente brani compilati da un anonimo cistercense tratti da opere teologiche e filosofiche, come si deduce dalla rubrica di p. 7 (Incipit libellus exceptionum collectarum de diversis operibus cuiusdam fratris ordinis Cysterciensis). Il testo inizia a p. 7 con Omnes naturaliter scire protestante philosopho. Le rubriche a margine e nel testo si riferiscono a temi quali l'intercessione (De suffragiis ecclesie, p. 19), la cristologia (De nativitate domini, p. 25; De plenitudine gratie Christi, p. 27; De voluntate Christi, p. 31; De passione Christi, p. 33), il purgatorio (De acerbitate purgatorii, p. 88), la memoria e la ragione (De memoria, p. 124; De dignitatibus rationalis creature, p. 135) o la verginità (De virginitate, p. 372). Almeno alcuni capitoli sono tratti dal Compendium theologicae veritatis dello pseudo-Alberto Magno. Le prime pagine (pp. 1-6) contengono un testo sul libero arbitrio, apparentemente basato sulle Sententiae, Libro 2 di Pietro Lombardo, incipit Liberum arbitrium est facultas rationis et voluntatis, qua bonum eligitur gratia assistente vel malum eadem desistente. A p. 422 si trova il timbro della biblioteca dell'abate Diethelm Blarer del periodo 1553-1564. La rilegatura è costituita da una coperta in pelle scura, sopra la quale se ne trova una in pelle più chiara con i bordi sporgenti per proteggere il corpo del libro.
Online dal: 20.12.2023
Il manoscritto, in gran parte vergato con cura da una sola mano, contiene il Compendium theologicae veritatis in 7 libri (pp. 3-282), che nelle edizioni più antiche è attribuito ad Alberto Magno, ma che secondo ricerche più recenti non appartiene alle sue opere autentiche. All'inizio di ogni libro c'è una lista dei capitoli (pp. 3, 37-38, 90-91, 126-127, 159-160, 215, 254). Alle pp. 283-344 segue il Confessionale di Johannes de Friburgo OP (circa 1250-1314) (Bloomfield, Incipits of Latin works on the virtues and vices, n. 5755). All'interno della coperta anteriore si distingue la debole impronta di un testo, probabilmente scritto in semionciale, forse un frammento della Vulgata (Cod. Sang. 1395, pp. 7-327). Anche l'interno della coperta posteriore reca tracce dell'impronta di un testo.
Online dal: 20.12.2023
Il manoscritto è composto da vari fascicoli, alcuni dei quali recano alla fine una nota di possesso di Johannes Engler, canonico di S. Leonardo (p. 140, 168, 304). Al calendario (pp. 4-24) fa seguito la Summa rudium (pp. 25-140). Il fascicolo successivo (pp. 143-168) contiene i decreti sinodali del vescovo di Costanza Marquart von Randeck (i decreti, non la copia, con la data 1407, p. 165). Nei fascicoli successivi vi sono riflessioni, sermoni, un vocabolario latino-tedesco (pp. 290-304), ricette e calendari, oltre a vari brevi testi a carattere spirituale e profano. Tra questi ultimi ci sono due raccolte di favole (pp. 141-144 e 266-275). I fascicoli iniziano frequentemente con l'inizio di un testo e presentano spesso alla fine delle pagine bianche, ciò che fa pensare, insieme alle ripetute note di proprietà e alle pagine esterne usurate dei fascicoli, che questi siano stati utilizzati per un certo periodo senza rilegatura. La legatura in pelle, che conserva varie borchie, risale al XV secolo. All'interno dei piatti è visibile l'impronta di un documento in tedesco.
Online dal: 22.09.2022
Il codice contiene alle pp. 59–111 gli Opuscula sacra di Boezio, e cioé I. De trinitate (pp. 59–70), II. De divinitate (Utrum pater et filius et spiritus sanctus; pp. 70–72), III. De hebdomadibus (Quomodo substantiae; pp. 72–77), IV. De fide catholica (pp. 77–84), V. Contra Eutychen et Nestorium (pp. 84–111), in parte con glosse. Probabilmente alcune parti furono aggiunte nell'XI/XII secolo. Alle pp. 4–6, prima del commento agli Opuscula sacra I-III e V attribuiti a Johannes Scoto Aurigena o a Remigio di Auxerre, probabilmente di una mano del XIII secolo, il Planctus beati Galli, inc. Quis dabit cineres, un lamento sul furto del tesoro della chiesa di S. Gallo da parte del vescovo di Costanza. A p. 112 il De septem miraculis mundi dello pseudo Beda il Venerabile. Il manoscritto, per la gran parte senza decorazione, contiene a p. 26 una decorazione ittiomorfa e a p. 59 una iniziale I che si estende su 8 linee di testo.
