St. Gallen, Stiftsbibliothek
La Biblioteca del monastero di San Gallo è una delle più antiche biblioteche monastiche del mondo, nonché la parte più importante del patrimonio mondiale dell’UNESCO dell'area abbaziale di San Gallo. Il suo prezioso fondo mostra lo sviluppo della cultura europea e documenta l'attività culturale del monastero di San Gallo dal VII secolo fino alla soppressione dell'abbazia, avvenuta nel 1805. Il cuore della biblioteca è costituito dalla collezione di manoscritti, con il suo straordinario corpus di manoscritti carolingi-ottoniani (dall’VIII fino all’XI secolo), una significativa collezione di incunaboli e un fondo crescente di opere a stampa dal XVI secolo fino ad oggi. Il progetto e-codices è stato co-fondato dalla biblioteca del monastero di San Gallo. Con la sua celebre sala barocca, nella quale vengono allestite mostre temporanee, la biblioteca del monastero di San Gallo è tra i più visitati musei della Svizzera.
Il manoscritto, che prende il nome dal suo committente, l’abate Franz Gaisberg (abate dal 1504 al 1529), contiene vari testi a carattere storico e agiografico: una storia degli abati di S. Gallo con i relativi blasoni, epitaffi di abati e monaci sangallesi, la storia dell’abbazia di S. Gallo (Casus sancti Galli) relativa agli anni 1200-1232 di Corrado di Fabaria, la Vita di Notkero Balbulo († 912) di autore anonimo comprendente una copia del suo processo di beatificazione del 1513, e le leggende dei santi Costanzo, Miniato e Rocco. Il codice è stato scritto dal calligrafo e organista del duomo di S. Gallo Fridolino Sicher (1490-1546).
Online dal: 31.03.2011
Codice miscellaneo trascritto nel monastero di San Gallo. Tramanda una copia databile all’incirca all’anno 900 dei Casus Sancti Galli del monaco Ratperto, la versione più antica ad oggi conosciuta. Seguono testi più lunghi, trascritti tra il IX e il XIII secolo, contenenti sermoni dei primi Padri della Chiesa, un registro degli abati di San Gallo dal VII al XIII secolo, inni, estratti della Collectio canonum dello Pseudo-Remedio, il Micrologus di Bernoldo di Costanza.
Online dal: 09.12.2008
Contiene la più antica copia esistente della cronaca abbaziale Casus Sancti Galli del monaco sangallese Eccardo IV (ca. 980 – ca. 1060), nonché copie dei Casus Sancti Galli del monaco Ratperto e il testimone principale della continuazione anonima di tale cronaca abbaziale (Continuatio Casuum Sancti Galli).
Online dal: 12.06.2006
Il manoscritto contiene alle pp. 3-95 la cronaca dei papi di Martino di Troppau († dopo il 1278). La cronaca arriva fino a Bonifacio VIII; una mano più tarda ha aggiunto alla fine i nomi dei cinque papi successivi. Seguono delle prediche per le feste dei santi (pp. 96-206) e poi, alle pp. 207-224, estratti dalla cronaca degli imperatori di Martino di Troppau, con una continuazione anonima fino a Enrico IX [VII] (1313). All’inizio è rilegato il frammento di un trattato ascetico del XIV secolo (pp. 1a-2b). La decorazione si limita a semplici iniziali filigranate (pp. 105, 107, 184).
