Gli statuti della facoltà di medicina risalgono nel tempo fino all'epoca della fondazione dell'Università di Basilea (1460). Contengono disposizioni generali riguardanti la disciplina, la presenza e la puntualità, regolano gli esami di baccalaureato e di dottorato, riassumono direttive per il periodo dello studio e per la ammissione di studenti esterni e riflettono una rigida gerarchia della facoltà. Quale modello servirono probabilmente gli statuti della facoltà di medicina viennese del 1398.
Online dal: 20.12.2016
Il volume di matricole della facoltà di medicina, riccamente decorato, copre il periodo del decanato da Heinrich Pantaleon (1559) fino a Werner Lachenal (1799). Le registrazioni sono per la maggior parte di mano dei decani e sono accompagnate dai rispettivi stemmi. I rapporti sono preceduti da annotazioni di Heinrich Pantaleon riguardanti la storia della facoltà dal 1460 fino al 1559.
Online dal: 20.12.2016
Il secondo volume della matricola della facoltà di medicina contiene un elenco dei dottorati sostenuti con successo dal 1571 al 1806 e degli studenti iscritti dal 1570 al 1814; vi è aggiunta una panoramica degli esami e delle Disputationes sostenute, così come delle lezioni durante i giorni di canicola. Le registrazioni sono precedute da una miniatura a piena pagina del sigillo della facoltà di medicina dell'Università di Basilea.
Online dal: 20.12.2016
Il volume, redatto e in parte anche scritto, da Theodor Zwinger intorno al 1720, è una raccolta dalle matricole, dai Decreta medica e da altri atti, in parte andati persi, della facoltà di medicina dell'Università di Basilea. Oltre ai rapporti del decanato dal 1559 al 1724, questo manoscritto contiene gli appunti di Heinrich Pantaleon (1522-1595) sulla storia della Facoltà dal 1460 al 1558, ed è ricopiato dal manoscritto AN II 20.
Online dal: 20.12.2016
I manoscritti AN II 36 e AN II 37 costituiscono insieme una Bibbia completa in lingua tedesca. Si tratta di una copia della cosiddetta «Mentelin-Bibel» [stampata a Strasburgo da Johann Mentelin, prima del 27 giugno 1466] e della «Pflanzmannbibel». Nel XVII sec. entrambi i codici erano in possesso di Peter Werenfels (1627-1703), professore di teologia e parroco di S. Leonardo a Basilea.
Online dal: 22.03.2018
I manoscritti AN II 36 e AN II 37 costituiscono insieme una Bibbia completa in lingua tedesca. Si tratta di una copia della cosiddetta «Mentelin-Bibel» [stampata a Strasburgo da Johann Mentelin, prima del 27 giugno 1466] e della «Pflanzmannbibel». Nel XVII sec. entrambi i codici erano in possesso di Peter Werenfels (1627-1703), professore di teologia e parroco di S. Leonardo a Basilea.
Online dal: 22.03.2018
Questo manoscritto greco, risalente principalmente al X secolo, contiene le Epistole di Paolo accompagnate da una serie di commenti. Presenta analogie con i manoscritti del cosiddetto «scriptorium di Efrem» a Costantinopoli. Nel XV secolo, nella stessa città, il legato del Concilio di Basilea, Giovanni di Ragusa, acquistò il codice e lo lasciò in eredità alla sua morte ai domenicani di Basilea. Erasmo lo utilizzò per il testo delle Epistole paoline nella sua prima edizione del Nuovo Testamento in greco (1516). Il tipografo di Erasmo, Johannes Froben, ha lasciato sulle pagine delle sue annotazioni.
Online dal: 26.09.2024
Questo manoscritto, riccamente miniato, è un tetravangelo greco di origine italo-bizantina, copiato nell'VIII o IX secolo in scrittura biblica onciale. Alcuni studiosi hanno paragonato lo stile insolito della sua decorazione in parte all'arte bizantina del periodo iconoclasta, e in parte all'estetica delle chiese e dei manufatti del periodo dell'esarcato bizantino di Ravenna. Nel XV secolo, il legato del Concilio di Basilea, Giovanni di Ragusa, acquistò il codice a Costantinopoli e alla sua morte lo lasciò in eredità ai domenicani di Basilea.
Online dal: 26.09.2024
Questo volume fa parte di un gruppo di numerosi manoscritti contenenti atti del Concilio di Costanza (141-1418). Non si conosce l'origine di questo codice, che contiene materiali riguardanti le sessioni 1-45. La scrittura rimanda al terzo quarto del XV secolo, la legatura è databile al XVIII secolo. Da notare la rigatura a secco dei fogli realizzata utlizzando una tavoletta per rigare (mastara).
Online dal: 25.06.2015
Questo tetravangelo greco del XII secolo fu acquistato nel XV secolo, forse a Basilea, dal teologo domenicano Giovanni di Ragusa, che alla sua morte lo lasciò in eredità ai domenicani di Basilea. Più tardi, Erasmo lo prese in prestito dai domenicani per utilizzarlo nella sua prima edizione del Nuovo Testamento greco (1516). Nel corso del suo lavoro editoriale l'umanista apportò a margine numerose aggiunte e correzioni al testo. Affidò poi il codice allo stampatore basilese Johannes Froben, che lasciò sulle sue pagine numerose sue annotazioni.
Online dal: 26.09.2024
In questo manoscritto greco del XII secolo contenente il Nuovo Testamento in due parti (senza l'Apocalisse), le Epistole e gli Atti sono sorprendentemente collocati prima dei Vangeli. Magnificamente miniato, questo codice include iniziali che rappresentano gli autori delle lettere del Nuovo Testamento, oltre a una miniatura che mostra Giovanni Evangelista e la discesa di Gesù agli inferi (f. 265v). Nel XV secolo, il legato del Concilio di Basilea, Giovanni di Ragusa, acquistò il codice a Costantinopoli e alla sua morte lo lasciò in eredità ai domenicani di Basilea. Il codice passò nelle mani di Johannes Reuchlin e in quelle di Erasmo per la sua prima edizione del Nuovo Testamento greco (1516).
Online dal: 26.09.2024
Questo manoscritto greco contiene gli Atti degli Apostoli e le Lettere. La mano principale, spesso frettolosa e corsiva, si discosta spesso dalle forme arcaizzanti della minuscola che era in uso nelle copie bizantine della Bibbia. Il codice ricevette l'attuale rilegatura bizantina forse nel monastero di san Giovanni Prodromo di Petra a Costantinopoli, e fu acquistato nel XV secolo nella stessa città dal legato del Concilio di Basilea, Giovanni di Ragusa. Alla sua morte lo lasciò in eredità ai domenicani di Basilea. Erasmo lo utilizzò per la sua prima edizione del Nuovo Testamento greco (1516).