Online dal: 22.06.2017
Il volume è composto da due parti copiate indipendentemente l'una dall'altra in periodi diversi. La prima parte (pp. 1-158) contiene i primi tre libri delle Sentenze di Magister Bandinus (pp. 1-154), autore di un compendio dell'omonima opera di Pietro Lombardo (Libri quatuor sententiarum). Al posto del quarto libro si trova qui un breve trattato sulle donne, De muliere forti (pp. 154-158). Questa copia è stata realizzata da più mani nel XIV secolo. La seconda parte (pp. 159-234) contiene un trattato sul battesimo del XII secolo (pp. 160-234). La presenza del timbro dell'abate Diethelm Blarer (p. 158) indica che la prima parte doveva trovarsi nella biblioteca dell'abbazia di S. Gallo dalla metà del XVI secolo. Questo manoscritto in due parti ricevette l'attuale legatura in cartone probabilmente alla fine del XVIII o all'inizio del XIX secolo, quando Ildefons von Arx vi inserì l'indice del contenuto (p. V1).
Online dal: 22.09.2022
Questo volume trasmette le Regulae de sacra theologia di Alano di Lilla. Il testo è scritto in un'accurata textualis su due colonne, e lo stesso carattere – in un modulo doppio – è utilizzato come scrittura distintiva per le Regulae. Solo l'incipit (p. 3a), la prima iniziale e l'explicit (p. 81b) sono in inchiostro rosso. La coperta in pelle bovina è stata presumibilmente decorata con dieci diversi ferri rotondi e rettangolari a Parigi già intorno al 1200. Essi raffigurano uccelli, motivi geometrici, leoni, intrecci e un uomo inginocchiato con corona e un vaso (EBDB m002201). Il dorso è stato successivamente rivestito con pelle di maiale chiara. Sul verso del foglio di guardia (p. 2) si legge, probabilmente da una mano del XIV secolo, Liber sancti Galli; sulla controguardia posteriore una mano del XV secolo ha annotato Liber monasterii sancti Galli 1451. A p. 82 è impresso il timbro della biblioteca dell'epoca dell'abbaziato di Diethelm Blarer di S. Gallo (1553-1564).
Online dal: 06.09.2023
Questo manoscritto composito con testi a carattere teologico si compone di quattro parti (I: pp. 3-122; II: pp. 123-215; III: pp. 216-231; IV: pp. 232-243) ed è scritto in gotica corsiva da più mani. Solo la prima iniziale è stata eseguita. I primi quattro fascicoli, a piena pagina, contengono il trattato De reparatione hominis di Marquard di Lindau (pp. 3-122). Sull'ultima pagina di questa parte (p. 122) si trova il timbro della biblioteca dell'epoca dell'abbaziato dell'abate Diethelm Blarer di S. Gallo (1553-1564). I successivi quattro fascicoli contengono, su due colonne, il commento Expositio decem praeceptorum di Henricus de Frimaria (pp. 123a-213b). Il fascicolo successivo tramanda la Determinatio magistrorum sacrae theologiae sanctae universitatis studii Pragensis sulle tesi del magister di Ulm Johannes Münzinger del 1398 (pp. 216-230). L'ultimo fascicolo contiene un testo che inizia con Vas electionis est non plus sapere quam opportet... (pp. 232-238). Tutte le parti, tranne quest'ultima, presentano marginalia o maniculae (p. 134), che sono state rifilate. Sul verso della carta di guardia posteriore (p. 245) sono scritte e disegnate a penna la nota di possesso Liber monasterii sancti Galli, un volto e la nota di acquisto Anno domini MCCCCX [X barrato?] XXII [1422 o 1432] [...] emi Henricus Lútenrieter hunc librum a domino Nycolao ... Hallensium. La legatura floscia è costituita da un documento in pergamena riutilizzato – un testamento – ed è foderata all'interno con tela di lino a trama grossa e liscia, ora parzialmente staccata nella parte anteriore. Si può quindi leggere la metà sinistra del testamento in lingua alto-tedesca: Ich phaff Berhtolt der horiden [?] von Ehingen [...] und der darnach in dem acht und súbentzigesten iar [...]. I fascicoli sono cuciti direttamente al rinforzo in cuoio del dorso a punto catenella. Sulla coperta anteriore si trova un indice scritto da una mano contemporanea. L'indice incollato sulla prima carta di guardia (p. 1) è di mano di Jodokus Metzler, bibliotecario di S. Gallo. Il conteggio delle pagine (pp. 1-245) presenta un errore: la p. 143 è stata contata due volte.