Online dal: 18.06.2020
Il codice contiene la guerra di Troia di Corrado di Würzburg, un’imponente opera tarda rimasta incompiuta del poeta ed autore di epica tedesco, morto nel 1287 prima di completarla. L’autore racconta in versi la storia della guerra di Troia in un’ampia disposizione di narrazioni storiografiche, riferimenti precedenti e posteriori ed excursus enciclopedici. Difettoso all’inizio e più tardi completata con un foglio aggiunto, l’opera si estende da p. 4 a p. 893. Alle pp. 895-897 fa seguito il frammento in prosa di un’anonima continuazione della guerra troiana di Corrado. Il testo della guerra troiana di Corrado è scritto da uno scriba. Questi è probabilmente identico al rubricatore al quale si devono le iniziali rosse, le iniziali gotiche nere e le maiuscole decorate all’inizio della colonna, e che ha inserito la data 1471 a p. 893. Il frammento in prosa è di una mano posteriore. Non si conosce il luogo di origine del codice. Questi fu rinvenuto nel 1739 sull’Haldenburg, feudo di S. Gallo nell’Algovia e giunse poi nella biblioteca abbaziale, come ricorda una annotazione a p. 894.
Online dal: 13.06.2019
Manoscritto composito del sec. XIII composto di otto parti: 1) estratti dai martirologi del monaco di S. Gallo Notkero Balbulo e di Adone di Vienne (pp. 3-10), 2) copia della Historia Scholastica di Pietro Comestore fino circa a metà (pp. 11-234), 3) i Canones apostolorum et conciliorum prolati per Clementem papam in un fascicolo di formato minore e di altra mano (pp. 235-252), 4) estratti dall'opera Panormia di Ivo di Chartres (pp. 246b-252b), 5) la Historia Langobardorum di Pietro Diacono con gli annessi di Andrea da Bergamo (pp. 253a-272b), 6) la Historia Hierosolymitana di Roberto Monachus Remigiensis (pp. 273a-313a), 7) delle appendici sulla storia del diritto, sullo scisma della chiesa di Utrecht e sulla morte di Corrado III (p. 313), 8) estratti dalla Chronica pontificum et imperatorum, ab Hadriano usque ad Constantinum di Martino di Troppau (Martinus Polonus; pp. 314-330).
Online dal: 13.12.2013
Copia sangallese del IX secolo dell'opera storica di Paolo Orosio (da Adamo all'anno 417), corredata nel secolo XI di numerose glosse e di alcune mappe dal monaco Eccardo IV.
Online dal: 14.09.2005
La storia universale carolingia del vescovo Freculfo di Lisieux nella copia più antica che sia tramandata, databile agli anni 825/830. Composta nello scrittorio di Lisieux, era già San Gallo negli anni 850/860.
Online dal: 09.12.2008
Copia dell’epitome di Giuniano Giustino dalla perduta storia del mondo (Historiae Philippicae) dello storico romano Pompeo Trogo; scritto nel sec. IX probabilmente nelll’abbazia di S. Gallo. Alla fine del testo si legge il famoso verso del copista in antico tedesco: Chumo kiscreib filo chumor kipeit.
Online dal: 21.12.2009
Copia del Romanzo di Alessandro di Johannes Hartlieb (1468), medico, traduttore e poeta monacense. Si tratta dell'esemplare che Hartlieb nel 1454 commissionò per la trascrizione in scrittura bastarda al calligrafo Johannes Frauendorfer di Thierenstein per il principe Albrecht III di Baviera (1451-1460) e per la sua sposa Anna di Braunschweig. Il manoscritto è illustrato con 45 iniziali a colori, di grandezza variabile da sei a tredici linee, probabilmente della mano del miniatore bavarese Hans Rot, con un gran numero di file di foglie di acanto, semplici o in meandro, tra le quali scorrazzano diversi animali e si lasciano ben riconoscere dei fiori locali. Il Romanzo di Alessandro fu fino nel 1500 uno dei più celebri romanzi in prosa in lingua tedesca.
Online dal: 31.07.2009
Copia del IX secolo della Guerra giudaica di Egesippo/Giuseppe Flavio.
Online dal: 31.12.2005
Contiene il Bellum Judaicum (Guerra giudaica) dello scrittore di origine ebraica Flavio Giuseppe (I sec. d. C.); scritto nel sec. IX da otto diversi copisti probabilmente non nell’abbazia di S. Gallo.