Online dal: 26.09.2024
Salterio in tedesco, scritto nel 1485 da Johannes Waltpurger, forse ad Augusta. La pagina iniziale decorata con tralci vegetali, con la quale inizia il prologo, si ritrova quasi identica in un manoscritto di Cambridge dello stesso copista. La carta di guardia posteriore, incollata all'interno del piatto, mostra un paesaggio tuffato in una pioggia di sangue. Non è chiaro come il manoscritto sia giunto a Basilea.
Online dal: 25.06.2015
Il manoscritto della certosa di Basilea è composto principalmente dalle due opere più note dello storico romano Sallustio, De coniuratione Catilinae e De bello Iugurthino. Contiene inoltre vari testi brevi e frammenti di ben nota (Isidoro, Publilio Siro, Ps.-Serviolo) o di sconosciuta paternità (regole sillabiche, puzzle aritmetici) e il disegno di un labirinto. Contiene numerose glosse interlineari e marginali di varie mani.
Online dal: 14.06.2018
Il manoscritto, redatto nella prima metà del sec. IX a Fulda, contiene due testi a carattere astronomico: il primo è costituito da estratti dell'Aratus latinus e il secondo dalla Aratea di Germanico con degli Scholia esplicativi, illustrazioni delle 34 costellazioni ed un disegno (oggi sciolto) dell'intero cielo stellato. L'Aratea, che si rifà al poema didattico astronomico di Arato di Soloi, veniva utilizzata nell'insegnamento del computo (calcolo della Pasqua) nella scuola del monastero di Fulda quale fonte visiva per le conoscenze astronomiche di base.
Online dal: 25.06.2015
Il manoscritto contiene due racconti tratti da Les Pèlerinages di Guillaume de Deguileville (1295-1360) in francese medio. Si tratta di un'opera religioso-allegorica sul topos letterario dell'Homo viator, l'uomo che intraprende un viaggio (spirituale). L'origine del primo proprietario, rubricatore e forse anche scriba del manoscritto, Petrus Guioti, suggerisce un'origine nella regione della Loira. L'opera, prima di proprietà del collezionista e pittore d'arte Peter Vischer-Passavant (1779-1851), è giunta nella biblioteca di Basilea nel 1823.
Online dal: 14.06.2018
Il Sefer Nizzaḥon Yashan è il nome di un'antologia anonima di argomenti contro l'interpretazione cristologica dei versetti biblici, integrata da una critica dei Vangeli, delle dottrine e della morale cristiana. Composto in Germania o in Francia intorno al 1300, la maggior parte delle confutazioni si basa su argomenti polemici e critiche alla fede cristiana che erano state diffuse negli ambienti ebraici dell'Ashkenaz medievale e della Francia settentrionale. Esistono poche edizioni e manoscritti completi di quest'opera, tra cui questo Nizzaḥon di Basilea. Questo manoscritto, che presenta alcune analogie con altre copie, deve tuttavia essere considerato come un testimone indiretto, ma importante, dell'apologetica ebraica proveniente dalla regione franco-tedesca.
Online dal: 19.03.2020
Lo sfarzoso Libro d'Ore fu probabilmente allestito nel terzo quarto del XV secolo nell'Italia del Nord. Lo stile delle miniature e la scelta dei santi da venerare rimandano alla regione intorno a Modena, Este, Ferrara. Nel calendario le iniziali con storie illustrano i dodici mesi, all'inizio degli Uffici ci sono delle pagine decorate con rappresentazioni principalmente della vita di Cristo. Le miniature e le iniziali sono realizzate con pittura a tempera e oro. Il manoscritto giunse nel sec. XX nella biblioteca universitaria dal Kunstmuseum di Basilea.
Online dal: 26.09.2017
Intorno al 1520 Georg Carpentarius, allora bibliotecario della certosa di Basilea, redasse un catalogo per collocazione della biblioteca. Il catalogo è costituito da due volumi, uno per ciascuna delle due sale della Bibliotheca antiqua (AR I 2) e della Bibliotheca nova (AR I 3). l catalogo della Bibliotheca antiqua è preceduto dal cosiddetto «Informatorium bibliothecarii», una guida per il bibliotecario, che lo istruisce nella sua attività, tra le quali la catalogazione, la cura dei libri e del fondo librario. Rilegato all'inizio vi è inoltre un elenco di libri che la certosa di Basilea donò nel 1526 a quella di Ittingen.
Online dal: 04.10.2018
Intorno al 1520 Georg Carpentarius, allora bibliotecario della certosa di Basilea, redasse un catalogo per collocazione della biblioteca. Il catalogo è costituito da due volumi, uno per ciascuna delle due sale della Bibliotheca antiqua (AR I 2) e della Bibliotheca nova (AR I 3). Il catalogo della Bibliotheca nova è stato progettato per essere continuato e contiene delle pagine vuote dopo ogni lettera dell'alfabeto, sulle quali è possibile aggiungere ulteriori segnature.
Online dal: 04.10.2018
Nel 1482 Jakob Lauber, all'epoca bibliotecario, iniziò ad allestire un catalogo dei prestiti per i fondi librari della certosa di Basilea. L'elenco venne continuato dopo il periodo di carica di Lauber fino al 1527. Il catalogo dei prestiti fu allestito secondo le lettere dell'alfabeto da A ad I e vi fu possibile registrare anche volumi dati in prestito che non avevano una segnatura. I libri prestati furono elencati con indicazioni della esatta segnatura sotto la corrispondente lettera; dopo la restituzione la registrazione fu cancellata.
Online dal: 04.10.2018
Il Repertorium del bibliotecario della certosa di Basilea Urban Moser è un indice alfabetico per autori, titoli e cose notevoli dei fondi della certosa di Basilea. Poiché il successore di Moser, Georg Carpentarius, ha dato nuove segnature a diversi volumi, verso il 1520 egli aggiunse al catalogo una concordanza di segnature, in modo da poter ancora utilizzare l'indice alfabetico. In questo modo è stato possibile utilizzare in modo complementare gli elenchi alfabetici e i cataloghi per collocazione (Basilea, UB, AR I 2 e AR I 3).
Online dal: 04.10.2018
Terzo tomo di una bibbia latina composta in origine di quattro volumi, confezionata negli anni 1435-1445 a Basilea. Illustrata da un artista anonimo, fu trascritta da Heinrich von Vullenhoe, uno dei più importanti calligrafi della certosa di Basilea. L'ordine dei libri liturgici segue le prescrizioni della liturgia. Al gruppo appartengono anche i codici B I 2 e B I 3.
Online dal: 20.12.2016
Quarto tomo di una bibbia latina composta in origine di quattro volumi, confezionata negli anni 1435-1445 a Basilea. Illustrata da un artista anonimo, fu trascritta da Heinrich von Vullenhoe, uno dei più importanti calligrafi della certosa di Basilea. L'ordine dei libri liturgici segue le prescrizioni della liturgia. Al gruppo appartengono anche i codici B I 1 e B I 3.