Online dal: 06.09.2023
Il manoscritto, con testi di contenuto prevalentemente scolastico dall'ambiente dell'università di Parigi, si presenta nella ben conservata legatura originale floscia. Contiene tra gli altri un indice alfabetico alle Sentenze di Pietro Lombardo, alle pp. 107-112 il catalogo del XIV secolo della biblioteca dell'abbazia di Heiligkreuz in Bassa Austria conservato unicamente in questo codice, lo scritto Quaestiones parvorum librorum naturalium del filosofo e logico francese Giovanni Buridano (Johannes Buridanus; † poco dopo il 1358; pp. 121-253) riguardante i corrispondenti testi di Aristotele (Parva naturalia) e terminato di scrivere nell'agosto 1374, e lo scritto Collectio errorum in Anglia et Parisiis condemnatorum pp. 254-264).
Online dal: 20.12.2012
Il manoscritto cartaceo contiene innanzitutto una serie di bozze di sermoni datati dal colophon al 1381 (p. 80). Della stessa mano segue una copia parziale del Liber scintillarum di Defensor di Ligugé (pp. 80-96), dei miracoli (pp. 96-108) e un indice (pp. 108-110). Un'altra mano ha copiato il libro IV del De doctrina christiana di Agostino con numerose annotazioni marginali (pp. 113-162). Seguono, probabilmente per mano del monaco itinerante Gall Kemli († 1481), la interpretazione sugli antenati di Cristo di Aileranus Sapiens (pp. 163-168), nonché estratti da testi teologici, tra cui il Mammotrectus del francescano Giovanni Marchesini.
Online dal: 22.09.2022
Il codice miscellaneo, con qualche probabilità nel monastero di S. Gallo nel XII secolo, contiene nella prima parte (pp. 1-50) estratti dagli scritti dei Padri della Chiesa (Agostino, Gregorio Magno, Gerolamo ecc.) sulla Chiesa (de catholica ecclesia) e sul sacramento del battesimo. Nella seconda parte (pp. 51-88) segue una copia dell'opera Prognosticum futuri saeculi di Giuliano da Toledo (intorno al 644-690), tramandato anche nel Cod. Sang. 264. Quest'opera rappresenta il primo tentativo della Chiesa cristiana di formulare una visione sulla morte e sugli ultimi momenti. Alla fine del manoscritto, la cui pergamena da p. 99 in avanti presenta dei buchi sempre più grandi, si trova un certo numero di testi liturgici sul rituale, cioè sui paramenti liturgici dei vescovi, sulla messa o sulla scomunica.
Online dal: 23.09.2014
Il manoscritto contiene le Sentenze di Magister Bandinus, autore di un riassunto dei Libri quatuor sententiarum di Pietro Lombardo. Come nota Ildefons von Arx (p. 1), il testo è identico a quello del Cod. Sang. 769 ad eccezione del quarto libro che, come quello del Lombardo, è dedicato ai sacramenti (pp. 147-186). Copiato su due colonne, rubricato e decorato con semplici iniziali rosse all'inizio dei capitoli, il testo è stato rivisto, corretto e integrato da aggiunte.
Online dal: 22.09.2022
I sermoni costituiscono il fulcro di questo manoscritto composito con testi di teologia morale. Il testo è scritto da più mani. Le iniziali del primo testo, frammentario e scritto a piena pagina, non sono state eseguite (pp. 29-74). Fa seguito (pp. 79a-102b), con il titolo De purificatione nel margine superiore, Sanctificavit tabernaculum suum [1 Par 22,1] Altissimus... su due colonne. I concetti dello specchio confessionale a piena pagina De septem viciis, che inizia con Superbia est tumor... (pp. 105-120), sono illustrati con sei alberi a rami neri e rossi con motivi geometrici sui fusti (pp. 107, 109, 111, 113, 115 e 120), e con definizioni racchiuse in cerchi a p. 117. Segue la dottrina sulla virtù Modus vivendi secundum deum a piena pagina (pp. 121-124). In seguito è trascritta la lettera di un magister Samuel a un rabbino Ysaak, che sarebbe stata tradotta in latino da un frate spagnolo di nome Alfonsus Boni Hominis. È trascritta a piena pagina alle pp. 125-153. I successivi Sermones de sanctis del cistercense Konrad von Brundelsheim (Soccus) sono scritti in gotica corsiva («ältere gotische Buchkursive») alle pp. 173-389 e sono spesso corretti e annotati. La prima iniziale è rossa, le altre non sono eseguite o sono marroni (comprese quelle con fondo decorato a penna alle pp. 218, 247 e 323). A p. 219 si trova un segnacolo e a p. 266 una manicula. Da ultimo si trova il Tractatus de passione Domini di Michele di Massa (versione Angeli pacis...) con introduzione allegorica e dialoghi (pp. 389-470). Il colophon dell'ultima parte data la conclusione all'8 marzo 1427 (p. 470). Il cartellino con la segnatura «T 17» presente sulla legatura di assi in legno, rivestimento in pelle e capitelli intrecciati, corrisponde allo schema delle segnature del catalogo della biblioteca di S. Gallo del 1461, indicando quindi che questo volume è stato probabilmente assemblato e rilegato intorno alla metà del XV secolo. Il bibliotecario di S. Gallo Jodokus Metzler ha incollato un foglietto con l'indice all'interno del piatto anteriore. Le pp. 1-8, 17-24 e 169-172 sono rigate per accogliere un testo contornato da un commento, ma il testo non è presente. Le pp. 9-16, 25-28, 49-54, 75-78, 103-104, 155-168 e 471-483 sono invece completamente bianche. A p. 484 si legge una annotazione. Il foglio con le pp. 53-54 è staccato. Tra le pp. 180 e 181 si trovava un piccolo frammento sciolto di scarto con una mano disegnata.