Online dal: 21.12.2009
La parte principale di questo voluminoso manoscritto è costituita da una versione abbreviata della Cronaca universale redatta nel 1459 da Johannes Platterberger e Dietrich Truchseß (p. 3−796), che nella tradizione bibliografica viene anche chiamata “St. Galler Weltchronik”. All’interno di questa cronaca si trovano anche il cosiddetto St. Galler Cato (p. 259−260; Disticha Catonis; Von Catho dem weysen und seinen spruchen), una traduzione parziale dell’opera De officiis di Marco Tullio Cicerone (p. 263−265) così come altre citazioni da varie opere di Cicerone (p. 265−271). Fa seguito una versione in lingua tedesca dello scambio di epistole fittivo del Meister Wichwolt tra Alessandro Magno e Dindimo, capo dei Bramani (p. 809−815; Cronica Allexandri des grossen konigs), la versione tedesca della “Dreikönigslegende” (Historia trium regum) di Johannes von Hildesheim (p. 816−854) e il resoconto del viaggio in India di Jean de Mandeville nella versione in tedesco di Otto von Diemeringen (p. 854−917). Alla fine (p. 918−940) il volume contiene in versione completa il libro di viaggio del bavarese Johannes Schiltberger (1380-dopo il 1427), caduto prigioniero degli Osmani. La decorazione è costituita da numerose lombarde rosse e blu. Nel 1570 il volume si trovava in possesso di Luzius Rinck von Baldenstein (p. 940), cognato del principe-vescovo Diethelm Barer (1530-1564) di S. Gallo e, al più tardi nel XVII secolo, venne integrato nei fondi della biblioteca dell’abbazia di S. Gallo (p. 3: Liber Monasterii S. Galli).
Online dal: 23.06.2016
Il manoscritto contiene la Historia Regum Britannie di Geoffrey of Monmouth (circa 1100-1154) (pp. 3-121, Incipit Prologus in brittannicam hystoriam); estratti dai Collectanea rerum memorabilium di Solino (pp. 122-128) e la Epistola presbiteri Johannis, la cosiddetta lettera del Prete Gianni (pp. 128-130), tutti in latino. Il volume è menzionato nel catalogo della biblioteca del 1461.
Online dal: 23.06.2014
Trascrizione della Historia Longobardorum (Storia dei Longobardi) del monaco e scrittore longobardo attivo a Montecassino Paolo Diacono († 797/799) molto importante dal punto di vista della storia del testo. Il codice è stato scritto da varie mani intorno all'800 nell'Italia del nord, forse a Verona. Il volume si trovava già nel sec. IX nel monastero di S. Gallo.
Online dal: 20.12.2012
Il manoscritto, probabilmente non vergato a S. Gallo, contiene due opere di Sallustio (Gaius Sallustius Crispus): S. 1-95 la Coniuratio Catilinae (storia della congiura di Catilina); pp. 95-206 il Bellum Jugurthinum (storia delle guerre contro Giugurta). Il codice è stato scritto da varie mani; alcuni capitoli sono ripetuti, per es. Coniuratio Catilinae, cap. 46-52 (pp. 195-206).
Online dal: 13.12.2013
Questo voluminoso codice è stato vergato da una sola mano a cavallo tra il XIII e il XIV secolo in un ductus alquanto variabile. Contiene una raccolta tematica di brevi exempla e riflessioni sulle virtù e sui vizi (pp. 3-658), forse tratti da Stefano di Borbone o da Humbertus de Romanis. Questa summa è consultabile tramite un indice redatto da una mano più tarda (pp. 659-661), che aggiunge anche la foliazione. Il manoscritto è interamente rubricato e contiene iniziali di due righe rosse e blu. Quale foglio di guardia anteriore vi è un frammento di documento del 1295. La legatura in pelle rossa conserva ancora i resti di un fermaglio tardomedievale.
Online dal: 22.09.2022
Codice miscellaneo contenente una raccolta di favole (Der Edelstein, di Ulrich Boner) decorate con sobri disegni a penna, divertenti racconti del cosiddetto «Anonimo svizzero» – preservati solo in questo codice –, appunti di cronaca sulla storia di Zurigo e Glarona.