Online dal: 20.12.2016
Questo manoscritto del XIII secolo contenente il Commento ai salmi di Pietro Lombardo, giunse alla certosa di Basilea dal precedente possessore, Petrus Medicus. Il codice è organizzato in tre colonne, nonostante la colonna esterna verso il margine rimanga vuota. Le due colonne con il testo sono parzialmente a loro volta suddivise a metà e offrono nella metà sinistra il testo della Bibbia, nella metà destra, in righe di metà altezza, il commento. Le iniziali figurate, in stile francese molto fine, si trovano in corrispondenza della divisione del salterio in otto sezioni liturgiche. Nella parte inferiore, priva di scrittura, si trovano delle annotazioni quasi illeggibili tracciate con una sorta di matita, forse un ulteriore commento.
Online dal: 20.12.2016
Messale per la diocesi di Basilea, realizzato intorno al 1460. Il volume, riccamente illustrato, era parte di una donazione della vedova Margaretha Brand († 1474) alla certosa di Basilea. Fu utilizzato presso l'altare della santa Vergine nel piccolo chiostro della certosa. Dal punto di vista storico artistico il manoscritto può essere attribuito al cosiddetto «Vullenhoe-Gruppe».
Online dal: 26.09.2017
Primo di un'edizione in due volumi dei Moralia in Iob di Gregorio. Proviene dalla certosa di Basilea, fu acquistato durante il concilio di Basilea. La parte principale del manoscritto fu scritta nel periodo di passaggio dall'XI al XII secolo; la Tabula che si trova all'inizio e alla fine del volume fu aggiunta nel sec. XIII. Incerta la provenienza originaria del manoscritto, ma sembra essere vicina a quella del secondo volume (B I 13a).
Online dal: 26.09.2017
Secondo di una edizione in due volumi dei Moralia in Iob di Gregorio. Il volume della fine del XII secolo, decorato con ricche iniziali, fu acquisito durante il concilio di Basilea e completato dal copista Heinriche von Vullenhoe nella certosa. L'origine del volume non è chiara. Una nota di possesso erasa di un monastero di S. Maria in Insula potrebbe indicare il monastero premonstratense di Marienwerd in Goldern o il monastero cistercense Notre Dame de l'Ile-de-Ré presso La Rochelle. Il primo volume (B I 12) ha probabilmente la stessa origine.
Online dal: 26.09.2017
La vecchia etichetta con la segnatura in rosso, e le tracce della presenza di una catena mostrano che il volume si trovava forse insieme ai manoscritti del capitolo cattedrale di Basilea. Anche la trascrizione della seconda parte datata rientra nel mandato del vescovo bibliofilo Johannes von Venningen (anni 1458-1478). Il volume contiene le sentenze di Taio (morto 682) e le prediche sui vangeli di Gregorio Magno ed è decorato con piccole figure grottesche, manine e lettere con aste allungate.
Online dal: 14.06.2018
Il vescovo Paolo di Burgos, convertitosi al cattolicesimo dall'ebraismo alla fine del XIV secolo, compilò le Additiones alla Postilla di Nicolaus di Lyra e lo Scrutinium scripturarum quale conferma che il Credo a Cristo corrisponde ad una comprensione letterale del Vecchio Testamento. Il manoscritto fu realizzato nel 1436/37 e proviene dal convento domenicano di Basilea.
Online dal: 20.12.2016
Il manoscritto, decorato con parsimonia da iniziali ornamentali con tralci e figure, fu realizzato alla fine del XII secolo e apparteneva alla biblioteca della certosa di Basilea. Oltre alle cantica ad laudes et ferialia glossate contiene principalmente il salterio con la glossa ordinaria, il commento standard del Medioevo ai testi biblici. La disposizione del testo è stata progettata nel consueto stile del commentario a corona: il testo del salmo è al centro della pagina, attorniato nei margini e tra le righe dall'interpretazione.
Online dal: 14.12.2018
Il manoscritto è costituito da tre parti in origine indipendenti, databili al X e XI secolo. Contiene delle Lettere di Paolo, le glosse di Sedulio Scoto alle lettere di Paolo e gli ultimi libri del Nuovo Testamento. Il libro è stato donato nel XV secolo dal basileese Heinrich Gügelin di Rheinfelden, cappellano e preposito del duomo ad un non meglio definito convento basileese.
Online dal: 22.06.2017
L'evangeliario, vergato in una accurata scrittura libraria carolina, è originario probabilmente dell'abbazia di Marmoutier presso Tours. Si distingue per la ricca decorazione delle iniziali e per gli artistici archi delle tavole dei canoni. Il manoscritto fu donato ai certosini basileesi nel 1439 dall'allora decano di Rheinfeld Antonius Rüstmann.
Online dal: 14.12.2017
Questo imponente volume, scritto a due mani, è composto da diversi testi con una medesima, anche se non del tutto uniforme, impostazione, con iniziali filigranate nel cosiddetto stile dell'Alto Reno, simile ai due volumi di Niccolò di Lira B IV 3 e B V 5, anch'essi provenienti dal convento dei domenicani di Basilea, ma non dalla stessa bottega. Il primo proprietario fu probabilmente Johannes von Effringen, priore del convento nel 1347. Il primo dei due copisti, Gerhardus, ha trascritto diverse opere del padre della Chiesa Agostino: il commento sui salmi, le Confessioni in 13 libri, ma anche altri scritti minori, alcuni dei quali non possono più essergli attribuiti con certezza. Questi testi furono rivisti da un correttore che ha annotato in una corsiva di modulo minore nel margine i miglioramenti, in modo che in un ulteriore passaggio il copista li mettesse in bella copia e in seguito li cancellasse, cosa che non avvenne dovunque. Il testo trascritto dal secondo scriba anonimo è quasi privo di errori e vergato in forme più belle. Si tratta del commento a Geremia di Gerolamo, il santo traduttore della Bibbia.
Online dal: 26.09.2024
Il manoscritto, scritto e decorato nei secc. IX e X da vari copisti di S. Gallo, contiene l'Omeliario di Paolo Diacono per la parte invernale. Appartenne alla certosa della città renana e le venne donato, così come il B IV 26, da Pierre de la Trilline, vescovo di Lodève presso Montpellier (1430-1441) che ricoprì varie cariche durante il concilio di Basilea.
Online dal: 13.12.2013
Il manoscritto in pergamena, decorato con iniziali filigranate e lombarde, apparteneva originariamente alla certosa di Magonza e ha raggiunto quella di Basilea dopo vari passaggi di proprietà. Contiene la Summa contra gentiles di Tommaso d'Aquino scritta tra il 1259 e il 1265. Questo manuale per i missionari cristiani offre argomenti filosofici a favore del cristianesimo ed è stato concepito appositamente per la conversione dei musulmani e degli ebrei; si tratta dell'unica opera scolastica tradotta dal latino in ebraico.