Online dal: 06.09.2023
Il manoscritto è composto da più parti e comprende più testi di contenuto diverso. La prima parte (pp. 1-106), in carta, contiene un libro sinodale (pp. 1-81), nonché le Auctoritates sanctorum (pp. 82-105) le quali, secondo il colophon (p. 105a), furono copiate da Johannes Gaernler nel 1378 o 1379. Al di sotto il colophon vi è un disegno, forse opera del copista, di un uomo (un re?) che regge una coppa. Seguono diversi fascicoli in pergamena (pp. 107-224) con sermoni, disposizioni relative alla penitenza, ecc. che datano in parte al XIII e in parte al XIV secolo. La parte finale del manoscritto, su carta (pp. 225-471), contiene, accanto al penitenziale di Johannes de Deo (pp. 284-315), sermoni, testi ascetici e teologici (pp. 316-471) copiati nel XIV secolo. Secondo una nota di possesso (p. 471) il manoscritto, o l'ultima parte di esso, è stato ritrovato al più tardi alla fine del XV secolo nell'abbazia di San Gallo. La legatura floscia presenta sul dorso un bel motivo a intrecci.
Online dal: 22.09.2022
Questa raccolta di questioni scolastiche comprende principalmente domande sulla dottrina dei sette sacramenti, ma alla fine (p. 140b) anche sui dieci comandamenti. La textualis, su due colonne, è strutturata con lombarde rosse, titoli e lettere iniziali rubricate. Le frasi interrogative (sopratutto subordinate) sono marcate da segni di paragrafo rossi. Sul verso della carta di guardia posteriore (p. 142) si trova il timbro della biblioteca dell'epoca dell'abbaziato di Diethelm Blarer di S. Gallo (1553-1564). La coperta anteriore della legatura di assi di legno è rivestita in pelle chiara. Il rivestimento marrone scuro del dorso, che ricopre in parte la coperta anteriore, reca tracce di un ferro con un mezzo ovale. La controguardia anteriore è costituita da un frammento di pergamena, incollato al rovescio, contenente un testo giuridico chiaramente leggibile, che menziona l'arcivescovo di Reims e il vescovo di Laon.
Online dal: 06.09.2023
Il tema principale trattato in questo volume composito in latino e tedesco è quello dei sermoni. Si compone di cinque parti di diverso formato (parte I: pp. 5-48; parte II: pp. 49-84; parte III: pp. 85-108; parte IV: pp. 109-144; parte V: pp. 145-156), scritte da mani diverse in minuscola gotica di vari moduli. Sono state identificate le seguenti opere: la prima parte contiene i sermoni latini di Bertoldo di Ratisbona, ovvero quattro Sermones de dominicis (pp. 5-17) a piena pagina e, su due colonne, un altro Sermo de dominicis, cinque Sermones de sanctis e un Sermo ad religiosos (pp. 21a-28b). La seconda parte inizia con il sermone su Io 18,1 Quando hominem... (pp. 49a-67b, Hamesse 25446). La terza parte contiene cinque sermoni in latino e tedesco con una preghiera per un papa Benedetto (pp. 98-108). La successiva quarta parte presenta il Dialogus Beatae Mariae et Anselmi de passione Domini (pp. 109-124), attribuito nel medioevo all'arcivescovo Anselmo di Canterbury. La legatura con assi in cartone del XVII o XVIII secolo presenta una coperta in pelle bianca con doppi filetti e due nastri di chiusura in stoffa verde, di cui sono ancora visibili solo gli inizi. L'indice di Pius Kolb è stato completato da Ildefons von Arx (p. 1).