Online dal: 12.12.2006
Il cancelliere Hans Fründ († 1469), di Lucerna ma originario di Svitto, redasse intorno al 1447 una cronaca della Vecchia guerra di Zurigo. Questa copia, accuratamente trascritta ed illustrata con le bandiere delle località confederate, venne eseguita dal cappellano di Rorschach, e precedentemente maestro di scuola a Svitto, Melchior Rupp nell’anno 1476. Il manoscritto, sulle cui ultime pagine sono stati trascritti documenti e materiale inerente alla Vecchia guerra di Zurigo degli anni dal 1446 al 1450, giunse in possesso dell’erudito glaronese Egidio Tschudi (1505-1572) e da lì, nel 1768, nella biblioteca del monastero di S. Gallo.
Online dal: 19.12.2011
Copia trascritta verso il 1520 della cosiddetta «Klingenberger Chronik», composta verso l’anno 1450. La Cronaca ripercorre le guerre di Appenzello (1401-1429) e le antiche guerre di Zurigo (1440-1446) dal punto di vista della nobiltà sottomessa dell’ovest della Svizzera. È illustrata con un gran numero di disegni colorati a penna, rappresentanti scene di disfatta e un gran numero di armi. Il codice contiene inoltre documenti ufficiali, notizie di cronaca, canzoni e, all'inizio, uno stampato incompleto di Strasburgo contenente la storia degli imperatori romani Tito e Vespasiano, opera composta nel 1520 da Sebastian Brant (1457/58-1521). In possesso dell’umanista glaronese Egidio Tschudi (1505-1572), giunse alla biblioteca dell’abbazia di San Gallo nel 1768.
Online dal: 09.12.2008
La più antica copia della Cronaca di Costanza di Gebhard Dacher, trascritta dall’autore stesso tra il 1458 e il 1472 ed illustrata con una serie di disegni a colori a penna e con la più antica vista della città di Costanza. Presente alla biblioteca dell’abbazia di San Gallo al più tardi a partire dal XVIII secolo.
Online dal: 31.07.2009
Il manoscritto, vergato nella seconda metà del XV secolo, probabilmente appena dopo il 1450, contiene all’inizio (p. 1−46) la Cronaca di Costanza della fine del XIV secolo. Fanno seguito la Cronaca di Zurigo dagli inizi fino ai primi decenni del XV secolo (p. 47−121), una continuazione della Cronaca di Zurigo relativa agli anni 1420/21, 1436 e 1443−1450 (p. 121−132), così come una redazione abbreviata della Cronaca di Concilio di Ulrich von Richental (p. 132−228). Sulla base di confronti calligrafici nella bibliografia più antica si ritiene che il copista possa essere l’umanista zurighese Felix Hemmerli (1388/89-1454). Il manoscritto era in possesso dell’erudito svizzero Egidio Tschudi (1505-1572) e venne venduto dalla sua famiglia al monastero di S. Gallo nel febbraio 1768. Tschudi apportò ai tesi varie annotazioni marginali e correzioni.
Online dal: 23.06.2016
Traduzione in tedesco della storia della prima crociata composta da Roberto il Monaco, di Reims (1095/96-1099, Historia Hierosolymitana), trascritta e corredata di 22 illustrazioni colorate a penna nel 1465. In appendice il codice contiene anche circa 9000 versi della cronaca d'Austria (Österreichische Reimchronik) di Ottocaro di Steiermark, che descrivono l'assedio e la distruzione della roccaforte crociata di San Giovanni d’Acri (1291).