Online dal: 12.12.2019
Questo manoscritto con indicazioni di pecia, esemplato da varie mani, contiene, con poche omissioni, le Quaestiones disputatae (senza il De malo) e 11 Quodlibeta (manca il nr. 12 così come parte del nr. 8) di Tommaso d'Aquino. Il codice è stato scritto nel convento dei domenicani di Basilea e appartenne a Giovanni e Ugo von Münchenstein, entrambi temporaneamente priori del convento basilese. Nelle carte di guardia si trovano documenti del concilio di Basilea del 1440.
Online dal: 21.12.2010
La Legenda aurea del domenicano Jacopo da Varazze (ca. 1228-1298) è certamente una delle raccolte spirituali più diffuse nel medioevo. Questo manoscritto di origine bolognese del XIV secolo la trasmette unitamente ad altre leggende di santi. Il codice è scritto in una gotica italiana regolare e decorato accuratamente di routine; una vasta lacuna nel capitolo 145 (Leggenda di S. Michele), fu completata da una mano del XV secolo. Il volume appartenne alla certosa di Basilea.
Online dal: 20.12.2016
Questo manoscritto in pergamena proveniente dalla regione del Reno Superiore, già di proprietà di Hugo e Johannes Münch von Münchenstein, due priori del convento dei domenicani di Basilea, è una copia recente della Postilla super Psalmos del francescano Niccolò di Lira. La data del 1323 alla fine si riferisce probabilmente al modello o all'opera stessa, non a questa copia. Un altro volume di Lira (Basilea, UB, B V 5) dello stesso copista presenta le medesime iniziali filigranate molto caratteristiche, con le quali lo stesso artista ha decorato anche alcuni volumi in folio del monastero cistercense di Pairis, ora nella ZHB di Lucerna (P 13 fol.:1, 3 e 4; il vol. 2 è bruciato a St. Urban nel 1513), che Hugo von Tennach aveva scritto nel 1338-1340 su incarico di un ricco canonico del capitolo cattedrale di Basilea, Peter von Bebelnheim.
Online dal: 26.09.2024
Il manoscritto del convento dei domenicani di Basilea contiene i Quodlibeta e le Quaestiones di Nikolaus Trivet e di Thomas Sutton, due importanti esponenti della scuola domenicana di Oxford alla fine del XIII-inizio del XIV secolo. La pergamena, molto fine, mostra numerosi piccoli difetti e degli strappi ricuciti in varie parti, il fascicolo sesto è rilegato al posto sbagliato. L'interno delle coperte di legno del volume originariamente incatenato, è rivestito di frammenti.
Online dal: 20.12.2016
Il volume, proveniente dal convento domenicano di Basilea contiene la seconda parte (Macula a Zona) delle Distinctiones sacrae scripturae di Maurizio Ibernico, un elenco alfabetico di termini biblici con i loro diversi significati e interpretazioni. Inoltre, frammenti di due vite di Domenico – quella di Costantino di Orvieto e quella di Teodorico di Apolda – sono inseriti nella coperta anteriore o come foglio di guardia.
Online dal: 14.06.2018
Manoscritto miscellaneo proveniente dal convento domenicano di Basilea, scritto nel XIV secolo da una sola mano. Il volume, originariamente un liber catenatus, contiene un commento al Cantico dei Cantici dell'allievo di Tommaso Egidio Romano (ca. 1243-1316), un commento del domenicano Nicolaus de Gorran (1232-ca. 1295) alle lettere canoniche e la Postilla all'Ecclesiaste attribuite in secondo ordine a Giovanni da San Geminiano (ca. 1260-ca. 1332).
Online dal: 20.12.2016
Manoscritto esegetico composto di varie parti e scritto da varie mani alla fine del XIII e all'inizio del XIV secolo. Il volume è costituito da pergamene di varie qualità, uno strappo nel foglio 27 è ricucito accuratamente con seta bianca e verde. Soprattutto nella terza parte del manoscritto si trovano annotazioni e correzioni. Il volume, originariamente liber catenatus, proviene dal convento domenicano di Basilea.
Online dal: 20.12.2016
Il manoscritto, copiato da varie mani molto simili nel sec. X, contiene l'Omiliario di Paolo Diacono per la parte invernale e presenta due notevoli disegni a a piena pagina (6r e 68v) e varie iniziali ornamentali a penna nello stile miniaturistico sangallese. Appartenne alla certosa della città renana e le venne donato, così come il B III 2, da Pierre de la Trilline, vescovo di Lodève presso Montpellier (1430-1441) che ricoprì varie cariche durante il concilio di Basilea.
Online dal: 17.02.2010
Questo manoscritto composto di varie parti, contenente una raccolta di testi a carattere teologico e proveniente dal convento dei domenicani di Basilea, è l'unico a trasmettere la traduzione latina completa del Fließenden Lichts der Gottheit di Mechthild di Magdeburgo. Questo manoscritto è importante non solo per la sua datazione (intorno o poco prima del 1350) ma per la presenza di numerose annotazioni marginali che lasciano intravedere una conoscenza diretta della versione tedesca del testo, con il quale evidentemente la presente versione della traduzione latina del Das fließende Licht venne confrontata.
Online dal: 13.12.2013
Questo manoscritto pergamenaceo, forse prodotto a Basilea, trasmette le descrizioni delle vite cosiddette «Alemannischen Vitaspatrum» nella disposizione di un non identificato Peter der Mul. Il manoscritto, risalente al terzo quarto del XIV secolo, appartenne alla biblioteca dei conversi della certosa di Basilea; la datazione alta ne esclude la realizzazione nella certosa.
Online dal: 26.09.2017
La maggior parte del manoscritto è costituita da due testi di Rudolf von Biberach: i Sermones super cantica e i De VII itineribus aeternitatis. Originariamente questi furono creati nel XIV secolo come parti separate e più tardi furono riuniti nella attuale forma presso la certosa di Basilea, alla cui biblioteca il volume appartenne a partire dal XV secolo. Come supplemento al secondo testo, nel XIV secolo è stata aggiunta una traduzione in tedesco di De VII gradibus contemplationis. Probabilmente solo in occasione della rilegatura fu aggiunto, su di un ultimo foglio rilegato a testa in giù, l'inizio del glossario Abstractum la cui trascrizione risale pure al XIV secolo e che quindi non ha potuto essere compilato nella certosa stessa.
Online dal: 14.12.2017
Il manoscritto, terminato nel 1479 da Johannes Gipsmüller, contiene le Consuetudines Ordinis Cartusiensis raccolte ed approvate da papa Innocenzo, gli «usi» dei monaci certosini, così come le decisione e le prescrizioni degli Statuta antiqua e degli Statuta nova approvate in seguito dal capitolo generale. All'inizio del volume è rilegata una raffigurazione del martirio di s. Barbara.