Online dal: 06.09.2023
Il primo fascicolo contiene vari testi, scritti in maniera non regolare (pp. 5-20). Dopo un breve testo a piena pagina, De excommunicatione (p. 22), si trova il De audienda confessione di Jean Gerson (pp. 23a-70a). Seguono le due opere attribuite nel medioevo ad Agostino, De spiritu et anima (cap. I-XXXIII alle pp. 70a-92b) e Speculum (pp. 92b-109b), il De gratia et libero arbitrio di Bernardo di Chiaravalle (pp. 110a-138a), il De compositione hominis exterioris di Bonaventura con il titolo Speculum monachorum (pp. 139a-154a) e il De quattuor virtutibus cardinalibus di Lucio Anneo Seneca (pp. 154a-166b). Le pp. 23a-109b sono scritte in textualis su due colonne con rubriche in rosso, alternanza di iniziali filigranate rosse e blu e segni di paragrafo. Alle pp. 110a-166b l'inchiostro rosso è stato utilizzato solo per le scritture distintive. Tra le pagine 6 e 7 è incollato un foglietto con annotazioni. Le distinctiones sono spesso raffigurate graficamente nel margine inferiore (pp. 30-34, 72-76, 82-85, 111, 113, 121). Nello specchio di scrittura della colonna ‚a' di p. 138 è iscritta una tavola con cifre, e nella colonna ‚b' vi è una prova di penna (ANNO con ghirigori). Sono presenti numerosi commenti marginali. La legatura con assi in cartone del XVII o XVIII secolo ha una coperta in pelle bianca con doppi filetti e due nastri di chiusura in stoffa verde. L'indice è di Pius Kolb (p. 1).
Online dal: 06.09.2023
Questo volume a contenuto teologico-morale contiene una prefazione (pp. 1-4) con un indice alfabetico (p. 2a-4d), nella parte principale una somma dei casi di coscienza in ordine alfabetico con articoli sui singoli lemmi da Acadia a Yroina [sic], ciascuno contrassegnato da una lombarda rossa, che si estende da poche righe a diverse pagine (pp. 4-265), e un indice alfabetico (pp. 266-268b). Lo scriba, frate Rudeger de Casle, che utilizza una gotica corsiva («ältere gotische Buchkursive») su 40 righe per pagina con lombarde rosse, data nel colophon (p. 268b) il completamento del lavoro al 14 dicembre 1351. Il precedente proprietario era nel 1450 Ulricus Horchentaler (p. 268b). Tra le pp. 16 e 17 è inserito un foglio che tramanda sul recto un estratto di un commento al De anima (III, cap. 2, 427b1-428a1), e sul verso una rappresentazione ramificata delle potenze. Sono presenti annotazioni marginali. La coperta floscia è costituita da un rivestimento in pelle verde (o blu) irrigidita inserendo almeno due fogli di pergamena incollati tra loro. Come controguardie anteriori e posteriori sono state utilizzate maculature in pergamena di un indice scritto su almeno due colonne.
Online dal: 06.09.2023
Il contenuto principale di questo volume è costituito dalla Summa de virtutibus et vitiis di Guglielmo Peraldo (pp. 9a-290b). Il testo principale è scritto su due colonne in una textualis molto piccola (50 righe per pagina) con iniziali in rosso, blu o filigranate rosso-blu. Sulle pagine bianche (pp. 291a-296b) è stata aggiunta già nel XIV secolo una piccola raccolta di sermoni. Alle pp. 5a-7b si trova un indice, in parte con l'aggiunta di riferimenti alle pagine. Il volume è molto ben referenziato: i titoli delle pagine e i numeri delle colonne in rosso fanno parte del progetto iniziale. All'inizio e alla fine si trova un indice alfabetico (pp. 3a-4b e 297a-298a) realizzato da una mano verosimilmente del XV secolo. A p. 298 è impresso il timbro della biblioteca dell'epoca dell'abbaziato di Diethelm Blarer di S. Gallo (1553-1564). Più mani hanno apportato titoli e notazioni marginali. Sulla controguardia anteriore (p. 2!) si legge il titolo Summa virtutum. La legatura in cartone è rivestita in pelle marrone; il capitello è cucito in rosso e verde.
Online dal: 06.09.2023
La parte più consistente di questo volume (pp. 2-119) è costituita dal De casibus reservatis di Hermannus da Praga. Seguono dei proverbi latini (pp. 119-120) e un'istruzione di preghiera in tedesco per l'ora Nona della Liturgia delle ore (p. 120). Il testo è scritto a piena pagina in textualis, con lombarde e titoli in rosso. Il testo successivo – secondo l'intestazione un commento a Gal 6,14 (pp. 121-136) – inizia con dei caratteri ancora più piccoli (30 righe per pagina). Le pp. 137-154 sono cartacee e copiate da una mano più tarda fino alla p. 145. A p. 147 si legge: Balthassar Schmid von Diessenhofen ... 1549. Sulle controguardie vi sono le impronte di un testo con piccoli caratteri. La legatura con assi in legno ha un rivestimento in pelle rossa con resti di una chiusura a occhiello, con un'unica bindella in pelle.