Online dal: 14.09.2005
Il manoscritto composito, ricco di materiali, contiene numerosi elenchi, classificazioni e estratti da diverse fonti di contenuto astronomico ma soprattutto geografico-storico, copiati negli anni dopo il 1550 dall'erudito universale glaronese Egidio Tschudi (1505-1572). La maggior parte delle annotazioni raccolte da Tschudi con una grande operosità, e autonomamente compilate e riordinate, riguardano in questo volume l'odierna Francia (Gallia con le sue tribù, provincie, città, montagne, isole ecc.). Notevoli sono soprattutto i disegni geografici di Tschudi di varie parti della Gallia (pp. 706-723). Di queste fanno parte una carta della Franca Contea (pp. 714/715) e della parte occidentale della Svizzera (pp. 717/718). Le tre parti che oggi costituiscono il volume odierno, rimasero dopo la morte di Tschudi in possesso della famiglia, furono conservate dal 1652 al 1768 nel castello Gräpplang presso Flums e da lì giunsero nel febbraio 1768, con l'acquisto dell'eredità dell'erudito glaronese, nella biblioteca monastica di S. Gallo. Qui le tre parti, che costituiscono i numeri 59, 43 e 44 del catalogo di vendita del 1767, completati con alcuni pochi fogli, vennero rilegati in un volume tra il 1768 e il 1782.
Online dal: 26.09.2017
Antica trascrizione delle cosiddette Decretali pseudo-isidoriane, anche chiamate false decretali o decretali dello Pseudo-Isidoro (Isidoro Mercatore), realizzata nella seconda metà del IX secolo nell'abbazia di San Gallo. Questo testo consiste in un'ampia collezione di lettere e decreti papali falsificati della tarda antichità. Numerose – ed autentiche – lettere di papa Gregorio I si trovano nel retro del codice.
Online dal: 31.07.2009
Importante testimone sangallese del IX secolo della Collectio Dionysio-Hadriana, raccolta di decisioni conciliari e decreti papali fino al sec. VIII.
Online dal: 31.12.2005
Codice in due parti contenente una copia degli atti del secondo concilio di Costantinopoli (553), probabilmente trascritti personalmente dal monaco sangallese Notker Balbulus († 912) tra l'887 e l'893. Contiene pure una trascrizione, realizzata all'abbazia di San Gallo nel IX secolo, di testi con il titolo Quaestiones Hebraicae in I-II Regum, I Paralipomenon, i quali includono un commento scritto da Girolamo al primo libro dei Re ed un commento frammentario al libro veterotestamentario delle Cronache.
Online dal: 31.07.2009
Testimone del XII secolo, tra i primi (se non addirittura il primo), di prim'ordine dal punto di vista storico-testuale, del Decretum di Graziano. Contrariamente alla versione diffusasi in seguito, che include 101 Distinctiones (I parte), 36 Causae (II parte) e il De consecratione (III parte), per un ammontare complessivo di circa 4000 Canones, il Decretum tràdito da questo codice consiste solo di 33 Causae e circa 1000 Canones. La numerazione tuttavia è stata in breve tempo adattata alla divisione, comunemente adottata in seguito, tra le 36 Causae e le Distinctiones che precedono. Alcune parti del testo non compaiono nelle versioni successive. Precede il Decretum una collezione estremamente eterogenea di estratti.
Online dal: 12.12.2006
Codice scritto forse a Magonza nell'XI secolo, contenente il Decretum di Burcardo di Worms.
Online dal: 25.06.2015
Manoscritto di diritto canonico della prima metà del IX secolo, realizzato nel sud della regione linguistica tedesca, probabilmente in Baviera. Contiene, tra le altre cose, versioni della cosiddetta Collectio canonum Vetus Gallica con un'appendice, il Capitolare di Herstal di Carlo Magno, il cosiddetto Excarpsus Cummeani e - col titolo De triduanis ieiuniis consuetudine - una copia incompleta di una serie di direttive per il digiuno.