Online dal: 26.09.2017
Scritto dallo stesso copista della Postilla super Psalmos della medesima biblioteca (B IV 3), questo volume di postille di Niccolò di Lira a testi del Nuovo Testamento, gli Atti degli Apostoli, le cosiddette Lettere cattoliche e l'Apocalisse, è anch'esso decorato con iniziali filigranate nel cosiddetto stile della regione del Reno superiore, e ha avuto gli stessi precedenti proprietari, Hugo e Johannes Münch von Münchenstein, membri del convento domenicano di Basilea e contemporanei dell'autore dei commenti biblici. Hugo, che è più volte documentato come priore, e Niccolò morirono probabilmente entrambi nello stesso anno, il 1349, mentre Johannes, fratello minore di Hugo, divenne anch'egli priore nel 1365.
Online dal: 26.09.2024
Il volume proviene dalla biblioteca della certosa di Basilea e contiene la prima parte delle Collationes Patrum di Giovanni Cassiano (360/365-432/435). Inoltre vi si trova ogni genere di estratti sulla vita e le opere di Cassiano da diverse fonti così come uno scritto sullo stile di vita nel monastero di Montecassino all'epoca dell'abate Desiderio (1058-1087). Il manoscritto fu prodotto a Lorsch e costituisce un insieme con il B V 14. Presenta aggiunte e tracce d'uso fino al XV secolo.
Online dal: 14.12.2017
Così come il B V 13, con il quale costituisce un unico volume, fu prodotto a Lorsch nel sec. IX e giunse più tardi nella certosa di Basilea. Contiene la seconda parte delle Collationes Patrum di Giovanni Cassiano (360/365-432/435), i dialoghi di Cassiano con i Padri del deserto. Rispetto al B V 13 vi si trovano relativamente poche correzioni e annotazioni.
Online dal: 26.09.2017
La Interpretatio evangeliorum, attribuita ad un Epifanio Latino, è una compilazione di excerpta dal commento ai Vangeli di Fortunaziano di Aquileia e da una raccolta di prediche di un autore tardoantico italiano (che forse portava il nome di Epifanio), composta tra il VII e l'VIII secolo. Questo manoscritto dalla certosa di Basilea contiene, con i capitoli 18-62, solamente la parte omiletica (senza introduzione).
Online dal: 14.12.2017
Il manoscritto della certosa di Basilea, più volte ricollocato, originariamente consisteva in tre parti indipendenti. La prima parte, omiletica, comprende una serie di Sermones e Expositiones interpretative ai Vangeli quotidiani, la seconda parte consiste in un trattato dell'eremita agostiniano Heinrich von Friemar (1245-1340) sui dieci comandamenti e in un commento anonimo sulla versione latina del Physiologus Theobaldi. Nella terza parte del manoscritto, oltre alle istruzioni per condurre una vita gradita a Dio, c'è una discussione tra angelo e diavolo sui sette peccati mortali.
Online dal: 14.12.2017
Il codice contiene estratti di quasi tutti i testi latini conosciuti del domenicano Maestro Eckhart (ca. 1260 - ca. 1328), che sono disponibili in non più di una dozzina di manoscritti. Anche se il copista, che probabilmente apparteneva all'ambiente del convento domenicano di Colonia, sembra aver compilato gli estratti «meccanicamente e senza comprensione» (Koch), questi sono di grande qualità per quanto concerne il testo. Nel 1386 il parroco vestfaliano Gottschalk Kamenschede acquistò il manoscritto e lo donò in seguito alla certosa di Basilea.
Online dal: 14.06.2018
Con la legenda in rima «Martina» di Hugo von Langenstein, così come il «Littauer» di Schondoch, il manoscritto della biblioteca dei laici della certosa di Basilea trasmette due testi dell'Ordine teutonico. «Martina» è trasmesso da questo unico manoscritto e è da considerare il più antico racconto spirituale dell'Ordine teutonico. Quale terzo testo il codice contiene la «Mainauer Naturlehre».
Online dal: 14.12.2017
Il manoscritto, che presenta in numerosi punti delle cuciture decorative con filo di seta, giunse nel XV secolo nella certosa di Basilea quale dono di Johannes Obrest, cappellano di S. Martino di Basilea. Contiene, oltre ad alcuni brevi testi per la cura delle anime, e a carattere medico, la Summa poenitentialis del teologo inglese e decano di Salisbury Thomas de Chabham (ca. 1160-1233/36).
Online dal: 26.09.2017
Questo manoscritto di uso corrente, composto di quattro parti, contiene dei materiali per la preparazione di prediche, tra i quali un elenco di temi per la predicazione, un voluminoso corpus di legende e più di 100 exempla. Il manoscritto mostra varie tracce d'uso e reca ancora sul dorso un'etichetta dalla certosa di Basilea, nella cui biblioteca si trovava nel XV e XVI secolo.
Online dal: 14.12.2017
Il volume in pergamena della certosa di Basilea, di piccolo formato, è composto da tre fascicoli originariamente separati. Il primo è decorato da tre iniziali (1r, 53r, 58r) e contiene lo Stimulus dilectionis di Eckbert di Schönau, preghiere, i salmi penitenziali e una litania di santi. Segue il frammento di un libro di preghiere del quale mancano sia l'inizio che la fine. La terza parte contiene una compilazione dal Soliloquium di Bonaventura e il De vanitate mundi di Ugo di S. Vittore. Salta agli occhi il grande insudiciamento delle cc. 24-53 (Agenda defunctorum e salmi penitenziali), ciò che fa pensare ad un intenso uso di questa parte del codice.
Online dal: 04.10.2018
Il manoscritto composito proviene dalla biblioteca della certosa di Basilea e contiene nella prima parte le Orationes et meditationes de vita Christi del mistico Tommaso da Kempis (1379-1471), un importante rappresentante della Devotio moderna. Sia la scrittura che la decorazione del fascicolo rimandano alla scuola neerlandese. A una parte centrale stampata fa seguito una raccolta di suppliche e preghiere in latino.
Online dal: 14.12.2017
Il manoscritto consisteva originariamente di almeno due volumi, come si può ancora oggi vedere dalla foliazione originale separata. La prima parte è stata scritta nel XIII secolo da diverse mani molto simili e contiene numerosi sermoni, tra gli altri di Gilberto de Tornaco e Bonaventura. La seconda parte, scritta da una mano principale del XIV secolo, comprende una vasta collezione di exempla di varie origini. Il semplice manoscritto apparteneva alla biblioteca della certosa di Basilea, come confermano le numerose note di possesso, due vecchie targhette col titolo e varie antiche segnature.
Online dal: 14.12.2018
Il volumetto in pergamena contiene i sette salmi penitenziali e altri tre salmi in ebraico. Di proprietà della famiglia Amerbach, potrebbe essere passato in seguito nelle mani di Johann Buxtorf (il Vecchio?). Il manoscritto è modesto e contiene iniziali decorative e disegni a penna negli spazi appositi, il testo è vocalizzato.