Online dal: 06.09.2023
Esemplare completo delle Sententiae di Pietro Lombardo († 1160). I titoli dei capitoli si trovano rispettivamente raccolti all'inizio di ogni libro (pp. 3-5, 91-93, 170-171, 229-231). Con alcune iniziali con figure in rosso con verde, blu e giallo pallido (p. 6: messa e sinagoga con ecclesia; p. 172: Annunciazione; p. 232: Buon samaritano) e numerose iniziali filigranate rosse e blu. Molte annotazioni marginali. Alle pp. 325/326, capovolta, scrittura sbiadita del XV secolo (?); all'interno della coperta posteriore impronta di due pagine di un manoscritto carolingio, in parte almeno da Origene Homilia VIII in Ezechielem.
Online dal: 22.03.2018
I Libri sententiarum di Petrus Lombardus formano il contenuto di questo manoscritto cartaceo monografico, scritto da più mani in scritture tra la bastarda e la gotica corsiva («jüngere gotische Buchkursive»). La copia del primo libro si interrompe alla Distinctio 42, ma con il colophon Explicit liber questionum super primum [sc. librum] sententiarum anno domini 1422 (p. 239). Ci sono sei fogli bianchi un po' più piccoli rilegati, probabilmente per completare il testo (pp. 149-160). Anche alla fine del volume ci sono dodici fogli bianchi, ma delle stesse dimensioni. Le iniziali non sono state eseguite in nessun punto. Da p. 165 in avanti il recto dei fogli reca il titolo (pp. 460-483) e il numero del libro. Sia sul piatto anteriore che posteriore della legatura vi sono le tracce di cinque borchie. Sia sul taglio inferiore che superiore è presente il titolo: Sententiarum. Il solido volume è inserito in massicce assi di legno. Il capitello è intrecciato. All'interno del piatto anteriore, ora libero, è visibile l'impronta di una maculatura usata in precedenza. Parti del margine su diverse pagine sono spezzate, con poca perdita di testo (pp. 175, 176, 181-200, 219-246, 317-332).
Online dal: 06.09.2023
Il manoscritto costituisce un esemplare completo dei quattro libri delle Sentenze (Libri quatuor sententiarum) di Pietro Lombardo (pp. 4-430), preceduti e seguiti da una serie di versi latini, in parte in esametri leonini (pp. 3 e 430-431). Questa bella copia del XIII secolo, su due colonne, è completamente rubricata. I nomi abbreviati degli autori citati nel testo sono anche copiati in rosso nel margine. Le citazioni sono talvolta indicate da un lungo tratto verticale rosso, a volte terminante con un fiore. Il prologo (p. 4a) e i quattro libri delle Sentenze (p. 8b, 126b, 237a e 315a), così come le tavole dei capitoli dei libri II e III (p. 123a e 235a), sono introdotti da un'elegante iniziale rossa o bicolore rossa e nera. Il manoscritto si presenta con una rilegatura in legno del XV secolo, tipica dell'abbazia di S. Gallo.
Online dal: 22.09.2022
Manoscritto miscellaneo di contenuto principalmente storico e agiografico. I testi sono stati scritti tra il 1450 e il 1550 e nel 1573 riuniti in un volume dal monaco di S. Gallo Maurizio Enk. Oltre ad un anonimo Dialogus de sectis, numerose leggende di santi in tedesco, parti di una cronaca di Strasburgo di Giacomo Twinger di Königshofen o decreti sinodali di Costanza del 1491, il manoscritto contiene alle pagine 283 fino a 288 – senza titolo e iniziando praticamente senza interruzione alla fine del testo precedente – 30 brevi racconti stesi intorno al 1500 riguardanti atrocità commesse dal principe della Valacchia Vlad III Tepes (l'Impalatore; 1431-1476), il quale, come rappresentante dell'Ordine del Drago, portò anche il nome di Dracula. Questo testo su Dracula è tramandato altrimenti solo in tre altri manoscritti: nella biblioteca monastica di Lambach in Alta Austria, nella British Library di Londra e nella Biblioteca municipale di Colmar.