Online dal: 31.07.2009
Contiene numerosi testi di diritto canonico; scritto tra il 1080 ed il 1100 sicuramente nel monastero di S. Blasio o nel monastero di Allerheiligen a Sciaffusa dal teologo e canonista Bernoldo di Costanza, o da suoi collaboratori su sua richiesta. Contiene tra l’altro una copia del Poenitentiales di Rabano Mauro ad Heribaldum, del sesto libro del Poenitentiales di Aligerio di Cambrai, estratti dal Decreto di Burcardo di Worms, risoluzioni del primo concilio cristiano, la Epitome Hadriani e la Collectio 74 titulorum cum appendice Suevica.
Online dal: 04.11.2010
Manoscritto composito di contenuto giuridico e teologico del X secolo, probabilmente realizzato nell'abbazia di San Gallo. Il codice contiene, oltre a molti altri testi, il capitolare del vescovo Hatto di Basilea e del vescovo Teodolfo di Orléans, il Poenitentiale di un certo Pseudo-Egberto, disposizioni del concilio di Nicea (325), opere di Alcuino, incluso il suo trattato De virtutibus et vitiis come pure una copia dell'Admonitio Generalis di Carlo Magno del 789.
Online dal: 31.07.2009
Il manoscritto cartaceo è composto da cinque unità codicologiche, ognuna delle quali è stata copiata da una o più mani nel XV secolo. I testi più lunghi del manoscritto sono il Tractatus de vitiis capitalibus, forse attribuibile a Robert Holcot, la Stella clericorum, il Dialogus rationis et conscientiae di Matteo da Cracovia e il Dialogus de celebratione missae di Enrico di Assia il Giovane. Per il resto, si trovano testi più brevi, tra cui sermoni, istruzioni spirituali e trattati astrologici e medici. Inoltre, ci sono numerosi documenti risalenti all'ambiente del Concilio di Costanza (1414-1418) che trattano la condanna di Giovanni Hus e la questione della comunione sotto le due specie.
Online dal: 22.09.2022
Manoscritto miscellaneo giuridico del periodo intorno al 900, trascritto non nell’abbazia di San Gallo, ma in un qualche scrittorio del Regno dei Franchi orientali. I due testi più importanti ivi compresi sono una copia del penitenziale di Aligerio di Cambrai († 830) e una dell’importante collezione legislativa Collectio LIII titulorum.
Online dal: 23.12.2008
Il manoscritto cartaceo, rilegato con una legatura floscia, è composto da quattro parti scritte nella prima metà del XV secolo. Le parti II e IV sono probabilmente attribuibili alla mano di Giovanni Nepomuceno, originario dell’abbazia cistercense di Nepomuk in Boemia. Il manoscritto giunse al monastero di S. Gallo probabilmente al più tardi verso la metà del XV secolo. Contiene sermoni latini, trattati spirituali e documenti del concilio di Costanza degli anni 1417-1418.
Online dal: 25.04.2023
Questo manoscritto, redatto nel 2-3 quarto del sec. XI nell’area Media valle del Reno / Mainfranken / Assia, trasmette principalmente trattati teologici di Floro di Lione, di Pascasio Radberto e di Herigerus Lobiensis, ma anche glosse interlineari, dettagliate annotazioni marginali e quale aggiunta la Epistula de vulture. Nel 1768 il codice giunse alla biblioteca abbaziale di S. Gallo quale parte del lascito di Egidio Tschudi (1505-1572).
Online dal: 20.12.2012
Miscellanea del secondo quarto del IX secolo di testi principalmente canonici. Il suo allestimento non è probabilmente avvenuto nel monastero di San Gallo, ove invece risulta presente dopo l’850. Contiene, tra l’altro, la collezione di documenti capitolari del vescovo Martino di Braga († 579), numerosi sermoni (tra cui sermoni di Cesario di Arles e numerosi attribuiti ad Agostino), una copia dei penitenziali attribuiti a Beda e ad Egberto e citazioni dalle Etymologiae di Isidoro di Siviglia.