Online dal: 12.12.2019
Il manoscritto di piccolo formato, in latino, proveniente dalla certosa di Basilea, si concentra sulla Passione di Cristo. L'immagine devozionale all'interno della coperta anteriore riprende questo tema, così come i testi, che sono opera per esempio di Ludolf von Sachsen, Bonaventura e Eckbert von Schönau. Il primo testo contenuto nel manoscritto, un lungo testo devozionale De vita et passione Iesu Christi, è stato probabilmente scritto da Heinrich Arnoldi, certosino di Basilea.
Online dal: 14.12.2017
Il manoscritto, di formato ridotto, è conosciuto con il nome di «Basler Liederhandschrift» e trasmette testi in latino e tedesco in versi e in prosa, dal taglio primariamente spirituale, in parte completato con una notazione musicale. Vi figurano tra gli altri testi di Corrado di Würzburg e Walther von der Vogelweide. Il manoscritto è stato scritto intorno al 1300, nel XV secolo si trovava nella certosa di Basilea e nel XVII secolo in possesso del collezionista basileese Remigio Fäsch.
Online dal: 14.12.2017
Questo manoscritto in pergamena di piccolo formato proviene dalla certosa di Basilea, dove fu completato dal copista Johannes Gipsmüller nel 1478. I numerosi testi devozionali dedicati a varie sante sono tramandati in gran parte in forma anonima, e alcuni – come quelli su Margareta, la patrona della certosa di Basilea – possono essere probabilmente attribuiti a Heinrich Arnoldi. Il codice è decorato con illustrazioni a piena pagina dei santi trattati nel testo, oltre a numerose iniziali, queste ultime in stili molto diversi.
Online dal: 10.12.2020
La miscellanea di piccolo formato contiene numerosi pezzi di contenuto mistico, come sermoni, trattati (estratti), istruzioni e detti, tra gli altri, di Meister Eckhart, Heinrich von Ekkewint e Johannes von Sterngassen. Il volume è stato vergato da due diverse mani, delle quali la prima, a c. 379r in rosso, si lamenta che chi non sa scrivere non ha idea di quanto sia penoso questo lavoro. Una nota di possesso del bibliotecario del monastero Georg Carpentarius (1487-1531 ca.) e l'antica segnatura E xxvi assegnano il manoscritto alla biblioteca della certosa di Basilea. Lì appartenne, come la maggior parte dei manoscritti in lingua tedesca della certosa, alla biblioteca dei fratelli conversi.
Online dal: 10.10.2019
Il manoscritto, di piccolo formato e modestamente decorato, proviene dalla certosa di Basilea, probabilmente dalla biblioteca dei conversi. È stato scritto da varie mani del XV sec. secolo e contiene i salmi penitenziali, meditazioni, testi liturgici, un trattato spirituale, preghiere e poesie mariane; dalle tracce d'uso che presenta sembra essere stato utilizzato intensamente.
Online dal: 14.06.2018
Il volume miscellaneo, originariamente composto da dieci fascicoli, è stato scritto almeno in parte nella certosa di Basilea. Uno dei copisti è frate Hans Lesser di San Gallo. Il manoscritto, di formato ridotto, faceva parte della biblioteca dei fratelli conversi della certosa di Basilea e tramanda diverse preghiere e testi devozionali in lingua tedesca, alcuni dei quali si riferiscono esplicitamente ai fratelli conversi della certosa.
Online dal: 12.12.2019
Il manoscritto della certosa di Basilea, di formato minore, contiene preghiere ai e sui santi e martiri Margherita d'Antiochia, Barbara di Nicomedia e Caterina d'Alessandria. Le Meditationes sono state redatte dal certosino Henricus Arnoldi di Basilea; il manoscritto in piccolo formato è stato vergato dal confratello Johannes Gipsmüller.
Online dal: 14.06.2018
Questo manoscritto, proveniente dalla certosa di Basilea, contiene nella prima parte lo scritto aristotelico De anima nella traduzione di Guglielmo di Moerbeke, copiato dall'erudito Johannes Heynlin nel 1459 a Parigi. Il testo principale, decorato da artistiche iniziali dorate con filigrana, è contornato da fitte glosse di commento marginali e interlineari, scritte in una semigotica serrata. La atipica mancanza di decorazione nell'opera De animalibus di Aristotele, stampata a Venezia nel 1476 e che pure appartenne alla biblioteca di Heynlin, non permette di chiarire se questo manoscritto vi fosse rilegato a costituirne la seconda parte.
Online dal: 25.06.2015
Manoscritto giuridico originariamente in possesso del giureconsulto basileese Arnold Zum Luft (1453-1517). Il manoscritto fu allestito nella seconda metà del XIII sec. a Bologna e contiene il Digestum vetus, la prima parte della tradizione tardoantica del diritto in vigore, con le glosse di spiegazione di Francesco Accursio. Il manoscritto presenta, accanto alla numerazione araba, una romana, talvolta vigesimale.
Online dal: 26.09.2017
Analogamente al C I 1, anche questo manoscritto giuridico bolognese del XIV secolo appartenne a Arnold Zum Luft (1453-1517). Contiene il Digestum novum con le glosse di Accursio, cioè la quarta e ultima parte del corpus del Digesto, con la letteratura giuridica romana. Il manoscritto è riccamente decorato, con una miniatura iniziale e iniziali figurate.
Online dal: 26.09.2017
Il manoscritto, scritto da diverse mani dell'Italia del Nord, trasmette la Lectura super codicem del giurista Guilelmus de Cugno o Cuneo, che tenne conferenze a Tolosa nel 1316-1317. L'originale deve essere stato diviso in fascicoli, come testimonierebbe la presenza del manoscritto di annotazioni simili a quelle del sistema della pecia. Nel 1383 il volume era in possesso di un ebreo convertitosi a Treviri ed entrò successivamente nella biblioteca della Certosa di Basilea.
Online dal: 14.06.2018
Il manoscritto pergamenaceo, del XIV secolo, contiene i commenti del giureconsulto e canonista Giovanni d'Andrea (ca. 1270-1348) al Liber Sextus Decretalium Bonifacii, che costituisce la terza parte del Corpus iuris canonici. Il volume entrò in possesso della certosa di Basilea durante il concilio (1431-1449).
Online dal: 26.09.2017
Manoscritto canonistico contenente la Lectura super librum sextum Decretalium di Domenico da S. Geminiano. Il volume fu vergato nel 1439 da Johannes Berwenstein per Peter Zum Luft, docente presso l'Università del concilio, che più tardi legò la sua vasta raccolta libraria al nipote Arnold Zum Luft.
Online dal: 26.09.2017
Questo manoscritto del secondo quarto del XV secolo contiene la Lectura super Clementinas di Giovanni da Imola e proviene dalla vasta biblioteca del giurista di Basilea Arnold Zum Luft (1453-1517). Il volume, in origine catenatus, contiene delle iniziali della stessa mano che operò anche nel manoscritto C I 21.