Online dal: 31.03.2011
Questo manoscritto composito è costituito da cinque parti vergate da più mani (parte I: pp. 1-50; parte II: pp. 51-86; parte III: pp. 87-110; parte IV: pp. 111-254; parte V: pp. 255-316). All'inizio della prima parte si trova un sermone De digitate sacerdotale, che usa quale tema Is 60,8 (pp. 1a-2b) e le Quaestiones sui sacramenti (pp. 3a-40a). Le singole Quaestiones sono contrassegnate ciascuna da una lettera «Q» lombarda rossa, in cui talvolta è disegnato un volto (pp. 18, 21a). Nel colophon (p. 40a), Conradus Jud di Zurigo (Thuregum) in Uznach è indicato come colui che ha terminato di scrivere le Quaestiones nella prima ora dell'8 gennaio 1410. Seguono due sermoni, De dedicatione (pp. 40a-44a) e De dignitate sacerdotale (pp. 44a-50b). La seconda e la terza parte contengono ciascuna sermoni de tempore (pp. 51a-85b). Lo stesso vale per la quarta parte, con sermoni di Nicolaus de Lyra Postilla super evangelia: il testo tramanda due volte il sermone III, 1 (Hamesse II, 254, n. 14807) a p. 111a e 113a. In mezzo, a p. 112, c'è una presentazione tabellare delle letture per l'estate e l'Avvento. A p. 184 delle glosse in lingua alto-tedesca protomoderna descrivono il campo semantico ‘Ausdruck von Trauer'. Il testo della Postilla si interrompe a p. 240a. Sulle p. 241-254 vi è unicamente la rigatura per un testo a piena pagina. Segue la quinta parte con il Liber de informatione electorum di Nicolaus Andreae de Civitate Theatina (Hamesse I, 7, n. 115) (pp. 255a-314b). Il volume presenta numerose maniculae (pp. 13, 14, 17, 34, 51, 55, 60, 65, 73, 90, 142, 152) e titoli nei margini, soprattutto numerazioni. Estese note marginali si trovano alle pp. 78, 79, 214 e 255; a p. 84b-85b un'aggiunta con annotazioni marginali. Le pp. 86 e 300 sono completamente bianche. La pagina 299/300 è larga solo una colonna. Sul foglio aggiunto (p. 316), capovolto, vi è un documento datato 15 giugno 1553, che cita il gerosolimitano Johannes Wick e il sacerdote Thomas Molitor della diocesi di Costanza. All'interno della coperta posteriore si vede l'impronta di un testo a due colonne con segni di paragrafo blu e rossi. A p. 50b è impresso il timbro della biblioteca dell'epoca dell'abbaziato di Diethelm Blarer di S. Gallo (1553-1564). L'indice incollato all'interno del piatto anteriore è del bibliotecario di S. Gallo Jodokus Metzler. Il volume ha una legatura in assi di legno ricoperti di pelle chiara e due resti di fermaglio in pelle sul piatto anteriore.
Online dal: 06.09.2023
Il manoscritto composito in-folio è vergato a piena pagina in una bastarda con cappi. Sulla carta di guardia originale è copiato un evangelistario frammentario anche in scrittura bastarda con cappi (Mc 16,1; Lc 24,13; Lc 24,39; Io 21,1; Io 20,11 alle pp. 3a-4b). La sezione principale, con delle definizioni teologiche morali e dei trattati più brevi (pp. 5-297) ha come primo corredo una numerazione al centro (1-150) e un indice associato (pp. 297-301). Questo indice è preceduto da una dossologia e da una maledizione in forma di poesia figurata, che contrappone la salvezza dello scriba e quella del ladro di libri (p. 297). Sull'ultima pagina e sul foglio di guardia posteriore è trascritto un sermone per la festa di Ognissanti (pp. 302a-303b). Sul verso di questo foglio chiudono il volume una leggenda del viaggio dei Trenta pezzi d'argento da Abramo al tradimento di Giuda (p. 304a) e un'annotazione di pegno: il precedente proprietario, Hans Rich, prevosto di Mosnang, ha dato in pegno il libro nel 1573 per quattro fiorini e dieci scellini (p. 304b). Nella stessa colonna è impresso il timbro della biblioteca dell'epoca dell'abbaziato di Diethelm Blarer di S. Gallo (1553-1564). All'interno della coperta sia anteriore che posteriore sono visibili le impronte di un calendario. L'indice all'interno della coperta anteriore è stato incollato dal bibliotecario di S. Gallo Jodokus Metzler. Manca il foglio con le pagine 1/2. Sulla legatura di assi lignee con coperta in pelle marrone e capitello intrecciato sono visibili i fori di cinque borchie rotonde, rispettivamente sull'asse anteriore e posteriore. Sull'asse posteriore del libro sono attaccati i resti di due fermagli, ciascuno con un chiodo decorativo a forma di fiore a quattro petali (XV o XVI secolo). Sull'asse anteriore sono visibili due fori per il fissaggio dei due fermagli.