Online dal: 09.12.2008
Il manoscritto del XIII secolo è di origine sconosciuta. Contiene (guardia anteriore-p. 185) una versione abbreviata del Decretum Gratiani di Wernher von Schussenried del 1207, seguita da due ordines iudiciarii, cioè scritti sul processo romano-canonico, che i due inglesi Richard de Mores (pp. 186-271) e Rodoicus Modicipassus (già attribuito ad un Otto Papiensis; pp. 276-380) produssero nell'ultimo quarto del XII secolo. Nei margini della versione abbreviata del Decretum Gratiani, è stato aggiunto quale terzo documento processuale (guardia anteriore-p. 35) l'effettivo Ordo iudiciarius del giurista bolognese Tancredi del 1216, ma lasciandolo incompleto.
Online dal: 18.06.2020
Il manoscritto contiene dapprima (pp. 3a-104b) un riassunto del Liber Extra e del Liber Sextus e poi (pp. 107–114) una versione abbreviata del Decretum Gratiani. Secondo una nota di sua mano (p. 104b), Stephan Rosenvelt, notaio imperiale e notaio della Curia vescovile di Costanza, ne completò la trascrizione nel 1395. In seguito il manoscritto, come si deduce da una annotazione a p. 114, fu in possesso di un certo Johannes Bischoff, probabilmente il monaco sangallese e studioso di diritto canonico di quel nome, morto nel 1495.
Online dal: 18.06.2020
Il manoscritto (pp. 3-264) contiene la somma confessionale di Burcardo di Strasburgo e risale al XIV secolo. Probabilmente nello stesso secolo furono aggiunte due brevi lettere di un francescano di Friburgo in Brisgovia a un parroco di Schönau e Todtnau per chiarire delle questioni canoniche (p. 264) e il formulario di un documento per ottenere l'assoluzione dall'abate di S. Trudpert nella Foresta Nera (p. 265).
Online dal: 18.06.2020
Il manoscritto tramanda (pp. 3a-274a) il sommario dei casi di penitenza o di confessione di Burchardus Argentinensis, seguita (pp. 274a-275b) da una breve spiegazione sull'efficacia delle indulgenze. La scrittura, una textualis, rimanda al XIV secolo. La rilegatura è probabilmente una delle rare rilegature della biblioteca abbaziale a presentare l’attacco agli assi secondo la tecnica in uso in epoca romanica.
Online dal: 08.10.2020
Il manoscritto tramanda (pp. 7a-261a) il sommario dei casi di penitenza o di confessione di Burchardus Argentinensis e, secondo il colophon (p. 261a) fu completato dal sacerdote Fridolinus Vischer, probabilmente il 4 aprile 1419, nella parrocchia di Mollis a Glarona. Nel corso del XV secolo all'inizio del manoscritto (pp. 4-5) sono state aggiunte delle notizie sul persone dell'Antico Testamento e alla fine (pp. 261b-271b) brevi spiegazioni canoniche e teologiche sulle parentele spirituali, su legittimi e illegittimi contratti e acquisti, sulle decime e sugli oggetti trovati.
Online dal: 08.10.2020
Il manoscritto è composto da tre parti. La prima parte (pp. 1-90) con il sommario penitenziale o confessionale di Heinrich von Barben (pp. 3-90), scritta in textualis, è stata completata, secondo il colophon (p. 90), il 24 febbraio 1309. Nella seconda parte (pp. 91-146) un catalogo di domande per la confessione (pp. 91a-145a) viene tramandato in una textualis del XIII o XIV secolo, ed è stato integrato nel XV secolo da informazioni sullo scioglimento delle abbreviazioni giuridiche (pp. 145a-145b). La terza parte (pp. 147-206) contiene una raccolta di documenti e formule dalla Germania settentrionale (pp. 147a-205b), scritta da due mani diverse in scrittura semi-corsiva minuscola e scrittura libraria corsiva nel XIV secolo. Il manoscritto in tre parti è molto probabilmente reperibile nel catalogo del monastero di San Gallo del 1461.