Online dal: 26.09.2017
Per ragioni di efficienza, gli scritti di diritto e di diritto canonico sono stati spesso riprodotti con il sistema della pecia, con il quale un modello veniva separato in fascicoli distribuiti tra vari copisti. Così, anche il presente commento alle decretali di un certo «Abbas antiquus», solo più tardi identificato come Bernardus de Montemirato, è stato prodotto in tre parti. Il manoscritto, con una decorazione parsimoniosa, è scritto in littera bononiensis e appartenne alla biblioteca della certosa di Basilea.
Online dal: 14.12.2017
Durante gli anni dal 1470 al 1475 Jakob Lauber, più tardi a capo della certosa di Basilea e della sua ricca biblioteca, seguì le lezioni del famoso specialista di decretali Peter Andlau presso l'Università di Basilea da poco fondata, come testimoniano gli appunti risalenti agli anni 1471 alle Conclusiones Clementinarum e al Liber sextus di Bonifacio VIII.
Online dal: 19.03.2015
Il manoscritto, una raccolta di testi a carattere giuridico, contiene quale testo principale la Summa super rubricis decretalium del giurista italiano Goffredo da Trani (morto 1245). Si tratta di un libro di testo sulla raccolta di decreti commissionato da papa Gregorio IX che ha trovato ampia diffusione. Il testo è decorato e completato da cinque piccole iniziali figurate probabilmente di origine francese.
Online dal: 22.03.2018
Non senza per questo entrare in concorrenza con l'autorità giudiziaria curiale, il concilio di Basilea (1431-1449) rivendicò una competenza giudiziaria conciliare sul modello del Tribunale della Rota romana. I processi di negoziazione vennero protocollati da notai del Tribunale della Rota, così come in questo manoscritto, redatto da Johannes Wydenroyd nel periodo dal 15 marzo 1435 al 13 giugno 1439. Si tratta del secondo di tre volumi ancora rimasti di manuali della Rota del concilio di Basilea.
Online dal: 25.06.2015
Questo salterio liturgico (incompleto) fu allestito a Napoli negli anni 1335-1350; la magnifica decorazione è opera del miniatore Cristoforo Orimina. La presenza di tre diverse armi non ha permesso di identificare il suo primo destinatario, il quale probabilmente fu un membro della corte angioina di Napoli. Messo diverse volte in vendita nei secoli XIX-XX, il salterio fu acquistato nel 1968 dal proprietario della collezione dei “Comites Latentes”, ubicata nella Biblioteca di Ginevra.
Online dal: 09.12.2008
Questo elegante libro d'ore in formato tascabile fu miniato a Tours intorno al 1480 dal Maître des camaïeux d'or Le Bigot, attivo nell'entourage del pittore Jean Bourdichon. Alle sedici minuscole iniziali istoriate in camaieu d'oro che contiene con il ciclo usuale, ne fa seguito uno originale dedicato ai sette giorni della Creazione. L'artista dimostra un'eccezionale padronanza tecnica conferendo al corpo delle iniziali un carattere evanescente e particolarmente attraente. La raffinata disposizione delle lettere che le circondano ha quale fine di invitare il suo committente anonimo ad apprezzare nel dettaglio la meticolosa combinazione di oro e colori.
Online dal: 14.12.2018
Questo prezioso libro d'ore fu prodotto a Firenze nell'ottavo decennio del XV secolo; la ricca ed elegante decorazione miniata si deve alla bottega di uno dei più famosi artisti fiorentini dell'epoca, Francesco d'Antonio del Chierico, che eseguì sia le pagine incipit dei diversi Uffici sia le iniziali miniate all'interno del testo. Di grande eleganza anche la sua decorazione filigranata. Uno stemma, purtoppo in parte abraso, ci informa che il manoscritto fu eseguito per il matrimonio di un membro della nota famiglia Serristori. Nel 1970 il manoscritto fu acquistato da un collezionista privato che lo depositò alla Bibliothèque de Genève nel suo fondo di Comites Latentes.
Online dal: 23.06.2014
La haggadah manoscritta Comites Latentes 69 è una creazione viennese del 1756, decorata con l'inchiostro nero e che imita magistralmente la incisione su cuoio. L'autore è il celebre copista-illustratore Zimmel ben Moïse di Polna (attivo tra il 1714 e il 1756) che ha realizzato una trentina di manoscritti datati e conservati, ma dei quali solo 17, tra i quali il CL 69, sono autografi. La sua opera artistica si inserisce tra gli esempi più eccezionali della decorazione manoscritta ebraica dell'Europa centrale del sec. XVIII. Alla fine, un testo del Cantico dei Cantici copiato da una mano posteriore conclude questo magnifico manoscritto.
Online dal: 22.06.2017
Questo manoscritto è una compilazione agiografica in prosa francese nella quale sono narrate le vite degli apostoli, dei martiri, dei confessori e dei santi. Alcuni di questi racconti sono attribuiti a Wauchier de Denain. Datato al primo quarto del XIV secolo, è stato decorato dal Maître de Papeleu e dal miniatore Mahiet, e contiene infatti più di ottanta iniziali istoriate.
Online dal: 17.03.2016
Questo libro d'ore riccamente illustrato fu miniato a Tours intorno al 1500, per un committente di origine tolosana. La città di Tours e la Valle della Loira erano diventate nel sec. XV il luogo di residenza della corte dei re di Francia, e questo manoscritto è legato a questo passato di grande prestigio. In effetti due delle miniature di questo libro d'ore sono associate al nome di Jean Bourdichon (intorno al 1457-1521), pittore di corte. Le altre 35 miniature si devono alla mano di tre miniaturisti dell'atelier di Jean Poyer († prima del 1504), anch'esso con sede a Tours.
Online dal: 04.07.2012
La maggior parte del manoscritto (pp. 21-598) è costituita da un compendio di Joseph b. Elijah Tirshom dal titolo Sefer Shoshan Yesod Olam, che include 2174 paragrafi numerati e contiene, tra gli altri, un libro di magia chiamato Harba de-Moshe (La spada di Mosé), e altri testi. È stato copiato nell'impero ottomano nel sec. XV in una scrittura bizantina, con aggiunte di altre mani più tarde.
Online dal: 09.06.2011
Si tratta di uno dei più antichi esemplari tra gli studiosi della versione del testo della Tanhuma midrash conosciuto come il "printed text" (prima edizione a stampa Costantinopoli, 1520-22), e che si distingue dalla versione edita e stampata per la prima volta da Solomon Buber a Vilnius nel 1885. E' stato copiato probabilmente in qualche luogo non meglio precisato in Oriente nel sec. XIV, la scrittura ebraica è una semicorsiva orientale.