Online dal: 06.09.2023
Questo manoscritto composito con testi sulla logica e la dialettica aristotelica (AL 1160) è stato impaginato in modo uniforme, vergato in textualis da mani diverse e riccamente annotato di glosse marginali e interlineari. La prima parte comprende l'Isagoge di Porfirio (pp. 1-17), gli scritti di Aristotele Categoriae (pp. 17-46) e De interpretatione (pp. 46-63) nella traduzione di Boezio, la compilazione aristotelica anonima del XII secolo Liber sex principiorum (pp. 63-78) e l'opera De divisione di Boezio stesso (pp. 78-96). La seconda parte inizia con il De differentiis topicis di Boezio (pp. 97-148). La terza parte contiene i Topica di Aristotele nella traduzione di Boezio (pp. 149-287). Segue il De sophisticis elenchis (pp. 288-322) di Aristotele nella traduzione di Boezio. La quarta parte inizia con l'Analytica priora di Aristotele nella traduzione di Boezio (pp. 323-392). Il resto di p. 392 è ancora rigato, ma per il resto è vuoto. La p. 393 è completamente bianca. La p. 394 è stata utilizzata per delle annotazioni. La quinta parte contiene la traduzione latina degli Analytica posteriora di Aristotele (pp. 395-434). La rilegatura ha una copertina verde (o blu) decorata con grandi rombi (filetti o a inchiostro). Il capitello è cucito in blu naturale. In origine il volume aveva due ganci di chiusura con un semplice chiodo sulla superficie del piatto posteriore. All'interno del piatto anteriore sono annotati diversi nomi: dasz buch ist [cancellato] wirt oder sinez bruoder [sic] [...] Rug Hanns [...] Jacob Wirt von Sant Gallen [...] Maister Cuonrat [...]. A p. 41 è impresso il timbro della biblioteca dell'epoca dell'abbaziato di Diethelm Blarer di S. Gallo (1553-1564). Si trovano disegnate delle maniculae (pp. 36, 93, 276, 302, 352, 416, 432 e 434), procedure topiche (p. 132), una scena di torneo (p. 241), una banderuola con l'anno ·1·5·6·7 (pp. 244, 245), nudi (pp. 254, 432, controguardia posteriore), vignette (p. 300), una secante (p. 350), predicamenti (p. 354, 366) e corone (controguardia posteriore).
Online dal: 06.09.2023
Copia delle Categorie (Categoriae) e della Ermeneutica (De interpretatione) di Aristotele in lingua latina, cui fanno seguito i relativi commentari di Boezio ad entrambe le opere. Tra i due è trascritto il poema di Remmius Favinus (?) sui pesi e le misure De ponderibus et mensuris. Il manoscritto, decorato da tre belle iniziali (p. 44, 203 e 221), è stato scritto nel sec. XI, almeno parzialmente nel monastero di S. Gallo.
Online dal: 15.04.2010
Copia delle Categorie (Categoriae) e dell'Ermeneutica di Aristotele nella versione commentata latina di Boezio, con la traduzione ed il commento in antico tedesco del monaco e letterato di S. Gallo Notker il Teutonico († 1022); scritto nel sec. XI nel monastero di S. Gallo. Il manoscritto contiene inoltre la copia di due opere di Cicerone: Topica e De optimo genere oratorum.
Online dal: 15.04.2010
Manoscritto a carattere scolastico dall'abbazia di S. Gallo contenente testi inerenti le materie di insegnamento della dialettica e della retorica. Il manoscritto tramanda delle copie del commento di Boezio alle categorie e all'ermeneutica di Aristotele, un estratto dal trattato di retorica di Alcuino († 804) con numerose raffigurazioni schematiche, ed estratti dalle opere di Cicerone De inventione e De optimo genere oratorum. I testi vennero copiati intorno alla fine del sec. IX e nel sec. X e contengono numerose glosse in latino e antico tedesco così come molte glosse stese con uno stilo risalenti ai sec. X fino al XII.
Online dal: 21.12.2009
Manoscritto di uso corrente senza decorazione contenente il commento di Boezio alle Categorie (Categoriae) di Aristotele; scritto nel monastero di S. Gallo nel sec. XI. Sulle ultime tre pagine è trascritto l'inizio del De arte amandi di Ovidio.
Online dal: 15.04.2010
Testo latino, traduzione in antico alto-tedesco e commento al De consolatione philosophiae di Boezio. Ne è autore il monaco sangallese Notkero il Germanico († 1022). È l'unica versione esistente della prima metà del sec. XI. Il codice conserva inoltre una copia incompleta della traduzione e del commento di Boezio (ca. 480-524) alle Categoriae, anch'essa ascrivibile a Notkero.
Online dal: 12.12.2006
La miscellanea, scritta tra il 1425 ed il 1428 nella regione del lago di Costanza ma non nel monastero di S. Gallo, contiene un gran numero di trattati di argomento computistico-astronomico-cosmografico in lingua latina, tra i quali l'opera molto diffusa di Giovanni de Sacrobosco De sphaera mundi e la sua opera basilare di aritmetica Tractatus de algorismo. Il manoscritto, introdotto da un calendario, contiene anche alcune illustrazioni, come i dodici segni dello zodiaco, una carta dei venti, disegni dell'eclittica del sole e della luna, costellazioni di pianeti e stelle, un uomo dei salassi, una carta del mondo rotonda orientata alla carta T-O del primo medioevo e (alle pp. 265 e 266) dodici semplici immagini dei mesi, con brevi legende in rima in lingua tedesca, impregnate dalla natura e dall'agricoltura della vita quotidiana degli uomini tardomedievali.
Online dal: 04.10.2011