Online dal: 08.10.2020
Il manoscritto cartaceo possiede una legatura in cartone del XVIII-XIX secolo. Probabilmente fu scritto integralmente dal sacerdote secolare Matthias Bürer, i cui libri passarono al monastero di S. Gallo dopo la sua morte nel 1485. Il codice contiene innanzitutto un riassunto in versi, attribuito ad Adam von Aldersbach, del famoso testo di diritto canonico e teologia pastorale di Raimondo di Peñafort (pp. 7-123). Oltre alle glosse interlineari, in alcuni punti è presente un fitto apparato di glosse nei margini. A due brevi testi segue un lungo commento alla precedente opera in versi (pp. 135-264).
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto cartaceo raccoglie diversi testi pastoralteologici sui sacramenti e in particolare sulla confessione, oltre a commenti sulla dottrina della fede e sermoni. Tra questi testi, la Summula de summa Raimundi di Magister Adam [Adamus Alderspacensis] (pp. 99-138) e il Liber Floretus (pp. 139-151) sono scritti in versi. In un colophon a p. 138, lo scriba si fa chiamare Johannes. Il manoscritto presenta numerose annotazioni di mano del dotto e itinerante monaco di S. Gallo Gallus Kemli (1480/1481).
Online dal: 25.04.2023
Questo voluminoso manoscritto cartaceo è stato scritto da Gallus Kemli († 1480/81) tra il 1466 e il 1476. Contiene strumenti, compendi e somme di teologia, del diritto canonico, della liturgia e della confessione e penitenza, oltre a preghiere e canti con notazione gregoriana di tipo tedesco per la messa, un rituale e infine altre preghiere, benedizioni, sermoni ed esortazioni, in parte in tedesco e in parte in latino. Il manoscritto ha una legatura floscia in pelle rossa. Il monaco di S. Gallo Gallo Kemli, che conduceva una vita itinerante fuori dal monastero, alla sua morte lasciò una grande collezione di libri.
Online dal: 22.09.2022
Il manoscritto cartaceo contiene un commento alla Summula de summa Raimundi di Magister Adam (Adamus Alderspacensis). Una mano ha realizzato questa copia in libraria corsiva nella prima metà o intorno alla metà del XV secolo. Il testo è decorato da occasionali disegni a penna. Sulla base della legatura, il manoscritto si trovava nel monastero di S. Gallo al più tardi dal 1461.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto cartaceo contiene un commento alla Summula de summa Raimundi di Magister Adam (Adamus Alderspacensis). A detta del colophon a p. 314a, Jodocus Probus completò la copia del testo il 12 settembre 1422. La nota di possesso a p. 3 indica che il manoscritto si trovava nel monastero di S. Gallo al più tardi nella seconda metà del XV secolo. È legato con una legatura floscia.
Online dal: 25.04.2023
Il manoscritto contiene il Pastorale novellum del canonico e prevosto di Bischofszell, Rudolf von Liebegg (1275-1332 ca.). Il diffuso poema didattico canonico-teologico in 8.723 esametri è incompleto in questo manoscritto e presenta delle lacune. Due mani hanno condiviso la copia del poema didattico. Secondo il colophon alla fine dell'opera (p. 211) il secondo scriba Johannes Mündli terminò il suo lavoro il 5 maggio 1354 a Rottweil. Più tardi il manoscritto fu in possesso del conventuale e giurista sangallese Johannes Bischoff († 1495).
Online dal: 08.10.2020
Il manoscritto contiene l'apparato per la Compilatio tertia, redatto intorno al 1210-1215 da Vincentius Hispanus, cioè una voluminosa e stabile mole di glosse a spiegazione di una raccolta di decretali di papa Innocenzo III. La particolarità del manoscritto sta nel fatto che si tratta di un esemplare italiano di questo apparato di glosse (senza il testo della Compilatio tertia) del XIII secolo, realizzato con il sistema della pecia. Questo tipo di copie veniva utilizzato nelle università come modello approvato per la riproduzione in serie dei testi giuridici e delle loro glosse.
Online dal: 22.09.2022