Online dal: 13.12.2013
Il manoscritto di tipo giuridico intitolato Sefer Ḥokhmat Nashim appartiene ad un genere della letteratura vernacolare indirizzata alle donne, molto diffusa nelle comunità ashkenazite e italiane dal Rinascimento. Questo manuale di prescrizioni in giudaico-italiano sarebbe stato ricopiato dal celebra cabalista e predicatore italiano Mordekhai ben Judah. Datato nel corso della seconda metà del XVI secolo.
Online dal: 26.09.2017
Il testo è costituito da un adattamento di alcune sezioni narrative della Bibbia in antico francese, un poema in lasse di alessandrini redatto da un autore continentale nel sec. XII, e che fu uno delle opere religiose in francese antico di maggior successo. Questo manoscritto è uno dei più antichi e completi esemplari dell'opera rimasti e l'unico a presentare un testo quasi completo del ramo anglo-normanno della tradizione testuale. In virtù della probabile origine insulare, il manoscritto testimonia altresì la diffusione immediata del testo in Inghilterra.
Online dal: 23.06.2014
Scritto a Napoli nel 1467 e 1468 per Roberto da Sanseverino, principe di Salerno, questa raccolta epistolare raccoglie delle lettere di Diogene il Cinico, di Bruto e di Ippocrate, considerati nel medioevo i veri autori delle lettere. Furono tradotte in latino da Francesco Griffolini Aretino e da Ranuccio d'Arezzo. Messo in vendita a più riprese nel corso del sec. XX, questo manoscritto fu acquistato da prestigiosi collezionisti.
Online dal: 15.04.2010
Questo raro frammento giudaico-arabo è tratto dal Kitab al-Hidaya ila Faraiḍ al-Qulub o Libro dell'orientamento ai doveri del cuore di Baḥya ben Joseph Ibn Paquda (seconda metà dell'XI secolo). L'opera è di un'importanza fondamentale perché stabilisce il primo sistema di etica ebraica. La tradizione manoscritta di quest'opera in giudaico-arabo è molto lacunosa poiché sono pochi i testimoni che sono sopravvissuti fino ai giorni nostri.
Online dal: 26.09.2017
Il volume, scritto in littera parisiensis a metà del XIII secolo, comprende il De anima di Avicenna nella traduzione di Giovanni da Siviglia e parti della Metafisica, tradotta da Domenico Gundisalvo. Contiene anche i primi due libri della seconda parte dei libri metafisici et physicae di Al-Gazali, sempre nella trasmissione di Gundisalvo. Il testo è completato da alcuni schizzi schematici. Il manoscritto giunse nella biblioteca della certosa di Basilea con la collezione di libri di Johannes Heynlin, che lo aveva acquistato nel 1461.
Online dal: 14.12.2018
Il manoscritto contiene il Floretum medicinae, un'opera costituita da estratti di medicina suddivisa in 25 libri. Origine e autore dell'opera sono sconosciuti. Il manoscritto si trovava nella biblioteca della certosa di Basilea nell'ambito delle segnature A della Bibliotheca antiqua. La sezione con queste segnature comprendeva, oltre alle Artes liberales, anche la filosofia e la medicina.
Online dal: 04.10.2018
Il manoscritto D III 34 è costituito di due parti: la prima (f. 1-29) contiene la scienza medica dei cavalli di Giordano Ruffo; la seconda (f. 30-255) la Mulomedicina Chironis e un trattato incompleto di un Oliverius, mastro di stalla alla corte di Ferdinando I di Napoli. Insieme al Cod. Monacensis latinus 243, si tratta dell'unico manoscritto contenente la Mulomedicina Chironis; il trattato di Oliverius è probabilmente inedito.
Online dal: 31.03.2011
Il nucleo principale del manoscritto della certosa di Basilea è costituito da una copia del Flores temporum, una cronaca del mondo latina del XIII secolo ampiamente diffusa nella regione alemannica. Il copista Nicolaus Gerung de Blauenstein ha integrato questa cronaca con un'appendice da lui redatta, in parte in tedesco, riguardante gli eventi nella regione di Basilea, così come una cronaca dei vescovi basileesi. Completano la collezione testi più brevi, quali trattati sui concili o sugli ordini certosini, elenchi di imperatori, cattedrali, regni e lingue di varie parti del mondo.
Online dal: 12.12.2019
Il manoscritto della prima metà del XV secolo contiene la cronaca tedesca di Jakob Twinger di Königshofen (cap. 6, 1-5), la Rötteler Chronik (Cronaca di Rötteln) e il Libellus de magnificentia ducis Burgundia in Treveris visa conscriptus (ted.). È servito come modello per il manoscritto E I 1h della Biblioteca universitaria di Basilea. In seguito fu di proprietà della famiglia Amerbach.
Online dal: 13.06.2019
Il codice, che si compone di varie parti, contiene principalmente decreti, bolle, lettere e risoluzioni relative al concilio di Basilea (1431-1448), di vari copisti in latino e tedesco. Mani più tarde hanno occasionalmente aggiunto annotazioni, correzioni e aggiunte. Informazioni storiografiche sono contenute nei cosiddetti «Grössere Basler Annalen», in estratti latinizzati dalla Cronaca di Rötteln e nella cronaca tedesca di Jakob Twinger von Königshofen. Il manoscritto apparteneva alla certosa di Basilea e giunse poi nella biblioteca universitaria.
Online dal: 10.10.2019
Dieci fogli con illustrazioni contenenti la seconda parte delle profezie dei papi Bonifacio IX fino a Eugenio IV prima attribuito a Gioacchino da Fiore. Furono confezionati all'epoca del concilio di Basilea e in origine fecero parte di un volume composito della certosa contenente gli atti del concilio. I disegni a penna fortemente espressivi permettono di riconoscere l'influsso dell'atelier basileese di Konrad Witz, uno dei più importanti rappresentanti della pittura dell'Oberrhein di epoca tardogotica.
Online dal: 14.12.2017
Il manoscritto, sebbene incompleto per la perdita di alcuni fogli, tramanda il romanzo di Alessandro del poeta tedesco-boemo Ulrich von Etzenbach (ca. XIII sec,). Il testo è stato scritto nel 1322, probabilmente in Baviera o in Austria come si deduce dalle caratteristiche dialettali. L'elaborata decorazione delle iniziali poste all'inizio dei singoli libri mostra caratteristiche dell'Alto Reno, così come appaiono anche nella Bassa Austria all'inizio del XIV secolo. Nei margini si trovano numerose annotazioni del XIX sec. con spiegazioni di parole e annotazioni di Johann Jakob Spreng (1699-1768), che ha copiato il manoscritto nel XVIII secolo.
Online dal: 12.12.2019
Il manoscritto, della prima metà del XV secolo, contiene la cronaca tedesca di Jakob Twinger di Königshofen (cap. 1-3, 5) e la cronaca anonima bernese (si interrompe per la caduta di fogli). Entrambi i testi sono preceduti da un indice completo. Il manoscritto fu in seguito di proprietà della famiglia Amerbach.
Online dal: 14.12.2018